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Gioco, passione, scopo - Tony Wagner a TEDxNYED

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    Quanti di voi sono, sono stati o saranno educatori?
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    Alzate la mano.
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    Allora sono nel posto giusto.
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    Sono un professore di liceo di nuovo al lavoro.
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    Pura verità.
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    Quanti sono mentori di un bambino?
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    Alzate la mano.
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    Sono proprio nel posto giusto.
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    Per 25 anni si è parlato del fallimento delle scuole,
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    e del bisogno di riformarle.
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    Qualcuno voleva riformare la scuola?
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    Alzate la mano.
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    Una volta Einstein disse che la formulazione del problema
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    spesso è più importante della soluzione stessa.
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    Con tutto il rispetto, non penso
    che le nostre scuole stiano fallendo.
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    Non hanno di certo bisogno di riforme.
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    Il sistema è obsoleto e ci vuole un rinnovamento.
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    Nessuna riforma.
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    Cosa è cambiato?
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    Solo questo.
  • 0:52 - 0:55
    La conoscenza oggi è un bene.
  • 0:55 - 0:58
    È gratuita, come l'aria, come l'acqua.
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    Quanti hanno visto il sito della Khan Academy?
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    Alzate la mano.
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    Sì, molti. Sapete di cosa parlo.
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    Parlo del livello di istruzione che si può raggiungere
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    se si ha la volontà di farlo.
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    Quanti hanno dovuto studiare la tavola periodica al liceo?
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    Alzate la mano.
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    Ah, tutti! Bene.
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    E quanti elementi ci sono?
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    Un attimo, scusate, non ho sentito bene.
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    Qualsiasi risposta abbiate dato, è sbagliata,
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    perché ne hanno aggiunti altri due la scorsa settimana.
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    E quanti sono i pianeti? Più uno, meno uno?
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    Non lo so, non ho guardato gli aggiornamenti oggi.
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    E vediamo un po', facciamo una gara.
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    Provate a elencare a memoria le 50 capitali degli Stati Uniti
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    mentre le cerco su Google. Vediamo chi è più veloce.
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    La conoscenza è un bene.
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    Non interessa più a nessuno se sei o non sei
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    più bravo di un ragazzino di quinta,
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    o quanto sei bravo a triplicare i tuoi obiettivi.
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    Quello importa oggi non è cosa sai,
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    ma cosa puoi fare con quello che sai.
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    E nell'educazione scolastica
    è una questione del tutto nuova.
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    La domanda che si pone è quindi:
  • 1:56 - 2:00
    siamo in grado e siamo pronti
  • 2:00 - 2:03
    a mettere in pratica le conoscenze
    che abbiamo acquisito?
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    Ok, vi devo spiegare il percorso mentale che ho seguito.
  • 2:07 - 2:09
    2005, leggo "Il mondo è piatto " di Friedman.
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    Chi lo ha letto?
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    Mi ha fatto venire i brividi.
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    Perché, sapete, descrive un mondo in cui
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    progressivamente ogni attività ripetitiva
  • 2:15 - 2:18
    sarà presto automatizzata o delocalizzata.
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    Manodopera o funzioni amministrative, non c'è differenza.
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    Di recente, in un intervista per il suo nuovo libro,
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    mi ha detto: "C'è un errore in quel libro."
  • 2:24 - 2:26
    "Che errore?"
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    "Il ritmo con cui le cose stanno cambiando
    è molto più veloce."
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    Allora mi chiedo quali competenze
    devono avere i giovani oggi
  • 2:32 - 2:36
    per trovare e garantirsi un buon lavoro, nella nuova economia del sapere globale?
  • 2:36 - 2:38
    E sono le stesse competenze di cui hanno bisogno
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    per essere buoni cittadini e continuare a imparare?
  • 2:41 - 2:43
    Ho intervistato tanti e diversi innovatori, veramente,
  • 2:43 - 2:48
    da Apple a Unilever, dirigenti d'azienda, nell'esercito,
  • 2:48 - 2:50
    leader, docenti universitari, ho chiesto a tutti:
  • 2:50 - 2:54
    "Quali competenze valgono più di tutto oggi? Cosa conta?"
  • 2:54 - 2:57
    La conclusione è stata questa: esiste
    un insieme di competenze fondamentali
  • 2:57 - 3:02
    che ogni giovane deve arrivare a padroneggiare
  • 3:02 - 3:04
    prima di finire la scuola superiore.
  • 3:04 - 3:08
    Non solo perché trovino un buon lavoro,
    ma perché non smettano di imparare
  • 3:08 - 3:12
    e siano cittadini del 21esimo secolo attivi e informati.
  • 3:12 - 3:14
    Le elenco brevemente:
  • 3:14 - 3:16
    1. Pensiero critico e attitudine al problem solving
  • 3:16 - 3:17
    Cosa intendo per pensiero critico?
  • 3:17 - 3:19
    Il saper fare le domande giuste
  • 3:19 - 3:21
    o, ancor meglio, fare delle buone domande.
  • 3:21 - 3:26
    2. Collaborazione, interazione e
    autorevolezza nella leadership
  • 3:26 - 3:30
    3. Capacità di apprendimento e di adattamento
  • 3:30 - 3:34
    4. Spirito d'iniziativa e intraprendenza
  • 3:34 - 3:40
    5. Adeguate capacità comunicative,
    nel parlato e nello scritto
  • 3:40 - 3:44
    6. Selezione e analisi delle informazioni
  • 3:44 - 3:49
    e infine,
    7. Curiosità e fantasia.
  • 3:49 - 3:52
    Sono successe un paio di cose
    da quando il mio libro è uscito 3 anni e mezzo fa.
  • 3:52 - 3:54
    "The Global Achievement Gap", dove parlo di tutto questo.
  • 3:54 - 3:57
    Prima di tutto, ho avuto una conferma,
  • 3:57 - 3:59
    letteralmente da tutto il mondo,
  • 3:59 - 4:00
    che mi ha assolutamente sconcertato.
  • 4:00 - 4:04
    Da Taiwan a Singapore, a Helsinki, a Madrid,
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    e ogni genere di luogo lì in mezzo.
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    Thailandia, Bahrain, Birmingham, Inghilterra.
  • 4:11 - 4:14
    Da Wall Street a all'acccademia millitare di West Point
  • 4:14 - 4:18
    mi hanno detto:
    "Sì, sono esattamente quelle le competenze."
  • 4:18 - 4:21
    Mi ha fatto piacere. Mica male.
  • 4:21 - 4:23
    Poi è successa un'altra cosa.
  • 4:23 - 4:25
    La crisi economica.
  • 4:25 - 4:27
    E ho visto ragazzi uscire dall'università,
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    con l'impressione di aver acquisito alcune, molte o buona parte di queste competenze,
  • 4:31 - 4:34
    sono usciti dall'università, ma niente lavoro.
  • 4:34 - 4:35
    Le competenze c'erano.
  • 4:35 - 4:37
    Mancava qualcosa.
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    Ad oggi, metà dei neolaureati
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    sono o disoccupati o sottoccupati.
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    Un terzo vive a casa dei genitori.
  • 4:46 - 4:48
    Forse ce n'è qualcuno anche qui nel pubblico.
  • 4:48 - 4:51
    Cosa manca? Dov'è il problema?
  • 4:51 - 4:53
    Nel tentativo di capire il perché,
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    in sostanza, della crisi economica,
  • 4:54 - 4:56
    ho compreso che si è trattato di molto di più
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    dei cosiddetti credit default swap di cui abbiamo letto,
  • 4:59 - 5:01
    e molto di più di una bolla
  • 5:01 - 5:03
    nel mercato immobiliare e altre cose.
  • 5:03 - 5:04
    Ecco cosa ho compreso.
  • 5:04 - 5:07
    Io non lo sapevo, forse voi sì.
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    Più del 70% della nostra economia si basa sui consumi.
  • 5:11 - 5:13
    Qual è la più grande paura che tutti abbiamo?
  • 5:13 - 5:16
    Che i consumatori smettano di spendere per consumare.
  • 5:16 - 5:18
    Per questa ragione si perde il lavoro.
  • 5:18 - 5:21
    Secondo, quei dannosi livelli di spesa
  • 5:21 - 5:25
    sono stati alimentati dal crescente
    indebitamento della gente.
  • 5:25 - 5:27
    Tirar fuori dalle tasche soldi con tanta facilità,
  • 5:27 - 5:29
    e metterli con altrettanta facilità in carte di credito.
  • 5:29 - 5:34
    2007, il tasso di risparmio era a -2%.
  • 5:34 - 5:36
    Ciò mi porta a dire
  • 5:36 - 5:38
    che forse abbiamo creato
  • 5:38 - 5:40
    un'economia basata su persone
  • 5:40 - 5:43
    che spendono soldi che non hanno,
  • 5:43 - 5:45
    per comprare cose che non servono,
  • 5:45 - 5:49
    fino a danneggiare l'intero pianeta in questo processo.
  • 5:49 - 5:51
    Credo che sia sempre più chiaro
  • 5:51 - 5:54
    che questo tipo di economia non è sostenibile.
  • 5:54 - 5:58
    Secondo Jeremy Cloud, non è sostenibile per l'ambiente.
  • 5:58 - 6:00
    Ma non lo è neanche dal punto di vista economico.
  • 6:00 - 6:03
    Oggi il tasso di risparmio è di circa il 4%.
  • 6:03 - 6:06
    La gente risparmia
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    più di quanto spende.
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    Non penso sia sostenibile neanche psicologicamente.
  • 6:12 - 6:13
    Abbiamo bisogno di qualcosa di diverso.
  • 6:13 - 6:15
    Allora ho cercato di pensare a un'alternativa,
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    a una nicchia nell'economia globale,
  • 6:17 - 6:19
    e una parola tornava e tornava tutte le volte.
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    Innovazione.
  • 6:21 - 6:24
    Non solo le grandi innovazioni nella scienza, tecnologia, ingegneria o matematica,
  • 6:24 - 6:28
    ma diventare un paese che produce nuove e migliori idee
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    per risolvere problemi diversi,
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    idee che generino lavoro,
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    idee che la gente vuole come soluzione a esigenze reali,
  • 6:37 - 6:41
    ogni tipo di esigenza.
  • 6:41 - 6:43
    Sapete che l'America è sempre stato
  • 6:43 - 6:45
    un paese altamente innovativo.
  • 6:45 - 6:48
    Ma questo è merito o no
  • 6:48 - 6:50
    del nostro sistema scolastico?
  • 6:50 - 6:51
    È una domanda importante.
  • 6:51 - 6:53
    Abbiamo le strutture,
  • 6:53 - 6:55
    investiamo nella ricerca,
  • 6:55 - 6:56
    abbiamo le leggi sul diritto d'autore,
  • 6:56 - 6:58
    una buona legge sull'immigrazione, fino a poco tempo fa.
  • 6:58 - 7:00
    E l'istruzione?
  • 7:00 - 7:03
    Ok, quiz del giorno.
    Veloci, non avrete il tempo di cercare la risposta su Google.
  • 7:03 - 7:05
    Cosa hanno in comune Bill Gates, Edwin Land,
  • 7:05 - 7:06
    inventore della Polaroid,
  • 7:06 - 7:08
    Mark Zuckerberg, inventore di Facebook,
  • 7:08 - 7:10
    e la cantante folk Bonnie Raitt?
  • 7:10 - 7:12
    (Pubblico)
    Hanno abbandonato l'università.
  • 7:12 - 7:13
    Ma no, non hanno abbandonato l'università.
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    Hanno abbandonato Harvard!
  • 7:15 - 7:17
    È un'altra cosa! Grazie mille.
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    Steve Jobs non si è laureato, Michael Dell neanche.
  • 7:21 - 7:25
    Queste persone hanno studiato ad Harvard.
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    A questo punto ho deciso di cambiare strategia.
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    Ho cercato di capire cosa dobbiamo cambiare
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    per sviluppare le abilità dei nostri giovani
  • 7:33 - 7:36
    e farli diventare degli innovatori.
  • 7:36 - 7:39
    Cosa dobbiamo fare come genitori, come insegnanti,
  • 7:39 - 7:42
    come mentori e come datori di lavoro.
  • 7:42 - 7:44
    Ho intervistato i giovani talenti, i più disparati.
  • 7:44 - 7:46
    Delle persone straordinarie.
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    Alcuni più privilegiati, altri meno.
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    In tutto il paese e da settori diversi.
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    Dalle discipline scientifiche a quelle umanistiche.
  • 7:54 - 7:57
    Imprenditori e innovatori sociali.
  • 7:57 - 7:59
    Poi ho intervistato i loro genitori.
  • 7:59 - 8:01
    Per capire se potevo riscontrare
  • 8:01 - 8:04
    dei tratti di familiarità.
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    E poi ho chiesto a ciascuno di loro,
  • 8:06 - 8:07
    "C'è stato nella vostra vita un insegnante o un mentore
  • 8:07 - 8:11
    che ha fatto la differenza per voi?"
  • 8:11 - 8:13
    Un terzo, un terzo di loro,
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    non ricordava neanche un insegnante.
  • 8:16 - 8:18
    Gli altri due terzi,
  • 8:18 - 8:20
    uno lo hanno nominato.
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    Quelli che non ricordavano neanche un insegnante,
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    hanno però nominato un mentore.
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    Questo è molto importante.
  • 8:23 - 8:26
    L'importanza del mentoring è sottovalutata.
  • 8:26 - 8:30
    Ho intervistato allora quegli insegnanti e quei mentori,
  • 8:30 - 8:34
    e quello che ho scoperto mi ha sconvolto.
  • 8:34 - 8:36
    In tutti i casi, gli insegnanti che ho incontrato,
  • 8:36 - 8:39
    provenienti da vari contesti,
    dalla scuola elementare all'università,
  • 8:39 - 8:41
    dall'intero settore scolastico.
  • 8:41 - 8:44
    In tutti i casi, tutti gli intervistati erano, loro stessi,
  • 8:44 - 8:48
    dei talenti, delle mosche bianche nelle scuole.
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    Sono stato in 5 università:
  • 8:51 - 8:54
    Harvard, MIT, Stanford, Carnegie Mellon, Tulane.
  • 8:54 - 8:56
    Di tutti i docenti in quelle università,
  • 8:56 - 8:58
    che hanno formato e continuano a formare menti brillanti,
  • 8:58 - 9:00
    nessuno di loro era di ruolo,
  • 9:00 - 9:03
    né lo diventeranno.
  • 9:03 - 9:04
    Cosa c'è che non funziona?
  • 9:04 - 9:06
    Quello che ho concluso
  • 9:06 - 9:09
    è che il sistema educativo,
  • 9:09 - 9:11
    per come lo abbiamo vissuto noi,
  • 9:11 - 9:15
    è in netto contrasto con il sistema di apprendimento
  • 9:15 - 9:19
    che genera talenti, in 5 punti centrali.
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    1. Si elogia e si premia il risultato individuale.
  • 9:22 - 9:23
    È sicuramente un aspetto importante,
  • 9:23 - 9:26
    ma, come saprete, l'innovazione nasce dal lavoro di gruppo.
  • 9:26 - 9:30
    Nelle loro esercitazioni,
    tutti quei docenti hanno avuto il merito
  • 9:30 - 9:33
    di fare lavoro di gruppo e di stimolare la collaborazione.
  • 9:33 - 9:36
    2. Da noi, tutto è concentrato sulla specializzazione.
  • 9:36 - 9:38
    La scuola superiore, le università, usano ormai tutte
  • 9:38 - 9:40
    i crediti formativi, le cosiddette "Carnegie unit",
  • 9:40 - 9:43
    che hanno ormai 115 anni.
  • 9:43 - 9:46
    Moduli di chimica, di biologia e così via.
  • 9:46 - 9:48
    Il mondo dell'innovazione è interdisciplinare
  • 9:48 - 9:51
    ed è orientato alla soluzione dei problemi.
  • 9:51 - 9:53
    Secondo Judy Gilbert di Google,
  • 9:53 - 9:56
    gli insegnanti devono capire che
  • 9:56 - 9:59
    non è più possibile risolvere un problema,
  • 9:59 - 10:00
    e nemmeno comprenderlo,
  • 10:00 - 10:05
    rimanendo entro i confini esclusivi
    delle discipline accademiche.
  • 10:05 - 10:09
    3. Il sistema attuale è basato
  • 10:09 - 10:13
    sull'avversione al rischio e
    sulla penalizzazione degli errori.
  • 10:13 - 10:16
    Il compito dello studente è quello di soddisfare il docente.
  • 10:16 - 10:17
    Dai al docente quello che chiede.
  • 10:17 - 10:19
    Il compito del docente è evitare i problemi.
  • 10:19 - 10:24
    Noi educatori non siamo incoraggiati
    ad assumere rischi, giusto?
  • 10:24 - 10:27
    Ma come sapete, nell'innovazione,
  • 10:27 - 10:29
    sta tutto nel correre rischi,
  • 10:29 - 10:31
    fare errori e imparare dagli errori.
  • 10:31 - 10:33
    Sono stato alla IDEO,
  • 10:33 - 10:35
    l'impresa di design più innovativa del mondo.
  • 10:35 - 10:40
    Il loro motto è: "Sbagliate subito e fatelo spesso."
  • 10:40 - 10:44
    Perché non c'è innovazione se non c'è sperimentazione.
  • 10:44 - 10:47
    Sono stato alla scuola di design
    fondata da David Kelley di IDEO a Stanford,
  • 10:47 - 10:50
    hanno un programma interdisciplinare eccezionale.
  • 10:50 - 10:54
    Erano seduti attorno a un tavolo e discutevano:
  • 10:54 - 10:56
    "Perché un 4 non può essere il nuovo 10."
  • 10:56 - 11:01
    Provate a presentare una pagella così nelle vostre scuole.
  • 11:01 - 11:02
    Ho parlato con uno studente dell’Università di Owen.
  • 11:02 - 11:04
    Owen, tra l'altro, oggi è forse
  • 11:04 - 11:06
    la miglior università del paese.
  • 11:06 - 11:08
    Ogni corso è interdisciplinare,
  • 11:08 - 11:11
    si lavora in team e su progetti. Un posto eccezionale.
  • 11:11 - 11:13
    Ho parlato con uno studente che mi ha detto:
  • 11:13 - 11:16
    "Sai, qui non si parla molto di errori,
  • 11:16 - 11:19
    ma piuttosto di iterazione."
  • 11:19 - 11:22
    Caspita, 5 anni fa non conoscevo neanche questa parola.
  • 11:22 - 11:25
    Ma è diventato un concetto molto importante per me.
  • 11:25 - 11:28
    Nell’apprendere non si fanno errori ma iterazioni.
  • 11:28 - 11:29
    Ma ve lo devo chiedere, chi di voi ha imparato
  • 11:29 - 11:31
    più dagli errori che dai successi?
  • 11:31 - 11:32
    Alzate la mano.
  • 11:32 - 11:34
    Sì, anche io. Sbagliare fa male.
  • 11:34 - 11:36
    È dura.
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    Ma il punto è che siamo abituati
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    a proteggere i nostri figli, a scuola e a casa,
  • 11:40 - 11:41
    siamo sempre lì a sorvegliare la situazione.
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    I genitori non vogliono che i figli commettano errori,
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    per paura che il loro miglior risultato venga compromesso.
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    Ma questo è l’unico modo per accrescere
    la fiducia in sé stessi.
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    Imparare che si può recuperare anche se si sbaglia.
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    E non conviene imparare quando hai 35 anni,
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    perché è più difficile accettare gli errori.
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    4. Il sistema attuale tende per lo più a formare
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    dei fruitori passivi.
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    É proprio nelle scuole che impariamo
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    a essere dei piccoli consumatori diligenti.
  • 12:07 - 12:10
    Perché stiamo seduti in classe e ascoltiamo tutto il tempo.
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    Nelle classi dove si fa innovazione si usa la creatività.
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    Si creano nuovi prodotti che rispondono a esigenze reali.
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    Infine, ed è l'aspetto più rilevante,
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    ci affidiamo a incentivi che arrivano dall’esterno.
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    Il metodo del bastone e della carota.
    Soldi in cambio di buoni risultati.
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    Nell’innovazione, in ognuno di questi giovani talenti
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    che ho intervistato,
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    c’è una forte motivazione interiore.
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    Vogliono fare la differenza nella vita.
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    E quando ripenso a cosa hanno fatto
    i genitori di questi ragazzi
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    e a cosa hanno fatto i loro insegnanti per stimolare
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    questa motivazione interiore, scopro qualcos'altro.
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    Il gioco, la passione, lo scopo.
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    Genitori e insegnanti che stimolano il gioco esplorativo,
  • 12:55 - 12:59
    meno giochi, giochi senza batterie, meno tempo davanti a uno schermo,
  • 12:59 - 13:04
    più tempo libero, senza vincoli. Uscire, giocare.
  • 13:04 - 13:07
    Genitori che hanno spinto i ragazzi a coltivare una passione,
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    con la consapevolezza che era più importante del semplice successo a scuola.
  • 13:10 - 13:14
    Insegnanti che hanno incoraggiato gli studenti a lavorare
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    su progetti, a fare ricerche, a sperimentare,
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    a cercare e coltivare le proprie passioni, artistiche o intellettuali.
  • 13:22 - 13:25
    E ogni volta che questi ragazzi hanno sviluppato una passione,
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    la passione si è trasformata, è cambiata, si è evoluta
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    in un più profondo scopo nella vita.
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    Perché genitori e insegnanti allo stesso modo hanno ripetuto loro:
  • 13:36 - 13:39
    "Reinvestite, fate la differenza".
  • 13:39 - 13:41
    E tutti loro possiedono questo valore,
  • 13:41 - 13:45
    vogliono fare la differenza in qualche modo.
  • 13:45 - 13:47
    Cosa significa questo per il nostro lavoro?
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    Potremmo parlarne a lungo
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    su quanto il sistema debba essere rinnovato,
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    ho scritto alcune cose a riguardo.
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    Ma voglio tornare a cosa può fare ognuno di noi.
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    Allora ho pensato che, prima di tutto,
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    dobbiamo noi per primi innovare
    il modo di insegnare e di fare mentoring.
  • 14:02 - 14:05
    Dobbiamo creare noi dei nuovi valori
  • 14:05 - 14:08
    e modelli di comportamento orientati all’innovazione.
  • 14:08 - 14:12
    Noi educatori dobbiamo assumerci dei rischi.
  • 14:12 - 14:15
    Essere pronti a imparare dai nostri errori.
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    Dobbiamo collaborare di più con i nostri colleghi.
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    Ma credo che soprattutto,
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    forse ciò che ritengo fondamentale per me stesso,
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    è che ora, sia come insegnante e come mentore,
    mi concentro di più
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    a creare circostanze che stimolino
  • 14:30 - 14:34
    il gioco, la passione e lo scopo,
  • 14:34 - 14:37
    in ogni cosa che faccio con i giovani.
  • 14:37 - 14:38
    Grazie mille.
  • 14:38 - 14:40
    (Applausi)
Title:
Gioco, passione, scopo - Tony Wagner a TEDxNYED
Description:

Tony Wagner ha recentemente accettato un incarico ad Harvard come primo membro degli educatori all’innovazione presso il Technology & Entrepreneurship Center. Fa anche consulenza presso scuole, distretti e fondazioni in tutto il paese e all’estero.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
14:50

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