Perché gli estremofili sono di buon auspicio per la vita extraterrestre - Louisa Preston

Vedi la lezione completa: http://ed.ted.com/lessons/why-extremophiles-bode-well-for-life-beyond-earth-louisa-preston

La vita sulla Terra richiede tre cose: acqua allo stato liquido, una fonte di energia ad una distanza abitabile dal Sole e materiale organico a base di carbonio. Ma la vita è sorprendentemente resistente, ed alcuni organismi, detti estremofili, possono essere trovati in condizioni di vita ostili (si pensi a temperature estreme e scarsa disponibilità di ossigeno). Louisa Preston spiega perché gli estremofili danno agli astrobiologi la speranza che esista vita nell'Universo.

Lezione di Louisa Preston, animazione di Emanuel Friberg.

A tutti sarà capitato di vedere dei film

con terribili insetti provenienti dallo spazio

o storie di rapimenti da parte di omini verdi,

ma lo studio della vita nell'universo,

inclusa la possibilità di vita extraterrestre,

è anche una ricerca scientifica seria.

L'astrobiologia attinge a diversi settori,

quali fisica,

biologia,

astronomia

e geologia,

per studiare come si è formata la vita sulla Terra,

come potrebbe formarsi altrove

e in che modo è possibile rilevarla.

Molte religioni antiche hanno descritto

altri mondi, abitati da esseri umani conosciuti,

ma si tratta più di regni mitici

o di universi paralleli

che di altri pianeti esistenti

nello stesso mondo fisico.

Solo nel secolo scorso

gli scienziati sono stati in grado

di intraprendere seriamente la ricerca

di vita extraterrestre.

Sappiamo che, al livello più elementare,

gli organismi sulla Terra hanno bisogno di tre cose:

acqua allo stato liquido,

una fonte di energia

e materiale organico a base di carbonio.

Sappiamo anche che la Terra

si trova proprio alla distanza giusta dal Sole,

per non venire congelata o fusa.

Dunque, i pianeti che si trovano ad una distanza vivibile

dalle proprie stelle

potrebbero essere in grado di ospitare la vita.

Ma mentre prima si pensava

che la vita potesse esistere solo

in ambienti simili alla Terra,

una delle più impressionanti scoperte dell'astrobiologia

è stata proprio la versatilità della vita.

Oggi sappiamo che la vita può prosperare

in ambienti tanto estremi

da essere fatali alla maggior parte delle forme di vita conosciute.

La vita si trova ovunque,

dal fumo nero dei camini idrotermali

nelle oscure profondità degli oceani terrestri,

alle sorgenti acide, calde e ribollenti,

sui fianchi dei vulcani,

fin lassù in alto nell'atmosfera.

Gli organismi che vivono in questi ambienti difficili

si chiamano estremofili

e riescono a sopravvivere a picchi estremi

di temperatura,

pressione

e radiazioni,

come anche di salinità

acidità

e limitata disponibilità di luce solare,

acqua

o ossigeno.

La cosa più interessante degli estremofili

è che prosperano in ambienti

che imitano le condizioni di mondi alieni.

Di questi, uno dei più importanti

è Marte, il nostro vicino rosso e polveroso.

Oggi, gli astrobiologi esplorano luoghi

dove un tempo può esserci stata vita su Marte

con il Curiosity rover della NASA.

Uno di questi è il cratere Gale,

un cratere da impatto creato

da una meteora che ha colpito la superficie di Marte

quasi 3,8 miliardi di anni fa.

Reperti provenienti dall'orbita suggeriscono antiche tracce di acqua,

il che significa che il cratere

potrebbe in passato aver ospitato la vita.

I pianeti non sono gli unici luoghi

che gli astrobiologi stanno osservando.

Per esempio, Europa, una delle lune di Giove,

e Titano ed Encelado,

due lune di Saturno,

sono cariche di entusiasmanti possibilità.

Anche se queste lune sono estremamente fredde e

e due sono ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio,

ci sono prove che sotto il guscio esistano oceani liquidi.

È possibile che ci sia vita in questi oceani,

oppure intorno ai fumanti e neri

geyser nella parte inferiore?

Titano è particolarmente promettente

perché possiede un'atmosfera

e ha laghi simili alla terra, mari e fiumi

che scorrono sulla sua superficie.

Però fa molto freddo,

troppo freddo per avere acqua allo stato liquido,

perciò è possibile che in quei fiumi scorrano, invece,

idrocarburi liquidi

come etano e metano.

Questi sono composti da idrogeno

e, soprattutto, da carbonio

che è la struttura base

di tutte le forme di vita conosciute.

Allora, ci sarà vita in questi laghi?

Anche se sono stati progettati degli strumenti

per studiare questi mondi lontani,

per costruirli ci vogliono molti anni

e tempi ancora più lunghi per portarli

nei luoghi designati.

Nel frattempo, gli astrobiologi lavorano

nel nostro laboratorio naturale, la Terra,

per studiare tutte le strane

e meravigliose forme di vita esistenti

e per aiutarci un giorno a rispondere

ad una delle domande più antiche dell'uomo:

siamo soli nell'Universo?