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Il lato del terrorismo che non fa notizia sui giornali

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    Posso proteggere mio padre
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    dal Gruppo Islamico Armato
    con un coltellino da cucina?
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    È la domanda che mi sono dovuta porre
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    un martedì mattina del giugno 1993,
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    quando ero studentessa
    di giurisprudenza.
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    Quella mattina
    mi svegliai presto
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    nell'appartamento di papà
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    alla periferia di Algeri, in Algeria,
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    per dei colpi inarrestabili alla porta.
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    Era un periodo,
    come descritto dai giornali locali
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    in cui ogni martedì
    uno studioso cadeva
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    sotto le pallottole
    degli assassini fondamentalisti.
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    Le lezioni universitarie
    di mio padre su Darwin
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    avevano già provocato
    una visita in classe
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    da parte del capo del cosiddetto
    Fronte Islamico di Salvezza,
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    che denunciò mio padre
    come sostenitore del biologismo
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    prima che mio padre
    potesse mandar via l'uomo,
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    e ora chiunque fosse fuori
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    non avrebbe mai identificato
    se stesso né sarebbe andato via.
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    Mio padre cercò di chiamare la polizia,
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    ma forse terrorizzati
    dalle crescenti ondate
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    di estremismo armato
    che avevano già portato via
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    vite di così tanti ufficiali algerini,
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    non risposero nemmeno.
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    A quel punto andai in cucina,
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    tirai fuori un coltellino,
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    e mi posizionai all'ingresso.
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    Era una cosa ridicola da fare, davvero,
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    ma non riuscivo a pensare a nient'altro,
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    e quindi me ne stavo lì.
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    Ripensandoci ora, penso
    che quello fu il momento
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    che mi portò a scrivere un libro
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    intitolato
    "La tua Fatwa qui non ha valore:
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    Storie segrete della lotta
    contro il fondamentalismo islamico."
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    Il titolo viene da un'opera pakistana.
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    Credo che fu proprio quello il momento
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    che mi portò
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    ad intervistare 300 persone
    di origini musulmane
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    di quasi 30 paesi,
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    dall'Afghanistan al Mali,
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    per scoprire come hanno lottato
    contro il fondamentalismo
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    in modo pacifico come mio padre,
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    e come ne hanno affrontato i rischi.
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    Fortunatamente, nel giugno del 1993,
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    il nostro visitatore sconosciuto
    se ne andò,
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    ma altre famiglie furono meno fortunate,
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    e quello fu il pensiero
    che motivò la mia ricerca.
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    In ogni caso, qualcuno tornò
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    qualche mese dopo e lasciò un bigliettino
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    sul tavolo della cucina di mio padre,
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    che diceva semplicemente,
    "Considerati morto."
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    Successivamente,
    i gruppi armati fondamentalisti algerini
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    assassinarono qualcosa come 200 000 civili
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    in quello che fu poi chiamato
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    il decennio buio degli anni '90,
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    compresa ogni singola
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    donna che vedete qui.
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    Con la sua dura reazione antiterroristica,
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    lo stato fece ricorso alla tortura
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    e a scomparse forzate,
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    e per quanto terribili
    diventassero questi eventi
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    la comunità internazionale li ignorava.
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    Alla fine, mio padre, professore
    figlio di un contadino algerino
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    fu costretto a smettere
    di insegnare all'università
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    e ad abbandonare il suo appartamento,
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    ma quello che non dimenticherò mai
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    di Mahfoud Bennoune, mio padre,
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    è che come molti intellettuali algerini,
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    si rifiutò di lasciare il paese
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    e continuò ad essere critico
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    nei confronti sia dei fondamentalisti
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    che del governo a cui si opponevano.
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    Per esempio,
    in una serie del novembre 1994
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    nel quotidiano El Watan
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    intitolato "Come il fondamentalismo
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    genera terrorismo senza precedenti",
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    denunciò quello che chiamava
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    la rottura radicale del terrorismo
    con il vero Islam
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    vissuto dai nostri antenati.
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    Erano parole per cui si veniva uccisi.
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    Il paese di mio padre mi insegnò
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    nel decennio buio degli anni '90
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    che la lotta popolare contro
    il fondamentalismo musulmano
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    è uno delle lotte più importanti
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    e più trascurate tra i diritti umani
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    del mondo.
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    Questo è vero ancora oggi,
    quasi 20 anni dopo.
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    In tutti i paesi
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    in cui sentite parlare di jihad armata
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    che mira ai civili,
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    ci sono anche persone non armate
  • 3:44 - 3:47
    che sfidano quei militanti
    di cui non sentite parlare,
  • 3:47 - 3:52
    e quelle persone hanno bisogno
    di supporto per avere successo.
  • 3:52 - 3:54
    In Occidente, viene spesso
    dato per scontato
  • 3:54 - 3:57
    che i Musulmani generalmente
    giustificano il terrorismo.
  • 3:57 - 3:59
    Gente di destra lo pensa perché vede
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    la cultura musulmana
    come naturalmente violenta,
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    e quelli di sinistra lo immaginano
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    perché vedono la violenza musulmana,
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    la violenza fondamentalista,
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    come puro frutto di legittime lamentele.
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    Entrambi i punti di vista
    sono assolutamente sbagliati.
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    La maggior parte di chi è
    di origine musulmana
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    nel mondo è fermo oppositore
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    sia del fondamentalismo
    che del terrorismo,
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    e spesso per ottimi motivi.
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    È molto più probabile che siano vittime
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    di questa violenza che non perpetratori.
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    Vi faccio un esempio.
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    Secondo una ricerca del 2009
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    delle risorse mediatiche di lingua araba,
  • 4:35 - 4:38
    tra il 2004 e il 2008,
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    non più del 15 per cento
    delle vittime di Al Qaeda
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    era occidentale.
  • 4:42 - 4:45
    È un bilancio terribile,
    ma la grande maggioranza
  • 4:45 - 4:47
    era di origini musulmana,
  • 4:47 - 4:50
    uccisa da fondamentalisti musulmani.
  • 4:50 - 4:53
    Ho parlato negli ultimi cinque minuti
  • 4:53 - 4:55
    del fondamentalismo,
    e avete il diritto di sapere
  • 4:55 - 4:57
    esattamente cosa intendo.
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    Cito la definizione data
    dalla sociologa algerina
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    Merieme Helie Lucas,
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    che dice che i fondamentalismi,
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    notate il plurale, quindi tra tutte
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    le grandi tradizioni religiose del mondo,
  • 5:10 - 5:14
    "i fondamentalismi sono
    movimenti politici di estrema destra
  • 5:14 - 5:16
    che in un contesto di globalizzazione
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    manipolano la religione per raggiungere
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    i loro obiettivi politici."
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    Saddi Abbas l'ha chiamata
    politicizzazione radicale
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    della teologia.
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    Voglio evitare di proiettare il concetto
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    per cui c'è una sorta di monolito
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    chiamato fondamentalismo musulmano
    uguale dappertutto,
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    perché questi movimenti
    hanno le loro peculiarità.
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    Alcuni usano e giustificano la violenza.
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    Altri no, anche se
    sono spesso interconnessi.
  • 5:40 - 5:42
    Hanno forme diverse.
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    Alcuni sono organizzazioni
    non governative,
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    anche qui in Gran Bretagna,
    per esempio i Cageprisoners.
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    Alcuni possono diventare
    dei partiti politici,
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    come i Fratelli Musulmani,
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    e alcuni sono gruppi apertamente armati,
  • 5:52 - 5:54
    come i Talebani.
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    Ad ogni modo,
    sono tutti progetti radicali.
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    Non hanno un approccio conservativo
    o tradizionale.
  • 6:01 - 6:04
    Puntano spesso a cambiare
    la relazione delle persone con l'Islam
  • 6:04 - 6:06
    piuttosto che a preservarla.
  • 6:06 - 6:09
    Sto parlando
    dell'estrema destra musulmana,
  • 6:09 - 6:11
    e il fatto che i suoi sostenitori
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    sono o si ritengono Musulmani
  • 6:13 - 6:14
    non li rende meno offensivi
  • 6:14 - 6:17
    di qualunque altra estrema destra.
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    Dal mio punto di vista, se ci consideriamo
  • 6:18 - 6:20
    liberali o di sinistra,
  • 6:20 - 6:23
    sostenitori dei diritti umani
    o femministe,
  • 6:23 - 6:25
    dobbiamo opporci a questi movimenti
  • 6:25 - 6:28
    e sostenere i loro oppositori.
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    Voglio essere chiara
  • 6:29 - 6:31
    sul fatto che sostengo la lotta efficace
  • 6:31 - 6:33
    contro il fondamentalismo,
  • 6:33 - 6:36
    ma anche una lotta
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    che deve rispettare
    le leggi internazionali,
  • 6:38 - 6:40
    quindi niente
    di quello che dico dovrebbe
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    giustificare il rifiuto
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    della democratizzazione,
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    e qui lancio un appello a sostenere
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    il movimento a favore
    della democrazia in Algeria, Barakat.
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    E niente di quello che dico
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    deve giustificare
    la violazione dei diritti umani,
  • 6:55 - 6:57
    come le sentenze di morte di massa
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    decretate in Egitto questa settimana.
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    Quello che dico
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    è che dobbiamo sfidare questi
    movimenti fondamentalisti musulmani
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    perché minacciano i diritti umani
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    in contesti a maggioranza musulmana,
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    e lo fanno in molti modi,
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    in modo più evidente
    con attacchi diretti a civili
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    da parte di gruppi armati.
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    Ma quella violenza
    è sola la punta dell'iceberg.
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    Questi movimenti alimentano
    la discriminazione
  • 7:22 - 7:25
    contro minoranze religiose
    e minoranze sessuali.
  • 7:25 - 7:28
    Cercano di limitare
    la libertà di religione
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    di chiunque la pratichi in modo diverso
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    o scelga di non essere praticante.
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    Ma soprattutto, fanno guerra aperta
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    ai diritti delle donne.
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    Di fronte a questi movimenti
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    negli ultimi anni, il discorso occidentale
  • 7:41 - 7:43
    ha perlopiù offerto
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    due reazioni errate.
  • 7:45 - 7:48
    La prima, spesso appartenente alla destra,
  • 7:48 - 7:50
    suggerisce che la maggior parte
    dei Musulmani sono fondamentalisti
  • 7:50 - 7:54
    o che qualcosa dell'Islam
    è intrinsecamente fondamentalista,
  • 7:54 - 7:57
    e questo è offensivo e sbagliato,
  • 7:57 - 7:59
    ma sfortunatamente
    a sinistra ci si imbatte
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    in discorsi troppo politicamente corretti
  • 8:01 - 8:05
    per ammettere il problema
    del fondamentalismo islamico
  • 8:05 - 8:08
    o, anche peggio, scusarsene,
  • 8:08 - 8:10
    e questo è altrettanto inaccettabile.
  • 8:10 - 8:12
    Quello che sto cercando è un nuovo modo
  • 8:12 - 8:14
    di parlarne tutti insieme,
  • 8:14 - 8:17
    che si fondi sulle esperienze vissute
  • 8:17 - 8:20
    e la speranza delle persone
    in prima linea.
  • 8:20 - 8:22
    Sono dolorosamente cosciente del fatto
  • 8:22 - 8:25
    che la discriminazione contro i Musulmani
    sia in aumento negli ultimi anni
  • 8:25 - 8:28
    in paesi come il Regno Unito
    e gli Stati Uniti,
  • 8:28 - 8:31
    e anche questo è fonte
    di grave preoccupazione,
  • 8:31 - 8:32
    ma sono convinta
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    che raccontare storie contrarie
    agli stereotipi
  • 8:35 - 8:36
    di persone di tradizione musulmana
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    che hanno affrontato i fondamentalisti
  • 8:38 - 8:40
    e sono state le prime vittime
  • 8:40 - 8:45
    è anch'esso un modo
    di rispondere alla discriminazione.
  • 8:45 - 8:47
    Ora vi presento
  • 8:47 - 8:48
    quattro persone di cui
  • 8:48 - 8:52
    ho avuto il grande onore
    di raccontare la storia.
  • 8:52 - 8:54
    Faizan Peerzada e il workshop
  • 8:54 - 8:56
    del Teatro Rafi Peer intestato a suo padre
  • 8:56 - 8:58
    per anni ha promosso
    le arti dello spettacolo
  • 8:58 - 9:00
    in Pakistan.
  • 9:00 - 9:01
    Con l'aumento della violenza jihadista,
  • 9:01 - 9:03
    cominciarono a ricevere minacce
  • 9:03 - 9:06
    per far cancellare gli eventi,
    a cui rifiutarono di dare ascolto.
  • 9:06 - 9:09
    Un attentatore colpì nel 2008
  • 9:09 - 9:12
    l'ottavo festival artistico mondiale
    di Lahore
  • 9:12 - 9:14
    generando una pioggia di vetri
  • 9:14 - 9:15
    che caddero sulla sede
  • 9:15 - 9:17
    ferendo nove persone.
  • 9:17 - 9:19
    Più tardi quella sera,
  • 9:19 - 9:22
    i Peerzada presero una decisione
    molto difficile:
  • 9:22 - 9:24
    annunciarono che il loro festival
  • 9:24 - 9:27
    sarebbe andato avanti
    come da programma il giorno successivo.
  • 9:27 - 9:28
    Come disse Faizan all'epoca,
  • 9:28 - 9:30
    se ci pieghiamo di fronte agli Islamici,
  • 9:30 - 9:33
    verremo relegati in un angolo.
  • 9:33 - 9:35
    Ma non sapevano cosa sarebbe successo.
  • 9:35 - 9:38
    Sarebbe venuto qualcuno?
  • 9:38 - 9:40
    Il giorno successivo si presentarono
    migliaia di persone
  • 9:40 - 9:43
    per sostenere le arti dello spettacolo
    di Lahore,
  • 9:43 - 9:45
    e questo emozionò e terrorizzò
  • 9:45 - 9:47
    Faizan contemporaneamente.
  • 9:47 - 9:48
    Corse da una donna
  • 9:48 - 9:50
    che era venuta
    con i suoi due figli piccoli,
  • 9:50 - 9:53
    e disse, "Sa che ieri qui c'era una bomba,
  • 9:53 - 9:56
    e sa che c'è una minaccia in corso oggi."
  • 9:56 - 9:58
    E disse, "Lo so,
  • 9:58 - 9:59
    ma sono venuta al festival
  • 9:59 - 10:02
    con mia madre quando avevo la loro età,
  • 10:02 - 10:05
    e ho ancora quelle immagini in mente.
  • 10:05 - 10:07
    Dobbiamo esserci."
  • 10:07 - 10:09
    Con un pubblico così fedele,
  • 10:09 - 10:10
    i Peerzada sono stati in grado
    di concludere
  • 10:10 - 10:13
    il festival come da programma.
  • 10:13 - 10:14
    L'anno successivo,
  • 10:14 - 10:16
    persero tutti gli sponsor
  • 10:16 - 10:18
    per motivi di sicurezza.
  • 10:18 - 10:21
    Quando lo incontrai nel 2010,
  • 10:21 - 10:23
    erano nel mezzo
    del primo evento successivo
  • 10:23 - 10:26
    che furono in grado
    di organizzare nella stessa sede,
  • 10:26 - 10:29
    ed era il nono
    festival artistico giovanile
  • 10:29 - 10:32
    a Lahore da un anno quando la città
  • 10:32 - 10:36
    aveva già subito 44 attacchi terroristici.
  • 10:36 - 10:38
    Era il periodo in cui i Talebani pakistani
  • 10:38 - 10:40
    avevano cominciato
    a puntare sistematicamente
  • 10:40 - 10:42
    alle scuole femminili
    che sarebbe culminato
  • 10:42 - 10:45
    nell'attacco a Malala Yousafzai.
  • 10:45 - 10:50
    Cosa hanno fatto i Peerzada
    in quell'ambiente?
  • 10:50 - 10:53
    Hanno messo in scena
    le ragazze di quelle scuole.
  • 10:53 - 10:55
    Ho avuto l'onore di vedere "Naang Wal",
  • 10:55 - 10:58
    un musical in lingua Punjabi,
  • 10:58 - 11:00
    e le ragazze della scuola di Lahore
  • 11:00 - 11:02
    hanno interpretato tutte le parti.
  • 11:02 - 11:03
    Cantavano e ballavano,
  • 11:03 - 11:05
    interpretavano
    il topo e il bufalo d'acqua,
  • 11:05 - 11:08
    ho trattenuto il respiro, chiedendomi
  • 11:08 - 11:09
    se saremmo arrivati alla fine
  • 11:09 - 11:12
    di questo spettacolo meraviglioso.
  • 11:12 - 11:14
    E alla fine, tutto il pubblico
  • 11:14 - 11:16
    ha tirato un sospiro di sollievo,
  • 11:16 - 11:18
    qualcuno ha pianto,
  • 11:18 - 11:21
    e poi ha riempito l'auditorium
  • 11:21 - 11:23
    con un roboante e pacifico applauso.
  • 11:23 - 11:26
    Ricordo di aver pensato in quel momento
  • 11:26 - 11:29
    che gli attentatori avevano fatto
    i titoli dei giornali
  • 11:29 - 11:31
    due anni prima
  • 11:31 - 11:33
    ma quella notte e quelle persone
  • 11:33 - 11:36
    sono una storia altrettanto importante.
  • 11:38 - 11:41
    Maria Bashir è la prima e unica
  • 11:41 - 11:44
    donna procuratore capo in Afghanistan.
  • 11:44 - 11:46
    Ha l'incarico dal 2008
  • 11:46 - 11:48
    e ha aperto un ufficio per indagare
  • 11:48 - 11:50
    su casi di violenza contro le donne,
  • 11:50 - 11:53
    che dice essere la parte più importante
  • 11:53 - 11:54
    del suo mandato.
  • 11:54 - 11:57
    Quando la incontro
    nel suo ufficio a Herat,
  • 11:57 - 11:59
    entra circondata
  • 11:59 - 12:02
    da quattro armadi
    con quattro enormi pistole.
  • 12:02 - 12:05
    Ora ha 23 guardie del corpo,
  • 12:05 - 12:07
    perché ha già subito
    attacchi dinamitardi
  • 12:07 - 12:09
    che hanno quasi ucciso i suoi figli,
  • 12:09 - 12:12
    e portato via la gamba
    di una delle sue guardie.
  • 12:12 - 12:14
    Perché continua?
  • 12:14 - 12:17
    Dice con un sorriso che è la domanda
  • 12:17 - 12:19
    che tutti pongono --
  • 12:19 - 12:23
    e dice, "Perché rischiare di non vivere?"
  • 12:23 - 12:24
    Per lei è semplicemente questo,
  • 12:24 - 12:28
    un futuro migliore
    per tutte le Maria Bashir del futuro
  • 12:28 - 12:29
    vale la pena,
  • 12:29 - 12:31
    e sa che se alla gente piace
  • 12:31 - 12:33
    che non prenda rischi,
  • 12:33 - 12:35
    non ci sarà nessun futuro migliore.
  • 12:35 - 12:37
    Successivamente nella nostra intervista,
  • 12:37 - 12:39
    il procuratore Bashir mi racconta
    di quanto sia preoccupata
  • 12:39 - 12:41
    dei possibili esiti
  • 12:41 - 12:43
    delle negoziazioni del governo
    con i Talebani,
  • 12:43 - 12:46
    la gente che ha cercato di ucciderla.
  • 12:46 - 12:47
    "Se diamo loro un posto nel governo,"
  • 12:47 - 12:51
    chiede, "Chi proteggerà
    i diritti delle donne?"
  • 12:51 - 12:53
    E spinge affinché
    la comunità internazionale
  • 12:53 - 12:56
    non dimentichi
    la sua promessa sulle donne
  • 12:56 - 12:59
    perché ora vogliono
    la pace con i Talebani.
  • 12:59 - 13:02
    Qualche settimana dopo
    aver lasciato l'Afghanistan,
  • 13:02 - 13:04
    leggo un titolo su Internet.
  • 13:04 - 13:08
    Un procuratore afgano è stato assassinato.
  • 13:08 - 13:10
    Cerco disperatamente su Google,
  • 13:10 - 13:12
    e per fortuna quel giorno scopro
  • 13:12 - 13:14
    che Maria non era la vittima,
  • 13:14 - 13:16
    anche se purtroppo,
    un altro procuratore afgano
  • 13:16 - 13:18
    era stato ucciso
    sulla strada per il lavoro.
  • 13:18 - 13:21
    Ora quando leggo titoli come questi,
  • 13:21 - 13:23
    penso che mentre le truppe internazionali
  • 13:23 - 13:27
    lasciano l'Afghanistan
    quest'anno e quelli successivi,
  • 13:27 - 13:28
    dobbiamo continuare a preoccuparci
  • 13:28 - 13:30
    di quello che accade alla gente laggiù,
  • 13:30 - 13:33
    a tutte le Maria Bashir.
  • 13:33 - 13:35
    Talvolta sento ancora
    la sua voce nella mia testa
  • 13:35 - 13:39
    che dice, senza nessun tipo di arroganza,
  • 13:39 - 13:41
    "La situazione delle donne in Afghanistan
  • 13:41 - 13:43
    un giorno migliorerà.
  • 13:43 - 13:45
    Dobbiamo preparare il terreno,
  • 13:45 - 13:48
    anche a costo di essere uccisi."
  • 13:50 - 13:52
    Non ci sono parole
  • 13:52 - 13:53
    per denunciare i terroristi al Shabaab
  • 13:53 - 13:56
    che hanno attaccato il centro commerciale
    Westgate a Nairobi
  • 13:56 - 13:59
    il giorno di una gara
    di cucina per bambini
  • 13:59 - 14:02
    nel settembre del 2013.
  • 14:02 - 14:06
    Hanno ucciso 67 persone,
    compresi poeti e donne incinte.
  • 14:06 - 14:08
    Lontano nel Midwest americano,
  • 14:08 - 14:11
    ho avuto la fortuna
    di incontrare dei somalo-americani
  • 14:11 - 14:13
    che lavoravano per contrastare
    gli sforzi di al Shabaab
  • 14:13 - 14:16
    nel reclutare un piccolo gruppo di giovani
  • 14:16 - 14:18
    della città di Minneapolis
  • 14:18 - 14:21
    per partecipare ad atrocità
    come quella del Westgate.
  • 14:21 - 14:23
    Il diligente nipote di Abdirak Bihi,
  • 14:23 - 14:26
    Burhan Hassan,
    di diciassette anni,
  • 14:26 - 14:29
    fu reclutato qui nel 2008,
  • 14:29 - 14:31
    trasportato in Somalia,
  • 14:31 - 14:34
    e poi ucciso mentre tentava
    di tornare a casa.
  • 14:34 - 14:36
    Da quel giorno, il Sig. Bihi,
  • 14:36 - 14:40
    che dirige il centro somalo
    senza budget per l'istruzione e la difesa,
  • 14:40 - 14:42
    ha denunciato verbalmente il reclutamento
  • 14:42 - 14:44
    e i fallimenti del governo
  • 14:44 - 14:46
    e di organizzazioni somalo-americane
  • 14:46 - 14:49
    come il Centro Islamico
    Abubakar As-Saddique
  • 14:49 - 14:52
    dove crede suo nipote
    sia stato estremizzato
  • 14:52 - 14:54
    durante un programma per i giovani.
  • 14:54 - 14:56
    Ma non critica solo la moschea.
  • 14:56 - 14:57
    Si oppone anche al governo
  • 14:57 - 14:59
    per aver fallito
    nel cercare di fare di più
  • 14:59 - 15:02
    per prevenire la povertà
    nella sua comunità.
  • 15:02 - 15:04
    Considerata la sua mancanza di risorse,
  • 15:04 - 15:06
    il Sig. Bihi ha dovuto essere creativo.
  • 15:06 - 15:08
    Per contrastare gli sforzi di al Shabaab
  • 15:08 - 15:11
    nell'influenzare giovani delusi,
  • 15:11 - 15:13
    nella scia degli attacchi
    del gruppo del 2010
  • 15:13 - 15:16
    sugli spettatori
    della Coppa del Mondo in Uganda,
  • 15:16 - 15:19
    come risposta organizzò
    un torneo di basket
  • 15:19 - 15:21
    del Ramadan a Minneapolis.
  • 15:21 - 15:24
    I ragazzi somalo-americani
  • 15:24 - 15:26
    segnarono a favore dello sport
  • 15:26 - 15:28
    nonostante la fatwa fosse contro.
  • 15:28 - 15:30
    Giocarono a basket
  • 15:30 - 15:34
    come non avrebbe mai più fatto
    Burhan Hassan.
  • 15:34 - 15:36
    Per i suoi sforzi, il Sig. Bihi fu escluso
  • 15:36 - 15:39
    dalla leadership del Centro Islamico
    di Abubakar As-Saddique
  • 15:39 - 15:42
    con cui aveva buone relazioni.
  • 15:42 - 15:44
    Mi disse, "Una volta abbiamo visto
    l'imam in TV
  • 15:44 - 15:46
    che ci chiamava infedeli e diceva,
  • 15:46 - 15:50
    'Queste famiglie stanno cercando
    di distruggere la moschea.'"
  • 15:50 - 15:51
    È assolutamente in contraddizione
  • 15:51 - 15:54
    con il modo in cui
    Abdirizak Bihi intepreta
  • 15:54 - 15:56
    quello che sta facendo
  • 15:56 - 15:58
    svelando il reclutamento di al Shabaab,
  • 15:58 - 16:00
    ossia salvando la religione che ama
  • 16:00 - 16:04
    da un ristretto numero di estremisti.
  • 16:05 - 16:07
    Voglio raccontarvi un'ultima storia,
  • 16:07 - 16:11
    quella di una studentessa
    di giurisprudenza di 22 anni in Algeria
  • 16:11 - 16:12
    di nome Amel Zenoune-Zouani
  • 16:12 - 16:14
    che aveva lo stesso sogno
    di una carriera legale
  • 16:14 - 16:17
    che avevo io negli anni '90.
  • 16:17 - 16:19
    Si rifiutò di abbandonare gli studi
  • 16:19 - 16:21
    nonostante i fondamentalisti
  • 16:21 - 16:23
    in lotta contro
    lo stato algerino all'epoca
  • 16:23 - 16:27
    minacciassero tutti coloro
    che continuavano gli studi.
  • 16:27 - 16:31
    Il 26 gennaio 1997, Amel salì sull'autobus
  • 16:31 - 16:33
    ad Algeri dove studiava
  • 16:33 - 16:35
    per andare a casa per il Ramadan
  • 16:35 - 16:37
    con la sua famiglia,
  • 16:37 - 16:39
    e non completò mai i suoi studi.
  • 16:39 - 16:41
    Quando l'autobus raggiunse la periferia
  • 16:41 - 16:43
    della sua città, venne fermato
  • 16:43 - 16:45
    a un posto di blocco controllato da uomini
  • 16:45 - 16:47
    del Gruppo Islamico Armato.
  • 16:47 - 16:49
    Con lo zaino in spalla,
  • 16:49 - 16:51
    Amel fu fatta scendere dall'autobus
  • 16:51 - 16:53
    e uccisa in strada.
  • 16:53 - 16:54
    Gli uomini che le tagliarono la gola
  • 16:54 - 16:56
    dissero a tutti gli altri,
  • 16:56 - 16:58
    "Se andate all'università,
  • 16:58 - 17:01
    verrà il giorno in cui vi uccideremo tutti
  • 17:01 - 17:04
    in questo modo."
  • 17:04 - 17:07
    Amel è morta esattamente alle 17.17,
  • 17:07 - 17:10
    cosa che sappiamo
    perché quando cadde in strada,
  • 17:10 - 17:11
    le si ruppe l'orologio.
  • 17:11 - 17:13
    Sua madre mi mostrò l'orologio
  • 17:13 - 17:15
    con la seconda mano ancora rivolta
  • 17:15 - 17:16
    ottimisticamente verso l'alto
  • 17:16 - 17:20
    verso le 17.18
    che non sarebbero mai arrivate.
  • 17:20 - 17:21
    Poco prima di morire,
  • 17:21 - 17:23
    Amel disse a sua madre di se stessa
  • 17:23 - 17:24
    e delle sue sorelle,
  • 17:24 - 17:28
    "Non ci accadrà nulla,
    Inshallah, se Dio vuole,
  • 17:28 - 17:30
    ma se succede qualcosa,
  • 17:30 - 17:33
    dovete sapere che siamo morti
    per la conoscenza.
  • 17:33 - 17:37
    Tu e papà dovete tenere la testa alta."
  • 17:37 - 17:41
    La perdita di una tale giovane donna
    è incomprensibile,
  • 17:41 - 17:43
    così feci le mie ricerche
  • 17:43 - 17:46
    e mi ritrovai a cercare di nuovo
    la speranza di Amel
  • 17:46 - 17:49
    e il suo nome significa addirittura
    "speranza" in Arabo.
  • 17:49 - 17:52
    Credo di averla trovata in due posti.
  • 17:52 - 17:54
    La prima nella forza della sua famiglia
  • 17:54 - 17:58
    e di tutte le altre famiglie
    che continuano a raccontare le loro storie
  • 17:58 - 18:01
    e andare avanti nonostante il terrorismo.
  • 18:01 - 18:04
    La sorella di Amel,
    Lamia ha superato il suo dolore,
  • 18:04 - 18:05
    ha frequentato giurisprudenza,
  • 18:05 - 18:08
    e oggi è avvocato ad Algeri,
  • 18:08 - 18:10
    una cosa possibile solo
  • 18:10 - 18:11
    perché i fondamentalisti armati
  • 18:11 - 18:14
    sono stati ampiamente sconfitti nel paese.
  • 18:14 - 18:17
    Il secondo posto in cui ho trovato
    la speranza di Amel
  • 18:17 - 18:19
    è stato ovunque donne e uomini
  • 18:19 - 18:22
    continuano a sfidare i jihadisti.
  • 18:22 - 18:25
    Dobbiamo sostenere tutti loro
    in onore di Amel
  • 18:25 - 18:28
    che continuano questa lotta
    per i diritti umani,
  • 18:28 - 18:32
    come la rete di donne
    che vivono sotto la legge islamica.
  • 18:32 - 18:34
    Non è sufficiente,
    come mi ha detto la sostenitrice
  • 18:34 - 18:36
    dei diritti delle vittime
    Cherifa Kheddar,
  • 18:36 - 18:39
    non è sufficiente
    combattere il terrorismo.
  • 18:39 - 18:42
    Dobbiamo anche sfidare il fondamentalismo,
  • 18:42 - 18:44
    perché il fondamentalismo è l'ideologia
  • 18:44 - 18:47
    che sta alla base del terrorismo.
  • 18:47 - 18:50
    Come mai le donne come lei,
    come tutte loro
  • 18:50 - 18:52
    non sono conosciute?
  • 18:52 - 18:55
    Come mai tutti sanno
    chi era Osama bin Laden
  • 18:55 - 18:57
    e così pochi sanno di tutti coloro
  • 18:57 - 19:01
    che scendono in campo
    contro i Bin Laden nel loro contesto.
  • 19:01 - 19:03
    Dobbiamo cambiare tutto questo,
    quindi vi chiedo
  • 19:03 - 19:05
    per favore di aiutare
    a condividere queste storie
  • 19:05 - 19:07
    attraverso le vostre conoscenze.
  • 19:07 - 19:09
    Guardate di nuovo l'orologio
    di Amel Zenoune,
  • 19:09 - 19:11
    fermo per sempre,
  • 19:11 - 19:13
    e ora per favore guardate
    il vostro orologio
  • 19:13 - 19:16
    e decidete che questo
    è il momento di impegnarvi
  • 19:16 - 19:18
    a sostenere gente come Amel.
  • 19:18 - 19:20
    Non abbiamo il diritto
    di rimanere in silenzio
  • 19:20 - 19:22
    perché è più facile
  • 19:22 - 19:25
    o perché la polizia occidentale
    è anche lei in difetto,
  • 19:25 - 19:27
    perché le 17.17 arrivano ancora
  • 19:27 - 19:29
    a troppe Amel Zenoune
  • 19:29 - 19:31
    in posti come il Nord della Nigeria,
  • 19:31 - 19:33
    in cui la jihad uccide
    ancora gli studenti.
  • 19:33 - 19:37
    Il momento di schierarsi per sostenere
  • 19:37 - 19:39
    tutti coloro che pacificamente sfidano
  • 19:39 - 19:42
    il fondamentalismo e il terrorismo
  • 19:42 - 19:43
    nelle loro comunità è adesso.
  • 19:43 - 19:46
    Grazie.
  • 19:46 - 19:48
    (Applausi)
Title:
Il lato del terrorismo che non fa notizia sui giornali
Speaker:
Karima Bennoune
Description:

Karima Bennoune condivide quattro storie forti di persone che combattono il fondamentalismo nelle loro comunità, rifiutando di permettere alle fede che amano di diventare strumento di criminalità, violenza e morte. Queste storie personali umanizzano una delle lotte umane più trascurate al mondo.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
20:05

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