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Paddy Ashdown: Lo spostamento di potere globale

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    C'è una poesia scritta
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    da un poeta inglese molto famoso
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    alla fine del 19° secolo che
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    si dice facesse eco nella mente di Churchill
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    negli anni '30.
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    E la poesia dice:
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    "Su una tranquilla collina d'estate,
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    pigramente tra i flussi della corrente,
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    in lontananza odo un tamburo,
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    che tamburella come un suono tra i sogni,
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    lontano e vicino e piano e sempre più forte sulle strade della terra,
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    caro a un amico e cibo per le polveri,
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    i soldati marciano,
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    incontro alla morte."
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    Per coloro che si interessano di poesia,
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    il titolo è "Un ragazzo dello Shropshire", di A.E. Housman.
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    Quello che aveva capito Housman,
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    e lo si sente anche nelle sinfonie di Nielsen,
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    era che le lunghe, calde estati rurali
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    di stabilità del 19° secolo
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    stavano per finire,
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    e che ci si stava avvicinando
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    a uno di quei periodi storici terrificanti
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    dove i poteri cambiano.
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    E questi sono sempre periodi, signore e signori,
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    accompagnati da turbolenze,
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    e troppo spesso dal sangue.
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    E il mio messaggio per voi
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    è che credo che siamo condannati, se preferite,
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    a vivere in uno di questi momenti storici
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    dove le basi su cui
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    lo stato di potere consolidato sta cominciando a cambiare
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    e il nuovo aspetto del mondo,
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    i nuovi poteri che esistono nel mondo,
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    stanno prendendo forma.
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    E questi sono -- e lo vediamo chiaramente oggi --
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    quasi sempre periodi molto turbolenti, periodi molto difficili,
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    e troppo spesso periodi sanguinosi.
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    Comunque, capita più o meno una volta ogni secolo.
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    Potreste discutere del fatto che l'ultima volta che è successo --
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    ed è quello che Housman ha sentito arrivare e che ha sentito anche Churchill --
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    era che quando il potere è passato dalle vecchie nazioni,
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    gli antichi poteri dell'Europa,
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    attraverso l'Atlantico verso i nuovi poteri emergenti
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    degli Stati Uniti d'America --
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    l'inizio del secolo americano.
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    E naturalmente, nel vuoto
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    lasciato dai troppo antichi poteri europei
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    si sono verificate le due catastrofi più sanguinose
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    del secolo scorso --
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    quella nella prima parte e quella nella seconda: le due grandi guerre.
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    Mao Tse-tung le chiamava le guerre civili europee,
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    ed è probabilmente un modo più preciso di definirle.
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    Bene, signore e signori,
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    stiamo vivendo uno di quei periodi.
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    Ma per noi, oggi voglio parlare di tre fattori.
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    E il primo, anzi i primi due,
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    riguardano uno spostamento di potere.
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    E l'altro riguarda una nuova dimensione a cui voglio fare riferimento,
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    che non si è mai verificata nel modo in cui sta accadendo oggi.
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    Ma parliamo degli spostamenti di potere che si stanno verificando nel mondo.
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    Quello che sta accadendo oggi
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    è, in un certo senso, spaventoso
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    perché non è mai accaduto prima.
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    Abbiamo assistito a spostamenti di potere laterali --
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    il potere della Grecia passato a Roma
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    e gli spostamenti di potere che si sono verificati
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    durante la civilizzazione europea --
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    ma stiamo assistendo a qualcosa di leggermente diverso.
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    Perché il potere non si sta solo spostando lateralmente
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    da nazione a nazione.
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    Si sta spostando anche verticalmente.
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    Quello che sta accadendo oggi è che il potere ricoperto,
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    le responsabilità, detenute secondo norme di legge,
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    all'interno delle istituzioni di uno stato nazione
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    ora si è spostato in larga misura su scala globale.
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    La globalizzazione del potere --
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    parliamo di globalizzazione dei mercati,
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    ma in realtà si tratta di reale globalizzazione di potere.
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    E dove, a livello di stato nazione
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    quel potere è ritenuto responsabile
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    soggetto alle norme di legge,
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    su scala internazionale non lo è.
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    È a livello internazionale e a livello globale che risiedono oggi i poteri:
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    il potere di internet, il potere delle emittenti satellitari,
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    il potere degli scambi di denaro --
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    la giostra del denaro
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    che mette in movimento 32 volte la quantità di denaro necessario
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    allo scambio che dovrebbe finanziare --
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    gli scambiatori di denaro, o, se volete,
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    gli speculatori finanziari
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    che ci hanno messo in ginocchio di recente,
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    il potere delle aziende multinazionali
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    che oggi hanno giri d'affari
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    spesso superiori a quelli di paesi di medie dimensioni.
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    Si muovono in uno spazio globale
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    che in gran parte non è regolamentato
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    non è soggetto a norme di legge
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    e in cui le persone possono agire libere da obblighi.
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    Ora questo va bene ai poteri
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    fino a un certo punto.
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    Va sempre bene per coloro che hanno maggior potere
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    per operare in spazi senza restrizioni,
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    ma la lezione della storia è che, prima o poi,
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    gli spazi non regolamentati --
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    spazi non soggetti a norme legislative --
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    si popolano, non solo delle cose che volete --
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    commercio internazionale, Internet, ecc... --
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    ma anche di cose che non volete --
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    criminalità internazionale, terrorismo internazionale.
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    La rivelazione dell'11 settembre
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    è che anche se siete la nazione più potente sulla terra,
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    nonostante questo,
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    coloro che popolano quello spazio possono attaccarvi
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    anche in una delle vostre città più rappresentative,
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    in un luminoso mattino di settembre.
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    Si dice che qualcosa come il 60%
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    dei 4 milioni di dollari utilizzati per finanziare l'11 settembre
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    in realtà siano passati tramite le istituzioni delle torri gemelle
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    distrutte l'11 settembre.
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    Vedete, i nostri nemici usano anche loro questo spazio --
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    lo spazio dei viaggi di massa, di Internet, delle emittenti satellitari --
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    per poter diffondere il loro veleno,
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    che serve a distruggere i nostri sistemi e i nostri percorsi.
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    Prima o poi,
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    prima o poi,
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    la regola della storia
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    è che dove va il potere
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    deve seguire un'amministrazione.
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    E se è dunque il caso, e credo che lo sia,
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    che uno dei fenomeni del nostro tempo
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    sia la globalizzazione del potere,
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    ne consegue che una delle sfide del nostro tempo
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    è la gestione amministrativa dello spazio globale.
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    E credo che i decenni che ci aspettano
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    saranno turbolenti in misura più o meno ampia
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    secondo la nostra capacità di raggiungere quell'obiettivo:
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    introdurre regole nello spazio globale.
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    Ora notate, non sto parlando di governo.
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    Non sto parlando di mettere in piedi
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    una qualche istituzione democratica globale.
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    E comunque ritengo, signore e signori,
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    che sia improbabile che venga fatto
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    moltiplicando le istituzioni delle Nazioni Unite.
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    Se non avessimo le Nazioni Unite, dovremmo inventarle.
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    Il mondo ha bisogno di un forum internazionale.
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    Ha bisogno di un mezzo con cui legittimare l'azione internazionale.
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    Ma quando si tratta di amministrazione dello spazio globale,
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    scommetto che non si verificherà
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    attraverso la creazione di altre istituzioni delle Nazioni Unite.
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    Accadrà attraverso la potenza dell'unione
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    e della creazione di sistemi basati su trattati,
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    basati su accordi,
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    per governare lo spazio globale.
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    E potete vedere che sta già succedendo, stanno cominciando a emergere.
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    L'Organizzazione Mondiale del Commercio: un'organizzazione basata su trattati,
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    interamente basata su trattati,
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    eppure abbastanza potente da richiamare alle proprie responsabilità anche
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    lo stato più potente, gli USA.
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    Kyoto: le prime lotte per creare
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    un'organizzazione basata su trattati.
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    Il G20:
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    sappiamo ora che dobbiamo mettere in piedi un'istituzione
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    che sia capace di portare una forma di governo
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    in quello spazio finanziario improntato alla speculazione finanziaria.
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    Ed è questo il G20, un'istituzione basata sui trattati.
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    Ora c'è un problema,
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    e ci ritorneremo tra un minuto,
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    ossia che se mettete insieme i più potenti
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    per creare le regole nelle istituzioni basate sui trattati,
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    per riempire quello spazio di governo,
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    cosa succede ai più deboli che vengono lasciati fuori?
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    Ed è un grosso problema,
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    e ci ritorneremo tra un attimo.
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    Quindi il mio primo messaggio è
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    che se dovete attraversare questi tempi turbolenti,
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    più o meno turbolenti,
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    il nostro successo
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    dipenderà in larga misura dalla nostra capacità
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    di portare un governo saggio
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    nello spazio globale.
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    E osservate come sta per accadere.
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    Il mio secondo punto,
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    e so di non dovere parlare a un pubblico come questo
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    di una cosa simile,
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    ma il potere non si sta spostando solo verticalmente,
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    si sposta anche orizzontalmente.
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    Potreste obiettare che la storia, la storia delle civilizzazioni,
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    è quella di civilizzazioni sono nate lungo le coste --
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    le prime intorno al Mediterraneo,
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    le più recenti tra gli antenati del potere occidentale lungo l'Atlantico.
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    A me sembra
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    che vediamo ora un sostanziale spostamento di potere , in linea generale,
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    da nazioni localizzate lungo le coste dell'atlantico
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    verso nazioni localizzate sulle coste del Pacifico.
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    Tutto comincia con il potere economico,
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    ma comincia sempre in questo modo.
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    Cominciate già a vedere lo sviluppo di politiche estere,
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    l'aumento degli stanziamenti militari
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    che si sta verificando tra le potenze del mondo in crescita.
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    Credo in realtà
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    che non sia tanto uno spostamento dall'occidente verso l'oriente;
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    sta accadendo qualcosa di diverso.
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    Scommetto, per quello che vale,
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    che gli Stati Uniti rimarranno
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    la nazione più potente della terra
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    per i prossimi 10 o 15 anni,
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    ma il contesto in cui detiene il potere
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    è ora completamente diverso; è cambiato radicalmente.
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    Veniamo dai 50 anni
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    più strani della storia,
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    in cui abbiamo avuto un mondo totalmente mono-polare,
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    in cui ogni ago della bussola
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    nel bene e nel male
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    ha il suo nord a Washington --
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    un mondo cavalcato da un singolo colosso.
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    Ma non è un caso frequente nella storia.
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    Di fatto quello che sta emergendo
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    è il caso più normale della storia.
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    Cominciate a vedere l'emergere
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    di un mondo multipolare.
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    Fino ad ora,
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    gli Stati Uniti sono stati l'entità dominante del nostro mondo.
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    Rimarranno la nazione più potente,
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    ma saranno la nazione più potente
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    in un mondo sempre più multipolare.
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    E iniziate a vedere i centri alternativi di potere nascenti --
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    in Cina, naturalmente,
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    anche se scommetto che l'ascesa della Cina non sarà indolore.
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    Sarà alquanto rude
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    in quanto la Cina comincia a democratizzare la sua società
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    dopo aver liberalizzato la sua economia.
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    Ma questo è oggetto di una discussione diversa.
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    Vedete l'India, vedete il Brasile.
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    Vedete sempre più
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    che il mondo per noi Europei assomiglia
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    molto all'Europa del 19° secolo.
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    L'Europa del 19° secolo:
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    un grande ministro degli esteri britannico, Lord Canning,
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    era solito descriverlo come il "Concerto dei poteri europei."
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    C'era un equilibrio, un equilibrio a cinque parti.
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    La Gran Bretagna aveva il suo ruolo.
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    Se Parigi si alleava con Berlino,
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    la Gran Bretagna si alleava con Vienna e Roma per controbilanciare.
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    Ora notate,
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    in un periodo dominato da un mondo monopolare,
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    ci sono delle alleanze fisse --
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    la NATO, il Patto di Varsavia.
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    Una polarità fissa di potere
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    significa alleanze fisse.
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    Invece una polarità di potere multipla
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    significa spostamento e cambiamento delle alleanze.
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    Ed è il mondo in cui stiamo entrando,
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    in cui vedremo sempre di più
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    che le nostre alleanze non sono fisse.
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    Canning, il ministro degli esteri britannico una volta ha detto,
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    "La Gran Bretagna ha un comune interesse,
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    ma non ha alleati comuni."
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    E vedremo sempre di più
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    che anche noi in Occidente
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    ci arriveremo, dovremo arrivarci
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    andando oltre i comodi circoli di potere dell'Atlantico
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    per fare alleanze con altri
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    se vogliamo che nel mondo le cose vengano fatte.
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    Notate che quando siamo stati in Libia,
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    per l'Occidente non era sufficiente andarci da solo;
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    abbiamo dovuto coinvolgere altri.
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    Abbiamo dovuto tirare dentro, in questo caso, la Lega Araba.
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    Scommetto che per l'Iraq e l'Afghanistan sarà l'ultima volta
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    che l'Occidente tenta di fare da sé,
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    senza successo.
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    Scommetto
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    che ci stiamo avvicinando alla fine di 400 anni --
  • 11:00 - 11:03
    dico 400 anni perché è la fine dell'Impero Ottomano --
  • 11:03 - 11:05
    di egemonia del potere occidentale,
  • 11:05 - 11:08
    istituzioni occidentali e valori occidentali.
  • 11:09 - 11:12
    Sapete, fino ad ora, se l'Occidente agiva unito,
  • 11:12 - 11:14
    poteva fare e disfare
  • 11:14 - 11:16
    in ogni angolo del mondo.
  • 11:16 - 11:18
    Ma non è più così
  • 11:18 - 11:20
    Prendete l'ultima crisi finanziaria
  • 11:20 - 11:22
    dopo la Seconda Guerra Mondiale.
  • 11:22 - 11:24
    L'Occidente si è unito --
  • 11:24 - 11:27
    gli Accordi di Bretton Woods, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale --
  • 11:27 - 11:29
    il problema è risolto.
  • 11:29 - 11:31
    Ora dobbiamo chiamare dentro altri.
  • 11:31 - 11:33
    Ora dobbiamo creare il G20.
  • 11:33 - 11:35
    Ora dobbiamo andare oltre il comodo circolo
  • 11:35 - 11:37
    degli amici occidentali.
  • 11:37 - 11:39
    Fatemi fare una previsione,
  • 11:39 - 11:42
    che è probabilmente ancor più sorprendente.
  • 11:42 - 11:45
    Sospetto che ci stiamo avvicinando alla fine
  • 11:45 - 11:47
    di 400 anni
  • 11:47 - 11:49
    dove ne abbiamo abbastanza del potere occidentale.
  • 11:49 - 11:51
    La gente mi dice, "I Cinesi, certo,
  • 11:51 - 11:53
    non si impegneranno mai
  • 11:53 - 11:55
    per la pace, per il raggiungimento multilaterale della pace nel mondo."
  • 11:55 - 11:57
    Ah si? Perché no?
  • 11:57 - 11:59
    Quante truppe cinesi
  • 11:59 - 12:01
    servono tra i berretti blu, servono sotto la bandiera blu,
  • 12:01 - 12:03
    servono sotto il comando delle Nazioni Unite nel mondo?
  • 12:03 - 12:05
    3700.
  • 12:05 - 12:08
    Quante americane? 11.
  • 12:08 - 12:10
    Qual è il più grande contingente navale
  • 12:10 - 12:13
    che affronta il problema dei pirati somali?
  • 12:13 - 12:15
    Il contingente navale cinese.
  • 12:15 - 12:17
    Certo che lo fanno, sono una nazione mercantile.
  • 12:17 - 12:19
    Vogliono mantenere le corsie marittime aperte.
  • 12:19 - 12:22
    Sempre di più dovremo fare affari
  • 12:22 - 12:25
    con gente con cui non condividiamo valori,
  • 12:25 - 12:28
    ma con cui, per il momento, condividiamo interessi comuni.
  • 12:28 - 12:30
    È un modo completamente diverso
  • 12:30 - 12:33
    di guardare il mondo che sta emergendo.
  • 12:33 - 12:35
    E c'è un terzo fattore,
  • 12:35 - 12:38
    che è completamente diverso.
  • 12:38 - 12:40
    Oggi nel nostro mondo moderno,
  • 12:40 - 12:42
    a causa di Internet,
  • 12:42 - 12:45
    a causa del tipo di cose di cui stiamo parlando qui,
  • 12:45 - 12:49
    tutto è connesso con tutto.
  • 12:49 - 12:51
    Ora siamo interdipendenti.
  • 12:51 - 12:53
    Le nazioni, gli individui,
  • 12:53 - 12:55
    si intrecciano
  • 12:55 - 12:57
    come mai prima d'ora,
  • 12:57 - 13:00
    in un modo che non si è mai visto prima.
  • 13:00 - 13:02
    L'interrelazione tra le nazioni
  • 13:02 - 13:04
    è sempre esistita.
  • 13:04 - 13:07
    La diplomazia è proprio la gestione delle interrelazioni tra nazioni.
  • 13:07 - 13:09
    Ma ora siamo intimamente legati.
  • 13:09 - 13:11
    Quando c'è l'influenza suina in Messico,
  • 13:11 - 13:13
    diventa un problema per l'aeroporto Charles de Gaulle
  • 13:13 - 13:15
    24 ore dopo.
  • 13:15 - 13:18
    Affonda Lehman Brothers e tutto collassa.
  • 13:18 - 13:21
    Gli incendi nelle steppe russe
  • 13:21 - 13:23
    alimentano le insurrezioni in Africa.
  • 13:23 - 13:27
    Ora siamo profondamente, intimamente interconnessi.
  • 13:27 - 13:30
    E questo significa
  • 13:30 - 13:34
    che l'idea di uno stato nazione che agisce da solo,
  • 13:34 - 13:36
    non connesso con gli altri,
  • 13:36 - 13:38
    che non lavora con gli altri,
  • 13:38 - 13:40
    non è più una strada percorribile.
  • 13:40 - 13:43
    Perché le azioni di uno stato nazione
  • 13:43 - 13:45
    non sono né confinate
  • 13:45 - 13:47
    né sufficienti per lo stato nazione stesso
  • 13:47 - 13:49
    per controllare il suo territorio,
  • 13:49 - 13:52
    perché gli effetti al di fuori dello stato nazione
  • 13:52 - 13:55
    stanno cominciando a condizionare ciò che succede al suo interno.
  • 13:55 - 13:57
    Ero un giovane soldato
  • 13:57 - 14:01
    nell'ultima delle piccole guerre dell'impero britannico.
  • 14:01 - 14:03
    A quel tempo, la difesa del mio paese
  • 14:03 - 14:06
    dipendeva da una cosa ed una soltanto:
  • 14:06 - 14:09
    quanto forte fosse il nostro esercito, quanto forte fosse l'aviazione militare,
  • 14:09 - 14:11
    quanto forte fosse la marina e quanto forti fossero i nostri alleati.
  • 14:11 - 14:13
    Questo quando il nemico era fuori dai confini.
  • 14:13 - 14:16
    Ora il nemico è tra le mura.
  • 14:16 - 14:18
    Ora se voglio parlare della difesa del mio paese,
  • 14:18 - 14:20
    devo parlare al Ministro della Salute
  • 14:20 - 14:23
    perché le epidemie sono una minaccia alla sicurezza,
  • 14:23 - 14:25
    devo parlare al Ministro dell'Agricoltura
  • 14:25 - 14:27
    perché la sicurezza alimentare è una minaccia alla mia sicurezza,
  • 14:27 - 14:31
    devo parlare al Ministro dell'Industria
  • 14:31 - 14:34
    perché la fragilità della nostra infrastruttura tecnologica
  • 14:34 - 14:36
    è un punto di attacco per i nostri nemici --
  • 14:36 - 14:38
    come possiamo vedere dalle moderne strategie di guerra --
  • 14:38 - 14:41
    devo parlare al Ministro degli Interni
  • 14:41 - 14:43
    perché chi è entrato nel mio paese,
  • 14:43 - 14:46
    che vive in quella villetta a schiera nei quartieri poveri
  • 14:46 - 14:48
    influisce direttamente su quello che succede nel mio paese --
  • 14:48 - 14:52
    come abbiamo visto a Londra con le bombe del 7 luglio 2005.
  • 14:52 - 14:55
    Non siamo più nella situazione in cui la sicurezza di un paese
  • 14:55 - 14:58
    è semplicemente un problema dei soldati e del ministero della difesa.
  • 14:58 - 15:01
    È la sua capacità di far lavorare assieme le sue istituzioni.
  • 15:01 - 15:04
    E questo vi dice qualcosa di molto importante.
  • 15:04 - 15:06
    Vi dice che, di fatto,
  • 15:06 - 15:09
    i nostri governi, costruiti verticalmente,
  • 15:09 - 15:11
    costruiti sul modello economico della Rivoluzione Industriale --
  • 15:11 - 15:14
    molto gerarchici, con specializzazione dei compiti,
  • 15:14 - 15:16
    strutture di comando --
  • 15:16 - 15:18
    hanno strutture completamente sbagliate.
  • 15:18 - 15:20
    Chi di voi è nell'industria sa
  • 15:20 - 15:22
    che la struttura paradigmatica del nostro tempo, signore e signori,
  • 15:22 - 15:24
    è la rete.
  • 15:24 - 15:26
    È la nostra capacità di fare rete che importa,
  • 15:26 - 15:29
    sia all'interno dei governi che all'esterno.
  • 15:29 - 15:31
    Quindi ecco la terza legge di Ashdown.
  • 15:31 - 15:34
    A proposito, non mi chiedete delle prime due leggi di Ashdown
  • 15:34 - 15:36
    perché non le ho ancora inventate;
  • 15:36 - 15:38
    suona sempre meglio se c'è una terza legge, vero?
  • 15:38 - 15:41
    La terza legge di Ashdown dice che nell'era moderna,
  • 15:41 - 15:43
    dove tutto è connesso con tutto,
  • 15:43 - 15:46
    la cosa più importante che possiamo fare
  • 15:46 - 15:48
    è ciò che possiamo realizzare con gli altri.
  • 15:48 - 15:50
    Il pezzo più importante della nostra struttura --
  • 15:50 - 15:52
    che voi siate un governo, o un reggimento di un esercito,
  • 15:52 - 15:54
    che siate un'azienda --
  • 15:54 - 15:56
    sono i vostri punti di riferimento, le vostre interconnessioni,
  • 15:56 - 15:58
    la vostra capacità di fare rete con altri.
  • 15:58 - 16:00
    Nell'industria lo si capisce;
  • 16:00 - 16:03
    i governi no.
  • 16:03 - 16:05
    Ma un'ultima cosa.
  • 16:05 - 16:08
    Se è vero, signore e signori -- e lo è --
  • 16:08 - 16:10
    che siamo tutti connessi
  • 16:10 - 16:12
    come non lo siamo mai stati prima,
  • 16:12 - 16:16
    allora è anche vero che condividiamo il destino l'uno dell'altro.
  • 16:16 - 16:19
    Improvvisamente e per la prima volta,
  • 16:19 - 16:22
    la difesa collettiva, la cosa che ci ha dominato
  • 16:22 - 16:24
    come idea per mettere le nazioni in sicurezza,
  • 16:24 - 16:26
    non è più sufficiente.
  • 16:26 - 16:28
    Era vero che
  • 16:28 - 16:30
    quando la mia tribù era più potente della loro, ero al sicuro;
  • 16:30 - 16:33
    se il mio paese era più potente del loro paese, ero al sicuro;
  • 16:33 - 16:36
    se la mia alleanza, tipo la NATO, era più potente della loro, ero al sicuro.
  • 16:36 - 16:38
    Non è più così.
  • 16:38 - 16:41
    L'avvento dell'interconnettività
  • 16:41 - 16:43
    e delle armi di distruzione di massa
  • 16:43 - 16:45
    significano che, sempre di più,
  • 16:45 - 16:47
    condivido il destino del mio nemico.
  • 16:47 - 16:49
    Quand'ero un diplomatico
  • 16:49 - 16:52
    che negoziava i trattati per il disarmo con l'Unione Sovietica
  • 16:52 - 16:54
    a Ginevra negli anni 70,
  • 16:54 - 16:56
    abbiamo avuto successo perché abbiamo capito
  • 16:56 - 16:58
    che condividevamo con loro il destino.
  • 16:58 - 17:01
    La sicurezza collettiva non è abbastanza.
  • 17:01 - 17:03
    La pace è stata portata in Irlanda del Nord
  • 17:03 - 17:06
    perché entrambe le parti si sono accorte che il gioco a somma zero non poteva funzionare.
  • 17:06 - 17:09
    Condividevano il destino con i loro nemici.
  • 17:09 - 17:11
    Una delle più grandi barriere alla pace in medioriente
  • 17:11 - 17:14
    è che entrambe le parti, sia Israele che, credo, i Palestinesi,
  • 17:14 - 17:16
    non capiscono
  • 17:16 - 17:19
    che condividono un destino collettivo.
  • 17:19 - 17:21
    E improvvisamente, signore e signori,
  • 17:21 - 17:23
    quello che è stata la proposta
  • 17:23 - 17:26
    di poeti e visionari negli anni
  • 17:26 - 17:28
    diventa qualcosa da prendere sul serio
  • 17:28 - 17:30
    come un problema di politica pubblica.
  • 17:30 - 17:33
    Ho cominciato con una poesia, e finirò con questa.
  • 17:33 - 17:36
    La grande poesia di John Donne.
  • 17:36 - 17:40
    "Non chiederti per chi suona la campana."
  • 17:40 - 17:42
    La poesia si intitola "Nessun uomo è un'isola."
  • 17:42 - 17:44
    E fa:
  • 17:44 - 17:47
    "La morte di ogni uomo mi riguarda,
  • 17:47 - 17:49
    perché sono legato al genere umano,
  • 17:49 - 17:51
    non chiederti
  • 17:51 - 17:53
    per chi suona la campana,
  • 17:53 - 17:55
    suona per te."
  • 17:55 - 17:58
    Per John Donne, un consiglio di moralità.
  • 17:58 - 18:00
    Per noi, credo,
  • 18:00 - 18:03
    parte dell'equazione per la nostra sopravvivenza.
  • 18:03 - 18:05
    Grazie infinite.
  • 18:05 - 18:08
    (Applausi)
Title:
Paddy Ashdown: Lo spostamento di potere globale
Speaker:
Paddy Ashdown
Description:

Paddy Ashdown sostiene che viviamo in un periodo storico dove il potere sta cambiando con modalità del tutto nuove. In un discorso affascinante a TEDxBrussels sottolinea i tre spostamenti di potere globali che vede arrivare.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
18:09
Anna Cristiana Minoli added a translation

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