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Come possiamo far sopravvivere le piante senza acqua

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    Credo che il segreto per produrre colture
    molto resistenti alla siccità,
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    che potrebbero in qualche modo portare
    la sicurezza alimentare nel mondo,
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    risieda nelle "piante della resurrezione",
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    raffigurate qui, in uno stato di
    estrema mancanza d'acqua.
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    Potreste pensare che queste piante
    siano morte,
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    ma non lo sono.
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    Dategli dell'acqua,
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    e risorgeranno, si rinverdiranno,
    cominceranno a crescere, in 12-48 ore.
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    Ora, perchè suggerirei l'idea
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    che produrre colture resistenti
    alla siccità
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    ci condurrà alla sicurezza alimentare?
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    Beh, l'attuale popolazione mondiale si
    aggira sui 7 miliardi.
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    E si stima che entro il 2050,
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    saremo tra i 9 e i 10 miliardi di persone,
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    con la maggior parte di questa crescita
    concentrata in Africa.
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    Le organizzazoni mondiali per
    il cibo e l'agricoltura
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    hanno suggerito che avremo
    bisogno di una crescita del 70%
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    nelle attuali pratiche agricole
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    per soddisfare quella domanda.
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    Dato che le piante sono
    alla base della catena alimentare,
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    la maggior parte dovrà provenire
    dalle piante.
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    Questa percentuale del 70%
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    non prende in considerazione gli eventuali
    effetti dei cambiamenti climatici.
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    Questa immagine proviene da uno studio
    di Dai pubblicato nel 2011,
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    nel quale prese in considerazione
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    tutti i potenziali effetti dei
    cambiamenti climatici
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    e dichiarò che, tra le altre cose,
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    ci sarà una maggiore aridità
    dovuta alla mancanza
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    o riduzione delle precipitazioni.
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    Le aree in rosso mostrate qui,
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    sono aree che fino a poco tempo fa
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    erano proficuamente usate per
    l'agricoltura,
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    ma non possono più esserlo
    a causa della scarsità delle piogge.
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    Questa è la situazione prevista
    per il 2050.
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    La maggior parte dell'Africa, di fatto,
    la maggior parte del mondo,
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    si troverà nei guai.
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    Dovremo pensare a dei modi
    molto intelligenti di produrre cibo.
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    E preferibilmente tra questi,
    alle piante resistenti alla siccità.
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    L'altra cosa da ricordare
    sull'Africa è
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    che la maggior parte
    della loro agricoltura
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    è irrigata con la pioggia.
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    Ora, creare piante resistenti alla siccità
    non è la cosa più facile del mondo.
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    E la ragione è l'acqua.
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    L'acqua è essenziale per la vita su
    questo pianeta.
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    Tutti gli organismi viventi, con
    un metabolismo attivo,
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    dai microbi a voi e me,
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    sono composti principalmente da acqua.
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    Tutte le reazioni vitali
    accadono in acqua.
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    E una perdita di una piccola quantità di
    acqua porta alla morte.
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    Voi ed io siamo composti al 65% d'acqua.
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    Se ne perdiamo l'1%, moriamo.
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    Ma possiamo cambiare il nostro
    comportamento per evitarlo.
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    Le piante non possono.
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    Sono legate al terreno.
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    Perciò in primo luogo hanno un po' più
    d'acqua rispetto a noi,
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    circa il 95% di acqua,
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    e possono perderne un po'
    più di noi,
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    dal 10 al 70%, a seconda della specie,
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    ma solo per brevi periodi.
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    La maggior parte cercherà di resistere o
    di evitare la perdita d'acqua.
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    Un ottimo esempio di resistenza
    può essere trovato nelle piante grasse.
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    Tendono ad essere piccole, molto belle,
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    ma si tengono stretta la propria acqua
    al prezzo di crescere molto lentamente.
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    Esempi di contenimento della perdita
    d'acqua si trovano tra alberi e cespugli.
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    Incastrano al suolo radici molto profonde,
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    estraggono risorse d'acqua sotterranee
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    e la fanno fluire al loro interno
    in ogni momento,
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    mantenendosi idratate.
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    Quello a destra è chiamato Baobab.
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    Anche conosciuto come l'albero
    a testa in giù,
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    semplicemente perchè la proporzione delle
    radici rispetto ai rami è tanto grande
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    da far sembrare che l'albero sia stato
    piantato a testa in giù.
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    E ovviamente le radici sono necessarie per
    l'idratazione della pianta.
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    E probabilmente la strategia
    più comune di contenimento
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    si trova nelle piante annuali.
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    Le annuali costituiscono la maggior parte
    del nostre risorse di piante alimentari.
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    Sulla costa occidentale del mio paese,
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    per la maggior parte dell'anno non
    si osserva una grande crescita vegetale.
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    Ma all'arrivo delle piogge primaverili,
    si ottiene questo:
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    la fioritura del deserto.
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    La strategia nelle annuali,
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    è quella di crescere solo nella
    stagione piovosa.
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    Alla fine di quella stagione
    producono un seme,
  • 3:54 - 3:57
    che è secco, dall'8 al 10% di acqua,
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    ma molto attivo.
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    E tutto ciò che è così secco
    ma comunque attivo,
  • 4:02 - 4:04
    è ritenuto resistente all'essicazione.
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    Nello stato essiccato,
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    quello che i semi possono fare è
    giacere agli estremi dell'ambiente
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    per lunghi periodi di tempo.
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    La volta successiva in cui
    una pioggia estiva arriva,
  • 4:12 - 4:14
    germogliano e crescono,
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    e l'intero ciclo semplicemente ricomincia.
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    È opinione condivisa che l'evoluzione
    delle piante resistenti alla siccità
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    abbia permesso la colonizzazione
    e la diffusione
  • 4:23 - 4:26
    delle piante da fioritura,
    o angiosperme, sulla terraferma.
  • 4:27 - 4:30
    Ma torniamo alle piante annuali, cioè
    alla nostra scorta alimentare.
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    Grano, riso e mais costituiscono il 95%
    delle nostre scorte di cibo vegetali.
  • 4:36 - 4:38
    Ed è un'ottima strategia
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    perché in un breve periodo di tempo
    se ne posso produrre molti semi.
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    I semi sono ricchi di energia,
    hanno molte calorie,
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    e possiamo conservarli in tempi
    di abbondanza per tempi di magra,
  • 4:48 - 4:50
    ma c'è un lato negativo.
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    I tessuti vegetali,
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    le radici e le foglie delle annuali,
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    non hanno molto
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    in termini di resistenza connaturata,
    contenimento e tolleranza.
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    Semplicemente non ne hanno bisogno.
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    Crescono nella stagione piovosa
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    e hanno un seme che le aiuta
    a sopravvivere il resto dell'anno.
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    E quindi nonostante gli sforzi
    in agricoltura
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    per creare colture con migliori proprietà
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    di resistenza, contenimento e tolleranza –
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    soprattutto di resistenza e contenimento
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    perché abbiamo avuto buoni modelli
    per capire come funzionano –
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    ancora abbiamo immagini come questa.
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    Piante di mais in Africa,
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    due settimane senza pioggia
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    e sono morte.
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    C'è una soluzione:
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    le piante della resurrezione.
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    Queste piante possono perdere il 95%
    della loro acqua cellulare,
  • 5:33 - 5:37
    rimanere in uno stato secco, simile alla
    morte, da mesi ad anni,
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    e dandogli acqua,
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    rinverdiscono e ricominciano
    a crescere.
  • 5:42 - 5:45
    Come i semi, sono
    resistenti alla siccità.
  • 5:45 - 5:49
    Come i semi, possono sopportare
    condizioni ambientali estreme.
  • 5:50 - 5:52
    Ed questo è un fenomeno molto raro.
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    Ci sono solo 135 specie di piante da
    fioritura che possono farlo.
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    Vi voglio mostrare un video
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    del processo di resurrezione di queste
    tre specie in quest'ordine.
  • 6:02 - 6:03
    E sul fondo
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    c'è un'asse del tempo in modo che
    possiate vedere quanto velocemente accade.
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    (Applausi)
  • 6:50 - 6:52
    Straordinario, eh?
  • 6:52 - 6:56
    Ho passato gli ultimi 21 anni cercando
    di capire come possano farlo.
  • 6:56 - 6:58
    Come possono queste piante
    seccare senza morire?
  • 6:59 - 7:02
    Lavoro su una serie di piante
    della resurrezione,
  • 7:02 - 7:04
    mostrate qui nello stato idratato e secco,
  • 7:04 - 7:06
    per una serie di ragioni.
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    Uno di questi è che ciascuna di queste
    piante è utile come modello
  • 7:09 - 7:12
    per una coltivazione che vorrei
    rendere resistente alla siccità.
  • 7:12 - 7:14
    Nell'angolo in alto a sinistra,
    per esempio, c'è un'erba,
  • 7:14 - 7:16
    è chiamata Eragrostis nindensis,
  • 7:16 - 7:19
    ha un parente stretto chiamato
    Eragostis tef –
  • 7:19 - 7:21
    molti di voi potrebbero conoscerla
    come "teff" –
  • 7:21 - 7:23
    è un alimento principale in Etiopia,
  • 7:23 - 7:24
    è senza glutine,
  • 7:24 - 7:27
    ed è una pianta che ci piacerebbe
    rendere resistente alla siccità.
  • 7:27 - 7:30
    L'altra ragione per osservare
    un certo numero di piante,
  • 7:30 - 7:31
    è che, almeno all'inizio,
  • 7:31 - 7:33
    volevo capire:
    fanno la stessa cosa?
  • 7:33 - 7:35
    Usano tutte lo stesso meccanismo
  • 7:35 - 7:37
    per essere capaci di perdere tutta
    l'acqua senza morire?
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    Quindi ho intrapreso quello che chiamiamo
    un approccio da "sistema biologico"
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    in modo da avere una
    comprensione totale
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    della tolleranza alla siccità,
  • 7:45 - 7:46
    nel quale osserviamo tutto
  • 7:46 - 7:49
    dal molecolare all'ecofisiologia
    dell'intera pianta.
  • 7:49 - 7:52
    Per esempio, osserviamo cose come
    cambiamenti nell'anatomia della pianta
  • 7:52 - 7:54
    mentre si seccano,
    e la loro ultrastruttura.
  • 7:54 - 7:57
    Osserviamo il transcrittoma, un
    termine che indica una tecnologia
  • 7:57 - 7:59
    nella quale osserviamo i geni
  • 7:59 - 8:01
    che sono accesi o spenti,
    in seguito all'essiccazione.
  • 8:01 - 8:04
    La maggior parte dei geni
    codificano le proteine,
  • 8:04 - 8:05
    perciò osserviamo il proteoma.
  • 8:05 - 8:08
    Quali sono le proteine create
    in risposta all'essiccazione?
  • 8:08 - 8:11
    Alcune proteine codificheranno
    enzimi che creano metaboliti,
  • 8:11 - 8:13
    quindi osserviamo il metaboloma.
  • 8:13 - 8:16
    Ora, questo è importante perché
    le piante sono attaccate al terreno.
  • 8:16 - 8:20
    Usano quello che io chiamo
    un arsenale chimico super concentrato
  • 8:20 - 8:24
    per proteggersi da tutti
    gli stress ambientali.
  • 8:24 - 8:25
    Quindi è importante studiare
  • 8:25 - 8:28
    i cambiamenti chimici
    coinvolti nell'essicazione.
  • 8:29 - 8:31
    E nell'ultimo studio fatto
    a livello molecolare,
  • 8:31 - 8:32
    guardiamo al lipidoma;
  • 8:32 - 8:35
    i lipidi cambiano in risposta
    all'essiccazione.
  • 8:35 - 8:36
    E ciò è importante
  • 8:36 - 8:39
    perchè tutte le membrane biologiche
    sono fatte di lipidi.
  • 8:39 - 8:42
    Sono utilizzati come membrane
    perché sono immersi in acqua.
  • 8:42 - 8:44
    Togli l'acqua, e queste membrane
    si sgretolano.
  • 8:44 - 8:47
    I lipidi inoltre fungono da segnali
    per catalizzare i geni.
  • 8:48 - 8:51
    A questo punto usiamo studi
    fisiologici e biochimici
  • 8:51 - 8:54
    per cercare di capire il ruolo
    degli ipotetici protettori
  • 8:54 - 8:57
    che abbiamo scoperto
    nei nostri altri studi.
  • 8:57 - 8:59
    Usiamo tutto ciò
    per cercare di capire
  • 8:59 - 9:02
    come la pianta affronta
    il suo ambiente naturale.
  • 9:03 - 9:08
    Ho sempre avuto l'idea che avessi
    bisogno di una comprensione globale
  • 9:08 - 9:10
    del meccanismo della tolleranza
    dell'essicazione
  • 9:10 - 9:14
    in modo da ricavarne una concreta proposta
    per un'applicazione biotecnologica.
  • 9:15 - 9:17
    Sono sicura che alcuni di voi
    stanno pensando
  • 9:17 - 9:19
    "Con l'applicazione biotica,
  • 9:19 - 9:21
    vuol dire che farà piante
    geneticamente modificate?"
  • 9:22 - 9:24
    E la risposta alla domanda è:
  • 9:24 - 9:27
    dipende dalla tua definizione
    di geneticamente modificato.
  • 9:27 - 9:30
    Tutte le colture che mangiamo,
    grano,riso e mais
  • 9:30 - 9:33
    sono altamente geneticamente
    modificate dai loro antenati
  • 9:33 - 9:35
    ma noi non li consideriamo GM
  • 9:35 - 9:38
    perché sono state prodotte
    in maniera convenzionale.
  • 9:39 - 9:41
    Se intendete, metto geni
    responsabili della resurrezione
  • 9:41 - 9:43
    all'interno di altre piante,
  • 9:43 - 9:44
    la vostra risposta sarà sì.
  • 9:44 - 9:47
    Nello spirito del tempo,
    abbiamo provato questo approccio.
  • 9:47 - 9:50
    Detto in maniera migliore,
    alcuni miei collaboratori all'UCT,
  • 9:50 - 9:52
    Jennifer Thomson, Suhali Rafudeen,
  • 9:52 - 9:54
    hanno testato in anteprima
    questo approccio
  • 9:54 - 9:56
    e fra poco vi mostrerò alcuni dati.
  • 9:57 - 10:01
    Ma stiamo per intraprendere
    un approccio estremamente ambizioso
  • 10:01 - 10:05
    nel quale cerchiamo di attivare
    un intero set di geni
  • 10:05 - 10:07
    che sono già presenti in tutte le colture.
  • 10:07 - 10:10
    Non sono mai stati attivati
    in condizioni di siccità estrema.
  • 10:11 - 10:12
    Lascio a voi decidere
  • 10:12 - 10:15
    se questi debbano essere chiamati GM o no.
  • 10:16 - 10:19
    Ora vi darò alcuni dati
    ottenuti con quest'approccio.
  • 10:19 - 10:20
    E per fare ciò
  • 10:20 - 10:23
    devo spiegare un pochino
    come funzionano i geni.
  • 10:23 - 10:24
    Probabilmente tutti sanno
  • 10:24 - 10:26
    che i geni sono fatti
    di DNA a doppia elica.
  • 10:26 - 10:29
    È pressato molto strettamente
    all'interno dei cromosomi
  • 10:29 - 10:32
    che sono presenti in tutte le cellule
    del vostro corpo o di una pianta.
  • 10:32 - 10:36
    Se voi srotolate questo DNA,
    otterrete i geni.
  • 10:36 - 10:38
    E ogni gene ha un promotore,
  • 10:38 - 10:41
    che è un solo interruttore,
  • 10:41 - 10:42
    la regione che codifica il gene,
  • 10:42 - 10:43
    e poi un termine,
  • 10:43 - 10:47
    che indica la fine del gene
    e l'inizio del prossimo.
  • 10:48 - 10:51
    Ora, i promotori non sono
    semplici interruttori.
  • 10:51 - 10:53
    Normalmente richiedono
    molti ritocchi,
  • 10:53 - 10:57
    molte parti devono essere presenti e
    corrette prima che il gene venga attivato.
  • 10:58 - 11:01
    Quindi ciò che si fa solitamente
    negli studi biotecnologici
  • 11:01 - 11:03
    è di usare un promotore ad induzione,
  • 11:03 - 11:05
    sappiamo come accenderli.
  • 11:05 - 11:07
    Lo accoppiamo a geni che ci interessano
  • 11:07 - 11:10
    e lo mettiamo dentro ad una pianta
    per vedere come risponde.
  • 11:10 - 11:13
    Nello studio di cui vi sto per parlare,
  • 11:13 - 11:16
    i miei collaboratori hanno usato
    un promotore innescato dalla siccità
  • 11:16 - 11:19
    che abbiamo trovato in una
    delle piante della risurrezione.
  • 11:19 - 11:21
    La cosa bella del promotore
    è che noi non facciamo niente.
  • 11:21 - 11:23
    La pianta stessa sente la siccità.
  • 11:24 - 11:27
    E l'abbiamo usato per guidare
    geni antiossidanti
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    da piante della risurrezione.
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    Perché geni antiossidanti?
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    Beh, tutti gli stress, e in particolare
    quelli dovuti alla siccità,
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    portano alla formazione
    di radicali liberi,
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    o specie reattive all'ossigeno
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    che provocano molti danni e
    possono portare alla morte della pianta.
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    Ciò che fanno gli antiossidanti
    è bloccare questi danni.
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    Qui ci sono alcuni dati di un ceppo
    di mais che viene usato molto in Africa:
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    a sinistra della freccia
    ci sono piante senza geni;
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    a destra,
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    piante con geni antiossidanti.
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    Dopo tre settimane senza annaffiarle,
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    quelle con i geni hanno fatto
    molto meglio.
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    Ora la parte finale.
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    La mia ricerca ha mostrato
    che c'è una forte somiglianza
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    nei meccanismi di tolleranza
    al disseccamento
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    nei semi e nelle piante
    della risurrezione.
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    Quindi io mi domando,
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    usano gli stessi geni?
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    O detto in altre parole,
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    le piante della resurrezione
    usano geni, evoluti
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    nei semi per tollerare
    il disseccamento,
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    nelle radici e nelle foglie?
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    Hanno cambiato scopo
    a questi geni
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    nelle radici e nelle foglie
    delle piante della risurrezione?
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    Ho risposto alla domanda,
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    come conseguenza di molte ricerche
    svolte dal mio gruppo,
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    e grazie alla collaborazione con il gruppo
    di Henk Hilhorst in Olanda,
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    Mel Oliver negli Stati Uniti
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    e Julia Buitink in Francia.
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    La risposta è sì,
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    c'è un nucleo di geni
    che sono coinvolti in entrambi.
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    E vi voglio mostrare questo
    nel mais,
  • 12:48 - 12:50
    dove il cromosoma sotto
    il pulsante off
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    rappresenta tutti i geni necessari
    per la tolleranza al disseccamento.
  • 12:54 - 12:58
    Così quando i semi del mais si seccano
    alla fine del loro periodo di sviluppo,
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    attivano questi geni.
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    Le piante della risurrezione
    attivano questi stessi geni
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    quando si seccano.
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    Tutte le moderne colture, perciò,
  • 13:07 - 13:10
    hanno questi geni nelle loro radici
    e nelle foglie,
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    ma non li attivano mai.
  • 13:11 - 13:13
    Li attivano solamente
    all'interno dei semi.
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    Quello che stiamo cercando di fare qui
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    è di capire i segnali
    ambientali e cellulari
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    che attivano questi geni
    nelle piante della risurrezione,
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    per imitare il processo
    nelle altre colture.
  • 13:24 - 13:25
    Un'ultima cosa:
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    quello che stiamo cercando di fare
    molto rapidamente
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    è di ripetere quello che la natura
    ha fatto nell'evoluzione
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    delle piante della risurrezione
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    circa tra i 10 e i 40 milioni di anni fa
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    Le mie piante ed io vi ringraziamo
    per la vostra attenzione.
  • 13:38 - 13:43
    (Applausi)
Title:
Come possiamo far sopravvivere le piante senza acqua
Speaker:
Jill Farrant
Description:

Visto che la popolazione mondiale cresce e i cambiamenti climatici si fanno di maggior rilievo, avremo bisogno di fornire cibo a più persone utilizzando una minore superficie coltivabile. La biologa molecolare jill Farrant studia un raro fenomeno che potrebbe essere d'aiuto: "le piante della resurrezione" - piante super resilienti che apparentemente ritornano in vita.
Potranno custodire la promessa di coltivare alimenti nel nostro mondo sempre più caldo e arido?

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
13:56

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