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Perché Shakespeare amava il pentametro giambico - David T. Freeman e Gregory Taylor

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    Per chi si imbatte per la prima volta
    nelle opere di Shakespeare,
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    la lingua può sembrare strana.
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    Ma c'è un segreto per poterla apprezzare.
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    Anche se famoso per il teatro,
    Shakespeare era prima di tutto un poeta.
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    Una delle cose più importanti
    nella lingua di Shakespeare
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    è lo stress.
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    Non quel tipo di stress,
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    ma quello che serve
    per enfatizzare le sillabe, l'accento.
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    Siamo così abituati ad utilizzarlo
    che non lo notiamo affatto.
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    Ma se si scandisce lentamente una parola
    è facile trovarne l'accento.
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    Sceneggiatùra, compùter, telèfono.
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    I poeti conoscono molto bene gli accenti,
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    perché si sono misurati a lungo
    con numero
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    e ordine delle sillabe
    accentate e non accentate,
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    creando diverse combinazioni
    per dare ritmo alle loro opere.
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    Come i cantautori,
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    i poeti esprimono le loro idee
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    con ripetizioni riconoscibili
    di questi ritmi,
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    vale a dire con la metrica.
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    E come per la musica,
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    la poesia ha termini precisi
    per descrivere la metrica.
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    In un verso,
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    un piede corrisponde ad un certo numero
    di sillabe accentate e non accentate
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    che formano un'unità distinta,
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    come una misura musicale
    è composta da un certo numero di beat.
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    Un verso è di solito composto
    da diversi piedi.
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    Ad esempio, un dattilo è un piede metrico
    di tre sillabe
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    con la prima accentata e la seconda e
    la terza non accentate.
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    I dattili creano dei versi veloci
    che acquistano forza,
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    come nella poesia di Robert Browning:
    "Il capo perduto."
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    "Solo per un pugno d'argento
    ci ha lasciato.
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    Solo per una costola
    e rimanere nelle due vesti."
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    Un altro tipo di piede è il trocheo,
    formato da due sillabe:
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    una sillaba accentata
    seguita da una non accentata.
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    I trochei di questi versi
    dal "Macbeth" di Shakespeare
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    danno al canto delle streghe
    un tono infausto e sinistro.
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    " Su, raddoppiatevi, fatica e doglia,
    ardi tu, fuoco, calderon gorgoglia."
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    Ma quando si parla di Shakespeare
    si parla di giambo.
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    Questo piede di due sillabe
    è come un trocheo al contrario:
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    la prima sillaba non è accentata,
    mentre la seconda lo è, ad esempio:
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    "Essere o non essere."
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    Il preferito da Shakespeare
    era il pentametro giambico,
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    in cui ogni verso è composto
    da cinque giambi di due sillabe ciascuno,
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    per un totale di dieci sillabe.
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    Viene usato infatti in molti dei versi
    più famosi di Shakespeare:
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    "Dovrei paragonarti
    ad un giorno d'estate?"
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    "Sorgi, bel sole, e l’invidiosa luna
    già pallida di rabbia ed ammalata uccidi"
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    Vediamo che i giambi non tengono conto
    di punteggiatura e divisione delle parole.
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    La metrica si concentra sul suono
    e non sull'ortografia.
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    Pentametro giambico può sembrare
    un'espressione difficile,
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    ma esiste un modo molto semplice
    per ricordarla.
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    La parola "iamb" (giambo) si pronuncia
    in inglese come "I am" (io sono)
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    Proviamo ora ad applicarlo
    ad una frase
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    che ha proprio la struttura
    di un pentametro giambico.
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    "Sono un pirata con una gamba di legno."
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    Il pirata può camminare solo in giambi
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    e ci ricorda il verso preferito
    di Shakespeare.
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    Il pentametro giambico corrisponde
    a dieci suoi passi.
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    Il nostro amico pirata può aiutarci anche
    a ricordare come segnarlo
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    se immaginiamo le impronte che lascia
    mentre cammina su un'isola deserta:
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    la curva indica le sillabe non accentate,
    l'orma indica quelle accentate.
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    "Se la musica è il cibo dell'amore,
    allora suona"
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    La maggior parte
    delle opere di Shakespeare
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    è scritta in prosa.
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    Ma se leggete attentamente,
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    noterete che i personaggi shakespeariani
    passano alla poesia
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    e al pentametro giambico
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    per le stesse ragioni per cui anche noi
    ci rivolgiamo alla poesia nelle nostre vite.
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    Per sentirci entusiasti, introspettivi
    o molto importanti.
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    Che si tratti di Amleto
    che pondera sulla sua esistenza
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    o di Romeo che professa il suo amore,
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    i personaggi usano il pentametro giambico
    quando parlano delle loro emozioni
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    e del loro posto nel mondo.
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    E questo ci porta ad un'ultima domanda.
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    Perché Shakespeare ha scelto
    il pentametro giambico per questi momenti,
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    invece che l'esametro trocaico
    o il tetrametro dattilico?
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    Pare che questo verso fosse
    per gli attori più semplice da memorizzare
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    e per il pubblico da capire
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    perché si addice in modo naturale
    alla lingua inglese.
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    Ma forse c'è anche un altro motivo.
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    Alla prossima occasione
    piena di pathos
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    come quelle che rendevano
    i personaggi di Shakespeare dei poeti,
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    mettete la mano sulla parte sinistra
    del petto.
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    Cosa sentite?
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    È il vostro cuore che batte in giambi.
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    Da dam, da dam,
    da dam, da dam, da dam.
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    I versi più poetici di Shakespeare
    non riguardano solo ciò che ci sta a cuore,
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    ma seguono il ritmo del cuore.
Title:
Perché Shakespeare amava il pentametro giambico - David T. Freeman e Gregory Taylor
Description:

Per vedere la lezione completa: http://ed.ted.com/lessons/why-shakespeare-loved-iambic-pentameter-david-t-freeman-and-gregory-taylor

Shakespeare non è particolarmente amato dagli studenti per via delle sue trame complicate e per la lingua antiquata. Guardando però al ritmo delle sue parole si scopre un poeta profondamente legato al modo di parlare della gente del suo tempo e dei nostri tempi. Perché le parole di Shakespeare hanno un potere così forte e duraturo? David T. Freeman e Gregory Taylor svelano la potenza del pentametro giambico.

Lezione di David T. Freeman e Gregory Taylor, animazioni di Brad Purnell.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
05:22

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