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Sarah Kay: Se dovessi avere una figlia...

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    Se dovessi avere una figlia,
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    invece di mamma,
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    mi chiamerà Punto B,
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    perché in quel modo saprà che qualsiasi cosa accada
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    almeno potrà sempre trovare il modo di raggiungermi.
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    E dipingerò i sistemi solari sui palmi delle sue mani,
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    così che debba imparare l'intero universo
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    prima di poter dire: "Oh, lo conosco come il palmo della mia mano".
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    E imparerà
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    che questa vita colpisce forte in faccia,
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    aspettando che ti rialzi solo per poterti calciare nello stomaco.
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    Ma restare senza fiato
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    è l'unico modo per ricordare ai tuoi polmoni
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    quanto amino il sapore dell'aria.
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    Qui ci sono ferite
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    che non possono essere curate con cerotti o poesia.
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    Così la prima volta che si renderà conto
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    che non sta arrivando Wonder Woman,
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    farò in modo che sappia
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    che non dovrà indossare il mantello tutto da sola.
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    Perché non importa quanto allunghi le dita,
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    le tue mani saranno sempre troppo piccole
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    per cogliere tutto il dolore che vuoi guarire.
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    Credimi, ci ho provato.
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    "E, piccola", le dirò,
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    non tenere il naso per aria in quel modo.
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    Conosco quel trucco; l'ho fatto un milioni di volte.
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    Stai solo annusando in cerca di fumo
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    così da poterne seguire la scia fino a una casa in fiamme,
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    così da poter trovare il ragazzo che ha perso tutto nel fuoco
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    per capire se puoi salvarlo.
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    Oppure trovare il ragazzo che in primo luogo ha acceso il fuoco,
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    per vedere se puoi cambiarlo."
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    Ma so che lei lo farà comunque,
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    perciò terrò sempre accanto, invece, una razione extra
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    di cioccolato e stivali da pioggia
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    perché non c'è cuore infranto che il cioccolato non possa curare.
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    Ok, ci sono alcune batoste che il cioccolato non può curare.
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    Ma è a questo che servono gli stivali da pioggia.
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    Perché la pioggia laverà via tutto, se glielo permetti.
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    Voglio che lei guardi il mondo
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    attraverso la parte inferiore di una barca col fondo di vetro,
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    che guardi attraverso un microscopio
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    le galassie che esistono
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    sul puntino di una mente umana,
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    perché è così che mia mamma l'ha insegnato a me.
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    Che ci saranno giornate come questa.
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    ♫ Ci saranno giornate come questa, diceva mia mamma. ♫
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    Quando apri le tue mani per afferare
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    e finisci solo con vesciche e contusioni;
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    quando esci dalla cabina telefonica e provi a volare
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    e proprio le persone che vuoi salvare
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    sono quelle in piedi sul tuo mantello;
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    quando i tuoi stivali si riempiranno di pioggia
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    e sarai immersa nella delusione fino alle ginocchia.
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    Quelli sono proprio i giorni in cui hai una ragione in più per dire grazie.
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    Perché non c'è nulla di più bello
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    del modo in cui l'oceano rifiuti di smettere di baciare la riva,
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    non importa quante volte venga respinto.
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    Porterai il vento a vincere, e un po' a perdere.
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    Porterai la stella
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    a brillare ancora e ancora.
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    E non importa quante mine esplodano in un minuto,
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    assicurati che la tua mente atterri
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    sulla bellezza di questo divertente luogo chiamato vita.
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    E si, su una scala da uno ad un eccesso di fiducia,
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    sono maledettamente ingenua.
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    Ma voglio che lei sappia che questo mondo è fatto di zucchero.
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    Può crollare molto facilmente
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    ma non aver paura di tirare fuori la lingua e assaggiarlo.
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    "Piccola", le dirò, "ricorda che tua mamma è un'ansiosa,
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    e che tuo papà è un guerriero,
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    e tu sei la bimba con mani piccole e occhi grandi
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    che non smette mai di chiedere di più".
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    Ricorda che le cose buone vengono in tre
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    così come le cose cattive.
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    E scusati sempre quando hai fatto qualcosa di sbagliato.
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    Ma non ti scusare mai
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    per il modo in cui i tuoi occhi rifiutano di smettere di brillare.
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    La tua voce è piccola, ma non smettere mai di cantare.
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    E quando alla fine ti porgeranno il tuo cuore spezzato,
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    quando lasceranno scivolare guerra e odio sotto la tua porta
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    e ti offriranno volantini agli angoli di strada
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    di cinismo e sconfitta,
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    dì loro che dovrebbero davvero incontrare tua madre.
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    Grazie. Grazie.
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    (Applausi)
  • 3:30 - 3:32
    Grazie.
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    (Applausi)
  • 3:35 - 3:37
    Grazie.
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    (Applausi)
  • 3:39 - 3:41
    Grazie.
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    (Applausi)
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    Va bene, voglio che prendiate un momento
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    e che pensiate a tre cose
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    che sapete essere vere.
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    Su quello che volete...
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    tecnologia, intrattenimento, design,
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    la vostra famiglia, quello che avete mangiato a colazione.
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    L'unica regola è non riflettere troppo.
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    Ok, pronti? Via.
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    Ok.
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    Quindi ecco tre cose che io so essere vere.
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    So che Jean-Luc Godard aveva ragione
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    quando disse che, "una buona storia
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    ha un inizio, uno svolgimento e una fine
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    anche se non necessariamente in questo ordine".
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    So che sono incredibilmente nervosa ed eccitata di essere quassù
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    il che inibisce molto la mia capacità di mantenere la calma.
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    (Risate)
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    E so che ho
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    aspettato tutta la settimana per dire questa battuta.
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    (Risate)
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    Come mai lo spaventapasseri è stato invitato a TED?
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    Perché era strabiliante nel suo campo. [Gioco di parole in inglese]
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    (Risate)
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    Scusate.
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    Ok, quindi queste sono le tre cose che so essere vere.
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    Ma ci sono un sacco di cose che ho difficoltà a capire.
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    Quindi scrivo poesie per capirle.
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    A volte l'unico modo che conosco per risolvere qualcosa
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    è quello di scrivere una poesia.
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    E a volte arrivo alla fine della poesia
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    mi guardo indietro e dico: "Oh, questo è tutto ciò di cui si tratta".
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    E a volte arrivo alla fine della poesia
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    e non ho risolto nulla,
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    ma almeno ne ho tirato fuori una poesia nuova.
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    La poesia orale è l'arte della poesia da esibizione.
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    Dico alla gente cosa significa creare poesia
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    che non si limita solo a restare su carta,
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    che ha qualcosa che chiede di essere ascoltato a voce alta
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    o di avere degli spettatori presenti.
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    Quando ero al primo anno del liceo,
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    ero un'esplosione di ormoni irrequieti.
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    Ero poco sviluppata
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    e iper irritabile.
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    E nonostante la mia paura
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    che la gente mi fissasse troppo a lungo,
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    ero affascinata dall'idea della poesia orale.
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    Sentivo che i miei due amori segreti, poesia e teatro,
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    si erano messi insieme e avevano avuto un bambino,
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    un bambino che dovevo conoscere.
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    Così ho deciso di provarci.
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    La mia prima poesia orale,
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    piena di tutta la saggezza di una 14enne,
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    era sull'ingiustizia
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    di essere vista come poco femminile.
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    La poesia era piena di sdegno
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    e soprattutto esagerata,
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    ma l'unica poesia orale che avevo visto fino ad allora
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    era soprattutto piena di sdegno,
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    così pensai che quello era ciò che ci si aspettava da me.
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    La prima volta che mi esibì
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    il pubblico di ragazzi mi incoraggiò e gridò il proprio sostegno,
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    e quando lasciai il palco stavo tremando.
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    Sentii un colpetto sulla spalla,
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    e mi girai per veder uscire dalla folla
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    questa enorme ragazza in una felpa con cappuccio.
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    Era alta forse due metri
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    e sembrava che potesse stracciarmi con una mano sola,
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    ma invece annuì soltanto
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    e disse: "Ehi, mi ha toccato davvero. Grazie".
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    Ed è stato un colpo di fulmine.
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    Ero cotta.
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    Trovai questo bar nel Lower East Side di Manhattan
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    che ospitava ogni settimana uno spettacolo dal vivo di poesia
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    e i miei genitori, perplessi ma incoraggianti, mi ci portarono
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    per farmi immergere in ogni grammo di poesia orale che potessi ascoltare.
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    Io ero la più giovane di almeno un decennio,
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    ma in qualche modo i poeti al Bowery Poetry Club
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    non sembravano infastiditi dall'errante ragazzina di 14 anni,
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    anzi mi accolsero tra loro.
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    E fu lì, ascoltando questi poeti condividere le proprie storie
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    che ho imparato che la poesia orale non doveva necessariamente essere piena di sdegno,
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    poteva essere divertente o piena di dolore,
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    o seria o sciocca.
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    Il Bowery Poetry Club diventò la mia classe e la mia casa.
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    E i poeti che si esibivano
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    mi incoraggiavano a condividere anche le mie storie.
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    Non importava che avessi 14 anni...
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    mi dissero: "Scrivi sull'avere 14 anni".
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    Così feci e ogni settimana mi stupivo
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    quando questi brillanti poeti adulti
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    ridevano con me e mormoravano la propria approvazione
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    e mi applaudivano e dicevano: "Ehi, quello l'ho davvero provato anche io".
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    Ora posso dividere il mio viaggio nella poesia orale
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    in tre fasi.
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    Il primo passo fu quando dissi:
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    "Io posso. Questo posso farlo".
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    E questo fu grazie alla ragazza col cappuccio.
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    Il secondo passo fu quando dissi:
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    "Lo farò. Continuerò.
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    Amo la poesia orale. Tornerò ancora settimana dopo settimana."
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    E il terzo passo cominciò
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    quando capii che non c'era bisogno di scrivere poesie piene di sdegno
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    se non rappresentavano ciò che ero.
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    C'erano cose che erano specifiche per me
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    e più mi concentravo su quelle cose,
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    più la mia poesia diventava strana
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    ma più ancora la sentivo mia.
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    Non è solo il detto "scrivi ciò che sai",
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    è sul fatto di mettere insieme tutta la conoscenza e l'esperienza
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    che hai raccolto fin ad ora
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    per aiutarti a tuffarti nelle cose che non sai.
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    Uso la poesia per aiutarmi a capire ciò che non capisco,
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    ma mi trovo davanti ad ogni nuova poesia
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    con uno zaino pieno
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    di tutti gli altri posti in cui sono stata.
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    Quando entrai all'università, incontrai un compagno poeta
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    che condivideva la mia convinzione nella magia della poesia orale.
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    Ed infatti, io e Phil Kaye
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    per combinazione portiamo anche lo stesso cognome.
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    Quando ero al liceo avevo creato il Project V.O.I.C.E.
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    come un mezzo per incoraggiare i miei amici a fare con me la poesia orale.
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    Ma io e Phil decidemmo di reinventare il progetto V.O.I.C.E. -
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    questa volta cambiando la missione
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    per usare la poesia orale come un mezzo per divertire,
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    insegnare e ispirare.
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    Eravamo studenti a tempo pieno, ma nel frattempo viaggiavamo,
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    esibendoci ed insegnando ai
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    bambini di 9 anni, così come agli aspiranti di master in belle arti,
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    dalla California, passando dall'Indiana e dall'India
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    fino ad una scuola superiore che si trova nella stessa via del campus.
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    E abbiamo visto più e più volte
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    il modo in cui la poesia orale
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    sblocca le serrature.
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    Ma sembra che a volte
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    la poesia possa essere davvero spaventosa.
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    Sembra che a volte
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    sia necessario ingannare i ragazzi per fargli scrivere poesia.
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    Quindi ho pensato agli elenchi. Chiunque può farli.
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    Ed il primo che assegno
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    è "10 cose che so essere vere".
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    Ed ecco cosa succede, ed ecco cosa scoprireste anche voi
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    se noi tutti cominciassimo a condividere i nostri elenchi ad alta voce.
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    Ad un certo punto, vi rendereste conto
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    che qualcuno ha la stessa identica cosa,
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    o comunque qualcosa di molto simile,
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    a qualcosa sul vostro elenco.
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    E poi qualcun altro
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    ha qualcosa di totalmente opposto rispetto al vostro.
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    Terzo, qualcuno ha qualcosa di cui non avete mai sentito parlare prima.
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    E quarto, qualcuno ha qualcosa su cui pensavate di conoscere tutto,
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    ma vi mostrerà un nuovo punto di vista.
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    E dico alla gente che è così che le grandi storie cominciano -
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    queste quattro intersezioni
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    su ciò che vi appassiona
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    e su cui gli altri potrebbero essersi impegnati.
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    E la maggior parte delle persone risponde molto bene a questo esercizio.
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    Ma tra i miei studenti una ragazza del primo anno di nome Charlotte
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    non era convinta.
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    Charlotte era molto brava a stilare elenchi, ma si rifiutava di scrivere poesie.
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    "Signorina", mi diceva, "non sono semplicemente interessante.
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    Non ho nulla di interessante da dire".
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    Perciò le assegnai un elenco dopo l'altro,
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    e un giorno le assegnai l'elenco:
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    "10 Cose che ormai dovrei aver imparato".
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    Il numero tre nella lista di Charlotte era:
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    "Dovrei aver imparato a non prendermi le cotte per i ragazzi
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    di tre volte la mia età".
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    Le chiesi cosa intendesse dire,
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    e mi disse: "Signorina, è una lunga storia".
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    Ed io dissi: "Charlotte, questo mi sembra piuttosto interessante".
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    E quindi scrisse la sua prima poesia,
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    una poesia d'amore come non ne avevo mai sentite prima.
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    E cominciava così:
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    "Anderson Cooper è un uomo magnifico".
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    (Risate)
  • 10:54 - 10:56
    "L'avete visto in 60 minuti
  • 10:56 - 10:58
    gareggiare con Michael Phelps in una piscina -
  • 10:58 - 11:00
    indossando solo i costumi da bagno -
  • 11:00 - 11:02
    tuffarsi in acqua, determinato a battere questo campione di nuoto?
  • 11:02 - 11:05
    Dopo la gara, scosse i suoi umidi capelli di nube bianca
  • 11:05 - 11:07
    e disse: "Tu sei un dio".
  • 11:07 - 11:09
    No Anderson, sei tu il dio".
  • 11:09 - 11:11
    (Risate)
  • 11:11 - 11:15
    (Applausi)
  • 11:15 - 11:18
    Ora so che la regola numero uno per essere figo
  • 11:18 - 11:20
    è sembrare imperturbabile,
  • 11:20 - 11:23
    non ammettere mai che qualcosa ti spaventa,
  • 11:23 - 11:25
    ti impressiona o emoziona.
  • 11:25 - 11:27
    Qualcuno una volta mi disse:
  • 11:27 - 11:29
    è come passare attraverso la vita in questo modo.
  • 11:29 - 11:31
    Proteggi te stesso
  • 11:31 - 11:34
    da tutte le miserie e sofferenze che si possono presentare inaspettatamente.
  • 11:34 - 11:36
    Ma io cerco di camminare attraverso la vita così.
  • 11:36 - 11:39
    E si, questo significa prendere tutte quelle miserie e sofferenze,
  • 11:39 - 11:42
    ma significa anche che quando le cose belle e incredibili
  • 11:42 - 11:44
    cadono semplicemente dal cielo,
  • 11:44 - 11:46
    sono pronta ad afferrarle.
  • 11:46 - 11:48
    Uso la poesia orale per aiutare i miei studenti
  • 11:48 - 11:50
    a riscoprire lo stupore,
  • 11:50 - 11:53
    a combattere contro i propri istinti di credersi fighi e imperturbabili
  • 11:53 - 11:56
    e, invece, di cercare attivamente di essere coinvolti in ciò che succede intorno a loro,
  • 11:56 - 11:59
    in modo che possano reinterpretare e creare qualcosa.
  • 11:59 - 12:01
    Non è che io creda che la poesia orale
  • 12:01 - 12:03
    sia la forma d'arte ideale.
  • 12:03 - 12:06
    Cerco sempre di trovare il modo migliore per raccontare ogni storia.
  • 12:06 - 12:09
    Scrivo musical, creo cortometraggi insieme alle mie poesie.
  • 12:09 - 12:11
    Ma insegno poesia orale
  • 12:11 - 12:13
    perché è accessibile.
  • 12:13 - 12:15
    Non tutti possono leggere la musica
  • 12:15 - 12:17
    o possedere una cinepresa,
  • 12:17 - 12:19
    ma tutti siamo in grado di comunicare in qualche modo,
  • 12:19 - 12:21
    e ciascuno di noi ha delle storie
  • 12:21 - 12:23
    da cui il resto di noi può imparare.
  • 12:23 - 12:26
    Inoltre, la poesia orale consente connessioni immediate.
  • 12:26 - 12:28
    Non è raro che le persone si sentano sole
  • 12:28 - 12:30
    o che nessuno le capisca,
  • 12:30 - 12:32
    ma la poesia orale insegna
  • 12:32 - 12:35
    che se sei capace di esprimere te stesso
  • 12:35 - 12:37
    e hai il coraggio di presentare quelle storie e opinioni,
  • 12:37 - 12:39
    potresti essere premiato
  • 12:39 - 12:41
    con una sala piena di tuoi pari,
  • 12:41 - 12:43
    o delle persone della tua comunità, che ti ascolterà.
  • 12:43 - 12:45
    E forse anche una ragazza enorme col cappuccio
  • 12:45 - 12:47
    troverà una connessione con quello che hai condiviso.
  • 12:47 - 12:50
    E questa è una presa di coscienza straordinaria,
  • 12:50 - 12:52
    soprattutto quando si hanno 14 anni.
  • 12:52 - 12:54
    Inoltre, ora con Youtube
  • 12:54 - 12:56
    quella connessione non è limitata soltanto alla sala in cui siamo adesso.
  • 12:56 - 12:59
    Sono così fortunata che ci sia un archivio delle esibizioni
  • 12:59 - 13:01
    che posso condividere con i miei studenti.
  • 13:01 - 13:03
    Permette loro persino più opportunità
  • 13:03 - 13:06
    di trovare un poeta o una poesia
  • 13:06 - 13:08
    con cui identificarsi.
  • 13:08 - 13:10
    È invitante - una volta che si è capito questo -
  • 13:10 - 13:12
    è invitante continuare a scrivere la stessa poesia,
  • 13:12 - 13:15
    o continuare a raccontare la stessa storia ancora e ancora,
  • 13:15 - 13:17
    una volta che si comprende che si verrà applauditi.
  • 13:17 - 13:20
    Non basta solo insegnare che è possibile esprimersi,
  • 13:20 - 13:22
    bisogna crescere ed esplorare
  • 13:22 - 13:24
    e affrontare rischi e sfide.
  • 13:24 - 13:27
    E questo è il passo numero tre:
  • 13:27 - 13:29
    mettere nel lavoro che fai
  • 13:29 - 13:31
    le cose specifiche che ti rendono quello che sei,
  • 13:31 - 13:33
    anche se queste cose sono in continuo cambiamento.
  • 13:33 - 13:36
    Perché il terzo passo non finisce mai.
  • 13:36 - 13:38
    Ma non è possibile iniziare col passo numero tre
  • 13:38 - 13:41
    senza aver fatto il primo passo: posso farcela.
  • 13:41 - 13:43
    Viaggio molto quando insegno,
  • 13:43 - 13:46
    e non sempre vedo tutti i miei studenti raggiungere il loro terzo passo,
  • 13:46 - 13:48
    ma sono stata molto fortunata con Charlotte,
  • 13:48 - 13:51
    perché ho avuto modo di osservare il suo viaggio progredire.
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    L'ho vista accorgersi
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    che, mettendo le cose che sa essere vere nel lavoro che fa,
  • 13:56 - 13:59
    può creare poesie che solo lei può scrivere -
  • 13:59 - 14:02
    su globi oculari ed ascensori e Dora L'Esploratrice.
  • 14:02 - 14:04
    E sto cercando di raccontare storie che solo io posso raccontare -
  • 14:04 - 14:06
    come questa storia.
  • 14:06 - 14:09
    Ho passato molto tempo a pensare al modo migliore di raccontare questa storia,
  • 14:09 - 14:11
    e mi chiedevo se il modo migliore
  • 14:11 - 14:13
    sarebbe stato un Powerpoint o un cortometraggio -
  • 14:13 - 14:15
    e dove esattamente sarebbero stati l'inizio, lo svolgimento e la conclusione?
  • 14:15 - 14:18
    E mi sono chiesta se sarei arrivata alla fine di questa conferenza
  • 14:18 - 14:21
    e finalmente avrei capito tutto oppure no.
  • 14:21 - 14:23
    E ho sempre pensato che il mio inizio è stato al Bowery Poetry Club,
  • 14:23 - 14:26
    ma è possibile che fosse stato molto prima.
  • 14:26 - 14:28
    Mentre mi preparavo per TED,
  • 14:28 - 14:30
    ho scoperto questa pagina in un vecchio diario.
  • 14:30 - 14:34
    Suppongo che il 54 dicembre fosse probabilmente il 24.
  • 14:34 - 14:36
    È chiaro che quando ero bambina
  • 14:36 - 14:38
    volevo decisamente passare attraverso la vita così.
  • 14:38 - 14:40
    Penso che tutti l'abbiamo fatto.
  • 14:40 - 14:43
    Mi piacerebbe aiutare gli altri a riscoprire quello stupore -
  • 14:43 - 14:45
    con la voglia di impegnarsi, di imparare,
  • 14:45 - 14:47
    di condividere ciò che si ha imparato,
  • 14:47 - 14:49
    ciò che si ha capito essere vero
  • 14:49 - 14:51
    e ciò che si deve ancora scoprire.
  • 14:51 - 14:54
    Quindi vorrei chiudere con questa poesia.
  • 14:54 - 14:57
    Quando bombardarono Hiroshima,
  • 14:57 - 15:00
    l'esplosione formò una mini supernova,
  • 15:00 - 15:03
    quindi ogni essere vivente, umano o vegetale
  • 15:03 - 15:05
    che ricevette contatto diretto
  • 15:05 - 15:07
    con i raggi di quel sole
  • 15:07 - 15:09
    fu istantaneamente trasformato in cenere.
  • 15:09 - 15:11
    E la stessa cosa accadde con ciò che rimase della città.
  • 15:11 - 15:13
    Il danno a lungo termine della radiazione nucleare
  • 15:13 - 15:16
    trasformò in polvere un'intera città
  • 15:16 - 15:19
    e la sua popolazione.
  • 15:19 - 15:22
    Mia mamma dice che quando sono nata, mi guardavo attorno nella stanza dell'ospedale
  • 15:22 - 15:26
    con uno sguardo che diceva: "Questo? L'ho già fatto prima".
  • 15:26 - 15:28
    Dice che avevo occhi vissuti.
  • 15:28 - 15:31
    Quando mio nonno Genji morì, avevo solo cinque anni,
  • 15:31 - 15:33
    ma presi mia mamma per mano e le dissi:
  • 15:33 - 15:36
    "Non ti preoccupare, tornerà come un bebé".
  • 15:36 - 15:39
    E ciononostante, per qualcuno che a quanto pare questo l'ha già fatto,
  • 15:39 - 15:42
    non ho ancora capito nulla.
  • 15:42 - 15:45
    Ancora mi tremano le gambe ogni volta che salgo su un palco.
  • 15:45 - 15:47
    La mia fiducia in me stessa può essere misurata
  • 15:47 - 15:49
    in cucchiaini da tè mescolati alla mia poesia,
  • 15:49 - 15:52
    e ancora sento un gusto strano in bocca.
  • 15:52 - 15:55
    Ma a Hiroshima alcune persone sono state cancellate
  • 15:55 - 15:58
    lasciando solo un orologio da polso o una pagina di diario.
  • 15:58 - 16:01
    Quindi, non importa che io sia inibita a riempire tutte le mie tasche,
  • 16:01 - 16:03
    continuo a provarci
  • 16:03 - 16:05
    sperando un giorno di scrivere una poesia
  • 16:05 - 16:07
    di cui andare così fiera da metterla nella teca di un museo
  • 16:07 - 16:09
    come unica prova della mia esistenza.
  • 16:09 - 16:11
    I miei genitori mi hanno chiamato Sarah,
  • 16:11 - 16:13
    che è un nome biblico.
  • 16:13 - 16:16
    Nella storia originale Dio disse a Sarah che poteva fare qualcosa di impossibile
  • 16:16 - 16:19
    e lei si mise a ridere,
  • 16:19 - 16:21
    perché la prima Sarah
  • 16:21 - 16:23
    non sapeva che cosa fare con l'impossibile.
  • 16:23 - 16:26
    Ed io? Beh, non lo so nemmeno io,
  • 16:26 - 16:28
    ma vedo l'impossibile ogni giorno.
  • 16:28 - 16:31
    L'impossibile è cercare una connessione in questo mondo,
  • 16:31 - 16:33
    cercando di sostenere gli altri quando tutto intorno a te cade a pezzi,
  • 16:33 - 16:35
    sapendo che mentre parli,
  • 16:35 - 16:38
    non stanno solo ad aspettare il loro turno per parlare - ti sentono.
  • 16:38 - 16:40
    Sentono esattamente quello che tu senti
  • 16:40 - 16:42
    nello stesso momento in cui tu lo senti.
  • 16:42 - 16:44
    È quello che cerco di fare ogni volta che apro bocca -
  • 16:44 - 16:46
    quella connessione impossibile.
  • 16:46 - 16:49
    C'è questo pezzo di muro a Hiroshima
  • 16:49 - 16:52
    che fu bruciato completamente dalla radiazione.
  • 16:52 - 16:54
    Ma una persona che era seduta sul gradino davanti
  • 16:54 - 16:56
    impedì ai raggi di colpire la pietra.
  • 16:56 - 16:58
    Tutto ciò che ora rimane
  • 16:58 - 17:00
    è un'ombra permanente di luce positiva.
  • 17:00 - 17:02
    Dopo la bomba A,
  • 17:02 - 17:04
    gli specialisti dissero che ci sarebbero voluti 75 anni
  • 17:04 - 17:07
    prima che il suolo danneggiato dalla radiazione nella città di Hiroshima
  • 17:07 - 17:09
    potesse tornare ad essere fertile.
  • 17:09 - 17:12
    Ma quella primavera, c'erano nuovi germogli che spuntavano dalla terra.
  • 17:12 - 17:14
    Quando ti incontro, in quel momento,
  • 17:14 - 17:16
    non sono più una parte del tuo futuro.
  • 17:16 - 17:18
    Comincio subito a far parte del tuo passato.
  • 17:18 - 17:21
    Ma in quell'istante, riesco a condividere il tuo presente.
  • 17:21 - 17:23
    E tu, tu cominci a condividere il mio.
  • 17:23 - 17:25
    E questo è il più grande presente per tutti.
  • 17:25 - 17:27
    Quindi, se mi dici che posso fare l'impossibile,
  • 17:27 - 17:29
    probabilmente riderò di te.
  • 17:29 - 17:31
    Non so se posso ancora cambiare il mondo,
  • 17:31 - 17:33
    perché non ne so molto -
  • 17:33 - 17:35
    e non so così tanto neanche di reincarnazione,
  • 17:35 - 17:37
    ma se mi fai ridere abbastanza,
  • 17:37 - 17:40
    a volte dimentico in che secolo sto vivendo.
  • 17:40 - 17:43
    Questa non è la mia prima volta qui. Questa non è la mia ultima volta qui.
  • 17:43 - 17:45
    Queste non sono le ultime parole che condividerò.
  • 17:45 - 17:48
    Ma giusto in caso, sto facendo il possibile
  • 17:48 - 17:51
    per farlo bene questa volta.
  • 17:51 - 17:53
    Grazie.
  • 17:53 - 17:57
    (Applausi)
  • 17:57 - 17:59
    Grazie.
  • 17:59 - 18:01
    (Applausi)
  • 18:01 - 18:03
    Grazie.
  • 18:03 - 18:07
    (Applausi)
Title:
Sarah Kay: Se dovessi avere una figlia...
Speaker:
Sarah Kay
Description:

"Se dovessi avere una figlia, invece di mamma, mi chiamerà Punto B..." recita Sarah Kay, poetessa di "spoken word" (poesia orale), in un discorso che ha ispirato due standing ovation a TED2011. Racconta la propria storia di metamorfosi - da un'adolescente con gli occhi spalancati immersi nei versi presso il New York Bowery Poetry Club ad un'insegnante che, attraverso il progetto V.O.I.C.E., mette i bambini in relazione con il potere di auto-espressione - e offre due esibizioni mozzafiato di "B" e "Hiroshima".

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
18:08
Ana María Pérez added a translation

Italian subtitles

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