Qual è il momento esatto in cui moriamo? - Randall Hayes

Lezione completa: http://ed.ted.com/lessons/at-what-moment-are-you-dead-randall-hayes

Fin dal momento a cui possiamo far risalire la nostra esistenza, siamo stati affascinati dalla morte e dalla resurrezione. Ma è davvero possibile resuscitare? E che differenza c'è tra una creatura vita e un corpo morto? Randall Hayes esamina le teorie scientifiche che cercano di rispondere a queste domande eterne.

Lezione di Randall Hayes, animazione di Anton Bogaty.

Fin dal momento a cui si può far risalire
la sua esistenza

l'uomo è stato affascinato dalla morte
e dalla resurrezione.

Quasi tutte le religioni del mondo offrono
una interpretazione per entrambe,

e dai miti più antichi

agli attuali grandi successi cinematografici
i morti continuano a tornare.

Ma è davvero possibile resuscitare?

In fondo, che differenza c'è tra
una creatura viva e un corpo morto?

Per capire cos'è la morte
è necessario capire cos'è la vita.

Una antica teoria chiamata Vitalismo

affermava che gli esseri viventi
sono unici

perché ripieni di una sostanza speciale,
o energia,

che è l'essenza della vita.

Che la chiamassero Qi,

Linfa Vitale,

o Umori,

la credenza in questa essenza
era comune in tutto il mondo,

e persiste tuttora
nei racconti di creature

che succhiano la vitalità degli altri,

o di fonti magiche che possono rifornirla.

Nel mondo occidentale
il Vitalismo cominciò a decadere

in seguito alla Rivoluzione
Scientifica nel Secolo XVII.

René Descartes propose

che il corpo umano non fosse diverso
da nessuna altra macchina

viva grazie a un'anima creata
per mano divina

localizzata nella ghiandola pineale
del cervello.

Nel 1907, il Dott. Duncan McDougall
affermò perfino

che l'anima avesse una massa

e per provarlo pesava i pazienti
immediatamente prima e dopo la morte.

Nonostante il discredito di questi
esperimenti, come di tutto il Vitalismo,

troviamo ancora vestigia
della sua teoria nella cultura popolare.

Ma dove ci conducono
tutte queste teorie screditate?

Oggigiorno sappiamo
che la vita non si trova

in una sostanza magica o scintilla,

ma negli stessi
processi biologici correnti.

E per capire questi processi

dobbiamo scendere al livello
delle singole cellule.

Dentro ognuna di queste cellule,

si verificano costantemente
reazioni chimiche

alimentate dal glucosio e dall'ossigeno
che i nostri corpi convertono

nella molecola che trasporta
l'energia, chiamata ATP.

Le cellule utilizzano
questa energia per fare tutto,

dalla riparazione alla crescita

alla riproduzione.

Non solo ci vuole molta energia
per creare le molecole necessarie,

ce ne vuole molta di più per condurle
fino a dove devono stare.

Il fenomeno universale dell'entropia

significa che le molecole tendono
a diffondersi a caso

muovendosi dalle zone
di alta concentrazione

verso quelle di bassa concentrazione

o perfino rompendosi in molecole
più piccole e atomi.

Quindi le cellule devono controllare
costantemente l'entropia

utilizzando l'energia per mantenere
le loro molecole

nelle formazioni molto complesse

necessarie alle funzioni biologiche.

La rottura di queste formazioni

quandola cellula finalmente
soccombe all'entropia

ha come risultato la morte.

Questa è la ragione per cui gli organismi
non possono essere semplicemente

rianimati una volta morti.

Possiamo pompare aria
nei polmoni di qualcuno

ma non farà differenza,

se gli altri numerosi processi
che compongono il ciclo respiratorio

non funzionano più.

Nello stesso modo, la scarica
elettrica di un defibrillatore

non riattiva un cuore morto,

ma risincronizza le cellule muscolari
di un cuore che batte irregolarmente

per fargli riprendere il ritmo normale.

Così si può evitare che una persona muoia,
ma non si resuscita un corpo morto,

o un mostro fatto con pezzi
di cadaveri cuciti assieme.

Pare quindi che i nostri vari
miracoli medici

possono ritardare o evitare la morte
ma non invertirla.

Ma non è così semplice

perché i costanti progressi
della tecnologia e della medicina

hanno reso reversibili alcuni stati,
come il coma,

descrivendo condizioni
potenzialmente reversibili,

che fino ad allora
erano considerate come morte.

Nel futuro, il punto di non ritorno
potrà essere spinto oltre.

Sappiamo che alcuni animali
sono capaci di allungare la propria vita

o di sopravvivere in condizioni estreme

rallentando i loro processi biologici

fino a quasi sospenderli.

Le ricerche nel campo della criogenia
sperano arrivare allo stesso risultato

congelando le persone in punto di morte
per resucitarle più tardi

quando nuove tecnologie
permettano di curarle.

Quando le cellule sono congelate
c'è pochissimo movimento molecolare

e la diffusione praticamente cessa.

Anche se tutti i processi cellulari
della persona si sono interrotti

è concepibile che possano essere
riattivati da uno sciame di nano robot

riportando tutte le molecole
nelle posizioni corrette

e iniettando ATP in tutte le cellule
allo stesso tempo

presumibilmente facendo riprendere
il corpo là dove si è fermato.

Dunque, se concepiamo la vita
non come uma scintilla magica

ma come un'organizzazione
molto complessa ed autoalimentata

la morte è soltanto il processo
di aumento di entropia

che distrugge questo fragile equilibrio.

Il punto in cui
si è completamente morti

smette di essere una costante
e diventa

semplicemente una questione
di quanto capaci siamo

di invertire l'entropia.