La scienza dietro il mito: l'Odissea di Omero - Matt Kaplan

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L'Odissea di Omero racconta le avventure vissute dall'eroe greco Ulisse durante il suo viaggio di ritorno dalla guerra di Troia. Nonostante alcuni passaggi siano basati su vicende reali, gli incontri con i mostri, i giganti e i maghi sono ritenuti del tutto fantasiosi. Ma è possibile che ci sia dell'altro dietro questi miti? Matt Kaplan ci spiega perché l'Odissea potrebbe essere più "reale" di quanto crediamo.

Lezione di Matt Kaplan, animazione di Mike Schell.

L'Odissea di Omero,

una delle opere più antiche
della letteratura occidentale,

narra le avventure vissute
dall'eroe greco Ulisse

durante i 10 anni
che impiegò per tornare a casa

dopo la guerra di Troia.

Nonostante alcune parti
siano ispirate a vicende reali,

gli incontri con i mostri,
i giganti e i maghi

sono ritenuti del tutto fantasiosi.

E se ci fosse di più dietro questi miti?

Prendiamo un episodio famoso
del poema.

Nel bel mezzo del loro lungo viaggio,

Ulisse e i suoi compagni
si ritrovano a Eea, un'isola misteriosa.

Stanchi e affamati, alcuni di loro
si imbattono in un palazzo

dove vengono accolti
da una donna bellissima

che li invita a un sontuoso banchetto.

Ovviamente, tutto si rivela
troppo bello per essere vero.

La donna, infatti,
è la perfida maga Circe

che con la sua bacchetta
trasforma tutti i soldati in animali

non appena questi si saziano a dovere.

Per fortuna uno di loro riesce a scappare

e racconta a Ulisse della disavventura
capitata ai suoi compagni.

Nel precipitarsi a salvare i suoi uomini,

Ulisse incontra Ermes,
il messaggero degli dei,

che prima gli consiglia
di mangiare un'erba magica.

Ulisse segue il consiglio

e quando finalmente incontra Circe
le sue magie non hanno alcun effetto.

Riesce così a sconfiggerla
e a salvare il suo equipaggio.

Questa storia di stregoneria
e di trasformazioni in animali

è stata ritenuta per secoli
frutto di pura fantasia.

Negli ultimi anni, però,
le numerose erbe e i rimedi medici

che vengono citati nel passaggio

hanno suscitato
l'interesse degli scienziati

portando alcuni a credere

che questi miti potessero essere
racconti fantasiosi di esperienze reali.

Nella prima versione
del poema di Omero,

Circe aggiunge al cibo
delle sostanze dannose

in grado di far dimenticare del tutto
ai soldati la loro terra nativa.

Si dà il caso che una delle piante
che crescono nell'area del Mediterraneo,

conosciuta con il nome innocente
di Stramonio,

causi per l'appunto amnesia.

Questa pianta peraltro contiene
numerosi composti che distruggono

le molecole di acetilcolina,
neurotrasmettitori vitali.

La distruzione di questi elementi
può causare forti allucinazioni,

comportamenti anomali

e una difficoltà generale nel distinguere
la fantasia dalla realtà:

esattamente ciò
che potrebbe portare qualcuno

a credere di essere stato trasformato
in un animale.

Questo indicherebbe anche
che Circe non fosse una maga

ma un'esperta nella farmacopea
capace di sfruttare efficacemente

le proprietà delle piante locali.

Questo dello stramonio, però,
è solo uno dei tanti esempi.

A differenza di tanti elementi
dell'Odissea,

il passaggio che parla dell'erba
data da Ermes a Ulisse è molto specifico.

Questa viene chiamata moly dagli dei

e secondo la descrizione
la si trova in valli di foreste,

è nera alla base
e ha un fiore bianco latte.

Proprio come il resto
dell'episodio su Circe,

l'erba moly è stata ritenuta per secoli
una pianta immaginaria.

Nel 1951, però, il farmacologo russo
Mikhail Mashkovsky

scoprì che gli abitanti
dei paesini situati tra gli Urali

usavano proprio una pianta
dal fiore bianco e dalla radice nera

per prevenire la paralisi
nei bambini affetti da polio.

Questa pianta, chiamata bucaneve,

risultò contenere un composto
conosciuto come galantamina

in grado di prevenire la distruzione
del neurotrasmettitore acetilcolina

e quindi efficace nel curare
non solo la polio

ma anche altre malattie,
come l'Alzheimer.

Fu al 12° congresso mondiale
sulla neurologia

che i dottori Andreas Plaitakis
e Roger Duvoisin

ipotizzarono per primi che la pianta
data da Ermes a Ulisse

fosse in realtà proprio il bucaneve.

Nonostante siano poche le prove
che dimostrano che ai tempi di Omero

si conoscessero già
le sue proprietà anti-allucinogene,

un passaggio di Teofrasto,
scrittore greco del 4° secolo,

afferma che la pianta moly
fosse usata come antidoto per veleni.

Tutto questo vuol forse dire

che Ulisse, Circe e gli altri personaggi
dell'Odissea fossero veri?

Non necessariamente.

Ma di certo indica
che nei racconti antichi

ci potrebbe essere molta più realtà

di quella che credevamo.

E mano mano che scopriamo
il mondo intorno a noi,

potremmo svelare
parte della conoscenza

nascosta nei miti e nelle leggende
di epoche passate.