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Il piacere dello schema metrico - David Silverstein

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    Solo per un momento,
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    concentratevi sul vostro respiro.
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    Inspirate lentamente.
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    Espirate lentamente.
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    Inspirate lentamente.
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    Espirate.
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    Lo stesso schema si ripete
    dentro ognuno di noi
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    e considerate il vostro battito.
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    Il battito è parte integrante
    del nostro essere.
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    Per farla semplice, siamo
    creature di ritmo e ripetizione.
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    È il fulcro delle nostre esperienze,
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    ritmo e ripetizione,
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    ritmo e ripetizione.
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    Su e giù,
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    e avanti e indietro.
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    E godiamo di questo tutti i giorni,
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    nel ritmo di una canzone,
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    nel battito del tamburo,
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    nel cenno del capo,
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    o nella sequenza della zuppa in scatola,
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    nei filari di un frutteto,
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    nell'arte perfetta dei petali.
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    Uno schema può essere piacevole.
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    Il ritmo e la ripetizione nel linguaggio
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    sono spesso usati come
    i mattoni per la poesia.
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    C'è il ritmo del linguaggio,
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    creato dalle sillabe e dalla loro enfasi,
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    come: "Finché uomini potranno respirare
    o occhi potranno vedere."
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    E c'è la ripetizione del linguaggio
    a diversi livelli:
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    la ripetizione delle lettere,
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    "Tanto vivrà questo verso
    e darà vita a te",
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    dei suoni,
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    "respirare", "vedere", "te",
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    e delle parole.
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    Con così tanti usi, la ripetizione
    è uno degli strumenti più malleabili
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    e affidabili del poeta.
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    Può sollevare o quietare l'ascoltatore,
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    amplificare o diminuire il verso,
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    unificare o diversificare le idee.
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    In effetti, persino il ritmo stesso,
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    uno schema ripetuto di sillabe accentate,
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    è una forma di ripetizione.
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    Eppure, malgrado i loro
    svariati usi,
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    troppe ripetizioni possono essere
    controproducenti.
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    Immaginate di scrivere la stessa frase
    sulla lavagna per 20 volte,
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    ancora, e ancora, e ancora, e ancora,
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    o immaginate un bimbo che reclama
    l'attenzione della mamma:
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    "Mamma, mamma, mammina,
    mamma, mamma".
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    Non esattamente quello che
    chiameremmo poesia.
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    Dunque, cos'è la ripetizione in poesia,
    e perché funziona?
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    Forse la più comune è la rima,
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    la ripetizione di suoni simili
    nella sillaba finale delle parole.
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    Come nell'esempio di Shakespeare,
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    spesso incontriamo una rima
    alla fine del verso.
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    La ripetizione in questo modo
    crea un'aspettativa.
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    Iniziamo ad aspettare la ripetizione
    di quegli stessi suoni.
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    Quando li sentiamo,
    lo schema trovato risulta piacevole.
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    Come ritrovare Waldo nel caos visivo,
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    o sentire l'eco nelle chiacchiere.
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    Eppure, la rima non affiora unicamente
    alla fine del verso.
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    Notate il suono forte di "i" in:
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    "So long lives this
    and this gives life to thee".
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    Questa ripetizione di suono vocalico
    è chiamata assonanza
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    e può essere ascoltata anche
    in "Lose Yourself" di Eminem.
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    Notate come i due suoni
    "e" e "o" si ripetono
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    dentro e alla fine di ogni verso:
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    "Oh, there goes gravity,
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    Oh, there goes rabbit,
    he choked,
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    he so mad but he won't
    give up that easy,
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    no, he won't have it,
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    he knows his whole back's
    to these ropes."
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    L'assonanza alternata
    crea un proprio ritmo,
  • 3:12 - 3:16
    e ci invita a provare
    a cantare seguendo lo schema.
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    In egual modo, la consonanza è
    la ripetizione di suoni consonantici,
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    come "l" e "th" in:
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    "So long lives this
    and this gives life to thee".
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    In realtà, questo tipo di consonanza
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    che si trova all'inizio delle parole
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    vi può già essere familiare.
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    Si chiama allitterazione,
    o rima iniziale.
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    Grandi esempi includono
    gli scioglilingua.
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    Betty bought some butter
    but the butter was bitter
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    so Betty bought some better butter
    to make the bitter butter better.
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    Qui, il piacere dello schema è apparente
    perché inciampiamo nella consonanza
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    sia dentro che all'inizio delle parole.
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    Però gli scioglilingua riflettono anche
    la necessità di variare la ripetizione.
  • 3:57 - 3:59
    Ma inutile dire che
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    alcuni li considerano
    mere imitazioni di poesia,
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    o un trucco perché martellano
    talmente forte sugli stessi suoni
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    da essere simili
    al castigo scritto alla lavagna.
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    Infine, questo è un esercizio di
    bilanciamento per il poeta,
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    imparare quando ripetere,
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    quando variare un verso,
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    quando soddisfare le aspettative,
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    e quando deluderle,
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    e in quell'equilibrio,
    può essere sufficiente ricordare
  • 4:22 - 4:25
    che noi tutti viviamo in un mondo
    incredibilmente vario
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    e portiamo con noi
    il nostro respiro e il nostro battito,
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    la nostra personale ripetizione
    ovunque andiamo.
Title:
Il piacere dello schema metrico - David Silverstein
Description:

Vedi l'intera lezione: http://ed.ted.com/lessons/the-pleasure-of-poetic-pattern-david-silverstein
Gli esseri umani sono creature di ritmo e ripetizione. Dal nostro respiro al nostro passo: il ritmo è centrale per le nostre esperienze, e spesso ci porta piacere. Possiamo trovare piacere nel ritmo di una canzone, o persino dei filari di un frutteto. Certamente, troppe ripetizioni possono anche essere ridondanti. David Silverstein descrive cos'è la ripetizione in poesia e perché funziona.

Lezione di David Silverstein, animazione di Avi Ofer.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
04:47

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