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La mia vita in caratteri

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    Scrivere con la tastiera è una cosa
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    che facciamo spessissimo.
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    In gran parte del mondo
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    è una cosa assolutamente inevitabile.
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    Ma a pochi consumatori interessa sapere
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    da dove viene un particolare carattere
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    o chi lo ha progettato e quando,
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    se c'è un'azione umana che ha contribuito
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    alla sua creazione,
    se si è semplicemente materializzato
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    dall'etere del software.
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    Ma io devo preoccuparmi di queste cose,
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    è il mio lavoro.
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    Sono una delle poche persone
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    che si arrabbia terribilmente
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    per la spaziatura sbagliata tra la T e la E
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    che vedete lì.
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    Devo togliere questa slide.
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    Non la sopporto. Neanche Chris.
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    Ecco. Bene.
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    Il mio intervento riguarda il collegamento
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    tra la tecnologia
    e la progettazione dei caratteri.
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    La tecnologia è cambiata
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    molte volte da quando
    ho iniziato a lavorare:
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    foto, digitale, desktop, schermo, web.
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    Ho dovuto sopravvivere
    a questi cambiamenti e cercare
  • 1:01 - 1:04
    di capire le implicazioni
    in quello che faccio
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    nel design.
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    Questa diapositiva riguarda
    l'effetto degli strumenti sulla forma.
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    Le due lettere, le due K,
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    quella alla vostra sinistra,
    la mia destra, è moderna,
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    fatta al computer.
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    Tutte le linee rette
    sono maledettamente dritte.
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    Le curve hanno quella specie
    di uniformità matematica
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    che la formula di Bézier impone.
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    A destra, ancient Gothic
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    intagliato a mano
    nel resistente acciaio.
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    Nessuna delle linee dritte
    è veramente dritta.
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    Le curve sembrano sottili.
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    Ha quella scintilla di mano umana
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    che la macchina o il programma
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    non potranno mai a catturare.
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    Che contrasto.
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    Ho detto una bugia.
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    Una bugia a TED. Mi dispiace.
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    Entrambi sono stati realizzati
    al computer,
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    stesso programma, stesse curve di Bézier,
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    stesso formato del carattere.
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    Quello alla vostra sinistra
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    è stato realizzato
    da Zuzana Licko alla Emigre,
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    e l'altro l'ho fatto io.
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    Lo strumento è lo stesso,
    eppure le lettere sono diverse.
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    Le lettere sono diverse
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    perché i designer sono diversi.
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    Tutto qui. Zuzana voleva
    che avesse questo aspetto.
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    Io volevo che il mio avesse quest'altro.
    Fine della storia.
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    I caratteri sono molto adattabili.
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    Contrariamente alle arti figurative,
    come la scultura o l'architettura,
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    i caratteri nascondono i propri metodi.
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    Io mi considero un designer industriale.
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    La cosa che progetto viene prodotta,
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    e ha una funzione:
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    essere letta, trasmettere significato.
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    Ma c'è di più.
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    C'è anche una sorta di elemento estetico.
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    Cosa rende queste due lettere diverse
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    per le diverse interpretazioni di designer diversi?
  • 2:44 - 2:46
    Cosa dà al lavoro di alcuni designer
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    una specie
    di stile personale caratteristico,
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    come potreste trovarlo
    nel lavoro di uno stilista,
  • 2:52 - 2:55
    un designer di auto, chiunque?
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    Ci sono stati casi, devo ammetterlo,
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    in cui come designer
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    ho sentito l'influenza della tecnologia.
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    Questo è della metà degli anni '60,
  • 3:04 - 3:06
    il passaggio dai caratteri tipografici
    in metallo alla foto,
  • 3:06 - 3:08
    da caldo a freddo.
  • 3:08 - 3:09
    Ha portato alcuni benefici
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    ma anche un particolare inconveniente:
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    un sistema di spaziatura che forniva
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    solo 18 unità discrete su cui disporre
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    le lettere.
  • 3:22 - 3:24
    All'epoca mi fu chiesto di progettare
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    una serie di caratteri compatti senza grazie
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    con più varianti possibili
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    all'interno di questo schema da 18 unità.
  • 3:33 - 3:35
    Facendo un calcolo veloce,
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    mi resi conto che ne potevo fare solo tre
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    dal design simile. Eccoli qui.
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    In Helvetica Compressed, Extra Compressed,
  • 3:44 - 3:48
    e Ultra Compressed,
    questo sistema rigido di 18 unità
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    mi limitava molto.
  • 3:50 - 3:51
    In qualche modo determinava
    le proporzioni
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    del design.
  • 3:54 - 3:58
    Ecco i caratteri,
    almeno quelli in minuscolo.
  • 3:58 - 4:00
    Li guardate e dite,
  • 4:00 - 4:04
    "Povero Matthew, ha dovuto
    affrontare un problema,
  • 4:04 - 4:07
    e per Dio, lo si vede dai risultati."
  • 4:07 - 4:09
    Spero di no.
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    Se dovessi fare lo stesso lavoro oggi,
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    invece di avere 18 spazi
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    ne avrei 1000.
  • 4:17 - 4:19
    Chiaramente potrei fare più varianti,
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    ma questi tre membri
    della stessa famiglia sarebbero migliori?
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    È difficile da dire senza farlo,
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    ma non sarebbero migliori
    in una proporzione
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    di 1000 a 18,
    ve lo posso assicurare.
  • 4:31 - 4:33
    Il mio istinto mi dice
    che qualunque miglioramento
  • 4:33 - 4:36
    sarebbe di poco conto,
    perché sono stati progettati
  • 4:36 - 4:39
    in funzione del sistema
    a cui dovevano adattarsi,
  • 4:39 - 4:41
    e come dicevo,
    i caratteri sono molto adattabili.
  • 4:41 - 4:44
    Nascondono veramente i propri metodi.
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    Tutti i designer industriali
    lavorano con dei vincoli.
  • 4:46 - 4:49
    Questa non è arte figurativa.
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    La domanda è: un vincolo
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    porta a un compromesso?
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    Accettando un vincolo
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    si lavora con standard inferiori?
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    Non credo, in più
    sono sempre stato incoraggiato
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    da una cosa che disse Charles Eames.
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    Disse che era consapevole di lavorare
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    entro certi limiti,
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    ma di non dover
    accettare compromessi.
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    La distinzione tra un vincolo
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    e un compromesso
    è ovviamente molto sottile,
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    ma è centrale nel mio modo di lavorare.
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    Vi ricordate questa esperienza di lettura?
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    L'elenco del telefono. Vi lascio la slide
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    in modo che possiate godervi la nostalgia.
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    Questo proviene dalle prime prove,
    fatte a metà degli anni '70,
  • 5:30 - 5:32
    del carattere Bell Centennial
    che ho progettato
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    per gli elenchi del telefono americani,
  • 5:34 - 5:37
    ed è stata la mia prima esperienza
    con i caratteri digitali,
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    e un gran bel battesimo.
  • 5:41 - 5:43
    Progettato per gli elenchi del telefono,
    come dicevo,
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    da stampare in piccolissime dimensioni
    su carta di giornale
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    su rotative ad alta velocità
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    con inchiostro fatto
    di cherosene e nerofumo.
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    Non è un ambiente ospitale
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    per un designer tipografico.
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    La sfida era quella
    di progettare un carattere
  • 6:00 - 6:02
    che potesse dare
    il massimo delle prestazioni
  • 6:02 - 6:07
    in queste avverse
    condizioni di produzione.
  • 6:07 - 6:10
    Come dicevo, eravamo
    agli albori della tipografia digitale.
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    Dovevo disegnare ogni carattere a mano
  • 6:12 - 6:14
    su carta millimetrata --
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    c'erano quattro tipi del Bell Centennial --
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    pixel per pixel,
    per poi codificarli in grafica raster
  • 6:19 - 6:20
    per la tastiera.
  • 6:20 - 6:25
    Ci sono voluti due anni,
    ma ho imparato molto.
  • 6:25 - 6:26
    Queste lettere sembrano masticate
  • 6:26 - 6:28
    da un cane o qualcosa di simile
  • 6:28 - 6:30
    ma i pixel mancanti nelle intersezioni
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    tra i tratti o nelle biforcazioni
  • 6:31 - 6:35
    sono il risultato
    del mio studio sugli effetti
  • 6:35 - 6:38
    dell'inchiostro che si propaga
    su carta di bassa qualità
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    e reagisce, modificando
    il carattere di conseguenza.
  • 6:41 - 6:44
    Questi strani artefatti
    sono progettati per compensare
  • 6:44 - 6:47
    gli effetti indesiderati
  • 6:47 - 6:50
    del processo di produzione e di scala.
  • 6:50 - 6:52
    All'inizio, AT&T voleva
  • 6:52 - 6:56
    stampare l'elenco del telefono
    in Helvetica,
  • 6:56 - 6:57
    ma come disse
    il mio amico Erik Spiekermann
  • 6:57 - 7:00
    nel film Helvetica, se lo avete visto,
  • 7:00 - 7:02
    le lettere in Helvetica
    sono state progettate per essere
  • 7:02 - 7:05
    più simili possibile l'una all'altra.
  • 7:05 - 7:08
    Non è la ricetta giusta
    per la leggibilità su piccole dimensioni.
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    Appare molto elegante su una slide.
  • 7:10 - 7:13
    Ho dovuto differenziare le forme
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    dei numeri il più possibile
    nel Bell Centennial
  • 7:16 - 7:18
    aprendo in qualche modo le forme,
    come potete vedere
  • 7:18 - 7:21
    nella parte bassa della slide.
  • 7:21 - 7:23
    Siamo a metà degli anni '80,
  • 7:23 - 7:26
    gli albori della tipografia digitale,
  • 7:26 - 7:28
    la tecnologia vettoriale.
  • 7:28 - 7:30
    C'era un problema all'epoca
  • 7:30 - 7:32
    con la dimensione dei caratteri,
  • 7:32 - 7:35
    ovvero la quantità di dati
    necessari a trovare
  • 7:35 - 7:40
    e memorizzare un carattere nel computer.
  • 7:40 - 7:42
    Limitava il numero di caratteri
    che si potevano avere
  • 7:42 - 7:45
    nel sistema in una volta sola.
  • 7:45 - 7:49
    Feci un'analisi dei dati,
  • 7:49 - 7:51
    e scoprii che un tipico carattere con grazie
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    che vedete a sinistra
  • 7:53 - 7:55
    aveva bisogno del doppio dei dati
  • 7:55 - 7:57
    di uno senza grazie
    come quello al centro
  • 7:57 - 8:00
    a causa di tutti i punti necessari
  • 8:00 - 8:04
    per definire le eleganti curve
    dei saliente delle grazie.
  • 8:04 - 8:07
    I numeri nella parte bassa della slide
  • 8:07 - 8:09
    rappresentano la quantità di dati
  • 8:09 - 8:13
    necessari per memorizzare ogni carattere.
  • 8:13 - 8:15
    Quelli senza grazie, in mezzo,
  • 8:15 - 8:18
    senza le grazie, occupavano meno spazio,
  • 8:18 - 8:20
    81 rispetto a 151.
  • 8:20 - 8:24
    "Aha", ho pensato.
    "Gli ingegneri hanno un problema.
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    Designer in soccorso."
  • 8:26 - 8:29
    Creai un carattere con grazie,
    che vedete a destra,
  • 8:29 - 8:30
    senza grazie curve.
  • 8:30 - 8:33
    Le resi poligonali,
    a partire da segment dritti,
  • 8:33 - 8:35
    con salienti smussati.
  • 8:35 - 8:39
    E guardate, economici
    quanto uno senza grazie.
  • 8:39 - 8:42
    Si chiama Charter, a destra.
  • 8:42 - 8:44
    Andai dal capo ingegnere
  • 8:44 - 8:46
    con i miei numeri, e dissi orgoglioso,
  • 8:46 - 8:48
    "Ho risolto il problema."
  • 8:48 - 8:52
    "Oh", mi disse. "Quale problema?"
  • 8:52 - 8:53
    E dissi, "Be', sa, il problema
  • 8:53 - 8:57
    dell'enorme quantità di spazio
    richiesta dai caratteri senza grazie."
  • 8:57 - 9:00
    "Oh", mi disse. "Abbiamo risolto
    il problema la settimana scorsa.
  • 9:00 - 9:03
    Abbiamo scritto una routine
    di compattazione che riduce
  • 9:03 - 9:05
    la dimensione dei caratteri
    di un ordine di grandezza.
  • 9:05 - 9:07
    Si possono avere nel sistema quanti caratteri
  • 9:07 - 9:09
    si vuole."
  • 9:09 - 9:11
    "Bene, grazie di avermelo detto", risposi.
  • 9:11 - 9:13
    Tutto in fumo di nuovo.
  • 9:13 - 9:15
    Ero rimasto con una soluzione di design
  • 9:15 - 9:19
    per un problema tecnico inesistente.
  • 9:19 - 9:22
    Ma qui la storia
    si fa interessante per me.
  • 9:22 - 9:25
    Non ho buttato via il mio progetto,
  • 9:25 - 9:26
    offeso.
  • 9:26 - 9:28
    Ho insistito.
  • 9:28 - 9:30
    Quello che era iniziato
    come un esercizio tecnico
  • 9:30 - 9:33
    è diventato un esercizio estetico.
  • 9:33 - 9:36
    In altre parole, ero arrivato
    ad apprezzare quel carattere.
  • 9:36 - 9:38
    Non importa come è stato creato.
    Chi se ne frega.
  • 9:38 - 9:41
    Mi piaceva il design di per sé.
  • 9:41 - 9:43
    La forme semplificate di Charter
  • 9:43 - 9:45
    gli davano una sorta di qualità chiara
  • 9:45 - 9:47
    e una sobria asciuttezza
  • 9:47 - 9:49
    che in qualche modo mi piaceva.
  • 9:49 - 9:52
    In tempi di innovazioni tecnologiche,
  • 9:52 - 9:54
    i designer vogliono essere influenzati
  • 9:54 - 9:55
    da quello che c'è nell'aria.
  • 9:55 - 9:58
    Vogliamo reagire.
    Vogliamo essere spinti
  • 9:58 - 10:01
    a esplorare qualcosa di nuovo.
  • 10:01 - 10:04
    Charter è quasi una parabola per me.
  • 10:04 - 10:08
    Alla fine, non c'era nessun
    collegamento causale o forzato
  • 10:08 - 10:11
    tra la tecnologia e il design di Charter.
  • 10:11 - 10:15
    Avevo frainteso la tecnologia.
  • 10:15 - 10:18
    La tecnologia mi suggeriva qualcosa,
  • 10:18 - 10:20
    ma non mi forzava la mano,
  • 10:20 - 10:23
    e credo che accada molto spesso.
  • 10:23 - 10:25
    Gli ingegneri sono molto intelligenti,
  • 10:25 - 10:27
    e nonostante l'occasionale frustrazione
  • 10:27 - 10:28
    dell'essere meno intelligente di loro,
  • 10:28 - 10:30
    mi è sempre piaciuto lavorarci insieme
  • 10:30 - 10:32
    e imparare da loro.
  • 10:32 - 10:35
    A proposito, a metà degli anni '90,
  • 10:35 - 10:37
    iniziai a parlare
    con quelli della Microsoft
  • 10:37 - 10:40
    dei caratteri a schermo.
  • 10:40 - 10:42
    Fino a quel punto,
    tutti i caratteri a schermo
  • 10:42 - 10:45
    erano stati adattati
    da caratteri di stampa
  • 10:45 - 10:47
    esistenti, naturalmente.
  • 10:47 - 10:50
    Ma Microsoft previde correttamente
  • 10:50 - 10:52
    il movimento, il fuggi fuggi
  • 10:52 - 10:55
    verso la comunicazione elettronica,
  • 10:55 - 10:57
    verso la lettura e scrittura su schermo
  • 10:57 - 11:00
    con il risultato stampato
    che diventa in qualche modo
  • 11:00 - 11:02
    di secondaria importanza.
  • 11:02 - 11:06
    Le priorità a quel punto
    stavano cambiando.
  • 11:06 - 11:08
    Volevano una piccola gamma di caratteri
  • 11:08 - 11:11
    che non fossero adattati,
    ma progettati per lo schermo
  • 11:11 - 11:14
    per far fronte ai problemi dello schermo,
  • 11:14 - 11:18
    ossia l'evoluzione della risoluzione.
  • 11:18 - 11:21
    Dissi a Microsoft
    che un carattere progettato
  • 11:21 - 11:23
    per una particolare tecnologia
  • 11:23 - 11:26
    è un carattere che auto-invecchia.
  • 11:26 - 11:28
    Ho progettato molti caratteri in passato
  • 11:28 - 11:32
    voluti per mitigare problemi tecnici.
  • 11:32 - 11:35
    Grazie agli ingegneri,
    i problemi tecnici sono spariti.
  • 11:35 - 11:37
    E così i miei caratteri.
  • 11:37 - 11:40
    Era solo una misura temporanea.
  • 11:40 - 11:42
    Microsoft tornò indietro per dire che
  • 11:42 - 11:43
    i monitor di computer a buon mercato
  • 11:43 - 11:45
    con risoluzioni migliori
  • 11:45 - 11:47
    sarebbero arrivati
    solo una decina di anni dopo.
  • 11:47 - 11:50
    Quindi pensai: un decennio, non è male,
  • 11:50 - 11:52
    è più che una misura temporanea.
  • 11:52 - 11:54
    Mi convinsero,
  • 11:54 - 11:57
    e ci mettemmo al lavoro
    su quelli che sarebbero diventati
  • 11:57 - 11:58
    Verdana e Georgia,
  • 11:58 - 12:01
    per la prima volta
    non lavorando su carta
  • 12:01 - 12:04
    ma direttamente sullo schermo
    a livello di pixel.
  • 12:04 - 12:08
    All'epoca, gli schermi erano binari.
  • 12:08 - 12:11
    Il pixel era acceso o spento.
  • 12:11 - 12:14
    Qui vedete i contorni di una lettera,
  • 12:14 - 12:16
    la H maiuscola,
  • 12:16 - 12:18
    che è la linea nera sottile,
    il contorno,
  • 12:18 - 12:21
    ossia come viene memorizzata
  • 12:21 - 12:23
    superimposta sulla bitmap,
  • 12:23 - 12:25
    l'area grigia,
  • 12:25 - 12:27
    che è quello
    che viene visualizzato a schermo.
  • 12:27 - 12:30
    La bitmap viene rasterizzata
    dal contorno.
  • 12:30 - 12:32
    Qui in una H maiuscola,
    fatta tutte di linee rette,
  • 12:32 - 12:34
    le due sono quasi in perfetta sincronia
  • 12:34 - 12:39
    sulla griglia cartesiana.
  • 12:39 - 12:42
    Non è così invece per la O.
  • 12:42 - 12:45
    Sembra più una costruzione di mattoni
    che il design di un carattere,
  • 12:45 - 12:48
    ma credetemi, questa è
    una buona bitmap di una O,
  • 12:48 - 12:50
    per il semplice motivo
    che è simmetrica,
  • 12:50 - 12:52
    sia sull'asse x che sull'asse y.
  • 12:52 - 12:55
    In una bitmap binaria, non si può
  • 12:55 - 12:57
    chiedere di più.
  • 12:57 - 12:59
    Qualche volta faccio
  • 12:59 - 13:01
    tre o quattro versioni diverse
    di una lettera difficile
  • 13:01 - 13:03
    come una a minuscola,
  • 13:03 - 13:06
    e poi faccio un passo indietro
    per scegliere la migliore.
  • 13:06 - 13:09
    Be', non c'era migliore,
  • 13:09 - 13:11
    quindi il giudizio del designer entra
  • 13:11 - 13:12
    nel cercare di decidere
  • 13:12 - 13:15
    qual è la meno peggio.
  • 13:15 - 13:18
    È un compromesso?
  • 13:18 - 13:19
    Non per me, se lavorate
  • 13:19 - 13:23
    con gli standard più elevati
    che la tecnologia permette,
  • 13:23 - 13:25
    nonostante gli standard siano
  • 13:25 - 13:27
    meno che ideali.
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    Riuscirete forse a vedere in questa slide
  • 13:29 - 13:31
    due diverse bitmap di un carattere.
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    La "a" in alto, credo,
  • 13:33 - 13:35
    è migliore della "a" in basso,
  • 13:35 - 13:37
    ma non è comunque perfetta.
  • 13:37 - 13:39
    Forse vedete meglio l'effetto
  • 13:39 - 13:42
    se la riduciamo. Magari no.
  • 13:42 - 13:45
    Sono un pragmatico, non un idealista,
  • 13:45 - 13:46
    per necessità.
  • 13:46 - 13:48
    Per un certo tipo di temperamento,
  • 13:48 - 13:50
    c'è un certo tipo di soddisfazione
  • 13:50 - 13:54
    nel fare qualcosa
    che non può essere perfetto
  • 13:54 - 13:57
    ma si può ancora fare
    al meglio delle proprie capacità.
  • 13:57 - 14:02
    Ecco la H minuscola in Georgia corsivo.
  • 14:02 - 14:05
    La bitmap sembra
    frastagliata e irregolare.
  • 14:05 - 14:06
    È frastagliata e irregolare.
  • 14:06 - 14:08
    Ma ho scoperto, facendo esperimenti,
  • 14:08 - 14:12
    che c'è un'inclinazione ottimale,
  • 14:12 - 14:14
    per il corsivo su schermo
  • 14:14 - 14:16
    in modo che i tratti si spezzino bene
  • 14:16 - 14:18
    al confine tra i pixel.
  • 14:18 - 14:21
    Guardate questo esempio come,
    seppure frastagliato,
  • 14:21 - 14:23
    le gambe sinistre e destre
  • 14:23 - 14:25
    si spezzino allo stesso livello.
  • 14:25 - 14:29
    È una vittoria. Va bene.
  • 14:29 - 14:32
    E ovviamente,
    a maggiori profondità,
  • 14:32 - 14:34
    non c'è molta scelta.
  • 14:34 - 14:39
    Questa è una S,
    nel caso ve lo steste chiedendo.
  • 14:39 - 14:41
    Sono passati 18 anni
  • 14:41 - 14:44
    da quando Verdana e Georgia
    furono pubblicati.
  • 14:44 - 14:46
    Microsoft aveva assolutamente ragione,
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    ci sono voluti 10 anni buoni,
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    ma gli schermi ora hanno
  • 14:50 - 14:53
    una migliore risoluzione spaziale,
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    e una risoluzione fotometrica
    molto migliore
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    grazie all'antialasing e così via.
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    Ora che la loro missione è compiuta,
  • 15:03 - 15:05
    significa la scomparsa
  • 15:05 - 15:07
    dei caratteri da schermo che ho progettato
  • 15:07 - 15:10
    per gli schermi di allora?
  • 15:10 - 15:13
    Sopravviveranno agli schermi ora obsoleti
  • 15:13 - 15:15
    e alla marea di nuovi caratteri web
  • 15:15 - 15:17
    che entrano sul mercato?
  • 15:17 - 15:18
    Oppure si sono ritagliati
  • 15:18 - 15:21
    la loro nicchia evolutiva
  • 15:21 - 15:24
    indipendente dalla tecnologia?
  • 15:24 - 15:26
    In altre parole, sono stati assorbiti
  • 15:26 - 15:29
    dalla tipografia tradizionale?
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    Non sono sicuro, ma hanno fatto
    molta strada fino ad ora.
  • 15:33 - 15:36
    18 anni è una bella età
    per qualunque cosa
  • 15:36 - 15:38
    con il tasso di deperibilità di oggi,
  • 15:38 - 15:40
    quindi non mi lamento.
  • 15:40 - 15:42
    Grazie.
  • 15:42 - 15:45
    (Applausi)
Title:
La mia vita in caratteri
Speaker:
Matthew Carter
Description:

Prendete un libro, una rivista o lo schermo, e molto probabilmente vi capiterà di vedere caratteri progettati da Matthew Carter. In questo affascinante intervento, l'uomo che sta dietro a caratteri come Verdana, Georgia e Bell Centennial (progettato solo per gli elenchi del telefono, ve li ricordate?), ci fa fare un giro della sua carriera concentrata su ogni singolo pixel di ogni lettera di ogni carattere.

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English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:01
Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for My life in typefaces
Aldo Terminiello accepted Italian subtitles for My life in typefaces
Anna Cristiana Minoli commented on Italian subtitles for My life in typefaces
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  • Attenti alla lunghezza dei sottotitoli e alla velocità di lettura. In questo video ci sono indicazioni su come comportarsi e se necessario compattare i sottotitoli
    https://www.youtube.com/watch?v=yvNQoD32Qqo

    Ciao

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