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Cosa ce ne facciamo di tutti questi big data?

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    La tecnologia ci ha dato davvero tanto:
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    l'atterraggio sulla luna, Internet,
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    l'abilità di sequenziare
    il genoma umano.
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    Ma allo stesso tempo fa leva
    sulle nostre paure più profonde.
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    Una trentina di anni fa,
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    il critico culturale
    Neil Postman scrisse un libro
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    intitolato "Divertirsi da Morire"
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    che mostra molto bene
    questa condizione.
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    Postman affermava, confrontando
    le visioni distopiche
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    di George Orwell e Aldous Huxley.
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    Affermava che Orwell
    temeva che saremmo diventati
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    una cultura schiavizzata.
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    Huxley temeva che saremmo diventati
    una cultura banale.
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    Orwell temeva che la verità
    ci sarebbe stata nascosta,
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    e Huxley temeva che saremmo annegati
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    nel mare della noncuranza.
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    In poche parole,
    non ci resta che scegliere
  • 0:50 - 0:52
    tra essere osservati dal Grande Fratello
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    oppure guardare il Grande Fratello.
  • 0:55 - 0:57
    (Risate)
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    Ma non deve essere per forza così.
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    Non siamo consumatori passivi
    di dati e tecnologia.
  • 1:02 - 1:04
    Scegliamo noi il ruolo
    che hanno nella nostra vita,
  • 1:04 - 1:06
    e il modo in cui assumono un significato,
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    ma per fare ciò
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    dobbiamo prestare la stessa attenzione
    sia al modo in cui pensiamo
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    sia al modo in cui codifichiamo.
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    Dobbiamo porci delle domande,
    domande difficili,
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    per andare oltre
    al computo delle cose,
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    e iniziare a comprenderle.
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    Siamo costantemente bombardati da notizie
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    sulla quantità di dati
    che esistono nel mondo,
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    ma quando si parla di big data
  • 1:28 - 1:30
    e della sfida
    di riuscire ad interpretarli,
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    la dimensione non è tutto.
  • 1:32 - 1:35
    È importante anche conoscere
    la velocità a cui si muovono
  • 1:35 - 1:37
    e le diverse tipologie di dati esistenti,
  • 1:37 - 1:40
    e questi sono solo alcuni degli esempi:
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    immagini,
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    testi,
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    video,
  • 1:48 - 1:50
    audio.
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    Ciò che unisce
    questa moltitudine di dati eterogenei
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    è il fatto
    che siano stati tutti creati dall'uomo
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    e che necessitano un contesto.
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    C'è un gruppo di data scientist
  • 2:00 - 2:03
    dell'Università dell'Illinois a Chicago,
  • 2:03 - 2:05
    chiamato
    Health Media Collaboratory,
  • 2:05 - 2:08
    che ha collaborato con il Centro
    per la Prevenzione delle Malattie
  • 2:08 - 2:09
    per comprendere meglio
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    come le persone
    parlano di smettere di fumare,
  • 2:12 - 2:15
    come parlano delle sigarette elettroniche,
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    e di ciò che possono fare collettivamente
  • 2:17 - 2:18
    per aiutarli a smettere di fumare.
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    La cosa interessante è
    che se si vuole comprendere
  • 2:21 - 2:23
    come le persone parlano del fumo,
  • 2:23 - 2:25
    bisogna prima comprendere
  • 2:25 - 2:27
    cosa intendono quando
    parlano del concetto di "fumare".
  • 2:27 - 2:31
    Su Twitter ci sono
    quattro categorie principali:
  • 2:31 - 2:34
    numero uno, fumare sigarette;
  • 2:34 - 2:37
    numero due, fumare marijuana;
  • 2:37 - 2:40
    numero tre, costolette fumanti;
  • 2:40 - 2:43
    e numero quattro, donne calde fumanti.
  • 2:43 - 2:46
    (Risate)
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    Quindi bisogna riflettere bene
  • 2:48 - 2:51
    su come le persone
    parlano delle sigarette elettroniche.
  • 2:51 - 2:53
    Ci sono tantissimi modi diversi
  • 2:53 - 2:56
    che le persone usano,
    e come potete vedere nella diapositiva
  • 2:56 - 2:58
    è una query alquanto complessa.
  • 2:58 - 3:01
    Tutto questo ci fa ricordare
  • 3:01 - 3:04
    che il linguaggio è creato dalle persone,
  • 3:04 - 3:06
    e le persone sono disordinate
    e complesse,
  • 3:06 - 3:09
    usano metafore, slang e dialetti
  • 3:09 - 3:12
    e lo fanno ventiquattro ore
    su ventiquattro, in tante lingue,
  • 3:12 - 3:15
    e non appena se ne accorgono,
    cambiano atteggiamento.
  • 3:15 - 3:20
    Così fanno le pubblicità del Centro
    per la Prevenzione delle Malattie,
  • 3:20 - 3:23
    quelle campagne televisive
    in cui si vede una donna
  • 3:23 - 3:25
    con un buco in gola, molto esplicite
  • 3:25 - 3:27
    e molto scioccanti,
  • 3:27 - 3:29
    Influiscono davvero
  • 3:29 - 3:31
    sul fatto che la gente smetta di fumare?
  • 3:31 - 3:35
    L'Health Media Collaboratory,
    pur rispettando il limite dei suoi dati,
  • 3:35 - 3:37
    ha comunque potuto concludere
  • 3:37 - 3:40
    che quelle campagne,
    probabilmente le avrete viste,
  • 3:40 - 3:42
    hanno l'effetto
    di far precipitare la gente
  • 3:42 - 3:44
    in un processo durissimo
  • 3:44 - 3:48
    che potrebbe avere un impatto
    nel loro futuro comportamento.
  • 3:48 - 3:52
    Ciò che più ho ammirato
    e apprezzato di questo progetto
  • 3:52 - 3:53
    oltre al fatto e incluso il fatto
  • 3:53 - 3:57
    che si basa sui bisogni reali dell'uomo,
  • 3:57 - 4:00
    è il fatto che rappresenti
    un fantastico esempio di coraggio
  • 4:00 - 4:05
    alla faccia di un mare di irrilevanza.
  • 4:05 - 4:08
    Quindi non sono solo i big data a causare
  • 4:08 - 4:11
    sfide di interpretazione,
    perché, diciamoci la verità,
  • 4:11 - 4:13
    noi esseri umani abbiamo
    alle nostre spalle una lunga storia
  • 4:13 - 4:16
    di dati di qualsiasi dimensione,
    non importa se piccoli,
  • 4:16 - 4:17
    presi e messi in disordine.
  • 4:17 - 4:21
    Forse vi ricorderete che, tanti anni fa,
  • 4:21 - 4:24
    l'ex Presidente Ronald Reagan
  • 4:24 - 4:25
    fu molto criticato per aver affermato
  • 4:25 - 4:28
    che i fatti sono argomenti stupidi.
  • 4:28 - 4:31
    Siamo sinceri,
    sarà stato certamente un lapsus.
  • 4:31 - 4:34
    In realtà intendeva
    citare la difesa di John Adams
  • 4:34 - 4:36
    dei soldati britannici
    al processo per il massacro di Boston
  • 4:36 - 4:40
    il quale affermava che
    i fatti erano argomenti testardi.
  • 4:40 - 4:42
    Personalmente ritengo che ci fosse
  • 4:42 - 4:46
    un fondo di saggezza accidentale
    in ciò che affermò,
  • 4:46 - 4:48
    perché i fatti sono argomenti testardi,
  • 4:48 - 4:51
    ma a volte sono anche argomenti stupidi.
  • 4:51 - 4:53
    Voglio raccontarvi una storia personale
  • 4:53 - 4:57
    per farvi capire perché
    tutto questo significa molto per me.
  • 4:57 - 4:59
    Ho bisogno di respirare a fondo.
  • 4:59 - 5:02
    All'età di due anni, a mio figlio Isaac
  • 5:02 - 5:04
    fu diagnosticata una forma di autismo.
  • 5:04 - 5:07
    Era un ragazzino così felice,
  • 5:07 - 5:09
    sorridente, amorevole e affettuoso,
  • 5:09 - 5:12
    ma i parametri
    di valutazione del suo sviluppo
  • 5:12 - 5:14
    che valutano valori come
    il numero di parole,
  • 5:14 - 5:17
    che in quel momento era pari a zero,
  • 5:17 - 5:21
    gesti comunicativi
    e contatto visivo minimo,
  • 5:21 - 5:23
    lo posizionavano al livello di sviluppo
  • 5:23 - 5:27
    di un neonato di nove mesi.
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    La diagnosi, sulla carta, era corretta,
  • 5:30 - 5:33
    ma non raccontava tutta la verità.
  • 5:33 - 5:35
    Un anno e mezzo più tardi,
  • 5:35 - 5:37
    quando aveva quasi quattro anni,
  • 5:37 - 5:39
    un giorno lo trovai davanti al computer
  • 5:39 - 5:45
    che cercava su Google immagini di donne,
  • 5:45 - 5:48
    scritto "d-o-n-e".
  • 5:48 - 5:51
    E feci quello che ogni
    genitore ossessionato avrebbe fatto,
  • 5:51 - 5:53
    Cioè premere
    subito il pulsante "indietro"
  • 5:53 - 5:56
    per vedere cos'altro avesse cercato.
  • 5:56 - 5:58
    E in quest'ordine c'erano: uomini,
  • 5:58 - 6:06
    scuola, autobus e computer.
  • 6:06 - 6:08
    E rimasi stupita,
  • 6:08 - 6:10
    perché non sapevamo
    che sapesse scrivere,
  • 6:10 - 6:12
    e tantomeno leggere, così gli chiesi:
  • 6:12 - 6:14
    "Isaac, come sei riuscito a fare questo?"
  • 6:14 - 6:16
    E lui, guardandomi molto serio, mi disse:
  • 6:16 - 6:20
    "Scrivendo nella scatola".
  • 6:20 - 6:23
    Stava cercando di imparare
    da solo a comunicare,
  • 6:23 - 6:26
    ma noi stavamo
    cercando nel posto sbagliato.
  • 6:26 - 6:29
    Questo è ciò che accade
    quando le valutazioni
  • 6:29 - 6:31
    e le analisi sopravvalutano
    il sistema di misura,
  • 6:31 - 6:34
    in questo caso, la comunicazione verbale,
  • 6:34 - 6:36
    e sottovalutano altri parametri
  • 6:36 - 6:39
    come la capacità 
    di risoluzione dei problemi.
  • 6:39 - 6:42
    Per Isaac era difficile comunicare,
  • 6:42 - 6:44
    allora ha cercato un modo
  • 6:44 - 6:47
    di scoprire ciò
    che aveva bisogno di sapere.
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    Se ci pensate, tutto questo ha senso,
  • 6:48 - 6:51
    perché formulare una domanda
  • 6:51 - 6:53
    è un processo davvero complesso,
  • 6:53 - 6:56
    ma lui è riuscito
    ad arrivare a quello che voleva
  • 6:56 - 7:00
    inserendo una parola
    nella finestra di ricerca.
  • 7:00 - 7:03
    Questo piccolo momento
  • 7:03 - 7:05
    ha avuto un impatto
    molto profondo su di me
  • 7:05 - 7:07
    e sulla nostra famiglia
  • 7:07 - 7:10
    perché ci ha aiutato
    a cambiare i parametri di riferimento,
  • 7:10 - 7:12
    per capire meglio
    cosa passava per la sua testa,
  • 7:12 - 7:15
    e a preoccuparci un po' meno,
    apprezzando di più,
  • 7:15 - 7:17
    la sua ingegnosità.
  • 7:17 - 7:20
    I fatti sono argomenti stupidi.
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    E c'è il rischio che vengano usati
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    in modo scorretto.
  • 7:24 - 7:27
    Ho un'amica ricercatrice,
    Emily Willingham,
  • 7:27 - 7:30
    che non molto tempo fa
    ha scritto un articolo per Forbes
  • 7:30 - 7:32
    intitolato "Le 10 cose più strane
  • 7:32 - 7:34
    associate all'autismo".
  • 7:34 - 7:37
    È una lista piuttosto lunga.
  • 7:37 - 7:40
    Internet è il colpevole di tutto, vero?
  • 7:40 - 7:44
    E ovviamente le madri.
  • 7:44 - 7:46
    Tra l'altro, non è tutto,
  • 7:46 - 7:49
    ce ne sono diverse
    nella categoria "madre".
  • 7:49 - 7:54
    Come potete vedere, è una lista
    piuttosto ricca e interessante.
  • 7:54 - 7:56
    Personalmente, la mia preferita
  • 7:56 - 8:00
    è rimanere incinta
    vicino alle autostrade".
  • 8:00 - 8:01
    Anche l'ultima è interessante,
  • 8:01 - 8:04
    perché, di fatto,
    il termine "madre frigorifero"
  • 8:04 - 8:08
    fu usata come ipotesi originale
    per spiegare la causa dell'autismo,
  • 8:08 - 8:11
    indicando una persona
    fredda e incapace di amare.
  • 8:11 - 8:13
    A questo punto starete pensando:
  • 8:13 - 8:14
    "D'accordo, Susan, abbiamo capito,
  • 8:14 - 8:17
    puoi prendere i dati
    e dar loro un significato".
  • 8:17 - 8:26
    Ed è vero, è del tutto vero, ma la sfida
  • 8:26 - 8:29
    è che abbiamo questa opportunità
  • 8:29 - 8:31
    di provare a ricavarne
    un significato noi stessi,
  • 8:31 - 8:37
    perché, onestamente, i dati non creano
    significati. Siamo noi a farlo.
  • 8:37 - 8:40
    Quindi,
    come persone d'affari, consumatori,
  • 8:40 - 8:42
    pazienti e cittadini,
  • 8:42 - 8:45
    ritengo che abbiamo la responsabilità
  • 8:45 - 8:47
    di passare più tempo
  • 8:47 - 8:50
    a concentrarci sulle nostre capacità
    di pensiero critico.
  • 8:50 - 8:51
    Perché?
  • 8:51 - 8:56
    Perché in questo momento storico,
    come abbiamo sentito più volte,
  • 8:56 - 9:00
    siamo in grado di analizzare
    Exabyte di dati alla velocità della luce,
  • 9:00 - 9:03
    e corriamo il rischio
    di prendere decisioni sbagliate
  • 9:03 - 9:05
    molto più velocemente, efficientemente,
  • 9:05 - 9:10
    e con un impatto molto più forte
    che in passato.
  • 9:10 - 9:12
    Splendido, vero?
  • 9:12 - 9:15
    Ciò che dobbiamo fare, quindi,
  • 9:15 - 9:20
    è dedicare un po' più di tempo
    a cose come gli studi umanistici,
  • 9:20 - 9:23
    la sociologia e le scienze sociali,
    la retorica, la filosofia, l'etica,
  • 9:25 - 9:26
    perché ci danno un contesto,
  • 9:26 - 9:28
    che, abbiamo visto,
    è molto importante
  • 9:28 - 9:31
    per comprendere i big data e perché
  • 9:31 - 9:33
    ci aiutano ad usare meglio
    il nostro pensiero critico.
  • 9:33 - 9:38
    Perché, dopo tutto,
    se siamo in grado di individuare
  • 9:38 - 9:40
    un problema in un ragionamento,
    non ci importa tanto
  • 9:40 - 9:43
    se viene espresso con parole o numeri.
  • 9:43 - 9:46
    Questo vuol dire
  • 9:46 - 9:52
    che dobbiamo imparare ad individuare
    questi pregiudizi
  • 9:50 - 9:52
    e false correlazioni,
  • 9:52 - 9:54
    e dobbiamo essere in grado
    di individuare da lontano
  • 9:54 - 9:56
    un semplice appello emotivo,
  • 9:56 - 9:58
    perché qualcosa
    che succede dopo qualcos'altro,
  • 9:58 - 10:00
    non vuol dire per forza
    che ne sia una conseguenza.
  • 10:00 - 10:02
    Se mi permettete di fare
  • 10:02 - 10:04
    la secchiona per un momento,
  • 10:04 - 10:08
    i romani lo chiamavano
    "post hoc ergo propter hoc",
  • 10:08 - 10:11
    "dopo di ciò, quindi a causa di ciò".
  • 10:11 - 10:15
    Questo implica mettere in discussione
    discipline come la demografia.
  • 10:15 - 10:17
    Perché? Perché si basano su deduzioni
  • 10:17 - 10:20
    su chi siamo, sul nostro sesso,
  • 10:20 - 10:21
    sulla nostra età e su dove viviamo
  • 10:21 - 10:24
    in opposizione ai dati
    su chi siamo e a cosa pensiamo veramente.
  • 10:24 - 10:26
    Avendo questi dati,
  • 10:26 - 10:29
    dobbiamo trattarli
    con controlli della privacy appropriati
  • 10:29 - 10:33
    e con l'autorizzazione dei consumatori,
  • 10:33 - 10:36
    e dobbiamo, inoltre, essere chiari
  • 10:36 - 10:38
    riguardo le nostre ipotesi,
  • 10:38 - 10:41
    le metodologie che utilizziamo,
  • 10:41 - 10:43
    e la nostra fiducia sul risultato.
  • 10:43 - 10:46
    Come diceva
    la mia professoressa di algebra,
  • 10:46 - 10:47
    dovete scrivere i passaggi,
  • 10:47 - 10:50
    perché se non so
    quali passaggi avete seguito,
  • 10:51 - 10:53
    non posso sapere
    quelli che non avete seguito,
  • 10:53 - 10:55
    e se non so che domande vi siete fatti,
  • 10:55 - 10:58
    non posso sapere
    che domande non vi siete fatti.
  • 10:58 - 11:02
    Questo vuol dire che dobbiamo
    porci la domanda più difficile di tutte:
  • 11:02 - 11:05
    i big data ci mostrano
    davvero tutto questo
  • 11:05 - 11:11
    o è il risultato che ci fa sentire
    più soddisfatti e a nostro agio?
  • 11:11 - 11:14
    Così l'Health Media Collaboratory,
  • 11:14 - 11:19
    alla fine del progetto ha potuto
    concludere che l'87 per cento dei tweet
  • 11:19 - 11:25
    riguardanti quelle campagne
    esplicite e scioccanti
  • 11:21 - 11:25
    contro il fumo suscitavano paura,
  • 11:25 - 11:27
    ma hanno potuto concludere
  • 11:27 - 11:30
    che facessero realmente
    smettere di fumare?
  • 11:30 - 11:33
    No. È scienza, non magia.
  • 11:33 - 11:36
    Quindi, se dovessimo liberare
  • 11:36 - 11:39
    il potere dei dati,
  • 11:39 - 11:42
    non dovremo credere ciecamente
  • 11:42 - 11:45
    alla visione di Orwell
    di un futuro totalitario,
  • 11:45 - 11:49
    o a quella di Huxley
    di un futuro banale,
  • 11:49 - 11:52
    o qualche terribile cocktail di entrambi.
  • 11:52 - 11:54
    Ciò che dobbiamo fare
  • 11:54 - 11:57
    è trattare il pensiero critico
    con rispetto
  • 11:57 - 11:59
    e ispirarci ad esempi
  • 11:59 - 12:01
    come quello
    dell'Health Media Collaboratory,
  • 12:01 - 12:04
    e come dicono i supereroi nei film,
  • 12:04 - 12:06
    usiamo i nostri poteri per fare del bene.
  • 12:06 - 12:08
    Grazie.
  • 12:08 - 12:10
    (Applausi)
Title:
Cosa ce ne facciamo di tutti questi big data?
Speaker:
Susan Etlinger
Description:

L’esistenza di un insieme di dati ti fa sentire meglio? Ti fa sentire più soddisfatto? Se è così, forse non li hai interpretati nel modo corretto. In una conferenza incredibilmente toccante, Susan Etlinger ci spiega perché, a causa del numero crescente di dati che riceviamo, è necessario approfondire le nostre capacità di analisi critica. La risposta è che non dobbiamo fermarci al semplice computo delle cose, ma dobbiamo incominciare a comprenderne anche il significato.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
12:23

Italian subtitles

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