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L'aiuto umanitario gestito da entità locali | Peter Walker | TEDxLakeGeneva

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    È un numero davvero enorme.
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    Sono 250 milioni le persone nel mondo
    che vedono la loro vita, le loro speranze
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    ed il loro sostentamento
    distrutte dai disastri ogni anno,
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    da allagamenti, carestie, guerre.
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    Parliamo di quasi metà della popolazione
    dell' Europa Occidentale.
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    Come già detto oggi,
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    questo numero è superiore
    all'intera popolazione francofona mondiale
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    Le organizzazioni umanitarie,
    gestite e finanziate dall'Occidente,
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    spendono 15 miliardi di dollari l'anno
    in aiuti umanitari durante queste crisi.
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    Sono tanti soldi.
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    Ma se facciamo il calcolo,
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    vedremo che sono solo 60 dollari
    per ogni persona colpita.
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    Ed ora abbiamo una nuova sfida.
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    Mentre il cambiamento climatico avanza,
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    la società moderna fatica ad adattarsi,
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    quindi sarà inevitabile
    vedere disastri sempre più frequenti,
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    in luoghi diversi,
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    e con un forza distruttiva
    maggiore del passato.
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    Per noi che lavoriamo in questo campo
    è stupendo!
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    Siamo un business in crescita.
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    Anche durante una recessione
    non perderei il mio lavoro.
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    Ma,
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    c'è un problema.
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    Organizzazioni esterne come la nostra
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    intervengono solo per mettere una toppa.
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    Siamo le ambulanze del mondo globalizzato.
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    E quando il numero di persone
    colpite da queste crisi aumenterà,
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    la capacità di fornire soccorso
    con un sistema centralizzato e piramidale
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    sarà insufficiente.
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    In realtà, è già insufficiente.
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    Servono nuove strategie
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    per fornire aiuti specifici
    per le caratteristiche di ogni crisi,
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    serve un sistema decentralizzato
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    che ci permetta di realizzare un piano
    adatto per ogni singola realtà locale.
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    Serve qualcosa di semplice,
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    qualcosa di ovvio,
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    ma incredibilmente difficile da costruire.
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    Questa è la mia grande, ma semplice, idea:
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    le persone colpite da disastri come questi
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    possono e devono avere in mano
    il proprio destino.
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    I soccorsi gestiti a livello locale
    funzionano anche su larga scala,
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    a patto che
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    le organizzazioni internazionali
    cambino radicalmente
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    il loro modo di agire e di pensare.
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    Mi spiego meglio.
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    Anni fa, quando ero giovane,
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    quando ero molto più giovane,
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    gestii un'operazione di soccorso
    in territorio etiope
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    inviando aiuti alimentari
    nei villaggi affetti da carestia.
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    Conoscevo perfettamente
    il costo degli aiuti alimentari
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    e avevo un'idea di massima
    del costo delle tecniche di sostentamento
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    che le famiglie locali avevano sostenuto
    per sopravvivere alla carestia finora.
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    Quel valore era nove volte superiore
    al valore dei miei aiuti alimentari.
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    Quindi il reale sforzo umanitario,
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    era gestito e finanziato al 90%
    dalle famiglie etiopi,
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    e solo il 10% era gestito e finanziato
    dalla mia organizzazione.
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    Quindi a volte,
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    quello che vediamo
    dipende dal punto di vista.
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    Ma la cosa interessante è un'altra.
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    Quasi ogni organizzazione internazionale
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    proclama il proprio impegno
    nel collaborare con le entità locali.
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    In realtà, seguendo i flussi del denaro,
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    la distanza tra retorica e realtà,
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    è davvero stupefacente.
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    Come detto, spendiamo circa 15 miliardi
    in aiuti umanitari ogni anno,
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    ma meno del 5% di questa somma
    arriva direttamente ai gruppi locali.
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    Il resto va alle grandi organizzazioni
    mentre ai gruppi locali,
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    tra contratti e subcontratti,
    arrivano solo le briciole.
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    Stasera voglio dimostrare che è possibile
    gestire i soccorsi a livello locale
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    e mostrare al sistema internazionale
    come approfittarne
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    per creare un futuro
    che sia dinamico ed innovativo.
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    Quindi
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    come dovrebbe funzionare?
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    Allora,
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    gli enti locali dovrebbero
    prendere le decisioni cruciali.
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    Quindi i gruppi sul campo decidono
    le priorità e le modalità d'azione
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    e le organizzazioni internazionali
    forniscono le risorse,
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    le conoscenze tecniche e le relazioni
    per far funzionare i soccorsi.
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    O potrebbe essere gestito
    a livello locale.
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    Un'organizzazione esterna
    potrebbe iniziare le operazioni
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    per poi passare la gestione del progetto
    ai gruppi locali.
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    Gruppi che ne prenderebbero possesso.
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    Purtroppo, in realtà osserviamo
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    che i gruppi locali eseguono solo ordini.
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    Significa che le compagnie straniere
    pagano i locali per fare il loro lavoro.
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    Questi vengono chiamati
    accordi di collaborazione, ma non lo sono.
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    Sono contratti di fornitura,
    ma non deve essere per forza così.
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    La gestione locale può essere innovativa.
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    In Mozambico, comunità locali
    devastate dalla guerra civile
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    hanno visto i proprio figli
    tornare a casa come bambini-soldato,
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    colpevoli di atroci crimini di guerra.
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    Questo per loro è qualcosa
    di assolutamente nuovo.
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    Così hanno deciso di innovarsi.
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    Hanno deciso di riadattare
    la loro tradizionale cerimonia funebre.
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    La nuova cerimonia prevede che i bambini
    entrino nella casa della morte,
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    e che vengano spogliati,
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    per poi dare fuoco alla casa.
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    I bambini vengono poi soccorsi,
    salvati dalla morte, e quindi rinati.
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    D'ora in poi avranno un altro nome,
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    saranno persone nuove.
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    Nessuno li identificherà più
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    con il loro vecchio nome,
    nessuno parlerà più del loro passato.
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    E questo adattamento
    ha avuto un successo fenomenale
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    nell'aiutare i bambini
    a reintegrarsi nella società,
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    una tecnica molto più utile
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    dei programmi di riabilitazione
    delle grandi organizzazioni straniere.
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    Attraversiamo il pianeta fino in Myanmar.
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    In questo Stato,
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    la comunità locale ha ideato e realizzato
    case di bamboo anti-ciclone,
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    a costi inferiori rispetto ai progetti
    suggeriti dai loro partner internazionali.
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    Hanno usato materiali rinnovabili
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    e tecniche tradizionali
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    accorciando allo stesso tempo
    i tempi di reazione ai disastri
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    e il sostegno all'economia locale.
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    Un ottimo utilizzo delle risorse locali.
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    La gestione a livello locale dei disastri
    avviene anche in Occidente.
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    In Louisiana,
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    gruppi di attivisti locali nel tentativo
    di ridurre l'inquinamento petrolifero
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    hanno riadattato un software
    sviluppato in Kenya
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    per tracciare i versamenti di petrolio
    lungo le loro coste.
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    Ciò ha fornito loro
    informazioni fondamentali
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    per combattere
    contro le compagnie petrolifere
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    e di quantificare accuratamente
    le richieste di risarcimento danni.
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    A volte,
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    gestire i soccorsi a livello locale
    costa anche meno.
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    Nella Repubblica Democratica del Congo,
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    una comunità locale è riuscita
    ad aiutare molti soldati smobilitati
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    a reintegrarsi nella società
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    al costo di 150 dollari ciascuno
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    contro gli oltre 300 dollari
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    che le organizzazioni internazionali
    avevano preventivato.
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    La gestione dei soccorsi a livello locale
    è più ingegnosa.
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    Nelle Filippine, le istituzioni municipali
    hanno sviluppato software di messagistica
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    che permettono alle persone colpite
    da allagamenti, cicloni e incendi
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    di chiedere aiuto alle autorità.
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    Questo sistema analizza in tempo reale
    i messaggi in arrivo dalle comunità
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    e fornisce un quadro generale
    della situazione attuale.
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    In questo modo gli aiuti sono mirati
    e i tempi di reazione sono rapidissimi.
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    Ok, non voglio sembrare ingenuo
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    e suggerire che la gestione locale
    sia la soluzione ad ogni problema.
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    Durante alcune crisi,
    specialmente quelle più violente,
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    entità neutrali ed esterne
    sono spesso l'unica soluzione
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    per fornire assistenza umanitaria.
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    E quando un progetto come questo
    cresce enormemente in così poco tempo,
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    veicolare grosse somme di denaro
    e ingenti quantità di lavoro
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    a piccole organizzazioni locali
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    potrebbe distruggerle del tutto.
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    È successo dopo lo tsunami del 2004
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    e dopo il terremoto di Haiti nel 2010.
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    Ma in base alla nostra esperienza
    se vogliamo davvero essere efficaci,
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    la gestione locale deve avere un ruolo
    nel piano d'azione generale.
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    Vi racconto un aneddoto.
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    Anni fa un guru di questo business
    che si chiama Mary Anderson,
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    mi convinse di una cosa:
  • 9:00 - 9:03
    mai sperare nell'aiuto esterno,
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    bisogna sempre lavorare su sé stessi.
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    Le comunità più forti crescono localmente,
    non vengono costruite con aiuti esterni.
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    È davvero un rompicapo.
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    La gestione dei soccorsi a livello locale
    è sito specifica
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    ed è piena di contraddizioni.
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    Ed è forse ancora più costosa
  • 9:21 - 9:26
    rispetto a quei monumentali programmi
    che vengono ideati a Washington o Ginevra.
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    Nonostante questo,
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    affinché i soccorsi funzionino
    in contesti così complessi
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    e in rapida evoluzione
  • 9:33 - 9:36
    abbiamo un bisogno costante di feedback.
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    Abbiamo bisogno di conoscenze specifiche.
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    Abbiamo bisogno di gente sul campo
    che sia in grado di prendere il comando.
  • 9:45 - 9:47
    E se vogliamo fare qualcosa
  • 9:47 - 9:50
    che non sia solo tenere in vita
    persone colpite da un'emergenza
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    dobbiamo integrare nel sistema generale
    le organizzazioni di soccorso locali.
  • 9:54 - 9:59
    Come ha già detto Erika,
    ciò di cui abbiamo bisogno,
  • 9:59 - 10:01
    ciò di cui abbiamo davvero bisogno,
  • 10:01 - 10:05
    è ripensare completamente
    cosa significa collaborare.
  • 10:05 - 10:10
    Non significa appaltare
    o assegnare compiti a terzi,
  • 10:10 - 10:13
    ma significa combinare
    conoscenza del territorio ed idealismo
  • 10:14 - 10:17
    con un reale interesse per il futuro.
  • 10:17 - 10:19
    Significa combinare influenza politica,
  • 10:19 - 10:24
    con le conoscenze tecniche e la forza
    delle organizzazioni internazionali.
  • 10:24 - 10:28
    Le organizzazioni internazionali
    devono essere molto più abili
  • 10:28 - 10:31
    nell'aiutare i gruppi locali a crescere.
  • 10:32 - 10:34
    Non devono metterli da parte.
  • 10:34 - 10:36
    Non devono farli diventare
    brutte copie di sé stesse.
  • 10:37 - 10:39
    La vera collaborazione
  • 10:39 - 10:41
    si basa sul rispetto,
  • 10:41 - 10:44
    sull'umiltà e sulla fiducia.
  • 10:46 - 10:47
    Se riuscissimo a combinare
  • 10:48 - 10:52
    l'influenza politica e la scienza
    delle organizzazioni internazionali
  • 10:53 - 10:56
    con la conoscenza del territorio
    ed il lavoro delle comunità
  • 10:56 - 10:59
    e se mettessimo alla guida i gruppi locali
  • 10:59 - 11:02
    solo allora avremmo un sistema efficace,
  • 11:02 - 11:05
    capace di affrontare le sfide
    che ci presenta il futuro
  • 11:05 - 11:08
    in un mondo globalizzato e così caotico.
  • 11:10 - 11:15
    Soccorsi gestiti a livello locale
    e collaborazioni internazionali genuine
  • 11:15 - 11:18
    aumenteranno la corretta gestione
    degli aiuti.
  • 11:18 - 11:22
    Miglioreranno la comunicazione
    con le comunità più a rischio.
  • 11:22 - 11:26
    Ed infine miglioreranno notevolmente
    l'efficacia dei soccorsi.
  • 11:26 - 11:29
    Tutto questo è possibile
    e sta già accadendo.
  • 11:30 - 11:35
    Per passare da uno di questi esempi
    che ho condiviso con voi
  • 11:35 - 11:37
    ad un cambiamento radicale
  • 11:37 - 11:39
    serve un atto di fede
  • 11:40 - 11:41
    e la voglia di avere fiducia
  • 11:42 - 11:43
    e di sperimentare.
  • 11:44 - 11:45
    Grazie.
  • 11:45 - 11:46
    (Applauso)
Title:
L'aiuto umanitario gestito da entità locali | Peter Walker | TEDxLakeGeneva
Description:

Con oltre 25 anni di esperienza sul campo nell'ambito del soccorso umanitario internazionale, Peter Walker guida oggi un team di 30 studiosi e professionisti nel Feinstein International Center della Tufts University negli Stati Uniti. La sua squadra conduce ricerche per cercare di comprendere meglio quali siano i fattori che causano o che aggravano le crisi umanitarie, e come reagire efficacemente. Peter Walker è coinvolto direttamente ad ogni livello: dalla la gestione politica ed amministrativa agli standard internazionali ed allo stesso tempo, durante il suo annuale workshop "Simulazione di una calamità" alla Tufts Univeristy, insegna ai volontari come gestire le crisi.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
11:57

Italian subtitles

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