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Sì, sono sopravvissuta al cancro. Ma non è questo che mi identifica.

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    Ci siamo appena incontrati
    sull'autobus,
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    e vorremmo conoscerci meglio;
  • 0:08 - 0:10
    ma io devo scendere
    alla prossima fermata,
  • 0:10 - 0:15
    perciò mi direte
    tre cose di voi
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    che vi descrivono come persona,
  • 0:18 - 0:20
    tre cose di voi
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    che mi aiutino a capire chi siete,
  • 0:23 - 0:28
    tre cose che mettano in evidenza
    la vostra vera natura.
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    Quello che mi chiedo è:
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    tra quelle tre cose,
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    ce n'è una che sia
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    l'aver superato
    qualche tipo di trauma?
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    Sopravvissuto al cancro,
    a uno stupro,
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    all'Olocausto, a un incesto.
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    Avete mai notato come
    tendiamo a definirci
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    attraverso le nostre ferite?
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    Il contesto in cui questa identità
    del sopravvissuto mi sembra
  • 1:02 - 1:04
    maggiormente presente
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    sono i pazienti oncologici.
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    Ho avuto contatti con
    questa realtà per molto tempo,
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    perché sono stata cappellano
    negli hospice e negli ospedali
  • 1:13 - 1:16
    per circa 30 anni.
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    Nel 2005 lavoravo in un
    grande centro oncologico
  • 1:22 - 1:25
    e ricevetti la notizia che
  • 1:25 - 1:28
    mia madre aveva il cancro al seno.
  • 1:28 - 1:30
    Cinque giorni dopo,
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    ricevetti la notizia che anche
    io avevo il cancro al seno.
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    Io e mia madre siamo
    un po' in competizione,
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    (Risate)
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    ma questa volta non volevo
    fare a gara con lei.
  • 1:44 - 1:46
    Ho pensato
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    che se devi avere il cancro
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    è comodo lavorare
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    in un posto dove lo curano.
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    Però mi sono sentita dire
    da molte persone indignate:
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    "Cosa?
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    Tu sei il cappellano,
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    dovresti essere immune al cancro!".
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    Come fossi stata un vigile che
    se la cava
  • 2:02 - 2:04
    con un ammonimento invece di una multa
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    perché è uno di loro.
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    Quindi mi sono fatta curare
    al centro oncologico dove lavoravo
  • 2:11 - 2:14
    ed è stato straordinariamente comodo,
  • 2:14 - 2:16
    ho fatto la chemioterapia,
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    una mastectomia e ho
    una protesi con soluzione salina.
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    Prima di andare avanti,
    vi dico subito
  • 2:21 - 2:25
    che questa è quella finta.
    (Risate)
  • 2:25 - 2:28
    Ho imparato che è meglio dirlo subito,
  • 2:28 - 2:30
    perché già mi immagino
    qualcuno che dice:
  • 2:30 - 2:32
    "Oh, sono sicuro che è quella."
  • 2:32 - 2:35
    Poi magari mi muovo o
    faccio un gesto e dice:
  • 2:35 - 2:37
    "No, è l'altra."
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    Ora lo sapete.
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    Ho imparato molto come paziente,
  • 2:42 - 2:44
    e una delle cose sorprendenti per me
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    è stata che solo una parte
    dell'esperienza del cancro
  • 2:47 - 2:49
    c'entra con la medicina.
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    Riguarda soprattutto
    i sentimenti e la fede,
  • 2:54 - 2:56
    il perdere e il trovare
    la propria identità
  • 2:56 - 2:58
    e scoprire una forza
  • 2:58 - 3:02
    e una capacità di adattamento
    che non si sapeva di possedere.
  • 3:02 - 3:04
    Significa rendersi conto
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    che le cose più importanti della vita
  • 3:07 - 3:10
    non sono le cose, ma i rapporti,
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    significa ridere in faccia all'incertezza
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    e imparare che per cavarsela
    in quasi ogni situazione
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    basta dire: "Ho il cancro".
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    L'altra cosa che ho imparato è che
  • 3:25 - 3:30
    non è necessario che io assuma
    l'identità di "sopravvissuta al cancro"
  • 3:30 - 3:34
    ma caspita, quante forze potenti
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    mi spingono a farlo!
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    Non fraintendetemi, per favore.
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    Le associazioni per i malati
    di cancro,
  • 3:44 - 3:46
    l'impulso dato agli
    screening precoci,
  • 3:46 - 3:48
    la sensibilizzazione sul cancro
    e la ricerca sul cancro
  • 3:48 - 3:50
    lo hanno fatto diventare
    una cosa normale,
  • 3:50 - 3:52
    e questo è meraviglioso.
  • 3:52 - 3:54
    Ora si può parlare del cancro
  • 3:54 - 3:56
    senza sussurrare.
  • 3:56 - 4:00
    Si può parlare del cancro
    e sostenersi l'un l'altro.
  • 4:00 - 4:03
    Ma alle volte sembra che
  • 4:03 - 4:05
    le persone esagerino un po'
  • 4:05 - 4:10
    e inizino a dirci come ci sentiremo.
  • 4:10 - 4:13
    Circa una settimana dopo
    il mio intervento,
  • 4:13 - 4:16
    venne a trovarci una persona.
  • 4:16 - 4:19
    Probabilmente questo fu
    il nostro primo errore.
  • 4:19 - 4:22
    Tenete presente che,
    a quell'epoca
  • 4:22 - 4:26
    avevo fatto il cappellano
    per oltre 20 anni,
  • 4:26 - 4:28
    e argomenti come il morire, la morte
  • 4:28 - 4:30
    e il significato della vita,
  • 4:30 - 4:33
    erano cose di cui avevo
    parlato e riparlato.
  • 4:33 - 4:35
    Quella sera a cena,
  • 4:35 - 4:38
    il nostro ospite,
    dopo essersi stiracchiato,
  • 4:38 - 4:40
    mi disse: "Sai Deb,
  • 4:40 - 4:45
    ora imparerai quali sono
    le cose importanti.
  • 4:45 - 4:49
    Farai dei grandi cambiamenti,
    nella tua vita,
  • 4:49 - 4:53
    e inizierai a pensare
    alla tua morte.
  • 4:53 - 4:56
    Eh sì, questo cancro è il
    tuo servizio sveglia."
  • 4:58 - 5:01
    Queste parole sono bellissime
  • 5:01 - 5:03
    se dette da qualcuno che parla
  • 5:03 - 5:06
    della propria esperienza,
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    ma quando qualcun altro dice a te
  • 5:08 - 5:10
    come ti sentirai,
  • 5:10 - 5:13
    sono boiate.
  • 5:13 - 5:15
    L'unico motivo per cui non lo uccisi
  • 5:15 - 5:17
    con le mie stesse mani
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    era che non riuscivo
    a sollevare il braccio destro.
  • 5:21 - 5:26
    Ma gli dissi una gran brutta parola
  • 5:26 - 5:28
    seguita da una parola normale
  • 5:28 - 5:30
    (Risate)
  • 5:30 - 5:33
    E a quel punto mio marito disse:
    "È sotto sedativi"
  • 5:33 - 5:35
    (Risate)
  • 5:35 - 5:38
    Poi, finita la cura, pareva che tutti
  • 5:38 - 5:41
    volessero dirmi cosa quell'esperienza
    avrebbe significato per me.
  • 5:41 - 5:44
    "Oh, questo significa
    che farai la maratona"
  • 5:44 - 5:46
    "Oh, questo significa
    che verrai al pranzo."
  • 5:46 - 5:48
    "Questo significa che ti metterai
    il nastro rosa
  • 5:48 - 5:49
    e la maglietta rosa
  • 5:49 - 5:51
    e la fascia
    e gli orecchini
  • 5:51 - 5:54
    e il braccialetto e le mutandine."
  • 5:54 - 5:58
    Sì, le mutandine!
    Cercatele su Google.
  • 5:58 - 6:00
    (Risate)
  • 6:00 - 6:02
    E questo sarebbe sensibilizzare?
  • 6:02 - 6:05
    Solo mio marito dovrebbe vedere
    le mie mutandine.
  • 6:05 - 6:06
    (Risate)
  • 6:06 - 6:10
    E lui è già abbastanza
    consapevole del cancro.
  • 6:10 - 6:13
    A quel punto ho pensato: "O mio Dio,
  • 6:13 - 6:16
    tutto questo si sta impossessando
    della mia vita!"
  • 6:16 - 6:21
    E lì mi sono detta:
    "Devi essere padrona delle tue esperienze,
  • 6:21 - 6:25
    non farti controllare da esse"
  • 6:25 - 6:27
    È risaputo che
  • 6:27 - 6:31
    per superare un trauma, una perdita,
  • 6:31 - 6:34
    un'esperienza che ti cambia la vita,
  • 6:34 - 6:36
    bisogna capirne il senso.
  • 6:36 - 6:38
    Ma il punto è questo:
  • 6:38 - 6:40
    nessuno può dirci
  • 6:40 - 6:43
    quale sia il significato
    della nostra esperienza.
  • 6:43 - 6:46
    Dobbiamo deciderlo noi.
  • 6:46 - 6:50
    E non deve per forza essere
    un significato eccezionale o plateale.
  • 6:50 - 6:53
    Non occorre che costituiamo una fondazione
  • 6:53 - 6:55
    o un'organizzazione,
    né che scriviamo un libro,
  • 6:55 - 6:58
    né che giriamo un documentario.
  • 6:58 - 7:00
    Il significato può essere silenzioso,
  • 7:00 - 7:03
    e meno plateale.
  • 7:03 - 7:09
    Magari prendiamo una piccola decisione
    che riguarda la nostra vita,
  • 7:09 - 7:11
    che può portare a un grande cambiamento.
  • 7:14 - 7:16
    Molti anni fa, avevo un paziente,
  • 7:16 - 7:18
    un giovane meraviglioso,
  • 7:18 - 7:20
    amato da tutto lo staff.
  • 7:20 - 7:24
    Fu quindi scioccante scoprire
  • 7:24 - 7:27
    che non aveva amici.
  • 7:27 - 7:29
    Viveva da solo,
  • 7:29 - 7:33
    veniva a fare la chemioterapia da solo,
  • 7:33 - 7:35
    faceva la terapia
  • 7:35 - 7:39
    e poi tornava a casa da solo.
  • 7:39 - 7:41
    Una volta gli chiesi:
  • 7:41 - 7:43
    "Ehi, come mai non ti porti
    dietro un amico?"
  • 7:43 - 7:48
    E lui rispose: "In realtà, non ho amici",
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    ma ne aveva tanti nel reparto infusioni.
  • 7:51 - 7:54
    Tutti gli volevamo bene e c'era sempre
    un viavai di persone nella sua stanza.
  • 7:54 - 7:58
    Il giorno dell'ultima chemio
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    gli abbiamo cantato la canzone,
  • 8:00 - 8:03
    gli abbiamo messo la corona in testa
    e fatto le bolle di sapone
  • 8:03 - 8:04
    e poi gli ho chiesto:
  • 8:04 - 8:07
    "Cosa farai, ora?"
  • 8:09 - 8:11
    E lui mi ha risposto:
  • 8:11 - 8:12
    "Mi farò degli amici".
  • 8:12 - 8:14
    E così fece.
  • 8:14 - 8:18
    Iniziò a fare il volontario
    e si fece degli amici;
  • 8:18 - 8:21
    iniziò a frequentare una chiesa,
    si fece amici anche lì
  • 8:21 - 8:24
    e a Natale invitò me e mio marito
    a una festa a casa sua
  • 8:24 - 8:29
    ed era pieno di suoi amici.
  • 8:29 - 8:31
    Siate padroni delle vostre esperienze.
  • 8:31 - 8:33
    Non fatevi controllare da esse.
  • 8:33 - 8:37
    Lui decise che il significato
    della sua esperienza
  • 8:37 - 8:41
    era conoscere la gioia dell'amicizia
  • 8:41 - 8:46
    e quindi imparò a fare amicizia.
  • 8:46 - 8:50
    E voi?
  • 8:50 - 8:52
    Come troverete il senso
  • 8:52 - 8:55
    delle vostre brutte esperienze?
  • 8:55 - 8:56
    Potrebbe essere un'esperienza recente,
  • 8:56 - 8:59
    o una che vi portate dietro
  • 8:59 - 9:01
    da molto tempo.
  • 9:02 - 9:07
    Non è mai troppo tardi per cambiare
    ciò che significa,
  • 9:07 - 9:09
    perché il significato è dinamico.
  • 9:09 - 9:11
    Ciò che significa oggi
  • 9:11 - 9:16
    può non essere ciò che significherà
    tra un anno, o tra dieci anni.
  • 9:16 - 9:18
    Non è mai troppo tardi
    per diventare qualcuno
  • 9:18 - 9:22
    che non sia solo un sopravvissuto.
  • 9:22 - 9:25
    Sentite quanto questa parola è statica?
  • 9:25 - 9:27
    Sopravvissuto.
  • 9:27 - 9:31
    Nessun movimento, nessuna crescita.
  • 9:31 - 9:33
    Siate padroni delle vostre esperienze.
  • 9:33 - 9:36
    Non fatevi controllare da esse,
    perché se lo fate
  • 9:36 - 9:39
    credo che resterete intrappolati,
  • 9:39 - 9:43
    non crescerete, non progredirete.
  • 9:45 - 9:48
    Alle volte, però, non sono
    le pressioni esterne
  • 9:48 - 9:53
    che ci fanno assumere
    l'identità di sopravvissuto.
  • 9:53 - 9:57
    Talvolta ci piacciono i vantaggi.
  • 9:57 - 10:00
    A volte ne ricaviamo qualcosa;
  • 10:00 - 10:02
    poi però restiamo impantanati.
  • 10:04 - 10:06
    Una delle prime cose che imparai
  • 10:06 - 10:10
    quando era una novizia, furono le tre 'C'
  • 10:10 - 10:12
    del compito del cappellano:
  • 10:12 - 10:18
    Confortare, chiarire e,
    se necessario,
  • 10:18 - 10:21
    confrontarsi o contestare.
  • 10:21 - 10:24
    Solitamente a tutti noi
    piace il conforto
  • 10:24 - 10:25
    e il chiarire.
  • 10:25 - 10:30
    Un po' meno il confrontarsi.
  • 10:30 - 10:32
    Un'altra cosa che mi piaceva
  • 10:32 - 10:35
    dell'essere cappellano era
  • 10:35 - 10:39
    rivedere i pazienti un anno
    o persino molti anni
  • 10:39 - 10:41
    dopo la cura, perché
  • 10:41 - 10:44
    era bello vedere come
    erano cambiati,
  • 10:44 - 10:46
    come la loro vita si era trasformata
  • 10:46 - 10:48
    e che esperienze avevano avuto.
  • 10:48 - 10:50
    Un giorno fui felicissima
  • 10:50 - 10:53
    di essere chiamata per incontrare
    nell'atrio della clinica
  • 10:53 - 10:56
    una paziente che avevo visto
    l'anno precedente
  • 10:56 - 10:59
    e che era lì con le sue due figlie,
  • 10:59 - 11:03
    che già conoscevo,
    per una visita di controllo.
  • 11:03 - 11:06
    Scesi nell'atrio ed erano euforiche,
  • 11:06 - 11:09
    perché aveva appena avuto
    i risultati delle analisi
  • 11:09 - 11:15
    che indicavano 'NED'
    "nessuna evidenza di malattia".
  • 11:15 - 11:20
    Una volta pensavo significasse
    "Not Entirely Dead", non del tutto morto.
  • 11:20 - 11:25
    Erano euforiche. Ci sedemmo
  • 11:25 - 11:28
    e fu strano, perché
  • 11:28 - 11:32
    dopo due minuti, iniziò
    a raccontarmi di nuovo la storia
  • 11:32 - 11:36
    della sua diagnosi, dell'intervento,
    della chemioterapia,
  • 11:36 - 11:40
    anche se, siccome ero il cappellano,
    la vedevo ogni settimana
  • 11:40 - 11:43
    e sapevo già la sua storia.
  • 11:43 - 11:46
    Mentre parlava, usava parole
    come sofferenza,
  • 11:46 - 11:50
    agonia, lotta.
  • 11:50 - 11:52
    E concluse la storia con
  • 11:52 - 11:56
    "Mi sentii crocifissa".
  • 11:57 - 12:00
    A quel punto, le sue due figlie
    si alzarono dicendo:
  • 12:00 - 12:04
    "Andiamo a prendere un caffè",
  • 12:04 - 12:07
    e se ne andarono.
  • 12:07 - 12:10
    Ditemi tre cose di voi stessi
    prima della prossima fermata.
  • 12:10 - 12:12
    La gente stava scendendo
    dall'autobus ancor prima
  • 12:12 - 12:18
    che arrivasse alla seconda
    e alla terza cosa.
  • 12:18 - 12:21
    Le passai un fazzolettino
  • 12:21 - 12:25
    e la abbracciai
  • 12:25 - 12:28
    e poi, perché le volevo molto bene,
  • 12:28 - 12:30
    le dissi:
  • 12:30 - 12:33
    "Scendi dalla croce".
  • 12:33 - 12:37
    Lei disse: "Cosa?"
  • 12:37 - 12:42
    Io ripetei: "Scendi dalla croce".
  • 12:42 - 12:47
    E bisogna riconoscerle che
    fu in grado di parlare dei motivi
  • 12:47 - 12:52
    per cui aveva abbracciato quell'identità
    e si era poi aggrappata ad essa.
  • 12:52 - 12:54
    L'aveva messa al centro dell'attenzione.
  • 12:54 - 12:57
    Finalmente le persone
    si prendevano cura di lei;
  • 12:57 - 13:01
    ma ora stava avendo l'effetto opposto.
  • 13:01 - 13:03
    Le allontanava, le persone.
  • 13:03 - 13:07
    Le persone se ne andavano
    per prendere un caffè.
  • 13:07 - 13:11
    Si sentiva crocifissa
    dalla sua esperienza,
  • 13:11 - 13:17
    ma non voleva che
    il suo io crocifisso morisse.
  • 13:17 - 13:20
    Potreste pensare
  • 13:20 - 13:23
    che fui un po' dura con lei,
  • 13:23 - 13:25
    quindi devo dirvi che
  • 13:25 - 13:29
    parlavo per esperienza personale.
  • 13:29 - 13:32
    Molti anni prima,
  • 13:32 - 13:35
    ero stata licenziata
    da un lavoro che amavo.
  • 13:35 - 13:39
    Parlavo sempre della mia innocenza,
  • 13:39 - 13:42
    dell'ingiustizia, del tradimento,
    dell'inganno,
  • 13:42 - 13:44
    finché anche a me
    successe che,
  • 13:44 - 13:46
    quando parlavo,
    le persone se ne andavano.
  • 13:46 - 13:49
    Ad un certo punto ho capito
  • 13:49 - 13:52
    che non stavo solo elaborando
    i miei sentimenti,
  • 13:52 - 13:55
    li stavo alimentando.
  • 13:55 - 13:59
    Non volevo che il mio io
    crocifisso morisse.
  • 13:59 - 14:05
    Si sa che in ogni storia
    di risurrezione,
  • 14:05 - 14:07
    bisogna prima morire.
  • 14:07 - 14:09
    Nella storia Cristiana,
  • 14:09 - 14:12
    Gesù restò nella tomba
    per un giorno intero,
  • 14:12 - 14:15
    prima di risorgere.
  • 14:15 - 14:17
    E io credo che, per noi,
  • 14:17 - 14:19
    restare nella tomba
  • 14:19 - 14:23
    significhi fare un
    profondo lavoro interiore
  • 14:23 - 14:25
    sulle nostre ferite
  • 14:25 - 14:30
    e permettere a noi stessi di guarire.
  • 14:30 - 14:33
    Dobbiamo lasciar morire l'io crocifisso,
  • 14:33 - 14:37
    così che un nuovo io, un io più vero
  • 14:37 - 14:39
    possa vedere la luce.
  • 14:39 - 14:42
    Dobbiamo lasciare andare
    quella vecchia storia,
  • 14:42 - 14:46
    così che una nuova storia,
    una storia più vera,
  • 14:46 - 14:49
    possa essere raccontata.
  • 14:49 - 14:55
    Siate padroni delle vostre esperienze.
    Non fatevi controllare da esse.
  • 14:55 - 14:57
    Cosa succederebbe se
    non ci fossero più sopravvissuti,
  • 14:57 - 15:00
    se cioè le persone decidessero
  • 15:00 - 15:03
    di far sì che il loro trauma
    sia un'esperienza,
  • 15:03 - 15:07
    invece di farlo diventare
    la propria identità?
  • 15:07 - 15:09
    Forse non saremmo più
  • 15:09 - 15:11
    intrappolati nelle nostre ferite
  • 15:11 - 15:15
    e sarebbe l'inizio di un'incredibile
  • 15:15 - 15:19
    ricerca di sé, scoperta e crescita.
  • 15:19 - 15:24
    Forse inizieremmo a definire noi stessi
  • 15:24 - 15:26
    per chi siamo diventati
  • 15:26 - 15:30
    e stiamo diventando.
  • 15:30 - 15:36
    Forse "sopravvissuto"
    non sarebbe stata
  • 15:36 - 15:41
    una delle tre cose che mi avreste detto.
  • 15:41 - 15:43
    Non importa.
  • 15:43 - 15:45
    Voglio solo dirvi che
  • 15:45 - 15:49
    sono contenta che siamo
    insieme su questo autobus
  • 15:49 - 15:53
    e io scendo qui.
  • 15:53 - 15:57
    (Applausi)
Title:
Sì, sono sopravvissuta al cancro. Ma non è questo che mi identifica.
Speaker:
Debra Jarvis
Description:

Debra Jarvis lavorava come cappellano ospedaliero da quasi 30 anni quando le fu diagnosticato il cancro. Ha imparato molto come paziente. In questo discorso spiritoso e coraggioso spiega come l'identità di "sopravvissuto al cancro" possa risultare statica. Chiede a tutti noi di essere padroni delle nostre esperienze più difficili, lasciandoci anche lo spazio per crescere ed evolverci.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:09

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