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Perché pensi di avere ragione - anche quando hai torto

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    Vorrei che immaginaste
    per un attimo
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    di essere un soldato
    nel vivo di una battaglia.
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    Forse un soldato di fanteria romana,
    o un arciere medievale
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    o forse un guerriero zulù.
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    A prescindere dal tempo e dal luogo,
    ci sono cose che restano invariate.
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    La vostra adrenalina è alta,
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    e le vostre azioni derivano
    da riflessi profondamente radicati,
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    riflessi che nascono dalla necessità
    di proteggere voi e il vostro gruppo
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    e di sconfiggere il nemico.
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    Adesso vorrei che immaginaste
    di avere un ruolo molto diverso,
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    quello dell'esploratore.
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    Il compito dell'esploratore
    non è attaccare o difendere.
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    Il compito dell'esploratore è comprendere.
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    L'esploratore è colui che perlustra,
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    mappa il territorio,
    identifica i potenziali ostacoli.
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    L'esploratore spera di scoprire
    che, ipotizziamo, ci sia un ponte
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    in un punto utile del fiume.
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    Soprattutto, l'esploratore
    vuole sapere che cosa ci sia lì,
  • 0:57 - 0:59
    il più accuratamente possibile.
  • 1:00 - 1:05
    In un esercito vero, reale, sia il soldato
    sia l'esploratore sono essenziali.
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    Si può anche pensare a questi ruoli
    come due differenti mentalità,
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    una metafora di come ognuno
    elabora le informazioni e le idee
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    nella vita quotidiana.
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    Ciò di cui voglio discutere oggi
    è che avere giudizio,
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    fare previsioni accurate,
    prendere decisioni assennate,
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    riguarda soprattutto la propria
    mentalità.
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    Per mostrarvi il funzionamento
    della mentalità
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    vi condurrò nella Francia
    del 19° secolo,
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    dove questo pezzo di carta
    dall'aspetto innocuo
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    fece scoppiare uno fra i più
    grandi scandali della storia.
  • 1:40 - 1:44
    Fu scoperto nel 1894 da alcuni ufficiali
    dello stato maggiore francese.
  • 1:45 - 1:47
    Fu strappato e gettato nel cestino,
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    ma quando rimisero insieme i pezzi
  • 1:49 - 1:51
    scoprirono che qualcuno tra loro
  • 1:51 - 1:54
    aveva venduto
    segreti militari alla Germania.
  • 1:54 - 1:57
    Così diedero inizio a una grande indagine,
  • 1:57 - 2:01
    e i loro sospetti caddero
    presto su quest'uomo:
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    Alfred Dreyfus.
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    Non aveva alcun precedente,
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    nessuna malefatta, nessun movente
    per quanto si sapesse.
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    Dreyfus era però l'unico ufficiale ebreo
    di quel grado nell'esercito,
  • 2:13 - 2:18
    e purtroppo, allora, l'esercito francese
    era fortemente antisemita.
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    Confrontarono la scrittura di Dreyfus
    con quella del pezzo di carta
  • 2:21 - 2:23
    e conclusero che corrispondevano,
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    anche se esperti calligrafi esterni
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    erano molto meno sicuri
    della corrispondenza,
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    ma ci passarono sopra.
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    Perquisirono l'appartamento di Dreyfus,
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    cercando prove di spionaggio,
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    setacciarono i suoi documenti
    e non trovarono nulla.
  • 2:36 - 2:40
    Ciò li convinse ancor più
    che non solo Dreyfus fosse colpevole
  • 2:40 - 2:43
    ma anche subdolo, perché aveva
    chiaramente nascosto le prove
  • 2:43 - 2:44
    prima che riuscissero a trovarle.
  • 2:45 - 2:48
    Poi, cercarono nella sua storia personale
  • 2:48 - 2:50
    qualsiasi particolare incriminante.
  • 2:50 - 2:52
    Parlarono con i suoi insegnanti,
  • 2:52 - 2:55
    scoprirono che aveva studiato
    lingue straniere a scuola,
  • 2:55 - 2:59
    il che mostrava chiaramente il desiderio
    di collaborare con i governi stranieri
  • 2:59 - 3:00
    più avanti nella vita.
  • 3:00 - 3:06
    Gli insegnanti dissero anche che Dreyfus
    era noto per la sua buona memoria,
  • 3:06 - 3:08
    il che era molto sospetto, vero?
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    Sapete, perché una spia
    deve ricordare un sacco di cose.
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    Così il caso finì in tribunale,
    e Dreyfus fu riconosciuto colpevole.
  • 3:17 - 3:20
    Dopodiché, lo portarono
    nella pubblica piazza,
  • 3:20 - 3:24
    strapparono, come da rito,
    le mostrine dalla sua uniforme
  • 3:24 - 3:26
    e spezzarono a metà la sua spada.
  • 3:26 - 3:28
    Questa fu chiamata
    la degradazione di Dreyfus.
  • 3:29 - 3:31
    Lo condannarono all'ergastolo
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    sull'Isola del Diavolo (un nome azzeccato)
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    una roccia spoglia
    al largo della costa del Sud America.
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    Così ci andò,
    e passò i suoi giorni da solo,
  • 3:41 - 3:44
    scrivendo lettere su lettere
    al governo francese
  • 3:44 - 3:47
    implorandoli di riaprire il caso
    così da scoprire le sua innocenza.
  • 3:48 - 3:51
    Tuttavia, la Francia considerava
    perlopiù chiusa la faccenda.
  • 3:51 - 3:56
    Ciò che trovo molto interessante
    dell'Affare Dreyfus
  • 3:56 - 3:59
    è il perché gli ufficiali
    fossero così convinti
  • 3:59 - 4:01
    che Dreyfus fosse colpevole.
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    Potreste anche pensare
    che lo stessero inguaiando,
  • 4:04 - 4:06
    che lo stessero incastrando
    di proposito.
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    Ma gli storici non credono
    che sia andata così.
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    Per quanto ne sappiamo,
  • 4:10 - 4:14
    gli ufficiali credevano davvero che
    la causa contro Dreyfus fosse fondata.
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    Il che fa pensare:
  • 4:17 - 4:19
    "Che cosa ci dice sulla mente umana
  • 4:19 - 4:21
    che una prova così insignificante
  • 4:21 - 4:23
    possa convincerci a condannare un uomo?"
  • 4:24 - 4:28
    Questo è ciò che gli scienziati chiamano
    "ragionamento motivato".
  • 4:29 - 4:32
    È il fenomeno per il quale
    le nostre motivazioni inconsce,
  • 4:32 - 4:34
    i nostri desideri e le nostre paure,
  • 4:34 - 4:36
    influenzano il modo in cui
    elaboriamo le informazioni.
  • 4:36 - 4:40
    Alcune informazioni, alcune idee
    ci sembrano nostre alleate.
  • 4:40 - 4:42
    Vogliamo che vincano.
    Vogliamo difenderle.
  • 4:42 - 4:45
    E altre informazioni
    o idee sono nemiche,
  • 4:45 - 4:47
    e vogliamo abbatterle.
  • 4:47 - 4:51
    Ecco perché chiamo "mentalità soldato"
    il ragionamento motivato.
  • 4:52 - 4:55
    Probabilmente la maggioranza di voi
    non ha mai perseguitato
  • 4:55 - 4:57
    un ufficiale franco-ebreo
    per alto tradimento,
  • 4:57 - 4:59
    suppongo.
  • 4:59 - 5:04
    Ma forse avete seguito degli sport
    o la politica, e potreste aver notato
  • 5:04 - 5:08
    che quando l'arbitro fischia un fallo
    alla vostra squadra,
  • 5:08 - 5:09
    per esempio,
  • 5:09 - 5:12
    siete molto motivati a trovare ragioni
    per dargli torto.
  • 5:12 - 5:16
    Ma se decide che l'altra squadra
    ha commesso fallo - stupendo!
  • 5:16 - 5:18
    Va benissimo,
    non indaghiamo troppo.
  • 5:19 - 5:21
    O forse avete letto
    un articolo o uno studio
  • 5:21 - 5:24
    che esamina un argomento
    molto discusso,
  • 5:24 - 5:25
    come la pena di morte.
  • 5:26 - 5:28
    E, come i ricercatori hanno dimostrato,
  • 5:28 - 5:30
    se sostenete la pena capitale
  • 5:30 - 5:32
    e la ricerca dimostra che non è efficace,
  • 5:32 - 5:35
    allora siete molto motivati
    a cercare ogni ragione
  • 5:35 - 5:38
    a sostegno che lo studio
    fosse mal impostato.
  • 5:38 - 5:40
    Ma se mostra
    che la pena capitale funziona,
  • 5:40 - 5:41
    la ricerca è ben fatta.
  • 5:41 - 5:44
    E vice versa: se non sostenete
    la pena capitale.
  • 5:44 - 5:47
    Il nostro giudizio
    è fortemente influenzato, inconsciamente,
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    in base a quale parte
    vorremmo che vincesse,
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    ed è un fenomeno onnipresente.
  • 5:52 - 5:55
    Influenza le nostre idee su
    salute, relazioni,
  • 5:55 - 5:57
    chi decidiamo di votare,
  • 5:57 - 5:59
    ciò che consideriamo giusto o etico.
  • 6:00 - 6:03
    La cosa che mi fa più paura
    del ragionamento motivato
  • 6:03 - 6:04
    o "mentalità soldato",
  • 6:04 - 6:05
    è quanto sia inconscia.
  • 6:05 - 6:09
    Noi possiamo pensare
    di essere obbiettivi e imparziali
  • 6:09 - 6:12
    e tuttavia finire col rovinare
    la vita di un uomo innocente.
  • 6:13 - 6:16
    Tuttavia, fortunatamente per Dreyfus,
    la sua storia non finisce qui.
  • 6:16 - 6:17
    Questo è il colonnello Picquart.
  • 6:17 - 6:20
    È un altro ufficiale d'alto grado
    dell'esercito francese,
  • 6:20 - 6:23
    e come quasi tutti,
    riteneva Dreyfus colpevole.
  • 6:23 - 6:27
    E come quasi tutti nell'esercito, era
    almeno occasionalmente antisemita.
  • 6:27 - 6:31
    Ma a un certo punto,
    Picquart incominciò a sospettare:
  • 6:31 - 6:34
    "Se ci fossimo tutti sbagliati
    su Dreyfus?"
  • 6:34 - 6:37
    Egli aveva trovato la prova
  • 6:37 - 6:39
    che lo spionaggio con la Germania
    era andato avanti,
  • 6:39 - 6:41
    anche dopo la carcerazione di Dreyfus.
  • 6:42 - 6:45
    Aveva scoperto inoltre
    che un altro ufficiale dell'esercito
  • 6:45 - 6:47
    aveva una calligrafia identica
    a quella nel foglietto,
  • 6:47 - 6:50
    molto più simile di quella di Dreyfus.
  • 6:50 - 6:53
    Così portò queste scoperte
    ai suoi superiori,
  • 6:54 - 6:58
    ma purtroppo
    o non lo ascoltarono
  • 6:58 - 7:01
    o elaborarono arzigogolate
    congetture per giustificare la scoperta,
  • 7:01 - 7:07
    come: "Bene Picquart, avete soltanto
    dimostrato che abbiamo un'altra spia
  • 7:07 - 7:09
    che ha imparato a imitare
    la scrittura di Dreyfus
  • 7:09 - 7:13
    e ha continuato lo spionaggio
    dopo che Dreyfus se n'è andato.
  • 7:13 - 7:15
    Ma Dreyfus è ancora colpevole".
  • 7:16 - 7:19
    Alla fine Picquart riuscì
    a scagionare Dreyfus.
  • 7:19 - 7:20
    Ma gli ci vollero 10 anni
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    e parte di quel periodo
    lo passò in prigione
  • 7:23 - 7:25
    accusato di aver tradito l'esercito.
  • 7:26 - 7:32
    Molti ritengono che Picquart non possa
    essere il vero eroe di questa storia
  • 7:33 - 7:37
    perché era un antisemita,
    e questo è un male, sono d'accordo.
  • 7:37 - 7:42
    Ma per me, il fatto che Picquard
    fosse antisemita
  • 7:42 - 7:44
    rende le sue azioni più ammirevoli,
  • 7:44 - 7:48
    perché aveva gli stessi pregiudizi,
    le stesse ragioni per essere prevenuto
  • 7:48 - 7:50
    dei suoi compagni dell'esercito,
  • 7:50 - 7:54
    ma la sua motivazione a scoprire la verità
    e a sostenerla è andata oltre.
  • 7:55 - 7:56
    Così, secondo me,
  • 7:56 - 8:00
    Picquart è l'emblema di quella
    che chiamo "mentalità esploratrice".
  • 8:01 - 8:05
    È la spinta a non considerare un'idea
    come vincente o perdente,
  • 8:05 - 8:07
    ma a considerarla per quello
    che è realmente,
  • 8:07 - 8:09
    il più onestamente
    e accuratamente possibile,
  • 8:09 - 8:12
    anche se non è carina,
    comoda o piacevole.
  • 8:13 - 8:17
    Questa mentalità è quella
    che mi appassiona di più.
  • 8:17 - 8:22
    Ho passato questi ultimi anni
    esaminando e cercando di comprendere
  • 8:22 - 8:24
    cosa causa la
    mentalità esploratrice.
  • 8:24 - 8:27
    Come mai le persone,
    almeno qualche volta,
  • 8:27 - 8:31
    superano i propri pregiudizi, preconcetti
    e convinzioni
  • 8:31 - 8:33
    e cercano di osservare i fatti e le prove
  • 8:33 - 8:35
    il più oggettivamente possibile?
  • 8:36 - 8:39
    E la risposta è emotiva.
  • 8:39 - 8:43
    Così come la mentalità di un soldato
    è radicata in emozioni,
  • 8:43 - 8:46
    come la difesa o il tribalismo,
  • 8:46 - 8:48
    lo è anche la mentalità esploratrice.
  • 8:48 - 8:50
    Solo che è radicata in emozioni diverse.
  • 8:50 - 8:53
    Per esempio, gli esploratori sono curiosi.
  • 8:53 - 8:57
    Sono più propensi a dire
    che provano piacere
  • 8:57 - 8:59
    nello scoprire nuove informazioni
  • 8:59 - 9:01
    o che non vedono l'ora
    di risolvere un problema.
  • 9:02 - 9:05
    È molto probabile che si sentano incuriositi
    quando incontrano qualcosa
  • 9:05 - 9:07
    che contraddice le loro aspettative.
  • 9:07 - 9:09
    Gli esploratori hanno anche valori diversi.
  • 9:09 - 9:12
    Sono più propensi a dire
    che è giusto
  • 9:12 - 9:14
    mettere alla prova
    le proprie convinzioni,
  • 9:14 - 9:18
    e sono meno propensi a dire
    che chi cambia idea
  • 9:18 - 9:19
    sia un debole.
  • 9:19 - 9:21
    E soprattutto, gli esploratori
    sono solidi,
  • 9:21 - 9:25
    significa che la stima in se stessi
    come persone
  • 9:25 - 9:30
    non è legata a quanto abbiano
    ragione o torto su qualcosa.
  • 9:30 - 9:33
    Così, possono credere
    che la pena capitale funzioni
  • 9:33 - 9:36
    e se esce uno studio
    che mostra il contrario, possono dire:
  • 9:36 - 9:41
    "A quanto pare mi sono sbagliato, ma ciò
    non significa che io sia cattivo o stupido".
  • 9:42 - 9:46
    I ricercatori hanno trovato
    che questo insieme di caratteristiche,
  • 9:46 - 9:48
    l'ho provato anche personalmente,
  • 9:48 - 9:50
    è un precursore del buon giudizio.
  • 9:50 - 9:54
    Il punto chiave
    con cui voglio lasciarvi
  • 9:54 - 9:57
    è che essi non sono strettamente legati
    alla propria intelligenza
  • 9:57 - 9:59
    o alla conoscenza.
  • 9:59 - 10:02
    Di fatto, non sono per nulla
    correlati al QI.
  • 10:03 - 10:04
    Dipendono, invece,
    dal proprio sentire.
  • 10:05 - 10:09
    C'è una citazione di Saint-Exupéry
    che mi torna sempre in mente.
  • 10:09 - 10:11
    È l'autore de "Il Piccolo Principe".
  • 10:11 - 10:14
    Diceva: "Se vuoi costruire una barca,
  • 10:14 - 10:18
    non radunare uomini per
    tagliare legna, dividere i compiti
  • 10:19 - 10:20
    e impartire ordini,
  • 10:21 - 10:25
    ma insegna loro la nostalgia
    per il mare vasto e infinito".
  • 10:26 - 10:28
    Con altre parole, sostengo
  • 10:29 - 10:32
    che se vogliamo veramente migliorare
    il nostro giudizio come individui
  • 10:32 - 10:33
    e come società,
  • 10:34 - 10:37
    ciò di cui abbiamo più bisogno
    non sono altri insegnamenti di logica,
  • 10:37 - 10:41
    di retorica, statistica
    o economia,
  • 10:41 - 10:43
    anche se queste hanno un gran valore.
  • 10:43 - 10:46
    Quello di cui abbiamo più bisogno
    per usare bene queste nozioni
  • 10:46 - 10:47
    è una mentalità esploratrice.
  • 10:47 - 10:49
    Dobbiamo cambiare il modo di sentire.
  • 10:50 - 10:53
    Dobbiamo imparare a sentirci fieri,
    invece di provar vergogna
  • 10:53 - 10:56
    quando notiamo di esserci sbagliati
    su qualche cosa.
  • 10:56 - 10:59
    Dobbiamo imparare a sentirci incuriositi
    e non sulla difensiva
  • 10:59 - 11:04
    quando ci imbattiamo in informazioni
    che contraddicono le nostre convinzioni.
  • 11:05 - 11:07
    La domanda con cui voglio lasciarvi è:
  • 11:08 - 11:10
    Cosa desiderate di più?
  • 11:11 - 11:13
    Desiderate difendere
    le vostre convinzioni?
  • 11:14 - 11:18
    O desiderate vedere il mondo
    il più chiaramente possibile?
  • 11:18 - 11:20
    Grazie.
  • 11:20 - 11:25
    (Applausi)
Title:
Perché pensi di avere ragione - anche quando hai torto
Speaker:
Julia Galef
Description:

La prospettiva è tutto, specialmente quando si tratta di esaminare le tue convinzioni. Sei un soldato, incline a difendere il tuo punto di vista a ogni costo - o uno scout, spronato dalla curiosità? Julia Galef esamina le motivazioni dietro a queste due mentalità e come formano il modo in cui interpretiamo le informazioni, e le intreccia con un'efficace lezione di storia dalla Francia del diciannovesimo secolo. Quando le tue salde opinioni sono messe alla prova, Galef chiede: “Cosa desideri di più? Vuoi il difendere le tue convinzioni o vuoi vedere il mondo nel modo più chiaro possibile?"

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
11:37

Italian subtitles

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