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La filosofia della gentilezza| Emmanuel Jaffelin | TEDxParisSalon

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    Buongiorno!
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    Mia nonna soleva dire:
    «Il Gentile ha un occhio solo».
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    E aggiungeva subito:
    «E io ne ho due!»
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    Ho concluso da tempo che la gentilezza
    non val bene una messa.
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    Se vi ricordate nel film
    «Babbo Natale è una schifezza»,
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    Thierry Lhermitte diceva:
    «Non vorrei dire...
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    ma Thérèse è alquanto gentile!»
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    E da ciò era chiaro
    che la gentilezza
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    era più vicina
    alla debolezza morale
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    che alla forza.
  • 0:29 - 0:33
    Gentilezza significa credulità,
    ingenuità, leziosaggine,
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    virtù infantile o femminile,
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    ma certamente
    non virtù cardinale.
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    Allora il perché mi sono interessato
    alla gentilezza,
  • 0:40 - 0:42
    resta a tutt'oggi un mistero.
  • 0:42 - 0:44
    Ma ho avuto, ad ogni modo,
    una conversione.
  • 0:45 - 0:47
    Non so se vi ricordate,
    ma nel 2009
  • 0:47 - 0:49
    Psychologie Magazine ha introdotto
  • 0:49 - 0:51
    in Francia
  • 0:51 - 0:53
    la Giornata della Gentilezza
    il 13 novembre,
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    che mi è passata
    totalmente inosservata.
  • 0:57 - 0:59
    All'epoca lavoravo
    sulla cordialità.
  • 0:59 - 1:01
    La nozione è simile,
    me lo dovete concedere.
  • 1:01 - 1:02
    E un amico editore
    l'ha notato.
  • 1:02 - 1:04
    Mi ha detto:
    «Scrivi sulla gentilezza».
  • 1:04 - 1:06
    «Ascolta, finché vivo, mai!
  • 1:06 - 1:09
    Non voglio essere chiamato
    "filosofo della gentilezza"».
  • 1:09 - 1:11
    E così,
    sono tornato ai miei studi,
  • 1:11 - 1:13
    con noncuranza,
  • 1:13 - 1:15
    e un giorno,
    preso da non so cosa,
  • 1:15 - 1:17
    ho cercato scritti
    di colleghi
  • 1:17 - 1:18
    morti o vivi,
  • 1:18 - 1:19
    sulla gentilezza.
  • 1:19 - 1:20
    Così ho aperto un dizionario.
  • 1:20 - 1:22
    Alla lettera G
  • 1:22 - 1:24
    di un dizionario di filosofia,
  • 1:24 - 1:26
    di due dizionari di filosofia,
  • 1:26 - 1:29
    di tutti i dizionari di filosofia
    che ho trovato alla BNF,
  • 1:29 - 1:31
    la Biblioteca Nazionale di Francia,
  • 1:31 - 1:33
    non ho trovato nulla
    sotto "Gentilezza".
  • 1:33 - 1:35
    Ho continuato
    a indagare un po'
  • 1:35 - 1:36
    e mi sono detto:
    «Ci sono libri
  • 1:36 - 1:38
    che i filosofi hanno scritto
  • 1:38 - 1:39
    sulla gentilezza?»
  • 1:39 - 1:41
    Da Neanderthal, nulla.
    Così mi son detto:
  • 1:41 - 1:43
    «In filosofia morale
    ci sarà un capitolo,
  • 1:43 - 1:45
    magari un brano,
    un paragrafo?»
  • 1:45 - 1:47
    Niente, solo il nulla.
  • 1:47 - 1:50
    E così ho capito
    che il mio disprezzo per la gentilezza
  • 1:50 - 1:52
    era frutto della mia cultura,
  • 1:52 - 1:53
    della mia cultura filosofica.
  • 1:53 - 1:56
    Allora mi sono interessato
    alla storia della gentilezza.
  • 1:56 - 1:59
    E ho scoperto che questa storia
    era appassionante, emozionante.
  • 1:59 - 2:02
    E mi sono detto:
    «Adesso che ho capito perché
  • 2:02 - 2:03
    la gentilezza significava nobiltà,
  • 2:03 - 2:05
    bisogna che la consolidi
  • 2:05 - 2:08
    e che ne faccia una virtù,
    magari non cardinale,
  • 2:08 - 2:10
    ma in ogni caso una virtù
    che si appoggi a una morale.
  • 2:10 - 2:13
    Dunque è questo
    che vi andrò a raccontare:
  • 2:13 - 2:15
    la storia della gentilezza,
  • 2:15 - 2:16
    in 3 tempi e 2 movimenti.
  • 2:16 - 2:19
    Direi che la storia
    della gentilezza ha tre radici:
  • 2:19 - 2:23
    una romana, una cristiana
    e una medievale.
  • 2:24 - 2:27
    Se tutte le strade portano a Roma,
    la gentilezza lì comincia.
  • 2:27 - 2:30
    "Gentilis" in latino
    indica il nobile,
  • 2:30 - 2:31
    di buona famiglia.
  • 2:31 - 2:34
    Colui che fa parte delle 100 famiglie
    che fondarono Roma.
  • 2:34 - 2:35
    D'altronde, chiamiamo "gens"
  • 2:35 - 2:38
    l'insieme di queste famiglie,
    questo clan
  • 2:38 - 2:39
    che ha costruito la politica
  • 2:40 - 2:42
    della monarchia
  • 2:42 - 2:43
    agli albori di Roma.
  • 2:43 - 2:46
    E in seguito il termine "gentilis",
    "gentiles" al plurale,
  • 2:46 - 2:48
    ne verrà contaminato.
  • 2:48 - 2:50
    Prima definisce
    il membro della famiglia,
  • 2:50 - 2:52
    compreso colui che non è
    di sangue nobile,
  • 2:52 - 2:53
    vale a dire lo schiavo.
  • 2:53 - 2:55
    E poi, a poco a poco,
  • 2:55 - 2:56
    "gentilis" indica
  • 2:56 - 2:59
    le nazioni
    che appartengono all'Impero,
  • 2:59 - 3:01
    poi quelle
    al di fuori dell'Impero.
  • 3:01 - 3:05
    Quindi si vede bene che "gentilis"
    indica sia il nobile
  • 3:05 - 3:06
    che l'ignobile.
  • 3:06 - 3:07
    Seconda radice:
    la cristiana.
  • 3:07 - 3:10
    I Cristiani cercano un nome,
    come gli Ebrei,
  • 3:10 - 3:12
    per designare colui
    che non è Cristiano.
  • 3:12 - 3:15
    Gli Ebrei ce l'hanno.
    In Ebraico è "goy".
  • 3:15 - 3:16
    ("goyim" al plurale).
  • 3:16 - 3:18
    I Cristiani mettono gli occhi
  • 3:18 - 3:20
    su un termine già contaminato,
  • 3:20 - 3:21
    cioè: "gentilis".
  • 3:21 - 3:25
    Dunque, il gentile
    è colui che non è Cristiano.
  • 3:25 - 3:27
    Ma non per questo è cattivo,
  • 3:27 - 3:30
    è solo miscredente,
    non ha la buonafede.
  • 3:30 - 3:32
    E, a differenza del giudaismo,
  • 3:32 - 3:34
    il gentile può essere convertito.
  • 3:34 - 3:39
    San Paolo viene battezzato
    (nonostante sia ebreo e parli greco)
  • 3:39 - 3:40
    apostolo dei gentili in latino.
  • 3:40 - 3:43
    Cioè percorrerà
    il bacino mediterraneo
  • 3:43 - 3:45
    per convertire alla buonafede
  • 3:45 - 3:47
    quelli che sono in mala fede.
  • 3:47 - 3:48
    Ecco com'è per il Cristianesimo.
  • 3:48 - 3:51
    San Tommaso scrisse
    una summa contro i gentili.
  • 3:51 - 3:54
    Terza radice:
    quella medievale.
  • 3:54 - 3:56
    Nel Medio Evo,
    dopo le invasioni,
  • 3:56 - 3:58
    il nobile si annoia
    nel suo castello.
  • 3:58 - 3:59
    Pratica due virtù:
  • 3:59 - 4:02
    l'onore e la carità.
  • 4:02 - 4:05
    Accoglie i paesani
    quando arrivano i briganti,
  • 4:05 - 4:08
    e perfino durante
    le invasioni.
  • 4:08 - 4:10
    Si rivolge verso Roma,
  • 4:10 - 4:12
    storicamente,
    spiritualmente,
  • 4:12 - 4:16
    e si autoproclama
    "gentil uomo", in 2 parole.
  • 4:16 - 4:18
    È Guillaume Budé,
    nel Rinascimento,
  • 4:18 - 4:20
    che lega le due parole
    e ne fa un neologismo:
  • 4:20 - 4:21
    il gentiluomo.
  • 4:21 - 4:23
    Dunque il gentiluomo
    è l'aristocratico.
  • 4:23 - 4:24
    Questo è ciò
    che trovo buffo:
  • 4:24 - 4:27
    immaginate nel XII secolo
    in una cappella o in una chiesa,
  • 4:27 - 4:30
    il prete che parla alla prima fila,
    al gentiluomo e alla famiglia
  • 4:30 - 4:33
    e che parla di San Paolo,
    l'apostolo dei gentili.
  • 4:33 - 4:35
    In un'unità di tempo,
    di luogo e d'azione
  • 4:35 - 4:37
    avete due significati di gentile,
  • 4:37 - 4:40
    che sono riuniti e organizzati
    dal Cristianesimo.
  • 4:40 - 4:42
    "Gentile" è insieme "nobile"
  • 4:42 - 4:44
    e "gentile",
    è allo stesso tempo "ignobile".
  • 4:44 - 4:47
    Ecco, questa è la storia.
    Io la trovo favolosa.
  • 4:47 - 4:49
    Si ferma...
    No, non si ferma,
  • 4:49 - 4:52
    si prolunga...
    si vede che l'aristocrazia
  • 4:52 - 4:55
    si rammollirà, diventerà cortigiana.
  • 4:55 - 4:56
    A partire dal Rinascimento
  • 4:56 - 4:59
    (è Norbert Elias che lo spiega
    in "La società di corte")
  • 4:59 - 5:02
    il nobile si struttura
    attorno al re.
  • 5:02 - 5:05
    E così adulerà,
    si guarderà allo specchio,
  • 5:05 - 5:07
    giocherà a nascondino
    nei giardini di Versailles,
  • 5:07 - 5:09
    si metterà una parrucca,
    i tacchi,
  • 5:09 - 5:11
    e quindi diventerà un Tartuffo,
    un ipocrita.
  • 5:11 - 5:14
    Ed è così che finirà
    la nobiltà.
  • 5:14 - 5:16
    Nel 1789,
  • 5:16 - 5:19
    si impiccano
    gli aristocratici ai lampioni
  • 5:19 - 5:21
    ed è la fine della gentilezza
    come stile di vita sociale,
  • 5:21 - 5:24
    come stile di vita raffinato,
    come stile di vita aristocratico.
  • 5:24 - 5:26
    Ma io ci vedo una possibilità:
  • 5:26 - 5:27
    non nella Rivoluzione Francese,
  • 5:27 - 5:31
    ma nell'aver abolito
    la gentilezza come stile di vita,
  • 5:31 - 5:32
    e nel lasciarle la possibilità
  • 5:32 - 5:35
    di diventare una virtù morale
  • 5:35 - 5:37
    e una virtù repubblicana.
  • 5:37 - 5:38
    È questo quindi
    che ho cercato di teorizzare
  • 5:38 - 5:40
    in un secondo tempo.
  • 5:40 - 5:42
    Allora come ho definito
    la gentilezza?
  • 5:42 - 5:43
    Ispirandomi alla strada.
  • 5:43 - 5:45
    «In fondo, cos'è essere gentile?»
  • 5:45 - 5:47
    C'è l'idea del fare del bene.
  • 5:47 - 5:50
    E mi son detto:
    «Non è un atto particolarmente nobile.
  • 5:50 - 5:53
    Non ci si sacrifica, non ci si inchioda
    sulla croce quando si è gentili,
  • 5:53 - 5:55
    quindi è rendere un servizio.
  • 5:55 - 5:56
    Allora mi son detto:
    «Bello esser gentile,
  • 5:56 - 5:58
    è una morale tascabile.
  • 5:58 - 6:00
    È una morale attuabile.
  • 6:00 - 6:01
    È una morale post-moderna.
  • 6:01 - 6:03
    È una morale senza colpevolezza»
  • 6:03 - 6:07
    E mi oppongo a quella morale
    che chiamo impressionista,
  • 6:07 - 6:08
    alle morali impressionanti,
  • 6:08 - 6:11
    quelle che insegno
    da professore di filosofia.
  • 6:11 - 6:12
    Morali che sono impraticabili:
  • 6:12 - 6:14
    l'atarassia degli Stoici,
  • 6:14 - 6:16
    l'apatia degli Epicurei,
  • 6:16 - 6:19
    o quelle morali che hanno elevato
    l'umanità al di sopra di sé,
  • 6:19 - 6:22
    che sono state forgiate
    dai 3 monoteismi,
  • 6:22 - 6:24
    che ci dicono dal mattino alla sera,
  • 6:24 - 6:26
    e dalla nascita alla morte,
    ciò che dobbiamo fare.
  • 6:26 - 6:29
    Ma quando non ce la facciamo,
    proviamo un gran senso di colpa.
  • 6:29 - 6:33
    La gentilezza, invece, esprime
    una morale impressionista,
  • 6:33 - 6:35
    per piccoli tocchi.
  • 6:35 - 6:37
    E questi piccoli tocchi
    producono, nella società,
  • 6:37 - 6:38
    del buonumore.
  • 6:38 - 6:41
    Per opporla
    alle morali impressionanti,
  • 6:41 - 6:43
    dico che è una morale del potere
    e non del dovere.
  • 6:43 - 6:46
    Sono gentile quando voglio,
    quando posso,
  • 6:46 - 6:47
    e soprattutto non quando devo.
  • 6:47 - 6:48
    Non c'è senso di colpa
  • 6:48 - 6:51
    a non rendere
    il servizio che mi è chiesto.
  • 6:51 - 6:52
    Perché è anche
    una morale del potere?
  • 6:52 - 6:56
    Perché è bene ricordare
    che viviamo in una società cinica.
  • 6:56 - 7:00
    Il cinico è colui che usa l'altro
    per i propri intenti,
  • 7:00 - 7:03
    per strumentalizzarlo,
    per infeudarlo.
  • 7:03 - 7:09
    Penso che il cinico si definisca
    prima di tutto come un predatore,
  • 7:09 - 7:10
    come qualcuno che prende.
  • 7:10 - 7:12
    Credo che colui che prende,
    sia colui a cui manca.
  • 7:12 - 7:15
    Un cocainomane è in uno stato
    di mancanza, si sa.
  • 7:15 - 7:16
    Ma non ci si guarda dentro
  • 7:16 - 7:18
    nella nostra società
    quando si è così.
  • 7:18 - 7:20
    E si cerca all'esterno
    quello che manca.
  • 7:20 - 7:23
    Perciò oggi si prende
    dalla vita, dal lavoro,
  • 7:23 - 7:26
    dalla politica
    (non vi faccio un disegno).
  • 7:26 - 7:29
    Penso che il gentile
    sia colui che dà.
  • 7:29 - 7:31
    Dunque non è in stato di mancanza,
    ma di pienezza,
  • 7:31 - 7:33
    in uno stato di generosità,
  • 7:33 - 7:35
    e quindi è questo eccesso
    che può donare.
  • 7:35 - 7:37
    Ecco perché è una morale del potere.
  • 7:37 - 7:40
    Credo anche che sia una morale
    del potere dolce,
  • 7:40 - 7:42
    del "soft power",
    come dicono gli Americani,
  • 7:42 - 7:45
    cioè quel potere della dolcezza.
  • 7:45 - 7:48
    Quando vogliamo aprire una porta,
    in genere non lo facciamo con la spalla.
  • 7:48 - 7:51
    Guardiamo la maniglia
    e ci mettiamo sopra la mano
  • 7:51 - 7:52
    per girarla nel senso giusto.
  • 7:52 - 7:54
    Spesso c'è scritto "Tirare"
    e noi spingiamo,
  • 7:54 - 7:56
    ma in generale ci si arriva.
  • 7:56 - 7:58
    Quindi credo che ci sia
    intelligenza
  • 7:58 - 7:59
    in questo "soft power".
  • 7:59 - 8:00
    È per questo che dico che,
  • 8:00 - 8:03
    se la gentilezza appartiene all'empatia,
  • 8:03 - 8:05
    si distingue
    dalle due altre forme vicine
  • 8:05 - 8:06
    con cui viene confusa:
  • 8:06 - 8:07
    prima di tutto il rispetto,
  • 8:07 - 8:09
    che chiamo "empatia fredda",
  • 8:09 - 8:10
    poi la sollecitudine,
  • 8:10 - 8:12
    che chiamo "empatia bruciante".
  • 8:12 - 8:16
    Avrete dunque indovinato: la gentilezza
    è un'"empatia calda".
  • 8:16 - 8:17
    Il rispetto consiste soltanto
  • 8:17 - 8:19
    nel conformarsi ad una regola,
    ad una legge.
  • 8:19 - 8:23
    È lasciare un posteggio
    ad un handicappato.
  • 8:23 - 8:26
    Non è per questo che lo aiuteremo
    anche a tirare fuori la sedia.
  • 8:26 - 8:30
    L'empatia bruciante è stata
    immortalata sullo schermo
  • 8:30 - 8:32
    da "Il favoloso mondo di Amélie".
  • 8:32 - 8:34
    È volere la felicità della gente
    loro malgrado.
  • 8:34 - 8:37
    Trovo che questa virtù,
    la sollecitudine,
  • 8:37 - 8:38
    sia invasiva, intrusiva.
  • 8:38 - 8:40
    Vuole la felicità delle persone
  • 8:40 - 8:41
    loro malgrado,
    e come sapete,
  • 8:41 - 8:43
    l'inferno è lastricato
    di buone intenzioni.
  • 8:43 - 8:45
    E la gentilezza
    è una forma di intelligenza
  • 8:45 - 8:47
    che si trova a metà
    tra le due.
  • 8:47 - 8:49
    Eppure
    non è tiepida.
  • 8:49 - 8:51
    È calda perché
    è intelligenza:
  • 8:51 - 8:54
    è con il mio umore che entro
    in relazione con quello altrui.
  • 8:54 - 8:56
    E che cos'è essere gentili?
  • 8:56 - 8:58
    Vi do una definizione semplicissima.
  • 8:58 - 9:00
    È rendere un servizio a qualcuno
    che ce lo chiede.
  • 9:00 - 9:02
    Se non ce lo chiede,
    non bisogna rendere il servizio.
  • 9:02 - 9:04
    Altrimenti si fa come la nostra Amélie.
  • 9:04 - 9:06
    Se ce lo domanda, invece,
  • 9:06 - 9:07
    è a nostra discrezione
  • 9:07 - 9:09
    se renderglielo
    o non renderglielo.
  • 9:09 - 9:11
    In entrambi i casi, non si è cattivi.
  • 9:11 - 9:13
    Ma con la gentilezza ci si eleva.
  • 9:13 - 9:15
    Allora l'ultima cosa
    che vorrei dire
  • 9:15 - 9:18
    per elevare questa piccola morale,
  • 9:18 - 9:20
    questa piccola virtù
    che è stata dimenticata,
  • 9:20 - 9:22
    che è desueta,
  • 9:22 - 9:24
    è dire che la gentilezza,
  • 9:24 - 9:27
    si fa fatica a metterla in pratica
    in Francia
  • 9:27 - 9:29
    perché si hanno due resistenze:
  • 9:29 - 9:32
    la prima ci viene
    dall'ideologia del cinismo,
  • 9:32 - 9:34
    che fa di noi dei predatori,
    quindi dare non è ben visto.
  • 9:34 - 9:38
    E la seconda viene dall'eredità
    della Rivoluzione Francese
  • 9:38 - 9:40
    che raccomanda
    un'uguaglianza assoluta.
  • 9:40 - 9:43
    La Notte del 4 agosto, noi,
    ce l'abbiamo nel sangue,
  • 9:43 - 9:44
    è entrata nel DNA.
  • 9:44 - 9:47
    E quindi "servire"
    è una cosa
  • 9:47 - 9:49
    che ci mette
    nella posizione di "servo",
  • 9:49 - 9:51
    di "servitù",
    e non è cosa facile.
  • 9:51 - 9:53
    Così non amiamo servire.
  • 9:53 - 9:54
    Per esempio il cameriere al bar.
  • 9:54 - 9:56
    Siamo almeno in due filosofi
    ad averlo usato:
  • 9:56 - 9:58
    Sartre, in "L'Essere e il Nulla".
  • 9:58 - 10:00
    Sartre ci vede l'immagine della libertà,
  • 10:00 - 10:02
    del "per sé",
    di colui che puó essere
  • 10:02 - 10:04
    altro da quello che è:
    un cameriere.
  • 10:04 - 10:07
    Io dico che
    il cameriere illustra
  • 10:07 - 10:09
    la resistenza francese
    alla gentilezza,
  • 10:09 - 10:11
    perché se avete fatto l'esperienza
    al bar qui a fianco,
  • 10:11 - 10:14
    dal momento in cui vi sedete,
    è lui che prende il potere.
  • 10:14 - 10:17
    Non è cattivo,
    ma è l'immagine del tutto-francese:
  • 10:17 - 10:19
    ci vuole mostrare
    che è l'uguaglianza
  • 10:19 - 10:21
    che governa
    nelle relazioni umane.
  • 10:21 - 10:25
    E quindi, essere gentili
    è accettare la servitù.
  • 10:25 - 10:29
    Come dice Boezio, è dare prova
    di una servitù volontaria,
  • 10:29 - 10:31
    è mettere un ginocchio a terra.
  • 10:31 - 10:33
    Io dico che,
    contro il "tutto per l'ego"
  • 10:33 - 10:36
    che la nostra società promuove,
  • 10:36 - 10:39
    la gentilezza ci obbliga
    a sfrondarci di noi stessi,
  • 10:39 - 10:40
    a svuotarci di noi stessi.
  • 10:40 - 10:43
    Uso una metafora poco elegante,
    quella dell'idraulico.
  • 10:43 - 10:45
    Ma in qualche modo,
    quando si è gentili,
  • 10:45 - 10:48
    si fa un'esperienza esistenziale
    che è la stessa del sifone.
  • 10:48 - 10:50
    Travasiamo noi stessi
  • 10:50 - 10:52
    e questo crea uno spazio
    per accogliere l'altro.
  • 10:52 - 10:54
    Ecco, per concludere,
    direi tre cose:
  • 10:54 - 10:56
    «Il Gentile ha un occhio solo»,
    diceva mia nonna.
  • 10:56 - 10:58
    Adoravo mia nonna
    ma si sbagliava.
  • 10:58 - 11:00
    Penso che sia il cinico
    ad avere un occhio solo,
  • 11:00 - 11:02
    che sia un enorme Ciclope.
  • 11:02 - 11:03
    Penso che il gentile
    abbia tre occhi:
  • 11:03 - 11:05
    ne ha due,
    più quello del cuore,
  • 11:05 - 11:07
    che è nel mezzo,
    il terzo occhio.
  • 11:07 - 11:10
    E se la gentilezza ha un merito,
    è di offrire una sintesi
  • 11:10 - 11:12
    tra le vecchie società dell'onore
  • 11:12 - 11:14
    e la nostra civiltà della felicità.
  • 11:14 - 11:17
    E ... trovo che siate stati
    molto gentili a venire.
  • 11:17 - 11:19
    Grazie
Title:
La filosofia della gentilezza| Emmanuel Jaffelin | TEDxParisSalon
Description:

Questa presentazione è stata fatta durante un avvenimento TED locale, prodotto indipendentemente dalle conferenze TED.

Girato a TEDxParisSalon il 27 novembre 2012 al teatro della Gaité Lyrique.
Altri interventi su http://tedxparis.com/

Docente di filosofia, Emmanuel Jaffelin è professore di filosofia al Liceo Lakanal di Sceaux. Dopo una carriera diplomatica in America del Sud, Emmanuel Jaffelin raccomanda l'emergenza di una nuova etica nella sua opera principale "Elogio della gentilezza".
Emmanuel Jaffelin difende nel libro un'etica di "gentiluomo", radicata in questa "virtù minore" che è la gentilezza, ma che definisce una morale più accessibile degli standard troppo esigenti della santità.

Da questo, la gentilezza avrà, secondo E. Jaffelin, un'efficacia particolare: «Senza fare di noi dei Gesù o dei supereroi, ha il potere di elevarci un po', di nobilitarci, con un minimo sforzo».

In più, per il suo carattere disinteressato, la gentilezza avrà il merito di un punto di vista etico, di sottrarsi a ogni strumentalizzazione o mercificazione.

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Video Language:
French
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
11:23

Italian subtitles

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