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Un robot che corre e nuota come una salamandra

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    Questo è Pleurobot.
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    Pleurobot è stato progettato per imitare
    una specie di salamandra
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    detta Pleurodeles waltl.
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    Pleurobot cammina, come potete vedere,
  • 0:12 - 0:14
    e come vedremo dopo, sa anche nuotare.
  • 0:14 - 0:16
    Vi chiederete
    perché l'abbiamo progettato?
  • 0:17 - 0:21
    In realtà è stato progettato
    come strumento per le neuroscienze.
  • 0:21 - 0:24
    Infatti abbiamo lavorato
    con dei neurobiologi
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    per capire come si muovono gli animali
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    e specialmente come la spina dorsale
    controlla i movimenti.
  • 0:30 - 0:31
    Ma più lavoro in biorobotica,
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    più la locomozione degli animali
    mi stupisce.
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    Se pensate ad un delfino che nuota
    o ad un gatto che corre o salta,
  • 0:38 - 0:40
    o persino a noi umani,
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    quando corriamo o giochiamo a tennis,
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    facciamo cose straordinarie.
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    Il nostro sistema nervoso risolve
    un problema di controllo molto complesso.
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    Deve coordinare perfettamente
    più o meno 200 muscoli,
  • 0:51 - 0:55
    e se la coordinazione non è buona
    cadiamo o ci spostiamo male.
  • 0:56 - 0:58
    Il mio obiettivo è capire
    come tutto questo funziona.
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    Sono quattro le componenti principali
    della locomozione animale.
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    La prima componente è soltanto il corpo,
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    e non dovremmo mai sottovalutare
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    fino a che punto la biomeccanica
    semplifichi già la locomozione animale.
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    Poi c'è la spina dorsale,
  • 1:12 - 1:14
    e lì troviamo i riflessi,
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    riflessi multipli che creano
    un circuito coordinativo sensorimotorio
  • 1:18 - 1:21
    tra l'attività neurale nella spina dorsale
    e l'attività meccanica.
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    Infine ci sono
    i generatori centrali di configurazione.
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    Sono circuiti molto interessanti
    nella spina dorsale dei vertebrati
  • 1:29 - 1:31
    che possono generare da soli
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    configurazioni ritmiche di attività
    molto coordinate
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    ricevendo solo input
    molto semplici.
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    E questi input
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    provenienti dalla modulazione discendente
    da parti più alte del cervello,
  • 1:40 - 1:43
    come la corteccia motoria,
    il cervelletto, il ganglio basale
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    regolano tutti l'attività
    della spina dorsale
  • 1:45 - 1:46
    mentre ci muoviamo.
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    La cosa interessante è come
    una componente di basso livello,
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    la spina dorsale, assieme al corpo,
  • 1:52 - 1:54
    risolvono già una gran parte
    della locomozione.
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    Forse lo sapete per il fatto
    che se si taglia la testa ad un pollo
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    questo può correre per un po',
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    dimostrando che la parte inferiore,
    spina dorsale e corpo,
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    risolve gran parte della locomozione.
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    Ora, capire come ciò avviene
    è molto complesso,
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    perché prima di tutto,
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    registrare l'attività nella spina dorsale
    è molto difficile.
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    È più facile impiantare elettrodi
    nella corteccia motoria
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    che nella spina dorsale,
    perché è protetta dalle vertebre.
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    Specialmente negli umani.
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    Una seconda difficoltà è che il movimento
    è dovuto ad una interazione
  • 2:21 - 2:24
    molto complessa e dinamica
    tra queste quattro componenti.
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    Quindi è molto difficile scoprire
    che ruolo abbia ognuna nel tempo.
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    È qui che i biorobot come Pleurobot
    e modelli matematici
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    possono davvero aiutare.
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    Allora cos'è la biorobotica?
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    È un campo molto attivo
    della ricerca in robotica
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    in cui si vuole
    prendere ispirazione dagli animali
  • 2:42 - 2:44
    per fare robot che vadano all'esterno,
  • 2:44 - 2:47
    come robot di servizio
    o robot di ricerca e soccorso
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    o robot sul campo.
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    L'obiettivo qui
    è prendere ispirazione dagli animali
  • 2:52 - 2:54
    per fare robot che se la cavino
    su terreni difficili --
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    scale, montagne, foreste,
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    luoghi in cui i robot
    fanno ancora fatica
  • 2:58 - 3:00
    e in cui gli animali
    riescono molto meglio.
  • 3:00 - 3:02
    Il robot può anche essere
    uno strumento scientifico fantastico.
  • 3:02 - 3:05
    Ci sono progetti molto belli
    in cui i robot sono usati,
  • 3:05 - 3:09
    come strumento per le neuroscienze,
    per la biomeccanica o per l'idrodinamica.
  • 3:09 - 3:11
    E questo è esattamente
    lo scopo di Pleurobot.
  • 3:12 - 3:15
    Quindi nel mio laboratorio si collabora
    con neurobiologi
  • 3:15 - 3:18
    come Jean-Marie Cabulguen,
    un neurobiologo a Bordeaux in Francia,
  • 3:18 - 3:22
    e vogliamo fare modelli di spina dorsale
    e convalidarli sui robot.
  • 3:22 - 3:24
    E per iniziare in modo semplice
  • 3:24 - 3:26
    è meglio iniziare con animali semplici
  • 3:26 - 3:28
    come le lamprede,
    pesci molto primitivi,
  • 3:28 - 3:31
    per poi passare
    a una locomozione più complessa,
  • 3:31 - 3:32
    come nelle salamandre,
  • 3:32 - 3:34
    ma anche nei gatti e negli umani,
  • 3:34 - 3:35
    nei mammiferi.
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    E qui un robot diventa
    uno strumento interessante
  • 3:38 - 3:40
    per convalidare i nostri modelli.
  • 3:40 - 3:43
    E in effetti, per me, Pleurobot
    è un sogno diventato realtà.
  • 3:43 - 3:47
    Circa 20 anni fa
    stavo già lavorando su un computer
  • 3:47 - 3:49
    su simulazioni di locomozione
    delle lamprede e delle salamandre
  • 3:49 - 3:51
    durante il mio dottorato.
  • 3:51 - 3:54
    Ma ho sempre saputo che le mie simulazioni
    erano solo approssimazioni.
  • 3:54 - 3:58
    Come simulare la fisica in acqua
    o con fango o terreni difficili,
  • 3:58 - 4:01
    è molto difficile simularli
    correttamente al computer.
  • 4:01 - 4:03
    Perché non un robot
    e una fisica veri?
  • 4:04 - 4:07
    Quindi tra tutti questi animali,
    uno dei miei preferiti è la salamandra.
  • 4:07 - 4:10
    Vi chiederete perché.
    Il motivo è che in quanto anfibio,
  • 4:10 - 4:13
    è un animale chiave
    da un punto di vista evoluzionistico.
  • 4:13 - 4:15
    È un collegamento fantastico
    tra il nuoto,
  • 4:15 - 4:17
    come nelle anguille o nei pesci,
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    e la locomozione dei quadrupedi,
    come i mammiferi, i gatti e gli umani.
  • 4:22 - 4:24
    In effetti, la salamandra moderna
  • 4:24 - 4:26
    è molto simile al primo
    vertebrato terrestre,
  • 4:26 - 4:28
    è quasi un fossile vivente,
  • 4:28 - 4:30
    che ci dà accesso ai nostri antenati,
  • 4:30 - 4:33
    antenati di tutti i tetrapodi terrestri.
  • 4:33 - 4:35
    Quindi la salamandra nuota
  • 4:35 - 4:37
    con un'andatura natatoria
    detta anguilliforme,
  • 4:37 - 4:41
    e propagano un'ondata
    di attività muscolare da testa a coda.
  • 4:41 - 4:44
    E se si mette
    la salamandra a terra,
  • 4:44 - 4:46
    si converte all'andatura
    detta al passo e trotto.
  • 4:46 - 4:49
    In questo caso, c'è un'attivazione
    periodica degli arti
  • 4:49 - 4:50
    che si coordinano con armonia
  • 4:51 - 4:53
    con quest'ondulazione del corpo
    ad onda statica,
  • 4:53 - 4:57
    ed è esattamente l'andatura
    che state vedendo ora su Pleurobot.
  • 4:57 - 5:00
    Una cosa veramente sorprendente
    e affascinante
  • 5:00 - 5:04
    è che tutto questo può essere generato
    solo dalla spina dorsale e dal corpo.
  • 5:04 - 5:06
    Quindi se si prende
    un animale decerebrato -
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    non è bello
    ma se si rimuove la testa -
  • 5:08 - 5:11
    e se si stimola
    elettricamente la spina dorsale,
  • 5:11 - 5:14
    ad una bassa stimolazione
    verrà indotta una sorta di andatura.
  • 5:14 - 5:17
    Se si stimola un po' di più,
    l'andatura accelera.
  • 5:17 - 5:18
    E ad un certo punto c'è un limite,
  • 5:18 - 5:21
    e automaticamente,
    l'animale inizia a nuotare.
  • 5:21 - 5:22
    È fantastico.
  • 5:22 - 5:24
    Si cambia la trasmissione,
  • 5:24 - 5:26
    come se premendo l'acceleratore
  • 5:26 - 5:28
    della modulazione discendente
    alla spina dorsale,
  • 5:28 - 5:31
    ci fosse un cambio completo
    tra due andature molto diverse.
  • 5:32 - 5:35
    In realtà, la stessa cosa
    è stata osservata nei gatti.
  • 5:35 - 5:37
    Stimolando la spina dorsale di un gatto,
  • 5:37 - 5:39
    si può cambiare
    tra passo, trotto e galoppo.
  • 5:39 - 5:42
    O negli uccelli, si può cambiare
    tra camminare,
  • 5:42 - 5:44
    ad una bassa stimolazione,
  • 5:44 - 5:46
    e sbattere le ali
    ad un'alta stimolazione.
  • 5:46 - 5:48
    Questo dimostra che la spina dorsale
  • 5:48 - 5:51
    controlla la locomozione
    in modo molto sofisticato.
  • 5:51 - 5:53
    Abbiamo studiato il movimento
    della salamandra nei dettagli,
  • 5:53 - 5:56
    abbiamo avuto accesso
    ad una macchina a raggi X
  • 5:56 - 6:00
    del Prof. Martin Fischer
    dell'Università di Jena in Germania.
  • 6:00 - 6:03
    E grazie a quella,
    abbiamo una macchina fantastica
  • 6:03 - 6:05
    per registrare tutti i movimenti ossei
    in dettaglio.
  • 6:05 - 6:06
    Ecco cos'abbiamo fatto.
  • 6:06 - 6:10
    In pratica abbiamo scoperto
    quali ossa erano importanti per noi
  • 6:10 - 6:13
    e registrato il loro movimento in 3D.
  • 6:13 - 6:15
    Abbiamo raccolto
    un intero database di movimenti,
  • 6:15 - 6:17
    sia su terra che in acqua,
  • 6:17 - 6:20
    per raccogliere un database
    di comportamenti motori
  • 6:20 - 6:21
    che un animale può fare.
  • 6:21 - 6:24
    Il nostro lavoro di robotici
    è stato replicarli nel nostro robot.
  • 6:24 - 6:27
    È stato fatto un processo di ottimizzazione
    per trovare la struttura giusta,
  • 6:27 - 6:30
    dove posizionare i motori,
    come connetterli tra di loro,
  • 6:30 - 6:33
    per poter ripetere
    i movimenti il meglio possibile.
  • 6:34 - 6:36
    Ed è così che è nato Pleurobot.
  • 6:37 - 6:40
    Vediamo quanto è simile
    all'animale vero.
  • 6:41 - 6:43
    Quello che vedete
    è quasi un paragone diretto
  • 6:43 - 6:46
    tra la camminata
    dell'animale e Pleurobot.
  • 6:46 - 6:49
    Potete vedere che c'è
    una ripetizione quasi identica
  • 6:49 - 6:50
    della camminata.
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    Andando indietro al rallentatore
    si vede anche meglio.
  • 6:56 - 6:58
    Ma ancora meglio è il nuoto.
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    Abbiamo una muta
    che mettiamo addosso al robot --
  • 7:01 - 7:02
    (Risate)
  • 7:02 - 7:05
    possiamo andare in acqua
    e riprodurre l'andatura natatoria.
  • 7:05 - 7:09
    Qui siamo stati molto contenti,
    perché questo era difficile da fare.
  • 7:09 - 7:11
    La fisica dell'interazione è complessa.
  • 7:11 - 7:13
    Il nostro robot è molto più grande
    di un piccolo animale,
  • 7:13 - 7:16
    perciò siamo ricorsi
    all'ingrandimento dinamico delle frequenze
  • 7:16 - 7:19
    per ottenere
    la stessa fisica delle interazioni.
  • 7:19 - 7:21
    Ma alla fine vedete
    una buona corrispondenza,
  • 7:21 - 7:23
    ed eravamo davvero contenti.
  • 7:23 - 7:26
    Passiamo alla spina dorsale.
  • 7:26 - 7:28
    Quello che abbiamo fatto
    con Jean-Marie Cabelguen
  • 7:28 - 7:30
    è stato modellare i circuiti della colonna.
  • 7:31 - 7:33
    La cosa interessante
    è che la salamandra
  • 7:33 - 7:35
    ha un circuito molto primitivo,
  • 7:35 - 7:37
    molto simile
    a quello della lampreda,
  • 7:38 - 7:40
    questo pesce primitivo
    simile all'anguilla,
  • 7:40 - 7:41
    e sembra in evoluzione,
  • 7:41 - 7:44
    abbiamo aggiunto oscillatori neurali
    per controllare gli arti,
  • 7:44 - 7:46
    per il movimento delle zampe.
  • 7:46 - 7:48
    E sappiamo dove si trovano
    questi oscillatori
  • 7:48 - 7:50
    ma noi abbiamo fatto
    un modello matematico
  • 7:50 - 7:52
    per vedere come accoppiarli
  • 7:52 - 7:55
    per permettere il passaggio
    tra due andature molto diverse.
  • 7:55 - 7:57
    E l'abbiamo testato su un robot.
  • 7:58 - 7:59
    Ecco il risultato.
  • 8:07 - 8:10
    Quello che vedete
    è una versione precedente di Pleurobot
  • 8:10 - 8:13
    completamente controllata
    dal nostro modello di spina dorsale
  • 8:13 - 8:15
    programmata sul robot.
  • 8:15 - 8:16
    L'unica cosa che facciamo
  • 8:17 - 8:19
    è mandare al robot
    tramite un telecomando
  • 8:19 - 8:21
    i due segnali discendenti
    che di solito riceve
  • 8:21 - 8:23
    dalla parte superiore del cervello.
  • 8:23 - 8:26
    La cosa interessante è che,
    giocando con questi segnali,
  • 8:26 - 8:29
    possiamo controllare
    velocità, direzione e tipo di andatura.
  • 8:30 - 8:31
    Per esempio,
  • 8:31 - 8:34
    Quando lo stimolo è a livello inferiore,
    otteniamo una camminata,
  • 8:34 - 8:36
    e ad un certo punto, se stimoliamo molto,
  • 8:36 - 8:39
    cambia rapidamente
    nell'andatura natatoria.
  • 8:39 - 8:42
    Infine, possiamo anche
    girare molto bene
  • 8:42 - 8:45
    solo stimolando di più un lato
    della spina dorsale rispetto all'altro.
  • 8:46 - 8:48
    Penso sia bellissimo
  • 8:48 - 8:50
    come la natura
    abbia distribuito il controllo
  • 8:50 - 8:53
    per dare davvero molta responsabilità
    alla spina dorsale
  • 8:53 - 8:57
    così che la parte superiore del cervello
    non si deve preoccupare di ogni muscolo.
  • 8:57 - 9:00
    Si deve solo preoccupare
    della modulazione ad alto livello,
  • 9:00 - 9:03
    ed è la spina dorsale
    a dover coordinare tutti i muscoli.
  • 9:03 - 9:06
    Passiamo alla locomozione dei gatti
    e all'importanza della biomeccanica.
  • 9:07 - 9:08
    Questo è un altro progetto
  • 9:08 - 9:11
    in cui abbiamo studiato
    la biomeccanica dei gatti,
  • 9:11 - 9:15
    per vedere quanto
    la morfologia aiuti la locomozione.
  • 9:15 - 9:18
    Abbiamo trovato tre criteri
    importanti nelle proprietà,
  • 9:18 - 9:20
    in pratica, degli arti.
  • 9:20 - 9:22
    Il primo è che l'arto di un gatto
  • 9:22 - 9:25
    ha una struttura più o meno
    simile al pantografo.
  • 9:25 - 9:27
    Un pantografo è una struttura meccanica
  • 9:27 - 9:31
    che mantiene il segmento superiore
    sempre parallelo a quello inferiore.
  • 9:32 - 9:35
    Quindi un semplice sistema geometrico
    che coordina un po'
  • 9:35 - 9:37
    i movimenti interni dei segmenti.
  • 9:37 - 9:40
    La seconda proptità degli arti
    è che sono molto leggeri.
  • 9:40 - 9:42
    La maggior parte dei muscoli
    è nel busto,
  • 9:42 - 9:44
    che è una buona idea,
    così gli arti hanno una bassa inerzia
  • 9:44 - 9:46
    e possono muoversi rapidamente.
  • 9:46 - 9:50
    L'ultima importante proprietà
    è questa grande elasticità dell'arto,
  • 9:50 - 9:53
    per sopportare urti e forze.
  • 9:53 - 9:55
    È così che abbiamo progettato Cheetah-Cub.
  • 9:55 - 9:57
    Invitiamo Cheeta-Cub sul palco.
  • 10:02 - 10:06
    Questo è Peter Eckert,
    che fa il dottorato su questo robot,
  • 10:06 - 10:08
    e come vedete è un grazioso robottino.
  • 10:08 - 10:09
    Sembra un giocattolo,
  • 10:09 - 10:11
    ma è stato usato
    come strumento scientifico
  • 10:11 - 10:15
    per studiare queste proprietà
    delle gambe dei gatti.
  • 10:15 - 10:17
    Vedete, è molto adattabile,
    molto leggero,
  • 10:17 - 10:18
    e anche molto elastico,
  • 10:19 - 10:21
    lo sì può facilmente schiacciare
    e non si rompe.
  • 10:21 - 10:23
    In effetti, fa solo un salto.
  • 10:23 - 10:26
    E questa proprietà così elastica
    è anche molto importante.
  • 10:27 - 10:29
    E si vedono anche un po' le proprietà
  • 10:29 - 10:31
    di questi tre segmenti
    delle gambe come pantografo.
  • 10:32 - 10:35
    Ora, l'interessante è
    che quest'andatura così dinamica
  • 10:35 - 10:37
    è ottenuta semplicemente
    a circuito aperto
  • 10:37 - 10:40
    cioè senza sensori,
    senza complessi circuiti di feedback.
  • 10:40 - 10:43
    Ed è interessante perché significa
  • 10:43 - 10:47
    che solo la meccanica
    stabilizza già quest'andatura rapida,
  • 10:47 - 10:51
    e che la meccanica veramente buona
    semplifica la locomozione già alla base.
  • 10:51 - 10:54
    Al punto che possiamo persino
    disturbare un po' la locomozione,
  • 10:54 - 10:56
    come vedremo nel prossimo video,
  • 10:56 - 11:00
    dove per esempio possiamo fare esercizi
    in cui il robot scende uno scalino,
  • 11:00 - 11:01
    senza che il robot cada,
  • 11:01 - 11:03
    che per noi è stata una sorpresa.
  • 11:03 - 11:04
    Questo è un piccolo turbamento.
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    Mi aspettavo che il robot
    si ribaltasse immediatamente,
  • 11:07 - 11:10
    perché non ci sono sensori,
    o circuiti di feedback veloce.
  • 11:10 - 11:12
    Ma no, la sola meccanica
    ha stabilizzato l'andatura,
  • 11:12 - 11:13
    e il robot non si ribalta.
  • 11:13 - 11:16
    Ovviamente, se si fa un passo più lungo,
    e in presenza di ostacoli,
  • 11:16 - 11:20
    c'è bisogno di ogni circuito di controllo
    e dei riflessi, eccetera.
  • 11:20 - 11:23
    Ma la cosa importante è
    che solo per un piccolo turbamento
  • 11:23 - 11:24
    la meccanica è corretta.
  • 11:24 - 11:27
    Penso che sia
    un messaggio molto importante
  • 11:27 - 11:29
    da biomeccanica e robotica
    a neuroscienza,
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    che dice di non sottovalutare quanto
    il corpo aiuti già la locomozione.
  • 11:35 - 11:38
    Ora, cosa c'entra questo
    con la locomozione umana?
  • 11:38 - 11:42
    La locomozione umana è più complessa
    di quella dei gatti e delle salamandre,
  • 11:42 - 11:45
    ma allo stesso tempo il sistema nervoso
    umano è molto simile
  • 11:46 - 11:47
    a quello degli altri vertebrati.
  • 11:47 - 11:49
    Specialmente la spina dorsale
  • 11:49 - 11:51
    è la chiave per il controllo
    della locomozione umana.
  • 11:52 - 11:54
    Ecco perché se c'è una lesione
    della spina dorsale
  • 11:54 - 11:56
    le conseguenze sono drammatiche.
  • 11:56 - 11:58
    La persona può diventare
    paraplegica o tetraplegica.
  • 11:59 - 12:01
    Questo perché il cervello
    perde la comunicazione
  • 12:01 - 12:02
    con la spina dorsale.
  • 12:02 - 12:05
    In particolare, perde questa
    modulazione discendente
  • 12:05 - 12:07
    per indurre e modulare la locomozione.
  • 12:08 - 12:10
    Quindi un obiettivo della neuroprotesi
  • 12:10 - 12:12
    è riuscire a riattivare
    quella comunicazione
  • 12:12 - 12:14
    usando stimolazioni elettriche o chimiche.
  • 12:15 - 12:18
    Ci sono vari team
    nel mondo che fanno proprio questo,
  • 12:18 - 12:19
    specialmente a EPFL.
  • 12:19 - 12:22
    Il miei colleghi Grégoire Courtine
    e Silvestro Micera,
  • 12:22 - 12:23
    con i quali collaboro.
  • 12:24 - 12:27
    Ma per farlo come si deve,
    è molto importante capire
  • 12:27 - 12:29
    come funziona la spina dorsale,
  • 12:29 - 12:31
    come interagisce con il corpo,
  • 12:31 - 12:33
    e come il cervello
    comunica con la spina dorsale.
  • 12:34 - 12:37
    Questo è dove i robot
    e i modelli che ho presentato oggi
  • 12:37 - 12:39
    giocheranno forse un ruolo chiave
  • 12:39 - 12:41
    verso questo obiettivo molto importante.
  • 12:41 - 12:43
    Grazie.
  • 12:43 - 12:47
    (Applausi)
  • 12:52 - 12:55
    Bruno Giussani: Auke, ho visto
    altri robot nel tuo laboratorio
  • 12:55 - 12:57
    che fanno cose come nuotare
    nell'inquinamento
  • 12:57 - 13:00
    misurando l'inquinamento mentre nuotano.
  • 13:00 - 13:01
    Ma questo qui,
  • 13:01 - 13:04
    l'hai detto nella presentazione,
    come progetto parallelo,
  • 13:06 - 13:07
    ricerca e soccorso,
  • 13:07 - 13:09
    ha una videocamera sul naso.
  • 13:09 - 13:12
    Auke Ijspeert: Certo. Dunque il robot --
  • 13:12 - 13:13
    abbiamo dei progetti spin-off
  • 13:13 - 13:16
    in cui vorremmo usare i robot
    per fare ispezioni di ricerca e soccorso --
  • 13:17 - 13:18
    ora questo robot ti vede.
  • 13:18 - 13:21
    E il sogno è,
    se c'è una situazione difficile
  • 13:21 - 13:25
    come un edificio crollato
    o un edificio inondato,
  • 13:25 - 13:28
    molto pericolosa per una squadra di soccorso
    o persino per i cani,
  • 13:28 - 13:31
    perché non mandare un robot
    che può strisciare, nuotare, camminare
  • 13:31 - 13:35
    con una videocamera per fare
    ispezioni e identifica resopravvissuti
  • 13:35 - 13:37
    e magari comunicazre
    con il sopravvissuto.
  • 13:37 - 13:41
    BG: Certo, supponendo che i sopravvissuti
    non si spaventino della sua forma.
  • 13:41 - 13:44
    AI: Sì, forse dovremmo cambiarne
    un po' l'aspetto,
  • 13:44 - 13:47
    perché penso che il sopravvissuto
    potrebbe morire di infarto
  • 13:47 - 13:50
    solo pensando
    che si possa nutrire di lui.
  • 13:50 - 13:52
    Ma cambiando l'apparenza
    e rendendolo più robusto,
  • 13:52 - 13:54
    sono sicuro che si possa
    farne un buono strumento.
  • 13:55 - 13:57
    BG: Grazie mille.
    Grazie a te a al tuo team.
Title:
Un robot che corre e nuota come una salamandra
Speaker:
Auke Ijspeert
Description:

Auke Ijspert progetta biorobots, macchine modellate su animali reali in grado di gestire terreni difficili e che potrebbero apparire tra le pagine di un romanzo di fantascienza. Il processo di creazione di questi robot porterebbe ad automi migliori da usare per il lavoro nei campi, per il servizio e per ricerca e soccorso. Ma questi robot non imitano soltanto il mondo naturale: ci aiutano a capire meglio la nostra biologia, rivelando segreti sconosciuti della spina dorsale.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
14:10

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