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Steve Keil: Un manifesto in favore del gioco, per la Bulgaria e non solo

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    Oggi mi trovo qui
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    per fare la rivoluzione.
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    Ma prima di correre alle armi,
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    o cantare insieme,
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    o scegliere il colore preferito,
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    vi voglio dare la mia definizione di rivoluzione.
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    Per me rivoluzione
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    è un cambiamento radicale e lungimirante
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    del modo in cui pensiamo e in cui ci comportiamo --
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    del modo in cui pensiamo e in cui ci comportiamo.
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    Mi chiederete, per quale motivo, Steve, ci vuole una rivoluzione?
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    Ci vuole una rivoluzione
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    perché le cose non stanno funzionando; semplicemente per questo.
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    E questo mi rende davvero triste,
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    perché sono stufo di vedere cose che non funzionano.
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    Sapete, sono stufo di vedere come non sfruttiamo il nostro potenziale.
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    Di arrivare sempre ultimi.
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    E siamo all'ultimo posto in tante cose --
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    ad esempio nei fattori sociali.
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    Ultimi in Europa per innovazione.
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    Eccoci lì, in fondo alla lista,
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    una cultura che non da' credito all'innovazione.
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    Ultimi nella sanità pubblica,
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    che se funzionasse saremmo tutti più tranquilli.
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    Eccoci lì, non solo ultimi nella U.E.,
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    ma ultimi in Europa, proprio in fondo alla graduatoria.
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    E cosa ancor peggiore,
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    una notizia di 3 settimane fa, l'avrete senz'altro letta, pubblicata da The Economist.
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    Siamo il luogo più triste del pianeta
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    riguardo al prodotto interno lordo pro capite --
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    il più triste della terra.
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    Questo per quanto attiene al sociale, e ora passiamo all'educazione.
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    Dove ci trovavamo 3 settimane fa
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    in un altro rapporto dell'OCSE?
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    Ultimi in lettura, matematica e scienze, ultimi.
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    Commercio:
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    La più bassa percezione nella U.E.
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    che gli imprenditori apportino vantaggi alla società.
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    E qual è la conseguenza?
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    La più bassa percentuale di nuove imprese.
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    Questo non ostante il fatto
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    che tutti sappiamo che le piccole imprese
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    sono il motore dell'economia.
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    Assumiamo più di tutti, imponiamo più tasse di tutti.
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    Ma che succede se si rompe il motore?
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    Il PIL più basso d'Europa.
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    Ultimi.
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    Allora non meravigliamoci se il 62% dei Bulgari
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    manca di ottimismo per il futuro.
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    Non siamo felici, abbiamo un pessimo sistema educativo,
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    le peggiori imprese commerciali.
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    E questi sono fatti, gente.
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    Non sono favole che vi voglio propinare.
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    Non lo sono.
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    E non sto nemmeno cospirando contro la Bulgaria. Questi sono fatti.
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    Credo che dovrebbe essere assolutamente chiaro
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    che il nostro sistema è in avaria.
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    Il nostro modo di pensare, di comportarci,
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    il nostro sistema operativo di comportamento non funziona.
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    Ci vuole un cambiamento radicale nel modo di pensare e di comportarci
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    per trasformare la Bulgaria in una nazione migliore,
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    migliore per noi, per i nostri amici,
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    per le nostre famiglie e per il nostro futuro.
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    Come è potuto succedere?
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    Ma ora pensiamo positivo. Cambieremo il nostro modo di pensare. Come è successo?
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    Credo che siamo ultimi perché --
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    e sembrerà un'affermazione drastica a qualcuno di voi --
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    perché ci facciamo del male da soli.
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    Rimaniamo indietro
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    perché non diamo importanza al gioco.
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    Ho detto proprio gioco.
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    Semmai qualcuno si fosse dimenticato di cosa parlo, ecco cos'è il gioco.
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    I neonati giocano, i bimbi giocano,
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    gli adulti giocano.
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    Ma noi non diamo valore al gioco.
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    Anzi lo screditiamo.
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    E lo facciamo in tre ambiti.
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    Diamogli un'occhiata.
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    Ambito sociale: 45 anni di cosa?
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    Di comunismo --
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    la società e lo stato sono più importanti dell'individuo,
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    e inavvertitamente sono stati calpestati
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    creatività, espressione individuale e innovazione.
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    E noi a cosa diamo importanza?
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    Perché è dimostrato
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    che il modo in cui applichiamo, creiamo e usiamo la conoscenza
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    è influenzato dal contesto sociale e istituzionale,
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    che cosa ci veniva detto durante il comunismo?
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    Di essere seri.
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    Di comportarci in modo serio.
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    Era così.
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    (Applausi)
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    Essere seri.
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    Non so quante volte sono stato ripreso ai giardini pubblici
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    perché permettevo ai miei bambini di giocare per terra.
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    Per carità, giocano in terra,
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    o ancora peggio nel kal, nell'acqua, e i germi li uccideranno.
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    Le baba ed i dyado, le nonne ed i nonni,
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    mi dicevano che non dovremmo far giocare tanto i bambini,
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    perché la vita è una cosa seria
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    e dobbiamo prepararli in modo adeguato ad affrontare la vita.
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    Abbiamo a che fare con un meme molto preoccupante.
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    Siamo minacciati dal meme sociale.
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    Un meme difficile da combattere.
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    Sono già 45 anni
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    che conviviamo con quello che chiamo il fattore nonna.
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    (Risate)
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    (Applausi)
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    Ecco come funziona.
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    Punto 1: la donna dice, "Voglio un bambino. Iskam bebe."
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    Punto 2: ecco che arriva il bambino, evviva!
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    Ma poi che succede al punto 3?
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    Voglio tornare al lavoro,
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    vuoi per la carriera, vuoi per socializzare.
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    Dovrò affidare bebko, il bambino, alla nonna.
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    Ma non dobbiamo dimenticarci
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    che sono 45 anni che la nonna è stata infettata dal meme.
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    E allora cosa succede?
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    Trasmette il virus al bambino,
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    e poi ci vuole un tempo estremamente lungo - un tempo da sequoie -
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    perché quel meme
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    venga espulso dal nostro sistema operativo.
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    E poi che accade?
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    Va a scuola dove persiste un sistema antiquato,
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    immutato negli ultimi 100 anni,
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    che esige l'apprendimento meccanico,
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    la memorizzazione e la standardizzazione,
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    mentre non tiene conto dell'espressione individuale, dell'esplorazione di sé,
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    delle domande, della creatività, del gioco.
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    Un sistema fallimentare.
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    La mia storia: stavo cercando una scuola per mio figlio.
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    Siamo andati in questa piccola scuola prestigiosa
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    dove mi hanno detto che la matematica veniva insegnata 10 volte la settimana
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    e le scienze otto volte,
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    e la lettura cinque volte al giorno e così via.
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    E noi, "E quando c'è l'intervallo, quando giocano?"
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    E loro, "Ah, ma non è previsto."
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    (Risate)
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    E noi, "Ma ha solo 5 anni."
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    Che orribile misfatto.
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    E' un misfatto
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    che il nostro sistema educativo sia così serio perché l'educazione è seria,
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    e che creiamo operai robot senza cervello
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    che inseriscono bulloni nei fori predisposti.
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    Mi dispiace, ma i problemi di oggi
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    non sono quelli dei tempi della rivoluzione industriale.
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    Abbiamo bisogno di adattabilità,
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    di imparare ad essere creativi e innovativi.
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    Non abbiamo bisogno di lavoratori automa.
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    Ma no, adesso il meme si diffonde nell'ambiente di lavoro dove il gioco è bandito.
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    Creiamo automi che cataloghiamo come fossero dei beni societari,
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    da usare e poi disfarsene.
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    Come riteniamo debba essere l'organizzazione del lavoro?
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    Autocratica -
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    fa' quel che dico perché io sono il capo.
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    Io sono il capo e ne so più di te.
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    Non si fida - dato che sicuramente sei un criminale devo usare le telecamere.
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    (Risate)
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    Devo controllare -
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    ovviamente sei un idiota, per cui creerò per te
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    un miliardo di piccole procedure così non farai errori.
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    Pone dei limiti - non usate il cellulare,
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    non usate il laptop, non andate su internet,
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    non usate le chat.
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    Tutto questo non sembra professionale ed è negativo.
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    Dopo tutto è un sistema improduttivo,
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    perché sei controllato, sei limitato, non vieni apprezzato
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    e non sei nemmeno divertente.
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    Nel sociale, nell'educazione e nelle attività lavorative
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    non diamo importanza al lavoro.
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    Per questo siamo ultimi,
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    perché non apprezziamo il gioco.
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    Mi direte, "Ma è ridicolo, Steve, che strane idee.
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    Non può essere per via del gioco.
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    Solo per il gioco, è una stupidaggine."
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    Il meme sta dentro di noi.
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    Bene, vi dico che vi sbagliate.
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    Ora vi dimostrerò come
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    il gioco sia il catalizzatore, l'elemento rivoluzionario
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    che possiamo usare per trasformare la Bulgaria.
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    Il gioco:
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    il nostro cervello
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    è fatto per il gioco.
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    L'evoluzione ha favorito
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    in milioni, miliardi di anni,
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    l'attitudine al gioco negli animali e negli uomini.
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    E sapete?
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    L'evoluzione è anche molto brava
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    a cancellare i tratti che non presentano vantaggi per noi
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    e a privilegiare quelli che ci avvantaggiano di più.
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    La Natura non è stupida, e ha scelto il gioco.
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    Guardiamo ad esempio il regno animale:
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    anche le formiche giocano.
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    Forse non lo sapevate.
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    Ma quando giocano
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    apprendono l'ordine sociale e la dinamica delle cose.
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    I ratti giocano, ma forse quello che non sapevate
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    è che i ratti che giocano di più
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    hanno cervelli più grandi
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    e imparano meglio i loro compiti
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    e sviluppano altre abilità.
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    I mici giocano, lo sappiamo tutti.
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    Ma potreste non sapere
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    che se li private del gioco
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    non saranno in grado di interagire socialmente.
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    Riescono ancora a cacciare, ma non sono sociali.
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    Gli orsi giocano.
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    Ma forse non sapete
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    che gli orsi che giocano di più sono più longevi.
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    I più longevi non sono quelli che catturano più pesci.
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    Sono quelli che giocano di più.
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    Infine uno studio interessante
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    ha mostrato una correlazione
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    tra gioco e dimensioni del cervello.
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    Più si gioca, più il cervello si ingrandisce.
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    I delfini, cervelli notevoli, giocano tantissimo.
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    Ma chi credete che giochi di più
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    tra quelli col cervello più grande?
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    Ma gli esseri umani!.
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    I bimbi giocano, noi giochiamo -
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    appartenenti a qualsiasi nazionalità, razza,
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    colore, religione,
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    è un fatto universale - noi giochiamo.
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    E non solo i bambini, ma anche gli adulti.
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    Ora un vocabolo nuovo: la neotenia -
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    il permanere del gioco e di aspetti più giovanili negli adulti.
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    Chi dimostra più neotenia?
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    Gli umani. Noi facciamo sport.
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    Lo facciamo per divertimento, o per le Olimpiadi, o per competizione.
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    Suoniamo strumenti musicali.
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    Danziamo, baciamo, cantiamo,
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    facciamo gli scemi.
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    La natura ci ha resi adatti al gioco
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    dalla nascita alla vecchiaia.
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    Siamo fatti per farlo di continuo -
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    giocare e giocare molto,
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    senza smettere mai.
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    Ci fa molto bene.
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    Come ne beneficiano gli animali,
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    ne beneficiano anche gli esseri umani.
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    Per esempio si è visto
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    che stimola la crescita neurale nell'amigdala,
  • 9:33 - 9:35
    l'area che controlla le emozioni.
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    Aiuta lo sviluppo della corteccia prefrontale,
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    area preposta ai processi cognitivi.
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    E qual è il risultato?
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    Che sviluppiamo maggiore maturità emotiva se giochiamo di più.
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    Incrementeremo la capacità di decidere
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    se giochiamo di più.
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    Signori, questi sono fatti.
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    Non sono storie, racconti, non sto cercando di convincervi;
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    sono puri dati scientifici.
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    Questi sono i benefici che traiamo dal gioco.
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    Si tratta di un diritto genetico acquisito,
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    come camminare o parlare o vedere.
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    E se ci neghiamo la possibilità di giocare,
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    è come se ci negassimo
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    uno degli altri diritti genetici donatici alla nascita.
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    Siamo noi a voler restare indietro.
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    Facciamo insieme un breve esercizio:
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    chiudete gli occhi
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    e provate a immaginare un mondo senza gioco.
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    Senza teatri, senza le arti,
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    senza canto, senza danza,
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    né calcio, né football,
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    senza risate.
  • 10:31 - 10:33
    Cosa ve ne pare?
  • 10:33 - 10:35
    Un po' deprimente.
  • 10:35 - 10:37
    Malinconico.
  • 10:37 - 10:39
    Ora pensate al vostro ambiente di lavoro.
  • 10:39 - 10:41
    E' divertente? stimolante?
  • 10:41 - 10:44
    O magari quello dei vostri amici - allarghiamo un po' i confini.
  • 10:44 - 10:46
    E' gaio? giocoso?
  • 10:46 - 10:49
    O è una schifezza? Autocratico, che controlla,
  • 10:49 - 10:52
    limitativo, che non si fida e che non da' soddisfazione?
  • 10:54 - 10:56
    Noi abbiamo questo concetto
  • 10:56 - 10:59
    che il contrario di gioco è lavoro.
  • 10:59 - 11:02
    Ci sentiamo perfino in colpa se ci vedono giocare al lavoro.
  • 11:02 - 11:05
    "Oh, se i miei colleghi vedono che rido pensano che non abbia niente da fare,"
  • 11:05 - 11:08
    oppure, "Mi devo nascondere altrimenti il capo mi vede.
  • 11:08 - 11:11
    Penserà che non lavoro sodo."
  • 11:11 - 11:13
    Ma ho delle novità per voi: il nostro pensiero è obsoleto.
  • 11:13 - 11:15
    Il contrario di gioco
  • 11:15 - 11:17
    non è lavoro.
  • 11:17 - 11:19
    Il contrario di gioco
  • 11:19 - 11:22
    è depressione, la depressione.
  • 11:22 - 11:24
    Di fatto
  • 11:24 - 11:26
    il gioco migliora il nostro lavoro.
  • 11:26 - 11:28
    Proprio come ci sono vantaggi per uomini e animali,
  • 11:28 - 11:30
    ci sono dei vantaggi se si gioca al lavoro.
  • 11:30 - 11:34
    Per esempio stimola la creatività.
  • 11:34 - 11:37
    Aumenta la nostra disponibilità al cambiamento.
  • 11:37 - 11:39
    La nostra capacità di apprendimento.
  • 11:39 - 11:41
    Ci dà un senso di scopo e di professionalità -
  • 11:41 - 11:43
    due importanti fattori di motivazione
  • 11:43 - 11:45
    che aumentano la produttività,
  • 11:45 - 11:47
    attraverso il gioco.
  • 11:47 - 11:50
    Quindi se pensate che il gioco non sia una cosa seria,
  • 11:50 - 11:52
    giocare non vuol dire essere frivoli.
  • 11:52 - 11:54
    Sapete, l'atleta professionista che ama sciare,
  • 11:54 - 11:57
    lo fa seriamente, ma adora farlo.
  • 11:57 - 12:00
    Si diverte, sta nel suo ambiente, fa quello che gli piace.
  • 12:00 - 12:02
    Anche se i dottori sono seri,
  • 12:02 - 12:05
    si sa che le risate sono un'ottima medicina.
  • 12:06 - 12:08
    Il nostro modo di pensare è superato.
  • 12:08 - 12:10
    Ma non dovremmo sentirci in colpa.
  • 12:10 - 12:12
    Dovremmo anzi celebrare il gioco.
  • 12:12 - 12:14
    Un rapido esempio dal mondo corporativo.
  • 12:14 - 12:17
    FedEx, il loro motto è: persone, servizio, profitto.
  • 12:17 - 12:20
    Se si trattano le persone come tali, se le fate sentire importanti,
  • 12:20 - 12:23
    si sentiranno meglio, contente, motivate e con un senso di controllo delle cose.
  • 12:23 - 12:25
    Che succede? Forniscono un servizio migliore -
  • 12:25 - 12:27
    non peggiore, migliore.
  • 12:27 - 12:29
    E quando arrivano i clienti
  • 12:29 - 12:32
    e hanno a che fare con impiegati contenti che possono prendere decisioni e si sentono realizzati,
  • 12:32 - 12:34
    come si sentiranno i clienti? Sicuramente bene.
  • 12:34 - 12:37
    E cosa faranno dei clienti che sono contenti del servizio?
  • 12:37 - 12:39
    Vi richiederanno ancora più servizi e ne parleranno ai loro amici,
  • 12:39 - 12:41
    il che porta a un maggiore profitto.
  • 12:41 - 12:43
    Persone, servizio, profitto.
  • 12:43 - 12:46
    Il gioco aumenta la produttività, non il contrario.
  • 12:46 - 12:48
    Mi potreste dire,
  • 12:48 - 12:50
    "Ehi, questo funziona per la FedEx negli Stati Uniti,
  • 12:50 - 12:52
    non può funzionare in Bulgaria.
  • 12:52 - 12:54
    Non se ne parla. Noi siamo diversi."
  • 12:54 - 12:56
    Ma io vi dico che funziona anche in Bulgaria, per due motivi.
  • 12:56 - 12:58
    Il primo è che il gioco è universale.
  • 12:58 - 13:01
    Non c'è niente che impedisca ai Bulgari di giocare,
  • 13:01 - 13:03
    a parte il cattivo meme di cui dobbiamo sbarazzarci.
  • 13:03 - 13:06
    Secondo, io l'ho sperimentato, alla Sciant.
  • 13:06 - 13:08
    Quando ho cominciato, clienti soddisfatti zero.
  • 13:08 - 13:10
    Nessun cliente avrebbe parlato bene di noi.
  • 13:10 - 13:12
    L'ho chiesto a tutti.
  • 13:12 - 13:14
    I nostri profitti erano marginali.
  • 13:14 - 13:16
    Guadagnavamo poco
  • 13:16 - 13:18
    e i nostri partners erano insoddisfatti.
  • 13:18 - 13:20
    Con pochi semplici cambiamenti,
  • 13:20 - 13:23
    come aumentare la trasparenza,
  • 13:23 - 13:25
    facilitare l'autodeterminazione
  • 13:25 - 13:28
    e la collaborazione, incoraggiando la collaborazione
  • 13:28 - 13:30
    e non l'autocrazia,
  • 13:30 - 13:32
    e col puntare al risultato.
  • 13:32 - 13:35
    Non voglio sapere quando arrivate in ufficio o quando ve ne andate.
  • 13:35 - 13:37
    Mi interessa che squadra e clienti siano contenti,
  • 13:37 - 13:39
    e facciate tutto in funzione di questo.
  • 13:39 - 13:41
    Perché dovrebbe importarmi se attaccate alle 9?
  • 13:41 - 13:43
    Abbiamo messo l'accento sul divertimento.
  • 13:43 - 13:46
    E abbiamo creato un'atmosfera fantastica
  • 13:46 - 13:48
    che ci ha permesso di trasformare Sciant
  • 13:48 - 13:50
    nel giro di tre brevi anni -
  • 13:50 - 13:52
    sembra un tempo lungo, ma ci vuole un po' per cambiare -
  • 13:52 - 13:55
    e tutti i clienti hanno cominciato a parlare di noi,
  • 13:55 - 13:57
    abbiamo avuto profitti superiori alla media
  • 13:57 - 13:59
    e partner felici.
  • 13:59 - 14:01
    E mi direte, " Va bene, ma come sai se sono veramente felici?"
  • 14:01 - 14:03
    Beh, ogni volta che abbiamo partecipato al concorso
  • 14:03 - 14:06
    del migliore datore di lavoro abbiamo sempre vinto.
  • 14:06 - 14:08
    In base ai dati ricavati da indagini anonime
  • 14:08 - 14:10
    indipendenti.
  • 14:10 - 14:12
    Dunque in Bulgaria il sistema funziona.
  • 14:12 - 14:14
    Non c'è nulla che ci possa trattenere,
  • 14:14 - 14:17
    tranne i nostri preconcetti sul gioco.
  • 14:17 - 14:20
    Per concludere, cosa dobbiamo fare
  • 14:20 - 14:22
    per cambiare le cose attraverso il gioco.
  • 14:22 - 14:24
    Per prima cosa dovete credermi.
  • 14:24 - 14:26
    Se non mi credete,
  • 14:26 - 14:28
    beh allora andate a casa e pensateci sopra o pensate ad altro.
  • 14:28 - 14:31
    Secondo, se dentro di voi non vi sentite il senso del gioco,
  • 14:31 - 14:33
    allora dovete riscoprirlo.
  • 14:33 - 14:35
    Qualunque cosa vi piacesse da bambini,
  • 14:35 - 14:37
    oppure solo sei mesi fa,
  • 14:37 - 14:39
    ma che ora che avete avuto la vostra promozione non riuscite più a gustare,
  • 14:39 - 14:41
    perché credete che dovete essere persone serie,
  • 14:41 - 14:43
    riscopritela!
  • 14:43 - 14:45
    Che so, andare in mountain bike o leggere un libro o fare un gioco,
  • 14:45 - 14:47
    riscopritelo.
  • 14:47 - 14:49
    Perché da voi dipende
  • 14:49 - 14:51
    l'innovazione, il cambiamento del modo di pensare.
  • 14:51 - 14:53
    Tocca a voi tornare nei vostri uffici
  • 14:53 - 14:55
    o parlare agli amici
  • 14:55 - 14:58
    e far divampare il fuoco del cambiamento nella rivoluzione del gioco.
  • 14:58 - 15:00
    Siete voi che dovete farlo, perché se non ve la sentite voi,
  • 15:00 - 15:03
    non se la sentiranno nemmeno i vostri colleghi e dipendenti.
  • 15:03 - 15:06
    Dovete andare da loro e dire, "Ehi, hai tutta la mia fiducia."
  • 15:06 - 15:09
    Strano concetto. Ti ho assunto e dunque dovrei fidarmi di te.
  • 15:09 - 15:12
    Lascerò che tu prenda delle decisioni, lo farai a tua discrezione.
  • 15:12 - 15:15
    E voglio delegare ai miei subordinati, non ai miei colleghi e superiori.
  • 15:15 - 15:18
    Incoraggerò la critica costruttiva.
  • 15:18 - 15:20
    Vi lascerò mettere in discussione le decisioni dei capi.
  • 15:20 - 15:23
    Perché è proprio ripensando quello che abbiamo sempre dato per scontato
  • 15:23 - 15:25
    che potremo spezzare le barriere della consuetudine
  • 15:25 - 15:27
    e creare soluzioni innovative
  • 15:27 - 15:29
    per i problemi di oggi.
  • 15:29 - 15:31
    L'essere leader non vuol dire aver sempre ragione.
  • 15:31 - 15:33
    Dovremo sradicare la paura.
  • 15:33 - 15:36
    E' la paura il nemico del gioco.
  • 15:36 - 15:38
    E faremo cose come
  • 15:38 - 15:40
    eliminare le limitazioni.
  • 15:40 - 15:42
    Sapete cosa, lasciate che usino il cellulare
  • 15:42 - 15:45
    per le chiamate personali - per carità.
  • 15:45 - 15:47
    Lasciateli andare su internet.
  • 15:47 - 15:50
    Lasciateli chattare.
  • 15:50 - 15:54
    Che prendano pause pranzo più lunghe.
  • 15:54 - 15:56
    La pausa pranzo serve per staccare dal lavoro.
  • 15:56 - 15:58
    E' quando andate tra gli altri
  • 15:58 - 16:00
    e ricaricate il cervello, incontrate amici,
  • 16:00 - 16:03
    vi fate una birra, qualcosa da mangiare, e parlate,
  • 16:03 - 16:05
    che nascono le idee che
  • 16:05 - 16:07
    magari prima non vi venivano in mente.
  • 16:07 - 16:10
    Lasciateglielo fare. Date loro un po' di libertà.
  • 16:10 - 16:13
    E in generale, lasciateli giocare. Fate sì che l'ambiente di lavoro sia divertente.
  • 16:13 - 16:16
    Trascorriamo così tanto tempo al lavoro,
  • 16:16 - 16:18
    e se lasciamo che le nostre vite ne vengano triturate
  • 16:18 - 16:21
    cosa diremo di qui a 20 anni, "Tutto qui?
  • 16:21 - 16:23
    non c'era altro che questo?"
  • 16:23 - 16:25
    Inaccettabile. Nepriemliv.
  • 16:25 - 16:27
    (Risate)
  • 16:28 - 16:30
    Riassumendo,
  • 16:30 - 16:32
    abbiamo bisogno di un gran cambiamento
  • 16:32 - 16:34
    nel modo di agire e di pensare,
  • 16:34 - 16:36
    ma non serve
  • 16:36 - 16:39
    la rivoluzione dei lavoratori.
  • 16:39 - 16:41
    Non abbiamo bisogno della rivoluzione dei lavoratori.
  • 16:41 - 16:43
    Quello di cui abbiamo bisogno
  • 16:43 - 16:45
    sono frotte di giocatori.
  • 16:45 - 16:48
    Che siano in tanti a decidere di giocare.
  • 16:48 - 16:50
    Tanti tanti giocatori.
  • 16:50 - 16:52
    Davvero, dobbiamo essere uniti.
  • 16:52 - 16:54
    Possiamo cominciare oggi.
  • 16:54 - 16:56
    Quello che dobbiamo fare
  • 16:56 - 16:58
    è alimentare il fuoco della rivoluzione.
  • 16:58 - 17:01
    Dovete condividere le vostre idee e le vostre storie di successo
  • 17:01 - 17:03
    su cosa ha funzionato
  • 17:03 - 17:06
    e ha rinvigorito le nostre vite, le nostre scuole
  • 17:06 - 17:08
    e il nostro lavoro attraverso il gioco;
  • 17:08 - 17:10
    su come il gioco promuova
  • 17:10 - 17:13
    un senso di promessa e di appagamento;
  • 17:13 - 17:17
    su come promuova l'innovazione e la produttività;
  • 17:17 - 17:20
    e infine su come il gioco dia un significato alle cose.
  • 17:21 - 17:24
    Perché non ci possiamo riuscire da soli. Dobbiamo farlo insieme.
  • 17:24 - 17:27
    E insieme, condividendo queste idee sul gioco,
  • 17:27 - 17:31
    trasformeremo la Bulgaria in un paese migliore.
  • 17:31 - 17:33
    Grazie.
  • 17:33 - 17:36
    (Applausi)
Title:
Steve Keil: Un manifesto in favore del gioco, per la Bulgaria e non solo
Speaker:
Steve Keil
Description:

Al TEDxBG di Sofia, Steve Keil combatte il "preoccupante meme" che ha infettato la sua Bulgaria -- e invita tutti a riscoprire il gioco per rivitalizzare l'economia, l'educazione e la società. Un discorso frizzante con un messaggio universale rivolto a tutti perché le persone reinventino l'ambiente di lavoro, la scuola e la vita in tutto il mondo.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:36
Daniele Buratti added a translation

Italian subtitles

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