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Michael Archer: Come risusciteremo la rana Rheobatrachus e la tigre della Tasmania

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    Voglio mettere alla prova questa domanda a cui siamo tutti interessati:
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    L'estinzione deve essere per sempre?
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    Sto seguendo due progetti di cui voglio parlarvi.
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    Uno è il Progetto Tilacino.
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    L'altro è il Progetto Lazarus,
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    e riguarda la rana Rheobatrachus.
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    Chiedere perché concentrarsi su questi due animali
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    sarebbe una domanda legittima.
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    Punto numero uno, ognuna
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    rappresenta una famiglia unica a sé.
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    Abbiamo perso una famiglia intera.
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    È un bel pezzo del genoma globale che se ne va.
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    Vorrei riaverlo indietro.
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    Il secondo motivo è che noi abbiamo ucciso questi animali.
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    Nel caso del tilacino, a malincuore,
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    li abbiamo uccisi tutti uno per uno.
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    Li abbiamo massacrati.
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    Nel caso delle rheobatrachus
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    abbiamo disperso fungicida fino ad ucciderle.
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    C'è un terribile fungo che si muove
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    nel mondo che si chiama chytridiomycosi,
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    che sta uccidendo le rane in tutto il mondo.
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    Pensiamo che sia quello che ha ucciso la rana,
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    e gli umani stanno diffondendo questo fungo.
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    Questo introduce un interrogativo etico molto importante,
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    e credo che lo avrete sentito molte volte
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    quando si parla di questi argomenti.
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    La cosa importante è che,
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    se è chiaro che abbiamo sterminato queste specie,
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    allora penso che non solo abbiamo l'obbligo morale
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    di vedere cosa fare, ma credo che abbiamo
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    l'imperativo morale di cercare di fare qualcosa, se possiamo.
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    Ok. Parliamo un po' del Progetto Lazarus.
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    È una rana. E voi pensate: rana.
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    Già, ma non era una rana qualunque.
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    Contrariamente a una normale rana, che deposita le uova nell'acqua
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    e se ne va facendo gli auguri ai suoi ranocchi,
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    questa rana ingoiava le uova fertilizzate,
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    le ingoiava nello stomaco dove doveva esserci cibo,
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    non digeriva le uova,
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    e trasformava il suo stomaco in un utero.
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    Nello stomaco, le uova continuavano a svilupparsi in girini,
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    e nello stomaco, i girini si trasformavano in rane,
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    e crescevano nello stomaco finché alla fine
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    la povera vecchia rana era a rischio di esplosione.
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    Un colpetto di tosse e singhiozzo, ed ecco
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    venire fuori le piccole rane.
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    Quando i biologi l'hanno vista, erano elettrizzati.
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    Hanno pensato che fosse incredibile.
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    Non è noto nessun animale, figuriamoci una rana, che faccia una cosa simile:
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    trasformare un organo del corpo in un altro.
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    E potete immaginare come l'ambiente medico sia diventato matto per questa cosa.
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    Se potessimo capire in che modo questa rana
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    fa funzionare la sua pancia, ci sono informazioni
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    che dovremmo capire o che potrebbero essere utili
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    per aiutarci?
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    Non sto suggerendo di crescere i nostri figli nello stomaco,
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    ma suggerisco che sia possibile voler
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    gestire le secrezioni gastriche.
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    E proprio nel momento in cui sono rimasti tutti elettrizzati, bang!
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    Si è estinta.
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    Ho chiamato un amico, il professor Mike Tyler
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    dell'Università di Adelaide.
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    Era l'ultima persona ad avere questa rana,
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    una colonia, nel suo laboratorio.
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    E ho detto, "Mike, per caso --"
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    questo è successo 30 o 40 anni fa --
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    "per caso hai conservato tessuti congelati di questa rana?"
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    Ci ha pensato, è andato a guardare nel congelatore
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    a meno 20 gradi centigradi,
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    ha rovesciato il contenuto del congelatore,
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    e in fondo c'era un barattolo
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    che conteneva tessuti di quelle rane.
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    Era veramente emozionante, ma non c'era motivo
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    di aspettarsi che funzionasse,
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    perché quei tessuti non avevano antigelo,
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    crioprotettori che li proteggessero dopo il congelamento.
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    Normalmente, quando l'acqua congela, come sapete, si espande
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    e la stessa cosa succede con una cellula.
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    Se congelate dei tessuti, l'acqua si espande,
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    danneggia o brucia le pareti della cellula.
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    Abbiamo analizzato i tessuti al microscopio.
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    Non erano messi male. La cellula sembrava intatta.
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    Abbiamo pensato di fare un tentativo.
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    Abbiamo fatto quello che chiamiamo
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    un trapianto nucleare somatico.
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    Abbiamo preso le uova di una specie simile, una rana vivente,
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    e abbiamo disattivato il nucleo dell'uovo.
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    Abbiamo usato radiazioni ultraviolette per farlo.
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    E abbiamo preso i nuclei dei tessuti morti
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    della rana estinta e abbiamo inserito questi nuclei nell'uovo.
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    Questo è un progetto di clonazione a tutti gli effetti,
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    come quello che ha prodotto Dolly, ma in realtà è molto diverso,
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    perché Dolly viene da cellule di pecora viva in cellule di pecora viva.
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    Era un miracolo, ma fattibile.
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    Quello che cerchiamo di fare è prendere un nucleo morto da una specie estinta
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    e metterlo in una specie completamente diversa e aspettarci che funzioni.
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    Non avevamo un reale motivo di aspettarci che lo facesse
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    e ne abbiamo provate a centinaia.
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    Proprio lo scorso febbraio, l'ultima volta che abbiamo tentato questi esperimenti,
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    ho visto un miracolo verificarsi.
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    Quello che abbiamo scoperto è che la maggior parte delle uova non funzionava
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    ma poi improvvisamente una di loro ha cominciato a dividersi.
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    Fu emozionante. E poi l'uovo si è diviso di nuovo.
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    E di nuovo. E in breve tempo, abbiamo ottenuto
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    embrioni nelle prime fasi con centinaia di cellule in formazione.
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    Abbiamo anche testato il DNA di queste cellule,
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    e il DNA della rana estinta è in quelle cellule.
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    Siamo molto emozionati. Non è un girino.
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    Non è una rana. Siamo ancora lontani
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    dalla produzione, o ricreazione di specie estinte.
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    Questa è una notizia. Non l'avevamo ancora annunciato pubblicamente.
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    Siamo emozionati. Dobbiamo superare questo punto.
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    Vogliamo che questa sfera di cellule passino alla fase di gastrulazione,
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    perché possa produrre altro tessuto.
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    Andrà avanti a produrre un girino e poi una rana.
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    Teneteci d'occhio. Credo che la rana ritornerà,
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    speriamo che sia felice di essere di nuovo qui.
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    Grazie. (Applausi)
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    Non l'abbiamo ancora fatto, ma tenete pronti gli applausi.
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    Il secondo progetto di cui voglio parlavi è il Progetto Tilacino.
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    Il tilacino assomiglia molto a un cane,
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    o magari a una tigre, perché ha le strisce.
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    Ma non è imparentato con nessuno dei due.
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    È un marsupiale. Cresce la sua prole nel marsupio,
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    come farebbero un koala o un canguro,
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    e ha una storia lunga e affascinante,
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    che risale a 25 milioni di anni fa.
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    Ma è anche una storia tragica.
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    La prima accade nell'antica foresta pluviale
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    australiana circa 25 milioni di anni fa,
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    e la National Geographic Society ci sta aiutando
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    a esplorare questi resti fossili. Questo è Riversleigh.
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    In queste rocce fossili ci sono degli animali meravigliosi.
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    Abbiamo trovato leoni marsupiali.
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    Abbiamo trovato canguri carnivori.
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    I canguri di solito non li vediamo in questo modo,
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    ma questi sono canguri carnivori.
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    Abbiamo trovato gli uccelli più grandi del mondo,
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    più grandi di questo che si trova in Madagascar,
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    e anche lui è un carnivoro. Era una strana anatra gigante.
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    E i coccodrilli si comportavano anche loro in modo strano all'epoca.
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    Pensate ai coccodrilli che fanno i loro sporchi giochi
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    immobili nella loro pozza d'acqua.
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    Questi coccodrilli erano in realtà sulla terraferma
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    e salivano addirittura sugli alberi per piombare sulle prede
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    a terra.
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    Avevamo questi coccodrilli in Australia. Sono esistiti veramente.
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    Non assalivano solo
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    altri strani animali, ma anche i tilacini.
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    C'erano cinque diversi tipi di tilacini in quelle antiche foreste,
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    e andavano da quelli grandi a quelli medi
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    a uno della taglia di un chihuahua.
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    Paris Hilton avrebbe potuto portarsene
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    in giro uno nella borsetta,
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    finché un coccodrillo non le sarebbe piombato addosso.
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    Era un posto meraviglioso in tutti i sensi,
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    ma sfortunatamente l'Australia non è rimasta così.
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    Il cambio climatico ha colpito il mondo per un lungo periodo di tempo,
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    e gradualmente, le foreste sono scomparse,
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    il paese ha cominciato a inaridirsi,
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    e le specie di tilacini hanno cominciato a diminuire,
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    finché cinque milioni di anni fa, ne è rimasta solo una.
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    Ma 10 000 anni fa, sono scomparsi
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    dalla Nuova Guinea, e sfortunatamente
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    4000 anni fa, qualcuno,
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    non sappiamo chi fosse, ha introdotto i dingo --
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    è un tipo di cane molto arcaico -- in Australia.
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    E come potete vedere, nell'aspetto i dingo
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    erano molto simili ai tilacini.
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    Questa somiglianza significava probabilmente che competevano
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    per lo stesso cibo.
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    È persino possibile che gli aborigeni tenessero
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    qualcuno di questi dingo come animali da compagnia, e quindi
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    potrebbero essere stati avvantaggiati nella battaglia per la sopravvivenza.
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    Tutto ciò che sappiamo è che poco dopo l'introduzione dei dingo,
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    i tilacini si sono estinti in Australia,
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    e sono sopravvissuti solo in Tasmania.
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    Purtroppo l'altra cosa triste della storia dei tilacini
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    è che gli europei sono arrivati nel 1788, e si sono portati dietro
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    le loro cose di valore, comprese le pecore.
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    Hanno dato un'occhiata ai tilacini in Tasmania,
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    e hanno pensato, aspetta un attimo, non funzionerà.
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    Quello ci mangerà tutte le pecore.
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    Ma non è successo.
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    I cani selvatici si mangiarono qualche pecora, ma il tilacino subì un brutto colpo.
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    Infatti immediatamente il governo disse, ecco,
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    sbarazziamocene, e pagò persone
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    per massacrare tutti quelli che vedevano.
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    Nei primi anni del 1930, erano stati uccisi
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    da 3000 a 4000 tilacini. Fu un disastro,
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    e stavano per raggiungere il limite.
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    Guardate questo filmato.
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    Mi rattrista molto, perché pur essendo un animale affascinante,
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    è straordinario pensare che avevamo la tecnologia per filmarlo
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    prima che avesse il tempo di precipitare verso l'estinzione.
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    Purtroppo nello stesso tempo non avevamo
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    la minima preoccupazione per il benessere delle specie.
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    Queste sono immagini dell'ultimo tilacino sopravvissuto, Benjamin,
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    che era nello Zoo Beaumaris a Hobart.
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    Per aggiungere il danno alla beffa, dopo aver quasi cancellato
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    queste specie, mentre moriva di incuria
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    i custodi non lo hanno lasciato entrare nella gabbia
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    durante una fredda notte a Hobart. È morto assiderato,
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    e la mattina, quando hanno trovato il corpo di Benjamin,
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    importava loro ancora così poco di quell'animale
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    che hanno buttato il corpo nella spazzatura.
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    Le cose devono restare così?
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    Nel 1990, ero al Museo Australiano.
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    Ero affascinato dai tilacini. Sono sempre stato ossessionato da questi animali.
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    Studiavo i crani per cercare di capire
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    la loro relazione con altri tipi di animali,
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    e ho visto questo barattolo, e nel barattolo,
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    c'era un cucciolo di tilacino, forse di sei mesi.
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    Il tizio che lo aveva trovato e ucciso la madre
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    aveva messo il cucciolo sotto spirito.
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    Sono un paleontologo, ma sapevo che l'alcool è un conservante per il DNA.
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    Ma eravamo nel 1990, e ho chiesto ai miei amici genetisti,
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    se potevamo pensare di
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    estrarre il DNA dal cucciolo, se ce n'era,
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    per poi in un qualche futuro
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    usare il DNA per riportare in vita il tilacino.
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    I genetisti hanno riso. Ma si trattava di sei anni prima di Dolly.
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    La clonazione era fantascienza. Non è successo.
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    Ma poi improvvisamente la clonazione è diventata possibile.
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    E ho pensato, quando sono diventato direttore
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    del Museo Australiano, di mandare avanti questa cosa.
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    Ho messo insieme una squadra.
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    Siamo andati a riprendere il cucciolo per vedere se c'era ancora,
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    e abbiamo trovato il DNA del tilacino. È stata una rivelazione.
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    Eravamo molto emozionati.
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    Purtroppo abbiamo trovato anche molto DNA umano.
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    Tutti i vecchi curatori passati per quel museo
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    avevano visto questo magnifico esemplare,
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    messo le mani nel barattolo, lo avevano tirato fuori e pensato,
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    "Wow, guarda qui", e poi rimesso nel barattolo,
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    contaminando l'esemplare.
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    Ed era un peccato. Se l'obiettivo era di estrarre il DNA
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    e usarlo per riportare il tilacino,
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    quello che non volevamo, una volta riversate
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    le informazioni nella macchina, messa in moto,
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    con le luci che lampeggiano, era un vecchio e orribile
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    curatore che saltasse fuori dall'altra parte della macchina. (Risate)
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    Avrebbe reso il curatore molto felice,
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    noi invece non saremmo stati felici,
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    Quindi siamo tornati su quegli esemplari e abbiamo cominciato ad approfondire,
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    in particolare abbiamo analizzato i denti dello scheletro,
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    parti dure su cui gli uomini non avevano potuto mettere le dita,
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    e abbiamo trovato DNA di migliore qualità.
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    Abbiamo trovato geni di nucleo mitocondriale. È lì.
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    Quindi l'abbiamo preso.
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    Ok. Cosa potevamo fare con quella roba?
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    George Church nel suo libro, "Regenesis",
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    ha citato molte delle tecniche che stanno avanzando rapidamente
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    per lavorare sui frammenti del DNA.
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    Speravamo di essere in grado di ricostruire quel DNA,
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    in una forma utilizzabile, e poi, un po' come abbiamo fatto nel progetto Lazarus,
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    mettere quella roba nell'uovo di una specie ospite.
  • 12:09 - 12:11
    Deve essere una specie diversa.
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    Cosa potrebbe essere? Perché non potrebbe essere un diavolo della Tasmania?
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    Sono lontanamente imparentati con i tilacini.
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    E poi il diavolo della Tasmania darà vita
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    a un tilacino.
  • 12:21 - 12:24
    Le critiche a questo progetto dicono, "aspetta un attimo".
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    Tilacino, diavolo della Tasmania? Ci faremo del male.
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    No, non è vero. Sono marsupiali.
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    Mettono al mondo piccoli della dimensione di una caramella.
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    Quel diavolo della Tasmania non saprà neanche di averlo dato alla luce.
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    In breve, penserà di avere avuto
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    il più brutto cucciolo al mondo,
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    quindi magari avrà bisogno di una mano per andare avanti.
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    Andrew Pask e i suoi colleghi hanno dimostrato
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    che potrebbe non essere una perdita di tempo.
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    È un po' il futuro, non ci siamo ancora arrivati,
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    ma è il genere di cosa a cui vogliamo pensare.
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    Hanno preso un po' di quel DNA di tilacino in barattolo,
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    e l'hanno messo nel genoma di un topo,
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    ma hanno messo sopra un'etichetta in modo che
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    qualunque cosa produca quel DNA di tilacino
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    sarebbe diventato blu-verde nel neonato topolino.
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    In altre parole, se i tessuti del tilacino venivano prodotti
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    dal DNA di tilacino, sarebbe stato riconoscibile.
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    Quando è nato il piccolo, era pieno di tessuti blu-verde.
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    E questo ci dice che se riusciamo a rimettere insieme quel genoma,
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    metterlo in una cellula viva, genererà roba di tilacino.
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    È un rischio?
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    Avete preso pezzetti di un animale,
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    mescolati nella cellula di un animale diverso.
  • 13:33 - 13:35
    Otterremo un Frankenstein?
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    Avete presente, un qualche tipo di chimera ibrida?
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    La risposta è no.
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    Se l'unico DNA nucleare che va nella cellula ibrida
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    è il DNA di tilacino, è l'unica cosa che salterà fuori
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    dal diavolo della Tasmania.
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    Ok, se possiamo farlo, possiamo rimetterlo al suo posto?
  • 13:52 - 13:53
    È una domanda chiave per tutti.
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    Deve stare in laboratorio,
  • 13:55 - 13:57
    o possiamo rimetterlo al suo posto?
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    Possiamo rimetterlo sul trono del re degli animali
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    al suo posto in Tasmania, ripristinare quell'ecosistema
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    O la Tasmania è così cambiata
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    che non è più possibile?
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    Sono stato in Tasmania, sono andato in molte zone
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    dove un tempo c'erano i tilacini.
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    Ho parlato con persone, come Peter Carter qui.
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    Quando gli ho parlato aveva 90 anni,
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    ma nel 1926, quest'uomo, suo padre e suo fratello
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    catturavano i tilacini. Li intrappolavano.
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    Quando ho parlato con quest'uomo,
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    lo guardavo negli occhi e pensavo,
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    dietro questi occhi c'è una mente
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    che ricorda com'erano i tilacini,
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    il loro odore, i rumori che facevano.
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    Li legava a una corda.
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    Ha esperienze personali.
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    Darei la mia gamba sinistra per averle io.
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    A tutti piacerebbe.
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    Comunque, ho chiesto a Peter se per caso
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    poteva riportarci dove aveva preso i tilacini.
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    Mi interessava capire se l'ambiente era cambiato.
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    Ci ha pensato bene. Era stato in quella capanna
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    quasi 80 anni prima.
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    In ogni caso, ci ha lasciato in questo sentiero di cespugli,
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    e là, proprio dove ricordava, c'era la capanna,
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    e gli sono venute le lacrime agli occhi.
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    Ha guardato il capanno. Siamo entrati.
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    C'erano assi di legno sul lato del capanno
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    dove lui, suo padre e suo fratello dormivano di notte.
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    E mi disse, che i ricordi stavano riaffiorando.
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    Mi disse, "Ricordo i tilacini che facevano il giro del capanno
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    chiedendosi cosa ci fosse all'interno", e disse
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    che facevano rumori del tipo "Yip! Yip! Yip!"
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    Tutte queste cose fanno parte della sua vita e di quello che ricorda.
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    E la domanda chiave da fare a Peter,
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    era se fosse cambiato qualcosa. E disse di no.
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    Le foreste di faccio del sud circondavano la capanna
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    proprio come quando lui era lì nel 1926.
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    Le praterie venivano spazzate via.
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    È il classico habitat del tilacino.
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    E gli animali di queste aree erano gli stessi
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    che c'erano quando c'era il tilacino.
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    Allora potevamo rimetterlo al suo posto? Sì.
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    È tutto ciò che c'è da fare? Questa è una domanda interessante.
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    Talvolta potremmo essere in grado di rimetterlo,
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    ma è il modo più sicuro per assicurarci
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    che non si estingua di nuovo? Non credo.
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    Gradualmente, vedendo le specie in giro per il mondo,
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    è una specie di mantra che gli animali selvatici
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    sono sempre meno sicuri nella natura.
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    Ci piacerebbe pensare che lo siano, ma sappiamo che non lo sono.
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    Abbiamo bisogno di nuove strategie parallele.
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    E questa mi interessa.
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    Alcuni tilacini che erano stati trasferiti negli zoo,
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    nei santuari, addirittura nei musei,
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    avevano collari marcati al collo.
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    Venivano tenuti come animali da compagnia,
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    e sappiamo di molti racconti e ricordi
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    di gente che li teneva come animali da compagnia
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    e dicono che erano meravigliosi, amichevoli.
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    Questo in particolare venne fuori dalla foresta
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    a leccare questo ragazzino e si accucciò
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    vicino al fuoco per dormire. Un animale selvatico.
  • 16:34 - 16:37
    E vorrei fare la domanda --
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    dobbiamo pensarci bene.
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    Se non fosse stato illegale tenere questi tilacini come animali di compagnia
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    allora, i tilacini ora sarebbero estinti?
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    Credo che non lo sarebbero.
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    Dobbiamo pensarci nel mondo di oggi
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    Potrebbe essere che avvicinando a noi questi animali
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    in modo da valorizzarli, magari non si sarebbero estinti?
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    È una questione così critica per noi,
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    perché se non lo facciamo, guarderemo precipitare
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    altri animali.
  • 17:05 - 17:07
    Per quanto mi concerne, questo è il motivo per cui
  • 17:07 - 17:10
    stiamo cercando di portare avanti questi progetti di de-estinzione.
  • 17:10 - 17:13
    Stiamo cercando di restaurare quell'equilibrio della natura
  • 17:13 - 17:15
    che abbiamo distrutto
  • 17:15 - 17:16
    Grazie.
  • 17:16 - 17:19
    (Applausi)
Title:
Michael Archer: Come risusciteremo la rana Rheobatrachus e la tigre della Tasmania
Speaker:
Michael Archer
Description:

La rana Rheobatrachus deposita le uova come qualunque altra rana, poi le ingoia per covarle. Lo ha fatto finché non si è estinta 30 anni fa. Il paleontologo Michael Archer porta avanti la causa per riportare in vita la rana Rheobatrachus e il tilacino, meglio noto come Tigre della Tasmania. (Filmato a TEDxDeExtinction)

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:36

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  • Revision 8 Edited (legacy editor)
    Alessandra Tadiotto