Come vengono nominati i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti? - Peter Paccone

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C'è una professione di grande potere, prestigio e remunerazione, assolutamente stabile e sicura. Per essere assunti c'è un solo modo: farsi eleggere alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Ma come fanno i giudici della Corte Suprema a raggiungere quella carica? Peter Paccone delinea il difficile percorso che porta a un seggio nella più alta magistratura del Paese.

Lezione di Peter Paccone, animazione di Globizco.

C'è una professione di grande
potere, prestigio e remunerazione,

assolutamente stabile e sicura.

Per essere assunti c'è un solo modo:

farsi eleggere alla Corte Suprema
degli Stati Uniti.

Se volete diventare un giudice della
Corte Suprema,

la corte federale di grado più elevato
degli Stati Uniti,

devono verificarsi tre condizioni.

Bisogna essere designati dal
Presidente degli Stati Uniti,

il Senato deve approvare la scelta,

e infine il Presidente deve ratificare
ufficialmente la nomina.

Siccome la costituzione non stabilisce
nessun requisito particolare,

cioè non serve una specifica
età, professione, grado d'istruzione,

né occorre avere la cittadinanza
americana per nascita,

il Presidente può designare chiunque.

A oggi, ci sono stati sei giudici
nati all'estero,

almeno uno non ha finito
le scuole superiori,

e un altro aveva solo 32 anni
quando ha ottenuto la carica.

Quasi sempre un presidente sceglie
qualcuno che condivide la sua ideologia,

quindi un presidente di vedute liberali

tenderà a nominare dei giudici liberali.

Non sempre, però, si possono
prevedere le inclinazioni di un giudice.

Per esempio, il presidente Eisenhower,
che era repubblicano,

quando scelse Earl Warren
come presidente della Corte,

si aspettava delle sentenze conservatrici.

Le delibere di Warren, invece, sono
considerate tra le più liberali

nella storia della Corte Suprema.

Eisenhower in seguito dichiarò
che quella nomina

era stata "l'errore più madornale"
da lui commesso.

Vengono presi in considerazione
molti altri fattori,

come esperienza, integrità morale,
etnia e genere.

I candidati sono vagliati minuziosamente,

fino alle dichiarazioni dei redditi
e le paghe dei collaboratori domestici.

Il Presidente ha un colloquio
col candidato

e annuncia la nomina in modo ufficiale,

poi la maggioranza al Senato
consegna la nomina alle udienze

della Commissione Giustizia del Senato.

A seconda di quanto la scelta è
dibattuta,

può protrarsi per molti giorni.

Da Nixon in avanti, le udienze
in media sono durate 60 giorni.

Il candidato viene ascoltato sui
trascorsi legislativi, se ve ne sono,

sulla sua posizione nelle questioni chiave
per capire come potrebbe votare.

Inoltre, soprattutto nella storia recente,

la commissione scava nel passato alla
ricerca di imprudenze o di oscuri segreti.

La Commissione Giudiziaria vota per
sottoporre la nomina al Senato

e può accompagnarla
con un commento

positivo o negativo, che spesso riflette
le inclinazioni politiche.

In genere, il Senato rigetta
le candidature

quando la maggioranza è di un partito
politico diverso dal presidente.

Il Senato approva con un semplice
voto di maggioranza,

al vicepresidente spetta
il voto di spareggio.

Col consenso del Senato,

il presidente emana una nomina scritta,

che permette all'eletto di adire
i passi conclusivi:

il giuramento dei giudici e
quello costituzionale.

Giurerà solennemente

di amministrare la giustizia senza fare
differenze tra le persone,

di agire secondo diritto
verso i ricchi e verso i poveri,

e di svolgere in maniera fedele e
imparziale tutti i compiti

che spettano a un giudice della
Corte Suprema degli Stati Uniti.

Il lavoro è per tutta la vita

salvo rinuncia, ritiro per età avanzata
o rimozione per messa in stato di accusa.

Dei 112 giudici
che hanno rivestito la carica

nessuno è mai stato rimosso dall'incarico
per stato d'accusa.

Uno dei compiti dei giudici è tutelare
i diritti fondamentali degli americani

anche quando cambiano i partiti al potere.

Considerato l'enorme peso
delle sue responsabilità,

nessuno stupore che da un giudice della
Corte Suprema ci si aspetti,

con le parole di Irving R. Kaufman,

"un paragone di virtù,

una mente titanica

e un mago dell'amministrazione."

Naturalmente, non tutti i membri della
Corte Suprema diventano giudici esemplari.

Ciascuno di loro lascia un'eredità
di sentenze e di opinioni

che saranno esaminate e dibattute
dai due giudici supremi:

il tempo e la storia.