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SILENZIO! | Giovanni Spitale | TEDxTrento

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    Tra 4 miliardi di anni
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    tutta l'acqua presente su questo pianeta
    sarà bollita.
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    E questo pianeta
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    sarà completamente incompatibile
    con la vita.
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    Tra 5 miliardi di anni
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    il sole sarà cresciuto così tanto,
    da mangiarsela completamente, la Terra.
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    Ora,
  • 0:27 - 0:30
    insomma, è una prospettiva già
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    di un certo tipo, un po' spaventosa.
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    Considerate anche che tutte le persone
    che vedete per strada
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    e tutti noi presenti in questa sala,
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    tra al massimo cent'anni saremo morti.
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    Insomma, per essere ottimisti cent'anni.
  • 0:46 - 0:47
    La domanda è:
  • 0:47 - 0:50
    se questo è quello in cui credi,
  • 0:50 - 0:52
    come fai
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    ad alzarti dal letto alla mattina,
    soprattutto la domenica?
  • 0:56 - 0:57
    Questo
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    è il modo in cui vivevo la mia vita
  • 1:01 - 1:04
    fino al giorno in cui non ho iniziato
    a vivere per davvero,
  • 1:05 - 1:08
    cioè il giorno in cui ho scoperto
    di dover morire.
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    È successo in maniera strana, bizzarra.
  • 1:11 - 1:15
    C'era questo medico, con gli occhiali
    appoggiati sulla punta del naso
  • 1:16 - 1:19
    che non mi guardava in faccia,
    mi guardava attraverso.
  • 1:20 - 1:21
    E mi diceva:
  • 1:21 - 1:26
    "Tu hai una malattia degenerativa
    del midollo osseo che si chiama
  • 1:26 - 1:28
    aplasia midollare idiopatica.
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    Vuol dire che hai perso il 98%
    del tuo midollo osseo,
  • 1:31 - 1:33
    e sono sicuro che lo saprai, insomma,
  • 1:33 - 1:35
    il midollo osseo è quel tessuto
  • 1:35 - 1:38
    che sta nelle tue ossa lunghe
    e nelle tue ossa piatte
  • 1:38 - 1:40
    --non è il midollo spinale--
  • 1:40 - 1:44
    che serve a produrre i globuli rossi,
    i globuli bianchi, le piastrine.
  • 1:44 - 1:46
    Insomma, le componenti del sangue.
  • 1:46 - 1:50
    Ecco, tu ne hai perso il 98%,
    il 2% non sta funzionando.
  • 1:51 - 1:54
    Ora, l'unica cura definitiva
    per questa malattia
  • 1:54 - 1:56
    è il trapianto di midollo osseo
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    e le probabilità di trovare
    un donatore compatibile
  • 1:59 - 2:01
    sono all'incirca
    una su 100.000.
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    Abbiamo anche un piano B.
  • 2:04 - 2:11
    Ovvero una terapia piuttosto impegnativa
    con biofarmaci di sintesi,
  • 2:11 - 2:15
    che serve a fermare completamente
    il tuo midollo osseo e a farlo ripartire
  • 2:15 - 2:16
    un po' alla volta.
  • 2:16 - 2:18
    Sperando che funzioni.
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    Ecco, in questo caso, le tue probabilità
    di sopravvivenza sui prossimi sei mesi
  • 2:23 - 2:26
    sono all'incirca del 20%.
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    E se tutto va bene
  • 2:27 - 2:30
    avrai all'incirca 10 anni
    di aspettativa di vita."
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    Questo succedeva
  • 2:33 - 2:34
    nel 2009
  • 2:34 - 2:37
    e io avevo 21 anni.
  • 2:39 - 2:40
    Insomma,
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    Dio è morto, Marx è morto,
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    Woody Allen ormai, anche lui,
    ha gli anni che ha.
  • 2:48 - 2:52
    Ma quando ti scoppia una bomba del genere
    nel salotto di casa,
  • 2:53 - 2:55
    tu hai bisogno di credere in qualcosa.
  • 2:55 - 2:58
    Anche se sei agnostico da tutta la vita
    e se ti dici:
  • 2:58 - 3:00
    "Vabbè, Dio o non Dio lo scoprirò
  • 3:00 - 3:02
    un giorno, un domani
    quando sarà il momento",
  • 3:02 - 3:05
    tu hai bisogno di credere in qualcosa,
  • 3:05 - 3:08
    perché la realtà ha perso
    il suo senso razionale.
  • 3:16 - 3:18
    Io ho comperato queste:
  • 3:18 - 3:21
    un paio di scarpette da arrampicata,
    le ho comperate il giorno prima
  • 3:21 - 3:25
    di entrare in ospedale.
  • 3:25 - 3:28
    Una cosa piccola, stupida, un simbolo,
    un impegno con me stesso.
  • 3:29 - 3:31
    Ce la farò, ne uscirò vivo.
  • 3:31 - 3:34
    Non ho nessun elemento razionale
    per dirlo,
  • 3:34 - 3:37
    ma io credo che ne uscirò vivo.
  • 3:38 - 3:41
    Può essere un buon punto d'inizio,
    ma non è sufficiente.
  • 3:42 - 3:43
    Abbiamo bisogno di cose
  • 3:43 - 3:44
    più profonde
  • 3:44 - 3:48
    e più convincenti di un paio
    di scarpette d'arrampicata
  • 3:48 - 3:51
    in cui credere.
  • 3:51 - 3:56
    Quindi, da persona senza fede,
    inizio a chiedermi in cosa posso credere?
  • 3:57 - 4:00
    Nel mentre, il mio percorso ospedaliero
    va avanti,
  • 4:00 - 4:03
    potrei raccontarvi delle storie buffe,
  • 4:03 - 4:06
    delle storie che hanno a che fare,
    ad esempio,
  • 4:06 - 4:08
    con un cappello da talebano,
  • 4:08 - 4:11
    ma è un'altra storia
  • 4:11 - 4:14
    e sono sicuro che vi annoierei.
  • 4:14 - 4:15
    Sono uscito vivo.
  • 4:15 - 4:17
    E ho iniziato a chiedermi:
    "Bene, e adesso?
  • 4:17 - 4:19
    In cosa credo?
  • 4:19 - 4:20
    Come faccio a sopravvivere?
  • 4:20 - 4:22
    E poi come faccio
  • 4:22 - 4:25
    a vedere di far sopravvivere
    anche quegli altri sfigati, come me?
  • 4:25 - 4:27
    Cosa posso fare?"
  • 4:27 - 4:30
    Mi metto le mani in tasca
  • 4:30 - 4:33
    e tiro fuori fazzoletti,
    monetine, centesimi.
  • 4:33 - 4:35
    Sapete, non sono una persona ricca.
  • 4:35 - 4:37
    Quali sono le mie risorse?
  • 4:37 - 4:38
    Non mi era rimasto niente,
  • 4:38 - 4:40
    neanche un corpo che funzionasse,
  • 4:40 - 4:42
    perché sono entrato in ospedale
    che scalavo
  • 4:42 - 4:46
    e sono uscito dall'ospedale
    che non facevo neanche le scale di casa.
  • 4:47 - 4:49
    Però una cosa mi era rimasta.
  • 4:49 - 4:52
    Una cosa che è sempre stata mia.
  • 4:52 - 4:53
    Le parole.
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    Eh però le parole,
  • 4:56 - 4:58
    i pensieri!
  • 4:58 - 5:00
    Viviamo in un mondo rumoroso,
  • 5:00 - 5:03
    incredibilmente rumoroso, anzi peggio.
  • 5:03 - 5:06
    Viviamo in un mondo che noi stessi
    abbiamo reso rumoroso.
  • 5:07 - 5:11
    E non sto parlando solo delle fabbriche,
    le strade e le ferrovie,
  • 5:12 - 5:15
    degli altoparlanti delle macchine
    ad alto volume,
  • 5:15 - 5:18
    ai semafori, clacson
    e tutta quella robaccia là.
  • 5:19 - 5:24
    Sto parlando di un livello di rumore
    che ha trasceso la fisicità del suono
  • 5:24 - 5:26
    ed è entrato nelle nostre anime.
  • 5:26 - 5:29
    Pensate, in Italia ogni giorno
    21 milioni di persone
  • 5:29 - 5:31
    scrivono almeno dieci parole
  • 5:31 - 5:32
    su Facebook.
  • 5:32 - 5:35
    Ora, la domanda è:
  • 5:35 - 5:39
    in un contesto del genere, come fai
    a riconoscere le parole importanti?
  • 5:41 - 5:45
    Davanti a un'inflazione di questo tipo
    cosa mai potrà valere una parola?
  • 5:47 - 5:49
    E questo è il punto.
  • 5:49 - 5:50
    Tu credi
  • 5:50 - 5:53
    proprio nel momento
    in cui non puoi più sapere.
  • 5:53 - 5:56
    Nel momento in cui non c'è più
    una giustificazione razionale
  • 5:56 - 5:58
    di quello che stai facendo.
  • 5:58 - 6:01
    E quindi mi son detto:
    "Sì che ci voglio credere, sì!"
  • 6:01 - 6:05
    Ci sono stati anni in cui le parole
    erano strumenti incredibili.
  • 6:05 - 6:07
    Pensate a Lutero.
  • 6:07 - 6:09
    Erano anni in cui una parola
  • 6:09 - 6:12
    ben detta, ben scelta e ben spesa
  • 6:12 - 6:16
    poteva veramente cambiare la storia,
    poteva innalzare gli oppressi
  • 6:16 - 6:20
    e scuotere i potenti, poteva fare un Papa
    o disfare un re.
  • 6:21 - 6:24
    Non sono più quegli anni.
  • 6:24 - 6:27
    E io decido di crederci,
  • 6:27 - 6:30
    di credere che una parola può ancora
    fare la differenza, se ben detta.
  • 6:32 - 6:35
    E quindi inizio a raccontare,
    scelgo una parola, una soltanto.
  • 6:36 - 6:38
    Quella che per me è più importante:
  • 6:38 - 6:41
    "Dono", una parola
    che può cambiare vite,
  • 6:41 - 6:43
    una parola in cui si possa credere,
  • 6:43 - 6:47
    in cui chiunque possa
    scegliere di credere.
  • 6:47 - 6:50
    Un essere umano non è carne e sangue,
  • 6:50 - 6:51
    non solo, per lo meno.
  • 6:51 - 6:53
    Siamo soprattutto una storia,
  • 6:53 - 6:56
    la storia di noi stessi
    che ci raccontiamo
  • 6:56 - 6:58
    per cucire insieme
  • 6:58 - 7:01
    il passato ricordato
    e il futuro immaginato
  • 7:01 - 7:02
    nei sogni e nelle speranze
  • 7:02 - 7:05
    e nelle aspettative.
  • 7:05 - 7:08
    È per questo che siamo così attratti
    dalle parole.
  • 7:10 - 7:11
    E quindi racconto,
  • 7:11 - 7:13
    e parlo
  • 7:13 - 7:15
    e ci credo, anche quando sembra
  • 7:15 - 7:17
    improponibile.
  • 7:17 - 7:19
    Insomma succede che,
  • 7:19 - 7:21
    ancora prima
  • 7:21 - 7:23
    di uscire dall'ospedale,
  • 7:23 - 7:26
    la domenica prima di Natale, nel 2009,
    mando 15 messaggi,
  • 7:26 - 7:27
    parlando di "Dono".
  • 7:27 - 7:32
    15 perché non ho tanti amici,
    non sono il genere di persona socievole
  • 7:32 - 7:34
    che potreste immaginare.
  • 7:34 - 7:40
    Ecco, in ospedale non arrivano 15 persone
    a vedere se possono salvare la vita a me
  • 7:40 - 7:43
    o a chiunque altro
    nelle mie stesse condizioni,
  • 7:43 - 7:45
    perché non sono più speciale
    di nessuno.
  • 7:45 - 7:48
    Ne arrivano 400.
  • 7:48 - 7:51
    400 persone,
    la domenica prima di Natale
  • 7:51 - 7:54
    decidono di muovere il culo
    fuori dalle coperte,
  • 7:54 - 7:56
    non per andare a mangiarsi
    i pasticcini,
  • 7:56 - 7:59
    ma per andare a fare una roba sgradevole
    come un prelievo.
  • 7:59 - 8:00
    Insomma, a chi piacciono gli aghi?
  • 8:00 - 8:05
    Non piacciono neanche
    agli eroinomani, gli aghi!
  • 8:05 - 8:06
    Un po' alla volta,
  • 8:06 - 8:08
    continuando a raccontare
    in questi sette anni
  • 8:08 - 8:11
    quel numero è cresciuto,
    siamo arrivati ad alcune migliaia.
  • 8:11 - 8:16
    E 80 persone,
    80 che conosco personalmente,
  • 8:16 - 8:19
    hanno effettivamente donato.
  • 8:19 - 8:20
    Quindi,
  • 8:20 - 8:23
    sì, una parola
    può ancora cambiare la storia,
  • 8:24 - 8:25
    quando ci credi.
  • 8:25 - 8:28
    Almeno quella di 160 persone.
  • 8:28 - 8:32
    80 quelli che hanno avuto
    la loro vita salva
  • 8:32 - 8:35
    e gli altri 80,
    quelli che si possono alzare dal letto
  • 8:35 - 8:38
    e guardarsi allo specchio la mattina
    e dirsi:
  • 8:39 - 8:43
    "Da qualche parte nel mondo oggi
    qualcuno è sveglio perché io c'ero".
  • 8:43 - 8:45
    "Perché io quella volta ho detto di sì".
  • 8:45 - 8:47
    "Perché non ho avuto paura"
  • 8:47 - 8:50
    "Perché ho creduto in quella parola".
  • 8:50 - 8:53
    E questo è
  • 8:53 - 8:56
    è incredibile.
  • 8:56 - 9:00
    Ora, cosa vorrei che vi portaste a casa
    di questa chiacchierata?
  • 9:00 - 9:03
    Cosa vorrei che vi ricordaste?
  • 9:03 - 9:05
    Sicuramente non la mia brutta faccia.
  • 9:05 - 9:08
    E nemmeno il mio nome,
    non sono cose importanti.
  • 9:08 - 9:11
    E neanche la mia storia,
    perché è una come tante altre.
  • 9:11 - 9:14
    In Italia ogni anno ci sono 1.000 persone
  • 9:14 - 9:15
    che non hanno
  • 9:15 - 9:19
    la possibilità di trovare un donatore
    di midollo osseo compatibile
  • 9:19 - 9:23
    e ci sono 10.000 persone che aspettano
    un trapianto d'organo,
  • 9:23 - 9:25
    quindi non è una storia speciale,
    è una fra tante.
  • 9:25 - 9:27
    Ricordatevi questo invece.
  • 9:28 - 9:33
    Uno: che tutti quanti abbiamo bisogno
    di credere in qualcosa.
  • 9:33 - 9:38
    Due: che una parola
    può ancora cambiare il mondo.
  • 9:38 - 9:41
    Tre: che, per cambiarlo,
  • 9:41 - 9:44
    quella parola non deve restare suono
  • 9:44 - 9:46
    o inchiostro sulla carta,
  • 9:46 - 9:48
    ma devi incarnarsi,
  • 9:48 - 9:51
    deve essere vissuta.
  • 9:51 - 9:55
    Il merito di questa cosa,
    di quelle 160 vite, cambiate, non è mio.
  • 9:56 - 9:59
    È perché quelle persone,
    quelle 80 persone,
  • 9:59 - 10:01
    hanno saputo fare silenzio,
  • 10:01 - 10:03
    hanno saputo ascoltare
  • 10:03 - 10:05
    la loro mente e il loro cuore,
  • 10:05 - 10:08
    per capire se quella parola, "dono",
  • 10:09 - 10:11
    poteva essere qualcosa
  • 10:11 - 10:13
    in cui credere.
  • 10:13 - 10:16
    E quindi il merito è loro.
  • 10:17 - 10:19
    Questa è la quarta cosa che vorrei
  • 10:19 - 10:20
    che vi ricordaste.
  • 10:20 - 10:24
    Ricordatevi di fare silenzio
    e ricordatevi di ascoltare.
  • 10:24 - 10:26
    Ora, io ho finito,
  • 10:26 - 10:28
    ma vi prego di non applaudire,
  • 10:28 - 10:30
    non ne avete bisogno voi
  • 10:30 - 10:33
    e men che meno ne ho bisogno io.
  • 10:33 - 10:34
    Fate silenzio,
  • 10:34 - 10:35
    prendetevi un attimo
  • 10:35 - 10:37
    per ascoltare la vostra mente
  • 10:37 - 10:40
    e il vostro cuore.
Title:
SILENZIO! | Giovanni Spitale | TEDxTrento
Description:

C’è stato un tempo in cui una parola poteva cambiare il mondo: innalzare gli oppressi, scuotere i potenti, fare un Papa e disfare un re. Oggi una parola non vale niente: ce ne sono troppe in giro. Cosa potrà mai fare una sola parola, nel chiasso delle nostre vite? Forse un modo c’è. Ma bisogna fare silenzio.

Attento e curioso cacciatore di risposte ultime per vocazione. Nel 2009 scopre di essere affetto da una grave malattia ematologica, la quale riduce drasticamente la sua aspettativa di vita. È un momento cruciale, che definisce un prima e un dopo: la curiosità e l'interesse intellettuale si focalizzano sull'etica e sulla bioetica, campi in cui la filosofia può rendersi utile, mutando da attività speculativa fine a se stessa a strumento in grado di rendere il mondo un posto migliore. Da questa svolta nascono numerose attività, e collaborazioni mirate a costruire e a diffondere una filosofia ben costruita e al contempo comunicabile a un pubblico generalista, che abbia nel suo cuore il dono come gesto, al contempo possibile e indispensabile, dell'esperienza umana.

This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
11:24

Italian subtitles

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