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Ellen Dunham-Jones: rinnovare le periferie

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    Negli ultimi 50 anni,
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    abbiamo costruito i sobborghi
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    con una serie di conseguenze involontarie.
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    Parlerò di alcune di queste conseguenze e poi
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    presenterò una serie di bei progetti
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    che credo ci diano buonissime ragioni
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    per essere ottimisti riguardo a come il
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    grande progetto di design e sviluppo dei prossimi 50 anni sarà
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    la ristrutturazione delle periferie.
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    Dunque, che si tratti del rinnvoamento di un centro commerciale
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    o la rianimazione dei grandi magazzini vuoti
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    o la ricostruzione delle zone umide
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    partendo dai parcheggi,
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    penso che il problema risieda
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    nel numero crescente di spazi
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    vuoti o sotto-performanti,
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    soprattutto commerciali,
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    ovunque nelle periferie.
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    Questi ci danno un'opportunità meravigliosa
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    di prendere uno dei paesaggi meno
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    sostenibili al momento e
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    convertirli in luoghi più
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    sostenibili.
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    Ciò che questo ci permetterà, nel mentre,
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    sarà di ridirezionare molta della nostra crescita
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    verso le comunità già esistenti che
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    necessitano di una spinta e che
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    hanno già delle infrastrutture esistenti,
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    invece che continuare ad
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    abbattere alberi e distruggere
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    spazi verdi ai confini delle città.
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    Perché questo è importante?
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    Ci sono molte ragioni.
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    Non andrò nei dettagli, parlerò solo di alcune.
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    Dal punto di vista del cambiamento climatico,
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    l'abitante urbano medio americano ha
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    un'impronta ecologica grande un terzo
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    di quella dell'abitante medio delle periferie o dei sobborghi.
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    Questo perché, soprattutto, chi abita fuori guida di più,
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    vive in case singole,
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    il che implica l'avere un'enorme superficie
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    da cui l'energia può sfuggire.
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    Quindi, da una prospettiva strettamente
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    relativa al cambiamento climatico
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    le città sono già
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    piuttosto verdi.
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    La grande opportunità per la
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    riduzione delle emissioni di gas serra
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    risiede nella possibilità di
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    urbanizzare i sobborghi.
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    Tutto questo guidare che si fa nei sobborghi,
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    ormai è il doppio di qualche anno fa.
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    Ha aumentato la nostra dipendenza
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    dal petrolio straniero,
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    nonostante la maggiore efficienza delle auto.
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    Guidiamo così tanto di più che la
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    tecnologia non è riuscita a tenere il passo.
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    La salute pubblica è un'altra ragione
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    per prendere in considerazione questa ristrutturazione.
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    I ricercatori del CDC e di altre istituzioni
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    trovano sempre più spesso legami tra
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    schemi di sviluppo suburbano e
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    stili di vita sedentari.
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    Questi, a loro volta, sono legati
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    all'allarmante crescita
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    dell'obesità
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    che possiamo vedere in questa mappa.
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    L'obesità è anche causa di
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    grandi crescite dei problemi cardiaci
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    e del diabete, tanto che un bambino
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    nato oggi ha una possibilità su
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    tre di avere il diabete
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    da grande.
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    Questa percentuale è cresciuta di pari passo
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    con i bambini inattivi, che non vanno
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    più a scuola a piedi,
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    di nuovo a causa della struttura delle periferie.
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    E poi c'è, infine, la questione di quanto possiamo permettercelo.
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    Voglio dire, possiamo continuare a
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    vivere nei sobborghi, con
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    i prezzi del gas che salgono così?
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    L'espansione dei sobborghi su terre che sono costate poco,
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    negli ultimi 50 anni - sapete,
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    quelle terre a basso costo, lontane dal centro -
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    hanno aiutato generazioni di famiglie
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    ad approfittare del sogno americano.
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    Ma, sempre più spesso,
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    i risparmi promessi dai bassi costi
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    dovuti alla lontananza dal centro, raggiungibile in auto,
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    che è poi il nostro modello -
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    questi risparmi sono spazzati via
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    se prendi in considerazione il costo dei trasporti.
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    Per esempio, qui ad Atlanta,
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    metà delle famiglie guadagna
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    tra 20.000 e 50.000 dollari all'anno.
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    Queste famiglie spendono il 29% del loro reddito
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    per la loro casa e
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    il 32%
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    in trasporti.
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    Questi sono dati del 2005, quindi
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    precedenti al salto che ha fatto costare la benzina 4$ a gallone (3,78L)
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    Sapete, nessuno di noi
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    fa calcoli matematici precisi sui costi dei trasporti.
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    Non stanno scendendo, e non
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    lo faranno presto.
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    Sia che amiate la privacy verde dei sobborghi,
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    sia che odiate le sue vie commericali senz'anima,
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    avete buone ragioni per volere questa ristrutturazione.
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    Ma è pratico?
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    Io penso che lo sia.
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    June Williamson ed io facciamo ricerche su
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    questo tema da più di dieci anni.
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    Abbiamo trovato più di 80
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    progetti diversi.
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    Sono però tutti guidati dal mercato.
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    Ciò che guida quel mercato, in primis,
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    è il cambiamento demografico.
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    Pensiamo tutti ai sobborghi come a luoghi
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    pieni di famiglie.
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    Ma non è più così.
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    Dal 2000,
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    due terzi delle unità familiari dei sobborghi
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    non hanno bambini.
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    Siamo noi a non essercene accorti.
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    La ragione è la dominanza
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    di due grandi gruppi
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    demografici al momento:
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    i Baby Boomers, che vanno in pensione,
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    e poi c'è un salto, c'è la Generazione X,
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    che è una generazione piccola.
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    Stanno ancora avendo figli.
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    La Generazione Y non è ancora arrivata all'età
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    in cui si fanno figli.
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    Loro sono l'altra grande generazione.
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    Il risultato di tutto ciò, secondo
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    i demografi, sarà che
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    nel 2025,
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    tra il 75 e l'85% delle nuove famiglie
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    non avrà figli.
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    La ricerca di mercato, che si concentra sui consumatori
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    chiede ai Boomers ed alla Gen Y
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    cosa gli piacerebbe,
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    dove vorrebbero vivere,
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    e ci dice che c'è una grande domanda
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    - e già lo possiamo vedere -
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    di uno stile di vita più urbano
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    dentro i sobborghi.
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    I boomers vogliono invecchiare dove sono già,
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    la Gen Y vuole vivere uno
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    stile di vita urbano,
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    ma la maggior parte dei lavori continuerà ad essere nei sobborghi.
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    L'altra grande dinamica di cambiamento
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    è nella performance
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    dell'asfalto di pessima qualità.
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    Penso sia un ottimo nome per
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    un gruppo alternativo.
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    Ma gli immobiliaristi chiamano così
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    i parcheggi che non rendono molto.
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    I sobborghi ne sono pieni.
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    Quando i primi sobborghi furono costruiti
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    dopo la guerra, su terre a basso costo,
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    lontane dal centro,
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    aveva senso costruire solo
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    parcheggi in superficie.
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    Ma questi siti sono diventati obsoleti
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    sempre di più,
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    mentre noi continuavamo ad espanderci.
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    E ora sono diventati
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    piuttosto centrali, il che
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    non ha alcun senso.
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    Queste terre ora hanno più valore che per un banale parcheggio.
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    Ha senso ora, ha senso
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    costruire
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    su questi siti.
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    Quindi cosa fai
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    con un centro commerciale vuoto,
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    o un complesso di uffici?
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    Di tutto, in effetti.
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    In un'economia lenta come la nostra,
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    il ripopolamento è una
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    delle strategie più popolari.
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    Questo, ad esempio, è
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    un centro commerciale morto a St. Louis,
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    rianimato come spazio artistico.
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    Ora ospita atelier di artisti, gruppi di teatro,
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    e gruppi di danza.
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    Non produce altrettante tasse
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    che prima, ma almeno
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    è utile alla comunità,
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    tiene le luci accese.
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    Sta diventando, penso, una grande istituzione.
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    Altri centri commerciali sono stati rianimati come
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    case di riposo, oppure
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    come università,
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    e vari tipi di spazi per uffici.
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    Abbiamo anche trovato molti esempi
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    di grandi magazzini
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    che sono stati convertiti
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    in vari tipi di servizi per la comunità, anch'essi,
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    da scuole a chiese
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    a biblioteche, come questa.
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    C'era un piccolo negozio di alimentari, della catena Food Lion,
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    ora è una biblioteca pubblica.
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    Oltre che farne un uso riadattativo meraviglioso, in questi
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    progetti si sono liberati anche dei parcheggi,
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    creati bioswales (canali di scolo con vegetazione),
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    inseriti molti marciapiedi per
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    collegare le diverse zone.
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    Hanno anche reso ciò che
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    era solo un negozio lungo una via
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    commerciale in uno spazio di aggregazione per la comunità.
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    Questo è un piccolo centro commerciale a forma di L
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    a Phoenix, in Arizona.
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    Tutto ciò che hanno fatto è stato ridipingere di colori brillanti,
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    aggiungere un negozio di alimentari di alta gamma,
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    e aprire un ristorante nel vecchio ufficio postale.
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    Non sottovalutiamo mai il potere del cibo
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    per cambiare un posto e
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    renderlo una destinazione.
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    Ha avuto così successo che hanno aperto anche al di là della strada.
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    E le pubblicità di immobiliari della zona
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    proclamano tutte fieramente
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    "a due minuti a piedi da La Grande Orange",
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    perchè il ristorante ha dato alla zona
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    quel che i sociologi amano chiamare
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    un "terzo posto."
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    Se casa nostra è il primo posto,
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    e il lavoro il secondo,
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    il terzo è quello dove si va per passare il tempo
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    e creare una comunità.
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    Visto che i sobborghi stanno diventando
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    sempre meno centrati sulle famiglie,
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    sulle case di famiglia,
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    c'è una vera fame di
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    più "terzi posti."
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    I rinnovamenti più drammatici
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    sono in effetti i prossimi che vi mostrerò,
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    quelli che seguono la strategia del ri-sviluppo.
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    Durante il boom ci sono stati molti
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    progetti di ri-sviluppo di grande portata,
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    dove l'edificio originale
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    è stato abbattuto e tutto il sito ricostruito
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    con una densità più alta,
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    come un vicinato compatto che si può girare a piedi.
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    Alcuni di essi sono stati ancor più graduali.
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    Questa è Mashpee Commons,
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    la ristrutturazione più vecchia che abbiamo trovato.
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    E qui si è costruito, gradualmente in 20 anni,
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    l'urbanismo sopra
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    i parcheggi.
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    Le foto in bianco e nero mostrano
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    un normale centro commerciale anni '60.
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    Le mappe lì sopra mostrano la
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    trasformazione graduale
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    in un compatto,
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    variegato villaggio del New England,
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    i suoi piani per connettere le varie zone a
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    nuove aree residenzali
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    al di là delle grandi arterie
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    dall'altra parte
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    sono stati approvati.
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    Così, insomma, talvolta la cosa è graduale.
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    Qualche volta accade in una botta sola.
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    Questo è un altro progetto di riempimento di un parcheggio,
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    quello di un complesso di uffici fuori Washington D.C..
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    Quando Metrorail ha esteso la sua rete nei sobborghi,
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    e ha aperto una stazione vicino a questo sito,
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    i proprietari hanno deciso di
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    creare un nuovo piano parcheggio
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    per poi inserire sopra questo
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    una nuova Main Street, vari appartamenti,
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    e condomini, mantenendo però
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    i palazzi d'uffici già esistenti.
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    Questo è il sito nel 1940.
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    Era una piccola fattoria
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    nel villaggio di Hyattsville.
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    Nel 1980 fu suddivisa
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    in un centro commerciale da un lato,
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    e in un complesso di uffici dall'altro.
  • 11:04 - 11:06
    Poi c'erano un po' di spazi di mezzo per una biblioteca
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    e per una chiesa, a destra.
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    Oggi, la strada di transito,
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    quella principale e i nuovi appartamenti
  • 11:12 - 11:14
    sono tutti stati terminati.
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    Prima o poi, mi aspetto che le strade
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    si estendano attraverso il centro commerciale "rimaneggiato".
  • 11:19 - 11:21
    Sono stati annunciati piani per molti
  • 11:21 - 11:23
    di questi appartamenti-giardino
  • 11:23 - 11:26
    sopra il centro commerciale da ristrutturare.
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    Il transito è un gran portatore di rinnovamento.
  • 11:29 - 11:31
    Ecco che aspetto ha:
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    si possono vedere, più o meno, i bei nuovi palazzi
  • 11:33 - 11:35
    di condomini tra un palazzo d'ufficio e l'altro,
  • 11:35 - 11:38
    e lo spazio pubblico e la Main Street.
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    Questo è uno dei miei favoriti, Belmar.
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    Hanno creato un bel posto qui, e hanno
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    usato solo tecnologie costruttive verdi.
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    Ci sono enormi pannelli fotovoltaici sui tetti,
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    e anche turbine eoliche.
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    Questo era un grande centro commerciale,
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    che si estendeva su un enorme isolato di 100 acri.
  • 11:55 - 11:57
    Ora equivale a 22 isolati
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    urbani percorribili a piedi, con
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    strade praticabili per pedoni,
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    due parchi pubblici, otto linee di bus
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    e vari tipi di case.
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    E insomma sì, ha dato a Lakewood in Colorado
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    il centro che questo sobborgo
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    non ha mai avuto prima.
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    Questo è il centro commerciale nei suoi
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    giorni di gloria: ci facevano il ballo del liceo, lo adoravano.
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    Questo è il sito nel 1975,
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    con il centro commerciale.
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    Nel 1995, il centro commerciale era morto,
  • 12:25 - 12:27
    avevano mantenuto solo il grande magazzino.
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    Questo è successo in molti casi.
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    I grandi magazzini sono su più piani; sono costruiti meglio
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    e dunque più facili da riadattare.
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    Ma gli edifici ad un piano...
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    si tratta proprio di storia.
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    Qui c'è la proiezione di come dovrebbe venire.
  • 12:41 - 12:43
    Questo progetto è molto connesso,
  • 12:43 - 12:45
    secondo me, ai quartieri vicini.
  • 12:45 - 12:47
    Dà a 1500 famiglie la possibilità
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    di una vita più urbana.
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    Al momento siamo a due terzi dell'opera,
  • 12:52 - 12:54
    qui vedete come sarà la Main Street.
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    Ha molto successo,
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    ed ha aiutato 8 dei 13
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    centri commerciali
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    a Denver a ottenere la possibilità,
  • 13:02 - 13:04
    presente o futura,
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    di essere rinnovati.
  • 13:06 - 13:09
    E' importante notare che tutte queste ristrutturazioni
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    non stanno accadendo...
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    Voglio dire, non è che arrivano bulldozer a tirar giù tutto,
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    si creano sacche di praticabilità pedonale
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    su siti di proprietà
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    che ormai non rendono più.
  • 13:21 - 13:24
    Così si dà più scelta alle persone,
  • 13:24 - 13:27
    senza portarne via altre.
  • 13:27 - 13:29
    Però non basta creare queste
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    sacche di "camminabilità."
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    Si dovrebbe tentare anche una trasformazione più sistemica,
  • 13:35 - 13:38
    si dovrebbero rinnovare anche i "corridoi" stessi.
  • 13:38 - 13:40
    Questo per esempio
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    è un esempio californiano:
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    hanno preso la via commerciale
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    che vedete nelle immagini in bianco e nero,
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    per farne un boulevard che
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    è divenuto la Main Street della città.
  • 13:51 - 13:53
    Quindi la zona è cambiata da
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    parte brutta, pericolosa
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    e indesiderabile della città,
  • 13:57 - 14:00
    ad un quartiere bello ed attraente,
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    pieno di dignità, un indirizzo buono.
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    Voglio dire, ora si spera di iniziare a vederlo così.
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    Hanno già costruito un municipio e due hotel,
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    mi immagino belle case da costruire da quelle parti
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    senza dover abbattere neanche un albero.
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    Ci sono un sacco di cose grandiose,
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    ma mi piacerebbe vedere più "corridoi" venire rinnovati.
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    Ma l'addensamento
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    non può funzionare ovunque.
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    Altre volte aumentare gli spazi verdi
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    è davvero la soluzione migliore.
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    C'è molto da imparare da programmi
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    di landbanking di successo
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    in posti come Flint, in Michigan.
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    C'è anche un fiorente movimento di fattorie suburbane,
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    un incontro tra i victory gardens e internet.
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    Ma forse uno degli aspetti più importanti del ripopolamento del evrde
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    è la possibilità di ristrutturare
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    l'ecologia locale,
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    come in questo esempio fuori Minneapolis.
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    Quando è morto il centro commerciale,
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    la città ha ristrutturato le zone umide
  • 14:52 - 14:54
    originarie presenti sul sito,
  • 14:54 - 14:56
    costruendo proprietà lungo il lago,
  • 14:56 - 14:59
    le quali hanno attratto investimenti di privati.
  • 14:59 - 15:02
    Il primo di questi, in questo quartiere a basso reddito,
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    negli ultimi quarant'anni.
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    Sono riusciti a risistemare l'ecologia locale,
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    e l'economia, allo stesso tempo.
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    Ecco un altro esempio di "re-greening",
  • 15:12 - 15:14
    che ha senso in mercati forti,
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    come questo, a Seattle.
  • 15:16 - 15:18
    Siamo sul parcheggio di un centro commerciale
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    adiacente a una nuova fermata dei trasporti.
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    Questa linea ondulata è
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    un sentiero lungo una sorgente che ora è allo scoperto,
  • 15:25 - 15:28
    mentre prima era sotto il parcheggio.
  • 15:28 - 15:30
    Scoprendo le nostre sorgenti,
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    miglioriamo la qualità dell'acqua, nonché
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    il loro contributo all'habitat naturale.
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    Allora, vi ho mostrato un po'
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    di queste ristrutturazioni della prim'ora.
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    Cosa verrà dopo?
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    Abbiamo tre sfide per il futuro:
  • 15:43 - 15:46
    la prima è ristrutturare più
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    sistematicamente,
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    su scala metropolitana.
  • 15:50 - 15:52
    Dobbiamo capire quali
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    zone vanno ripopolate di verde.
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    Dove dobbiamo muoverci,
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    dove dobbiamo incoraggiare la re-inabitazione?
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    Queste slide mostrano due immagini
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    di un progetto più largo
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    tentato ad Atlanta.
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    Avevo una squadra a cui è stato chiesto di
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    immaginarsi Atlanta tra 100 anni.
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    Abbiamo deciso di tentare di invertire la crescita
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    in 3 semplici mosse, costose ma semplici.
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    Per prima cosa, in 100 anni,
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    il transito su tutte le principali vie
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    ferrate e strade.
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    Secondo, tra 100 anni,
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    migliaia di posti per mangiare
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    su ognuno di questi corridoi.
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    E' un po' estremo, ma c'è un problema con l'acqua.
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    Tra cent'anni,
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    le suddivisioni troppo vicine all'acqua o
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    troppo lontane dal transito non saranno praticabili.
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    Quindi abbiamo creato il "transfer eco-acre"
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    per trasferire i diritti di sviluppo
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    alle vie di transito per
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    permettere il "re-greening"
  • 16:47 - 16:49
    di queste altre parti del progetto
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    per la produzione di cibo ed energia.
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    La seconda sfida è migliorare
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    la qualità del design architettonico
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    dei rinnovamenti.
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    Chiudo con questa immagine
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    della democrazia in azione:
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    è una protesta in corso
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    in un rinnovamento a Silver Spring, in
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    Maryland, su un pezzo di verde artificiale.
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    Spesso le ristrutturazioni sono accusate
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    di creare esempi di centri città finti,
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    e di urbanismo pret-a-porter.
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    Non senza ragione - c'è poco di più fasullo di un
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    prato di verde artificiale.
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    Devo dire che questi posti sono molto ibridi;
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    sono nuovi ma cercano di sembrare antichi.
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    Ci sono paesaggi urbani, ma
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    percentuali di parcheggi da sobborgo.
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    La popolazione è più
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    diversificata che nella periferia tipica,
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    ma meno che nelle città.
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    E si tratta di luoghi
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    pubblici, ma gestiti
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    da aziende private.
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    L'apparenza è -
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    come il prato artificiale -
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    quello che mi lascia perplessa.
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    Dunque sì, sono felice che
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    l'urbanesimo funzioni.
  • 18:05 - 18:08
    Il fatto che ci sia una protesta
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    significa che il disegno degli isolati e
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    delle strade, la struttura dello spazio pubblico,
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    per quanto compromessa,
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    è ancora qualcosa di meraviglioso.
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    Però dobbiamo fare meglio l'architettura.
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    L'ultima sfida è per tutti voi.
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    Voglio che vi uniate alla protesta e
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    chiediate, domandiate
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    luoghi suburbani più sostenibili,
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    luoghi più sotenibili, punto.
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    Culturalmente tendiamo
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    a pensare che i centri città
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    dovrebbero esser dinamici - ce lo aspettiamo.
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    Ci aspettiamo anche che le periferie
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    restino congelate per sempre
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    in qualsiasi stadio siano
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    state concepite.
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    Lasciamole crescere.
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    Voglio che supportiate
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    i cambi della zonificazione,
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    lo snellimento delle strade, il miglioramento
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    delle infrastrutture e le ristrutturazioni intorno a voi.
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    Grazie.
Title:
Ellen Dunham-Jones: rinnovare le periferie
Speaker:
Ellen Dunham-Jones
Description:

Ellen Dunham-Jones dà il via al grande progetto sostenibile dei prossimi 50 anni: il rinnovamento delle periferie. Ciò include la riabilitazione dei centri commerciali moribondi, la rianimazione dei grandi negozi e la trasformazione dei parcheggi in zone umide piene di vita.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
19:03
Paola Natalucci added a translation

Italian subtitles

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