-
quando il bambino era bambino,
andava via a braccia appese.
-
Voleva che il ruscello fosse
un fiume, il fiume un torrente,
-
e questa pozza, il mare.
-
quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino.
-
Per lui, tutto aveva un'anima
e tutte le anime erano tutt'uno.
-
quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione.
-
Non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
-
e all'improvviso sgusciava via.
-
Aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce dal fotografo.
-
Guarda lassů !
-
che illumina il colore degli occhi
degli uomini.
-
< Finalmente pazza, finalmente
libera, finalmente tranquilla.
-
< Finalmente matta,
finalmente una luce interiore.
-
(Ho preso il primo aereo.)
-
(Siamo giŕ arrivati.)
-
(Correva da lui e poi l'abbracciava.
C'č anche una casetta.
-
Ci sono anche due piani
e una terrazza.
-
E qui andiamo a fare il bagno
tutti i giorni.
-
L'uomo che abita qui
si chiama Pedro.)
-
(Non ho capito questo personaggio,
conosco poco questa parte.
-
Forse si scoprirŕ girando.
-
Ma basta un bel vestito
e la battaglia č fatta.
-
Berlino, Emil Jannings, Kennedy,
von Stauffenberg...
-
- Che tipo !)
- Hai fatto un bel disegno.
-
(Era a Berlino ? Ma sě,
non fa differenza, č capitato.)
-
Se nonna fosse qui, direbbe:
''Passeggio, vai a passeggio !''
-
Tokyo, Kyoto, Parigi, Londra,
Trieste, Berlino.)
-
VOCl CHE Sl SOVRAPPONGONO
-
(Aspetto da un'ora
e non c'č niente di bello in Tv.)
-
(Avete troppi colori
per venirne a capo nel tempo.
-
lnciampate nei vostri colori
e non siete mai puntuali.)
-
(E' ancora piů piccolo
di quanto pensassi all'inizio.)
-
Come faccio a farci entrare tutto ?
Lavatrice, frigorifero...
-
Devo farmi venire un'idea.)
-
(Ancora lo stesso odore,
ma č piů polveroso.
-
Ha collezionato di tutto,
buoni sconto, cartoline,
-
biglietti del metro...
Non buttava mai via niente.
-
Mamma... Mia madre...
Non lo č mai stata.
-
Mio padre...
Mio padre era mio padre.
-
Ma lei č morta. Nč lacrime nč
dolore... Forse tra un po' di tempo.
-
lo sono giŕ vecchio.
-
Arriva mia sorella,
devo andare via da qui.)
-
(Non ti ha mai amato e tu ti
comporti ancora come se quella...
-
Devi essere contento che ti abbia
dimenticato, finalmente sei libero.
-
Ha detto: ''Vorrei morire subito e poi
continuare a vivere per sempre''.)
-
(Che sorte avrŕ il ragazzo ?
quello pensa solo alla musica.
-
No, non lo sopporto piů.
-
Ma che vuole ancora ?
Si č giŕ comprato la chitarra.
-
Vuole anche una batteria ?
Non costa poco tutto questo.
-
Tra poco non lo sopporterň piů.
-
Vorrei sapere
quando diventerŕ giudizioso.
-
Adesso sono proprio stanco.
-
Cosě non si va avanti.
-
Tutto questo deve finire,
non posso piů seguirlo.)
-
(Nessuna meraviglia.
-
Ha imparato solo il rock and roll.
-
Un giorno anche lui diventerŕ
una persona responsabile.)
-
< Va bene cosě. < Tu non sei capace,
lascia fare a me.
-
(quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
-
Perchč io sono io ?
E perchč non sei tu ?
-
Perchč sono qui ?
E perchč non sono lě ?
-
Dove comincia il tempo ?
Dove finisce lo spazio ?
-
La vita sotto il sole
č forse solo un sogno ?
-
Non č solo l'apparenza di un mondo
davanti al mondo
-
quello che vedo, sento e odoro ?
-
C'č veramente il male
e gente veramente cattiva ?
-
# Come puň essere che io che sono io
-
non c'ero prima di diventare ?
-
E che una volta io che sono io
-
non sarň piů quello che sono ? #
-
(ll bambino ha bisogno di ossigeno,
devo respirare con lo stomaco.)
-
(- Vorrei poterti aiutare.)
(- Devo respirare con lo stomaco.)
-
(Pensa solo che presto sarŕ finita.)
-
(La testa č passata.
Pesciolino, sono felice.)
-
(Tra poco ce l'avremo fatta.)
-
< Sei un pezzo di merda !
-
(Vedrai come ti rovinano le donne !)
-
(Credo di essermi persa,
noi vogliamo andare al cimitero.)
-
PARLANO NELLA LlNGUA D'ORlGlNE
-
Allora ?
-
''Levata del sole: 7.22
Calata del sole: 16.22.
-
Levata della luna: 19.04. Livello
dell'acqua dell'Havel e dello Spree.
-
Vent'anni fa un caccia sovietico si
schiantava vicino al lago Stossen.
-
- Cinquanta anni fa
ci furono... - Le Olimpiadi.
-
Duecento anni fa Nicolas Blanchard
sorvolň la cittŕ in aerostato.
-
- Lo hanno fatto di recente
anche i fuggiaschi. - E oggi...
-
ln via Lilienthaler c'era uno
che camminava sempre piů lento,
-
poi si č messo a guardare al di
sopra delle sue spalle, nel vuoto.
-
All'ufficio postale 44,
uno che oggi vuole uccidersi
-
ha attaccato francobolli speciali
sulle sue lettere d'addio.
-
Poi di fuori ha parlato inglese per
la prima volta dai tempi di scuola
-
con un soldato americano.
E anche correntemente.
-
A Plotzensee un detenuto,
prima di lanciarsi contro il muro,
-
ha detto: ''Ecco, ora''.
-
Alla fermata zoo del metro,
l'impiegato,
-
invece di dire il nome della stazione
ha gridato: ''Terra del fuoco !''
-
Sulle colline un vecchio leggeva
l'Odissea a un bambino.
-
E il piccolo uditore
smise di socchiudere gli occhi.
-
Tu cos'hai da raccontare ?
-
Una passante sotto la pioggia
chiuse all'improvviso l'ombrello,
-
lasciandosi bagnare tutta.
-
Uno scolaro descriveva
al suo maestro
-
come una felce nasce dalla terra.
Ha fatto stupire il maestro.
-
Una cieca, quando si accorse di me,
si mise a tastare l'orologio.
-
E' magnifico vivere di solo spirito
e testimoniare alla gente
-
soltanto ciň che č spirituale.
-
Ma a volte la mia eterna esistenza
spirituale mi pesa
-
e allora non vorrei piů fluttuare
cosě, vorrei sentire un peso in me
-
che mi legasse in qualche modo
alla Terra.
-
A ogni passo, a ogni colpo di vento,
-
vorrei poter dire:
''Ora ! Ora ! E ora ! ''
-
E non piů: ''Da sempre, in eterno.''
-
Per esempio, sedersi al tavolo
da gioco ed essere salutato,
-
anche solo con un cenno.
-
Ogni volta che noi abbiamo fatto
qualcosa, era solo per finta.
-
Ci siamo lussati l'anca facendo la
lotta con uno di quelli per finta.
-
E ancora per finta
abbiamo preso un pesce.
-
Per finta ci siamo seduti a un
tavolo, abbiamo bevuto, mangiato.
-
Ci siamo fatti arrostire l'agnello
e abbiamo chiesto il vino per finta.
-
Non voglio generare subito
un bambino o piantare un albero,
-
ma sarebbe giŕ qualcosa ritornare
a casa dopo un lungo giorno,
-
dar da mangiare al gatto
come Philip Marlowe,
-
avere la febbre, le dita nere
per aver letto il giornale.
-
Non entusiasmarsi solo per lo
spirito, ma anche per un pranzo,
-
per la linea di una nuca,
per un orecchio.
-
Mentire...
-
E spudoratamente !
-
E camminando, sentire che le ossa
camminano con te.
-
Supporre,
invece di sapere sempre tutto.
-
''Ah ! Oh ! Ahi !'' Poterlo dire
finalmente, invece di ''Sě e amen''.
-
E una volta potersi entusiasmare
anche per il male.
-
Trasferire su di sč dai passanti che
vanno, tutti i demoni della Terra
-
e finalmente ricacciarli nel mondo.
-
Essere un selvaggio.
-
E finalmente sentire com'č
togliersi le scarpe sotto il tavolo.
-
E cosě, a piedi scalzi,
sgranchirsi le dita dei piedi.
-
Rimanere soli, lasciare che sia.
-
Restare seri... Possiamo essere
selvaggi solo se restiamo seri.
-
Non fare nient'altro che osservare,
raccogliere, testimoniare, custodire.
-
Restare spiriti, rimanere
a distanza, stare alla parola...
-
- Guarda, una cabriolet. - Un'auto
cosě non si compra, si ruba.
-
- Oppure uno se la fa rubare.
- Ascolta.
-
- Si apre il tetto e sei subito via
dallo smog. - E' un'auto da pappone.
-
(La foresta tropicale si sviluppa
su cinque strati, uno sull'altro.)
-
(La mancanza di luce
nella foresta...)
-
LE VOCl Sl SOVRAPPONGONO
-
(Al di lŕ dell'applicazione delle
ricerche direttamente strutturali,
-
la clonazione molecolare provvede il
DNA con purezza delle applicazioni
-
come prove di ibridizzazione
-
in molti altri settori
della biologia molecolare.)
-
(Narra, musa, del narratore l'antico
bambino gettato ai confini del nulla
-
e fa' che in lui
ognuno si riconosca.
-
quelli che mi ascoltavano
sono diventati miei lettori.
-
E non siedono piů in circolo,
ma ognuno per sč
-
e nessuno sa niente dell'altro.
-
lo sono un vecchio
con la voce stridula.
-
Ma il racconto si leva ancora
dal profondo,
-
e la bocca, lievemente aperta,
lo ripete con forza e facilitŕ,
-
una liturgia dove nessuno
va iniziato al senso delle parole
-
e delle frasi.)
-
(Forse non ha neanche i soldi
per cercare un altro medico
-
che forse sarebbe un gran bene.
-
Non la vedo da 4 anni
e da due anni sta male.)
-
(quando pregherete con parole vostre
senza chiedere la vita eterna ?)
-
(Non posso fare altro,
giŕ faccio molto.
-
Vorrei poter correre di piů.)
-
Sicuramente ho ancora le vecchie...
Finalmente tornano a casa.)
-
(Come faccio a pagare tutto ?)
-
(Non so che devo fare.
Tutta quella biancheria !
-
Devo andare a casa
e cucinare qualcosa.)
-
LE VOCl Sl SOVRAPPONGONO
-
(l tuoi genitori ti hanno ripudiato,
tua moglie ti ha tradito.
-
ll tuo amico č in un'altra cittŕ,
i tuoi figli ricordano solo
-
i tuoi difetti di pronuncia.
Vorresti prenderti a schiaffi.
-
Che cosa c'č ?
-
Sě, c'č qualcosa.
-
Eppure sto ancora qui.
-
Se voglio...
-
Devo soltanto volere
e posso risolvere i miei problemi.
-
Mi sono lasciato andare,
ma posso anche riprendermi.
-
Aveva ragione mamma:
''Non farti prendere in giro !''
-
- Guarda, hai preso due marchi.
- No, č un tappo di birra.
-
Dai, tira su.
-
- Sono solo 10 pfennig.
- Non possiamo farci niente.
-
Che fregatura !
-
- Scommettiamo ? - leri era
favoloso. - leri non c'era nessuno.
-
Due giorni fa, un mese fa...
-
(Sono cosě solo ! E' brutto.
-
Sarebbe carino giocare in tre,
ma nonostante tutto sono solo.
-
E' brutto, in tre sarebbe carino.)
-
- Allacciati meglio le scarpe.
- E poi c'č la vite interna.
-
Prima ci sono i 5 anni fa
ed essi vissero felici e contenti.
-
Non cosě, Marion.
Che cosa sarebbe questo ?
-
Devi metterci slancio, non forza.
-
Che cosa fai ?
Non penzolare, vola !
-
- Devi sembrare un angelo.
- Ma quale angelo ?
-
Vaffanculo, non posso volare
con questi aggeggi.
-
lnvece puoi.
Con le ali č piů facile che senza.
-
Ma non con queste penne da pollo.
-
- Che ha detto ? - Credo che le diano
fastidio quelle ali da pollo.
-
Coraggio,
immagina di essere una colomba.
-
- Marion, pensa a una quaglia.
- E voi, banda di passeri,
-
che accidenti suonate ? Sembra
di stare a un ballo dei pompieri.
-
Ora basta, ragazzi.
Marion, concentrati.
-
qualcuno si dŕ molto da fare
con la cara pennuta.
-
(lNSlEME) Marion, sforzati.
-
Sforzati. Certo che mi sforzo !
-
Cosa pensate che stia facendo qui ?
-
Sarei giŕ caduta sulla vostra testa,
se non avessi fatto uno sforzo.
-
Ascoltate, ragazzi.
Potete anche smettere.
-
Non possiamo piů pagare l'affitto
e la luce.
-
Siamo falliti.
-
quindi domattina presto si smonta,
le roulotte vanno in rimessa.
-
Tutti a casa,
per quest'anno il circo č morto.
-
Mi dispiace.
-
(Ecco, č finita.
Neanche una stagione.
-
Neanche stavolta ho avuto il tempo
di portare a termine qualcosa.
-
ll mio sogno del circo. 10 anni.
Un bel ricordo.
-
questa sera č l'ultima
con il mio vecchio numero.
-
E poi c'č anche la luna piena.
-
La trapezista si rompe
l'osso del collo. Stai zitta !)
-
Non lo avevo immaginato cosě
l'addio al circo.
-
L'ultima sera non viene mai nessuno,
voi suonate come idioti
-
e io vado su e giů sotto la tenda
come una gallina.
-
E poi tornerň a fare la cameriera.
-
E allora merda !
-
(Spesso parlo da sola,
solo per imbarazzo,
-
in momenti come questi,
come adesso.
-
ll tempo guarirŕ tutto.
-
Ma che succede se il tempo stesso
č una malattia ?
-
Come se qualche volta ci si dovesse
chinare per vivere ancora.
-
Vivere. Basta uno sguardo.
-
ll circo mi mancherŕ.
-
E' strano, non sento niente.
E' la fine e non sento niente.)
-
Passa un angelo !
-
(Non devo avere la coscienza sporca
quando non sento niente.)
-
Marion !
-
Guarda, batte le ali !
-
(Come se il dolore
non avesse un passato.
-
Tutta la gente che ho conosciuto,
che resterŕ nella mia memoria.
-
Finisce sempre
proprio quando sta per cominciare.
-
Era troppo bello per essere vero.
-
Finalmente fuori, in cittŕ.
Chi sono io ? Chi sono diventata ?
-
La maggior parte del tempo sono
troppo cosciente per essere triste.
-
Ho atteso un'eternitŕ che qualcuno
mi dicesse una parola affettuosa.
-
Poi sono andata all'estero.
-
qualcuno che dicesse:
''Oggi ti amo tanto''.
-
Come sarebbe bello.
-
Devo solo alzare la testa
-
e il mondo si apre davanti
ai miei occhi e mi sale nel cuore.
-
quando ero bambina
volevo vivere su un'isola.
-
Una donna sola, potentemente sola.
-
Sě, č cosě.
-
Tutto cosě vuoto, slegato.
-
ll vuoto.
-
L'angoscia.
-
Angoscia, angoscia, angoscia.
-
Come un animaletto
che si č perso nel bosco.
-
Chi sei tu ? Non lo so piů.
-
So solo che non farň piů la
trapezista. Basta con il trapezio.
-
Le decisioni improvvise
alle quali si crede.
-
Ma non piangere. L'ultima cosa
da fare č mettersi a piangere.
-
Succede cosě.
Non va sempre come si vuole.
-
Cosě vuoto. E' tutto cosě vuoto.)
-
MUSlCA DAL GlRADlSCHl
-
(Cosa devo fare ?
-
Non pensare piů a niente.
Semplicemente esserci.
-
Berlino.
-
qui sono una straniera
eppure tutto mi č cosě familiare.
-
ln ogni caso non ci si puň perdere,
alla fine si arriva sempre al Muro.
-
Aspetterň davanti ad una cabina
per le fototessere
-
e poi uscirŕ una foto
con un altro viso.
-
Cosě potrebbe iniziare una storia.
-
l volti.
-
Ho voglia di vedere volti.
-
Forse trovo un posto come cameriera.
-
Ho paura di questa sera.
-
E' stupido.
L'angoscia mi fa male
-
perchč solo una parte di me ha
l'angoscia e l'altra non ci crede.
-
Come devo vivere ?
-
Forse non č neanche questo
il problema. Come devo pensare ?
-
So cosě poco.
-
Forse perchč sono sempre curiosa.
-
A volte penso in maniera sbagliata
-
perchč penso come se parlassi
contemporaneamente a qualcun altro.
-
All'interno degli occhi chiusi.
-
Chiudere un'altra volta gli occhi.
-
Allora anche le pietre sono vive.
-
Stare in mezzo ai colori.
-
l colori.
-
Le luci al neon nel cielo della sera.
ll metrň rosso e giallo.
-
Devo solo essere pronta
-
e tutti gli uomini del mondo
mi guarderanno.
-
Nostalgia.
-
Nostalgia di un'onda di amore
che salga dentro di me.
-
E' questo che mi rende sempre cosě
incapace, l'assenza di piaceri.
-
ll piacere d'amare.
-
ll piacere d'amare.)
-
(Non guardare cosě, idiota.
Non hai mai visto crepare nessuno ?
-
Merda, č cosě semplice.
-
Sto in questa pozzanghera
e puzzo di benzina.
-
Adesso non posso andare via come
una mammola, č tutto cosě chiaro.
-
Guarda, tutti mi fissano.
-
quella macchia d'olio...
-
Come fui sul monte e arrivai al sole
dalla nebbia della valle.
-
ll fuoco ai bordi del pascolo.
-
Le patate nella cenere.
-
ll capannone delle barche sul lago.
-
La Croce del Sud.
-
(lNSlEME) L'Oriente lontano.
-
ll grande Nord.
-
L'Ovest selvaggio.
-
ll grande Lago dell'Orso.
-
Le isole Tristan da Cunha.
-
ll delta del Mississippi.
-
Stromboli.
-
Le vecchie case di Charlottenburg.
-
Albert Camus.
-
- La luce del mattino.
- Ehi ! Che fate lě fermi ?
-
Lo sguardo del bambino.
-
qualcuno chiami un medico !
-
(Gli esce il sangue dalle orecchie,
deve avere una frattura cranica.)
-
(Le macchie
delle prime gocce di pioggia.
-
ll sole.
-
ll pane e il vino.
-
ll saltello.
-
Pasqua.
-
Le venature dei fogli di carta.
-
L'erba che si muove.
-
l colori delle pietre.
-
l ciottoli sul letto del ruscello.
-
La tovaglia bianca all'aria aperta.
-
ll sogno della casa nella casa.
-
ll vicino che dorme
nell'appartamento accanto.
-
La quiete della domenica.
-
L'orizzonte.
-
La luce della stanza nel giardino.
-
Volare di notte.
-
Andare in bici senza mani.
-
La bella sconosciuta.
-
Mio padre.
-
Mia madre.
-
Mia moglie.
-
Mio figlio.)
-
(ll mondo sembra oscurarsi
al crepuscolo,
-
ma io lo racconto
come all'inizio,
-
con la mia cantilena
che mi tiene in vita.
-
Dispensato dai tumulti dell'ora
-
e risparmiato per il futuro.
-
Basta con l'espansione nel tempo
-
avanti e indietro nei secoli.
-
Posso pensare
solo da un giorno all'altro.
-
l miei eroi
non sono piů guerrieri e re,
-
ma i fatti di pace.
Uno č uguale all'altro.
-
Le cipolle messe a seccare
-
buone come il tronco d'albero
che porta attraverso la palude.
-
Ma nessuno č ancora riuscito
a cantare un epos di pace.
-
Cosa c'č nella pace
che non entusiasma a lungo
-
e che č cosě difficile
da raccontare ?
-
Devo arrendermi adesso ?
-
Se mi arrendo,
l'umanitŕ perderŕ il suo cantore.
-
E quando l'umanitŕ
avrŕ perso il suo cantore,
-
avrŕ perso anche l'infanzia.
-
Non riesco a trovare
la Potsdamerplatz.
-
No, credo sia qui.
-
Non puň essere questa.
-
Perchč nella Potsdamerplatz
c'era il Cafč Josti.
-
Ci andavo il pomeriggio
a chiacchierare e a bere il caffč.
-
Guardavo la gente, dopo aver fumato
i miei sigari da ''Lohse una Wolff',
-
una tabaccheria prestigiosa
proprio qui di fronte.
-
Allora non puň essere qui
la Potsdamerplatz.
-
No.
-
Non si incontra nessuno
a cui poter chiedere.
-
Era una piazza piena di vita.
-
Tram, omnibus a cavalli
e due automobili.
-
La mia
e quella della cioccolata Hamann.
-
Anche i grandi magazzini Wertheim
erano qui.
-
E poi,
all'improvviso,
-
lŕ sventolarono delle bandiere.
-
L'intera piazza ne era piena.
-
E la gente non era piů gentile.
-
E neanche la polizia.
-
Ma io non mi arrendo
-
finchč non avrň trovato
la Potsdamerplatz.
-
Dove sono i miei eroi ?
-
Dove siete, figli miei ?
-
Dov'č la mia gente,
-
gli ottusi,
quelli delle origini ?
-
Chiamami, o musa,
il povero immortale cantore,
-
che, abbandonato dai mortali
suoi uditori, perse la voce.
-
Lui, angelo del racconto,
-
č diventato il suonatore
di organetto lŕ fuori,
-
ignorato o deriso, alle soglie
della terra di nessuno.)
-
(20 marchi, 40 marchi, 20 marchi !
-
ln una settimana potrei averne 50
e andrei subito al sud.
-
Ho sbagliato a mettermi qui,
c'č troppo traffico.
-
Stronzo ! E' giŕ la terza volta che
passa. Voglio andare via da qui.
-
Se passa qualcuno che mi conosce,
mi buttano fuori dalla scuola.
-
Avrei proprio bisogno di Klaus ora,
lui si sarebbe occupato di me.
-
Era cosě buono, era troppo buono.
Uno come lui poteva solo morire.)
-
(Ci sono ancora confini ?
Piů che mai.
-
Ogni strada ha la sua barriera
o la sua frontiera.
-
Tra i singoli terreni c'č una
striscia, una terra di nessuno
-
nascosta da una siepe
o da un fossato.
-
Chi capita lŕ
cade sui cavalli di Frisia
-
o viene colpito dal raggio laser.
-
Le trote nell'acqua
in realtŕ sono torpedini.
-
Ogni padrone di casa o proprietario
-
cucia una targhetta con il suo nome
sulla porta come uno stemma
-
e al mattino studi il giornale
da padrone del mondo.
-
ll popolo tedesco č disgregato
in tanti piccoli Stati
-
dove ci sono singoli uomini.
-
E i singoli Stati isolati
sono mobili.
-
Ognuno porta il suo con sč
ed esige un diritto di passaggio
-
se un altro vuole entrarvi in forma
di mosca racchiusa nell'ambra
-
o di fiasco.
-
questo vale solo per i confini.
-
Ma piů avanti, all'interno
di ogni piccolo Stato,
-
si va unicamente
con le rispettive parole d'ordine.
-
L'anima tedesca di oggi
č conquistata e diretta
-
solo da colui che arriverŕ
in ogni singolo, piccolo Stato
-
con le sue parole d'ordine.
-
Per fortuna ora nessuno sa farlo.
-
Cosě ognuno per sč
vola all'estero
-
facendo sventolare la bandierina
del regno di un solo uomo.
-
Anche i suoi figli suonano giŕ
le loro raganelle
-
spargendo intorno a sč
la loro merda.)
-
- questo č il libro di cui
mi parlavate ? - Sě, č questo.
-
- Dice che Hitler aveva un sosia ?
- Sě.
-
- C'erano due Hitler ?
- Non č cosě.
-
Hitler arrivň dal fronte dell'est e
morě prima di atterrare sulle Alpi.
-
E Goebbels ha fatto interpretare
Hitler da un attore.
-
Perchč lui non voleva
che qualcuno sapesse...
-
Permettimi di dirti una cosa: per
me questa storia non č credibile.
-
- No ? lo... - Signor Falk, manca
un'ora alla prossima ripresa.
-
Fantastico !
-
E' una storia piů realistica
del film che stiamo facendo ?
-
Lascia che ti spieghi: alla gente
piacciono le storie poliziesche.
-
- Allora trovano tutti i pretesti
per farne una. Capisci ? - Sě.
-
Sono d'accordo con te, non č
sufficiente, ma nemmeno questa.
-
Erika, lasciami perdere, ti prego.
-
- Arrivederci. Grazie.
- Scusa.
-
Erika, abbiamo abbastanza foto.
-
Abbiamo una montagna di foto.
-
- Per favore, basta con le foto.
- Ok.
-
Hellen, la stavo cercando.
Non posso portare questo cappello.
-
- E' stupendo, le sta benissimo.
- Lo provi. - Deve credermi.
-
- Lo porti lei. - Va bene,
qui abbiamo altri cappelli.
-
Va bene, questo posiamolo.
-
Ecco, qui ci sono dei cappelli.
-
Sarŕ meglio provarli tutti.
Benissimo !
-
Ora troviamo un cappello
che stia bene al viso.
-
Un cappello che stia bene al viso.
-
- questo no, questo nemmeno.
- Che tipo di cappello vuole ?
-
- Che ne dice di questo ?
- Voglio sembrare un tedesco,
-
voglio essere anonimo
e voglio confondermi tra la folla.
-
Con quello sembra Humphrey Bogart.
Tenga, provi questo.
-
- Oh, Cristo !
- No ?
-
questo ?
-
- questo č per andare all'Opera.
- No, sembra un rabbino ebreo.
-
Provi questo.
-
Con questo vado sulla 42esima.
questo č da bookmaker.
-
- Sa cos'č un bookmaker ?
- Sě.
-
- questo che diavolo č ?
- Provi questo.
-
Mi dia un bel cappello !
-
Sono travestito, non voglio
attirare l'attenzione su di me.
-
- Che ne dice di questo ?
- questo cappello č ridicolo.
-
Non sta bene con il soprabito.
Sono tutti cappelli da gangster.
-
Tenga,
questo non č un cappello da gangster.
-
Con questo vado a sposarmi.
-
questo va bene
per un concorso ippico a Londra.
-
questo va bene.
-
- Le sta proprio bene.
E' quello giusto. - Puň essere.
-
- Sě.
- Accettabile.
-
Magnifico. Sembra un patriarca.
-
Davvero ?
-
Charlie Chan.
-
Figlio di prim'ordine,
non troppo intelligente.
-
- Non č splendido ? - E' superbo.
- E' stupendo.
-
- Lei č stata meravigliosa. Grazie.
- Sono contenta.
-
Olivier,
questo cappello sta benissimo.
-
(Colombo non aveva cappello,
ma un bel vestito !
-
Meglio il mio soprabito.
-
Peter, dov'č il tuo impermeabile ?
Pulito e bruciato.
-
Che c'č, Peter ?
-
Perchč fai vagare la tua mente ?
-
Credo che stasera mangerň un filetto
o una sogliola alla mugnaia.
-
l tedeschi la fanno alla mugnaia ?
Forse pasta, pomodoro e basilico.
-
Ma i tedeschi fanno la pasta ?)
-
(Non cambierŕ mai. Non cambierŕ.)
-
(Le medaglie fanno bella figura.
-
l ragazzi erano eleganti,
erano degli intenditori.)
-
- Mi fa accendere ? Grazie.
- E' stato un piacere.
-
(L'unica cosa
che mi mancherŕ di fuori,
-
del regno della luce,
saranno i passeri.)
-
(quanto resisteranno ancora ?)
-
(ll denaro rende felici.
Come bisogna vivere ?)
-
(Dahlem Dorf č un imbroglione,
come l'uomo con il casco d'oro.
-
Voi non siete di qui. Tu sei
un profugo, anche tu, anche tu.)
-
(E' da questa mattina che sto qui
seduta. Ho freddo e mi annoio.)
-
(Sono vere oppure lo sembrano ?
-
Potrebbero essere vere.
-
qualcuna ha mangiato il cibo per
i cani al campo di concentramento.)
-
LE VOCl Sl SOVRAPPONGONO
-
LE VOCl Sl SOVRAPPONGONO
-
(Constant, il francese,
l'ho conosciuto per strada.
-
Mi diceva: Berlino
non ci sarŕ piů, Constant.
-
Metŕ casa era distrutta.
-
qualcosa era rimasto in piedi,
ma per quanto ?
-
Vedo ancora quella donna davanti
a me che stava tra le macerie
-
e sbatteva il materasso.
-
quando era ?
Maggio, giugno del 1945.)
-
- Mi scusi. Posso farle il ritratto ?
- Buongiorno.
-
Buongiorno.
-
- Le faccio il ritratto ? Va bene ?
- Sě, prego.
-
Due minuti, sarň molto veloce.
Non si muova.
-
(Mi domando se sia ebrea.
Che faccia carina.)
-
(Chissŕ se verrŕ bene il ritratto !
Credo di sě.)
-
(lnteressante.
Che narici drammatiche !
-
queste persone sono comparse.
Gente fantastica.
-
Le comparse sono cosě pazienti.
Stanno semplicemente sedute.)
-
(Mi piacerebbe vederlo.
Forse me lo regala.)
-
(Comparse.
-
queste persone sono delle comparse,
sono straordinarie.)
-
Che bello !
Sarŕ un bel ritratto !
-
(La stella gialla significa morte.
-
Perchč hanno scelto il giallo ?
-
l girasoli.
-
Van Gogh si č suicidato.
-
questo disegno fa schifo.
-
E allora ? Non lo vedrŕ nessuno !
-
Un giorno farň un bel disegno.
Lo spero, lo spero, lo spero.)
-
- Via gli stunt-man !
- Ragazzi, voglio vedere azione.
-
Stop !
-
Sembra che stiano ballando
invece di combattere.
-
Sembra che ci sia una coreografia !
-
- Jerry.
- Sě, Peter ?
-
Un'altra intervista,
la Tv di Berlino.
-
Hai un po' di tempo. Dopo questa
ripresa mi servi per un primo piano.
-
Va bene, arrivo fra un attimo.
Lo facciamo subito.
-
- Adesso va bene.
> Sistemiamo la scena della lotta.
-
(Che c'č, Peter ?
-
La vita ?
-
''Se non ci fosse, mi mancherebbe'',
disse il generale alla puttana,
-
disse la puttana al generale.)
-
> lo non sono d'accordo
con il produttore !
-
Vieni,
ti faccio vedere un'altra cosa.
-
quel pagliaccio
ha una testa d'orso !
-
(quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci,
-
con i piselli, con il riso al latte
e con i cavolfiori bolliti.
-
Ora mangia tutto questo
e non solo per necessitŕ.
-
quando il bambino era bambino,
-
una volta si svegliň in un letto
sconosciuto e ora gli succede sempre.
-
Molte persone gli sembravano belle,
-
ora questo gli succede solo
in qualche raro caso di fortuna.
-
lmmaginava chiaramente il Paradiso,
ma ora non ci riesce piů.
-
Non poteva immaginare il nulla
e oggi lo fa tremare.
-
quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo
-
e oggi prova
lo stesso entusiasmo di allora
-
ma solo se si tratta del suo lavoro.)
-
Signore, sei venuto solo ?
-
Non hai un bambino con te ?
Sei solo ?
-
Guarda che brava quella topolina.
-
E' buffo il leone
che insegue la gallina !
-
Ricordi la prima volta
che siamo venuti qui ?
-
La Storia non era ancora iniziata.
-
Facemmo passare mattino e sera
aspettando gli eventi.
-
Ci volle molto tempo prima
che il fiume trovasse il suo letto,
-
e finchč l'acqua stagnante
cominciasse a scorrere.
-
Balle della glaciazione.
Un giorno, lo ricordo ancora,
-
il ghiacciaio si spaccň
e gli iceberg navigarono verso nord.
-
Un giorno passň un albero,
ancora verde, con un nido vuoto.
-
Per miriadi di anni
avevano saltato solo i pesci.
-
Poi venne il giorno
in cui annegň lo sciame d'api.
-
Tempo dopo qui sulla riva
lottarono i due cervi.
-
Poi la nube di mosche e le corna
che scendevano lungo il fiume.
-
Solo l'erba si č sempre rinforzata.
-
Cresceva sopra i cadaveri dei gatti
selvatici, dei cinghiali, dei bufali.
-
Ricordi quando una mattina il bipede,
-
l'essere a nostra immagine
da tanto tempo atteso
-
č uscito dalla savana con l'erba
incollata sulla fronte ?
-
La sua prima parola fu grido.
Disse: ''Ahi'' o ''ah''
-
oppure ''oh'' o fu solo un gemito ?
-
Di questo uomo abbiamo potuto ridere
finalmente, per la prima volta,
-
e dal suo grido e dal modo
con cui chiamava i suoi successori
-
abbiamo imparato a parlare.
-
Una lunga storia.
-
ll sole, i lampi, il tuono
su nel cielo e sulla terra i falň,
-
i salti in aria, le danze circolari,
i segni, la scrittura.
-
Poi uno uscě dal cerchio
e iniziň a correre dritto.
-
Finchč correva dritto,
-
qualche volta curvava per baldanza,
-
sembrava libero
e noi potevamo ridere con lui.
-
Ma poi all'improvviso
-
si mise a correre a zigzag
e volarono le pietre.
-
Con la sua fuga iniziň un'altra
storia, la storia delle guerre
-
che ancora dura.
-
Ma anche la prima,
quella dell'erba, del sole,
-
dei salti in aria
e delle grida, dura ancora.
-
Tu sai come fu costruita
la strada principale
-
dove si svolse
la grande ritirata napoleonica ?
-
Poi l'asfalto la coprě tutta.
-
Oggi l'asfalto č stato ricoperto
dall'erba come una strada romana
-
con le tracce dei carri armati.
-
Ma non abbiamo mai assistito,
siamo sempre stati troppo pochi.
-
- E tu vuoi davvero...
- Sě.
-
Voglio conquistarmi una storia.
-
Trasformare quello che so
dal mio sguardo senza tempo
-
per sostenere un'occhiata dura,
un breve grido,
-
un odore acre.
-
ln fondo sono stato abbastanza fuori,
abbastanza assente,
-
abbastanza escluso dal mondo.
-
Tuffati nella storia del mondo, anche
solo per prendere in mano una mela.
-
Guarda le piume laggiů sull'acqua,
sono giŕ sparite.
-
Guarda le tracce
di freni sull'asfalto
-
e come rotolano
i mozziconi di sigarette
-
ll fiume preistorico si č disseccato
-
e tremano ancora solo le pozzanghere
della pioggia di oggi.
-
Basta con il mondo dietro il mondo.
-
Jerry, cosě va bene ?
-
(E' un problema interessante
questo disegno.
-
quest'uomo ha gli occhi da procione.
-
- (Ma ha un bel cappello.)
- (Non mostra i disegni !)
-
(Che occhiaie scure !
-
E' preoccupato.
-
Mi domando se il regista
apprezzi il mio lavoro.
-
Dicono sempre ''meraviglioso''
qualunque cosa faccia.
-
Devo comprare dei regali
per i miei bambini.
-
Forse come attore sono piů bravo
di quello che ero un tempo ?)
-
(Solo le strade romane
portano ancora lontano,
-
solo le tracce piů antiche
portano piů lontano.
-
Dov'č il colle ?
-
Anche la pianura, anche Berlino
ha i suoi colli nascosti
-
e solo lě inizia il mio Paese,
il Paese dei racconti.
-
Perchč tutti, giŕ da bambini, non
vedono passaggi, punti e interstizi
-
sulla terra e su nel cielo ?
-
Se ognuno li vedesse
-
ci sarebbe una storia
senza assassini e guerre.)
-
(Ci ho pensato diecimila volte,
-
ma ora lo faccio.
Strano che io sia cosě calmo.
-
Perchč ho messo i calzini rossi con
le scarpe nere ? Nebbia e freddo !
-
Ho messo un maglione,
sapevo che avrebbe fatto freddo.
-
Una bella giacca. Era un'offerta
speciale. Si sta scucendo la tasca !
-
Me l'ha regalata lei.
Ghiaia sul tetto, chissŕ perchč ?
-
Perchč non voli via ?
-
Mi piacerebbe volare.
quanto ci vorrŕ ?
-
L'aereo che vola sempre in tondo
sopra Berlino un giorno precipiterŕ.
-
Fa proprio freddo. Ho sempre avuto
le mani calde. Un buon segno.
-
Scricchiola tutto sotto i piedi.
Che ora sarŕ ?
-
ll sole sta giŕ tramontando.
Certo, l'occidente.
-
Almeno adesso so dov'č l'occidente.
-
Allora andavo all'est con il metro
se volevo tornare a casa.
-
Ho comprato una tessera,
ho risparmiato un marco.
-
Cosě ho il sole alle spalle,
la stella a sinistra.
-
ll sole e una stella.
-
l suoi piedini.
Come accavallava una gamba sull'altra
-
parlando cosě dolcemente.
Eravamo completamente soli.
-
Avrŕ letto la mia lettera ?
Non voglio che l'abbia giŕ letta.
-
Berlino non mi dice niente. Havel
č un fiume o un lago ? Mai capito.
-
E lŕ dietro c'č il Wedding ? A est ?
ln fondo l'est č ovunque.
-
Strana gente, gridano. Lasciali
gridare, non me ne importa niente.)
-
No !
-
Una produzione americana per la Tv.
-
- Vuole sapere la storia ?
- Sě.
-
La storia: 1945, Berlino, guerra.
-
lo sono un detective americano.
-
Sono stato ingaggiato da un tizio
tedesco-americano.
-
ll figlio di suo fratello
č in Germania.
-
Vado in Germania, lo trovo.
-
ll fratello č morto, la famiglia
č dispersa, trovo il ragazzo.
-
Nel 1945 ?
-
Lasciami stare, pezzo di merda !
-
Mamma !
-
(Stasera non ce la farň.
-
Niente trapezio
nelle notti di luna piena.
-
Per l'ultima volta,
per l'ultimissima volta.
-
Devo fermare questo sogno.
-
E' finito il circo.
-
Finito.
-
Ancora una volta č come
se si facesse buio dentro di me.
-
La paura.
-
La paura della morte.
-
La morte ? Perchč no ?
-
A volte l'unica cosa importante
č essere belli.
-
Guardarsi allo specchio
č come guardarsi pensare.
-
Allora, cosa pensi ?
-
Penso che ho il diritto di avere
paura, ma che non ne devo parlare.
-
Non sei sempre stata cieca,
il tuo cuore batte ancora.
-
Allora piangi.
-
Vorresti piangere come una bambina
piccola che ha un grande dispiacere.
-
Sai perchč piangi ?
-
Per chi ? Non per me.
-
Non lo so piů.
-
Mi piacerebbe saperlo.
Non so niente.
-
Ho un po' di angoscia.
-
E' giŕ passata, č finita.
-
Ritorna !)
-
Non č grave.
-
APPLAUSl
-
> Non mangiate tutto !
> Dai un wurstel anche a me.
-
> Chi mangia solo si strozza !
-
> Domani tutti a Berlino !
-
CANTANO lN FRANCESE
-
CANTA lN lNGLESE
-
(Mi piace questo concerto.
-
lo sento tutto,
ma il pubblico non guarda.
-
Forse guarda il cielo.)
-
(Guardo davanti a me e mi lascio
trasportare nell'universo.
-
Eccolo di nuovo
il mio sentimento di benessere.
-
Come se all'interno del mio corpo
una mano si chiudesse dolcemente.)
-
PARLA NELLA LlNGUA D'ORlGlNE
-
(quando il bambino era bambino,
venne il tempo di queste domande.
-
Perchč io sono io
e perchč non sei tu ?
-
Perchč io sono qui
e perchč non sono lŕ ?
-
quando č cominciato il tempo
e dove finisce lo spazio ?)
-
Voglio che rimani con me.
-
(La vita sotto il sole
non č solo un sogno ?)
-
(Al lavoro, passeggiare.
-
Camminare e guardare.
-
Vorrei che fossi qui, nonna.
-
questa dev'essere la stazione
di cui mi hanno parlato.
-
quella con il nome buffo.
-
Non la stazione
dove fermano i treni,
-
ma la stazione
dove si ferma la stazione.
-
- Ma quello č il tenente Colombo !
- Non credo.
-
- No, ha un soprabito rovinato.
- E' proprio lui !
-
Che farebbe in questa fogna ?
-
Non riesco a vederti,
ma so che ci sei.
-
Lo sento.
-
Stai girando qua attorno
da quando sono qui.
-
Mi piacerebbe vedere la tua faccia
-
solo per guardarti negli occhi
e dirti quanto č bello essere qui.
-
Solo per toccare qualcosa.
questo č freddo, fa sentire bene.
-
quaggiů č bello fumare,
prendere un caffč.
-
E se lo fai insieme č fantastico.
-
Oppure disegnare.
-
Prendi una matita
e fai una linea scura.
-
Poi ne fai una chiara
e l'insieme č bello.
-
quando hai le mani fredde,
-
se le sfreghi cosě, insieme,
č bello !
-
E' bello !
-
Fa sentire bene.
-
Ma tu non sei quaggiů,
io sono qua,
-
e vorrei che anche tu fossi qui.
-
Vorrei che potessi parlarmi
-
perchč io sono un amico.
-
Companero.
-
- Allora ? - Risalirň il fiume.
E' una vecchia massima umana.
-
L'ho sentita spesso,
ma la capisco solo oggi.
-
Ora o mai, č l'attimo del guado.
Ma non ci sarŕ un'altra riva,
-
c'č solo il guado
finchč stiamo dentro il fiume.
-
Avanti, nel guado del tempo,
il guado della morte.
-
Noi che non siamo ancora nati,
scendiamo dalla torretta.
-
Guardare non č guardare dall'alto,
ma ad altezza d'occhi.
-
Prima farň un bagno.
-
Poi mi farň rasare,
possibilmente da un barbiere turco.
-
Lui mi massaggerŕ
fino alla punta delle dita.
-
Poi compro un giornale
e lo leggo fino all'ultima pagina,
-
dai titoli all'oroscopo.
-
ll primo giorno
mi farň solo servire.
-
Chi vuole qualcosa da me,
lo mando dal vicino.
-
Chi inciampa sulle mie gambe stese,
si scuserŕ con me, gentilmente.
-
Mi farň urtare e urtare ancora.
-
Nel locale affollato l'oste
mi troverŕ subito un tavolo libero.
-
Un'auto si fermerŕ davanti a me
e il sindaco mi accompagnerŕ.
-
Sarň familiare a tutti,
sospetto a nessuno.
-
Non dirň niente, ascolterň.
Capirň ogni lingua.
-
Cosě sarŕ il mio primo giorno.
-
Ma nulla di questo sarŕ vero.
-
(La prenderň tra le mie braccia.
-
Lei mi prenderŕ
tra le sue braccia.)
-
- Credo che sia ubriaco.
- Sě, anch'io.
-
Andiamo !
-
Ha un sapore !
-
Adesso comincio a capire.
-
- Scusi, questo č rosso ?
- Sě.
-
- Si č ferito ?
- Come va oggi ? - Va.
-
- E i tubi di che colore sono ?
- l tubi sono gialli.
-
- Gialli. - Sě.
- E quella ? - E' grigio-blu.
-
- Grigio-blu. quella ?
- Lilla.
-
- E quella ? - E' arancione. Ocra.
- Ocra o arancione ? - Ocra.
-
- Giallo, rosso... E quella ?
- quella č giallo chiaro.
-
- Giallo chiaro. E lŕ,
sopra l'occhio ? - E' blu scuro.
-
Blu scuro...
-
- Oggi fa molto freddo ?
- Passerŕ.
-
- Berrei volentieri un caffč.
- Non ha soldi ?
-
Sě... No.
-
Sono contento che oggi
vada tutto cosě bene. Grazie !
-
Prego.
-
E' bello !
-
SlRENA DELL'AMBULANZA
-
- Caffč. - Con latte e zucchero ?
- Ristretto. - Bene.
-
(quando il bambino era bambino,
-
per nutrirsi
gli bastavano pane e mela.
-
Ed č ancora cosě.
-
quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano
-
come solo le bacche sanno cadere.
-
Ed č ancora cosě.
-
Le noci fresche
gli raspavano la lingua.
-
Ed č ancora cosě.
-
A ogni monte sentiva nostalgia
di una montagna ancora piů alta.
-
E in ogni cittŕ sentiva nostalgia
di una cittŕ ancora piů grande.
-
E questo č ancora cosě.
-
Sulla cima di un albero prendeva
le ciliegie tutto euforico.
-
Com'č ancora oggi.
-
Aveva timore
davanti a ogni estraneo.
-
E continua ad averlo.
-
Aspettava la prima neve
e continua ad aspettarla.
-
quando il bambino era bambino,
-
lanciava contro l'albero un bastone
come fosse una lancia
-
che ancora continua a vibrare.
-
Scusi, come arrivo
alla Akazienstrasse ?
-
Prendi la Potsdamer
fino al Kleistpark,
-
a destra per la Grunewalstrasse,
passi l'Elssholtz e la Getschin.
-
Poi alla Goltz non andare a destra
o arrivi alla Winderferldtplatz,
-
- ma gira a sinistra
e sei arrivato. - Oh, mamma !
-
questo ingresso č per i tecnici,
le comparse entrano da lŕ dietro.
-
- Comparse ?
- Sě, le comparse di lŕ.
-
- Dove va ? - Comparsa. - Lo dicono
tutti e poi chiedono gli autografi.
-
Brutto stronzo !
-
Ragazze, ma quello
č il tenente Colombo ! Andiamo !
-
Ragazze, c'č il tenente Colombo !
-
Ehi, companero !
-
- Sono cosě felice di vederti.
Come va ? - Bene.
-
Non so perchč, ma mi aspettavo
un uomo molto piů alto.
-
- Ancora piů alto ? - Ancora
piů alto ! quanto tempo č che...
-
Minuti, ore, giorni...
-
Settimane, mesi !
Tempo !
-
Ti do qualche dollaro
per ripulirti un po'.
-
l soldi li ho,
ho venduto qualcosa.
-
La corazza, vero ?
-
- quanto ti hanno dato ?
- 200 marchi. - Ti hanno derubato.
-
Capita spesso. Ora ti racconto
una cosa successa 30 anni fa.
-
A New York City, in un negozio
fra la 23a e Lexington,
-
un uomo mi diede 500 dollari.
-
Tu eri...
-
Sě.
-
Tu sei...
-
- Anche tu.
- Sě.
-
Ce ne sono tanti come noi.
-
Signor Falk, l'ho cercata
dappertutto. Siamo pronti per lei.
-
Ok, vengo subito.
-
Tu non sei l'unico.
-
- Adesso cosa fai ?
- C'č una ragazza.
-
Ah, una ragazza ! Bravo !
-
Aspetta !
Volevi dirmi qualcos'altro ?
-
lo voglio sapere tutto !
Tutto quanto !
-
Devi riuscirci da solo, questa
č la cosa piů bella, caro mio !
-
(lNSlEME) Colombo ! Colombo !
-
Dai, Marion,
non preoccuparti, passerŕ !
-
Ti spedirň delle cartoline
con la Torre Eiffel.
-
Alla prossima stagione.
Non dimenticare il circo Alekan !
-
- Ciao, Archie ! All'anno
prossimo ! - Arrivederci !
-
Ti do mille baci !
Arrivederci, Marion !
-
Ti mando un pacchettino ?
Metto dentro un po' di Camembert ?
-
- Ciao ! Tanti baci, Marion !
- Ciao, Chico !
-
Mille baci !
-
(Non potrei proprio dire chi sono,
non lo so.
-
Sono qualcuno che non ha origine
nč storia nč Paese
-
e voglio che sia cosě.
-
Sto qui, sono libera.
-
Posso immaginarmi tutto.
-
Tutto č possibile.
-
Devo soltanto alzare gli occhi
per ridiventare il mondo.
-
Ora, su questa piazza,
ho una sensazione di felicitŕ
-
che potrei avere sempre.)
-
- (lNSlEME) Che fai qui ?
- Sto seduto.
-
- Sei triste ?
- No.
-
- Stai male ?
- Sě.
-
- Che cos'hai ?
- Mancanza. - Ah, ecco !
-
Un doppio nodo tiene meglio.
-
- Mancanza ?
- Forse č mancanza di cibo.
-
- O mancanza di bere.
- Voglio raccontarlo a mia madre.
-
(Non č andata via, Cassiel, lo so.
-
La troverň.
-
Succederŕ qualcosa che conterŕ
stanotte.)
-
Cassiel !
-
(Lei mi insegnerŕ tutto.
-
Ci sono ancora altri soli
oltre a quello che č in cielo.
-
Nella notte profonda,
oggi comincerŕ la primavera.
-
Mi cresceranno ali completamente
diverse da quelle solite,
-
ali che finalmente mi stupiranno.)
-
Un caffč, per favore.
-
Grazie.
-
Tenente, scommetto che lei sa
come riuscire a trovare la gente.
-
So come cercarla,
ma non la trovo sempre.
-
Sta cercando qualcuno ?
-
Di preciso non so,
ma vorrei trovare qualcuno.
-
Chi ? Un ragazzo, una ragazza,
un uomo, una donna ?
-
Un uomo, eh ?
-
- Sa almeno il nome ?
- No. - No ?
-
Sa dove abita ?
-
- No. - Non so niente.
- Non sa niente !
-
- E' un caso un po' complicato.
- Giŕ.
-
Ora devo andare, buonanotte.
-
- Buona fortuna.
- Tenente !
-
Non riesco a vederti,
ma so che sei qui.
-
Lo sento.
-
Vorrei vedere la tua faccia
per poterti dire tante cose.
-
Sono tuo amico.
-
''Companero.''
-
CANTA lN lNGLESE
-
CANTA lN lNGLESE
-
(Un'altra canzone ed č finita,
ma non parlerň della ragazza.
-
Non voglio dirvi niente
della ragazza.
-
Voglio parlarvi di una ragazza.
-
CANTA lN lNGLESE
-
Un giorno la cosa diventerŕ seria.
-
Sono stata molto sola
anche non avendo mai vissuto da sola.
-
quando ero con qualcuno,
spesso ero felice.
-
Ma comunque pensavo
che fosse del tutto casuale.
-
questa gente erano i miei genitori,
ma avrebbero potuto essere altri.
-
Perchč mio fratello
era quello con gli occhi marroni
-
e non invece quello
con gli occhi verdi
-
che stava sulla banchina di fronte ?
-
La figlia del tassista era mia amica.
-
Ma avrei anche potuto abbracciare
un cavallo,
-
sarebbe stato lo stesso.
-
Stavo con un uomo, ero innamorata.
-
Ma avrei anche potuto lasciarlo
e andare via con quello sconosciuto
-
che avevamo incontrato per la strada.
-
Guardami o non guardarmi.
-
Dammi la mano oppure no.
-
No, non darmi la mano
e togli lo sguardo da me.
-
Credo che oggi sia luna nuova.
-
Non c'č notte piů tranquilla.
-
ln tutta la cittŕ
non scorrerŕ sangue.
-
Prima
non ho mai giocato con qualcuno
-
e tuttavia non ho mai aperto
gli occhi per pensare.
-
Adesso č una cosa seria.
-
Finalmente sarŕ una cosa seria.
-
Cosě ora sono cresciuta.
-
Ero solo io cosě poco seria ?
-
E' il tempo cosě poco serio ?
-
Non sono mai stata solitaria
nč da sola nč con qualcun altro.
-
Ma in fondo mi sarebbe piaciuto
essere solitaria.
-
''Solitudine'' significa
''finalmente sono tutto''.
-
Adesso posso dirlo perchč oggi
finalmente sono davvero sola.
-
Bisognerŕ finirla prima o poi
con il caso.
-
lo non so se ci sia un fine,
-
ma so che deve esserci una decisione.
-
E' necessario che tu decida.
-
Decidi.
-
Ora noi siamo il tempo.
-
Non solo la cittŕ intera,
adesso č il mondo intero
-
che prende parte
alla nostra decisione.
-
Ora noi due
siamo piů che due solamente.
-
Noi incarniamo qualcosa
ed eccoci sulla piazza del Popolo.
-
Siamo qui, tutti e due,
e la piazza č piena di gente
-
che si augura la stessa cosa
che ci auguriamo noi.
-
Decidiamo noi il gioco per tutti.
-
lo sono pronta.
-
Ora tocca a te.
-
Hai tu in mano il gioco.
-
Adesso o mai piů.
-
Tu hai bisogno di me.
-
Tu avrai bisogno di me.
-
Non c'č storia piů grande
della nostra, quella mia e tua,
-
dell'uomo e della donna.
-
Sarŕ una storia di giganti,
-
invisibili,
-
riproducibili.
-
Sarŕ una storia di nuovi progenitori.
-
Guarda i miei occhi.
-
Sono l'immagine della necessitŕ,
-
del futuro di tutti sulla piazza.
-
La notte scorsa ho sognato qualcuno,
uno sconosciuto.
-
ll mio uomo...
-
Soltanto con lui potevo essere sola
-
e aprirmi a lui, aprirmi tutta.
-
Tutta sua !
-
Farlo entrare dentro di me
tutto intero,
-
avvolgerlo con il labirinto
della comune beatitudine.
-
lo lo so.
-
Sei tu quello.
-
(E' successo qualcosa
che continua a succedere,
-
qualcosa che mi vincola.
-
Era notte e adesso č giorno.
-
Tanto piů adesso...
-
Chi era ?
-
lo ero in lei
e lei era intorno a me.
-
Chi al mondo puň dire di essere stato
insieme a un essere umano ?
-
lo sono insieme.
-
Nessun bambino mortale
č stato concepito,
-
ma un'immagine immortale,
comune.
-
Stanotte ho imparato a stupirmi.
-
E' venuta a prendermi
e l'ho trovata a casa.
-
C'era una volta.
-
C'era una volta e dunque ci sarŕ.
-
L'immagine che abbiamo creato,
-
sarŕ l'immagine
che accompagnerŕ la mia morte.
-
ln questa immagine avrň vissuto.
-
Solo lo stupore su di noi.
-
Lo stupore dell'uomo e della donna
-
ha fatto di me un uomo.
-
Ora io so
-
ciň che nessun angelo sa.)
-
(Nominami gli uomini e le donne
e i bambini
-
che cercheranno me,
il loro narratore e cantore
-
perchč essi hanno bisogno di me
-
piů di ogni altra cosa al mondo.
-
Siamo tutti sulla stessa barca.)