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Bobby Ghosh: Perché la jihad globale sta perdendo

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    Voglio parlarvi della potenza di una parola:
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    jihad.
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    Per la maggior parte dei musulmani praticanti,
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    jihad equivale a una lotta interna per la fede.
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    È una lotta interiore, contro il vizio, il peccato,
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    la tentazione, la lussuria, l'avidità.
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    È una lotta per cercare di vivere una vita
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    regolata dal codice morale scritto nel Corano.
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    In questa idea originaria, il concetto di jihad è tanto importante
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    per i musulmani quanto la grazia lo è per i cristiani.
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    È una parola molto potente, jihad, se la leggete in questo senso,
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    ha una risonanza quasi mistica.
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    Ed è questo il motivo per cui, per centinaia di anni,
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    i musulmani in tutto il mondo hanno dato ai propri figli il nome Jihad,
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    tanto alle figlie quanto ai figli, allo stesso modo in cui, ad esempio,
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    i cristiani chiamano le proprie figlie Grazia,
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    e gli indù, il mio popolo, chiamano le proprie figlie Bhakti,
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    o, in sanscrito, venerazione spirituale.
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    Ma c'è sempre stato, nell'Islam, un piccolo gruppo,
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    una minoranza, che crede che Jihad
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    non sia solo una lotta interiore, ma anche una lotta col mondo esterno
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    contro le forze che minacciano la fede o i fedeli.
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    E quindi alcune di queste persone credono che in questa lotta
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    sia a volta accettabile imbracciare le armi.
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    Perciò, i migliaia di musulmani che si sono
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    riversati in Afghanistan negli anni '80
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    per combattere contro l'occupazione sovietica di un paese musulmano,
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    nelle loro menti stavano combattendo una jihad,
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    stavano facendo jihad,
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    e battezzarono se stessi Mujahideen,
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    una parola che ha la stessa radice di jihad.
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    E ora ce lo dimentichiamo, ma all'epoca
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    i Mujahideen furono celebrati in America.
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    Ne parlammo come di guerrieri santi che portavano
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    la guerra giusta agli empi comunisti.
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    L'America ha fornito loro armi, denaro,
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    supporto, incoraggiamento.
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    Ma all'interno di quel gruppo, un gruppo più piccolo,
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    una minoranza nella minoranza della minoranza,
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    stava per dar vita a un nuovo e più pericoloso
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    concetto di jihad,
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    e successivamente questo gruppo sarebbe stato comandato da Osama bin Laden,
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    che perfezionò l'idea.
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    La sua idea di jihad era quella di una guerra globale del terrore,
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    mirata principalmente contro il nemico lontano,
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    i crociati dell'occidente, l'America.
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    E le azioni compiute per la realizzazione di questa jihad
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    erano così orrende, così mostruose,
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    ed ebbero un impatto così grande,
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    che fu la sua definizione a rimanere incollata alla parola,
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    non solo qui in occidente.
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    Non sapevamo cosa fosse, nè abbiamo pensato di chiederlo.
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    Abbiamo solo supposto che
    se questo pazzo e i suoi seguaci psicopatici
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    chiamavano ciò che avevano fatto jihad,
    allora era quello il significato di jihad.
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    Ma non eravamo solo noi.
    Perfino nel mondo musulmano,
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    la sua definizione di jihad iniziò a guadagnare consensi.
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    Un anno fa ero a Tunisi e ho incontrato l'imam
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    di una moschea davvero piccola, un uomo vecchio.
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    Quindici anni fa, aveva chiamato la sua nipotina Jihad,
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    nell'antico senso.
    Sperava che un nome simile
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    le avrebbe ispirato una vita spirituale.
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    Ma mi ha raccontato che dopo l'11 settembre,
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    ha iniziato ad avere dei ripensamenti.
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    Si preoccupava che se l'avesse chiamata con quel nome,
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    in particolare in pubblico,
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    si potesse pensare che sosteneva l'idea di jihad di bin Laden.
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    I venerdì nella sua moschea faceva sermoni
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    in cui cercava di restituire il significato originale della parola,
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    ma i membri della sua congregazione,
    le persone che visitavano la sua moschea,
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    avevano visto i video. Avevano visto le foto
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    degli aerei che si schiantavano nelle torri e delle torri che crollavano.
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    Avevano sentito bin Laden dire che quella era la jihad,
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    e reclamare la vittoria.
    E così il vecchio imam si preoccupava
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    che le sue parole potessero rimanere inascoltate.
    Nessuno prestava attenzione.
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    Si sbagliava. Alcune persone prestavano attenzione,
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    ma per i motivi sbagliati.
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    Gli Stati Uniti, a questo punto, stavano mettendo sotto pressione
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    tutti i loro alleati arabi, inclusa la Tunisia,
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    per scacciare l'estremismo dalle loro società,
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    e questo imam si trovò improvvisamente nel mirino
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    del servizio di intelligence tunisino.
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    Prima di allora, nessuno gli aveva badato -
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    uomo vecchio, piccola moschea -
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    ma ora iniziarono a fargli visita,
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    e a volte lo interrogavano,
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    sempre con le stesse domande:
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    "Perché hai chiamato tua nipote Jihad?
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    Perché continui a parlare di Jihad nei tuoi sermoni?
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    Odi gli americani?
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    Come sei legato a Osama bin Laden?"
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    Quindi per l'agenzia di intelligence tunisina
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    e per altre organizzazioni simili nel mondo arabo
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    la parola Jihad era diventata sinonimo di estremismo,
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    istituzionalizzando la definizione di Bin Laden.
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    Questo è ciò che è riuscito a fare con il potere di questa parola.
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    E tutto ciò ha rattristato molto il vecchio imam.
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    Mi ha detto che di tutti i crimini commessi da bin Laden,
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    questo per lui non ha ricevuto abbastanza attenzione,
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    il fatto che abbia preso questa parola, questa bellissima idea.
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    E non se n'è solo appropriato, l'ha rubata
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    e denigrata e corrotta
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    e l'ha trasformata in qualcosa che non ha mai significato
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    e poi ci ha tutti persuasi che si è sempre trattato
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    di una jihad globale.
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    Ma la buona notizia è che
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    siamo quasi alla fine della Jihad globale,
    per come bin Laden l'ha definita.
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    Questa idea stava già morendo prima del suo leader,
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    ed è ora pronta ad esalare l'ultimo respiro.
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    Sondaggi in tutto il mondo musulmano mostrano
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    che davvero in pochi sono interessati
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    a una guerra santa globale contro l'occidente,
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    contro questo nemico lontano.
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    Il numero di uomini pronti a lottare e morire per questa causa
    è diminuito drasticamente.
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    E il supporto finanziario, ugualmente o forse addirittura più importante,
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    il supporto finanziario per questa attività è anch'esso diminuito.
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    I fanatici molto ricchi che prima finanziavano
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    questo genere di attività ora sono meno generosi.
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    Cosa significa questo per l'occidente?
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    Significa che possiamo stappare le bottiglie,
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    lavarcene le mani, distaccarci, dormire sonni tranquilli?
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    No. Il disimpegno non è un'opzione,
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    perché se lasciamo che la jihad locale sopravviva
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    questa diventerebbe jihad internazionale.
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    E quindi ci sono tante diverse jihad
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    violente in tutto il mondo.
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    In Somalia, in Mali, in Nigeria,
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    in Iraq, in Afghanistan e Pakistan ci sono gruppi che dicono
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    di essere gli eredi di Osama bin Laden.
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    Usano la sua stessa retorica.
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    Usano addirittura il nome inconfondibile che ha creato per la sua jihad.
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    E quindi ora c'è un gruppo di al Qaeda nel Maghreb islamico,
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    uno nella Penisola Araba,
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    uno in Mesopotamia.
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    Ci sono anche altri gruppi: in Nigeria Boko Haram,
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    in Somalia al Shabaab; e tutti rendono omaggio a Osama bin Laden.
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    Ma, guardando attentamente,
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    si vede che non stanno combattendo una jihad globale.
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    Sono impegnati in lotte per questioni minori.
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    Di solito queste riguardano l'etnia, la razza o il settarismo,
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    oppure si tratta di una lotta per il potere.
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    Nella maggior parte dei casi si tratta di lotta per il potere
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    in un singolo paese, o anche solo una regione del paese stesso.
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    Capita che questi gruppi attraversino le frontiere,
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    dall'Iraq alla Siria, dal Mali all'Algeria,
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    dalla Somalia al Kenya, ma non stanno combattendo
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    una jihad globale contro qualche nemico lontano.
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    Ma questo non vuol dire
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    che possiamo abbassare la guardia.
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    Mi trovavo recentemente in Yemen, dove c'è una
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    delle ultime affiliate ad al Quaeda
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    che ancora ambisce ad attaccare l'America e l'occidente.
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    È l'al Qaeda più tradizionale.
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    Forse ve li ricordate;
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    sono quelli che hanno mandato un attentatore con l'esplosivo negli slip,
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    quelli che hanno usato internet per cercare di instigare
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    i musulmani in America alla violenza.
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    Ma negli ultimi tempi hanno avuto altre preoccupazioni.
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    L'anno scorso hanno preso il controllo di una parte dello Yemen meridionale
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    e hanno iniziato a governare, in stile talebano.
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    Ma poi l'esercito yemenita si è riorganizzato
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    e anche la popolazione si è ribellata
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    e li ha scacciati;
    e da quel momento la maggior parte dell'attività del gruppo,
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    la maggior parte degli attacchi sono stati verso la popolazione yemenita.
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    Quindi penso siamo arrivati ad un momento in cui si può dire
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    che, come la politica, anche la jihad è locale.
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    Ma comunque non è un motivo per il disimpegno,
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    perché è una storia già vista in Afghanistan.
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    Quando i Mujahideen hanno sconfitto l'Unione Sovietica
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    noi ci siamo ritirati.
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    E prima ancora che potessimo smettere di cantare vittoria
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    i Talebani avevano occupato Kabul,
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    e noi abbiamo detto, "è una jihad locale, non è un nostro problema".
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    Ma poi i Talebani hanno dato le chiavi di Kandahar
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    a Osama bin Laden.
    E lui l'ha resa un nostro problema.
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    La jihad locale, se ignorata, ritorna ad essere jihad locale.
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    La buona notizia è che non è inevitabile.
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    Oggi sappiamo come combatterla.
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    Abbiamo gli strumenti. Abbiamo le capacità.
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    E possiamo usare quello che abbiamo imparato
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    dalla lotta contro la jihad globale, la vittoria sulla jihad globale,
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    e applicarlo alla jihad locale.
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    E cosa abbiamo imparato? Sappiamo chi ha ucciso bin Laden:
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    il SEAL Team Six.
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    Ma sappiamo, capiamo, chi ha ucciso il "bin Ladenismo"?
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    Chi ha messo fine alla jihad globale?
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    é qui che possiamo trovare le risposte per risolvere il problema della jihad locale
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    Chi ha ucciso il bin Ladenismo? Iniziamo proprio da bin Laden.
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    Probabilmente era convinto che
    l'11 settembre fosse stato il suo trionfo.
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    In realtà è stato l'inizio della sua fine.
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    Perché uccidendo 3000 innocenti ha colmato
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    il mondo musulmano di orrore e disgusto,
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    e questo ha fatto sì che la sua idea di jihad
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    non fosse mai accolta dalle masse.
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    Si è relegato alle frange più estremiste
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    della sua comunità.
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    l'11 settembre non è stato il suo trionfo, ma la sua rovina.
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    Chi ha ucciso il bin Ladenismo? Abu Musab al-Zarqawi.
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    Era il capo, particolarmente sadico di al Qaeda in Iraq
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    e ha mandato centinaia di attentatori suicidi non contro
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    americani, ma iracheni.
    Musulmani. Sia sunniti che sciiti.
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    Qualsiasi tentativo di al Qaeda di professarsi come il protettore
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    dell'Islam contro i crociati occidentali
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    è stato coperto dalle urla dei musulmani iracheni morenti.
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    Chi ha ucciso Osaba bin Laden? il SEAL Team Six.
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    Chi ha ucciso il bin Ladenismo? Al Jazeera,
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    Al Jazeera e una mezza dozzina di stazioni televisive satellitari arabe,
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    perché hanno aggirato le vecchie stazioni televisive
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    di stato, che in molti di questi paesi avevano il compito
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    di impedire che la popolazione venisse a conoscenza di certe notizie.
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    Al Jazeera invece ha reso queste informazioni disponibili, ha mostrato alla gente
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    cosa veniva fatto e detto nel nome della loro religione,
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    ha portato alla luce l'ipocrisia di Osama bin Laden e al Qaeda,
  • 12:16 - 12:18
    e ha fatto sì che tutti potessero formarsi un'opinione
  • 12:18 - 12:23
    con le informazioni disponibili.
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    Chi ha ucciso il bin Ladenismo? La primavera araba,
  • 12:26 - 12:29
    perché ha mostrato a tanti giovani musulmani la via
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    per il cambiamento
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    in un modo che Osama bin Laden, con i suoi
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    limiti, non avrebbe mai saputo immaginare.
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    Chi ha sconfitto la jihad globale?
    L'esercito degli Stati Uniti,
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    i soldati americani e i loro alleati
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    combattendo in territori lontani.
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    E forse un giorno questo sarà loro giustamente riconosciuto.
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    Quindi tutti questi fattori e altri ancora,
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    molti dei quali ancora non capiamo completamente,
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    tutte queste componenti insieme
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    hanno sconfitto una mostruosità come il bin Ladenismo,
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    e la jihad globale; ci è voluto un lavoro di squadra.
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    Ora, non sono tutte cose che funzionano contro la jihad locale.
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    L'esercito americano non può certo marciare sulla Nigeria
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    per combattere il movimento Boko Haram,
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    e il SEAL Team SIx probabilmente non sta per calarsi
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    nelle case dei leader di al Shabaab per eliminarli.
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    Ma molti degli elementi usati contro la jihad globale
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    sono oggi ancora più forti di prima.
    Siamo già ha metà dell'opera.
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    Non dobbiamo ripartire da zero.
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    L'idea di jihad violenta, in cui muoiono più musulmani che
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    altre genti, ha già perso consenso.
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    Non c'è bisogno di ritornarci.
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    La tv via satellite e internet hanno aperto la strada a nuovi modi
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    per i giovani musulmani di informarsi e poter contare.
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    E la primavera araba ha prodotto governi,
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    molti dei quali islamisti,
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    che sanno di dover combattere
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    gli estremisti tra le loro fila per poter sopravvivere.
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    Non c'è bisogno di convincerli, ma bisogna aiutarli,
  • 14:15 - 14:20
    perché non si sono mai trovati in questa situazione.
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    La buona notizia è che noi abbiamo, e possiamo facilmente fornire
  • 14:24 - 14:26
    molte delle cose di cui hanno bisogno:
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    assistenza economica, non solo denaro ma competenze,
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    tecnologie, capacità,
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    investimenti, buone condizioni per gli scambi,
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    medicine, istruzione, supporto tecnico per rendere più
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    efficienti i loro corpi di polizia e
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    le loro forze anti terrorismo.
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    Noi abbiamo tutto questo.
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    Non siamo molto capaci di fornire altre cose
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    di cui hanno bisogno, ma forse nessuno lo è.
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    Tempo, pazienza, perspicacia, comprensione...
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    queste sono cose più difficili da offrire.
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    Vivo a New York. Proprio questa settimana
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    dei poster nelle stazioni della metropolitana di New York
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    descrivono la jihad come un'azione selvaggia.
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    Ma in tutti gli anni in cui mi sono occupato di medio oriente
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    non sono mai stato così ottimista
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    che le divergenze tra il mondo musulmano e l'occidente
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    si stanno appianando,
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    e una delle ragioni del mio ottimismo è che
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    so che ci sono milioni, centinaia di milioni
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    di persone, musulmani come il vecchio imam di
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    Tunisi, che stanno rivendicando questa parola
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    e riportandola al suo meraviglioso significato originale.
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    Bin Laden è morto. Il bin Ladenismo è stato sconfitto.
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    La sua definizione di jihad può essere eliminata.
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    Possiamo guardarla e dire, "Addio. A mai più rivederci."
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    e poi prendere la vera jihad e dirle, "Bentornata. Buona fortuna."
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    Grazie.
    (Applausi)
Title:
Bobby Ghosh: Perché la jihad globale sta perdendo
Speaker:
Bobby Ghosh
Description:

Il giornalista Bobby Ghosh afferma che durante la storia dell'Islam, ci sono sempre state due facce della jihad: una, interiore, una lotta personale al miglioramento, l'altra esterna. Una piccola minoranza (in tempi recenti Osama bin Laden) sì è appropriata della seconda definizione, usandola come scusa per la violenza globale contro l'occidente. Ghosh suggerisce che, ora che l'organizzazione mondiale di bin Laden si è frammentata, è venuta l'ora di riprendersi questa parola.
(Filmato a TEDxGeorgetown)

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:31
Jenny Zurawell edited Italian subtitles for Why global jihad is losing
Jenny Zurawell edited Italian subtitles for Why global jihad is losing
Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for Why global jihad is losing
Anna Cristiana Minoli accepted Italian subtitles for Why global jihad is losing
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Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for Why global jihad is losing
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