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Shane Koyczan: "To This Day" ... per i belli e perseguitati

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    Siete così tanti.
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    Quando ero un ragazzino,
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    nascondevo il mio cuore sotto al letto,
    perché mia madre diceva:
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    "Se non stai attento,
    un giorno qualcuno te lo spezzerà".
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    Credete a me.
    Sotto al letto non è un gran nascondiglio.
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    Lo so perché sono stato buttato giù
    così tante volte
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    che soffro l'altitudine anche solo stando in piedi.
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    Ma questo è ciò che ci dicevano.
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    Rialzati da solo.
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    Ma è una cosa difficile da fare
    se non sai chi sei.
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    Ci si aspettava che fossimo capaci di definirci
    quando eravamo giovanissimi,
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    e se non lo facevamo noi,
    ci pensava qualcun altro.
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    Sfigato. Ciccione. Sgualdrina. Frocio.
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    E mentre ci dicevano cos'eravamo,
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    ci chiedevano
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    "Cosa vuoi fare da grande?"
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    Ho sempre pensato
    che fosse una domanda sleale.
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    Presuppone che non possiamo essere
    ciò che già siamo.
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    Eravamo ragazzini.
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    Quand'ero ragazzino, volevo essere un uomo.
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    Volevo un piano di risparmio previdenziale intestato
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    che mi permettesse di vivere nella bambagia abbastanza a lungo da avere una dolce vecchiaia.
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    Quand'ero bambino,
    volevo rasarmi.
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    Ora, un po' meno.
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    Quando avevo otto anni,
    volevo essere un biologo marino.
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    Quando ne avevo nove, vidi il film "Lo squalo",
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    e pensai tra me e me "No, grazie".
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    E quando ne avevo dieci, mi fu detto che i miei genitori mi avevano abbandonato perché non mi volevano.
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    A 11 anni, volevo essere lasciato solo.
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    A 12, volevo morire.
    A 13, volevo uccidere un ragazzino.
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    A 14, mi fu chiesto di prendere seriamente
    in considerazione l'idea di fare carriera.
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    Dissi: "Mi piacerebbe fare lo scrittore".
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    E mi risposero "Pensa a qualcosa di realistico".
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    Allora dissi: "Wrestler professionista".
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    E mi risposero "Non fare lo stupido".
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    Vedete, mi chiedevano cosa volevo fare,
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    e poi mi dicevano cosa non dovevo fare.
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    E non ero l'unico.
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    Ci dicevano che in qualche modo
    dobbiamo diventare
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    quello che non siamo,
    sacrificando ciò che siamo
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    per ereditare la maschera
    di ciò che saremo.
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    Mi fu detto di accettare l'identità
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    che gli altri mi avrebbero attribuito.
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    E allora, mi chiesi, cosa rendeva i miei sogni
    così facili da scartare?
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    Vi assicuro, i miei sogni sono schivi,
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    perché sono canadesi.
    (Risate)
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    I miei sogni sono impacciati
    e tendono eccessivamente a scusarsi.
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    Stanno lì, da soli, al ballo della scuola,
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    e non hanno mai ricevuto un bacio.
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    Vedete, anche i miei sogni venivano derisi.
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    Sciocchi. Assurdi. Impossibili.
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    Ma ho continuato a sognare.
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    Sarei diventato un wrestler.
    Avevo immaginato tutto.
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    Sarei diventato l'Uomo Spazzatura.
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    La mia mossa finale sarebbe stata Il Pressarifiuti.
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    Il mio motto sarebbe stato "Elimino le schifezze!".
  • 2:55 - 3:01
    (Risate)
    (Applausi)
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    E poi questo tizio, Duke "Cassonetto" Droese,
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    mi portò via la scena.
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    Ero a pezzi,
    come se fossi passato in un pressarifiuti.
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    Pensai tra me e me:
    "E adesso? Da che parte vado?"
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    Poesia.
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    Come un boomerang,
    la cosa che amavo tornò indietro.
  • 3:26 - 3:28
    Uno dei primi versi
    che ricordo di aver scritto
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    era in risposta ad un mondo
    che chiedeva che odiassi me stesso.
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    Dai 15 ai 18 anni, mi odiavo
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    per essere diventato ciò che detestavo:
    un bullo.
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    A 19 anni scrissi
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    "Mi amerò nonostante
    la facilità con cui
  • 3:43 - 3:46
    tendo verso l'opposto".
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    Mettersi dalla parte di se stessi
    non deve voler dire
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    dedicarsi alla violenza.
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    Quando ero un ragazzino,
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    commerciavo compiti in cambio di amicizia,
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    poi davo ad ogni amico un'ultima possibilità
    per non essersi presentato in orario,
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    e nella maggior parte dei casi
    per non essersi presentato proprio.
  • 4:01 - 4:04
    Mi davo una libera uscita
    per superare ogni promessa infranta.
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    E ricordo questo piano, nato dalla frustrazione
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    provocata da un bambino
    che continuava a chiamarmi "Yoghi",
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    poi puntava alla mia pancia e diceva
    "Troppi cestini da picnic".
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    Si capisce che non è difficile
    prendersi gioco di qualcuno,
  • 4:15 - 4:16
    e un giorno, prima di scuola, dissi
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    "Ok, puoi copiare i miei compiti",
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    e gli diedi tutte le risposte sbagliate
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    che avevo scritto la sera prima.
  • 4:22 - 4:25
    Ebbe indietro il compito pensando
    di aver ricevuto un voto quasi perfetto,
  • 4:25 - 4:29
    e non poteva crederci quando mi guardò,
    dall'altra parte dell'aula, e aveva preso zero.
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    Sapevo che non dovevo sventolare il mio foglio
    con il risultato di 28 su 30,
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    ma la mia soddisfazione fu totale
    quando mi guardò, perplesso,
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    e io pensai:
    "Più intelligente dell'orso medio, bastardo".
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    (Risate)
    (Applausi)
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    Questo è quello che sono.
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    Questo è il modo in cui sostengo me stesso.
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    Quando ero un ragazzino,
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    pensavo che le braciole di maiale [pork chops]
    e i colpi di karate [karate chops] fossero la stessa cosa.
  • 5:00 - 5:03
    Pensavo fossero entrambi
    braciole di maiale.
  • 5:03 - 5:04
    E poiché mia nonna
    pensava che fosse carino,
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    e poiché erano il mio piatto preferito,
    continuò a lasciarmelo credere.
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    Non era una cosa importante.
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    Un giorno, prima di capire che i ragazzini grassi
    non sono fatti per arrampicarsi sugli alberi,
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    caddi da un albero e mi coprii di lividi
    su tutto il lato destro del corpo.
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    Non volevo dirlo a mia nonna
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    perché avevo paura di mettermi nei guai
    per aver giocato dove non avrei dovuto.
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    Alcuni giorni dopo,
    l'insegnante di ginnastica notò i lividi,
  • 5:23 - 5:25
    e fui spedito nell'ufficio del preside.
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    Da lì fui spedito in un altro stanzino
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    con una signora molto carina che mi faceva qualunque tipo di domanda sulla mia vita a casa.
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    Non vedevo alcuna ragione per mentire.
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    Per quanto io fossi preoccupato,
    la vita andava piuttosto bene.
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    Le dissi: "Ogni volta che sono triste,
    mia nonna mi dà dei colpi di karate [karate chops]".
  • 5:41 - 5:49
    (Risate)
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    Ciò portò ad un'indagine accurata,
  • 5:53 - 5:55
    e fui portato via da casa per tre giorni,
  • 5:55 - 5:59
    fino a quando finalmente
    decisero di chiedermi come mi fossi fatto quei lividi.
  • 5:59 - 6:02
    La notizia di quella storiella sciocca
    si sparse rapidamente a scuola,
  • 6:02 - 6:05
    e mi guadagnai il mio primo soprannome:
  • 6:05 - 6:07
    Braciola di maiale.
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    Da quel giorno, odio le braciole di maiale.
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    Non sono l'unico ragazzino cresciuto così,
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    circondato da persone che sostenevano
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    che bastoni fa rima con pietre,
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    come se le ossa rotte facessero più male
    dei nomignoli che ci affidavano,
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    e li avevamo ricevuti tutti.
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    Quindi siamo cresciuti credendo che nessuno
    si sarebbe mai innamorato di noi,
  • 6:30 - 6:32
    che saremmo rimasti soli per sempre,
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    che non avremmo mai incontrato qualcuno
    che ci faccesse sentire che il sole
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    era qualcosa che era stato costruito
    per noi nel capanno degli attrezzi.
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    Così il cuore spezzato sanguinava di tristezza,
    e tentavamo di svuotarci per non sentire niente.
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    Non ditemi che fa meno male di un osso rotto,
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    che una vita incarnita
    è qualcosa che i chirurghi possono tagliar via,
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    che non si può metastatizzare. Può.
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    Lei aveva otto anni,
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    era il nostro primo giorno in terza elementare
    quando la chiamarono brutta.
  • 6:54 - 6:56
    Fummo spostati entrambi
    in fondo alla classe
  • 6:56 - 6:59
    così non saremmo più stati bombardati
    dalle palline di carta.
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    Ma i corridoi erano un campo di battaglia.
  • 7:01 - 7:03
    Ci trovammo in inferiorità numerica
    un giorno disgraziato dopo l'altro.
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    Non uscivamo nell'intervallo, perché fuori era peggio.
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    Fuori, avremmo dovuto provare
    a scappare,
  • 7:09 - 7:12
    o imparare a rimanere immobili come statue,
    come se non ci fossimo.
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    In quinta, incisero una frase sul davanti del suo banco
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    che diceva "Attenti al cane".
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    Ancora oggi, anche se ha un marito affettuoso,
    non pensa di essere bella
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    a causa di una voglia
    che occupa quasi metà del suo viso.
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    I bambini dicevano "Sembra una risposta sbagliata
  • 7:29 - 7:32
    che qualcuno ha cercato di cancellare,
    ma non ce l'ha fatta".
  • 7:32 - 7:35
    E non capiranno mai
    che lei sta crescendo due bambini
  • 7:35 - 7:39
    la cui definizione di bellezza
    inizia con la parola "Mamma",
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    perché vedono il suo cuore prima della sua pelle,
  • 7:42 - 7:43
    perché lei è sempre stata
    semplicemente meravigliosa.
  • 7:43 - 7:48
    Lui era un ramo spezzato
    innestato su un albero di un'altra specie,
  • 7:48 - 7:50
    adottato,
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    non perché i suoi genitori
    scelsero un destino diverso.
  • 7:54 - 7:56
    Aveva tre anni quando diventò un cocktail:
  • 7:56 - 8:00
    una parte di abbandono e due parti di tragedia,
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    entrò in terapia in terza media,
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    costruì la sua personalità con test e pillole,
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    visse come se le salite fossero montagne
    e le discese precipizi,
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    quattro quinti di tendenze suicide,
    una marea di antidepressivi,
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    e un'adolescenza a sentirsi chiamare "Popper" [Anfetamina],
  • 8:15 - 8:17
    1 parte a causa delle pillole,
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    99 parti per colpa della crudeltà.
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    Tentò il suicidio in seconda superiore
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    quando un ragazzino che poteva ancora
    andare a casa da mamma e papà
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    ebbe l'audacia di dirgli "Fattela passare".
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    Come se la depressione
    fosse una cosa che si può superare
  • 8:31 - 8:33
    con qualcosa che si trova
    in un kit di pronto soccorso.
  • 8:33 - 8:37
    Fino ad oggi, lui è stato un candelotto di dinamite
    acceso da entrambe le estremità,
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    potrebbe descrivervi dettagliatamente
    il modo in cui il cielo si piega
  • 8:40 - 8:41
    nell'attimo prima che sta per cadere,
  • 8:41 - 8:44
    e nonostante un esercito di amici
    che lo considerano la loro fonte di ispirazione,
  • 8:44 - 8:48
    rimane un argomento di conversazione
    tra persone che non possono capire
  • 8:48 - 8:51
    che a volte essere liberi dai farmaci
    ha meno a che fare con la dipendenza
  • 8:51 - 8:54
    e più a che fare con il buon senso.
  • 8:54 - 8:57
    Non eravamo gli unici ragazzini cresciuti così.
  • 8:57 - 9:00
    Ancora oggi, i ragazzini vengono insultati.
  • 9:00 - 9:05
    I classici erano "Ehi, stupido", "Ehi spastico".
  • 9:05 - 9:08
    Sembra che ogni scuola abbia
    un arsenale di insulti
  • 9:08 - 9:11
    aggiornati ogni anno,
  • 9:11 - 9:13
    e se un ragazzo irrompe in una scuola e nessuno intorno sceglie di ascoltare,
  • 9:13 - 9:15
    fanno rumore?
  • 9:15 - 9:18
    Sono solo rumori di fondo di una canzone bloccata
  • 9:18 - 9:23
    in modalità "repeat" quando la gente dice cose come
    "I bambini possono essere crudeli".
  • 9:23 - 9:25
    Ogni scuola era un tendone da circo,
  • 9:25 - 9:28
    e l'ordine gerarchico passava
    da acrobati a domatori di leoni,
  • 9:28 - 9:32
    da clown a imbonitori, tutto così distante
    da ciò che eravamo.
  • 9:32 - 9:36
    Eravamo fenomeni da circo -- ragazzi con le chele da granchio e ragazze barbute,
  • 9:36 - 9:38
    tipi strani che facevano giochi di prestigio
    con la depressione e la solitudine,
  • 9:38 - 9:40
    che facevano solitari,
    facevano il gioco della bottiglia,
  • 9:40 - 9:42
    cercando di baciare le proprie ferite e guarire,
  • 9:42 - 9:45
    ma la notte, mentre gli altri dormivano,
  • 9:45 - 9:48
    continuavamo a camminare sul filo del rasoio.
  • 9:48 - 9:51
    Era un esercizio, e sì, alcuni di noi caddero.
  • 9:51 - 9:54
    Ma voglio dire loro che tutte queste cose
  • 9:54 - 9:59
    sono solo le macerie che lasciamo indietro
    quando decidiamo finalmente di fracassare
  • 9:59 - 10:01
    tutte le cose che pensavamo di essere,
  • 10:01 - 10:05
    e se non riusciamo
    a vedere niente di bello in noi stessi,
  • 10:05 - 10:10
    dobbiamo prendere uno specchio migliore, guardare
    un po' più da vicino, fissare un po' più a lungo,
  • 10:10 - 10:12
    perché c'è qualcosa dentro di te
    che ti ha fatto continuare a provare
  • 10:12 - 10:15
    nonostante tutti quelli che ti dicevano di mollare.
  • 10:15 - 10:17
    Costruisci un gesso intorno al tuo cuore spezzato
    e firmalo tu stesso.
  • 10:17 - 10:19
    L'hai firmato "Si sbagliavano".
  • 10:19 - 10:22
    Perché forse non facevi parte di un gruppo
    o di una compagnia.
  • 10:22 - 10:25
    Forse hanno deciso di sceglierti per ultimo
    per la pallacanestro o per qualunque altra cosa.
  • 10:25 - 10:29
    Forse eri abituato ad avere lividi e denti rotti
    per attirare l'attenzione, ma non lo hai mai detto,
  • 10:29 - 10:30
    perché come si fa a resistere
  • 10:30 - 10:32
    se tutti attorno a te vogliono seppellirti sotto terra?
  • 10:32 - 10:36
    Devi credere che avevano torto.
  • 10:36 - 10:39
    Devono avere torto.
  • 10:39 - 10:42
    Altrimenti come potremmo essere ancora qui?
  • 10:42 - 10:45
    Siamo cresciuti imparando a incoraggiare i perdenti
  • 10:45 - 10:48
    perché in loro vediamo noi stessi.
  • 10:48 - 10:50
    Discendiamo da una radice piantata
    nella convinzione
  • 10:50 - 10:53
    di non essere l'insulto con cui ci chiamavano.
  • 10:53 - 10:54
    Non siamo macchine impantanate e abbandonate,
  • 10:54 - 10:57
    ferme e vuote su un'autostrada,
  • 10:57 - 10:59
    e se in qualche modo lo siamo,
    non preoccupiamoci.
  • 10:59 - 11:01
    Dobbiamo solo uscire per andare a piedi a prendere la benzina.
  • 11:01 - 11:04
    Siamo tutti diplomandi del corso Ce l'Abbiamo Fatta,
  • 11:04 - 11:06
    non gli echi lontani di voci che gridano
  • 11:06 - 11:11
    "Gli insulti non mi feriranno mai".
  • 11:11 - 11:15
    Ovviamente l'hanno fatto.
  • 11:15 - 11:17
    Ma le nostre vite continueranno sempre e soltanto
  • 11:17 - 11:20
    ad essere un esercizio di equilibrio
  • 11:20 - 11:23
    che ha meno a che fare con il dolore
  • 11:23 - 11:27
    e più a che fare con la bellezza.
  • 11:27 - 11:31
    (Applausi)
Title:
Shane Koyczan: "To This Day" ... per i belli e perseguitati
Speaker:
Shane Koyczan
Description:

Divertente e inquietante allo stesso tempo, il poeta Shane Koyczan mette il dito nella piaga di ciò che significa essere giovani e... diversi. "To This Day", il suo poema spoken-word sul bullismo, ha incantato milioni di persone attraverso il video virale (creato in modalità crowdsourcing da 80 animatori). Qui l'autore ce ne offre una splendida rappresentazione dal vivo, con una storia di sottofondo e l'accompagnamento di Hannah Epperson al violino.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
12:03

Italian subtitles

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