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Beau Lotto + Amy O’Toole: La scienza è per tutti, bambini compresi.

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    Beau Lotto: Questo gioco è semplicissimo.
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    Dovete leggere quello che vedete. Ok?
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    Conterò per voi, così non dobbiamo farlo tutti.
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    Uno, due, tre. Pubblico: "Can you read this?"
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    BL: Fantastico. E questo? Uno, due, tre. Pubblico: "You are not reading this."
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    BL: Molto bene. Uno, due, tre. (Risate)
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    Se foste portoghesi. E questo? Uno, due, tre.
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    Pubblico: "What are you reading?"
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    BL: "What are you reading?" Non ci sono parole, lì.
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    Vi ho detto di leggere quello che vedete. Giusto?
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    Alla lettera dice: "Wat ar ou rea in?" (Risate) Giusto?
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    Ecco cosa dovevate dire. Giusto? Perché?
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    Perché la percezione è radicata nella nostra esperienza.
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    La mente prende informazioni prive di senso
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    e dà loro un senso; non vediamo mai
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    quello che c'è, non vediamo mai l'informazione
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    vediamo solo quello che era utile vedere nel passato.
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    Questo significa che, quando si tratta di percezioni,
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    siamo tutti come questa rana.
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    (Risate)
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    Raccoglie informazioni. Genera un comportamento
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    che è utile. (Risate)
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    (Risate)
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    (Video) Uomo: Ah! (Risate) (Applausi)
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    BL: A volte, quando le cose non vanno come vogliamo,
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    un po' ci infastidisce, no?
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    Ma qui si parla di percezioni, o no?
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    Sulle percezioni si fonda tutto ciò che pensiamo, sappiamo,
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    crediamo, le speranze, i sogni, ciò che indossiamo,
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    innamorarci, tutto inizia con le percezioni.
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    Se le percezioni sono radicate nella nostra storia, significa
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    che noi reagiamo solo in base a cosa abbiamo già fatto.
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    Ma in realtà è un problema tremendo,
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    perché come si fa a vedere le cose diversamente?
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    Voglio raccontarvi una storia su come vedere diversamente le cose,
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    e su come tutte le nuove percezioni iniziano allo stesso modo.
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    Iniziano con una domanda.
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    Il problema delle domande è che creano incertezza.
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    L'incertezza è una brutta cosa. È evolutivamente
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    una brutta cosa. Se non sei sicuro che quello lì è un predatore, è troppo tardi.
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    Ok? (Risate)
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    Anche il mal di mare è conseguenza dell'incertezza.
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    Se scendete sottocoperta, l'orecchio interno
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    vi dice che vi state muovendo. Gli occhi,
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    che si muovono insieme alla barca, mi dicono che sono fermo.
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    La mente non riesce a gestire l'incertezza di quella infomazione, e sta male.
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    Chiedersi "Perché?" è una delle cose più pericolose che potete fare,
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    poiché vi trasporta nell'incertezza.
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    Eppure, l'ironia è che l'unico modo in cui possiamo
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    fare qualcosa di nuovo è avventurarci in quello spazio.
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    Allora come potremo mai fare qualcosa di nuovo?
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    Per fortuns l'evoluzione ci ha dato una risposta, no?
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    E ci permette di affrontare anche le domande
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    più difficili. Le domande migliori sono quelle che creano più incertezza.
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    Sono proprio quelle che mettono in dubbio le cose che diamo per vere. Giusto?
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    È facile fare domande su come la vita ha avuto inizio,
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    su cosa c'è oltre l'universo, ma mettere in dubbio quello che date per vero
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    è davvero avventurarsi in quello spazio.
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    Quindi qual è la risposta dell'evoluzione al problema dell'incertezza?
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    È il gioco.
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    Il gioco non è soltanto un processo. Gli esperti vi diranno
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    che è proprio un modo di essere.
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    Il gioco è una delle uniche attività umane dove l'incertezza
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    viene invece celebrata. L'incertezza è ciò che rende il gioco divertente.
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    Si adatta ai cambiamenti. Apre alle possibilità,
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    e alla cooperazione. È così che creiamo le nostre relazioni sociali,
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    ed ha una motivazione intrinseca. Ciò significa che
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    giochiamo per giocare. Il gioco è ricompensa di se stesso.
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    Se ora guardiamo questi cinque modi di essere,
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    sono proprio gli stessi modi di essere necessari
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    per essere un bravo scienziato.
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    La scienza non è definita dalla sezione materiali e metodi di un articolo.
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    È in realtà un modo di essere, questo, valido per
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    tutto ciò che è creativo.
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    Se aggiungiamo regole mentre giochiamo, otteniamo un vero gioco.
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    È così che funzionano gli esperimenti.
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    Armati di queste due idee,
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    che la scienza è un modo di essere e che gli esperimenti sono un gioco,
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    ci siamo chiesti, possiamo tutti diventare scienziati?
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    E a chi chiederlo se non a 25 bambini dagli 8 ai 10 anni?
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    Loro sono gli esperti. Così ho portato la mia teca delle api
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    in una piccola scuola nel Devon, e lo scopo era
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    non solo far vedere diversamente la scienza ai bambini,
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    ma, tramite il processo scientifico, vedere diversamente se stessi. Ok?
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    Il primo passo è stato fare una domanda.
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    Ora, va detto che non ci sono stati finanziamenti per questo studio
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    perché gli scienziati hanno detto che i bambini non potevano dare
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    un contribuito significativo alla scienza, e gli insegnanti che non erano in grado di farlo.
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    Allora l'abbiamo fatto lo stesso. Ovviamente.
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    Queste sono alcune delle domande. Le ho scritte in piccolo
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    così non vi disturbate a leggerle. Il punto è che cinque tra le domande poste dai bambini
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    erano in realtà alla base delle pubblicazioni scientifiche degli ultimi 5 -15 anni.
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    Dunque hanno posto domande che sono significative
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    per scienziati esperti.
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    Adesso voglio condividere il palco con una persona molto speciale.
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    Lei era una dei bambini coinvolti nello studio,
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    e adesso è uno degli scienziati più giovani mai pubblicati
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    al mondo. Ok? Lei sarà, una volta salita sul palco,
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    la persona più giovane che abbia mai parlato a TED.
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    Per fare scienza e porre domande ci vuole coraggio.
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    Lei è la personificazione del coraggio, perché
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    verrà qui a parlare davanti a tutti voi.
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    Amy, vuoi raggiungermi quassù? (Applausi)
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    (Applausi)
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    Amy mi aiuterà a raccontarvi la storia di quello che chiamiamo
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    il progetto Blackawton Bees, e per prima cosa vi dirà
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    la domanda che si sono posti. Inizia pure, Amy.
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    Amy O'Toole: Grazie, Beau. Abbiamo pensato
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    che fosse facile vedere il collegamento tra l'uomo e le scimmie
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    nel modo di ragionare, perché siamo simili.
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    Ma ci siamo chiesti se ci fosse un collegamento
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    anche con altri animali. Sarebbe sorprendente se uomini e api
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    ragionassero allo stesso modo, poiché sembrano così diverse da noi.
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    Allora ci siamo chiesti se uomini e api potessero risolvere
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    problemi complessi allo stesso modo.
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    Davvero, volevamo scoprire se anche le api sapessero adattarsi
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    a situazioni nuove sfruttando regole e condizioni apprese
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    in precedenza. E se le api ragionassero come noi?
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    Be', sarebbe soprendente, poiché stiamo parlando di un insetto
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    con appena un milione di cellule cerebrali.
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    Ma in realtà avrebbe molto senso,
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    perché le api, come noi, sanno riconoscere un buon fiore
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    a prescindere dall'ora, dalla luce, dal tempo
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    o da qualsiasi angolo vi si avvicinino. (Applausi)
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    BL: Quindi lo step successivo è stato progettare un esperimento,
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    cioè un gioco. I bambini si sono messi all'opera e hanno progettato
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    questo esperimento, e quindi -- o meglio, gioco -- e quindi,
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    Amy, puoi dirci qual era il gioco,
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    e il rompicapo che avete ideato per le api?
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    AO: Il rompicapo che abbiamo ideato si basava sulla logica se-allora.
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    Abbiamo chiesto alle api di imparare non solo ad andare verso un certo colore,
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    ma verso un fiore di un certo colore
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    solo quando risponde a un certo schema.
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    Ricevevano una ricompensa solo se andavano verso i fiori gialli,
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    se i fiori gialli erano circondati dal blu,
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    o se i fiori blu erano circondati dal giallo.
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    Ci sono quindi una serie di regole diverse che le api possono imparare
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    per risolvere questo rompicapo. La domanda interessante è: quali?
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    Ciò che era davvero entusiasmante in questo progetto era che noi,
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    e Beau, non avevamo idea se avrebbe funzionato.
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    Era del tutto nuovo e nessuno l'aveva mai fatto prima,
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    adulti compresi. (Risate)
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    BL: Compresi gli insegnanti, ed è stata molto dura per gli insegnanti.
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    È facile per uno scienziato iniziare senza avere idea di quello che sta facendo,
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    perché è quello che facciamo in laboratorio, ma per un insegnante,
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    non sapere cosa succederà alla fine della giornata --
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    buona parte dei meriti va a Dave Strudwick,
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    che ha collaborato a questo progetto.
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    Non entrerò nei dettagli dello studio
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    perché potete leggerlo, ma lo step successivo
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    è l'osservazione. Ecco alcuni studenti
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    durante l'osservazione. Stanno registrando i dati
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    su dove volano le api.
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    (Video) Dave Strudwick: Allora cosa facciamo? -- Alunno: 5C
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    DS: Sta andando sempre lassù? -- Alunno: Sì.
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    DS: Allora tienile d'occhio tutte. -- Alunno: Henry, mi dai un mano?
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    BL: "Mi dai una mano, Henry?" Quale bravo scienziato non direbbe così?
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    Alunno: Ce ne sono due lassù.
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    E tre quaggiù.
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    BL: Quindi abbiamo le nostre osservazioni. Abbiamo i nostri dati.
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    Fanno loro i calcoli semplici, le medie, etc., etc.
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    E ora lo vogliamo condividere. È lo step successivo.
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    Risistemiamo il tutto e cerchiamo di proporlo
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    per la pubblicazione. Quindi dobbiamo risistemarlo.
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    Quindi, ovviamente, andiamo al pub. Ok? (Risate)
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    Quello a sinistra è il mio. (Risate)
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    E io dico, un articolo si divide in quattro parti:
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    introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione.
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    L'introduzione dice: qual è la domanda e perché?
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    Materiali e metodi: cosa avete fatto? Risultati: cosa avete osservato?
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    E la discussione è: a chi importa?
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    Ecco un articolo scientifico, in pratica. (Risate)
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    I bambini mi danno le parole. Io ne faccio un racconto,
  • 9:25 - 9:28
    perciò l'articolo è scritto nella lingua dei bambini.
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    Non l'ho scritto io. L'hanno scritto Amy
  • 9:31 - 9:34
    e i suoi compagni di classe. Di conseguenza,
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    l'articolo scientifico inizia con: "C'era una volta..." (Risate)
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    La parte dei risultati dice: "I preparativi, il mistero... ta da da daaaaan." Ok? (Risate)
  • 9:46 - 9:48
    E materiali e metodi dice: "Poi abbiamo messo le api
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    in frigo (e abbiamo fatto la torta di api), faccina sorridente. (Risate)
  • 9:51 - 9:55
    È un articolo scientifico. Proviamo a farcelo pubblicare.
  • 9:55 - 9:58
    Ecco la prima pagina. Vediamo che ci sono numerosi autori.
  • 9:58 - 10:01
    Tutti quelli in grassetto hanno dagli 8 ai 10 anni.
  • 10:01 - 10:03
    Il primo autore è la Blackawton Primary School, perché
  • 10:03 - 10:06
    se dovesse essere mai citato, sarebbe "Blackawton et al."
  • 10:06 - 10:09
    e non un singolo individuo. Poi lo inviamo a una rivista ad accesso aperto,
  • 10:09 - 10:12
    e ci hanno detto così. Ci hanno detto tante cose, ma ci hanno detto così.
  • 10:12 - 10:16
    "Temo che l'articolo non soddisfi i nostri requisiti iniziali di qualità sotto diversi aspetti". (Risate)
  • 10:16 - 10:19
    In altre parole, inizia con "c'era una volta",
  • 10:19 - 10:21
    in numeri sono scritti a matita, etc. (Risate)
  • 10:21 - 10:26
    Ci siamo detti, chiediamo un parere. Così l'ho mandato a Dale Purves,
  • 10:26 - 10:29
    che è della National Academy of Sciences, uno dei maggiori neuroscienziati al mondo,
  • 10:29 - 10:33
    e ci ha detto: "Questo è l'articolo scientifico più originale che abbia mai letto --" (Risate)
  • 10:33 - 10:35
    "di certo merita grande visibilità".
  • 10:35 - 10:39
    Larry Maloney, esperto in percezione visiva, ha detto: "L'articolo è magnifico.
  • 10:39 - 10:42
    Il lavoro sarebbe pubblicabile se fatto da adulti".
  • 10:42 - 10:44
    Allora cosa abbiamo fatto? L'abbiamo rimandato all'editor.
  • 10:44 - 10:46
    Hanno detto di no.
  • 10:46 - 10:48
    Quindi abbiamo chiesto a Larry e Natalie Hempel di scrivere
  • 10:48 - 10:52
    un commento per inquadrare i risultati agli occhi degli scienziati,
  • 10:52 - 10:57
    abbiamo inserito le referenze e lo abbiamo inviato a Biology Letters.
  • 10:57 - 11:00
    E là è stato esaminato da cinque referee indipendenti,
  • 11:00 - 11:04
    ed è stato pubblicato.
  • 11:04 - 11:10
    (Applausi)
  • 11:10 - 11:13
    Ci sono voluti quattro mesi per la ricerca scientifica,
  • 11:13 - 11:16
    due anni per farla pubblicare. (Risate)
  • 11:16 - 11:21
    Tipico della scienza, in realtà. Questo fa di Amy e
  • 11:21 - 11:24
    dei suoi compagni i più giovani scienziati mai pubblicati.
  • 11:24 - 11:26
    Com'è stato il feedback?
  • 11:26 - 11:29
    Be', è stato pubblicato due giorni prima di Natale,
  • 11:29 - 11:33
    scaricato 30.000 volte il primo giorno.
  • 11:33 - 11:37
    È fra le Editors' Choice di Science, fra le migliori riviste scientifiche.
  • 11:37 - 11:39
    Sarà sempre gratuito su Biology Letters.
  • 11:39 - 11:43
    È l'unico articolo che sarà sempre gratuito su questa rivista.
  • 11:43 - 11:46
    L'anno scorso è stato il secondo articolo più scaricato
  • 11:46 - 11:50
    su Biology Letters, con un feedback non solo dagli scienziati
  • 11:50 - 11:52
    e dai docenti ma anche dal pubblico.
  • 11:52 - 11:54
    Ve ne leggo uno.
  • 11:54 - 11:57
    "Ho letto 'Blackawton Bees' di recente. Non trovo
  • 11:57 - 11:59
    le parole per spiegare esattamente cosa ne penso.
  • 11:59 - 12:01
    Quello che voi avete fatto è reale, vero e sorprendente.
  • 12:01 - 12:04
    Curiosità, interesse, innocenza e zelo sono le cose più basilari
  • 12:04 - 12:06
    e più importanti per fare scienza.
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    Chi altri può avere queste qualità se non i bambini?
  • 12:09 - 12:12
    Faccia i miei complimenti al suo team di bambini."
  • 12:12 - 12:16
    Vorrei concludere con una metafora fisica.
  • 12:16 - 12:19
    Posso provarla su di voi? (Risate)
  • 12:19 - 12:22
    Dai, dai, dai, su. Dai, dai. Ok.
  • 12:22 - 12:27
    Fare scienza implica correre dei rischi, e questo è un rischio incredibile. (Risate)
  • 12:27 - 12:33
    Per me, non per lui. Ok? Perché l'abbiamo provato solo una volta finora. (Risate)
  • 12:33 - 12:34
    Lei ama la tecnologia, vero?
  • 12:34 - 12:37
    Shimon Schocken: Sì, però amo anche me stesso.
  • 12:37 - 12:40
    BL: Ecco il paradigma della tecnologia. Ok.
  • 12:40 - 12:43
    Ora... (Risate)
  • 12:43 - 12:46
    Ok. (Risate)
  • 12:46 - 12:50
    Ora faremo una piccola dimostrazione, ok?
  • 12:50 - 12:54
    Deve chiudere gli occhi e deve indicare
  • 12:54 - 12:57
    dove mi sente battere le mani. Ok?
  • 12:57 - 13:02
    (Batte le mani)
  • 13:02 - 13:05
    (Batte le mani)
  • 13:05 - 13:08
    Che ne dite se tutti da quel lato urlate? Uno, due, tre.
  • 13:08 - 13:11
    Pubblico: (Urla)
  • 13:11 - 13:15
    (Risate)
  • 13:15 - 13:18
    (Urla) (Risate)
  • 13:18 - 13:22
    Perfetto. Ora apra gli occhi. Lo facciamo un'altra volta.
  • 13:22 - 13:25
    Da quel lato, urlate tutti. (Urla)
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    Da dove viene il suono? (Risate) (Applausi)
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    Grazie mille. (Applausi)
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    Qual è il punto? Il punto è cosa fa per noi la scienza.
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    Normalmente passiamo la vita a rispondere,
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    ma se vogliamo fare qualcosa di diverso, dobbiamo
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    avventurarci nell'incertezza. Quando ha aperto gli occhi,
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    è riuscito a vedere il mondo con occhi nuovi.
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    Ecco cosa ci offre la scienza. Offre la possibilità
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    di avventurarci nell'incertezza tramite il processo del gioco.
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    Credo che la vera formazione scientifica debba occuparsi di
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    dare voce alla gente e permetterle di esprimere quella voce,
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    così ho chiesto ad Amy di essere l'ultima voce di questo racconto.
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    Amy?
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    AO: Questo progetto è stato molto entusiamante per me,
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    perché ha dato vita al processo della scoperta,
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    e mi ha mostrato che chiunque, e dico chiunque,
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    ha il potenziale per scoprire qualcosa di nuovo,
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    e che una piccola domanda può portare a una grande scoperta.
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    Cambiare il modo in cui una persona la pensa su qualcosa
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    può essere facile o difficile. Tutto dipende da come quella persona
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    si pone di fronte al cambiamento.
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    Ma cambiare il mio modo di vedere la scienza è stato
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    sorprendentemente facile. Dopo aver giocato
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    e iniziato a riflettere sul rompicapo,
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    allora ho capito che la scienza non è solo una materia noiosa,
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    e che chiunque può scoprire qualcosa di nuovo.
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    Bisogna solo avere un'opportunità. La mia opportunità è arrivata
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    nella persona di Beau, e con il progetto Blackawton Bee.
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    Grazie. BL: Grazie mille. (Applausi)
  • 14:57 - 15:04
    (Applausi)
Title:
Beau Lotto + Amy O’Toole: La scienza è per tutti, bambini compresi.
Speaker:
Beau Lotto + Amy O'Toole
Description:

Che cos'hanno in comune la scienza e il gioco? Il neuroscienziato Beau Lotto ritiene che tutti (bambini compresi) debbano poter fare scienza e, tramite il processo della scoperta, modificare le percezioni. È affiancato dalla dodicenne Amy O'Toole, che, insieme a 25 compagni di classe, ha pubblicato il primo articolo peer-review scritto da bambini delle elementari, sul progetto delle api di Blackawton. Inizia così: "C'era una volta..."

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
15:25

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