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Oltre Mito e Tradizione.
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Consapevolezza senza scelta
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EB: Cosa significa essere consci,
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essere pienamente e profondamente vivi
da momento in momento?
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Molti di noi hanno una distinta
consapevolezza di cio' che ci piace o meno,
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c'e' una netta divisione.
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Ma e' possibile
essere solamente consci?
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Lasciare indietro
cio' che ci piace o non ci piace
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e semplicemente vedere
le cose come stanno?
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Quei momenti in cui
la consapevolezza
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va oltre la semplice
concentrazione,
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Krishnamurti la definisce
consapevolezza senza scelta.
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Come ha detto,
quando siamo chiari
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non c'e' bisogno della scelta.
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E' un soggetto che ha ripreso
molte volte lungo gli anni.
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Krishnamurti sulla
consapevolezza senza scelta.
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K: Come osservate
questa visione meravigliosa,
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la bellezza di questo posto?
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Cosa significa per te?
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La osservate, consci
di essa senza alcuna scelta,
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senza alcun desiderio
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semplicemente osservando
la straordinaria bellezza del territorio?
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O quando siamo consapevoli
c'e' sempre una scelta?
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'Preferisco questo territorio
rispetto a quest'altro,
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preferisco questa valle
fra le altre valli',
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quindi memoria e scelta,
operano sempre.
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E si puo' essere
consapevoli senza alcuna scelta,
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solo per essere consapevoli
dello straordinario senso del cielo blu
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- il cielo blu
attraverso le foglie,
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e muoversi con tutto?
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Capite quello
che sto dicendo?
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Senza divisione
fra l'esterno e l'interno,
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e' come una marea
va e viene.
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E' una consapevolezza
di questo mondo al di fuori di noi
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e una consapevolezza del
mondo all'interno di noi,
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conscio
e anche non-conscio.
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Quando si e'
profondamente consci o consapevoli
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rimanente o nascosto, non c'e'
movimento inconscio.
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Non so se siete passati
attraverso questo,
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se l'avete fatto;
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non semplicemente
ascoltare molte parole.
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Quindi, consapevolezza e' questo
movimento dell'interno ed esterno,
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e scoprire noi stessi
qualora esista la divisione
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fra l'esterno
e l'interno.
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Cos'e' la concentrazione?
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Concentrarsi su di una pagina,
su una fotografia;
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concentrare tutta la propria energia
su un punto particolare.
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In concentrazione
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c'e' sempre
qualcuno che prova a concentrarsi,
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e in questa concentrazione
c'e' uno sforzo e un controllo.
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Quindi esiste un controllore
ed un controllato nella concentrazione.
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C'e' una divisione fra
il controllore e il controllato,
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quindi c'e' uno sforzo,
un senso di divisione.
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Dove c'e' divisione
ci deve essere conflitto,
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fra il controllore
e il controllato.
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Questo in generale
e' cio' che chiamiamo concentrazione.
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Ora, c'e', nell'attenzione,
questa divisione?
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State ascoltando
attentamente ora?
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Ascoltando chi vi parla, cio' che sta
dicendo riguardo all'attenzione;
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state ascoltando realmente?
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E quando ascoltiamo realmente,
non c'e' nessun centro come l'io
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che sta ascoltando.
Mi state seguendo?
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Per far si che la bellezza
arrivi ad essere,
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la mente deve essere consapevole
senza alcuna scelta delle sue piccolezze:
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deve esserci consapevolezza
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in cui la comparazione
e' terminata completamente.
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K: Generalmente, consideriamo la paura
come qualcosa al di fuori di noi.
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Quindi esiste questa questione
dell'osservatore e l'osservato.
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Ora, e' possibile osservare la
paura senza l'osservatore,
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cosi' che siamo sempre e completamente
in contatto con essa?
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Essere consci della paura
senza scelta, significa
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che la scelta implica l'osservatore,
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scegliere se questo mi piace o meno,
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quindi quando l'osservatore
e' assente
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c'e' una consapevolezza della paura
senza scelta.
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HS: Molto bene.
K: Bene.
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Quindi la parola
impedisce
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l'essere completamente
in contatto con la paura.
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HS: Si. Le parole possono essere
uno schermo, che ci scherma.
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K: Si, e' cio'
che stiamo dicendo.
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HS: Molto bene.
K: Quindi la parola non deve
interferire.
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HS: Vero. Molto bene.
Dobbiamo andare oltre questo.
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K: Oltre la parola.
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Ma e' possibile,
essere oltre la parola?
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In teoria diciamo di si,
ma siamo schiavi delle parole.
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HS: Molto, si, e' vero.
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K: Intendo, e' ovvio
- siamo schiavi delle parole.
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Quindi la mente deve diventare
conscia della sua schiavitu' verso
le parole,
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realizzando che la parola
non e' mai la cosa.
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HS: Vero.
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K: Quindi, la mente e' libera
dalla parola, osservare.
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Tutto questo e' implicato.
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Ora consciamente,
c'e' paura,
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che si puo' comprendere
abbastanza rapidamente.
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Ma ci sono gli strati
piu' profondi della paura,
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denominati
le parti nascoste della mente.
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Essere consci di questo.
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HS: Ora si sta riferendo
all'essere esplicitamente consci
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della piena capacita'
mentale.
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K: Si, il contenuto pieno,
capacita' mentale,
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che e' composto dal conscio e
dai livelli piu' profondi,
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la totalita' della coscienza.
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HS: Si'. E si puo' essere completamente
consci di tutto questo?
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Non sono sicuro.
K: Io dico che e' possibile.
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E' solamente possibile quando siamo
consci durante il giorno,
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cio' che diciamo, le parole che usiamo,
i gesti,
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il modo in cui parliamo, in cui camminiamo,
i nostri pensieri,
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essere completamente e totalmente
consci di tutto questo.
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HS: Pensa che tutto questo puo' essere davanti
a noi in completa consapevolezza?
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K: Certamente.
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Quando non c'e' condanna
e giustificazione,
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quando siamo direttamente
in contatto con questo.
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Durante la giornata, se siamo
consci dei nostri pensieri, sentimenti,
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dei nostri motivi,
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che richiede una mente
molto sensibile.
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HS: Mi sembra che sta dicendo
che la chiave per fare questo
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e' un rovesciamento radicale
nel nostro punto di vista.
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come se fossimo prigionieri
forzando le sbarre per la luce,
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e cercando il raggio di luce
che vediamo di fuori
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e domandandoci come possiamo
raggiungerlo,
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quando in realta' la porta della cella
e' aperta dietro di noi.
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Se solo potessimo girarci potremmo
camminare nella liberta'.
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K: Sicuramente, signore,
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in questa lotta senza fine,
conflitto
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- l'uomo intrappolato
nel suo condizionamento,
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che forza, lotta, batte la sua testa
per essere libero.
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HS: Si.
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K: E ancora abbiamo accettato,
con l'aiuto delle religioni
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e tutto il resto
del gruppo,
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che lo sforzo e' necessario,
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e' parte della vita.
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Secondo me questa e' la
forma di cecita' piu' alta,
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limitare l'uomo nel dire
che deve vivere in perenne
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sforzo.
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HS: Si e lei pensa
che non si debba.
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K: Non 'Io penso' - signore,
non e' una questione di pensiero.
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Cancelliamo queste due parole
e diciamo semplicemente 'non si deve'.
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K: Ma vivere senza sforzo
necessita' della piu' grande sensibilita'
-
e la forma piu' alta di intelligenza.
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Non diciamo, "Bene, Non mi sforzo"
e divento come una mucca.
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HS: Vero, vero.
K: Ma bisogna comprendere
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come il conflitto nasce,
la dualita' in noi stessi.
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Ricordo una volta, viaggiando in macchina
in India con un gruppo di persone.
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Ero seduto
nel sedile anteriore.
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E tre di dietro
stavano parlando della consapevolezza
-
volevano discutere con me
cos'e' la consapevolezza.
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La macchina stava andando
molto veloce.
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Una capra era in mezzo alla strada,
e il guidatore non fece
-
molta attenzione
e investi' il povero animale.
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I signori di dietro che
stavano discutendo la consapevolezza,
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non si accorsero di nulla.
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Voi ridete, ma questo e'
cio' che stiamo facendo.
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Siamo preoccupati intellettualmente
con l'idea della consapevolezza,
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verbale, dialettica
investigazione di opinioni,
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ma in realta' non siamo
attenti a cio' che sta succedenod.
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K: Quindi si puo' osservare
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in silenzio, senza alcuna scelta,
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osservare cio'
che accade dentro di noi?
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Lo specchio
in cui vediamo i nostri volti,
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come ci pettiniamo i capelli,
come ci spazzoliamo i denti,
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come ci rasiamo o ci trucchiamo,
e via dicendo,
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possiamo osservare nella
maniera piu' vicina, chiara
-
e precisa possibile, senza
alcuna distorsione?
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Cio' significa
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che dobbiamo comprendere
il movimento della scelta.
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Vi prego, chiedetevelo:
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Per quale motivo facciamo scelte
psicologiche, interiori,
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dire faro' questo, non faro' quello,
questo e giusto, quello e' sbagliato,
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sono violento ma devo
diventare non-violento,
-
sono orgoglioso ma diventero'
umile - mi capite? -
-
questa scelta interiore
sempre in atto?
-
Esiste scelta
quando c'e' chiarezza?
-
Quindi ci chiediamo:
Per quale motivo c'e' scelta in noi,
-
separata dalla scelta
delle cose?
-
Possiamo osservarla
per un minuto?
-
Gli esseri umani nel mondo
l'hanno ereditata probabilmente,
-
dalle scimmie e via dicendo,
-
sono persone violente,
-
gli esseri umani lo sono,
in tutto il mondo.
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E realizza cio' che
sta accadendo con la violenza,
-
non solo in se stesso,
collettivamente
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e dice, cerchiamo di essere non-violenti
pratichiamo la non-violenza,
-
parliamo
della non-violenza,
-
utilizziamo questo strumento
politico, e via dicendo.
-
Questa e' stata una cosa
che l'India ha prodotto,
-
la non-violenza
-
non solo l'India, molti
l'hanno discussa anche prima.
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Quindi, noi, io, voi siamo violenti
- se sono violento.
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Siamo violenti, e diciamo,
'Diventero' non-violento',
-
che e' una scelta, no?
-
Dove c'e' separazione
nel mio pensiero,
-
posso separare
i pensieri dalle azioni.
-
Penso una cosa
e ne dico un altra,
-
penso una cosa
e faccio diversamente.
-
Questa e' separazione.
Che provoca conflitto, ipocrisia.
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Si puo' entrare in questa questione
del conflitto in maniera profonda,
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e quando si comincia a capire
la natura e la struttura,
-
e la sua sottigliezza,
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mentre osserviamo,
l'osservazione in se, senza alcuna scelta,
-
in questo osservare noteremo
che il conflitto finisce.
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E ci vuole grande attenzione
su ogni pensiero,
-
ogni azione, ogni modo
di sentimento interiore.
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E se si vuole porre fine
a questo conflitto,
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bisogna prestargli
una grande attenzione
-
- non un attenzione casuale,
-
non un giorno o una settimana dopo,
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ma tenere quest'attenzione
sempre in movimento.
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Consapevolezza e' osservazione di cio' che
e', silenziosa e senza scelta.
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In questa consapevolezza
il problema si snoda da solo
-
e quindi
diviene completamente compreso.
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K: Si, signore, lei mi dice
'Sia consapevole di questo'.
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Sono cieco.
Penso sia un elefante.
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Come posso...?
Mi segue signore?
-
Sono cieco!
-
E voglio vedere la luce.
-
E lei mi dice,
'Sia consapevole di questa cecita''.
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Io dico, 'Si.
Cosa significa?'
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WR: Consapevolezza,
attenzione,
-
come discrimina fra queste?
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K: Io le direi...
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WR: Queste tre, consapevolezza,
attenta consapevolezza, ed attenzione.
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K: Io direi, consapevolezza
-
in cui non c'e' scelta,
-
semplicemente essere
consapevoli.
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Nel momento in cui la scelta entra
nella consapevolezza non c'e' consapevolezza.
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WR: Vero.
-
K: Scelta e' misura,
divisione e via dicendo.
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Quindi consapevolezza senza scelta
- semplicemente essere consapevoli -
-
'Non mi piace, mi piace questa stanza'
- tutto cio' che e' finito.
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WR: Si, vero.
-
K: Attenzione,
-
partecipare,
-
in questa attenzione
non c'e' divisione.
-
WR: Significa che non
c'e' scelta.
-
K: Lasciamolo per un momento.
-
Attenzione non implica
divisione: 'Io partecipo'.
-
Quindi non c'e' divisione,
-
non c'e' misura e non c'e'
confine.
-
Si puo' essere consapevoli
del tipo di vestito che abbiamo.
-
Si puo' dire,
'Mi piace' o 'Non mi piace'.
-
Quindi non esiste scelta,
- lo indossiamo, fine.
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Ma l'attenzione,
-
in cui non c'e' nessun 'partecipante'
- colui che presta attenzione -
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e quindi nessuna divisione.
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WR: Ma l'insegnamento Buddista
del satipatthana e' che,
-
nella meditazione
satipatthana
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non c'e' alcuna discriminazione,
non c'e' valore-giudizio,
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non c'e' piacere o dispiacere,
si vede solamente.
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K: Se si e' totalmente attenti,
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con le nostre orecchie,
i nostri occhi,
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con il nostro corpo, i nostri nervi,
tutta la nostra mente, il nostro cuore,
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nei sensi, affezioni, amore,
attenzione totale, cosa succede?
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WR: Naturalmente, accade una
assoluta rivoluzione interna,
-
una completa rivoluzione.
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K: No, qual'e' lo stato
di questa mente
-
che e' completamente attenta?
-
Vede, non ha qualita',
non ha centro,
-
non avendo centro,
non ha confine.
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E questo e' una realta',
non possiamo immaginarci questo.
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Quando si e'
profondamente consci o consapevoli,
-
non ci sono movimenti nascosti, rimanenti o non-consci.
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Non c'e' divisione
fra l'interno e l'esterno.
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K: Se si e' consci - consci,
non dire, 'Sono consapevole,
-
ma quella maglietta non mi piace,
e' troppo blu'.
-
Mi e' stato detto cosi' stamane!
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Siamo consci in questo senso,
-
senza scegliere
- una consapevolezza senza scelta?
-
Quindi se siamo
consci senza scelta,
-
allora siamo attenti.
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Consapevolezza senza scelta
significa attenzione,
-
non coltivata,
ad esempio, 'Devo essere attento!',
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ma essere consci degli alberi,
gli uccelli, il palloncino che va su,
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le montagne, la luce nelle nuvole,
la sera,
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la luce della luna, e via dicendo - osservare,
osservare ed essere consci di questo,
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e la nostra reazione a tutto questo,
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senza rispondere,
senza scegliere
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- mi piace questo, non mi piace quello,
e mio, e' tuo -
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semplicemente essere consci.
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Da questa consapevolezza senza scelta
nasce l'attenzione
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- vero? - attendere,
con gli occhi, con le orecchie,
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con i nervi,
con tutto l'essere.
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Quindi, la qualita' dell'attenzione,
e la qualita' della disattenzione,
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non attendere,
sono due cose diverse.
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Quando c'e' disattenzione
c'e'
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scelta, inconsapevolezza,
-
mancanza di attenzione,
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quindi il registratore
continua,
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la vecchia abitudine si stabilizza.
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Ma quando c'e' attenzione,
la vecchia abitudine viene rotta.
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Capito?
Lo farete?
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Questo e' divertente,
non semplicemente ascoltare le parole.
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Se si applica,
capite,
-
si mette in pratica
- si vede la verita'!