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Il capitalismo divorerà la democrazia -- se non ci facciamo sentire

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    Democrazia.
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    In Occidente,
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    facciamo un errore colossale
    dandola per scontata.
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    Non vediamo la democrazia
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    come il più fragile dei fiori
    che è in realtà,
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    ma semmai come un arredamento
    della nostra società.
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    Tendiamo a vederla
    come a un dato di fatto.
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    Crediamo, erroneamente, che il capitalismo
    generi inevitabilmente la democrazia.
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    Non è così.
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    Lee Kuan Yew, a Singapore,
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    e i suoi grandi imitatori a Pechino
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    hanno dimostrato,
    oltre ogni ragionevole dubbio,
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    che è perfettamente possibile
    combinare un fiorente capitalismo,
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    e una crescita spettacolare,
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    con una politica
    senza democrazia.
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    Infatti, la democrazia perde terreno
    anche nei nostri paesi,
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    qui in Europa.
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    Poco tempo fa,
    quando rappresentavo la Grecia,
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    il neo-eletto Governo greco,
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    ed ero nell'Eurogruppo
    come Ministro delle Finanze,
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    mi è stato detto senza mezzi termini
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    che non era possibile permettere
    al nostro processo democratico,
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    alle nostre elezioni,
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    di interferire
    con le politiche economiche
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    da implementare in Grecia.
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    In quel momento sentii che
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    Lee Kuan Yew o il Partito Comunista Cinese
    non avrebbero potuto legittimarsi meglio.
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    Infatti, come alcuni amici ostinati
    continuavano a dirmi,
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    la democrazia sarebbe stata bandita
    se avesse minacciato di cambiare qualcosa.
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    Stasera, qui, voglio presentarvi
    le ragioni economiche
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    per promuovere
    una democrazia autentica.
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    Voglio chiedervi di unirvi a me
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    nel credere, nuovamente, che Lee Kuan Yew,
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    il Partito Comunista Cinese
    e, per dirla tutta, l'Eurogruppo
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    si sbagliano a credere che possiamo
    fare a meno della democrazia;
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    e che abbiamo invece bisogno
    di una democrazia autentica e vivace.
  • 1:55 - 1:58
    E che senza democrazia
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    la società sarebbe peggiore,
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    il nostro futuro tetro,
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    e le nostre nuove meravigliose
    tecnologie sprecate.
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    A proposito di sprechi,
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    permettetemi di sottolineare
    un paradosso interessante
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    che minaccia le nostre economie
    mentre parliamo.
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    Lo chiamo il paradosso dei picchi gemelli.
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    Un picco lo capite,
    lo conoscete, lo riconoscete.
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    È la montagna del debito,
    che ha proiettato una lunga ombra
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    sugli Stati Uniti, sull'Europa
    e sul mondo.
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    Riconosciamo tutti la montagna dei debiti.
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    Ma pochi notano la sua gemella:
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    una montagna di ricchezza inattiva,
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    che appartiene ai risparmiatori
    più facoltosi e alle aziende,
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    troppo spaventati per investirla
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    in attività produttive
    capaci di generare
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    i redditi con cui potremmo estinguere
    la montagna del debito,
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    e che potrebbe produrre tutto ciò
    di cui l'umanità ha disperato bisogno,
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    come le energie rinnovabili.
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    Permettetemi di darvi due numeri.
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    Negli ultimi 3 mesi,
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    negli Stati Uniti, in Inghilterra
    e nell'Eurozona
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    abbiamo investito collettivamente
    3400 miliardi di dollari
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    in tutti quei beni e servizi
    che creano ricchezza:
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    cose come fabbriche, macchinari,
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    palazzine per uffici, scuole,
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    strade, ferrovie, macchinari
    e via dicendo.
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    3400 miliardi sembrano un sacco di soldi,
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    finché non li paragonate
    ai 5100 miliardi di dollari
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    fermi negli istituti di credito
    dei nostri stessi paesi,
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    nello stesso periodo,
    che non hanno sortito alcun effetto,
  • 3:33 - 3:38
    tranne inflazionare la borsa
    e gonfiare i prezzi delle case.
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    Quindi una montagna di debiti,
    e una montagna di denaro inattivo
  • 3:44 - 3:47
    formano picchi gemelli
    che non riescono a compensarsi
  • 3:47 - 3:50
    attraverso i normali
    meccanismi di mercato.
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    Il risultato sono salari stagnanti,
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    più di un quarto della popolazione
    tra i 25 ed i 54 anni
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    in America, in Giappone
    ed in Europa che è disoccupata,
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    e quindi una domanda più bassa
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    che, in un ciclo senza fine,
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    aumenta il pessimismo degli investitori
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    che, temendo una domanda in diminuzione,
    alimentano questo circolo non investendo.
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    Esattamente come il padre di Edipo
  • 4:15 - 4:18
    che, terrorizzato
    dalla profezia dell'oracolo,
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    che suo figlio crescesse per ucciderlo,
  • 4:21 - 4:23
    involontariamente creò le condizioni
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    che spinsero Edipo,
    suo figlio, a ucciderlo.
  • 4:27 - 4:29
    È questa la mia accusa al capitalismo:
  • 4:29 - 4:31
    il suo enorme spreco.
  • 4:31 - 4:33
    Tutto questo capitale inattivo
  • 4:33 - 4:37
    dovrebbe essere impiegato
    per migliorare delle vite,
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    per coltivare i talenti umani,
  • 4:38 - 4:42
    e per finanziare tutte queste
    tecnologie verdi,
  • 4:42 - 4:45
    che sono indispensabili
    per salvare il pianeta Terra.
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    Ho ragione a pensare che la democrazia
    potrebbe essere la risposta?
  • 4:50 - 4:51
    Credo di sì:
  • 4:51 - 4:52
    ma prima di continuare,
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    cosa intendiamo per democrazia?
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    Aristotele definì la democrazia
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    come l'istituzione in cui
    i liberi ed i poveri,
  • 5:02 - 5:04
    essendo la maggioranza,
    controllano il Governo.
  • 5:05 - 5:08
    Ora, certamente, la democrazia ateniese
    escludeva troppe persone:
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    le donne, gli immigrati
    e naturalmente gli schiavi.
  • 5:12 - 5:15
    Ma sarebbe un errore
    sottostimare l'importanza
  • 5:15 - 5:17
    dell'esperienza
    democratica ateniese
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    sulla base di chi era escluso.
  • 5:20 - 5:21
    Ciò che era più importante,
  • 5:21 - 5:25
    e continua ad esserlo tuttora,
    dell'antica democrazia ateniese,
  • 5:25 - 5:28
    era l'inclusione dei lavoratori poveri,
  • 5:28 - 5:33
    che non solo ottennero
    il diritto di parlare liberamente,
  • 5:33 - 5:35
    ma, fatto più importante, cruciale,
  • 5:35 - 5:38
    ottennero il diritto di partecipare
    a incontri politici
  • 5:38 - 5:40
    in cui era dato loro pari peso
  • 5:40 - 5:44
    nel processo decisionale
    sugli affari di Stato.
  • 5:44 - 5:47
    Ora, certamente la democrazia ateniese
    non durò a lungo.
  • 5:47 - 5:52
    Come una candela che risplende vivida,
    si consumò rapidamente.
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    E infatti,
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    le nostre democrazie liberali d'oggi
    non hanno le radici nell'antica Atene.
  • 5:57 - 5:59
    Hanno le loro radici nella Magna Carta,
  • 5:59 - 6:03
    nella Gloriosa Rivoluzione del 1688
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    e ovviamente nella costituzione Americana.
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    Se la democrazia ateniese era focalizzata
    sui cittadini senza padrone
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    e dava potere ai poveri lavoratori,
  • 6:13 - 6:17
    le nostre democrazie liberali sono fondate
    sulla tradizione della Magna Carta,
  • 6:17 - 6:21
    che era, dopo tutto,
    una carta per i padroni.
  • 6:21 - 6:25
    E, infatti, la democrazia liberale
    apparve solo quando fu possibile
  • 6:25 - 6:29
    separare completamente la sfera politica
    dalla sfera economica,
  • 6:29 - 6:34
    così da confinare il processo democratico
    completamente nella sfera politica,
  • 6:34 - 6:36
    lasciando la sfera economica
  • 6:36 - 6:38
    - le aziende, se preferite -
  • 6:38 - 6:40
    libero dai controlli democratici.
  • 6:42 - 6:45
    Nelle nostre democrazie di oggi,
  • 6:45 - 6:48
    questa separazione
    della sfera economica da quella politica
  • 6:48 - 6:55
    generò fin dall'inizio un'inesorabile,
    epica battaglia tra le due,
  • 6:55 - 6:58
    con la sfera economica
    che colonizzò la sfera politica,
  • 6:58 - 7:00
    nutrendosi del suo potere.
  • 7:00 - 7:04
    Vi siete mai chiesti perché i politici
    non sono più quelli di una volta?
  • 7:05 - 7:07
    Non è che il loro DNA si è deteriorato.
  • 7:07 - 7:09
    (Risate)
  • 7:09 - 7:13
    Il motivo è che oggi si può
    essere al Governo e non al Potere,
  • 7:13 - 7:17
    perché il potere è migrato
    dalla sfera politica alla sfera economica,
  • 7:17 - 7:18
    che sono separate.
  • 7:19 - 7:21
    In effetti
  • 7:21 - 7:23
    - vi ho già parlato
    della mia accusa al capitalismo.
  • 7:23 - 7:25
    Se ci pensate,
  • 7:25 - 7:28
    è un po' come se
    una popolazione di predatori
  • 7:29 - 7:34
    fosse tanto abile a decimare
    le prede di cui si deve nutrire
  • 7:35 - 7:37
    da finire col morire di fame.
  • 7:37 - 7:42
    Analogamente, la sfera economica
    ha cannibalizzato la sfera politica
  • 7:42 - 7:45
    così tanto da scavarsi la tomba,
  • 7:45 - 7:47
    causando le crisi economiche.
  • 7:47 - 7:49
    Il potere delle aziende sta aumentando,
  • 7:49 - 7:51
    le conquiste politiche
    stanno perdendo valore,
  • 7:51 - 7:53
    le disuguaglianze stanno crescendo,
  • 7:53 - 7:55
    la domanda sta diminuendo,
  • 7:55 - 7:57
    e gli amministratori delegati
    delle aziende
  • 7:57 - 8:02
    sono troppo spaventati per investire
    i soldi delle proprie aziende.
  • 8:02 - 8:08
    Quindi, più il capitalismo riesce
    a togliere il "demos" dalla democrazia,
  • 8:08 - 8:10
    più alti sono i picchi gemelli,
  • 8:10 - 8:12
    e più grande sarà lo spreco
  • 8:12 - 8:15
    di risorse umane
    e di benessere dell'umanità.
  • 8:16 - 8:18
    Chiaramente,
    se questa analisi è giusta,
  • 8:19 - 8:22
    la soluzione è ricongiungere
    la sfere politiche ed economiche;
  • 8:22 - 8:25
    e sarà meglio farlo
    col "demos" al potere,
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    come nell'antica Atene,
    ma senza gli schiavi,
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    o l'esclusione delle donne e dei migranti.
  • 8:32 - 8:34
    Certo, non è un'idea originale.
  • 8:34 - 8:37
    La sinistra marxista
    ebbe la stessa idea 100 anni fa,
  • 8:37 - 8:38
    e non andò molto bene, o sbaglio?
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    L'insegnamento che abbiamo imparato
    dalla disfatta dei Soviet
  • 8:42 - 8:49
    è che solo grazie a un miracolo
    i lavoratori poveri torneranno al potere,
  • 8:49 - 8:51
    com'erano nell'antica Atene,
  • 8:51 - 8:54
    senza creare nuove forme
    di brutalità e di spreco.
  • 8:55 - 8:57
    Ma esiste una soluzione:
  • 8:57 - 8:59
    eliminare i lavoratori poveri!
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    Il capitalismo lo sta facendo
  • 9:01 - 9:06
    rimpiazzando i lavoratori a basso
    stipendio con automi, macchine, robots.
  • 9:07 - 9:08
    Il problema è che,
  • 9:08 - 9:12
    finché la sfera economica e politica
    restano separate,
  • 9:12 - 9:16
    l'automazione innalzerà i picchi gemelli,
  • 9:17 - 9:18
    aumentando lo spreco
  • 9:18 - 9:20
    ed esacerbando il conflitto sociale,
  • 9:20 - 9:24
    raggiungendo,
    credo presto,
  • 9:24 - 9:25
    anche paesi come la Cina.
  • 9:27 - 9:29
    Quindi dobbiamo riorganizzarci,
  • 9:29 - 9:33
    dobbiamo riunire le sfere
    economica e politica,
  • 9:33 - 9:38
    ma sarà meglio farlo democratizzando
    la sfera riunificata,
  • 9:38 - 9:44
    per non ritrovarci con una
    iperautocrazia iper-vigilante
  • 9:44 - 9:48
    che farebbe sembrare Matrix,
    il film, un documentario.
  • 9:48 - 9:50
    (Risate)
  • 9:50 - 9:53
    Quindi la domanda non è
    se il capitalismo sopravviverà
  • 9:53 - 9:55
    alle innovazioni tecnologiche
    che stanno nascendo.
  • 9:56 - 9:58
    La domanda più interessante
  • 9:58 - 10:03
    è se il capitalismo sarà seguito
    da una distopia simile a Matrix,
  • 10:03 - 10:08
    o da qualcosa molto più simile
    alla società di Star Trek,
  • 10:08 - 10:10
    dove le macchine servono gli umani,
  • 10:10 - 10:13
    e gli umani usano le loro energie
  • 10:13 - 10:16
    per esplorare l'Universo
    e concedersi il lusso
  • 10:16 - 10:19
    di lunghe discussioni
    sul significato della vita,
  • 10:19 - 10:23
    in una rivisitazione high tech
    dell'antica agorà ateniese.
  • 10:24 - 10:28
    Credo che possiamo permetterci
    di essere ottimisti.
  • 10:29 - 10:31
    Ma cosa richiederebbe,
  • 10:31 - 10:33
    a cosa assomiglierebbe
  • 10:33 - 10:38
    avere quest'utopia alla Star Trek
    invece di una distopia alla Matrix?
  • 10:38 - 10:39
    Praticamente -
  • 10:40 - 10:41
    permettetemi di condividere in breve
  • 10:41 - 10:42
    un paio di esempi.
  • 10:43 - 10:45
    Al livello delle aziende,
  • 10:45 - 10:47
    immaginate un mercato di capitali,
  • 10:47 - 10:50
    dove potete guadagnare capitale lavorando,
  • 10:51 - 10:56
    e dove il capitale vi segue
    da un lavoro all'altro,
  • 10:56 - 10:58
    da un'azienda a un'altra,
  • 10:58 - 10:59
    e l'azienda,
  • 10:59 - 11:02
    qualunque sia quella
    per cui state lavorando in quel momento,
  • 11:03 - 11:07
    sia solamente proprietà di coloro
    che ci stanno lavorando in quel momento.
  • 11:07 - 11:12
    Allora tutti i redditi saranno generati
    dal capitale, dai profitti,
  • 11:12 - 11:16
    e il concetto stesso di lavoro salariato
    diventa obsoleto.
  • 11:17 - 11:18
    Fine della divisione
  • 11:18 - 11:23
    tra chi possiede un'azienda,
    ma non ci lavora,
  • 11:23 - 11:26
    e chi lavora nell'azienda
    ma non la possiede;
  • 11:26 - 11:30
    fine del tiro alla fune
    tra capitale e lavoro;
  • 11:30 - 11:35
    fine del grande divario
    tra investimenti e risparmi;
  • 11:35 - 11:38
    e quindi, fine
    dei picchi gemelli stratosferici.
  • 11:39 - 11:41
    A livello di politica economica globale,
  • 11:41 - 11:43
    immaginate per un istante
  • 11:43 - 11:48
    che la nostra moneta nazionale abbia
    un tasso di cambio libero di fluttuare,
  • 11:48 - 11:52
    con una moneta digitale
    universale, globale,
  • 11:52 - 11:56
    emessa dal Fondo Monetario Internazionale,
  • 11:56 - 11:57
    il G20,
  • 11:57 - 12:00
    per conto di tutta l'umanità.
  • 12:00 - 12:01
    E immaginate, inoltre,
  • 12:01 - 12:05
    che tutti gli scambi internazionali
    siano effettuati con questa moneta -
  • 12:05 - 12:08
    in unità di -
    chiamiamola "cosmos",
  • 12:10 - 12:14
    con ogni Governo che accetti
    di pagare a un fondo comune
  • 12:14 - 12:20
    una quantità di cosmos proporzionale
    al deficit commerciale del paese
  • 12:20 - 12:23
    o addirittura al surplus
    commerciale del paese.
  • 12:24 - 12:29
    E immaginate che quel fondo sia utilizzato
    per investire in tecnologie verdi,
  • 12:29 - 12:34
    soprattutto nelle parti del mondo dove
    i fondi per l'investimento sono scarsi.
  • 12:35 - 12:36
    Non è un'idea nuova.
  • 12:36 - 12:40
    È ciò che, in effetti,
    John Maynard Keynes propose
  • 12:40 - 12:43
    nel 1944 alla conferenza di Bretton Woods.
  • 12:44 - 12:45
    Il problema è che,
  • 12:45 - 12:49
    all'epoca, non avevano
    la tecnologia per implementarla.
  • 12:49 - 12:50
    Ora noi ce l'abbiamo,
  • 12:50 - 12:56
    specialmente nel contesto di una sfera
    politico-economica riunificata.
  • 12:57 - 12:59
    Il mondo che vi sto descrivendo
  • 12:59 - 13:02
    è al tempo stesso libertariano,
  • 13:02 - 13:06
    poiché dà la priorità alle persone;
  • 13:06 - 13:07
    marxista,
  • 13:07 - 13:11
    poiché relega
    al dimenticatoio della storia
  • 13:11 - 13:13
    la divisione tra capitale e lavoro;
  • 13:13 - 13:15
    e Keynesiano,
  • 13:15 - 13:17
    Keynesiano globale.
  • 13:18 - 13:20
    Ma soprattutto,
  • 13:20 - 13:25
    è un mondo in cui saremo capaci
    d'immaginare un'autentica democrazia.
  • 13:26 - 13:28
    Vedrà mai la luce un mondo così?
  • 13:28 - 13:33
    O finiremo in una distopia tipo Matrix?
  • 13:33 - 13:37
    La risposta sta nelle scelta politica
    che dovremmo fare collettivamente.
  • 13:38 - 13:39
    È una nostra scelta,
  • 13:39 - 13:42
    e sarà meglio farla democraticamente.
  • 13:42 - 13:44
    Grazie.
  • 13:44 - 13:47
    (Applausi)
  • 13:49 - 13:51
    Bruno Giussani: Yanis ...
  • 13:52 - 13:56
    tu ti definisci nella tua biografia
    un marxista libertariano.
  • 13:58 - 14:01
    Qual è l'importanza
    dell'analisi di Marx oggi?
  • 14:02 - 14:05
    Yanis Varoufakis: Ebbene,
    se ciò che ho detto era importante,
  • 14:05 - 14:06
    allora Marx è importante.
  • 14:06 - 14:10
    Perché tutto il punto di riunire
    politica ed economia è che,
  • 14:10 - 14:11
    se non lo facciamo,
  • 14:11 - 14:14
    l'innovazione tecnologica creerà
  • 14:14 - 14:16
    un enorme calo della domanda,
  • 14:16 - 14:21
    ciò che Larry Summers chiama
    la stagnazione secolare.
  • 14:21 - 14:24
    Con la crisi attuale che migra
    da una parte del mondo,
  • 14:24 - 14:25
    come sta accadendo ora,
  • 14:25 - 14:28
    non destabilizzerà solo
    le nostre democrazie
  • 14:28 - 14:30
    ma anche le nazioni in via di sviluppo,
  • 14:30 - 14:32
    a cui la democrazia liberale
    non importa molto.
  • 14:32 - 14:36
    Quindi se quest'analisi si regge in piedi,
    allora Marx è assolutamente rilevante.
  • 14:36 - 14:40
    Ma lo è anche Hayek; ecco perché
    sono un Marxista libertariano,
  • 14:40 - 14:41
    come Keynes,
  • 14:41 - 14:43
    per cui sono totalmente confuso.
  • 14:43 - 14:44
    (Risate)
  • 14:44 - 14:46
    BG: Probabilmente lo siamo anche noi.
  • 14:46 - 14:47
    (Risate)
  • 14:47 - 14:49
    (Applausi)
  • 14:49 - 14:52
    YV: Se non siete confusi
    è perché non state pensando, ok?
  • 14:52 - 14:55
    BG: Questa è proprio
    un'affermazione da filosofo greco.
  • 14:55 - 14:57
    YV: In verità questo era Einstein.
  • 14:57 - 15:00
    BG: Durante questo discorso
    hai citato Singapore e Cina,
  • 15:00 - 15:02
    e ieri sera alla cena dei relatori
  • 15:02 - 15:04
    hai espresso un'opinione
    abbastanza forte
  • 15:04 - 15:07
    su come l'Occidente
    guarda alla Cina.
  • 15:07 - 15:08
    Vorresti condividerla?
  • 15:09 - 15:11
    YV: Beh, c'è un grande
    livello di ipocrisia.
  • 15:11 - 15:16
    Quelle delle nostre democrazie liberali
    sono parvenze di democrazia.
  • 15:16 - 15:18
    È perché abbiamo confinato,
    come dicevo nel mio discorso,
  • 15:18 - 15:20
    la democrazia alla sfera politica,
  • 15:20 - 15:24
    lasciando la sfera dove si svolge
    tutta la vera azione,
  • 15:24 - 15:25
    la sfera economica,
  • 15:25 - 15:27
    totalmente scevra
    dal controllo democratico.
  • 15:27 - 15:29
    In un certo senso,
  • 15:29 - 15:31
    se mi è concesso provocare,
  • 15:32 - 15:36
    la Cina d'oggi è simile
    all'Inghilterra dell'Ottocento,
  • 15:36 - 15:38
    perché, ricordate,
  • 15:38 - 15:40
    tendiamo ad associare
    liberalismo e democrazia.
  • 15:40 - 15:41
    È un errore, storicamente parlando.
  • 15:41 - 15:44
    Liberalismo... liberale
    è John Stuart Mill.
  • 15:44 - 15:49
    Ma John Stuart Mill era particolarmente
    scettico riguardo al processo democratico.
  • 15:49 - 15:54
    Quello che vediamo ora in Cina
    è un processo molto simile
  • 15:54 - 15:57
    a quello che vi fu in Inghilterra
    durante la Rivoluzione Industriale,
  • 15:57 - 16:00
    in particolare nella transizione
    tra la prima e la seconda.
  • 16:00 - 16:04
    E punire la Cina
  • 16:04 - 16:07
    per fare ciò che anche noi
    abbiamo fatto nell'Ottocento
  • 16:07 - 16:08
    richiede una bella faccia tosta.
  • 16:10 - 16:13
    BG: Sono certo che molti qui
    stanno pensando alla tua esperienza
  • 16:13 - 16:16
    come Ministro delle Finanze greco,
    agli inizi di quest'anno.
  • 16:16 - 16:18
    YV: Sapevo sarebbe arrivata.
    BG: Eh, sì.
  • 16:19 - 16:20
    A distanza di sei mesi,
  • 16:20 - 16:23
    che impressione hai riguardo
    alla prima metà di quest'anno?
  • 16:24 - 16:27
    YV: Molto entusiasmante,
    dal punto di vista personale;
  • 16:27 - 16:28
    e molto deludente,
  • 16:28 - 16:32
    perché avevamo la possibilità
    di far ripartire l'Eurozona.
  • 16:32 - 16:34
    Non solo la Grecia, l'Eurozona.
  • 16:34 - 16:37
    Di superare
    l'autocompiacimento
  • 16:37 - 16:40
    e la costante negazione
    dell'enorme difetto strutturale,
  • 16:40 - 16:44
    che era, ed è tuttora,
    presente nell'Eurozona,
  • 16:44 - 16:49
    che sta minacciando pesantemente
    la costruzione dell'Unione Europea.
  • 16:49 - 16:52
    Abbiamo avuto un'opportunità,
    sulla base del programma greco,
  • 16:52 - 16:55
    - che, tra l'altro, fu il primo programma
  • 16:55 - 16:59
    a rivelare tale diniego-
    di correggerlo.
  • 16:59 - 17:04
    E, sfortunatamente, i poteri
    nell'Eurozona, nell'Eurogruppo,
  • 17:04 - 17:06
    hanno scelto di continuare col diniego.
  • 17:06 - 17:07
    Ma sai cosa succede...
  • 17:07 - 17:09
    È successo anche
    in Unione Sovietica:
  • 17:09 - 17:13
    quando si cerca di mantenere in vita
    un sistema economico
  • 17:13 - 17:16
    che architetturalmente
    non può sopravvivere,
  • 17:16 - 17:19
    attraverso la volontà politica
    e attraverso l'autoritarismo,
  • 17:19 - 17:21
    si può solo prolungarlo;
  • 17:21 - 17:22
    ma quando il cambiamento arriva,
  • 17:22 - 17:25
    arriva in maniera
    improvvisa e catastrofica.
  • 17:25 - 17:27
    GB: Che tipo di cambiamento ti aspetti?
  • 17:27 - 17:28
    YV: Beh, non ci sono dubbi:
  • 17:28 - 17:31
    se non cambiamo
    l'architettura dell'Eurozona,
  • 17:31 - 17:33
    l'Eurozona non ha futuro.
  • 17:33 - 17:36
    GB: Hai fatto qualche sbaglio
    da Ministro delle Finanze?
  • 17:36 - 17:37
    YV: Ogni giorno.
  • 17:37 - 17:40
    BG: Per esempio?
    YV: Chiunque si guardi indietro...
  • 17:40 - 17:44
    (Applausi)
  • 17:44 - 17:45
    No, dico sul serio.
  • 17:46 - 17:49
    Se c'è un Ministro delle Finanze,
    o comunque di qualcos'altro,
  • 17:49 - 17:51
    che vi dice che, dopo sei mesi d'incarico,
  • 17:51 - 17:55
    soprattutto in una situazione
    così stressante,
  • 17:55 - 17:58
    non ha fatto errori,
    è una persona pericolosa.
  • 17:58 - 17:59
    Certo che ho sbagliato.
  • 17:59 - 18:04
    L'errore più grande è stato firmare
    la richiesta dell'estensione dei prestiti
  • 18:04 - 18:06
    alla fine di febbraio.
  • 18:06 - 18:08
    Immaginavo che ci fosse
    un genuino interesse,
  • 18:08 - 18:11
    da parte dei creditori,
    per trovare un terreno d'accordo.
  • 18:11 - 18:12
    E non c'era.
  • 18:12 - 18:15
    Erano solo interessati
    a schiacciare il nostro Governo.
  • 18:15 - 18:20
    Solo perché non volevano affrontare
    il difetto architetturale
  • 18:20 - 18:22
    presente nell'Eurozona.
  • 18:22 - 18:24
    E perché non volevano ammettere
  • 18:24 - 18:27
    che, per cinque anni, avevano implementato
    in Grecia un programma disastroso.
  • 18:27 - 18:30
    Abbiamo perso un terzo
    del PIL nominale!
  • 18:30 - 18:32
    È stato peggio della Grande Depressione.
  • 18:32 - 18:35
    E nessuno della troika
    dei creditori ha confessato
  • 18:35 - 18:36
    di aver imposto questa politica,
  • 18:36 - 18:39
    o ha ammesso "Questo è stato
    un errore colossale."
  • 18:39 - 18:41
    BG: Malgrado tutto ciò,
  • 18:41 - 18:43
    e malgrado l'aggressività del dibattito,
  • 18:43 - 18:45
    tu sembri restare abbastanza pro Europeo.
  • 18:45 - 18:47
    YV: Assolutamente.
  • 18:47 - 18:51
    Il mio criticismo nei confronti
    dell'Unione Europea e dell'Eurozona
  • 18:51 - 18:55
    arriva da una persona
    che vive e respira Europa.
  • 18:56 - 18:59
    La mia più grande paura è
    che l'Eurozona non sopravviva.
  • 18:59 - 19:01
    Perché se non sopravvive,
  • 19:01 - 19:04
    le forze centrifughe che saranno liberate,
  • 19:04 - 19:05
    saranno infernali,
  • 19:05 - 19:07
    e distruggeranno l'Unione Europea.
  • 19:07 - 19:10
    E ciò non sarà catastrofico
    non solo per l'Europa,
  • 19:10 - 19:11
    ma per l'intera economia globale.
  • 19:11 - 19:16
    Siamo, probabilmente,
    la più grande economia al mondo.
  • 19:16 - 19:17
    E se ci permettiamo
  • 19:17 - 19:20
    di seguire la strada degli anni '30,
  • 19:20 - 19:23
    che mi sembra sia ciò che stiamo facendo,
  • 19:23 - 19:25
    allora questo sarà deleterio
  • 19:25 - 19:28
    per il futuro degli europei
    e dei non europei.
  • 19:28 - 19:30
    BG: Speriamo tutti che tu
    ti stia sbagliando su questo.
  • 19:30 - 19:32
    Yanis, grazie per essere venuto a TED.
  • 19:32 - 19:33
    YV: Grazie a voi.
  • 19:34 - 19:38
    (Applausi)
Title:
Il capitalismo divorerà la democrazia -- se non ci facciamo sentire
Speaker:
Yanis Varoufakis
Description:

Vi siete mai chiesti perché i politici non sono più quelli di una volta? Perché i governi non sembrano capaci di risolvere i veri problemi? L'economista Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco, risponde che, al giorno d'oggi, è possibile essere al governo senza essere al potere, perché il potere reale appartiene a coloro che controllano l'economia. Varoufakis pensa che i super ricchi e le multinazionali stiano cannibalizzando la sfera politica, causando la crisi finanziaria. In questo discorso parla del suo sogno di un mondo in cui il capitale e il lavoro non sono in competizione, un sogno "al tempo stesso libertariano, marxista e Keynesiano."

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English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
19:51

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