Return to Video

Perché la ricerca genetica deve essere più diversificata

  • 0:01 - 0:02
    Quando ero un piccolo hawaiano,
  • 0:02 - 0:05
    mia mamma e mia zia mi raccontavano
    sempre storie su Kalaupapa --
  • 0:06 - 0:07
    la colonia hawaiana di lebbrosi
  • 0:07 - 0:10
    circondata dalle più alte
    scogliere del mondo --
  • 0:10 - 0:11
    e su padre Damien,
  • 0:11 - 0:15
    il missionario belga che ha dato la vita
    per la comunità hawaiana.
  • 0:15 - 0:16
    In quanto giovane infermiera,
  • 0:16 - 0:20
    mia zia formava le suore che si occupavano
    dei restanti lebbrosi
  • 0:20 - 0:23
    circa 100 anni dopo che
    padre Damien era morto di lebbra.
  • 0:24 - 0:26
    Mi ricordo le storie che raccontava
  • 0:26 - 0:29
    di quando viaggiava lungo i tornanti
    delle scogliere su un mulo,
  • 0:29 - 0:32
    mentre mio zio le suonava
    le sue canzoni preferite all'ukulele
  • 0:32 - 0:34
    giù fino a Kalaupapa.
  • 0:35 - 0:36
    Vedete, da giovane
  • 0:36 - 0:38
    mi chiedevo sempre alcune cose.
  • 0:39 - 0:44
    Primo, perché un missionario belga
    scegliesse di vivere in totale isolamento
  • 0:44 - 0:45
    a Kalaupapa,
  • 0:45 - 0:48
    sapendo che inevitabilmente
    avrebbe contratto la lebbra
  • 0:48 - 0:50
    dalla comunità che stava aiutando.
  • 0:50 - 0:53
    Secondo,
  • 0:53 - 0:55
    da dove venivano i batteri della lebbra?
  • 0:55 - 0:57
    E perché i Kānaka Maoli,
  • 0:57 - 0:59
    gli indigeni delle Hawaii,
  • 0:59 - 1:03
    erano così predisposti
    a contrarre la lebbra, o "mai Pake"?
  • 1:04 - 1:08
    Questo mi ha reso curioso rispetto a ciò
    che rende gli Hawaiani unici --
  • 1:08 - 1:09
    ossia il nostro corredo genetico.
  • 1:11 - 1:13
    Ma solo durante le scuole superiori,
  • 1:13 - 1:15
    attraverso il Progetto Genoma Umano,
  • 1:15 - 1:17
    ho realizzato che non ero l'unico
  • 1:17 - 1:20
    a cercare di trovare connessioni
    tra il nostro patrimonio genetico
  • 1:20 - 1:23
    e salute, benessere e malattia.
  • 1:24 - 1:25
    Vedete,
  • 1:25 - 1:27
    questo progetto da 2.7 miliardi di dollari
  • 1:27 - 1:31
    prometteva un'era di medicina
    profetica e preventiva
  • 1:31 - 1:33
    basata sul nostro particolare
    corredo genetico.
  • 1:34 - 1:36
    Quindi a me è sempre sembrato ovvio
  • 1:36 - 1:38
    che per raggiungere questo sogno
  • 1:38 - 1:42
    avremmo dovuto analizzare
    un gruppo variegato di persone
  • 1:42 - 1:46
    per ottenere uno spettro completo
    della variazione genetica sulla Terra.
  • 1:46 - 1:49
    È per questo che 10 anni dopo,
  • 1:49 - 1:51
    continua a sorprendermi
  • 1:51 - 1:54
    il fatto che il 96%
    degli studi sul genoma
  • 1:54 - 1:57
    che associano variazioni genetiche comuni
    a patologie specifiche
  • 1:57 - 2:01
    si focalizzino esclusivamente su
    individui di discendenza europea.
  • 2:02 - 2:03
    Non serve un dottorato
  • 2:04 - 2:07
    per capire che il 4% della varietà
    viene lasciato fuori.
  • 2:07 - 2:09
    Nella mia ricerca,
  • 2:09 - 2:12
    ho scoperto che molto meno dell'1%
  • 2:12 - 2:15
    si è interessato alle
    comunità indigene come me.
  • 2:15 - 2:18
    Questo fa domandare:
  • 2:18 - 2:20
    a chi è rivolto in realtà
    il Progetto Genoma Umano?
  • 2:20 - 2:23
    Così come abbiamo diverso
    colore degli occhi e dei capelli,
  • 2:23 - 2:25
    metabolizziamo diversamente le medicine
  • 2:25 - 2:27
    a causa della diversità nei nostri geni.
  • 2:27 - 2:30
    Quanti di voi si stupirebbero nel sapere
  • 2:30 - 2:33
    che il 95% dei test clinici
  • 2:33 - 2:38
    sono basati esclusivamente
    su individui di discendenza europea?
  • 2:38 - 2:40
    Questa tendenza
  • 2:40 - 2:44
    e la ripetuta mancanza di coinvolgimento
    delle persone indigene
  • 2:44 - 2:47
    nei test clinici e negli studi sul genoma
  • 2:47 - 2:50
    è parzialmente il risultato
    di un'epoca di diffidenza.
  • 2:51 - 2:52
    Per esempio,
  • 2:52 - 2:56
    nel 1989 i ricercatori
    dell'Arizona State University
  • 2:56 - 3:00
    ottennero dei campioni di sangue
    dalla tribù Havasupai dell'Arizona,
  • 3:00 - 3:03
    promettendo di diminuire l'impatto
    del diabete di tipo 2
  • 3:03 - 3:04
    che colpiva la loro comunità,
  • 3:04 - 3:08
    con la sola intenzione di usare
    quegli stessi campioni --
  • 3:08 - 3:10
    senza il consenso degli Havasupai --
  • 3:10 - 3:14
    per studiare l'incidenza della
    schizofrenia, della consanguineità,
  • 3:14 - 3:17
    e per mettere in dubbio la storia
    delle origini degli Havasupai.
  • 3:17 - 3:20
    Quando gli Havasupai l'hanno scoperto,
  • 3:20 - 3:23
    sono riusciti ad ottenere
    un risarcimento di 700.000 dollari,
  • 3:23 - 3:28
    ed a vietare all'Arizona State University
    di fare ricerche sulla loro riserva.
  • 3:29 - 3:32
    Questo ha portato ad
    una sorta di effetto domino
  • 3:32 - 3:34
    con le tribù del Sud Ovest --
  • 3:34 - 3:35
    inclusa la Nazione Navajo,
  • 3:35 - 3:38
    una delle tribù più grandi del Paese --
  • 3:38 - 3:40
    ed è stata prevista una moratoria
    sulla ricerca genetica.
  • 3:40 - 3:43
    Ora a parte quest'epoca di diffidenza,
  • 3:43 - 3:47
    credo ancora che gli indigeni possano
    trarre benefici dalla ricerca genetica.
  • 3:47 - 3:50
    Se non facciamo qualcosa subito,
  • 3:50 - 3:53
    le disparità nelle condizioni di salute
    saranno sempre maggiori.
  • 3:53 - 3:55
    Alle Hawaii per esempio,
  • 3:55 - 3:58
    si ha l'aspettativa media di vita
    più lunga di qualsiasi altro stato in USA,
  • 3:58 - 4:01
    tuttavia gli hawaiani nativi come me
  • 4:01 - 4:04
    muoiono dieci anni prima
    degli abitanti hawaiani non nativi,
  • 4:04 - 4:08
    perché hanno la più alta incidenza
    di diabete di tipo 2,
  • 4:08 - 4:09
    di obesità,
  • 4:10 - 4:12
    e dei killer numero 1 e 2
    degli Stati Uniti:
  • 4:12 - 4:14
    i problemi cardiovascolari e il cancro.
  • 4:14 - 4:16
    Allora cosa possiamo fare
  • 4:16 - 4:19
    per far sì che le persone a cui più serve
    un sequenziamento del genoma
  • 4:19 - 4:21
    non siano le ultime a beneficiarne?
  • 4:21 - 4:25
    A mio parere bisogna rendere
    la ricerca genetica più autoctona,
  • 4:25 - 4:29
    bisogna rendere la tecnologia
    di sequenziamento del genoma più indigena.
  • 4:29 - 4:32
    Tradizionalmente, il sequenziamento
    viene fatto in laboratorio.
  • 4:33 - 4:35
    Ecco un'immagine del classico
    sequenziatore di genoma.
  • 4:35 - 4:36
    È enorme.
  • 4:36 - 4:38
    Grande quanto un frigorifero.
  • 4:39 - 4:41
    Ci sono ovviamente delle
    limitazioni fisiche.
  • 4:41 - 4:44
    E se invece si potesse sequenziare
    il genoma al volo?
  • 4:45 - 4:49
    Se si potesse creare
    un sequenziatore tascabile?
  • 4:52 - 4:54
    Questo sequenziatore basato su nano-pori
  • 4:54 - 4:59
    è grande un decimillesimo
    di un sequenziatore tradizionale.
  • 4:59 - 5:01
    Non ha le stesse limitazioni fisiche,
  • 5:01 - 5:05
    non essendo ancorato ad
    un tavolo da laboratorio con cavi esterni,
  • 5:05 - 5:08
    sostanze chimiche e monitor.
  • 5:08 - 5:14
    Ci permette di decodificare il genoma
    sequenziando lo sviluppo tecnologico
  • 5:14 - 5:16
    in maniera coinvolgente e collaborativa,
  • 5:16 - 5:19
    emancipando le persone indigene
    rendendole...
  • 5:20 - 5:22
    degli scienziati amatoriali.
  • 5:23 - 5:26
    100 anni dopo a Kalaupapa,
  • 5:26 - 5:30
    abbiamo la tecnologia per sequenziare
    i batteri della lebbra in tempo reale,
  • 5:30 - 5:33
    usando sequenziatori di genoma mobili,
  • 5:33 - 5:36
    accesso ad Internet da remoto
  • 5:36 - 5:37
    e piattaforme cloud.
  • 5:38 - 5:41
    Ma solo se lo vuole
    il popolo hawaiano.
  • 5:42 - 5:43
    Nel nostro spazio,
  • 5:43 - 5:45
    secondo i nostri termini.
  • 5:46 - 5:52
    IndiGenomics tratta di scienza
    per le persone ed è fatto dalle persone.
  • 5:52 - 5:56
    Inizieremo con una risorsa
    per la consultazione delle tribù,
  • 5:56 - 5:59
    focalizzata sull'educazione
    delle comunità indigene
  • 5:59 - 6:03
    riguardo il potenziale uso e abuso
    delle informazioni genetiche.
  • 6:03 - 6:06
    Infine ci piacerebbe avere un nostro
    istituto di ricerca IndiGenomics
  • 6:06 - 6:08
    per condurre i nostri esperimenti
  • 6:08 - 6:11
    ed educare le future generazioni
    di scienziati indigeni.
  • 6:12 - 6:13
    Alla fine,
  • 6:13 - 6:18
    bisogna che le persone indigene siano soci
    e non oggetto della ricerca genetica.
  • 6:18 - 6:20
    Per coloro che sono al di fuori,
  • 6:20 - 6:22
    come fece padre Damien,
  • 6:23 - 6:27
    la comunità scientifica ha bisogno
    di immergersi nella cultura indigena
  • 6:27 - 6:29
    o morire nel tentativo.
  • 6:29 - 6:30
    Mahalo.
  • 6:30 - 6:35
    (Applausi)
Title:
Perché la ricerca genetica deve essere più diversificata
Speaker:
Keolu Fox
Description:

Il novantasei percento degli studi sul genoma umano sono basati su persone di discendenza europea. Il resto del mondo non è rappresentato -- e questo è pericoloso, dice il genetista e TED fellow Keolu Fox, poiché reagiamo alle medicine secondo il nostro corredo genetico. Fox sta lavorando sodo per democratizzare il sequenziamento del genoma, in particolare sensibilizzando le popolazioni indigene verso il coinvolgimento nella ricerca genetica, con l'obiettivo di eliminare le disparità nelle condizioni di salute. "Il mondo della ricerca deve immergersi nella cultura indigena," dice "o morire nel tentativo".

more » « less
Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
06:48

Italian subtitles

Revisions