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Shimon Schocken: Il corso di informatica auto-organizzato.

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    Questo è mio nonno,
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    Salman Schocken.
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    Nato in una famiglia povera e non istruita
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    con sei bambini da sfamare,
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    all'età di 14 anni fu costretto
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    ad abbandonare la scuola per aiutare a mettere del cibo in tavola.
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    Non tornò mai a scuola.
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    Invece riuscì a costruire un impero scintillante
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    di grandi magazzini.
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    Salman era un perfezionista consumato,
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    e ognuno dei suoi negozi era un gioiello
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    di architettura Bauhaus.
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    Era anche un avido autodidatta,
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    e come tutto il resto, lo faceva in grande stile.
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    Si circondava di un entourage di accademici
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    giovani e sconosciuti come Martin Buber,
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    Shai Agnon e Franz Kafka
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    e dava a ognuno di loro uno stipendio mensile
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    così che potessero scrivere in pace.
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    Poi, alla fine degli anni '30, Salman capì cosa stava per succedere.
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    Scappò dalla Germania con la sua famiglia,
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    lasciandosi tutto alle spalle.
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    I grandi magazzini confiscati,
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    passò il resto della sua vita alla costante ricerca
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    di arte e cultura.
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    Questo ragazzo che abbandonò il liceo
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    morì all'età di 82 anni,
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    intellettuale formidabile, co-fondatore e primo amministratore
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    dell'Università Ebraica di Gerusalemme;
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    fondatore della Shocken Books,
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    acclamata casa editrice che fu poi acquisita
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    dalla Random House.
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    Questo è il potere dello studio autodidatta.
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    E questi sono i miei genitori.
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    Anche loro non ebbero il privilegio di andare all'università.
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    Erano troppo impegnati a creare una famiglia e una nazione.
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    Ma proprio come Salman erano dedicati,
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    tenaci autodidatti e la nostra casa era piena
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    di migliaia di libri, dischi e opere d'arte.
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    Ho un ricordo vivido di mio padre che mi dice
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    che quando tutti nel quartiere avranno comprato una TV,
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    solo allora noi avremmo comprato una normale radio FM. (Risate)
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    E questo sono io,
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    avrei voluto dire "mentre tengo in mano il mio primo abaco",
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    ma in realtà ho in mano quello che mio padre considererebbe
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    un ottimo sostituto di un iPad. (Risate)
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    Una lezione che ho imparato da casa è il concetto
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    che gli educatori non devono necessariamente insegnare.
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    Invece, possono creare un ambiente e fornire le risorse
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    che stimolino la naturale capacità di imparare da soli.
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    Studio autodidatta, esplorazione indipendente, legittimazione individuale:
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    queste sono le virtù di una grande istruzione.
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    Vorrei quindi condividere con voi la storia
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    di un corso di informatica autodidatta e autostimolante
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    che ho creato insieme al mio brillante collega Noam Nisan.
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    Come potete vedere dalle foto, sia io che Noam
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    siamo stati precocemente affascinati
    dai principi fondamentali
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    e mentre nel corso degli anni la nostra conoscenza
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    di scienza e tecnologia si è raffinata,
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    questo amore precoce per le basi
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    si è intensificato sempre più.
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    Quindi non sorprende che, circa 12 anni fa,
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    quando Noam e io eravamo già professori di informatica,
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    fossimo entrambi frustrati dallo stesso fenomeno.
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    Più i computer diventavano complessi,
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    più i nostri studenti perdevano di vista la foresta per concentrarsi sugli alberi;
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    infatti è impossibile creare una connessione
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    con l'anima della macchina se avete a che fare
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    con un PC o con un Mac poiché sono schermati
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    da numerosi strati di software proprietario, chiuso.
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    Quindi io e Noam avemmo l'intuizione che se volevamo
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    che i nostri studenti capissero come funzionavano i computer,
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    e lo capissero a fondo fino alle ossa,
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    forse il modo migliore per farlo
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    sarebbe stato dirgli di costruire un computer completo,
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    funzionante, non specifico, ma utile. Hardware e software,
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    dalle fondamenta, partendo dai principi fondamentali.
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    Ora, dovevamo cominciare da qualche parte,
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    quindi abbiamo deciso di fondare la nostra cattedrale,
    per così dire,
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    sul mattone più semplice possibile,
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    cioè qualcosa chiamato NAND.
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    Non è altro che una semplice porta logica
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    con quattro stati di input-output.
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    Cominciamo il nostro viaggio dicendo agli studenti che
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    Dio ci ha dato il NAND - (Risate) -
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    ci ha detto di costruire un computer, e quando noi abbiamo chiesto come,
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    Dio ha detto: "Un passo alla volta."
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    Quindi, seguendo questo consiglio, cominciamo
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    con questa piccola timida porta NAND,
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    e guidiamo gli studenti attraverso un'elaborata sequenza
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    di progetti durante i quali, per gradi, costruiscono un chip set,
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    una piattaforma hardware, un assembler, una macchina virtuale,
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    un sistema operativo di base e un compilatore
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    per un linguaggio semplice, tipo Java, che chiamiamo "JACK".
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    Gli studenti celebrano la fine di questo tour de force
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    usando JACK per scrivere tutta una serie di bei giochi
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    come Pong, Snake e Tetris.
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    Potete immaginare l'incredibile gioia di giocare
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    con un Tetris che avete scritto voi in JACK
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    e poi compilato in linguaggio macchina da un compilatore
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    anche lui scritto da voi, e poi vedere il risultato
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    girare su una macchina che avete costruito a partire
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    da niente di più che qualche migliaio di porte NAND.
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    È un trionfo personale fenomenale,
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    andare dai principi base fino a un sistema incredibilmente complesso
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    e utile.
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    Noam e io abbiamo lavorato cinque anni per facilitare
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    questa scalata e per creare gli strumenti e l'infrastruttura
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    che permetterà agli studenti di fare tutto ciò in un semestre.
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    E questa è la meravigliosa squadra che l'ha reso possibile.
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    Il trucco è stato scomporre la costruzione del computer
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    in numerosi moduli autonomi,
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    ognuno dei quali poteva essere dettagliato individualmente,
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    costruito e testato in isolamento rispetto al resto del progetto.
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    Dal primo giorno io e Noam abbiamo deciso
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    che tutti i mattoni sarebbero stati liberamente accessibili
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    su internet.
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    Specifiche dei chip, API, descrizioni del progetto,
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    strumenti software, simulatori hardware, emulatori di CPU,
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    pile di centinaia di diapositive, lezioni...
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    abbiamo apparecchiato tutto su internet
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    e poi abbiamo invitato il mondo a cena,
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    perché tutti prendessero ciò di cui avevano bisogno
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    e lo usassero come meglio credevano.
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    Poi è successo qualcosa di affascinante.
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    Il mondo è arrivato.
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    In poco tempo migliaia di persone
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    stavano costruendo la nostra macchina.
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    E NAND2Tetris è diventato uno dei primi
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    corsi di massa, aperti, online,
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    anche se sette anni fa non avevamo idea del fatto
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    che quello che stavamo facendo si chiamava MOOC
    (Massive Open Online Course).
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    Noi osservavamo semplicemente come corsi auto-organizzati
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    stavano spuntando spontaneamente
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    grazie al nostro materiale.
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    Per esempio, Pramode C.E.,
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    un ingegnere del Kerala, in India,
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    ha organizzato gruppi di autodidatti
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    che costruiscono il nostro computer sotto la sua gentile guida.
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    Un altro ingegnere, Parag Shah di Mumbai,
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    ha scomposto i nostri progetti in parti
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    più piccole e più affrontabili e ora le utilizza
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    nel suo corso all'avanguardia di informatica fai da te.
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    Le persone che vengono attirate da questi corsi
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    hanno di solito una mentalità da hacker.
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    Vogliono capire come funzionano le cose,
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    e lo vogliono fare in gruppi,
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    come questo hacker club di Washington D.C.
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    che usa il nostro materiale in corsi per la comunità.
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    E visto che questo materiale è disponibile
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    e open-source, persone diverse lo portano
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    in direzioni diverse e imprevedibili.
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    Per esempio Yu Fangmin dal Guangzhou
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    ha usato la tecnologia FPGA
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    per costruire il nostro computer e
    mostrare ad altri come fare lo stesso
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    usando un video, mentre Ben Craddock ha sviluppato
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    un gioco per computer molto bello che si svolge
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    all'interno della nostra CPU: è un labirinto 3D
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    molto complesso che Ben ha sviluppato
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    usando il motore di simulazione 3D di Minecraft.
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    La comunità di utenti di Minecraft è impazzita per questo progetto
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    e Ben è diventato una celebrità in un istante.
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    E per un discreto numero di persone
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    fare questo pellegrinaggio NAND2Tetris, per così dire,
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    è diventata un'esperienza che gli ha cambiato la vita.
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    Prendete per esempio Dan Rounds, un laureato
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    in musica e matematica che viene
    da East Lansing, nel Michigan.
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    Alcune settimane fa, Dan ha postato un commento vittorioso
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    sul nostro sito, e vorrei leggervelo.
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    Ecco cosa ha detto Dan.
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    "Ho fatto il corso perché capire i computer
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    era importante per me, tanto quanto saper leggere e contare,
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    e sono arrivato in fondo. Non ho mai lavorato così duramente,
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    non sono mai stato sfidato fino a questo punto.
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    Ma considerando quello che ora mi sento in grado di fare,
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    lo rifarei di sicuro.
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    A chiunque sia attirato da NAND2Tetris dico
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    che sarà un viaggio duro, ma ne sarete profondamente cambiati."
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    Dan è solo uno dei vari autodidatti
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    che seguono questo corso dal web, spinti solo
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    dalla propria iniziativa, ed è affascinante perché
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    a queste persone non interessa un bel niente
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    dei voti.
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    Lo fanno solo ed esclusivamente per un motivo.
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    Hanno una incredibile voglia di imparare.
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    E con questo in mente,
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    vorrei dire due parole sul sistema tradizionale di valutazione.
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    Non lo sopporto.
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    Siamo ossessionati dai voti
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    perché siamo ossessionati dai dati,
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    però i voti si portano via tutto il divertimento che c'è nel fallire,
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    ma un componente fondamentale dell'istruzione
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    è in realtà il fallimento.
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    Il coraggio, secondo Churchill,
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    è la capacità di andare da una sconfitta all'altra
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    senza perdere entusiasmo. (Risate)
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    E Joyce ha detto che gli errori
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    sono i portali della scoperta.
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    Invece noi non tolleriamo gli errori,
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    ma idolatriamo i voti.
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    Prendiamo tutte le B+ e le A-
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    e le mettiamo insieme a formare una media
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    che ci viene stampata in fronte
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    e dovrebbe dirci chi siamo.
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    Beh... secondo me abbiamo esagerato in questo delirio
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    e la valutazione è diventata svalutazione.
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    Detto ciò, vorrei dire un paio di cose sulla rivalutazione,
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    e condividere con voi un'occhiata al mio progetto attuale,
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    un po' diverso dal precedente,
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    ma che ne condivide esattamente le stesse caratteristiche
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    di auto-insegnamento, di imparare facendo,
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    di esplorazione individuale e di creazione di comunità:
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    questo progetto riguarda l'insegnamento
    della matematica a scuola
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    cominciando da quello per bambini,
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    e usiamo i tablet perché crediamo
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    che la matematica, come ogni altra cosa,
    dovrebbe essere insegnata mettendoci le mani.
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    Ecco cosa facciamo. In pratica sviluppiamo
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    un grande numero di app, ognuna delle quali spiega
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    un particolare concetto matematico.
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    Per esempio, prendiamo l'area.
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    Quando avete a che fare con un concetto come l'area...
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    beh, noi forniamo al bambino anche una serie di strumenti
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    e lo invitiamo a sperimentare perché possa imparare.
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    Quindi, se ci interessa l'area, una delle cose
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    più naturali da fare è tassellare la superficie
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    di questa particolare forma e semplicemente contare
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    quanti tasselli ci vogliono per coprirla completamente.
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    E questo piccolo esercizio già ci fornisce
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    una buona idea della nozione di area.
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    Andiamo avanti, che succede se la figura è questa?
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    Se proviamo a tassellarla non funziona molto bene, no?
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    Invece possiamo sperimentare
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    qualcuno di questi strumenti attraverso un processo guidato
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    di prova ed errore,
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    e a un certo punto scopriremo che una delle cose fattibili
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    che si possono provare tra le varie trasformazioni legittime
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    è la seguente. Si può tagliare la figura,
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    risistemare le parti, incollarle insieme
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    e procedere alla tassellazione
    proprio come abbiamo fatto prima.
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    (Applausi)
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    Questa trasformazione in particolare
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    non ha cambiato l'area della figura originale,
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    quindi un bimbo di 6 anni, giocando,
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    ha appena scoperto un algoritmo interessante
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    per calcolare l'area di ogni possibile parallelogramma.
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    Non rimpiazziamo gli insegnanti, tra l'altro.
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    Noi crediamo che agli insegnanti vada dato più potere,
    non che vengano rimpiazzati.
  • 13:03 - 13:06
    Ancora, cosa succede per l'area di un triangolo?
  • 13:06 - 13:09
    Dopo un po' di tentativi ed errori guidati,
  • 13:09 - 13:13
    il bambino scoprirà, con o senza aiuto,
  • 13:13 - 13:16
    che può duplicare la figura originale
  • 13:16 - 13:20
    per poi prendere il risultato, spostarlo,
  • 13:20 - 13:24
    incollarlo all'originale e poi andare avanti come prima:
  • 13:24 - 13:31
    taglia, sposta, incolla... ops... incolla
  • 13:31 - 13:33
    e tassella.
  • 13:33 - 13:37
    Questa trasformazione ha raddoppiato l'area
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    della figura di partenza, quindi abbiamo appena imparato
  • 13:41 - 13:44
    che l'area del triangolo è uguale all'area del rettangolo
  • 13:44 - 13:47
    divisa per due.
  • 13:47 - 13:50
    Ma l'abbiamo scoperto tramite esplorazione individuale.
  • 13:50 - 13:56
    Quindi, oltre ad aver imparato un po' di geometria utile,
  • 13:56 - 14:01
    il bambino è stato esposto ad alcune strategie scientifiche
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    abbastanza sofisticate come la riduzione,
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    cioè l'arte di trasformare
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    un problema complesso in uno semplice,
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    oppure la generalizzazione, che è al cuore
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    di ogni disciplina scientifica,
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    o il fatto che alcune proprietà non variano
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    se sottoposte ad alcune trasformazioni.
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    Tutto questo è qualcosa che un bambino molto piccolo
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    può imparare usando app come queste.
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    Ecco cosa stiamo facendo al momento:
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    per primo stiamo scomponendo il programma di matematica dalla prima elementare alla quinta superiore
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    in tante app.
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    E visto che non possiamo farlo da soli,
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    abbiamo sviluppato anche un bellissimo strumento
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    così che ogni autore, genitore o chiunque abbia un interesse
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    nell'insegnamento della matematica
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    possa usarlo per sviluppare app come queste
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    sui tablet senza dover programmare.
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    Infine, stiamo creando un ecosistema adattativo
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    che metterà insieme studenti diversi
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    con app diverse a seconda del loro
    stile di apprendimento in evoluzione.
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    La forza propulsiva dietro a questo progetto
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    è il mio collega Shmulik London,
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    e come potete vedere,
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    proprio come fece Salman circa 90 anni fa,
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    il trucco è circondarsi di persone brillanti,
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    perché alla fine
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    sono le persone che contano.
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    Qualche anno fa stavo passeggiando per Tel Aviv
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    ho visto questa scritta su un muro,
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    e l'ho trovata talmente stimolante
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    che ora la ripeto sempre ai miei studenti,
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    e vorrei dirla anche a voi oggi.
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    Ora, non so quanti di voi abbiano familiarità
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    con il termine "mensch".
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    In pratica indica l'essere umani
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    e fare la cosa giusta.
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    E ciò che questa scritta dice è:
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    "High-tech... chi se ne frega.
  • 15:54 - 15:57
    La cosa più importante è essere mensch." (Risate)
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    Grazie. (Applausi)
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    (Applausi)
Title:
Shimon Schocken: Il corso di informatica auto-organizzato.
Speaker:
Shimon Schocken
Description:

Shimon Schoken e Noam Nisan hanno creato un corso in cui i loro studenti costruiscono un computer pezzo per pezzo. Quando hanno messo il corso online fornendo strumenti, simulatori, specifiche dei chip e il resto del materiale, sono stati sorpresi dalle migliaia di persone che hanno preso al volo l'opportunità di imparare e lavorare indipendentemente, oppure di organizzare corsi in quello che è diventato il primo Corso Online Aperto di Massa (MOOC). Un appello a lasciar perdere i voti e concentrarsi sulla motivazione personale per imparare.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:25

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