Come scrivere una fiction che prende vita - Nalo Hopkinson

Guarda la lezione intera: http://ed.ted.com/lessons/how-to-write-fiction-that-comes-alive-nalo-hopkinson

Lo scopo della fiction è lanciare un incantesimo, l'illusione momentanea di stare vivendo nel mondo della storia. Ma da scrittore, come si fa a trascinare i lettori nelle proprie storie? Nalo Hopkinson offre qualche suggerimento su come usare la lingua per dare vita a una fiction.

Leggiamo una fiction per vari motivi.

Per divertirci,

per scoprire il colpevole,

per viaggiare in mondi
strani e sconosciuti,

per spaventarci,

per ridere,

per piangere,

per pensare,

per provare emozioni,

per essere assorbiti da un'altra realtà
tanto da dimenticarci dove siamo.

Quindi, come si scrive una fiction?

Come trascinare i lettori
nelle tue storie?

Con una trama emozionante? Forse.

Personaggi affascinanti? Probabilmente.

Linguaggio meraviglioso? Magari.

"Le gambe di Billie sono spaghetti.

Le punte dei suoi capelli
sono aghi avvelenati.

La sua lingua è una spugna ispida
e i suoi occhi sono sacche di candeggina."

La descrizione ti ha fatto sentire
nauseata come Billie?

Si capisce che le gambe di Billie
non sono davvero degli spaghetti.

Billie le sente molli come
degli spaghetti scotti.

È un paragone implicito, una metafora.

Quindi perché non scriverlo
semplicemente così?

"Billie si sente nauseata e debole."

Probabilmente la seconda descrizione
non è vivida quanto la prima.

Lo scopo della fiction è
lanciare un incantesimo,

l'illusione momentanea di vivere
nel mondo della storia.

La fiction coinvolge i sensi,

ci aiuta ad inventare
simulacri mentali vividi

delle esperienze che i personaggi
stanno vivendo.

Il palcoscenico e lo schermo coinvolgono
direttamente alcuni dei nostri sensi.

Vediamo ed ascoltiamo le interazioni
tra i personaggi e l'ambientazione.

Ma nella fiction in prosa

ci sono solo simboli statici
su uno sfondo a contrasto.

Se descrivi la storia in modo concreto,
con un linguaggio non tangibile,

l'incantesimo rischia di essere debole.

La tua lettrice non andrebbe al di là
dell'interpretazione degli scarabocchi.

Capirà come si sente Billie,

ma non proverà
le stesse sensazioni di Billie.

Starà leggendo, non sarà immersa
nel mondo della storia,

scoprendo verità sulla vita di Billie
proprio insieme a lei.

La fiction gioca con i nostri sensi:

gusto,

olfatto,

tatto,

udito,

vista,

e il senso di movimento.

Gioca anche con la nostra capacità di
astrarre e fare collegamenti complessi.

Osserva la frase seguente.

"Il mondo era d'un silenzio di fantasma,

a eccezione dello scricchiolio delle vele
e lo sciabordare dell'acqua sullo scafo."

Le parole "silenzio", "scricchiolio"
e "sciabordare"

coinvolgono l'udito.

Nota che Buckell non usa
la parola generica "suono".

Ogni parola da lui scelta evoca
una particolare qualità del suono.

Poi, come un artista che stende
pennellate di colore

per dare al dipinto
una sensazione di consistenza,

aggiunge un altro strato, il movimento,
"lo scricchiolio delle vele",

e il tatto,
"lo sciabordare dell'acqua sullo scafo."

Infine ci da un legame astratto

collegando la parola silenzio
con la parola fantasma.

Non "silenzioso come un fantasma",

una similitudine che creerebbe distanza

tra il lettore e l'esperienza.

Invece Buckell crea
la metafora "silenzio di fantasma"

per un paragone implicito,
piuttosto che esplicito.

Agli scrittori viene sempre detto
di evitare i cliché

perché da parte del lettore c'è poca
partecipazione in una frase fatta,

come "rosso come una rosa."

Ma se dai loro

"L'amore... cominciò su una spiaggia.

Cominciò quel giorno in cui Jacob vide
Anette in un vestito color ciliegie cotte"

le loro menti sono impegnate
nel compito avvincente

di capire che aspetto abbia
un vestito color ciliegie cotte.

All'improvviso si ritroveranno su
una spiaggia sul punto d'innamorarsi.

Stanno sperimentando la storia
sia a livello viscerale che concettuale,

incontrano lo scrittore a metà strada
dell'opera creativa

di dar vita a un mondo dei sensi dinamico.

Quindi, quando scrivi,
usa parole scelte con cura

per coinvolgere udito, vista, gusto,
tatto, olfatto e movimento.

Poi crea connotazioni inaspettate
per gli elementi della tua storia,

e accendi il fuoco
dell'immaginazione dei tuoi lettori.