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Perché è avvenuta la Brexit -- e cosa fare dopo

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    Sono inglese.
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    (Risate)
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    (Applausi)
  • 0:09 - 0:13
    Mai, prima d'ora, la frase
    "Sono inglese" ha suscitato tanta pietà.
  • 0:13 - 0:15
    (Risate)
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    Vengo da un'isola
    dove a molti di noi piace credere
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    che ci sia stata una grande continuità
    nel corso degli ultimi mille anni.
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    Storicamente, tendiamo
    a imporre cambiamenti agli altri,
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    salvo chiederne molti meno a noi stessi.
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    Perciò è stato uno shock immenso per me,
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    quando mi sono svegliato
    la mattina del 24 Giugno,
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    scoprire che il mio paese aveva votato
    per uscire dall'Unione Europea,
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    il mio Primo Ministro si era dimesso,
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    e la Scozia stava valutando
    se fare un referendum
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    che potrebbe portare a termine
    l'esistenza stessa del Regno Unito.
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    Fu un grande shock per me,
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    e per molte altre persone;
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    ma è stato anche una cosa
    che, nei vari giorni successivi,
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    ha creato un totale
    collasso politico nel mio paese.
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    Ci sono stati appelli
    per un secondo referendum,
  • 1:03 - 1:06
    quasi come se, dopo una partita,
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    chiedessimo all'avversario la rivincita.
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    Tutti incolpavano chiunque altro.
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    La gente incolpava il Primo Ministro
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    solo per aver indetto il referendum.
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    E i leader dell'opposizione,
    per non aver lottato abbastanza.
  • 1:18 - 1:20
    I giovani accusavano i vecchi.
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    I più istruiti, quelli meno istruiti.
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    Questo crollo totale
    è stato persino peggiorato
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    dal suo aspetto più tragico:
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    espressioni di xenofobia e razzismo,
    per le strade della Gran Bretagna,
  • 1:33 - 1:35
    ad un livello che mai
    avevo visto prima,
  • 1:35 - 1:36
    nella mia vita.
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    Le persone si stanno chiedendo se stiamo
    diventando una Piccola Inghilterra
  • 1:42 - 1:44
    o, nelle parole di un mio collega,
  • 1:44 - 1:48
    un parco a tema nostalgico anni '50
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    che galleggia sull'Oceano Atlantico.
  • 1:50 - 1:53
    (Risate)
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    Ma in realtà la mia domanda è,
  • 1:56 - 2:01
    questo stupore dovrebbe stupirci?
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    È un qualcosa che è esploso
    durante la notte?
  • 2:04 - 2:08
    O sono stati fattori strutturali più
    profondi a condurci dove siamo oggi?
  • 2:08 - 2:13
    Voglio fare un passo indietro
    e fare due domande molto facili.
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    Primo: cosa rappresenta la Brexit,
  • 2:16 - 2:17
    non solo per il mio paese,
  • 2:17 - 2:20
    ma per il mondo intero?
  • 2:20 - 2:23
    E secondo: cosa possiamo
    fare, a riguardo?
  • 2:23 - 2:26
    Come dovremmo reagire?
  • 2:26 - 2:28
    Ma prima, cosa rappresenta la Brexit?
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    Con il senno di poi,
    è una cosa meravigliosa.
  • 2:32 - 2:36
    La Brexit ci insegna molte cose
    sulla nostra società,
  • 2:36 - 2:38
    e sulle società nel mondo.
  • 2:39 - 2:43
    Evidenzia la nostra
    imbarazzante ignoranza
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    sulle fratture interne
    alle nostre società.
  • 2:45 - 2:51
    Il voto è diviso lungo linee di età,
    educazione, ceto e geografia.
  • 2:51 - 2:54
    Non molti giovani hanno votato,
  • 2:54 - 2:56
    ma quelli che l'hanno fatto
    volevano rimanere.
  • 2:56 - 3:00
    I più anziani, invece, volevano davvero
    uscire dall'Unione Europea.
  • 3:00 - 3:04
    Geograficamente, Londra e la Scozia
    erano i più convinti sostenitori
  • 3:04 - 3:06
    della permanenza nell'Unione Europea,
  • 3:06 - 3:10
    mentre nelle altre parti del paese
    c'è stata un'ambivalenza molto forte.
  • 3:11 - 3:15
    Queste divisioni devono essere
    riconosciute e prese molto sul serio.
  • 3:15 - 3:18
    Ma andando più in profondità,
    il voto ci ha insegnato qualcosa
  • 3:18 - 3:21
    sulla natura della politica oggi.
  • 3:21 - 3:25
    La politica contemporanea non riguarda più
    semplicemente la destra e la sinistra.
  • 3:25 - 3:28
    Non è più soltanto tassazione e spesa.
  • 3:28 - 3:30
    Ha a che fare con la globalizzazione.
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    La vera frattura della politica moderna
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    è tra chi sostiene la globalizzazione
  • 3:35 - 3:37
    e chi la teme.
  • 3:38 - 3:41
    (Applausi)
  • 3:44 - 3:46
    Se indaghiamo sulle motivazioni
    di chi ha voluto uscire
  • 3:46 - 3:49
    - il fronte del "Leave"
    contro quello del "Remain" -
  • 3:49 - 3:51
    vediamo due fattori,
    nei sondaggi elettorali,
  • 3:51 - 3:53
    davvero degni di nota.
  • 3:53 - 3:56
    Il primo era l'immigrazione,
    il secondo è la sovranità,
  • 3:56 - 4:01
    e rappresentano il desiderio delle persone
    di riprendere il controllo delle loro vite
  • 4:01 - 4:05
    e la sensazione di non essere
    rappresentati dai politici.
  • 4:07 - 4:12
    Ma queste idee tradiscono
    paura e alienazione.
  • 4:12 - 4:17
    Rappresentano un regresso
    al nazionalismo e ai confini
  • 4:17 - 4:19
    in modi che molti di noi
    non approverebbero.
  • 4:20 - 4:23
    Vorrei suggerirvi che il quadro
    è molto più complicato di così,
  • 4:23 - 4:25
    che gli internazionalisti
    liberali come me,
  • 4:25 - 4:28
    e mi includo fermamente
    in questa definizione,
  • 4:28 - 4:30
    devono ripensare il ruolo che hanno avuto
  • 4:30 - 4:34
    per capire come siamo finiti
    in questa situazione.
  • 4:35 - 4:38
    Quando guardiamo gli schemi
    di votazione nel Regno Unito,
  • 4:38 - 4:41
    le divisioni emergono chiaramente.
  • 4:41 - 4:44
    Le aree blu mostrano il Remain (Restare)
  • 4:44 - 4:46
    e le aree rosse il Leave (uscire).
  • 4:46 - 4:47
    Quando ho visto questa mappa,
  • 4:47 - 4:51
    fui colpito dalla quantità
    irrisoria di tempo
  • 4:51 - 4:54
    che ho passato in molte delle aree rosse.
  • 4:54 - 4:59
    Mi sono accorto che
    nelle 50 aree del Regno Unito
  • 4:59 - 5:01
    con la più alta percentuale di Leave,
  • 5:01 - 5:07
    ho trascorso in totale
    quattro giorni di vita.
  • 5:07 - 5:12
    Di alcuni di quei posti ignoravo persino
    i nomi dei distretti elettorali.
  • 5:13 - 5:15
    È stato un vero shock per me,
  • 5:15 - 5:17
    e dimostrava come persone come me,
  • 5:17 - 5:21
    che si ritengono inclusive,
    aperte e tolleranti,
  • 5:21 - 5:23
    forse conoscono i loro stessi paesi,
    e le loro società,
  • 5:23 - 5:26
    molto peggio di quanto amino credere.
  • 5:26 - 5:29
    (Applausi)
  • 5:36 - 5:40
    E questo costituisce una sfida:
    dobbiamo elaborare un nuovo modo
  • 5:40 - 5:43
    di narrare la globalizzazione
    a queste persone,
  • 5:43 - 5:47
    e capire che quelle persone che
    non sono andate tutte all'Università,
  • 5:48 - 5:50
    non sono cresciute tutte con Internet,
  • 5:50 - 5:52
    non hanno opportunità di viaggiare,
  • 5:52 - 5:56
    forse sono diffidenti verso una storia
    che invece ha convinto noi,
  • 5:56 - 5:58
    chiusi nelle nostre
    campane di vetro liberali.
  • 5:59 - 6:01
    (Applausi)
  • 6:04 - 6:07
    Il che implica comunicare di più,
    e comprenderli meglio.
  • 6:08 - 6:14
    Alcuni, nel fronte Leave, hanno seminato
    la politica della paura e dell'odio,
  • 6:14 - 6:16
    alimentando bugie e diffidenza
  • 6:16 - 6:19
    attorno, per esempio, all'idea
    che il voto sull'Europa
  • 6:19 - 6:23
    potesse ridurre il numero di rifugiati
    e richiedenti asilo in Europa,
  • 6:23 - 6:26
    quando il voto per uscire
    non aveva nulla a che fare
  • 6:26 - 6:28
    con l'immigrazione degli extracomunitari.
  • 6:29 - 6:33
    Ma una grande maggioranza
    del fronte Leave
  • 6:33 - 6:36
    era motivata dalla sfiducia
    verso la classe politica.
  • 6:36 - 6:39
    Questo è stato per molti
    un voto di protesta,
  • 6:39 - 6:41
    contro la sensazione
    che nessuno li rappresentasse,
  • 6:41 - 6:44
    che nessun partito politico
    parlasse per loro.
  • 6:44 - 6:48
    E così hanno respinto
    la classe politica.
  • 6:49 - 6:54
    Succede in Europa e in gran parte
    del mondo liberal-democratico.
  • 6:55 - 6:59
    Lo vediamo nell'aumento di popolarità
    di Donald Trump negli Stati Uniti;
  • 6:59 - 7:03
    nel crescente nazionalismo
    di Viktor Orbán in Ungheria;
  • 7:04 - 7:08
    nella rimonta elettorale
    di Marine Le Pen, in Francia.
  • 7:08 - 7:12
    Il fantasma della Brexit aleggia
    su tutte le nostre società.
  • 7:13 - 7:16
    Perciò la domanda che a mio avviso
    dovremmo farci è la seconda:
  • 7:16 - 7:19
    in che modo dovremmo
    rispondere, collettivamente?
  • 7:19 - 7:25
    Chi tra noi ha a cuore la creazione
    di società liberali, aperte e tolleranti,
  • 7:25 - 7:28
    deve elaborare urgentemente
  • 7:28 - 7:32
    una nuova visione della globalizzazione,
    più tollerante e inclusiva,
  • 7:32 - 7:35
    che convinca le persone ad unirsi a noi,
    piuttosto che lasciarsele alle spalle.
  • 7:37 - 7:39
    Questo tipo di globalizzazione
  • 7:39 - 7:43
    deve partire dal riconoscimento
    dei benefici della globalizzazione.
  • 7:43 - 7:46
    È opinione diffusa tra gli economisti
  • 7:46 - 7:47
    che il libero commercio,
  • 7:47 - 7:51
    il libero movimento del capitale
    e delle persone attraverso i confini
  • 7:51 - 7:53
    porti un beneficio netto complessivo.
  • 7:53 - 7:56
    Ed è opinione diffusa tra gli esperti
    in relazioni internazionali
  • 7:56 - 7:59
    che la globalizzazione
    porta interdipendenza,
  • 7:59 - 8:02
    che a sua volta porta cooperazione e pace.
  • 8:02 - 8:06
    Ma la globalizzazione
    ha anche effetti redistributivi.
  • 8:06 - 8:09
    Crea vincitori e vinti.
  • 8:09 - 8:13
    Per fare l'esempio della migrazione,
    sappiamo che l'immigrazione
  • 8:13 - 8:15
    avvantaggia l'economia nel suo complesso,
  • 8:15 - 8:17
    in quasi tutte le circostanze.
  • 8:18 - 8:24
    Ma dobbiamo stare molto attenti
    anche alle conseguenze redistributive,
  • 8:24 - 8:28
    al fatto che l'immigrazione
    [di persone] poco qualificate
  • 8:28 - 8:32
    può portare ad un'importante riduzione
    dei salari dei ceti sociali inferiori
  • 8:32 - 8:34
    e svalutare il patrimonio immobiliare.
  • 8:34 - 8:37
    Ciò non toglie che sia una forza positiva,
  • 8:37 - 8:40
    ma implica che più persone
    devono condividere quei benefici,
  • 8:40 - 8:41
    e riconoscerli.
  • 8:43 - 8:48
    Nel 2002, l'ex Segretario Generale
    delle Nazioni Unite, Kofi Annan,
  • 8:48 - 8:51
    ha tenuto all'Università di Yale,
  • 8:51 - 8:55
    un discorso sulla
    globalizzazione inclusiva.
  • 8:55 - 8:58
    Fu in quel discorso
    che coniò quel termine.
  • 8:58 - 9:01
    E disse, lo ripeto con parole mie:
  • 9:01 - 9:06
    "La casa di vetro della globalizzazione
    deve essere aperta a tutti
  • 9:06 - 9:09
    se si vuole che rimanga
    un posto sicuro.
  • 9:09 - 9:13
    Il fanatismo e l'ignoranza
  • 9:13 - 9:19
    sono il costo di una
    globalizzazione elitaria e ingiusta."
  • 9:19 - 9:24
    Quell'idea di globalizzazione inclusiva
    tornò a fare capolino nel 2008
  • 9:24 - 9:27
    in una conferenza
    sulla governance progressista
  • 9:27 - 9:30
    a cui erano presenti
    molti leader dei paesi europei.
  • 9:31 - 9:35
    Ma tra l'austerità
    e la crisi finanziaria del 2008,
  • 9:35 - 9:38
    il concetto è scomparso
    senza lasciare tracce.
  • 9:38 - 9:43
    La globalizzazione è stata utilizzata
    a sostegno di un agenda neoliberale.
  • 9:43 - 9:46
    È percepita come parte
    di un programma d'élite
  • 9:46 - 9:48
    piuttosto che una forza
    a beneficio di tutti.
  • 9:48 - 9:50
    E ha bisogno di essere rivendicata
  • 9:50 - 9:53
    su una base molto più inclusiva
    di quanto lo sia oggi.
  • 9:54 - 9:57
    La domanda è, come possiamo
    raggiungere questo traguardo?
  • 9:57 - 10:02
    Come possiamo contrastare il senso
    di paura e alienazione, da un lato,
  • 10:02 - 10:06
    e dall'altro rifutarci di cedere
  • 10:06 - 10:09
    alla xenofobia e al nazionalismo?
  • 10:09 - 10:12
    Tutti noi dovremmo chiedercelo.
  • 10:12 - 10:13
    E penso, da scienziato sociale,
  • 10:13 - 10:16
    che le scienze sociali offrano
    alcuni punti di partenza.
  • 10:17 - 10:22
    La nostra trasformazione deve comprendere
    idee nuove e cambiamenti materiali,
  • 10:22 - 10:26
    e voglio darvi quattro idee
    come punto di partenza.
  • 10:26 - 10:30
    La prima riguarda l'educazione civica.
  • 10:30 - 10:32
    Quello che emerge dalla Brexit
  • 10:32 - 10:36
    è il divario tra percezione pubblica
    e realtà empirica.
  • 10:36 - 10:40
    Alcuni considerano la nostra
    una società post-fattuale,
  • 10:40 - 10:43
    dove prove e verità
    non hanno più importanza,
  • 10:43 - 10:47
    e le bugie hanno lo stesso valore
    delle prove più solide.
  • 10:47 - 10:48
    Perciò come possiamo -
  • 10:48 - 10:51
    (Applausi)
  • 10:51 - 10:56
    Come ridaremo lustro a fatti e verità
    nelle nostre democrazie liberali?
  • 10:56 - 10:58
    Bisogna iniziare con l'educazione,
  • 10:58 - 11:01
    ma prima ancora col riconoscere
    che ci sono enormi divari.
  • 11:02 - 11:07
    Nel 2014, l'organizzazione
    sondaggista Ipsos MORI
  • 11:07 - 11:10
    ha pubblicato un sondaggio
    sulle reazioni all'immigrazione,
  • 11:10 - 11:14
    e ha mostrato che all'aumento
    del numero di immigrati
  • 11:14 - 11:17
    anche la preoccupazione pubblica
    verso l'immigrazione cresceva,
  • 11:17 - 11:20
    anche se questo ovviamente
    non dimostra un nesso causale,
  • 11:20 - 11:23
    perché è possibile che l'ansia
    non sia nata dai numeri
  • 11:23 - 11:26
    ma dal racconto politico
    e mediatico attorno al fenomeno.
  • 11:26 - 11:30
    Ma lo stesso sondaggio ha anche rivelato
  • 11:30 - 11:32
    una grande disinformazione pubblica
  • 11:32 - 11:35
    e fraintendimenti
    sulla natura dell'immigrazione.
  • 11:36 - 11:39
    Nei sondaggi fatti
    nel Regno Unito, ad esempio,
  • 11:39 - 11:41
    le persone credevano
    che i richiedenti asilo [politico]
  • 11:42 - 11:45
    fossero una percentuale d'immigrazione
    maggiore di quella effettiva;
  • 11:45 - 11:48
    ma credevano anche che
    il livello di emigrazione educativa
  • 11:48 - 11:53
    fosse una proporzione del totale
    minore di quanto sia in realtà.
  • 11:53 - 11:56
    Quindi dobbiamo affrontare
    la disinformazione,
  • 11:56 - 12:00
    il divario tra la percezione e la realtà
    su aspetti chiave della globalizzazione.
  • 12:00 - 12:03
    E non possiamo affidarci
    solo alle nostre scuole,
  • 12:03 - 12:05
    per quanto sia importante
    iniziare in tenera età.
  • 12:05 - 12:09
    Deve essere una
    partecipazione civica permanente
  • 12:09 - 12:13
    e un impegno pubblico che tutti,
    come società, dobbiamo incoraggiare.
  • 12:14 - 12:17
    La seconda cosa
    che ritengo opportuna
  • 12:17 - 12:21
    è l'idea d'incoraggiare
    più interazione tra le varie comunità.
  • 12:21 - 12:24
    (Applausi)
  • 12:26 - 12:29
    Un dato a mio avviso eclatante,
  • 12:29 - 12:32
    se si osservano le opinioni
    sull'immigrazione nel Regno Unito,
  • 12:32 - 12:33
    è che, ironicamente,
  • 12:33 - 12:36
    le regioni del mio paese
    più tolleranti verso gli immigrati
  • 12:36 - 12:39
    hanno il più alto numero d'immigrati.
  • 12:39 - 12:43
    Londra e il Sud Est, per esempio,
    hanno il più alto numero d'immigrati,
  • 12:44 - 12:47
    e sono anche di gran lunga
    le zone più tolleranti.
  • 12:47 - 12:50
    In realtà sono le aree del paese
    coi minori livelli d'immigrazione
  • 12:50 - 12:55
    a mostrare ostilità e rifiuto
    verso gli immigrati.
  • 12:55 - 12:58
    Dobbiamo incoraggiare
    i programmi di scambio, quindi.
  • 12:58 - 13:01
    Garantire alle generazioni più anziane,
    che forse non possono viaggiare,
  • 13:01 - 13:03
    l'accesso ad Internet.
  • 13:03 - 13:06
    Incoraggiare, anche a livello
    locale e nazionale,
  • 13:06 - 13:08
    più movimento, più partecipazione,
  • 13:08 - 13:11
    più interazione con le persone
    che non conosciamo
  • 13:11 - 13:14
    e di cui non approviamo
    necessariamente le opinioni.
  • 13:15 - 13:17
    La terza cosa
    che ritengo cruciale, però,
  • 13:17 - 13:19
    e questo è veramente fondamentale,
  • 13:19 - 13:21
    è garantire che tutti godano
  • 13:21 - 13:24
    dei frutti della globalizzazione.
  • 13:25 - 13:29
    Questo grafico del Financial TImes
    dopo la Brexit è veramente impressionante.
  • 13:29 - 13:33
    Mostra tragicamente come proprio
    i fautori della Brexit
  • 13:33 - 13:36
    abbiano ricevuto i maggiori
    benefici materiali
  • 13:36 - 13:38
    dal commercio con l'Unione Europea.
  • 13:39 - 13:42
    Il problema è che i residenti
    di quelle aree
  • 13:42 - 13:44
    non si percepivano come beneficiari.
  • 13:44 - 13:47
    In realtà non hanno
    percepito i benefici
  • 13:47 - 13:53
    del libero scambio e movimento nel mondo.
  • 13:54 - 13:58
    Lavoro prevalentemente
    sulle problematiche dei rifugiati,
  • 13:58 - 14:00
    e una delle idee sulla quale
    mi batto da molto tempo,
  • 14:00 - 14:03
    soprattutto verso i paesi
    in via di sviluppo nel mondo,
  • 14:03 - 14:07
    è che per incoraggiare
    l'integrazione dei rifugiati
  • 14:07 - 14:09
    non possiamo solo
    distribuire loro benefici,
  • 14:09 - 14:14
    ma anche affrontare i problemi
    delle comunità locali che li ospitano.
  • 14:15 - 14:17
    Nell'osservare ciò, tuttavia,
  • 14:17 - 14:20
    una delle ricette politiche
    è che dobbiamo fornire
  • 14:20 - 14:23
    strutture enormemente migliori
    per l'istruzione, strutture sanitarie,
  • 14:24 - 14:25
    e accesso ai servizi sociali
  • 14:25 - 14:28
    nelle regioni con un alto
    tasso d'immigrazione,
  • 14:28 - 14:30
    per affrontare le preoccupazioni
    delle popolazioni locali.
  • 14:30 - 14:33
    Però, mentre incoraggiamo questo
    nei paesi in via di sviluppo,
  • 14:33 - 14:35
    non guardiamo a casa nostra
  • 14:35 - 14:38
    per fare altrettanto.
  • 14:39 - 14:42
    Per di più, se prendessimo seriamente
  • 14:42 - 14:45
    il bisogno di garantire alle persone
    partecipazione ai benefici economici,
  • 14:45 - 14:49
    le nostre aziende e multinazionali
    dovrebbero ripensare la globalizzazione
  • 14:49 - 14:52
    e riconoscere che anche loro
    devono distribuirne i benefici.
  • 14:53 - 14:56
    La quarta e ultima idea
    che voglio proporre
  • 14:57 - 14:59
    è la necessità di politiche
    più responsabili.
  • 15:00 - 15:03
    Ci sono pochissimi esperimenti
    nelle scienze sociali
  • 15:03 - 15:06
    che confrontino i diversi approcci
    alla globalizzazione.
  • 15:06 - 15:09
    Ma dagli studi che ci sono,
  • 15:09 - 15:13
    emerge una grande variazione
    tra i vari paesi
  • 15:13 - 15:16
    e, in ciascun paese,
    nei vari periodi di tempo,
  • 15:16 - 15:17
    per opinioni e tolleranza
  • 15:17 - 15:21
    su questioni come l'immigrazione
    e mobilità, da una parte,
  • 15:21 - 15:23
    e il libero scambio dall'altra.
  • 15:23 - 15:28
    Un'ipotesi che secondo me emerge
    da un rapido sguardo ai dati
  • 15:28 - 15:34
    è che le società polarizzate
    tollerano molto meno la globalizzazione.
  • 15:34 - 15:37
    Sono le società
    come la Svezia del passato,
  • 15:37 - 15:39
    come il Canada di oggi,
  • 15:39 - 15:40
    dove c'è una politica centrista,
  • 15:40 - 15:42
    e destra e sinistra lavorano insieme,
  • 15:43 - 15:47
    che incoraggiano gli atteggiamenti
    più favorevoli verso la globalizzazione.
  • 15:47 - 15:50
    E invece nel mondo vediamo diffondersi
    una tragica polarizzazione,
  • 15:50 - 15:53
    l'incapacità di avere un dialogo
    tra gli estremi in politica,
  • 15:53 - 15:56
    e la perdita di una
    base comune liberale
  • 15:56 - 16:00
    che possa incoraggiare la comunicazione
    e una comprensione condivisa.
  • 16:00 - 16:02
    Magari non lo raggiungeremo oggi,
  • 16:02 - 16:06
    ma almeno dovremmo invitare
    i nostri politici e media
  • 16:06 - 16:09
    ad abbandonare il linguaggio della paura
    ed essere più tolleranti tra loro.
  • 16:09 - 16:12
    (Applausi)
  • 16:18 - 16:21
    Queste idee sono molto
    provvisorie, indefinite,
  • 16:21 - 16:25
    anche perché bisogna includerle
    in un progetto più completo e condiviso.
  • 16:26 - 16:28
    Sono ancora inglese.
  • 16:29 - 16:31
    Sono ancora europeo.
  • 16:32 - 16:35
    Sono ancora un cittadino del mondo.
  • 16:35 - 16:37
    Per quelli di noi che credono
  • 16:37 - 16:41
    che le nostre identità
    non siano mutualmente esclusive,
  • 16:41 - 16:44
    dobbiamo lavorare tutti insieme
  • 16:44 - 16:48
    a mettere la globalizzazione
    a beneficio di tutti,
  • 16:48 - 16:50
    invece di alimentare disuguaglianze.
  • 16:50 - 16:56
    Solo allora potremo davvero riconciliare
    democrazia e globalizzazione.
  • 16:56 - 16:57
    Grazie.
  • 16:57 - 17:09
    (Applausi)
Title:
Perché è avvenuta la Brexit -- e cosa fare dopo
Speaker:
Alexander Betts
Description:

Spesso la nostra ignoranza sulle divisioni interne alle nostre società è imbarazzante. La Brexit, sostiene lo studioso Alexander Betts, nasce da una profonda e sottovalutata divisione tra chi ha paura della globalizzazione e chi la appoggia. Come dovremmo affrontare ora questa paura, unita alla crescente sfiducia verso la classe politica, senza cedere a xenofobia e nazionalismo? Ascoltiamolo mentre propone quattro fasi post-Brexit verso un mondo più inclusivo.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:22

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