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Nessuno dovrebbe morire perché vive troppo lontano da un medico

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    Voglio condividere con voi una cosa
    che mi ha insegnato mio padre :
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    nessuna condizione è permanente.
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    Questa è una lezione che
    mi ha sempre ripetuto
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    e ho imparato quanto fosse vera
    nella maniera più dura.
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    Qui ero in quarta elementare.
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    Questa è la foto per l'annuario
    scattata a scuola nella mia classe
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    a Monrovia in Liberia.
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    I miei genitori emigrarono dall'India
    verso l'Africa Occidentale negli anni 70
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    e ho avuto il privilegio di crescere lì.
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    Avevo nove anni,
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    amavo giocare a calcio
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    ed ero un secchione
    nelle materie scientifiche.
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    Avevo quel genere di vita che ogni bambino
    vorrebbe davvero avere.
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    Ma nessuna condizione è permanente.
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    La notte di Natale del 1989,
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    in Liberia scoppiò la guerra civile.
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    La guerra iniziò nelle remote campagne e,
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    nel giro di pochi mesi, i ribelli armati
    marciarono verso le nostre città.
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    La mia scuola venne chiusa
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    e quando l'esercito di ribelli occupò
    l'unico aereoporto internazionale,
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    la gente entrò nel panico
    e cominciò a fuggire.
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    Un mattino mia madre mi bussò
    e disse: "Raj, prepara le tue cose,
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    dobbiamo andare."
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    Ci hanno radunato nel centro della città
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    e lì nella strada,
    ci divisero in due file.
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    Ero con la mia famiglia in una fila
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    e ci stiparono nel portello di carico
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    di un aereo umanitario.
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    Ero seduto su un sedile
    con il cuore che andava a mille.
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    Guardando fuori
    dal portellone aperto,
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    ho visto centinaia
    di liberiani in un'altra fila,
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    con i bambini
    portati sulla schiena.
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    Quando hanno cercato di salire con noi,
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    ho guardato i soldati bloccarli.
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    A loro non era permesso scappare.
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    Noi eravamo quelli fortunati.
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    Abbiamo perso ciò che avevamo,
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    ma ci siamo rifatti una vita in America
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    e, come immigrati, abbiamo beneficiato
    della comunità di sostenitori
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    riunita intorno a noi.
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    Hanno ospitato la mia famiglia,
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    mi hanno fatto da guida.
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    Hanno aiutato mio papà
    ad aprire un negozio.
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    Andavo a trovarlo
    nei fine settimana da ragazzo
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    per aiutarlo a vendere
    scarpe da ginnastica e jeans.
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    E ogni volta che gli affari andavano male,
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    mi ricordava quel mantra:
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    nessuna condizione è permanente.
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    Quel mantra, la tenacia dei miei genitori
    e quella comunità di sostenitori
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    mi hanno permesso di andare al college
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    e poi alla Facoltà di Medicina.
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    Una volta le mie speranze
    erano state distrutte dalla guerra,
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    ma grazie a loro
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    avevo la possibilità di realizzare
    il sogno di diventare medico.
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    La mia situazione era cambiata.
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    Sono passati 15 anni
    dalla mia fuga da quell'aeroporto,
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    ma la memoria di quelle due file
    non mi ha abbandonato.
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    Studiavo medicina
    e avevo poco più di vent'anni,
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    e volevo ritornare
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    per capire se potevo aiutare
    le persone che erano rimaste lì.
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    Ma quando sono arrivato,
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    ho trovato una distruzione profonda.
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    La guerra aveva lasciato solo 51 dottori
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    per servire un paese
    di quattro milioni di persone.
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    È come se la città di San Francisco
    avesse solo 10 dottori.
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    Se vi ammalate nella città
    dove rimangono solo alcuni dottori,
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    potreste avere una chance.
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    Ma se vi ammalate nelle remote
    comunità rurali delle foreste fluviali,
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    dove la clinica più vicina dista giorni,
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    vedevo i miei pazienti morire di malattie
    per le quali nessuno dovrebbe morire,
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    solo perché arrivavano da me troppo tardi.
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    Immaginate di avere una figlia di due anni
    che si sveglia con la febbre
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    e capite che potrebbe essere malaria,
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    e sapete che l'unico modo per avere
    le medicine necessarie
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    sarebbe quello di portarla al fiume,
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    salire in canoa, andare sulla riva opposta
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    e dopo camminare per due giorni
    attraverso la foresta
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    solo per raggiungere
    l'ospedale più vicino.
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    Un miliardo di persone vive
    nei posti più remoti al mondo,
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    e nonostante i progressi che abbiamo fatto
    in medicina moderna e tecnologia,
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    le innovazioni non raggiungono
    l'ultimo miglio.
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    Queste comunità sono state abbandonate
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    perché si pensa sia troppo
    complicato raggiungerle
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    e troppo difficile aiutarle.
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    La malattia è universale;
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    l'accesso alla cure non lo è.
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    E capire questo mi ha toccato il cuore.
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    Nessuno dovrebbe morire perché vive
    troppo lontano da un medico o un ospedale.
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    Nessuna condizione
    dovrebbe essere permanente.
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    L'aiuto in questo caso
    non è arrivato dall'esterno,
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    in realtà è arrivato dall'interno.
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    È arrivato dalle stesse comunità locali.
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    Vi presento Musu.
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    Nella remota Liberia rurale,
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    dove la maggioranza delle ragazze non ha
    la possibilità di finire le elementari,
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    Musu è stata tenace.
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    A 18 anni, ha concluso le scuole superiori
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    ed è tornata nella sua comunità.
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    Ha visto che nessuno dei bambini
    stava ricevendo le cure
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    per le malattie che aveva,
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    malattie mortali, come malaria
    e polmonite.
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    Quindi si propose come volontaria.
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    Ci sono milioni di volontari come Musu
    nelle zone rurali di tutto il mondo,
  • 4:49 - 4:51
    e abbiamo cominciato a pensare
  • 4:51 - 4:55
    che membri della comunità come Musu
    possono aiutarci a risolvere un problema.
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    Il nostro sistema sanitario
    è strutturato in modo tale
  • 4:59 - 5:03
    che il lavoro di formulare una diagnosi
    e prescrivere delle medicine
  • 5:03 - 5:06
    è limitato a una équipe
    di infermiere e dottori come me.
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    Ma infermiere e dottori
    sono concentrati nelle città,
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    quindi le comunità rurali come quella
    di Musu sono escluse.
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    Così abbiamo cominciato a chiederci:
  • 5:15 - 5:17
    perché non riorganizzare
    il sistema sanitario?
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    Perché non puntare su persone come Musu
  • 5:20 - 5:23
    e farle diventare parte o figure centrali
    delle nostre équipe?
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    E se Musu ci aiutasse a portare il sistema
    sanitario dagli ospedali nelle città
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    alle case dei suoi vicini?
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    Musu aveva 48 anni quando l'ho incontrata.
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    Nonostante il suo incredibile
    talento e la sua grinta,
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    non aveva avuto un lavoro
    retribuito in 30 anni.
  • 5:41 - 5:44
    Quale tecnologia potrebbe aiutarla?
  • 5:44 - 5:49
    Perché non investire su di lei
    con un corso di formazione,
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    equipaggiarla con medicine vere,
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    a farle avere un lavoro vero?
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    Nel 2007, stavo provando
    a rispondere a queste domande
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    e io e mia moglie ci siamo sposati
    quello stesso anno.
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    Abbiamo chiesto ai nostri parenti
    di lasciar perdere la lista nozze
  • 6:09 - 6:10
    e versare invece un'offerta
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    in modo da poter costituire
    un'organizzazione no-profit.
  • 6:14 - 6:17
    Credetemi, so essere
    più romantico di così.
  • 6:17 - 6:18
    (Risate)
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    Abbiamo raccolto 6.000 dollari,
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    abbiamo creato un gruppo
    con liberiani e americani
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    e lanciato l'organizzazione no-profit
    "Last Mile Health".
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    L'obiettivo è portare
    un operatore sanitario
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    alla portata di chiunque, ovunque.
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    Abbiamo ideato un processo in tre fasi,
  • 6:32 - 6:34
    'forma, equipaggia, paga',
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    per investire nel lungo termine
    in volontari come Musu
  • 6:37 - 6:39
    perché diventino
    assistenti specializzati,
  • 6:39 - 6:41
    operatori sanitari locali.
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    Per prima cosa abbiamo insegnato a Musu
    a fare prevenzione, diagnosi e trattamento
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    delle 10 patologie più diffuse
    tra le famiglie nel suo villaggio.
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    Un infermiere supervisore
    le faceva lezione ogni mese a casa sua.
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    L'abbiamo dotata della più moderna
    tecnologia medica,
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    come questo rapido test da un dollaro
    per diagnosticare la malaria,
  • 7:00 - 7:04
    insieme a uno zaino
    pieno di medicine come questo
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    per curare infezioni come la polmonite,
  • 7:07 - 7:08
    e soprattutto,
  • 7:08 - 7:12
    uno smartphone, per aiutarla
    a mappare le epidemie.
  • 7:13 - 7:16
    Infine abbiamo riconosciuto
    la dignità del lavoro di Musu.
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    Con il governo liberiano
    abbiamo creato un contratto,
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    le abbiamo dato uno stipendio
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    e l'opportunità di avere un lavoro vero.
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    Lei è straordinaria.
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    Musu ha imparato
    oltre 30 competenze mediche,
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    dallo screening infantile
    per la malnutrizione,
  • 7:30 - 7:33
    alla valutazione delle cause
    della tosse infantile con uno smartphone,
  • 7:33 - 7:36
    al sostegno di persone con HIV
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    e fornire cure riabilitative
    a pazienti che hanno perso gli arti.
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    Lavorando come parte del nostro team,
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    lavorando come paramedici,
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    gli operatori sanitari locali
    aiutano a garantire
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    che molte delle cure fornite
    dal medico di famiglia
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    arrivino dove nessun medico
    di famiglia potrebbe andare.
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    Una della mie cose preferite
    è prendermi cura di pazienti
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    con operatori sanitari locali.
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    Lo scorso anno
    ero andato a trovare A.B.,
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    e come Musu, A.B. ha avuto
    l'opportunità di andare a scuola.
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    Frequentava le medie,
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    quando i suoi genitori morirono.
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    Diventò orfano e dovette
    abbandonare gli studi.
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    L'anno scorso, dopo un corso di formazione
    A.B. è diventato operatore sanitario.
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    Mentre faceva visite porta a porta,
  • 8:21 - 8:23
    ha incontrato questo bambino
    di nome Prince,
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    la cui madre aveva avuto problemi
    con l'allattamento al seno,
  • 8:27 - 8:30
    e dall'età di sei mesi,
    Prince aveva cominciato a deperire.
  • 8:30 - 8:34
    A.B. aveva appena imparato a usare
    questa striscia con colori codificati
  • 8:34 - 8:37
    che si avvolge attorno al braccio
    per diagnosticare la malnutrizione.
  • 8:37 - 8:40
    A.B. si è accorto che Prince
    era nella zona rossa,
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    che significa ricovero ospedaliero.
  • 8:41 - 8:44
    Così A.B. ha accompagnato Prince
    e la madre al fiume,
  • 8:44 - 8:45
    è salito sulla canoa
  • 8:45 - 8:48
    e ha remato per quattro ore
    per raggiungere l'ospedale.
  • 8:48 - 8:50
    Poi, quando Prince è stato dimesso,
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    A.B. ha insegnato alla madre
    come dare al figlio degli integratori.
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    Alcuni mesi dopo,
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    A.B. mi ha portato a visitare Prince
    ed è un piccolo bimbo paffuto.
  • 9:01 - 9:02
    (Risate)
  • 9:02 - 9:05
    Sta facendo progressi,
    si alza in piedi da solo
  • 9:05 - 9:08
    e sta anche cominciando
    a dire alcune parole.
  • 9:08 - 9:10
    Questi operatori sono
    per me una fonte di ispirazione.
  • 9:10 - 9:12
    Spesso chiedo loro
    perché fanno ciò che fanno,
  • 9:12 - 9:14
    e quando l'ho chiesto ad A.B.,
  • 9:15 - 9:19
    ha risposto: "Doc, da quando ho lasciato
    la scuola, questa è la prima volta
  • 9:19 - 9:21
    che posso tenere una penna
    in mano per scrivere.
  • 9:22 - 9:24
    La mia mente è più fresca."
  • 9:26 - 9:30
    Le storie di A.B. e Musu
    mi hanno insegnato cose fondamentali
  • 9:30 - 9:31
    sull'essere umano.
  • 9:32 - 9:34
    La nostra volontà di aiutare gli altri
  • 9:35 - 9:39
    può in realtà aiutarci a migliorare
    la nostra stessa situazione.
  • 9:40 - 9:42
    Ero così commosso
    da quanto potente possa essere
  • 9:42 - 9:44
    la volontà di servire il prossimo
  • 9:44 - 9:45
    alcuni anni fa,
  • 9:46 - 9:48
    quando affrontammo una catastrofe globale.
  • 9:49 - 9:50
    Nel dicembre 2013,
  • 9:50 - 9:54
    accadde qualcosa nella foresta pluviale
    oltre i nostri confini in Guinea.
  • 9:54 - 9:59
    Un bambino piccolo di nome Emile si ammalò
    con sintomi di vomito, febbre e diarrea.
  • 9:59 - 10:01
    Viveva in un'area
    dove le strade erano poche
  • 10:01 - 10:04
    e c'era una grave carenza
    di operatori sanitari.
  • 10:05 - 10:06
    Emile morì,
  • 10:06 - 10:08
    e dopo poche settimane morì la sorella,
  • 10:08 - 10:10
    e alcune settimane dopo morì la madre.
  • 10:10 - 10:13
    Questa malattia si diffuse
    da una comunità all'altra.
  • 10:13 - 10:15
    Solo tre mesi più tardi
  • 10:15 - 10:18
    il mondo si rese conto
    che si trattava di Ebola.
  • 10:18 - 10:21
    Dove ogni minuto è importante,
    avevamo già perso mesi,
  • 10:21 - 10:24
    e da allora il virus si era diffuso
    rapidamente nell'Africa occidentale
  • 10:25 - 10:27
    e alla fine in altre parti del mondo.
  • 10:27 - 10:30
    Le aziende chiusero, le linee aeree
    iniziarono a cancellare voli.
  • 10:30 - 10:31
    Nella fase acuta della crisi,
  • 10:31 - 10:36
    quando si stimava che il contagio avrebbe
    potuto colpire 1,4 milioni di persone,
  • 10:36 - 10:39
    quando si pensava
    che la maggior parte sarebbe morta,
  • 10:39 - 10:42
    quando stavamo perdendo ogni speranza,
  • 10:44 - 10:47
    ricordo che ero con un gruppo
    di operatori sanitari
  • 10:47 - 10:49
    nella foresta pluviale
    dove si era manifestato un focolaio.
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    Li stavamo aiutando
    ad indossare le maschere,
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    i guanti e le tute di cui avevano bisogno
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    per evitare di contrarre il virus
  • 10:56 - 10:59
    mentre assistevano i loro pazienti.
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    Ricordo la paura nei loro occhi.
  • 11:02 - 11:07
    Ricordo che rimanevo sveglio la notte,
    pensando se avevo fatto la scelta giusta
  • 11:09 - 11:10
    mandandoli sul campo.
  • 11:11 - 11:15
    Quando Ebola minacciò di mettere
    in ginocchio l'umanità intera,
  • 11:15 - 11:19
    gli operatori sanitari liberiani
    non cedettero alla paura.
  • 11:20 - 11:22
    Fecero ciò che avevano sempre fatto:
  • 11:22 - 11:25
    risposero alle chiamate
    per aiutare i loro vicini.
  • 11:26 - 11:29
    I membri delle comunità della Liberia
    impararono i sintomi di Ebola,
  • 11:29 - 11:33
    lavorarono con infermieri e medici
    andando porta-a-porta a trovare i malati
  • 11:33 - 11:35
    per sottoporli a cure mediche.
  • 11:35 - 11:38
    Mapparono migliaia di persone
    che erano state esposte al virus
  • 11:38 - 11:40
    e contribuirono a rompere
    la catena del contagio.
  • 11:40 - 11:44
    Circa 10.000 operatori sanitari
    rischiarono le loro stesse vite
  • 11:44 - 11:47
    per aiutare a debellare e a bloccare
    la diffusione del virus.
  • 11:48 - 11:53
    (Applausi)
  • 11:55 - 11:58
    Oggi, il virus Ebola è sotto controllo
    nell'Africa occidentale,
  • 11:58 - 12:00
    e abbiamo imparato un po' di cose.
  • 12:00 - 12:03
    Abbiamo imparato che l'assenza
    di assistenza nelle zone rurali
  • 12:03 - 12:05
    può portare a focolai di infezione
  • 12:05 - 12:07
    e questo ci espone tutti
    a un rischio maggiore.
  • 12:08 - 12:10
    Abbiamo imparato che il sistema
    di emergenza più efficiente
  • 12:10 - 12:12
    è un sistema che lavora tutti i giorni,
  • 12:12 - 12:15
    e quel sistema deve raggiungere
    tutte le comunità,
  • 12:15 - 12:18
    incluse quelle rurali
    come quella di Emile.
  • 12:19 - 12:20
    Ma soprattutto,
  • 12:20 - 12:23
    abbiamo imparato dal coraggio
    degli operatori sanitari della Liberia
  • 12:23 - 12:27
    che come esseri umani non siamo definiti
    dalle situazioni che affrontiamo,
  • 12:27 - 12:29
    non importa quanto sembrino disperate.
  • 12:30 - 12:32
    Sono le nostre risposte
    a dire chi siamo.
  • 12:34 - 12:36
    Negli ultimi 15 anni,
  • 12:37 - 12:39
    ho visto la forza dell'idea
  • 12:39 - 12:43
    di trasformare cittadini normali
    in operatori sanitari locali,
  • 12:43 - 12:45
    in eroi quotidiani.
  • 12:46 - 12:48
    L'ho vista agire ovunque,
  • 12:48 - 12:50
    dalle comunità nelle foreste
    dell'Africa occidentale,
  • 12:50 - 12:52
    alle comunità di pescatori in Alaska.
  • 12:53 - 12:54
    È vero,
  • 12:54 - 12:57
    questi operatori sanitari
    non fanno neurochirurgia,
  • 12:57 - 12:59
    ma stanno facendo il possibile
  • 12:59 - 13:02
    per permettere a chiunque
    di curarsi, ovunque.
  • 13:04 - 13:05
    A che punto siamo?
  • 13:06 - 13:10
    Sappiamo che sono
    ancora in milioni a morire
  • 13:10 - 13:11
    per cause che si possono prevenire
  • 13:11 - 13:13
    nelle zone rurali di tutto il mondo.
  • 13:13 - 13:17
    E sappiamo che gran parte
    di queste morti stanno avvenendo
  • 13:17 - 13:19
    in questi paesi colorati in blu.
  • 13:20 - 13:21
    Ma sappiamo anche
  • 13:21 - 13:24
    che se formiamo un esercito
    di operatori sanitari locali
  • 13:24 - 13:28
    insegnando anche solo
    30 tecniche salvavita,
  • 13:29 - 13:33
    potremo salvare le vite di circa
    30 milioni di persone entro il 2030.
  • 13:34 - 13:38
    Trenta incarichi potrebbero salvare
    30 milioni di vite entro il 2030.
  • 13:38 - 13:40
    Non è solo un progetto,
  • 13:40 - 13:42
    stiamo provando che può essere fatto.
  • 13:42 - 13:43
    In Liberia,
  • 13:43 - 13:47
    il governo liberiano sta formando
    migliaia di operatori come A.B. e Musu
  • 13:47 - 13:49
    dopo l'Ebola,
  • 13:49 - 13:52
    per portare cure mediche a ogni bambino
    e ogni famiglia del paese.
  • 13:52 - 13:54
    Abbiamo avuto l'onore
    di lavorare con loro
  • 13:54 - 13:57
    e adesso siamo in parternariato
    con organizzazioni
  • 13:57 - 13:59
    che lavorano in altri paesi
  • 13:59 - 14:01
    per aiutarli a realizzare la stessa cosa.
  • 14:02 - 14:05
    Se possiamo farlo su scala nazionale,
  • 14:06 - 14:07
    potremmo salvare milioni di vite
  • 14:07 - 14:09
    e allo stesso tempo
  • 14:09 - 14:10
    creare milioni di posti di lavoro.
  • 14:12 - 14:15
    Ma non possiamo farlo
    senza la tecnologia.
  • 14:15 - 14:18
    La gente è preoccupata che la tecnologia
    le farà perdere il lavoro,
  • 14:18 - 14:21
    ma quando si tratta di operatori sanitari,
  • 14:21 - 14:24
    la tecnologia è fondamentale
    per creare posti di lavoro.
  • 14:24 - 14:26
    Senza tecnologia,
    senza questo smartphone,
  • 14:26 - 14:29
    senza questo rapido test,
  • 14:30 - 14:34
    per noi sarebbe stato impossibile
    assumere A.B. e Musu.
  • 14:35 - 14:38
    Penso sia il momento per una tecnologia
    che ci aiuti a formare,
  • 14:38 - 14:42
    che ci aiuti a formare le persone
    più velocemente e meglio di sempre.
  • 14:43 - 14:44
    Come medico,
  • 14:44 - 14:47
    uso la tecnologia per aggiornarmi
    e ottenere certificati.
  • 14:47 - 14:50
    Uso gli smartphone,
    le app, i corsi on line.
  • 14:50 - 14:52
    Ma quando A.B. vuole imparare,
  • 14:52 - 14:54
    deve saltare su quella canoa
  • 14:55 - 14:57
    e andare al centro di formazione.
  • 14:57 - 14:59
    E quando Musu si presenta a lezione,
  • 15:00 - 15:03
    i suoi insegnanti usano ancora
    lavagne a fogli e pennarelli.
  • 15:04 - 15:09
    Perché non dovrebbero avere
    il mio stesso accesso all'apprendimento?
  • 15:10 - 15:14
    Se vogliamo davvero operatori sanitari
    con formazione su competenze salvavita
  • 15:14 - 15:15
    e non solo,
  • 15:16 - 15:19
    dobbiamo cambiare
    questo modello educativo obsoleto.
  • 15:20 - 15:22
    Qui la tecnologia può
    segnare una svolta.
  • 15:22 - 15:26
    Sono incantato dalla rivoluzione
    digitale in campo educativo
  • 15:26 - 15:29
    promossa da quelli
    come Khan Academy e edX.
  • 15:30 - 15:33
    Da tanto tempo penso
    che sia arrivato il momento;
  • 15:33 - 15:34
    è il momento di un impatto
  • 15:34 - 15:36
    tra la rivoluzione digitale
    dell'educazione
  • 15:36 - 15:38
    e la rivoluzione della sanità locale.
  • 15:39 - 15:43
    Questo mi porta all'augurio
    del mio premio TED.
  • 15:44 - 15:46
    Mi auguro...
  • 15:46 - 15:48
    mi auguro che ci aiuterete ad arruolare
  • 15:48 - 15:50
    il più grande esercito
    di operatori sanitari locali
  • 15:50 - 15:52
    che il mondo abbia mai conosciuto,
  • 15:52 - 15:55
    con la creazione della
    Community Health Academy,
  • 15:55 - 15:58
    una piattaforma globale per formare,
    connettere e delegare.
  • 15:59 - 16:00
    (Applausi)
  • 16:00 - 16:01
    Grazie.
  • 16:01 - 16:05
    (Applausi)
  • 16:05 - 16:06
    Grazie.
  • 16:08 - 16:09
    Questa è l'idea:
  • 16:09 - 16:11
    creeremo e selezioneremo
  • 16:12 - 16:16
    il meglio in risorse digitali formative.
  • 16:17 - 16:21
    Le porteremo agli operatori sanitari
    locali di tutto il mondo,
  • 16:21 - 16:23
    inclusi A.B. e Musu.
  • 16:23 - 16:26
    Vedranno video-lezioni
    su come somministrare vaccini
  • 16:26 - 16:29
    e corsi on-line su come individuare
    il prossimo focolaio epidemico,
  • 16:29 - 16:31
    così non saranno bloccati
    sulle lavagne a fogli.
  • 16:31 - 16:35
    Aiuteremo questi paesi
    ad accreditare questi lavoratori,
  • 16:35 - 16:39
    perché non rimangano una forza-lavoro
    non riconosciuta e sottovalutata,
  • 16:39 - 16:42
    ma diventino dei rinomati
    e competenti professionisti,
  • 16:42 - 16:44
    proprio come infermieri e dottori.
  • 16:45 - 16:49
    Creeremo una rete
    di aziende e imprenditori
  • 16:49 - 16:51
    che hanno creato
    tecnologie innovative salvavita
  • 16:51 - 16:53
    e li metteremo in contatto
    con operatori come Musu,
  • 16:53 - 16:56
    così che possano
    aiutare meglio le loro comunità.
  • 16:57 - 17:00
    Lavoreremo senza tregua
    per convincere i governi
  • 17:00 - 17:04
    dell'importanza del ruolo degli operatori
    nella pianificazione sanitaria.
  • 17:06 - 17:10
    Vogliamo testare l'accademia
    e fare un progetto pilota in Liberia
  • 17:10 - 17:11
    e in altri paesi partner,
  • 17:11 - 17:13
    e poi vogliamo estenderlo ovunque,
  • 17:13 - 17:15
    incluse le zone rurali del Nord America.
  • 17:16 - 17:18
    Con la forza di questo progetto,
  • 17:18 - 17:20
    crediamo che i paesi
    possano rendersi conto
  • 17:20 - 17:24
    che un cambiamento
    del sistema sanitario è possibile.
  • 17:24 - 17:29
    Il mio sogno è che questa accademia
    possa contribuire alla formazione
  • 17:29 - 17:31
    di centinaia di migliaia
    di membri di comunità
  • 17:31 - 17:34
    per aiutarli a portare
    cure sanitarie ai loro vicini,
  • 17:34 - 17:35
    quelle centinaia di milioni
  • 17:35 - 17:38
    che vivono nelle località
    più remote del mondo,
  • 17:39 - 17:41
    dai popoli delle foreste
    nell'Africa occidentale,
  • 17:41 - 17:43
    ai villaggi di pescatori in Alaska;
  • 17:43 - 17:47
    dalle cime degli Appalachi
    alle montagne in Afghanistan.
  • 17:47 - 17:50
    Se questa visione incontra la vostra,
  • 17:50 - 17:53
    andate su
    communityhealthacademy.org
  • 17:54 - 17:55
    e unitevi a questa rivoluzione.
  • 17:57 - 18:01
    Fateci sapere se voi o la vostra azienda
    o qualcuno che conoscete può aiutarci
  • 18:01 - 18:04
    mentre proviamo a costruire
    questa accademia l'anno prossimo.
  • 18:06 - 18:08
    Mentre guardo questa sala,
  • 18:08 - 18:11
    capisco che non facciamo
    i nostri viaggi da soli;
  • 18:11 - 18:13
    sono determinati dagli altri.
  • 18:13 - 18:16
    Ci sono così tante persone qui
    che hanno aderito a questa causa.
  • 18:16 - 18:20
    È un grande onore essere parte
    di questa comunità,
  • 18:20 - 18:22
    una comunità che vuole
    aderire a un'iniziativa
  • 18:22 - 18:24
    audace come questa,
  • 18:24 - 18:26
    quindi voglio concludere
  • 18:26 - 18:27
    con una riflessione.
  • 18:28 - 18:31
    Penso sempre di più
    a quello che mio padre mi ha insegnato.
  • 18:32 - 18:34
    In questi giorni,
    sono anche diventato papà.
  • 18:34 - 18:36
    Ho due figli,
  • 18:36 - 18:40
    e io e mia moglie abbiamo appena saputo
    che aspettiamo il nostro terzo figlio.
  • 18:40 - 18:41
    (Applausi)
  • 18:41 - 18:42
    Grazie.
  • 18:42 - 18:44
    (Applausi)
  • 18:44 - 18:47
    Recentemente avevo in cura
    una donna in Liberia
  • 18:47 - 18:50
    che, come mia moglie,
    era alla sua terza gravidanza.
  • 18:50 - 18:52
    Ma diversamente da mia moglie,
  • 18:53 - 18:56
    non aveva avuto cure prenatali
    per i suoi primi due bambini.
  • 18:58 - 19:00
    Viveva nella foresta
    in una comunità isolata
  • 19:00 - 19:02
    che era andata avanti per 100 anni
  • 19:02 - 19:04
    senza assistenza sanitaria,
  • 19:05 - 19:06
    fino a quando ...
  • 19:06 - 19:10
    fino a quando lo scorso anno
    un'infermiera ha preparato i suoi vicini
  • 19:10 - 19:11
    per diventare operatori sanitari.
  • 19:11 - 19:13
    Quindi ero lì,
  • 19:13 - 19:17
    stavo visitando questa paziente
    al secondo trimestre
  • 19:17 - 19:20
    con gli ultrasuoni per verificare
    lo stato di salute del figlio,
  • 19:20 - 19:24
    e lei ha iniziato a raccontarci storie
    sui primi due figli.
  • 19:24 - 19:27
    La sonda era proprio sopra
    il suo ombelico
  • 19:27 - 19:29
    e lei si è bloccata a metà della frase.
  • 19:31 - 19:33
    Si è girata e mi ha chiesto:
  • 19:33 - 19:35
    "Doc, cos'è quel suono?"
  • 19:37 - 19:41
    Per la prima volta sentiva
    il battito del cuore di suo figlio.
  • 19:42 - 19:47
    Le si sono illuminati gli occhi,
    come gli occhi di mia moglie e i miei
  • 19:47 - 19:50
    quando abbiamo sentito
    il battito del nostro bambino.
  • 19:52 - 19:54
    Lungo tutta la storia umana,
  • 19:54 - 19:58
    la malattia è stata universale,
    e l'accesso alle cure no.
  • 19:58 - 20:00
    Ma un uomo saggio
    una volta mi ha detto:
  • 20:02 - 20:04
    nessuna condizione è permanente.
  • 20:05 - 20:07
    È il momento.
  • 20:07 - 20:09
    È il momento di fare
    tutto ciò che è necessario
  • 20:09 - 20:11
    per cambiare insieme questa situazione.
  • 20:12 - 20:13
    Grazie.
  • 20:13 - 20:17
    (Applausi)
Title:
Nessuno dovrebbe morire perché vive troppo lontano da un medico
Speaker:
Raj Panjabi
Description:

La malattia è universale - l'accesso alle cure no. Il medico Raj Panjabi ha l'audace visione di rendere la sanità accessibile a tutti, in ogni parte del pianeta. Con il premio TED 2017, Panjabi sta costruendo la Community Health Academy, un portale globale che si propone di modernizzare la formazione di operatori sanitari locali in grado di usare le competenze salvavita, creando nello stesso tempo posti di lavoro.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
20:18

Italian subtitles

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