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La grande cospirazione contro Giulio Cesare - Kathryn Tempest

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    Cosa faresti se pensassi che il tuo paese
    stesse andando verso la tirannia?
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    Se vedessi che un uomo sta acquisendo
    troppo potere, proveresti a fermarlo?
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    Anche se quell'uomo fosse uno
    dei tuoi migliori amici e alleati?
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    Queste erano le domande che affliggevano
    il senatore romano
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    Marco Giunio Bruto nel 44 a.C.,
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    l'anno in cui Giulio Cesare
    sarebbe stato assassinato.
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    Opporsi ad un potere incontrollato non era
    solo una questione politica per Bruto;
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    era una questione personale.
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    Egli sosteneva di discendere
    da Lucio Giunio Bruto,
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    che aveva aiutato a deporre il tiranno
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    conosciuto con il nome
    di Tarquinio il Superbo.
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    Invece di assumere egli stesso il potere,
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    il Bruto Maggiore guidò il popolo
    verso un precipitoso giuramento
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    di non permettere mai più
    ad un re di governare.
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    Roma divenne una repubblica
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    basata sul principio che nessun uomo
    dovesse avere troppo potere.
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    Adesso, quattro secoli e mezzo dopo,
    questo principio era minacciato.
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    L'ascesa di Giulio Cesare
    all'importante carica di console
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    era stata sensazionale.
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    Anni di vittorie militari lo avevano reso
    l'uomo più ricco di Roma.
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    E dopo aver sconfitto il suo rivale
    Pompeo il Grande
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    nel corso di un'aspra guerra civile,
    il suo potere era al culmine.
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    Le sue vittorie e le sue iniziative,
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    come il distribuire le terre ai poveri,
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    lo avevano reso popolare fra la gente,
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    e molti senatori si contendevano
    i suoi favori ricoprendolo di onori.
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    Furono costruite statue,
    gli furono dedicati templi,
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    un monte fu ribattezzato col suo nome,
    e ancora oggi è chiamato "Monte Iulio".
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    Ma, cosa più importante,
    il titolo di "dictator",
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    che conferiva poteri temporanei
    di emergenza in caso di guerra,
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    era stato conferito a Cesare
    diverse volte di seguito.
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    E nel 44 a.C. fu nominato
    "dictator perpetuo"
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    cioè dittatore per un tempo
    potenzialmente illimitato.
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    Tutto questo era troppo per i senatori,
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    che temevano un ritorno alla monarchia,
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    per la cui abolizione i loro antenati
    avevano combattuto,
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    ed era troppo anche per quelli
    le cui ambizioni e il cui potere
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    erano ostacolate dal governo di Cesare.
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    Un gruppo di cospiratori
    che si erano dati il nome di "I Liberatori"
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    iniziò a progettare in segreto
    i piani per l'assassinio.
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    A guidarli c'era
    il senatore Gaio Cassio Longino
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    e il suo amico e cognato, Bruto.
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    Unirsi alla cospirazione
    non fu una decisione facile per Bruto.
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    Sebbene Bruto avesse sostenuto Pompeo
    durante la sfortunata guerra civile,
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    Cesare era intervenuto personalmente
    per salvargli la vita,
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    non solo perdonandolo, ma perfino
    accogliendolo come suo stretto consigliere
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    elevandolo a ruoli importanti.
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    Bruto era restio a cospirare contro l'uomo
    che lo aveva trattato come un figlio,
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    ma alla fine
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    l'insistenza di Cassio e la paura di Bruto
    per l'ambizione di Cesare ebbero la meglio.
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    Il momento che stavano aspettando
    arrivò il 15 di Marzo.
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    A una seduta del senato
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    tenutasi poco prima che Cesare partisse
    per la sua successiva campagna militare
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    ben 60 cospiratori lo circondarono,
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    sguainando le daghe dalle toghe
    e colpendolo da ogni lato.
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    Secondo la storia
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    Cesare lottò fieramente,
    finché non vide Bruto.
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    Nonostante il famoso verso
    di Shakespeare: "Et tu, Brute?"
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    non sappiamo cosa disse davvero Cesare
    in punto di morte.
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    Alcune fonti antiche sostengono
    che non disse nulla,
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    mentre altre riportano la frase,
    "Anche tu, figlio?",
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    rafforzando l'ipotesi che Bruto
    potesse essere figlio illegittimo di Cesare.
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    Ma tutte riferiscono che quando Cesare
    vide che Bruto era uno degli aggressori
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    si coprì il volto e rinunciò a combattere,
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    cadendo al suolo
    dopo essere stato colpito 23 volte.
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    Sfortunatamente per Bruto,
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    lui e gli altri cospiratori avevano
    sottovalutato la popolarità di Cesare
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    presso il popolo romano,
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    buona parte del quale riteneva Cesare
    un valido leader
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    e considerava il senato
    un'aristocrazia corrotta.
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    Subito dopo l'assassinio di Cesare,
    Roma divenne preda del panico.
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    La maggior parte dei senatori era fuggita,
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    mentre i congiurati
    si erano barricati in Campidoglio.
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    Marco Antonio, amico di Cesare
    e console insieme con lui,
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    fu rapido a prendere in pugno la situazione,
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    tenendo un discorso appassionato
    alcuni giorni dopo, ai funerali di Cesare
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    che provocò nella folla
    un delirio di dolore e rabbia.
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    Il risultato fu che i liberatori
    furono costretti a lasciare Roma.
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    Il vuoto di potere che ne seguì
    portò ad una serie di guerre civili
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    durante le quali Bruto, trovandosi davanti
    una sconfitta certa, si tolse la vita.
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    Paradossalmente, il risultato finale
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    sarebbe stato l'opposto
    di quello che i cospiratori
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    avevano sperato di ottenere:
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    la fine della Repubblica
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    e l'accentramento del potere
    nella figura dell'Imperatore.
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    Le opinioni sull'assassinio di Cesare
    sono state diverse fin dall'inizio
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    e lo sono tuttora.
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    Per quanto riguarda Bruto,
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    poche figure storiche hanno lasciato
    un'eredità culturale tanto conflittuale.
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    Dante lo collocò al centro stesso dell'Inferno,
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    masticato per l'eternità da Satana stesso
    per il suo crimine di tradimento.
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    Ma ne "I Viaggi di Gulliver"
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    Swift lo descrive come una delle persone
    più virtuose e generose mai esistite.
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    L'interpretazione di Bruto, ora come
    di un disinteressato nemico della tirannia,
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    ora come di un traditore opportunista
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    è cambiata nel corso delle varie stagioni
    storiche e politiche.
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    Ma perfino oggi, più di 2000 anni dopo,
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    le domande sul prezzo della libertà,
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    sul conflitto fra lealtà personale
    e ideali universali,
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    e le conseguenze involontarie di tutto ciò
    sono tuttora più importanti che mai.
Title:
La grande cospirazione contro Giulio Cesare - Kathryn Tempest
Description:

Guarda il video della lezione integrale su: http://ed.ted.com/lessons/the-great-conspiracy-against-julius-caesar-kathryn-tempest

Il 15 Marzo del 44 a.C. il dittatore romano Giulio Cesare venne assassinato da un gruppo composto da circa 60 dei suoi senatori. Perché questi auto-nominatisi Liberatori volevano la sua morte? E perché Bruto, la cui vita era stata salvata dallo stesso Cesare, prese parte al complotto? Kathryn Tempest indaga sull'assassinio personale e politico di Giulio Cesare.

Lezione di Kathryn Tempest, animazione di Brett Underhill.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
05:58

Italian subtitles

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