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L'architettura a casa nella sua comunità

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    Il mio lavoro si concentra sulla connessione
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    tra pensare alla vita della comunità
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    ed essere parte dell'ambiente
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    in cui l'architettura cresce dalle condizioni locali naturali
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    e dalle tradizioni.
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    Oggi ho portato due progetti recenti
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    come esempio.
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    Entrambi i progetti sono in paesi emergenti,
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    uno in Etiopia e un altro in Tunisia.
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    Hanno anche in comune
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    che analisi diverse da diversi punti di vista
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    diventano una parte essenziale dell'opera architettonica finale.
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    Il primo esempio è iniziato con un invito
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    a creare un centro commerciale multipiano
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    nella capitale etiope Addis Abeba.
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    Questo è il tipo di edificio
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    che è stato mostrato come esempio, a me e alla mia squadra,
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    di quello che dovevamo realizzare.
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    All'inizio, la prima cosa che ho pensato è stata
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    di scappare.
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    (Risate)
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    Dopo aver visto qualcuno di questi edifici --
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    ce ne sono tanti in città --
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    ci siamo resi conto che hanno tre punti principali.
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    Primo, questi edifici sono quasi vuoti
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    perché hanno negozi molto grandi
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    in cui la gente non può permettersi di fare acquisti.
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    Secondo, necessitano di molta energia
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    per le ampie superfici vetrate
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    che generano calore all'interno,
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    che va poi raffreddato.
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    In una città in cui questo non dovrebbe accadere
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    perché il tempo è veramente mite,
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    varia dai 20 ai 25 gradi durante l'anno.
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    Terzo, la loro immagine non ha niente a che fare
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    con l'Africa e con l'Etiopia.
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    È un peccato in un luogo con una cultura e tradizioni così ricche.
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    Durante la nostra prima visita in Etiopia,
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    sono rimasto affascinato dal vecchio mercato,
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    una struttura all'aria aperta
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    in cui migliaia di persone vanno a fare acquisti
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    ogni giorno da piccoli rivenditori.
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    Dà anche l'idea di uno spazio pubblico
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    che usa gli esterni per creare attività.
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    Così ho pensato che fosse proprio quello che volevo creare,
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    non un centro commerciale.
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    Ma la domanda era come fare un edificio multipiano
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    contemporaneo con questi principi.
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    La sfida successiva è arrivata quando abbiamo visto l'area,
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    una zona della città in crescita,
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    in cui molti degli edifici che vedete nell'immagine,
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    non c'erano.
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    Si trova anche tra due strade parallele
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    che non hanno nessun collegamento su centinaia di metri.
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    Quindi la prima cosa che abbiamo fatto è stato creare un collegamento
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    tra queste due strade,
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    mettendo tutti gli ingressi dell'edificio.
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    A questo si aggiunge un atrio inclinato
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    che crea uno spazio all'aperto nell'edificio
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    che si autoprotegge con la propria forma
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    dal sole e dalla pioggia.
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    Intorno a questo spazio vuoto
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    abbiamo posizionato l'idea del mercato con i piccoli negozi,
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    che cambiano ad ogni piano a causa della forma del vuoto.
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    Ho anche pensato a come chiudere l'edificio.
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    Volevo trovare una soluzione
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    adatta alle condizioni climatiche locali.
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    Ho cominciato a pensare ai tessuti
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    come una conchiglia di cemento
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    con dei fori che lasciassero passare l'aria
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    e la luce, ma in maniera filtrata.
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    Poi l'ispirazione è venuta da questi bellissimi bottoni degli abiti delle donne etìopi.
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    Hanno delle proprietà geometriche frattali
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    e mi hanno aiutato a sviluppare l'intera facciata.
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    Lo stiamo costruendo
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    con questi piccoli elementi prefabbricati,
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    che fungono da finestre che lasciano entrare l'aria e la luce
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    in maniera controllata all'interno dell'edificio.
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    Il tutto è corredato da questi piccoli vetri colorati
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    che usano la luce interna dell'edificio
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    per illuminare la struttura di notte.
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    Con queste idee non è stato facile convincere gli sviluppatori,
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    perché dicevano,
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    "Questo non è un centro commerciale.
    Non abbiamo chiesto questo."
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    Poi ci siamo tutti resi conto che questa idea del mercato
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    poteva essere molto più profittevole dell'idea del centro commerciale
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    perché in sostanza avevano più negozi da vendere.
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    E anche l'idea della facciata era molto più economica,
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    non solo per il materiale usato rispetto al vetro,
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    ma anche perché non c'era più bisogno di aria condizionata.
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    Così abbiamo realizzato dei risparmi nel budget
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    che abbiamo usato per implementare il progetto.
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    La prima implementazione è stata pensare
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    a come rendere l'edificio autosufficiente in termini energetici
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    in una città con interruzioni di corrente pressoché quotidiani.
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    Così abbiamo posizionato pannelli fotovoltaici sul tetto.
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    E sotto questi pannelli
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    abbiamo pensato al tetto come a un nuovo spazio pubblico con aree di ritrovo e bar
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    che avrebbero creato questa oasi urbana.
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    Questi portici sul tetto,
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    raccolgono tutti insieme l'acqua da riciclare per i sanitari.
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    Con un po' di fortuna finiremo entro l'inizio dell'anno, perché siamo già al quinto piano della costruzione.
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    Il secondo esempio è un progetto
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    di 2000 appartamenti e strutture nella città di Tunisi.
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    Per realizzare un progetto di tali dimensioni,
    il più grande progetto che io abbia mai realizzato,
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    dovevo veramente capire la città di Tunisi,
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    ma anche la zona circostante, la sua traduzione e la sua cultura.
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    Durante quell'analisi ho prestato particolare attenzione alla medina
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    questa struttura di 1000 anni un tempo cinta da un muro,
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    su cui davano 12 diverse porte, collegate da linee quasi rette.
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    Quando sono andato sul sito, la prima operazione di design che abbiamo fatto
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    è stata l'estensione delle strade esistenti,
    creando 12 quartieri iniziali
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    simili in dimensione e caratteristiche a quelli che ci sono a Barcellona
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    e altre città europee con questi cortili.
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    In aggiunta, abbiamo selezionato dei punti strategici
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    riprendendo quell'idea delle porte e collegandoli con linee rette,
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    e questo ho modificato lo schema iniziale.
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    L'ultima operazione è stata quella di pensare alla cellula,
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    la piccola cellula del progetto, l'appartamento,
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    come parte essenziale del progetto complessivo.
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    E per questo ho pensato quale sarebbe il miglior orientamento
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    nel clima mediterraneo per un appartamento.
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    Ed è nord-sud, perché crea una differenza termica tra le due parti della casa
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    e quindi una ventilazione naturale.
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    Sovrapponiamo quindi uno schema che assicuri che la maggior parte degli appartamenti
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    siano perfettamente orientati in quella direzione.
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    E questo è il risultato
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    che è quasi una combinazione di un quartiere europeo e una città araba.
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    Ha questi quartieri con cortili,
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    e al pianterreno
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    ci sono tutte questi collegamenti per i pedoni.
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    Risponde anche alla regolamentazione locale che stabilisce
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    un'alta densità ai livelli superiori una densità più bassa al pianterreno.
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    Rinforza anche l'idea delle porte.
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    Il volume ha questa questa forma comunicante
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    che si protegge con tre diversi tipi di appartamenti
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    e fa anche proiettare la luce sul pavimento in un quartiere molto popolato.
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    Nei cortili ci sono diverse strutture,
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    come palestre e asili
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    e vicino, una serie di spazi commerciali che portano le attività al pianterreno.
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    Il tetto, che è il mio spazio preferito del progetto
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    è come se restituisse alla comunità lo spazio occupato dalla costruzione.
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    Ed è lì dove i vicini possono andare a socializzare
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    e fare attività come una corsa di un paio di chilometri la mattina,
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    passando da un edificio all'altro.
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    Questi due esempi
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    hanno un comune approccio al processo di progettazione.
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    Sono anche in paesi emergenti in cui si vedono
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    letteralmente le città crescere.
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    In queste città, l'impatto dell'architettura
    nella vita delle persone di oggi e domani
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    cambia la comunità locale e l'economia
    alla stessa velocità di crescita degli edifici.
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    Per questo motivo, vedo ancor più l'importanza
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    di ricercare soluzione architettoniche semplici ma convenienti
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    che migliorino la relazione tra la comunità e l'ambiente
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    e che puntino a mettere in collegamento la natura con le persone.
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    Grazie infinite.
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    (Applausi)
Title:
L'architettura a casa nella sua comunità
Speaker:
Xavier Vilalta
Description:

Quando il TED Fellow Xavier Vilalta è stato incaricato di creare un centro commerciale multipiano a Addis Abeba, è entrato in panico. Altri centri rappresentavano tutto quello che odiava dell'architettura contemporanea: spreco, torri di vetro che richiedono tonnellate di energia e il cui design non ha niente a che fare con l'Africa. In questo affascinante discorso, Vilalta mostra come sostiene l'idea di un approccio alternativo: sfruttare la natura, attingere alla tradizione e creare edifici belli, moderni e iconici adatti ad una comunità.

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English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
07:44
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