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In che modo i computer stanno imparando ad essere creativi

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    Dunque, sono a capo di un team di Google
    che lavora sull'intelligenza artificiale;
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    in altre parole l'ingegneria che si occupa
    di creare computer ed altri dispositivi
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    in grado di fare alcune delle cose
    che fa il cervello.
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    E questo ci ha fatto interessare
    al cervello vero
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    e alla neuroscienza,
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    ed in particolare a quelle cose che
    fa il nostro cervello
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    che sono di gran lunga superiori
    alle capacità dei computer.
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    Storicamente, una di queste aree
    è stata la percezione,
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    il processo con cui le cose
    nel mod,
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    suoni ed immagini,
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    possono diventare concetti
    nella nostra mente.
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    Questo è essenziale
    per il nostro cervello,
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    ed è anche piuttosto utile
    per un computer.
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    Gli algoritmi di percezione della macchina
    per esempio, elaborati dal nostro team,
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    sono ciò che rende le vostre foto
    su Google Foto cercabili,
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    in base a ciò
    che c'è nelle foto.
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    L'altro lato della percezione
    è la creatività:
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    trasformare un concetto in qualcosa
    che esiste nel mondo reale.
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    Così l'anno scorso, il nostro lavoro
    sulla percezione delle macchine,
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    ci ha inaspettatamente condotto
    al mondo della creatività nelle macchine
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    e dell'arte nelle macchine.
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    Penso che Michelangelo
    ebbe una profonda intuizione
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    riguardo questa duplice relazione
    tra percezione e creatività.
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    Questo è una sua famosa citazione:
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    "Ogni blocco di pietra
    ha una statua dentro di sè
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    ed è compito dello scultore scoprirla".
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    Penso che quello che
    Michelangelo intendesse dire
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    è che creiamo dalla percezione,
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    e che la percezione stessa
    è un atto dell'immaginazione
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    ed è qualcosa della creatività.
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    L'organo che si occupa di pensare
    percepire ed immaginare
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    naturalmente è il cervello.
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    Vorrei cominciare con un breve
    resoconto sulla storia
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    della nostra conoscenza del cervello.
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    Perché a differenza, per esempio,
    del cuore o dell'intestino,
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    non possiamo dire molto del cervello
    solo osservandolo,
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    almeno ad occhio nudo.
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    I primi anatomisti
    che studiarono il cervello
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    diedero alle superficiali strutture
    di questa cosa nomi fantasiosi,
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    come ippocampo, che significa
    "gamberetto".
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    Ma naturalmente questo
    non ci dice molto
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    su cosa realmente succede all'interno.
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    Il primo che, credo, sviluppò davvero
    una qualche intuizione
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    su cosa succedesse
    all'interno del cervello
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    fu il grande neuroanatomista spagnolo
    Santiago Ramón y Cajal,
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    nel XIX secolo,
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    che utilizzò il microscopio
    e speciali tinture
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    che potevano selettivamente riempire
    o risaltare in elevato contrasto
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    le singole cellule del cervello,
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    per iniziare a comprenderne
    la morfologia.
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    E questi sono gli schizzi
    che fece dei neuroni
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    nel XIX secolo.
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    Questo è il cervello di un uccello.
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    Vedete l'incredibile varietà
    di cellule differenti,
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    persino la teoria cellulare stessa
    era abbastanza nuova all'epoca.
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    E queste strutture,
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    queste cellule che hanno
    queste ramificazioni,
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    questi rami che possono percorrere
    distanze davvero lunghissime...
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    questa era una vera novità all'epoca.
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    E naturalmente, ci ricordano
    dei fili elettrici.
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    Questo sarebbe potuto essere ovvio
    per alcuni nel XIX secolo;
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    le rivoluzioni dei circuiti,
    dell'elettricità stavano cominciando.
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    Ma in molti modi,
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    i disegni di microanatomia
    di Ramón y Cajal, come questo,
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    sono ancora in qualche modo attuali.
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    Dopo più di un secolo,
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    stiamo ancora cercando di finire
    il lavoro iniziato da Ramón y Cajal.
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    Questi sono dati grezzi
    dai nostri collaboratori
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    all'Istituto Max Planck di Neuroscienze.
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    Ciò che hanno fatto
    i nostri collaboratori
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    è rappresentare frammenti
    di tessuto celebrale.
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    L'intero campione qui è di circa
    un millimetro cubico,
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    e ve ne sto mostrando
    un pezzo piccolissimo qui.
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    Quella barra a sinistra
    è di circa un micron.
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    Le strutture che vedete
    sono i mitocondri
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    che sono delle dimensioni
    dei batteri.
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    E queste sono sezioni consecutive
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    di questo minuscolo
    blocco di tessuto.
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    Solo per fare un confronto,
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    il diametro medio di un capello
    misura circa 100 microns.
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    Quindi stiamo osservando qualcosa
    di molto, molto più piccolo
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    di un singolo capello.
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    E da queste serie di parti
    microscopiche di elettroni,
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    si possono cominciare ricostruzioni
    3D dei neuroni che appaiono come questi.
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    Sono in qualche modo simili al lavoro
    svolto da Ramón y Cajal.
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    Solo pochi neuroni
    sono evidenziati,
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    perché altrimenti non potremmo
    osservare nulla qui.
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    Sarebbe molto affollato
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    e pieno di strutture,
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    di fili che uniscono tutti
    i neutroni tra loro.
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    Quindi, Ramón y Cajal era un po' avanti
    per i suoi tempi,
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    e gli sviluppi sulla comprensione
    del cervello
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    avanzarono lentamente nel corso
    dei decenni successivi.
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    Ma sapevamo che i neuroni
    usano l'elettricità,
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    e dalla Seconda Guerra Mondiale, la nostra
    tecnologia era abbastanza avanzata
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    da iniziare a fare veri esperimenti
    elettrici su neuroni vivi
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    per capire meglio il loro funzionamento.
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    Questa fu l'epoca in cui vennero
    inventati i computer,
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    basati fondamentalmente
    sul modello del cervello,
  • 4:52 - 4:55
    di "macchina intelligente"
    come Alan Turing lo chiamò,
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    uno dei padri della scienza del computer.
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    Warren MacCulloch e Walter Pitts
    studiarono i disegni di Ramón y Cajal
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    della corteccia visiva,
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    che vi mostro qui.
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    Questa è la corteccia che elabora
    le immagini provenienti dall'occhio.
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    Secondo loro, ciò appariva
    come un diagramma di un circuito.
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    Molti dettagli dei diagrammi
    di MacCulloch e Pitts
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    non sono proprio corretti.
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    Ma questa idea di base
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    che la corteccia visiva lavorasse
    come una serie di elementi di calcolo
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    che trasmettono informazioni
    l'un l'altra in sequenza
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    è essenzialmente corretto.
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    Analizziamo un attimo
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    ciò che un modello di elaborazione
    di informazioni visive dovrebbe fare.
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    Il compito fondamentale
    della percezione
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    è di catturare un'immagine
    come questa e dire:
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    "Questo è un uccello,"
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    che è una cosa molto semplice
    per il nostro cervello.
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    Ma tutti voi dovreste capire
    che per un computer,
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    ciò era praticamente impossibile
    sino a qualche anno fa.
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    Il classico paradigma di calcolo
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    in questo caso non è
    così semplice da realizzare.
  • 5:59 - 6:02
    Ciò che accade
    tra i pixel,
  • 6:02 - 6:06
    tra l'immagine dell'uccello e
    la parola "uccello",
  • 6:06 - 6:09
    essenzialmente è un gruppo
    di neuroni connessi tra loro
  • 6:09 - 6:10
    in una rete neurale,
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    come sto schematizzando qui.
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    Questa rete neurale può essere
    biologica, nella nostra corteccia visuale,
  • 6:15 - 6:17
    oppure, oggi, possiamo
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    modellare queste reti neuronali
    su un computer.
  • 6:20 - 6:22
    E vi mostrerò come in realtà ciò appaia.
  • 6:22 - 6:26
    Quindi i pixel potete immaginarli
    come un primo strato di neuroni,
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    ed è così, infatti, che funziona l'occhio:
  • 6:28 - 6:30
    questi sono i neuroni della retina.
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    Ed essi trasmettono
  • 6:31 - 6:35
    da uno strato all'altro,
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    tutti connessi da sinapsi di
    peso differente.
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    Il comportamento
    di questa rete
  • 6:39 - 6:42
    è caratterizzato dalle forze
    di tutte queste sinapsi.
  • 6:42 - 6:46
    Esse caratterizzano le proprietà
    di calcolo di questa rete.
  • 6:46 - 6:47
    E alla fine della giornata,
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    abbiamo un neurone o
    un piccolo gruppo di neuroni
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    che si accendono e dicono "uccello".
  • 6:52 - 6:55
    Adesso vi mostrerò
    queste tre cose:
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    i pixel di input, le sinapsi
    nella rete neurale,
  • 7:00 - 7:01
    e l'uccello, il risultato,
  • 7:01 - 7:05
    attraverso tre variabili: x, w ed y.
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    Ci sono forse un milione
    di x più o meno,
  • 7:07 - 7:09
    un milione di pixel in questa immagine.
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    Ci sono miliardi o triliardi di w,
  • 7:11 - 7:15
    che rappresentano il peso di tutte queste
    sinapsi nella rete neurale.
  • 7:15 - 7:16
    E c'è un piccolissimo numero di y,
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    di uscite che ha quella rete.
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    Uccello è di sole tre sillabe,
    giusto?
  • 7:21 - 7:25
    Facciamo finta che sia solo
    una semplice formula,
  • 7:25 - 7:27
    x "x" w = y.
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    Sto mettendo il "per" tra virgolette
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    perché cio che realmente accade,
    ovviamente,
  • 7:31 - 7:35
    è una complicatissima serie
    di operazioni matematiche.
  • 7:35 - 7:36
    Questa è un'equazione.
  • 7:36 - 7:38
    Ci sono tre variabili.
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    E sappiamo tutti che se hai un'equazione,
  • 7:41 - 7:45
    puoi risolvere una variabile
    conoscendo le altre due.
  • 7:45 - 7:49
    Quindi il problema
    di arrivare alla soluzione,
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    vale a dire, capire che l'immagine
    dell'uccello è un uccello,
  • 7:51 - 7:53
    è questo:
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    è che y è l'incognita
    e w ed x i termini noti.
  • 7:56 - 7:59
    Conoscete la rete neurale
    e conoscete i pixel.
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    Come potete vedere questo in realtà
    è un problema relativamente semplice.
  • 8:02 - 8:05
    Moltiplicate per due volte tre
    ed è fatta.
  • 8:05 - 8:07
    Vi mostro una rete
    neurale artificiale
  • 8:07 - 8:10
    che abbiamo recentemente realizzato
    facendo esattamente questo.
  • 8:10 - 8:12
    Funziona in tempo reale
    su un cellulare,
  • 8:13 - 8:16
    e questo è di certo
    sorprendente di per sè,
  • 8:16 - 8:19
    che i cellulari possono fare
    miliardi e triliardi di operazioni
  • 8:19 - 8:20
    al secondo.
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    Quello che state guardando
    è un cellulare
  • 8:22 - 8:26
    che guarda un'immagine
    di un uccello dopo l'altra
  • 8:26 - 8:29
    ed in realtà non dice solo:
    "Sì, è un uccello",
  • 8:29 - 8:33
    ma identifica le specie di uccello
    con una rete di questo tipo.
  • 8:33 - 8:35
    Quindi in questa foto,
  • 8:35 - 8:39
    la x e la w sono note,
    e la y è l'incognita.
  • 8:39 - 8:41
    Sto tralasciando la parte più
    difficile ovviamente,
  • 8:41 - 8:45
    che è come diamine
    ci immaginiamo la w,
  • 8:45 - 8:47
    il cervello che può fare una cosa simile ?
  • 8:47 - 8:49
    Come potremmo mai conoscere
    un simile modello?
  • 8:49 - 8:53
    Così questo processo di apprendimento
    di risolvere tramite la w,
  • 8:53 - 8:55
    se stavamo facendo questo
    con una semplice equazione
  • 8:55 - 8:57
    nella quale pensiamo a questi come numeri,
  • 8:57 - 9:00
    sappiamo esattamente come fare:
    6 = 2 x w,
  • 9:00 - 9:04
    bene, dividiamo per due ed è fatta.
  • 9:04 - 9:07
    Il problema sta in questa operazione.
  • 9:07 - 9:08
    La divisione...
  • 9:08 - 9:11
    abbiamo usato la divisione perché
    è l'inverso della moltiplicazione,
  • 9:11 - 9:13
    ma come abbiamo appena detto,
  • 9:13 - 9:15
    la moltiplicazione è un bugia qui.
  • 9:15 - 9:18
    Questa è un'operazione complicatissima,
    davvero non semplice;
  • 9:18 - 9:20
    non ha l'inverso.
  • 9:20 - 9:23
    Cosi dobbiamo cercare
    di risolvere l'equazione
  • 9:23 - 9:25
    senza un'operazione di divisione.
  • 9:25 - 9:28
    E fare ciò
    è abbastanza semplice.
  • 9:28 - 9:30
    Diciamo solo che facciamo un
    trucchetto algebrico,
  • 9:30 - 9:33
    e spostiamo il sei nella parte
    a destra dell'equazione.
  • 9:33 - 9:36
    Ora, stiamo ancora usando
    la moltiplicazione.
  • 9:36 - 9:39
    E quello zero, pensiamolo come un errore.
  • 9:39 - 9:42
    In altre parole, se abbiamo risolto
    la w in modo corretto,
  • 9:42 - 9:43
    allora l'errore sarà lo zero.
  • 9:43 - 9:45
    E se non l'abbiamo fatto giusto,
  • 9:45 - 9:47
    l'errore sarà maggiore di zero.
  • 9:47 - 9:50
    Cosi ora possiamo fare delle prove
    per minimizzare l'errore
  • 9:50 - 9:53
    e questo è il genere di cose
    in cui i computer sono molto bravi.
  • 9:53 - 9:55
    Quindi abbiamo
    un valore fittizio iniziale:
  • 9:55 - 9:56
    se w = 0?
  • 9:56 - 9:57
    Beh, allora l'errore è 6.
  • 9:57 - 9:59
    Se w = 1? L'errore è 4.
  • 9:59 - 10:01
    E così il computer può giocare
    ad una sorta di Marco Polo,
  • 10:01 - 10:04
    e abbassare il margine
    di errore vicino allo zero.
  • 10:04 - 10:07
    E così facendo, sta ottenendo
    continue approssimazioni per w.
  • 10:07 - 10:11
    Generalmente, non ci si avvicina mai,
    ma dopo una dozzina di passaggi
  • 10:11 - 10:16
    arriviamo a w = 2,999,
    che è abbastanza vicino.
  • 10:16 - 10:18
    E questo è il processo
    di apprendimento.
  • 10:18 - 10:21
    Quindi, ricordate che quello
    che succede qui
  • 10:21 - 10:25
    è che abbiamo preso un mucchio
    di x note ed y note
  • 10:25 - 10:29
    e abbiamo risolto la w nel mezzo
    attraverso un processo iterativo.
  • 10:29 - 10:32
    È esattamente lo stesso processo
    che utilizziamo per apprendere.
  • 10:32 - 10:35
    Riceviamo moltissime
    immagini da bambini
  • 10:35 - 10:38
    che ci dicono: "questo è un uccello;
    questo non è un uccello."
  • 10:38 - 10:40
    E con il tempo, attraverso l'iterazione,
  • 10:40 - 10:43
    risolviamo la w, risolviamo
    quei collegamenti neurali.
  • 10:43 - 10:47
    Quindi adesso abbiamo mantenuto
    fisse x ed w per risolvere y;
  • 10:47 - 10:49
    questa è la rapida percezione quotidiana.
  • 10:49 - 10:51
    Abbiamo capito
    come risolvere la w,
  • 10:51 - 10:53
    che è apprendere,
    che è molto più difficile,
  • 10:53 - 10:55
    perché abbiamo bisogno
    di minimizzare l'errore,
  • 10:55 - 10:57
    usando molti esempi
    come allenamento.
  • 10:57 - 11:00
    E circa un anno fa,
    Alex Mordvintsev, nel nostro team,
  • 11:00 - 11:04
    decise di sperimentare cosa
    accade se cerchiamo di risolvere x,
  • 11:04 - 11:06
    conoscendo w e y.
  • 11:06 - 11:07
    In altre parole,
  • 11:07 - 11:09
    sapete che è un uccello,
  • 11:09 - 11:12
    e avete già la rete neurale
    che avete allenato sugli uccelli,
  • 11:12 - 11:15
    ma cos'è l'immagine di un uccello?
  • 11:15 - 11:20
    È venuto fuori che utilizzando la stessa
    procedura di minimizzazione dell'errore,
  • 11:20 - 11:24
    si può fare con la rete allenata
    a riconoscere gli uccelli,
  • 11:24 - 11:30
    ed il risultato è...
  • 11:30 - 11:33
    un'immagine di uccelli.
  • 11:33 - 11:37
    Quindi questa è un'immagine di uccelli
    interamente generata dalla rete neurale
  • 11:37 - 11:38
    allenata a riconoscere gli uccelli,
  • 11:38 - 11:42
    risolvendo solo x
    piuttosto che risolvere y,
  • 11:42 - 11:44
    e facendolo in modo iterativo.
  • 11:44 - 11:46
    Ho qui un altro esempio divertente.
  • 11:46 - 11:49
    Questo era un lavoro fatto
    da Mike Tyra nel nostro gruppo
  • 11:49 - 11:51
    che lui chiama "Parata degli animali".
  • 11:51 - 11:54
    Mi ricorda un po' le opere d'arte
    di William Kentridge,
  • 11:54 - 11:57
    in cui fa schizzi, li cancella,
  • 11:57 - 11:58
    fa schizzi, li cancella,
  • 11:58 - 12:00
    ed in questa maniera
    crea un film.
  • 12:00 - 12:01
    In questo caso,
  • 12:01 - 12:04
    quello che Mike fa è variare
    la y tra diversi animali,
  • 12:04 - 12:07
    in una rete disegnata per riconoscere
    e distinguere
  • 12:07 - 12:08
    diversi animali l'uno dall''altro.
  • 12:08 - 12:14
    E si ottiene questa strana trasformazione
    stile Escher da un animale all'altro.
  • 12:14 - 12:19
    Qui lui ed Alex insieme
    hanno cercato di ridurre
  • 12:19 - 12:22
    la y ad uno spazio di sole due dimensioni,
  • 12:22 - 12:25
    in modo tale da creare una mappa
    a aprtire dallo spazio delle cose
  • 12:25 - 12:27
    riconosciute da questa rete.
  • 12:27 - 12:29
    Facendo questo tipo di sintesi
  • 12:29 - 12:31
    o generazione di immagini
    su tutta quella superficie,
  • 12:31 - 12:34
    variando y sulla superficie,
    si può creare una sorta di mappa,
  • 12:34 - 12:37
    una mappa visuale di tutte le cose
    che la rete sa come riconoscere.
  • 12:37 - 12:41
    Gli animali sono tutti qui;
    "armadillo" è in quel posto.
  • 12:41 - 12:43
    Potete fare questo anche
    con altri generi di reti.
  • 12:43 - 12:46
    Questa è una rete disegnata
    per riconoscere i visi,
  • 12:46 - 12:48
    per distinguere una faccia da un'altra.
  • 12:48 - 12:51
    E qui, stiamo inserendo
    una y che dice "me",
  • 12:51 - 12:53
    i miei parametri facciali.
  • 12:53 - 12:54
    E quando questa cosa risolve la x,
  • 12:54 - 12:58
    genera questa specie di pazza,
  • 12:58 - 13:02
    cubista, surreale, psichedelica
    immagine di me stesso
  • 13:02 - 13:04
    da molteplici punti di vista insieme.
  • 13:04 - 13:07
    La ragione per cui sembrano
    più punti di vista insieme
  • 13:07 - 13:10
    è che la rete è costruita per
    scartare le ambiguità
  • 13:10 - 13:13
    di un volto che sia in una posa
    o in un'altra
  • 13:13 - 13:16
    guardato con un tipo di luce,
    poi con un altro.
  • 13:16 - 13:18
    Così quando si fa questo tipo
    di ricostruzione,
  • 13:18 - 13:21
    se non si usa una qualche sorta
    di immagine guida,
  • 13:21 - 13:22
    o statistica guida,
  • 13:22 - 13:26
    otterrete una sorta di confusione
    di differenti punti di vista,
  • 13:26 - 13:28
    perchè è ambiguo.
  • 13:28 - 13:32
    Questo è quello che succede se Alex
    usa la sua faccia come immagine campione
  • 13:32 - 13:36
    durante il processo di ottimizzazione
    per ricostruire il mio viso.
  • 13:36 - 13:39
    Come potete vedere non è perfetto.
  • 13:39 - 13:41
    C'è ancora un bel po' di lavoro da fare
  • 13:41 - 13:43
    su come migliorare
    il processo di ottimizzazione.
  • 13:43 - 13:46
    Ma si è cominciato ad ottenere
    qualcosa di più simile a un viso,
  • 13:46 - 13:49
    usando la mia faccia come modello.
  • 13:49 - 13:51
    Non è necessario iniziare
    con una tela bianca
  • 13:51 - 13:53
    o con un rumore bianco.
  • 13:53 - 13:54
    Quando risolvete la x,
  • 13:54 - 13:58
    potete iniziare con una x, che di per sè
    è già una qualche altra immagine.
  • 13:58 - 14:00
    Questa ne è
    una piccola dimostrazione.
  • 14:00 - 14:04
    Questa è una reta
    disegnata per categorizzare
  • 14:04 - 14:08
    ogni genere di oggetti diversi:
    strutture create dall'uomo, animali...
  • 14:08 - 14:10
    Qui cominciamo semplicemente
    con una foto di nubi,
  • 14:10 - 14:12
    e appena ottimizziamo,
  • 14:12 - 14:17
    sostanzialmente, questa rete cerca
    di capire ciò che vede nelle nubi.
  • 14:17 - 14:19
    E più tempo state a guardarla,
  • 14:19 - 14:23
    più cose riuscirete
    a vedere nelle nubi.
  • 14:23 - 14:26
    Si potrebbe anche utilizzare
    la rete dei visi per allucinarla
  • 14:26 - 14:28
    ed ottenere cose piuttosto folli.
  • 14:28 - 14:30
    (Risate)
  • 14:30 - 14:33
    Oppure, Mike ha fatto
    qualche altro esperimento
  • 14:33 - 14:37
    in cui prende questa immagine
    di nuvole
  • 14:37 - 14:41
    allucinata, zoomata, allucinata
    zoomata, allucinata, zoomata.
  • 14:41 - 14:42
    Ed in questo modo,
  • 14:42 - 14:46
    è possibile ottenere una sorta di stato
    di fuga dalla rete, suppongo,
  • 14:46 - 14:49
    o una sorta di libera associazione,
  • 14:49 - 14:51
    nella quale la rete
    si morde la coda.
  • 14:51 - 14:55
    Così ogni immagine è adesso la base per:
  • 14:55 - 14:56
    "Cosa penso di vedere dopo?
  • 14:56 - 14:59
    Cosa penso di vedere dopo?
    Cosa penso di vedere dopo?"
  • 14:59 - 15:02
    Ho mostrato questa cosa
    per la prima volta in pubblico
  • 15:02 - 15:08
    a un gruppo in una conferenza a Seattle
    chiamato "Istruzione superiore",
  • 15:08 - 15:10
    subito dopo che
    la marijuana fu legalizzata.
  • 15:10 - 15:15
    (Risate)
  • 15:15 - 15:17
    Così mi piacerebbe
    concludere velocemente
  • 15:17 - 15:21
    semplicemente facendovi notare
    che questa tecnologia non è vincolata.
  • 15:21 - 15:25
    Vi ho mostrato esempi puramente visuali
    perché sono divertenti da vedere.
  • 15:25 - 15:27
    Ma non è una tecnologia puramente visiva.
  • 15:27 - 15:29
    Il nostro collaboratore artistico,
    Ross Goodwin,
  • 15:29 - 15:33
    ha fatto esperimenti con una fotocamera
    che cattura un'immagine,
  • 15:33 - 15:37
    e con un computer nel suo zaino
    che scrive una poesia usando reti neurali,
  • 15:37 - 15:39
    basata sui contenuti dell'immagine.
  • 15:39 - 15:42
    E quella rete neurale di poesia
    è stata allenata
  • 15:42 - 15:44
    su un vasto materiale di poesie
    del XX secolo.
  • 15:44 - 15:46
    E, sapete, la poesia,
  • 15:46 - 15:48
    secondo me, in realtà non è male.
  • 15:48 - 15:49
    (Risate)
  • 15:49 - 15:50
    Per finire,
  • 15:50 - 15:53
    penso che Michelangelo
  • 15:53 - 15:54
    avesse ragione;
  • 15:54 - 15:58
    percezione e creatività
    sono strettamente correlate.
  • 15:58 - 16:00
    Quello che abbiamo appena visto
    sono reti neurali
  • 16:00 - 16:03
    che sono completamente
    allenate a distinguere
  • 16:03 - 16:05
    o a riconoscere differenti cose
    nel mondo,
  • 16:05 - 16:08
    e se attivate al contrario, per creare.
  • 16:08 - 16:10
    Una delle cose che mi suggerisce
  • 16:10 - 16:12
    è che non solo Michelangelo
    potesse davvero vedere
  • 16:12 - 16:15
    la scultura all'interno
    del blocco di pietra,
  • 16:15 - 16:18
    ma che ogni creatura,
    ogni essere, ogni alieno
  • 16:18 - 16:22
    che è in grado di eseguire
    atti percettivi di questo genere
  • 16:22 - 16:23
    è anche in grado di creare
  • 16:23 - 16:27
    perché è esattamente la stessa macchina
    che viene usata in entrambi i casi.
  • 16:27 - 16:31
    Inoltre penso che la percezione
    e la creazione non siano
  • 16:31 - 16:33
    mezzi unicamente umani.
  • 16:33 - 16:36
    Iniziamo ad avere modelli di computer
    che fanno proprio questo genere di cose.
  • 16:36 - 16:40
    E questo non dovrebbe sorprendere;
    il cervello è computazionale.
  • 16:40 - 16:41
    Ed infine,
  • 16:41 - 16:46
    il calcolo iniziò come un esercizio per
    creare macchine intelligenti.
  • 16:46 - 16:48
    È iniziato dall'idea
  • 16:48 - 16:51
    che potessimo creare
    macchine intelligenti.
  • 16:51 - 16:54
    E finalmente stiamo iniziando
    ad adempiere adesso
  • 16:54 - 16:56
    ad alcune delle promesse
    di quei primi pionieri,
  • 16:56 - 16:58
    di Turing e von Neumann,
  • 16:58 - 17:00
    di MacCulloch e Pitts.
  • 17:00 - 17:04
    E pens che l'informatica
    non sia solo calcolare
  • 17:04 - 17:06
    o giocare a Candy Crush o altro.
  • 17:06 - 17:09
    Fin dal principio, l'abbiamo
    modellata sulle nostre menti.
  • 17:09 - 17:13
    Ed essa ci hanno fornito sia la capacità
    di capire meglio la nostra mente
  • 17:13 - 17:15
    sia di ampliarla.
  • 17:15 - 17:16
    Grazie mille.
  • 17:16 - 17:18
    (ApplausiI)
Title:
In che modo i computer stanno imparando ad essere creativi
Speaker:
Balise Agüera y Arcas
Description:

Siamo alle porte di una nuova frontiera per l'arte e la creatività - e non riguarda l'uomo. Blaise Agüeda y Arcas, il maggiore scienziato di Google, lavora sulle profonde reti neurali per la percezione delle macchine e l'apprendimento distribuito. In questa accattivante dimostrazione, mostra come le reti neurali preparate a riconoscere immagini possano lavorare al contrario, per generarle. I risultati: spettacolari, allucinatori collage (e poesie) che sfidano le categorizzazioni. "La percezione e la creatività sono intimamente correlate" dice Agueda y Arcas, "ogni creatura, ogni essere in grado di avere atti percettivi è anche in grado di creare".

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:34

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