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Israele e Iran: Una storia d'amore?

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    Il 14 marzo di quest'anno
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    ho pubblicato questo manifesto su Facebook.
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    Questa è un'immagine mia e di mia figlia
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    con in mano la bandiera israeliana.
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    Cercherò di spiegarvi il contesto, il motivo
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    e il momento in cui l'ho pubblicata.
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    Qualche giorno fa, ero seduto ad aspettare
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    in fila in un negozio di alimentari
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    e il proprietario e uno dei clienti
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    parlavano tra di loro,
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    e il proprietario stava spiegando al cliente
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    che avremmo lanciato 10 000 missili su Israele.
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    E il cliente stava dicendo, no, sono 10 000 al giorno.
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    (Risate)
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    ("10 000 missili")
    Questo è il contesto. Ecco a che punto siamo ora in Israele.
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    Siamo in questa guerra con l'Iran ormai da 10 anni,
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    e abbiamo persone spaventate.
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    È come se ogni anno fosse l'ultimo minuto
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    in cui possiamo fare qualcosa per la guerra con l'Iran.
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    È come se non agendo subito, diventi per sempre troppo tardi,
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    ormai da 10 anni.
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    Ad un certo punto per me è diventato...
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    Sono un graphic designer, quindi ho fatto dei manifesti
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    e ho pubblicato quello che vi ho mostrato poco fa.
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    Il più delle volte, faccio manifesti, li pubblico su Facebook,
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    ai miei amici piacciono, o non piacciono,
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    il più delle volte non piacciono, non li condividono,
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    non fanno niente,
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    e passa un altro giorno.
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    Così sono andato a dormire, e si è chiusa lì.
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    Più tardi quella notte mi sono svegliato
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    perché mi sveglio sempre la notte,
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    e sono andato al computer e vedo tutti quei punti rossi.
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    sapete, su Facebook, che non avevo mai visto prima.
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    (Risate)
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    E mi sono detto, "Cosa sta succedendo?"
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    Allora comincio a guardare al computer,
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    e improvvisamente vedo tante persone che parlano con me,
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    la maggiore parte non le conosco,
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    e qualcuna è iraniana,
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    che significa -- Cosa?
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    Perché dovete capire,
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    in Israele non parliamo con gli Iraniani.
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    Non conosciamo nessuno dell'Iran.
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    Su Facebook abbiamo solo amici da --
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    è come se i vostri vicini fossero i vostri amici su Facebook.
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    E ora persone dell'Iran stanno parlando con me.
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    Ho cominciato a rispondere a questa ragazza che mi dice
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    che ha visto il manifesto e ha chiesto ai suoi famigliari di venire,
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    perché non hanno un computer, ha chiesto ai suoi famigliari
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    di venire a vedere il manifesto e sono tutti seduti in salotto a piangere.
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    E io dico, wow.
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    Chiedo a mia moglie di venire e le dico che deve vedere.
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    La gente sta piangendo, così è venuta a vedere, ha letto il testo,
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    e ha iniziato a piangere.
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    E ora tutti piangono.
    (Risate)
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    Non so cosa fare, quindi la mia prima reazione
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    in quanto graphic designer è mostrare a tutti
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    quello che avevo appena visto,
    e la gente ha cominciato a vederli
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    e a condividerli,
    e così è cominciato tutto.
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    Il giorno dopo, quando si è veramente iniziato a parlarne,
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    mi sono detto,
    e mia moglie mi ha detto,
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    anch'io voglio un manifesto,
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    quindi questa è lei.
    (Risate)
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    Visto che funziona, metti anche me su un manifesto ora.
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    Ma seriamente, mi sono detto,
    ok, questi funzionano,
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    ma non si tratta solo di me, si tratta della gente di Israele
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    che vuole dire qualcosa.
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    Quindi scatterò foto a tutte le persone che conosco, se vogliono,
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    le metterò su un manifesto, e lo condividerò.
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    Quindi sono andato dai miei vicini, amici e studenti
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    e ho chiesto loro di darmi una foto e che avrei fatto un manifesto.
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    Ecco come è iniziato.
    Ed è così che
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    si è scatenato, perché improvvisamente le persone
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    su Facebook, amici e altri,
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    capiscono che possono farne parte.
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    Non si tratta solo di un tizio che fa un manifesto,
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    possiamo farne parte, quindi hanno iniziato a mandarmi foto
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    chiedendo, "Fammi un manifesto. Pubblicalo.
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    Dì agli Iraniani che anche noi Israeliani li amiamo."
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    Ad un certo punto è diventato molto, molto intenso.
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    Voglio dire, così tante immagini, così ho chiesto ad amici
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    di venire, la maggior parte graphic designer,
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    di fare manifesti con me, perché non avevo tempo.
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    Era una gran quantità di immagini.
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    Per qualche giorno, ecco com'era il mio salotto.
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    Abbiamo ricevuto manifesti israeliani, immagini israeliane,
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    ma anche tanti commenti, tanti messaggi dall'Iran.
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    E abbiamo preso questi messaggi e ne abbiamo fatto dei manifesti,
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    perché conosco le persone:
    Non leggono, vedono immagini.
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    Se è un'immagine, magari la leggono.
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    Eccone qualcuna.
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    ("Sei il mio primo amico israeliano. Spero che ci sbarazzeremo entrambi dei politici idioti, comunque è un piacere vederti!")
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    ("Mi piace quel blu. Mi piace quella stella.
    Mi piace quella bandiera.")
    Questa è molo commovente perché è la storia
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    di una ragazza iraniana a cui hanno insegnato
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    a camminare sulla bandiera israeliana
    entrando a scuola ogni giorno,
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    e ora che vede i manifesti che mandiamo,
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    ha detto che ha cambiato idea,
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    e ora adora quel blu, adora quella stella,
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    e adora quella bandiera, parla della bandiera israeliana,
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    e spera che ci si possa incontrare e che possa venire a trovarci,
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    e questo solo qualche giorno dopo
    aver pubblicato il primo manifesto.
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    Il giorno dopo,
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    gli Iraniani hanno iniziato a rispondere con i loro manifesti.
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    Hanno dei graphic designer. Cosa?
    (Risate)
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    Roba da pazzi.
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    Vedete che sono ancora timidi,
    non vogliono mostrare i propri visi,
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    ma vogliono diffondere il messaggio.
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    Vogliono reagire. Vogliono dire la stessa cosa.
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    Ora si tratta di comunicazione.
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    È una storia reciproca.
    Sono gli Israeliani e gli Iraniani
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    che mandano lo stesso messaggio, gli uni agli altri.
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    ("Amico mio israeliano. Non ti odio. Non voglio la Guerra.")
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    Non era mai successo prima, e queste sono due persone
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    che sarebbero nemiche, siamo sull'orlo di una guerra,
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    e improvvisamente la gente inizia a dire su Facebook,
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    "Quest'uomo mi piace. Questi ragazzi mi piacciono."
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    E ad un certo punto è diventato qualcosa di veramente grande.
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    E poi è diventato una notizia.
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    Perché quando si parla di Medio Oriente,
    si vedono solo le cattive notizie.
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    E improvvisamente, accade qualcosa
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    che è una buona notizia.
    Nei notiziari dicono,
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    "Ok, parliamo di questo."
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    E sono venuti, ed era così enorme,
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    ricordo un giorno, Michal,
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    parlava con il giornalista e gli chiedeva,
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    "Chi vedrà il programma?"
    E lui ha risposto, "Tutti".
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    Lei ha detto, "Tutti in Palestina, dove? Israele? Dove?
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    Chi sono tutti?"
    "Tutti".
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    Hanno detto, "Syria?"
    "Syria".
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    "Libano?"
    "Libano".
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    Ad un certo punto ha detto,
    "40 milioni di persone vi vedranno oggi.
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    Sono tutti."
    I Cinesi.
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    Ed eravamo solo all'inizio della storia.
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    È successa anche una cosa pazzesca.
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    Ogni volta che un paese iniziava a parlarne,
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    come la Germania, l'America, ovunque,
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    spuntava un'altra pagina su Facebook con lo stesso logo
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    con le stesse storie,
    quindi all'inizio
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    avevamo "Iran-Ama-Israele",
    che è un iraniano
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    a Teheran che dice,
    "Ok, Israele ama l'Iran?
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    vi do Iran-Ama-Israele".
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    Avete Palestina-Ama-Israele.
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    C'è il Libano che... giusto qualche giorno fa...
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    E questa lista di pagine Facebook
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    dedicata allo stesso messaggio,
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    a persone che esprimono il loro amore l'una per l'altra.
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    Il momento in cui ho veramente capito che stava succedendo qualcosa,
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    un amico mi ha detto,
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    "Cerca su Google la parola 'Israele'".
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    E queste sono le prima pagine in quei giorni
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    che uscivano su Google
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    digitando, "Israele" o "Iran".
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    Abbiamo veramente cambiato
    il modo in cui la gente vede il Medio Oriente.
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    Perché non siete in Medio Oriente.
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    Siete là da qualche parte e volete vedere il Medio Oriente,
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    quindi andate su Google e cercate, "Israele",
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    e vi dà le cose brutte.
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    E per qualche giorno uscivano queste immagini.
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    Oggi questi sono i numeri la pagine Israele-Ama-Iran
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    della pagina Israele-Ama-Iran,
    80 831 'mi piace' e 2 milioni di persone la settimana scorsa
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    sono andate sulla pagina e hanno condiviso,
    fatto 'mi piace',
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    o commentato una delle foto.
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    Quindi, da cinque mesi adesso, questo è quello che stiamo facendo,
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    io, Michal, qualche amico,
    stiamo solo creando immagini.
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    Mostriamo una nuova realtà
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    solo creando immagini
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    perché è così che il mondo ci percepisce.
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    Vede immagini di noi, e vede brutte immagini.
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    Quindi stiamo lavorando per fare immagini belle.
    Fine della storia.
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    Guardate questa.
    Questa è la pagina Iran-Ama-Israele.
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    Questa non è Israele-Ama-Iran.
    Questa non è la mia pagina.
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    Questo è un tizio a Teheran, il giorno della memoria
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    del soldato israeliano caduto,
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    che mette un immagine di un soldato israeliano sulla sua pagina.
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    Questo è il nemico.
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    Cosa?
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    ("Le nostre più sincere condoglianza alle famiglie che hanno perso il loro cari nell'attacco terroristico in Bulgaria")
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    E va in entrambe le direzioni.
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    E' tipo... ci mostriamo rispetto, l'uno all'altro.
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    E si capisce. Si mostra compassione.
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    Si diventa amici.
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    E ad un certo punto, si diventa amici su Facebook,
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    e si diventa amici nella vita.
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    Si può viaggiare e incontrare persone.
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    Ero a Monaco qualche settimana fa.
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    Sono andato là per inaugurare un'esposizione sull'Iran
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    e ho incontrato delle persone della pagina
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    che mi hanno detto,"Ok, sarai in Europa,
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    Vengo. Vengo dalla Francia, dall'Olanda,
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    dalla Germania" ovviamente,
    e da Israele è arrivata gente,
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    e ci siamo incontrati lì per la prima volta dal vivo.
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    Ho incontrato persone che dovrebbero essere mie nemiche,
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    per la prima volta. E ci siamo stretti la mano,
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    abbiamo bevuto un caffè, abbiamo chiacchierato,
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    abbiamo parlato di cibo e di basket.
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    Tutto qui.
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    Ricordate quell'immagine all'inizio?
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    Ad un certo punto ci siamo incontrati per davvero,
    e siamo diventati amici.
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    E funziona anche nell'altro senso.
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    Una ragazza che abbiamo conosciuto su Facebook
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    non era mai stata in Israele, nata e cresciuta in Iran,
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    vive in Germania, ha paura degli Israeliani
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    a causa di quello che sa su di noi,
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    decide, dopo qualche mese di chiacchierate su Internet
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    con alcuni Israeliani, di venire in Israele,
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    sale sull'aereo e arriva a Ben Gurion
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    e dice,
    "Ok, non è poi così terribile."
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    Qualche settimana fa, la tensione è aumentata,
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    così abbiamo iniziato una nuova campagna
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    intitolata:
    "Non siamo pronti a morire per la vostra guerra."
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    Voglio dire, è più o meno lo stesso messaggio,
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    ma volevamo veramente aggiungere un po' di aggressività.
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    E di nuovo, è successa una cosa straordinaria,
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    una cosa che non era successa
    durante la prima ondata della campagna.
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    Ora gente dall'Iran, le stesse persone che erano timide
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    durante la prima campagna e avevano inviato
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    solo i piedi e mezzo viso,
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    ora mandano i loro visi, e dicono,
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    "Ok, nessun problema, ci siamo anche noi.
    Siamo con voi."
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    Guardate da dove vengono queste persone.
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    E per ogni persona di Israele,
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    c'è qualcuno dall'Iran.
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    Semplicemente persone che mandano loro foto.
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    Una follia, vero?
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    Quindi --
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    (Applausi)
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    Potreste chiedervi, chi è questo tizio?
  • 12:32 - 12:35
    Mi chiamo Ronny Edry, ho 41 anni, sono israeliano,
  • 12:35 - 12:40
    sono padre di due bambini, sono un marito,
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    sono un graphic designer. Insegno grafica.
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    E non sono così ingenuo, perché molto spesso
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    mi è stato chiesto,
    "Già, però
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    è molto ingenuo, mandare fiori, voglio dire -- "
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    Sono stato nell'esercito. Sono stato paracadutista per tre anni,
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    e so cosa si vede da terra.
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    So che può sembrare molto brutto.
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    Per me, questa è la cosa coraggiosa da fare,
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    cercare di arrivare dall'altra parte prima che sia troppo tardi,
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    perché quando sarà troppo tardi, sarà troppo tardi.
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    Qualche volte la guerra è inevitabile,
    qualche volta,
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    ma forse con un po' di impegno possiamo evitarla.
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    Magari in quanto persone, perché in Israele in particolare,
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    siamo in una democrazia.
    Abbiamo la libertà di parola,
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    e magari quella piccola cosa può cambiare qualcosa.
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    E possiamo veramente essere ambasciatori di noi stessi.
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    Possiamo mandare un messaggio e sperare per il meglio.
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    Voglio chiedere a Michal, mia moglie, di venire con me
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    su palco solo per fare con voi un'immagine,
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    perché si stratta solo di immagini.
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    E magari quell'immagine ci aiuterà a cambiare le cose.
  • 14:00 - 14:03
    Alzate questo. Esattamente,
  • 14:03 - 14:06
    Farò solo una foto,
  • 14:06 - 14:09
    la pubblicherò su Facebook
  • 14:09 - 14:14
    con un commento del tipo "Israele per la pace",
    o qualcosa di simile.
  • 14:17 - 14:19
    Oh mio Dio.
  • 14:19 - 14:22
    Non piangere.
  • 14:22 - 14:23
    Grazie ragazzi.
  • 14:23 - 14:35
    (Applausi)
Title:
Israele e Iran: Una storia d'amore?
Speaker:
Ronny Edry
Description:

Quando la guerra tra Israele e Iran sembrava imminente, il grafico israeliano Ronny Edry ha condiviso un manifesto su Facebook che ritraeva sé stesso e sua figlia con un messaggio audace: "Iraniani... noi [cuore] voi." Altri Israeliani hanno rapidamente creato i propri manifesti con lo stesso messaggio -- e gli Iraniani hanno reagito alla stessa maniera. Il semplice atto di comunicare ha ispirato sorprendenti comunità su Facebook come "Israele ama Iran", "Iran ama Israele" e anche "Palestina ama Israele".

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
14:57
Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for Israel and Iran: A love story?
Antonella Di Ciancio accepted Italian subtitles for Israel and Iran: A love story?
Antonella Di Ciancio edited Italian subtitles for Israel and Iran: A love story?
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