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Musica e matematica: il genio di Beethoven - Natalya St. Clair

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    Potrebbe sembrare un paradosso
    o una battuta crudele,
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    comunque sia, è vero.
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    Beethoven, compositore
    di alcuni dei pezzi musicali
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    più acclamati nella storia,
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    per gran parte della sua carriera
    è stato sordo.
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    Come ha fatto quindi a creare
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    composizioni così complesse
    e emozionanti?
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    La risposta risiede nei disegni
    nascosti sotto i magnifici suoni.
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    Consideriamo la famosa sonata
    "Al chiaro di luna",
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    che inizia con un flusso lento e regolare
    di note raggruppate in terzine:
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    e uno e due e tre.
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    Ma sebbene all'apparenza
    sembrino semplici,
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    ogni terzina contiene
    un'elegante struttura melodica,
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    che rivela un'affascinante relazione
    tra musica e matematica.
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    Beethoven diceva,
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    "Ho sempre un disegno in mente
    quando compongo e seguo le sue linee."
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    Immaginiamo perciò una normale ottava
    di piano su tredici tasti,
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    ognuno separato da un semitono.
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    Una normale scala maggiore o minore
    usa otto di questi tasti,
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    con cinque intervalli
    di tono e due di semitono.
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    E la prima metà
    della battuta numero 50, per esempio,
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    consiste in tre note in RE maggiore,
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    separate da intervalli detti terze,
    che vanno alla prossima nota nella scala.
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    Sistemando la prima,
    la terza e la quinta nota:
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    il RE, il FA diesis e il LA,
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    otteniamo una struttura armonica
    detta triade.
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    Ma questi non sono
    solo magici numeri arbitrari,
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    rappresentano anzi la relazione matematica
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    tra le frequenze di tono
    delle diverse note
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    che formano una serie geometrica.
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    Se iniziamo con il LA3
    ad una frequenza di 220 hertz,
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    le serie possono essere espresse
    con questa equazione,
  • 2:05 - 2:08
    dove "n" corrisponde
    alle note successive sulla tastiera.
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    La terzina di RE maggiore
    della sonata "Al chiaro di luna"
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    usa i valori "n": cinque, nove e dodici.
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    E inserendoli nella funzione,
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    si può disegnare l'onda sinusoidale
    di ciascuna nota,
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    permettendoci di vedere i disegni
    che Beethoven non poteva sentire.
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    Dopo che le tre onde vengono disegnate,
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    queste si intersecano al secondo 0,0
    e di nuovo a quello 0,0042.
  • 2:33 - 2:36
    In questo arco il RE fa due cicli interi,
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    Il FA diesis due e mezzo
    e il LA tre.
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    Questo disegno è noto come consonanza,
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    che suona naturalmente piacevole
    alle nostre orecchie.
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    Ma forse ugualmente affascinante
    è la dissonanza a cui Beethoven ricorre.
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    Consideriamo le battute dalla 52 alla 54,
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    le cui terzine contengono le note SI e DO.
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    Come mostra la curva sinusoidale,
    le onde non sono in sintonia,
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    raramente si incontrano, se non mai.
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    Ed è col contrasto tra dissonanza
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    e consonanza della triade di RE maggiore
    delle battute precedenti
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    che Beethoven aggiunge
    infiniti elementi emozionanti e creativi
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    alla certezza della matematica,
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    creando ciò che Hector Berlioz
    descriveva come
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    "una di quelle poesie che il linguaggio
    umano non sa come qualificare."
  • 3:23 - 3:28
    Anche se possiamo studiare
    i disegni matematici dei brani musicali,
  • 3:28 - 3:32
    non si è ancora capito perché
    determinate sequenze di questi disegni
  • 3:32 - 3:35
    colpiscono il cuore di chi le ascolta.
  • 3:35 - 3:37
    E il vero genio di Beethoven risiede
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    non solo nella capacità di vedere
    i disegni senza sentire la musica,
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    ma nel sentire il loro effetto.
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    Come ha scritto James Sylvester,
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    "Non è possibile descrivere la musica
    come la matematica dei sensi,
  • 3:48 - 3:51
    e la matematica
    come la musica della ragione?"
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    Il musicista sente la matematica.
    Il matematico pensa la musica.
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    La musica, un sogno.
    La matematica, la vita che funziona.
Title:
Musica e matematica: il genio di Beethoven - Natalya St. Clair
Description:

Vedi la lezione intera: http://ed.ted.com/lessons/music-and-math-the-genius-of-beethoven-natalya-st-clair

Come è possibile che Beethoven, considerato uno dei compositori più importanti di tutti i tempi, abbia scritto la maggior delle sue più amate composizioni mentre era sordo? La risposta risiede nella matematica celata sotto la sua musica. Natalya St. Clair utilizza la sonata " Al chiaro di luna" per illustrare il modo in cui Beethoven era capace di trasmettere emozioni e creatività facendo usa della certezza della matematica.

Lezione: Natalya St. Clair; animazione: Qa'ed Mai.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
04:20

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