Varoufakis: «Votate sì!» / Referendum svizzero sul reddito di base

L'economista ed ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis parlerà alla conferenza «Il Futuro del lavoro» il 3 Maggio 2016 al Gottlieb Duttweiler Institute di Ruschlikon/Zurich, Switzerland.

Alla conferenza parteciperanno anche, tra gli altri:
- l'ex ministro del lavoro USA Robert Reich
- Natalie Foster (già consulente di Barack Obama)
- Il docente del MIT Erik Brynjolfsson.

La rivoluzione tecnologica
che si sta verificando

ci porta a fare i conti
con una minaccia inedita.

Fino ad oggi,
le innovazioni tecnologiche

distruggevano il lavoro

ma in cambio ne creavano
ancora di più.

È un classico processo Schumpeteriano,

con un bilancio netto di vincitori
malgrado i molti perdenti.

Questa però è la prima volta,
dal diciottesimo secolo,

nel quale è altamente probabile

che la tecnologia distrugga

molto più lavoro salariato
di quanto ne crei.

Il che credo ci porti ad affrontare
un dilemma fondamentale:

ci sarà un momento critico,
e dovremo scegliere,

politicamente e democraticamente,

tra un mondo in cui
la concentrazione della proprietà

dei nuovi, moderni mezzi di produzione

ci condurrà ad un capitalismo stagnante

con una intensa disuguaglianza
e una quantità di reddito sempre maggiore

per una percentuale
sempre più piccola della popolazione,

che dovrà però vivere barricata
dietro recinti elettrificati,

in enclave difese dalla polizia,

lasciando gli altri in un pantano
di precarietà, incertezza,

miseria sociale.

Mettendola in termini fantascientifici,

con una parabola che uso spesso.

Ci stiamo avvicinando
a un mondo fantascientifico,

che sta diventando reale.

Ma ricordatevi che la fantascienza
ha due possibilità:

una è la società di Star Trek,
dove siamo tutti uguali,

tutti beneficiamo della tecnologia

e non dobbiamo lavorare.

C'è un buco nel muro,
e tendendo la mano

puoi ottenere tutto ciò che vuoi.

E nessuno è stato sfruttato
o ha dovuto lavorare per questo:

sono le macchine
a lavorare per te.

Le macchine, la tecnologia,
sono al servizio dell'umanità

e noi possiamo starcene seduti
ad esplorare l'Universo

e perderci in discussioni filosofiche
sul senso della vita.

Non sarebbe fantastico?

Questo è lo scenario positivo.

Poi ce n'è uno alla "Matrix",

dove i manufatti che abbiamo creato
finiscono per dominarci

e finiamo intrappolati

in una illusione di libertà
al posto della libertà reale.

Quale dei due scenari
finirà per prevalere

per effetto dell'innovazione tecnologica

dipende dalla decisione politica
che prenderemo.

Se non sarà presa democraticamente,
ci aspetta un mondo alla Matrix.

Oppure potremmo prendere
un'altra direzione:

potremmo diventare post-capitalisti

e post-socialdemocratici:

La socialdemocrazia
era basata sull'idea

che la classe lavoratrice
si auto-assicurasse

attraverso la tassazione
e i contributi alla previdenza.

Pensate alle riforme in Gran Bretagna
dopo il 1945, col governo Attlee.

Ma se l'offerta di lavoro si riduce,

la democrazia deve generare,
per sopravvivere, un nuovo modello

dove la proprietà dei mezzi di produzione,

per usare un'espressione marxista,
è redistribuita,

o perlomeno il reddito generato
da questi mezzi di produzione

è redistribuito in modo

da garantire efficacemente
la libertà per tutti.

La libertà non è solo
possibilità di dire di sì:

la mafia è molto brava a farti
offerte che non puoi rifiutare.

La libertà si manifesta
nella facoltà di dire di no

e poter comunque
sopravvivere e prosperare.

Dire di sì in queste circostanze
è una scelta genuinamente libera.

Ma questo richiede un reddito
di base, che è essenziale

per godere delle circostanze esterne
che rendono possibile la libertà.

Quindi la domanda è:
consideriamo la nostra comunità

come la famiglia estesa dell'umanità o no?

Perché che questo si realizzi
attraverso lo Stato

o un'economia di mercato sociale,

dove tutti avremo
un capitale ereditato,

non per nascita, da un genitore

che possiede
dei mezzi di produzione,

ma semplicemente donato dalla società.

E il capitale sarà distribuito in modo

da garantire che anche
Paris Hilton sia garantita

Ci sarebbe un fondo fiduciario
che le permetterebbe,

qualsiasi sciocchezza faccia
nella vita, di godersela.

Non dico che dovremmo imitarla,

ma credo che ogni bambino
che viene al mondo

dovrebbe avere un piccolo fondo fiduciario

che gli permetta di vivere libero,
dignitosamente,

e di fare ciò che può
col suo talento, se vuole di più.

Non potete chiedere ad un paese
povero e depresso come la Grecia

di erogare un reddito minimo garantito

quando non è in grado nemmeno di fornire
le medicine ai malati di cancro.

Ma un paese ricco come la Svizzera
ha la grande opportunità

di tentare
questo meraviglioso esperimento.

Votate sì!