Perché in origine il Bill of Rights non era nella costituzione statunitense? - James Coll

Lezione completa qui: http://ed.ted.com/lessons/why-wasn-t-the-bill-of-rights-originally-in-the-us-constitution-james-coll

Quando si pensa alla costituzione statunitense, qual è la prima cosa che viene in mente? La libertà di espressione? Il diritto a portare armi? Questi passi vengono citati così spesso che è difficile immaginarla senza. Tuttavia l'elenco delle libertà noto come Bill of Rights non faceva parte del testo originale e non vi fu aggiunto per tre anni. Perché? James Coll torna alle origini della costituzione per scoprirlo.

Lezione di James Coll, animazione di Augenblick Studios.

Prenditi un momento e pensa
alla costituzione statunitense.

Qual è la prima cosa
che ti viene in mente?

Libertà di espressione?

Tutela dalle perquisizioni illegali?

Diritto di possedere e portare armi?

Questi passi sono citati così spesso

che è difficile immaginarla senza di essi,

anche se è proprio quello che
fecero gli autori della costituzione.

L'elenco delle libertà individuali
noto come Bill of Rights

non era stato incluso nel testo originale

e non venne aggiunto nei tre anni
successivi.

Vuol dire che i fondatori
non li avevano considerati?

La risposta è nelle primissime origini
della costituzione stessa.

Ancora prima dell'inizio
della Rivoluzione americana,

le tredici colonie lavoravano insieme
mediante un governo provvisorio

chiamato Congresso continentale.

Durante la guerra del 1781

gli Articoli della Confederazione
vennero ratificati

come primo vero governo nazionale.

Ma fondare una nuova nazione
si rivelò più semplice che governarla.

Il Congresso non aveva poteri per
far rispettare agli stati le sue leggi.

Quando si dimostrò che il governo
non poteva raccogliere fondi,

far applicare trattati esteri

o sedare ribellioni,

il bisogno di riforme era ormai evidente.

Quindi, nel maggio 1787, tutti gli stati
eccetto Rhode Island

inviarono dei delegati a Philadelphia
per una convenzione costituzionale.

La maggior parte era favorevole
all'introduzione di una nuova costituzione

per creare un governo federale più forte.

Grazie a dei compromessi su temi
come la rappresentanza degli stati,

il potere di tassazione

e le modalità di elezione del presidente,

la proposta ottenne gradualmente sostegno.

Ma il testo definitivo redatto a settembre

doveva ancora essere approvato
dalle convenzioni tenute negli stati.

Nei mesi successivi, quindi,

l'approvazione venne discussa
in tutta la nuova nazione.

Tra i sostenitori del nuovo documento

c'erano famosi statisti quali
Alexander Hamilton,

James Madison

e John Jay.

Insieme delinearono
eloquenti argomentazioni filosofiche

a sostegno della loro tesi
in una raccolta di 85 saggi

oggi nota come Il Federalista.

Tuttavia altri pensarono che
questo fosse troppo eccessivo

e che un'autorità più centralizzata

avrebbe riportato gli stati alla tirannia
dalla quale erano fuggiti.

Questi anti-federalisti
erano preoccupati soprattutto

dall'apparente mancanza di tutela
delle libertà individuali.

Mentre le convenzioni continuavano,

molti di loro passarono da
una totale opposizione alla costituzione

alla richiesta di aggiungere
un'esplicita dichiarazione dei diritti.

E cosa avevano i federalisti contro
questa proposta?

Mentre gli oppositori li accusavano
di dispotismo,

di voler mantenere il potere assoluto
nel governo centrale,

i veri motivi erano per lo più pratici.

Cambiare la costituzione mentre
era già stata ratificata da alcuni stati

avrebbe complicato l'intero procedimento.

Soprattutto, Madison pensava che i diritti
delle persone fossero già garantiti

grazie al processo democratico,

e che si rischiassero fraintendimenti
aggiungendo altre disposizioni.

Altri temevano che fare un chiaro elenco
di cose che il governo non può fare

implicasse il potere di poter fare
tutto il resto.

Dopo che i primi cinque stati ratificarono
velocemente la costituzione,

il dibattito si fece più acceso.

Il Massachusetts e altri stati

avrebbero ratificato solo se avessero
potuto proporre i propri emendamenti.

I leader federalisti riconobbero
di dover trovare un compromesso

e promisero
di prenderli in considerazione.

Con la firma dei nove stati
la costituzione entrò in vigore

e la promessa venne mantenuta.

Durante l'assemblea del primo
Congresso degli Stati Uniti

il rappresentante James Madison

si batté per proporre i molti emendamenti

che prima non aveva ritenuto necessari.

Dopo molti dibattiti e revisioni,

prima al Congresso

e poi negli stati,

vennero ratificati dieci emendamenti
il 15 dicembre del 1971,

più di tre anni dopo
l'entrata in vigore della costituzione.

Oggi ogni frase, parola
e segno d'interpunzione nel Bill of Rights

è ancora considerato fondamentale per
le libertà di cui godono gli americani,

anche se i legislatori originali
li avevano esclusi.