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I raggi cosmici ci aiutano a comprendere l'universo - Veronica Bindi

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    Quanto possiamo veramente conoscere
    sull'universo oltre la nostra galassia?
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    Con il telescopio Hubble
    è possibile vedere
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    oggetti nello spazio lontani
    13.000.000.000 di anni luce.
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    Ma questo non risponde
    a tutte le nostre domande,
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    domande come,
    "Di che cosa è fatto l'universo?"
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    "Quali sono gli elementi più diffusi?"
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    "Lo spazio contiene
    forme di materia non conosciute?"
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    "Potrebbero esistere delle stelle
    o galassie di antimateria?"
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    Alcune di queste domande non trovano
    risposta solo nelle immagini visive,
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    ma se avessimo dei messaggeri
    che ci portano dati fisici
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    dalle parti remote del cosmo,
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    al di là della portata
    degli esploratori o dei satelliti?
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    In un certo senso esistono
    e si chiamano raggi cosmici.
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    I raggi cosmici furono scoperti
    nel 1912 da Victor Hess,
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    quando volle esaminare le variazioni
    nei livelli di radiazione nell'atmosfera,
  • 1:05 - 1:08
    che si era sempre ritenuto emanassero
    dalla crosta terrestre.
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    Eseguendo delle misurazioni a bordo
    di una mongolfiera durante un'eclissi,
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    Hess dimostrò sia
    che la radiazione aumentava
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    a altitudini più elevate,
    sia che essa non proveniva dal sole.
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    La sbalorditiva conclusione fu
    che non proveniva da nessun luogo
  • 1:23 - 1:28
    entro l'atmosfera terrestre,
    ma dallo spazio.
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    Il nostro universo è composto
    da molti oggetti astronomici.
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    Miliardi di stelle di tutte le dimensioni,
    buchi neri, nuclei galattici attivi,
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    asteroidi, pianeti e così via.
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    Durante perturbazioni violente,
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    come una stella che esplode
    in una supernova,
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    miliardi di particelle
    si sprigionano nello spazio.
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    Anche se vengono chiamati raggi,
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    i raggi cosmici sono formati
    da particelle di altissima energia,
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    invece che dai fotoni
    che compongono i raggi di luce.
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    Mentre la luce sprigionata
    da un'esplosione viaggia in linea retta
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    alla velocità costante che conosciamo,
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    le particelle sono intrappolate
    in straordinari anelli
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    dalle onde d'urto magnetiche
    generate dall'esplosione.
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    Il movimento attraverso
    queste linee di campo magnetico
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    le accelera quasi
    fino alla velocità della luce
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    prima che vengano sprigionate.
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    Ci sono molti raggi cosmici nello spazio
    e alcune di queste particelle
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    hanno viaggiato miliardi di anni
    prima di raggiungere la Terra.
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    Quando entrano nell'atmosfera,
    collidono con le molecole già presenti,
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    generando raggi cosmici secondari,
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    particelle più leggere,
    con meno energia di quelle originarie.
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    La maggior parte di queste
    è assorbita nell'atmosfera,
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    ma alcune riescono ad arrivare al suolo,
    passando anche attraverso i nostri corpi.
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    A livello del mare, questa radiazione
    è piuttosto bassa.
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    Chi trascorre molto tempo
    ad altitudini elevate,
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    come il personale di volo,
    ne è maggiormente esposto.
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    Ciò che rende i raggi cosmici
    utili messaggeri
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    è che portano le tracce
    delle loro origini.
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    Studiando la frequenza con cui
    le diverse particelle si presentano,
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    gli scienziati possono determinare
    la quantità relativa degli elementi
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    quali l'idrogeno e l'elio
    nell'universo.
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    I raggi cosmici possono fornirci
    informazioni ancor più affascinanti
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    sulla struttura stessa dell'universo.
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    Un esperimento di nome
    A.M.S. (Spettometro Magnetico Alfa)
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    è stato installato di recente a bordo
    della Stazione Spaziale Internazionale,
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    contenente diversi rivelatori
    che possono misurare separatamente
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    velocità, traiettoria, radiazione, massa
    ed energia della particella di un raggio
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    e anche se la particella
    è di materia o di antimateria.
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    Normalmente queste due
    non sono distinguibili,
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    ma grazie alle loro cariche opposte
    si possono individuare usando un magnete.
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    Lo Spettometro Magnetico Alfa attualmente
    rileva 50 milioni di particelle al giorno
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    mandando in tempo reale informazioni
    su ogni particella dalla stazione spaziale
  • 3:54 - 3:58
    alla sala di controllo
    dell'A.M.S. al CERN.
  • 3:58 - 4:00
    Nei prossimi mesi e anni,
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    si prevede di raccogliere informazioni
    utili e straordinarie sull'antimateria,
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    la possibile esistenza
    della materia oscura
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    e persino sui possibili modi
    per attenuare gli effetti
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    della radiazione cosmica
    nei viaggi spaziali.
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    Mentre aspettiamo le nuove scoperte,
    guardate il cielo in una notte limpida
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    e potrete vedere
    la Stazione Spaziale Internazionale,
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    dove lo Spettometro Magnetico Alfa
    riceve i minuscoli messaggeri
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    che trasmettono segreti cosmici.
Title:
I raggi cosmici ci aiutano a comprendere l'universo - Veronica Bindi
Description:

Per vedere l'intera lezione: http://ed.ted.com/lessons/how-cosmic-rays-help-us-understand-the-universe-veronica-bindi

Conosciamo solo il 4% di ciò che compone l'universo. Siamo in grado di conoscere cosa c'è oltre la nostra galassia ... e se esistono forme di materia sconosciute? Fortunatamente, esistono dei messaggeri celesti — i raggi cosmici — che ci portano informazioni da parti del cosmo che risultano essere fuori dalla nostra portata. Veronica Bindi spiega cosa sono i raggi cosmici e come trasmettono informazioni riguardo il nostro universo provenienti da molto lontano.

Lezione di Veronica Bindi, animazione di TED-Ed.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
04:40

Italian subtitles

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