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Megan Kamerick: Nei media, le donne dovrebbero rappresentare le donne

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    Come la maggior parte dei giornalisti, sono una idealista.
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    Mi piace portare alla luce buone storie, specialmente storie mai raccontate.
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    Solo, non pensavo che nel 2011
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    le donne avrebbero ancora fatto parte di questa categoria.
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    Sono la Presidente del "Journalism & Women Symposium",
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    JAWS. Siamo proprio degli squali!
    (Risate)
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    Sono entrata a far parte di questo gruppo 10 anni fa perché volevo un modello femminile,
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    e trovavo frustrante che le donne fossero sempre lasciate indietro
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    nella nostra professione, e che la nostra immagine
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    nei media ne soffrisse.
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    Noi rappresentiamo metà della popolazione mondiale,
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    ma solo il 24 per cento delle notizie giornalistiche
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    è su di noi,
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    rappresentiamo solo il 20 per cento degli esperti citati nelle notizie
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    e oggi, grazie alle moderne tecnologie,
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    è possibile far scomparire le donne del tutto.
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    Questa è una foto del Presidente Barack Obama
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    e i suoi consiglieri che seguono in diretta l'uccisione di Osama bin Laden.
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    Potete vedere Hillary Clinton sulla destra.
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    E ora vediamo come è apparsa la foto
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    in un giornale ebreo ortodosso di Brooklyn.
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    Hillary è completamente sparita.
    (Risate)
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    La testata si è scusata ma ha replicato
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    che non pubblica mai foto di donne.
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    Potrebbero essere troppo provocanti.
    (Risate)
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    Ovviamente questo è un caso estremo, ma resta il fatto che
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    le donne sono solo il 19 per cento delle fonti
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    delle notizie di politica,
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    e solo il 20 per cento delle notizie di economia.
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    I media continuano a offrire una visione della realtà in cui
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    ci sono più uomini che donne in quasi tutte le categorie professionali
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    tranne due: studenti e casalinghe.
    (Risate)
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    E quindi ci viene offerta una visione molto distorta della realtà.
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    Ovviamente il problema è che
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    non ci sono abbastanza donne nelle redazioni.
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    Solo il 37 per cento delle notizie sulla stampa, in TV
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    o in radio sono riportate da donne.
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    Anche nelle storie di violenza basata sul sesso,
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    gli uomini ricevono un'attenzione sproporzionata
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    in termini di spazio e tempo.
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    Per fare un esempio concreto,
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    a marzo il New York Times ha pubblicato la notizia
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    scritta da James McKinley, dello stupro di una ragazzina di 11 anni
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    da parte di un gruppo, in una cittadina del Texas.
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    Nell'articolo di McKinley questa comunità si domanda:
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    "Come è possibile che i loro ragazzi siano stati spinti a farlo?
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    "Spinti", non di loro volontà,
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    ma sedotti fino a commettere una simile violenza.
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    E il primo intervistato dice:
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    "Per questi ragazzi é qualcosa con cui dovranno convivere per il resto della loro vita".
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    (Reazione del pubblico)
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    Non si sente molto parlare della vittima, di soli 11 anni,
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    se non che si vestiva come una ragazza più grande
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    e che si truccava.
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    Il Times è stato inondato di critiche.
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    In principio si è difeso, dicendo che "Questa non è la nostra opinione,
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    ma è quello che abbiamo scoperto durante l'inchiesta".
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    Ora, vi rivelo un segreto che probabilmente sapete già:
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    La percezione delle notizie è condizionata dai media.
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    Noi giornalisti facciamo ricerche e interviste,
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    cerchiamo di offrire una visione nella realtà completa.
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    Ma abbiamo anche dei condizionamenti inconsci,
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    e da quello che il Times dice, sembra che
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    tutti avrebbero scritto quell'articolo allo stesso modo.
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    Io non sono d'accordo.
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    Tre settimane dopo, il Times decide di riscrivere l'articolo.
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    Ma stavolta, oltre a McKinley c'è un'altra firma:
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    Erica Goode.
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    Quello che emerge è la triste, tremenda storia di una ragazzina
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    e della sua famiglia, intrappolate nella morsa della povertà.
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    La giovane è stata stuprata numerose volte da vari uomini.
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    Era una ragazzina intelligente e vivace,
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    A livello fisico sembrava più matura delle sue coetanee,
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    ma aveva il letto ancora coperto di peluche.
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    È una storia molto diversa.
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    E forse l'aggiunta di Erica Goode
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    ha reso l'articolo più completo.
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    Il Global Media Monitoring Project ha rilevato che
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    è più facile che le giornaliste vadano oltre gli stereotipi
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    rispetto ai loro colleghi maschi nel riportare notizie.
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    Al KUNM, una stazione radio qui ad Albuquerque, Elaine Baumgartel
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    ha studiato come vengono riportate le notizie
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    di violenza sulle donne.
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    Ha scoperto che molte di queste storie tendono a
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    far ricadere la colpa sulle vittime e a screditare le loro storie personali.
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    Tendono alla spettacolarizzazione e mancano di contenuto.
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    Elaine per il suo studio ha realizzato una serie in tre parti
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    sull'omicidio di 11 donne
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    trovate sepolte nella Mesa occidentale messicana.
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    Ha provato ad andare oltre questi stereotipi e modelli
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    nel suo lavoro, e a mostrare le difficoltà che
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    i giornalisti devono affrontare, sia da parte di fonti esterne,
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    che da condizionamenti inconsci e valori culturali,
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    e ha cercato la collaborazione di un caporedattore alla National Public Radio
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    per far trasmettere questa storia a livello nazionale.
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    Non è sicura che ci sarebbe riuscita
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    se il caporedattore non fosse stata una donna.
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    Ci sono il doppio delle probabilità che le notizie
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    abbiano donne come vittime piuttosto che uomini,
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    ed è più facile che le donne vengano ridotte
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    a parti del corpo.
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    Questo è l'edizione di Wired del novembre 2010.
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    Eh sì, questa edizione parla di rigenerazione dei tessuti del seno.
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    Lo sapevo, ora vi siete distratti! togliamo la foto.
    (Risate)
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    Guardate qua!
    (Risate)
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    Ora...
    (Applausi)
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    Allora, questo è il problema.
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    Wired non ha quasi mai donne in copertina.
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    Certo, ce ne sono state alcune di grande effetto.
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    Pam, il personaggio della serie TV "The Office".
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    Ragazze manga.
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    Una modella sensuale, coperta di diamanti sintetici.
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    Cindy Royal, una professoressa della Texas State University si è chiesta
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    sul suo blog: "Le ragazze, le sue studentesse
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    come vedono il loro ruolo nel settore tecnologico leggendo Wired?"
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    Chris Anderson, il direttore di Wired, ha difeso la sua scelta,
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    dicendo che non ci sono abbastanza donne, o donne famose
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    nel settore tecnologico, per poter vendere.
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    Questo è in parte vero.
    Non ci sono così tante donne
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    importanti nel settore tecnologico.
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    Ora, questo è quello che non va in questa affermazione:
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    Sono i media a dirci ogni giorno cosa è importante,
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    attraverso le storie che scelgono e l'ordine in cui le mettono.
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    Questa è la teoria dell'agenda setting.
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    Quanti conoscevano i fondatori di Facebook o Google,
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    prima che finissero in prima pagina?
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    Metterli in copertina li ha resi più riconoscibili.
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    La rivista Fast Company ha accolto quest'idea.
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    Questa è la copertina del 15 novembre 2010.
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    Il numero parla delle donne più importanti e influenti
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    nel mondo della tecnologia.
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    Robin Safian, il direttore della rivista, ha detto alla scuola di giornalismo Poynter Institute:
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    "La Silicon Valley è un ambiente bianco e maschile,
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    ma noi della Fast Company non pensiamo sarà così
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    in futuro, quindi cerchiamo di rappresentare la direzione
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    in cui il mondo globalizzato si sta muovendo".
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    Tra l'altro, a quanto pare Wired li ha presi sul serio.
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    Questo è il numero di Aprile.
    (Risate)
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    Questa è Limor Fried, la fondatrice di Adafruit Industries,
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    in posa come "Rosie the Riveter".
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    Se ci fossero più donne alla guida dei vari mezzi d'informazione
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    sarebbe più facile.
    Una recente ricerca a livello mondiale ha rilevato che
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    il 73 per cento delle posizioni dirigenziali nel settore dei media
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    sono ancora occupate da uomini.
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    Tutto ciò ha a che fare anche con qualcosa di molto più complesso:
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    i nostri condizionamenti inconsci e i punti oscuri.
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    Shankar Vedantam ha scritto "The Hidden Brain:
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    ovvero come il nostro inconscio decide che presidente eleggere
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    e se dichiarare guerra, come controlla i mercati e ci salva la vita"
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    L'autore ha parlato con il mediatore della
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    National Public Radio, che stava scrivendo un resoconto
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    su quanto spazio viene dedicato alle donne dalla NPR,
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    e gli ha parlato di come ci condizioni inconsciamente.
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    Liberarsene è davvero difficile.
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    Ma gli ha anche dato un consiglio.
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    Lavorava per due caporedattori
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    che volevano che ogni notizia fosse seguita da almeno una donna.
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    All'inizio non era molto convinto, ma alla fine
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    è stato contento di averlo fatto, perché i suoi articoli
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    sono migliorati e il lavoro è diventato più facile.
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    Non so se uno dei due caporedattori fosse una donna,
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    ma questo può davvero fare la differenza.
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    Il Dallas Morning News nel 1994 ha vinto il premio Pulitzer
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    per una serie di articoli sulle donne nel mondo;
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    ma secondo una delle giornaliste
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    non ce l'avrebbero mai fatta se non avessero avuto
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    una donna come vice caporedattore degli esteri
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    e non sarebbero riusciti a scrivere alcuni di questi articoli
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    senza giornaliste e caporedattori donne sul campo,
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    specialmente per un articolo sulla mutilazione genitale femminile.
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    Agli uomini semplicemente non sarebbe possibile essere presenti
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    in situazioni del genere.
    È un punto importante da considerare,
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    perché oggi molta politica estera riguarda paesi
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    dove la condizione delle donne continua ad essere un problema,
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    come in Afghanistan.
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    La condizione della donna è sempre citata tra
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    le ragioni principali per non ritirarsi dal paese.
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    Sono sicura che a Kabul anche un giornalista uomo riesca a trovare donne
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    da intervistare.
    Ma non penso le trovi nelle aree rurali più tradizionali,
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    dove immagino alle donne non sia permesso parlare con uomini sconosciuti.
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    È importante continuare a parlare di questo argomento
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    dopo quello che è successo a Lara Logan,
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    la corrispondente della BBC che è stata violentata
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    in piazza Tahrir in Egitto
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    poco dopo lo scatto di questa foto.
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    Quasi subito sono arrivati i primi commenti,
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    che le addossavano la colpa e dicevano che
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    forse non si dovrebbero mandare delle donne a seguire queste notizie.
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    Non ho mai sentito commenti del genere su Anderson Cooper e la sua troupe
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    anche loro attaccati durante lo stesso reportage.
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    Un modo per far sì che più donne assumano posizioni di rilievo,
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    è avere altre donne che le guidino.
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    Uno dei membri del mio cda è caporedattore in un'azienda che
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    opera nel settore dei media a livello globale, ma non aveva mai pensato
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    a questo tipo di carriera prima di conoscere altre modelli femminili a "JAWS".
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    E non è qualcosa che devono fare solo super giornalisti,
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    o la mia organizzazione.
    Tutti voi potete fare qualcosa
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    per un'informazione vivace.
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    Analizzate le notizie e se pensate che qualcosa sia stato omesso
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    fatelo presente, come ha fatto la gente per il New York Times.
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    Proponete donne come fonti a giornalisti e redattori.
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    Ricordatevi l'importanza che può avere
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    per la nostra percezione della realtà.
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    Vorrei lasciarvi con un video che ho visto per la prima volta nel 2007
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    quando studiavo a Londra.
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    È di un giornale, il Guardian.
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    Quando l'ho visto non volevo ancora diventare gironalista,
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    ma mi interessava capire come impariamo
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    a percepire la realtà.
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    Narratore fuori campo: Da un primo punto di vista, la scena
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    ci lascia una certa impressione.
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    Da un diverso punto di vista,
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    l'impressione è molto diversa.
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    Ma è solo con una visione d'insieme
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    che si può capire veramente cosa succede.
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    "The Guardian"
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    Megan Kamerick: Penso che sarete d'accordo
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    che avere una visione d'insieme è meglio per tutti.
Title:
Megan Kamerick: Nei media, le donne dovrebbero rappresentare le donne
Speaker:
Megan Kamerick
Description:

Come raccontare storie che parlano di donne? Basta chiedere a una donna di farlo. A TEDxABQ, Megan Kamerick mostra come i mezzi di informazione riportano notizie in modo incompleto, perché le donne sono sottorappresentate tra i giornalisti e le fonti d'informazione. (Filmato a TEDxABQ.)

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English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
10:31
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