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Diana Al-Hadid lavora coi Classici | ART21 "New York Close Up"

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    Capitolo Decimo.
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    [si sente audiolibro dallo stereo]
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    "Il pittore Michajlov, come sempre,
    era al lavoro quando gli portarono
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    i biglietti da visita
    di Vronskij e di Golenišcev".
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    "La mattina aveva lavorato nello studio
    al quadro grande".
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    "Non lavorava mai
    con tanto ardore e successo
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    come quando le cose gli andavano male".
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    "Stava facendo il disegno
    per una figura d’uomo in stato d’ira".
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    "Il disegno era già fatto;
    ma egli non ne era contento".
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    Penso di dover cominciare da qui.
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    "Il cartone col disegno abbandonato
    fu trovato",
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    "ma era sporco e macchiato di stearina".
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    "Egli prese, tuttavia, il disegno,
    lo stese dinanzi a sé sul tavolo e,
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    allontanandolo, socchiudendo gli occhi,
    cominciò a guardarlo".
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    "Improvvisamente sorrise
    e agitò con gioia le mani".
  • 0:55 - 0:57
    Adoro la narrazione,
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    e adoro storie,
  • 0:58 - 1:01
    e adoro romanzi e personaggi.
  • 1:01 - 1:05
    Ma c'è una parte di me che respinge
    questo tipo di specificità.
  • 1:05 - 1:08
    Mi piace trattenermi
    ed essere più ambigua.
  • 1:09 - 1:12
    Penso che il mio lavoro
    consista nel come disegno.
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    C'è molta crescita,
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    tanti piccoli pezzi,
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    molta costruzione:
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    togliere e tagliare,
    e aggiungere e incollare
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    e piegare e trasformare qualcosa.
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    Sono molto fisica nel mio lavoro.
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    Penso di essere spinta dal temperamento.
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    Il mio lavoro non consiste
    in una decisione stabile:
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    sono molte decisioni
    connesse e fluttuanti.
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    Ed è per questo che mi permette
    un tipo diverso di attività cerebrale:
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    posso ascoltare Anna Karenina
    e non essere interrotta.
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    [audiolibro]
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    "Capitolo 12"
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    "Si era perfino dimenticato di quel quadro
    dipinto tre anni prima".
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    "Aveva dimenticato pene ed entusiasmi che
    aveva vissuto per quel quadro,
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    che per vari mesi lo aveva avvinto
    incessantemente di notte e di giorno;
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    lo aveva dimenticato, come sempre
    dimenticava i quadri compiuti".
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    Gran parte del vocabolario visivo
    delle sculture
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    viene dal voler dissolvere il lavoro,
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    dissolvere più massa possibile
    dall'oggetto.
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    Queste gocce, giusto?
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    Queste gocce sono piuttosto sospese
    in isolamento.
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    Quando mi sono resa conto che avevo
    questa capacità di rendere liquida la superficie,
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    o di farla sembrare piuttosto
    ancora in movimento,
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    allora mi sono detta: "Alt! Questa
    è un'opportunità
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    per pensare realmente a come creare
    un'immagine con questo materiale.
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    [audiolibro]
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    "La figura a un tratto da morta che era,
    inventata, divenne viva
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    e tale che non si poteva mutarla".
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    "Questa figura viveva,
    ed era definita
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    con chiarezza e precisione".
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    Con ogni progetto, mi chiedo:
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    "Come posso ricreare un processo
    con cui ho tanta familiarità?"
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    Quando immagini di tutti i tipi,
    si connettono tra loro,
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    quando è tutto finito, asciutto
    e possiamo rimuoverlo,
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    lo stacchiamo dal muro e viene via.
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    Queste diventano cose tridimensionali.
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    In realtà è un processo
    con molta tessitura.
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    Non so come la gente lo veda;
    ma non è più un'immagine, è un oggetto.
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    [audiolibro]
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    "Non pensava che il suo quadro fosse
    migliore di tutti quelli di Raffaello,
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    ma sapeva che
    quanto aveva voluto esprimervi,
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    nessuno mai l’aveva espresso".
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    "Ma i giudizi degli altri,
    quali che fossero,
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    avevano tuttavia per lui
    un’importanza enorme".
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    Talvolta quando la gente sa di cosa
    è fatto, pensa:
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    "Ah! Ecco cosa significa!"
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    Oppure: "Ci dev'essere un significato
    tipo uno più due, giusto?"
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    E io vorrei rallentare un po'
    l'interpretazione.
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    Non essendo cresciuta
    in una famiglia cristiana,
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    non sempre so quali storie bibliche
    ci sono dietro quei quadri.
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    Mi sembrano così generosi,
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    e così danno la possibilità
    a tutti di prendere qualcosa.
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    E' parte della mia storia,
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    è parte della storia di tutti.
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    [Galleria OHWOW, Los Angeles]
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    [Diana Al-Hadid: "Sfondo e Figure"]
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    Più o meno rubo la composizione,
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    il nudo, lo strutturale, il più tenue...
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    ma cancello il resto.
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    I dettagli spariscono.
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    Nulla è stabile.
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    Tutto si muove e cola ed è caotico.
Title:
Diana Al-Hadid lavora coi Classici | ART21 "New York Close Up"
Description:

Come si fa a far stare in piedi un dipinto?

Nel suo atelier di Bushwick, a Brooklyn e alla Galleria OHWOW di Los Angeles l'artista Diana Al-Hadid crea opere d'arte ibride e singolari, trasformando le pennellate sul muro in sculture architettoniche. Al-Hadid lavora sola nel suo ampio atelier, proiettando sul muro in fondo un'immagine composita costruita da parti di dipinti del Rinascimento Italiano. "Adoro la narrazione, adoro storie, e adoro romanzi e personaggi. Ma c'è una parte di me che respinge questo tipo di specificità. Mi piace trattenermi ed essere più ambigua", dice Al-Hadid. Mentre ascolta un audiolibro del romanzo epico di Lev Tolstoj "Anna Karenina", Al-Hadid mette giù sul muro dell'atelier un'immagine egualmente grandiosa, ricoprendo completamente, con pennellate fendenti, un'ambiziosa scena figurativa. Più tardi, i suoi assistenti "sostanziano" queste pennellate individuali usando un misto di gesso, fibra di vetro e malta, preservando attentamente l'energia liquida e il lirismo dei gesti di Al-Hadid. Quindi Al-Hadid e i suoi assistenti rimuovono completamente lo strato dal muro e rivelano in modo straordinario quella che sembra una distesa di intreccio decorativo medievale.
"Con ogni progetto mi chiedo come posso ricreare un processo con cui ho tanta familiarità?", chiede Al-Hadid. Quando il lavoro è installato alla Galleria OHWOW, viene trasformato di nuovo. Fuso senza soluzione di continuità nei muri bianchi della galleria, quello che era una volta un dipinto è ora una scultura dal pavimento al soffitto — una soglia tra lo spazio davanti e dietro in cui lo spazio negativo dell'opera crea un'apertura attraverso cui i visitatori possono passare. Presentazione dei lavori "Affondamento e impalcatura" (2015), "Fumo e specchi" (2015), e "Cortina di fumo" (2015) dalla mostra "Sfondo e figure".

Diana Al-Hadid (nata nel 1981 ad Allepo, Syria; cresciuta a Cleveland, Ohio, USA) vive e lavora a Brooklyn, New York. Per sapere di più sull'artista, vai a:
http://www.art21.org/newyorkcloseup/artists/diana-al-hadid/

CREDITS | ART21 "New York Close Up" Creato e prodotto da: Wesley Miller e Nick Ravich. Produttore ed editore: RAVA Films. Cinematografia: Rafael Salazar e Ava Wiland. Cinepresa supplementare : Marc Levy. Suono: Nick Ravich e Ava Wiland. Design e Grafica: Open. Opere: Diana Al-Hadid. Musica: Mike Link e Harvey Taylor. Ringraziamenti: Nick Joyce, OHWOW Gallery, Lydia Ruby, Tantor Media, Inc., Marichris Ty. An ART21 Workshop Production. © ART21, Inc. 2015. Tutti i diritti riservati.

ART21 "New York Close Up" è sovvenzionato, in parte, dalla Fondazione Lambent; dal Dipartimento di Affari Culturali di New York City insieme al Consiglio Comunale; dalla Fondazione Andy Warhol per le Arti Visive; e da contributi privati.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"New York Close Up" series
Duration:
06:11

Italian subtitles

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