Quello che probabilmente non sapete sulla Dichiarazione d'Indipendenza - Kenneth C. Davis

Vedi l'intera lezione: http://ed.ted.com/lessons/what-you-might-not-know-about-the-declaration-of-independence-kenneth-c-davis

Nel giugno del 1776, appena più di un anno dopo l'inizio della Guerra di Indipendenza Americana, il Congresso Continentale statunitense si riunì in una calda stanza a Philadelphia per parlare d'indipendenza. Kenneth C. Davis si addentra in alcuni dei fatti meno noti riguardanti la stesura della Dichiarazione d'Indipendenza e mette in discussione un'omissione estremamente controversa.

Lezione di Kenneth C. Davis, animazione di Karrot Animation.

"Tutti gli uomini sono stati creati uguali

e sono dotati del diritto alla vita,

alla libertà
e alla ricerca della felicità".

Un momento, Mr. Jefferson!

Queste parole tratte dalla
Dichiarazione d'Indipendenza

ed i fatti che le hanno
ispirate sono ben noti.

Nel giugno del 1776,

appena più di un anno dopo l'inizio
della guerra contro l'Inghilterra,

con i colpi sparati a Lexington e Concord,

il Congresso Continentale
si riuniva a Philadelphia

per discutere
dell'indipendenza americana.

Dopo lunghi dibattiti,
una risoluzione d'indipendenza

veniva approvata il 2 luglio 1776.

L'America era libera!

E uomini come John Adams pensavano che
avremmo celebrato quella data per sempre.

Ma fu due giorni dopo
che i gentiluomini del Congresso

votarono per adottare
la Dichiarazione d'Indipendenza,

scritta in gran parte da Thomas Jefferson,

che offriva tutte le ragioni per cui
il paese doveva essere libero.

Dopo più di 235 anni,

celebriamo quel giorno come
il compleanno dell'America.

Ma ci sono alcune parti della storia
che probabilmente non conoscete.

Innanzitutto, Thomas Jefferson è ritenuto

lo scrittore della Dichiarazione,

ma il compito di creare
un documento che spiegasse

perché l'America doveva
essere indipendente

era stato dato a cinque uomini:

Robert Livingston,

Roger Sherman,

Benjamin Franklin

e John Adams erano tutti
stati nominati prima.

Ed era stato Adams
a suggerire che il giovane

e poco conosciuto Thomas Jefferson
si unisse a loro,

perché serviva loro un uomo
dell'influente delegazione della Virginia,

e Adams pensava che Jefferson
fosse uno scrittore migliore di lui.

Inoltre, anche se Jefferson non usò
mai delle note a piè di pagina,

né citò le sue fonti,

alcune delle sue parole e frasi
memorabili erano state prese in prestito

da altri scrittori
e ritoccate leggermente.

In seguito, Franklin e Adams
offrirono alcuni suggerimenti.

Ma il cambiamento più importante
venne dopo che la Dichiarazione

fu inoltrata all'intero Congresso.

Per due giorni, un Thomas Jefferson
molto infelice

fumava di rabbia, mentre
le sue parole venivano analizzate.

Alla fine, il Congresso fece
qualche piccola modifica

e una grande cancellazione.

Nella lunga lista delle accuse
che Jefferson fece

contro il Re d'Inghilterra,

l'autore della Dichiarazione
aveva incluso l'idea

che Giorgio III era responsabile
per il commercio degli schiavi,

impedendo così all'America
di abolire la schiavitù.

Questo non solo era falso,

ma il Congresso non voleva
neanche menzionare la schiavitù

nel documento fondatore della nazione.

Il riferimento fu eliminato

prima che la Dichiarazione venisse
approvata e mandata in stampa.

Ma questo lascia aperta
una questione difficile:

Come potevano, gli uomini

che stavano per
firmare un documento

che celebrava la libertà
e l'uguaglianza,

accettare un sistema nel quale alcune
persone posseggono altre persone?

È una domanda che

alla fine portò la nazione
alla guerra civile,

una domanda che possiamo fare ancora oggi.