Cosa accade davvero alla plastica che gettiamo via? - Emma Bryce

A tutti noi è stato detto che dovremmo riciclare le bottiglie e i recipienti di plastica. Ma cosa succede realmente alla plastica, una volta che la gettiamo via? Emma Bryce ripercorre la vita di tre diverse bottiglie di plastica, facendo luce sui pericoli che questi oggetti usa e getta comportano per il nostro pianeta.

Questa è la storia
di tre bottiglie di plastica.

ormai vuote e gettate via.

Le loro strade stanno per separarsi

con effetti in grado di influenzare
addirittura il destino del nostro pianeta.

Ma non sono sempre state così.

Prima di esaminarne la fine,
vediamo l' origine di queste bottiglie.

Le eroine della nostra storia sono nate
in questa raffineria di petrolio

La plastica di cui sono composte

è stata creata legando chimicamente molecole di petrolio e di gas

per farne dei monomeri.

A loro volta, i monomeri sono stati uniti
in catene di polimeri per farne plastica,

sotto forma di milioni di palline,

poi fuse e modellate in stampi,
all'interno di impianti industriali.

Così è nato il materiale elastico
che costituisce il corpo delle tre bottiglie.

Grazie ad apposite macchine, le bottiglie
vengono riempite con bibite dolci gasate,

poi vengono impacchettate, spedite,
comprate, aperte e consumate

e, senza tante cerimonie, gettate via.

Ed ora riposano qui,

abbandonate nell'ignoto assoluto.

La bottiglia n. 1, come centinaia
di milioni di tonnellate di altra plastica,

finisce in una discarica.

Questo enorme cumulo
cresce ogni giorno:

rifiuti nuovi arrivano
e si aggiudicano via via altro spazio

Mentre la plastica se ne sta lì,
schiacciata fra strati di immondizia,

l'acqua piovana filtra

e assorbe gli elementi idrosolubili
contenuti in tale massa di rifiuti

e alcuni di essi sono altamente tossici.

Insieme creano un composto liquido
dannoso, detto percolato,

che può pervadere le acque sotterranee,
il suolo e i ruscelli

avvelenando l'ecosistema
e danneggiando la natura.

La bottiglia n.1 si decomporrà
in un estenuante periodo di 1000 anni

La bottiglia n.2 fa un viaggio più strambo
ma, purtroppo, non meno infelice.

Galleggiando, avanza lungo un rivolo
che giunge ad un ruscello,

ruscello che si getta in un fiume,

fiume che raggiunge l'oceano.

Dopo aver vagato per mesi in mare,

viene trascinata piano in un gran vortice
dove i rifiuti si accumulano

un posto noto come Grande chiazza d'immondizia del Pacifico.

Qui le correnti hanno intrappolato
milioni di pezzi di detriti di plastica

Questo è solo uno dei cinque vortici
di rifiuti plastici presenti nei nostri mari

Luoghi dove agenti inquinanti riducono
l'acqua in un brodo torbido di plastica.

Alcuni animali, come gli uccelli marini,
restano intrappolati in questa massa

scambiando per cibo
i pezzi di plastica variopinta.

La plastica li fa sentire sazi
quando invece non lo sono;

finiscono con il morire denutriti

e fanno risalire per la catena alimentare
le tossine della plastica.

Ad esempio, la plastica viene mangiata
dal pesce lanterna

e il pesce lanterna dal calamaro

e il calamaro dal tonno

e il tonno da noi.

E la maggior parte della plastica
non è biodegradabile

ovvero è destinata a scomporsi
in pezzi sempre più piccoli

chiamati microplastiche,

che possono circolare nei mari in eterno.

Alla bottiglia n.3 viene risparmiata
la malasorte delle sorelle

Un camion la trasporta in un impianto

dove lei e le sue compagne vengono
schiacciate, appiattite

e compresse in blocchi.

Okay, suona brutto anche questo,
ma aspettate.

Fra poco andrà meglio.

I blocchi vengono smembrati
in minuscoli pezzi,

che vengono lavati e fusi,

per ricreare la materia prima iniziale,
che può essere riutilizzata

Come per magia, la bottiglia n.3
ora è pronta a rinascere

completamente nuova.

Per questo pezzetto di plastica,
dalle origini così umili,

improvvisamente,
non ci sono più limiti.