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Perché dobbiamo ripensare il capitalismo

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    Questa storia parla di capitalismo,
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    un sistema che amo
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    per i successi e alle opportunità
    che ha dato a me e a milioni di persone.
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    Ho iniziato a vent'anni commerciando
    materie prime, soprattutto cotone,
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    e se mai è esistito un mercato
    libero per tutti era quello,
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    dove gli uomini in giacca e cravatta,
    ma con fare da gladiatori,
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    combattevano letteralmente, anche
    fisicamente, per ottenere un profitto.
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    Per fortuna ero abbastanza bravo
    da riuscire, a 30 anni,
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    a salire ai piani alti
    del mondo della finanza,
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    dove ho passato i trent'anni seguenti
    nel ruolo di global macro trader.
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    In quel periodo ho visto succedere
    cose pazzesche, nei mercati,
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    e ho avuto a che fare
    con molte manie assurde.
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    Purtroppo,
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    mi duole informarvi che ora
    potremmo essere alle prese
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    con una delle manie più disastrose,
    di certo da quando opero nel settore,
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    e le manie, per esperienza,
    non finiscono mai bene.
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    Negli ultimi 50 anni,
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    la collettività ha giudicato
    le società e le multinazionali
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    in modo "ristretto",
    quasi monomaniacale,
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    rispetto al modo
    in cui le valutiamo,
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    e sulla grande enfasi
    che abbiamo posto sui profitti,
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    sugli introiti trimestrali
    a breve termine e quotazioni
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    a scapito di tutto il resto.
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    È come se avessimo disumanizzato
    le nostre aziende.
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    Non facciamo lo stesso
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    - ridurre qualcosa in comodi mattoncini
    con cui giocare come fossero Lego -
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    nella vita privata.
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    Non trattiamo o giudichiamo qualcuno
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    in base alle entrate mensili
    o all'affidabilità creditizia.
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    Ma abbiamo questo doppio standard
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    quando si tratta del modo
    in cui trattiamo affari.
  • 1:54 - 1:55
    E volete proprio saperlo?
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    Sta mettendo in pericolo i pilastri
    fondanti della nostra comunità.
  • 1:58 - 2:00
    Ve lo dimostro.
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    Questo grafico indica i profitti
    delle società, negli ultimi 40 anni,
  • 2:04 - 2:06
    sotto forma di percentuale dei redditi,
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    e ora abbiamo un 12,5%, il valore
    più alto degli ultimi 40 anni.
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    Gli azionisti possono esultare,
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    ma l'altra faccia della medaglia,
    il lavoratore americano medio,
  • 2:19 - 2:22
    non la vede come una buona cosa.
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    [Quota dei ricavi dei lavoratori vs.
    rapporto stipendi A.D.-dipendente]
  • 2:25 - 2:29
    Margini di profitto maggiori
    non migliorano la comunità.
  • 2:29 - 2:34
    Quello che fanno è inasprire
    la disparità tra i redditi,
  • 2:34 - 2:36
    e non è un bene.
  • 2:36 - 2:39
    Ha senso, no?
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    Perché se il 10%
    delle famiglie americane
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    possiede il 90% delle azioni,
  • 2:45 - 2:48
    ottenendo la fetta più grande
    dei profitti societari,
  • 2:48 - 2:52
    ci sarà meno ricchezza
    per il resto della comunità.
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    La disparità reddituale
    non è un bene, lo ribadisco.
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    Quest'altro grafico,
    opera di The Equality Trust,
  • 2:57 - 3:02
    include 21 nazioni, dall'Austria
    al Giappone, alla Nuova Zelanda.
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    Sull'asse orizzontale
    c'è la disparità reddituale.
  • 3:05 - 3:08
    Più si va a destra,
    maggiore sarà la disparità.
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    Sull'asse verticale abbiamo 9 parametri
    che riguardano salute e società.
  • 3:12 - 3:14
    Più si sale,
    più la situazione peggiora,
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    Tra i parametri c'è l'aspettativa di vita,
    gravidanze adolescenziali, istruzione,
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    mobilità sociale, per dirne alcuni.
  • 3:22 - 3:25
    Gli americani fra il pubblico
    si chiederanno:
  • 3:25 - 3:28
    "Beh, dove sono gli Stati Uniti?
  • 3:28 - 3:30
    Dove si posizionano sul grafico?
  • 3:30 - 3:31
    Indovinate un po'?
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    Siamo fuori dal grafico.
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    Sì, quelli siamo noi,
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    con la più alta disparità reddituale
  • 3:38 - 3:42
    e i più grandi problemi sociali,
    stando a questi parametri.
  • 3:42 - 3:45
    Ora, è facile prevedere
  • 3:45 - 3:48
    che quello scarto
    tra il più ricco e il più povero
  • 3:48 - 3:50
    andrà a ridursi.
  • 3:50 - 3:52
    Succede sempre, nella storia.
  • 3:52 - 3:54
    Tipicamente succede
    in uno di tre modi:
  • 3:54 - 4:01
    rivoluzione, tasse più alte o guerre.
  • 4:01 - 4:03
    Nessuno di questi è nei miei programmi.
  • 4:03 - 4:04
    (Risate)
  • 4:04 - 4:06
    C'è un altro modo per farlo,
  • 4:06 - 4:10
    ovvero rendere più corretti
    i comportamenti societari.
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    Ma nel modo in cui operiamo adesso,
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    ciò richiederebbe un radicale
    cambio di rotta,
  • 4:17 - 4:21
    e come un tossico che cerca di smettere,
  • 4:21 - 4:24
    il primo passo è ammettere
    di avere un problema.
  • 4:24 - 4:28
    Lasciatemi dire che questa nostra
    ossessione per i profitti
  • 4:28 - 4:30
    è talmente radicata
  • 4:30 - 4:33
    che non ci rendiamo conto
    di mettere in pericolo la collettivtà.
  • 4:33 - 4:37
    Ecco un piccolo ma illuminante esempio
    di cosa stiamo facendo di preciso:
  • 4:37 - 4:40
    questo grafico indica le donazioni
  • 4:40 - 4:46
    in termini di percentuale dei profitti,
    non dei guadagni, degli ultimi trent'anni.
  • 4:46 - 4:51
    Accostatelo al grafico precedente,
    quello dei margini di utile societario.
  • 4:51 - 4:56
    Ora vi chiedo:
    secondo voi, è giusto?
  • 4:57 - 5:00
    Francamente, quando ho cominciato
    a scrivere ho pensato:
  • 5:00 - 5:02
    "Wow, cosa fa la mia società,
    cosa fa Tudor?"
  • 5:02 - 5:09
    E ho visto che ogni anno doniamo
    solo l'1% dei profitti in beneficenza.
  • 5:09 - 5:13
    E io sarei un filantropo.
  • 5:13 - 5:20
    Quando me ne sono reso conto,
    mi è venuto da vomitare.
  • 5:20 - 5:22
    Il punto è che quest'ossessione
    è così radicata
  • 5:22 - 5:27
    che i benintenzionati, come me,
    non pensano di esserne coinvolti.
  • 5:28 - 5:30
    Non cambieremo
    la condotta delle aziende
  • 5:30 - 5:36
    solo aumentando le donazioni
    in beneficienza delle società.
  • 5:36 - 5:39
    Ah, comunque, ora abbiamo
    quadruplicato quel dato,
  • 5:39 - 5:43
    ma - (Applausi) -
  • 5:43 - 5:47
    Ma possiamo farlo correggendo
    la nostra condotta.
  • 5:47 - 5:50
    Un modo sarebbe di
    dare davvero fiducia
  • 5:50 - 5:52
    al sistema che ci ha portato
    a questo punto,
  • 5:52 - 5:54
    vale a dire il mercato libero.
  • 5:54 - 5:57
    Circa un anno fa,
    insieme ad alcuni miei amici,
  • 5:57 - 6:00
    ho avviato un'organizzazione
    non-profit, Just Capital.
  • 6:00 - 6:01
    Il suo obiettivo è semplice:
  • 6:01 - 6:04
    aiutare le aziende e le società
  • 6:04 - 6:09
    a imparare una condotta più giusta,
    con il contributo del pubblico
  • 6:09 - 6:16
    in modo da definire criteri precisi
    per una condotta aziendale corretta.
  • 6:16 - 6:18
    Ora come ora non ci sono
    standard universali
  • 6:18 - 6:22
    che le aziende possano seguire,
    e qui entra in gioco Just Capital.
  • 6:22 - 6:28
    Da quest'anno e negli anni a seguire
    condurremo un sondaggio nazionale
  • 6:28 - 6:32
    su un campione di
    20.000 americani
  • 6:32 - 6:35
    per scoprire quali sono per loro
  • 6:35 - 6:39
    i criteri di correttezza
    che le società dovrebbero seguire.
  • 6:39 - 6:42
    Questo è un modello
    che inizierà negli Stati Uniti
  • 6:42 - 6:44
    ma potrebbe applicarsi
    in ogni parte del mondo.
  • 6:44 - 6:46
    Forse scopriremo
  • 6:46 - 6:49
    che la cosa più importante per i cittadini
  • 6:49 - 6:54
    è la creazione di posti di lavoro
    o la produzione di prodotti sani,
  • 6:54 - 6:58
    oppure la protezione dell'ambiente,
    invece del suo danneggiamento.
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    Noi di Just Capital non lo sappiamo
    e non sta a noi decidere.
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    Siamo solo messaggeri,
  • 7:04 - 7:08
    ma abbiamo totale fiducia
    nella capacità del pubblico americano
  • 7:08 - 7:09
    di farlo da sé.
  • 7:10 - 7:13
    Divulgheremo i primi risultati
    il prossimo settembre
  • 7:13 - 7:16
    e l'anno prossimo
    lo faremo di nuovo,
  • 7:16 - 7:18
    stavolta facendo il passo successivo,
  • 7:18 - 7:21
    classificando le 1000
    più grandi società,
  • 7:21 - 7:26
    dalla prima alla millesima,
    passando da tutte le altre.
  • 7:26 - 7:29
    Lo chiameremo Just Index,
  • 7:29 - 7:34
    e, ricordatelo, siamo indipendenti,
    senza conflitti di interesse,
  • 7:34 - 7:39
    e daremo voce
    ai cittadini americani.
  • 7:39 - 7:43
    E col tempo, magari, scopriremo che
    man mano che la gente conosce
  • 7:43 - 7:45
    quali sono le società più corrette,
  • 7:45 - 7:49
    le risorse umane ed economiche
    saranno indirizzate verso di loro
  • 7:49 - 7:51
    e loro prospereranno
  • 7:51 - 7:54
    e aiuteranno la nazione
    a prosperare.
  • 7:55 - 7:59
    Il capitalismo è responsabile
    di ogni grande innovazione
  • 7:59 - 8:04
    che ha reso il mondo un posto
    meraviglioso, pieno di ispirazione.
  • 8:05 - 8:07
    Il capitalismo
    deve basarsi sulla giustizia.
  • 8:07 - 8:10
    Deve, ora più che mai,
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    ora che il divario economico
    aumenta giorno per giorno.
  • 8:13 - 8:16
    Si stima che il 47%
    dei lavoratori americani
  • 8:16 - 8:20
    potranno essere licenziati
    nei prossimi vent'anni.
  • 8:20 - 8:22
    Non mi oppongo al progresso.
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    Voglio le macchine autonome
    e i jet-pack, come tutti.
  • 8:27 - 8:32
    Ma auspico che si riconosca
    come, dalll'aumento della ricchezza,
  • 8:32 - 8:38
    debba derivare una maggiore
    responsabilità aziendale.
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    "Se si elimina la giustizia"
    diceva Adam Smith, padre del capitalismo,
  • 8:44 - 8:47
    "l'immenso tessuto della società umana
  • 8:47 - 8:52
    si sbriciolerà in un sol momento."
  • 8:54 - 8:57
    Quand'ero giovane
    e avevo un problema,
  • 8:57 - 9:02
    mia madre singhiozzava,
    scuoteva la testa e diceva:
  • 9:02 - 9:06
    "Abbi pietà di me".
  • 9:06 - 9:10
    Questo non è il momento giusto
    per mostrare pietà,
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    è tempo di mostrare loro
    la correttezza,
  • 9:13 - 9:16
    e possiamo farlo, insieme,
  • 9:16 - 9:21
    iniziando dal posto di lavoro,
    dal settore in cui operiamo.
  • 9:21 - 9:24
    E quando daremo alla correttezza
    lo stesso valore dei profitti,
  • 9:24 - 9:28
    riceveremo la cosa
    più bella al mondo:
  • 9:28 - 9:32
    ci riprenderemo la nostra umanità.
  • 9:32 - 9:34
    Grazie.
  • 9:34 - 9:38
    (Applausi)
Title:
Perché dobbiamo ripensare il capitalismo
Speaker:
Paul Tudor Jones
Description:

Paul Tudor Jones II adora il capitalismo; è un sistema che gli ha dato molto negli ultimi decenni. Tuttavia il filantropo e manager di fondi speculativi è preoccupato che un'eccessiva preoccupazione per i profitti possa, usando le sue parole, "mettere in pericolo i pilastri fondanti della nostra comunità". In questo intervento descrive con cura e passione la sua controffensiva basata sul concetto di "correttezza".

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
09:51
Michele Gianella edited Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Michele Gianella edited Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Michele Gianella edited Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Michele Gianella edited Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Michele Gianella approved Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Alessandro D'Onofrio commented on Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Alessandra Tadiotto accepted Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
Alessandra Tadiotto edited Italian subtitles for Why we need to rethink capitalism
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  • Non mi piace molto il titolo, cosa ne pensate (revisore e futuro "approvatore") di "Bisogna ripensare il capitalismo". Ancora, c'è un refuso al minuto 0:12. Buon lavoro a tutti!

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