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Cuccioli! Ora che ho la vostra attenzione, teoria della complessità

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    La scienza,
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    la scienza ci ha permesso
    di conoscere moltissime cose
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    dei più remoti angoli dell'universo,
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    il che è allo stesso tempo di enorme importanza
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    e lontanissimo da noi,
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    eppure molto, molto più vicino,
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    molto più direttamente legato a noi
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    di molte cose che non comprendiamo davvero.
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    E una di esse è la straordinaria
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    complessità sociale
    degli animali attorno a noi,
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    e oggi voglio raccontarvi qualche storia
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    di complessità animale.
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    Ma prima, cosa chiamiamo complessità?
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    Cosa è complesso?
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    Be', complesso non significa complicato.
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    Qualcosa di complicato comprende molte piccole parti,
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    tutte diverse, e ciascuna
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    ha il suo ruolo specifico nell'ingranaggio.
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    All'opposto, un sistema complesso
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    è fatto di molte parti simili,
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    ed è la loro interazione
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    che produce un comportamento coerente nell'insieme.
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    I sistemi complessi hanno molte parti che interagiscono tra loro
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    che si comportano secondo regole semplici, individuali,
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    e il risultato sono proprietà emergenti.
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    Il comportamento del sistema nel suo insieme
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    non si può prevedere
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    a partire dalle regole individuali.
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    Come scrisse Aristotele,
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    il tutto è più grande
    della somma delle sue parti.
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    Ma da Aristotele, passiamo
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    a un esempio più complesso di sistemi complessi.
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    Questi sono scottish terrier.
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    All'inizio, il sistema è disorganizzato.
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    Poi arriva un elemento di disturbo: il latte.
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    Ogni individuo comincia a spingere
    in una direzione (Risate)
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    e questo è quel che succede.
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    La girandola è una proprietà emergente
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    dell'interazione tra i cuccioli
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    la cui unica regola è cercare
    di non perdere l'accesso al latte
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    e perciò spingere in una direzione a caso.
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    Quindi si tratta solo di trovare
    le semplici regole
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    da cui emerge la complessità.
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    Lo chiamo semplificare la complessità,
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    ed è quel che facciamo
    alla cattedra di design di sistema
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    al ETH di Zurigo.
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    Raccogliamo dati su popolazioni animali,
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    analizziamo modelli complessi,
    cerchiamo di spiegarli.
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    Richiede fisici che lavorino con biologi,
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    con matematici e informatici,
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    ed è la loro interazione che produce
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    la competenza interconnessa
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    per risolvere i problemi.
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    Quindi, il tutto è maggiore
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    della somma delle parti.
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    In un certo senso, la collaborazione
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    è un altro esempio di sistema complesso.
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    E magari vi chiederete
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    da che parte sto io, biologia o fisica?
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    In realtà le cose stanno un po' diversamente
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    e per spiegarlo vi devo raccontare
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    un aneddoto sulla mia vita.
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    Quand'ero piccolo,
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    adoravo costruire cose, creare macchine complicate.
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    Quindi decisi di studiare ingegneria elettrica
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    e robotica,
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    e il mio progetto di tesi
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    era sulla costruzione di un robot chiamato ER-1
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    aveva questo aspetto...
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    che potesse raccogliere informazioni
    dall'ambiente circostante
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    e così seguire una linea bianca sul pavimento.
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    Era molto, molto complicato,
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    ma in laboratorio funzionava alla perfezione,
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    e il giorno della dimostrazione, si erano riuniti
    dei professori per dare un voto al progetto.
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    Quindi portammo ER-1 nella stanza di valutazione.
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    Scoprimmo che la luce nella stanza
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    era un po' diversa.
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    Il sistema di visione del robot si confuse.
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    E alla prima curva della linea
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    uscì dal percorso
    e andò a sbattere contro un muro.
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    Avevamo impiegate settimane a costruirlo,
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    e per distruggerlo è bastato
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    un minimo cambiamento nel tono della luce
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    nella stanza.
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    A quel punto mi resi conto
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    che più complicata fai la macchina,
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    più facilmente fallirà
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    a causa di qualcosa di inaspettato.
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    E ho deciso che, in realtà,
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    non volevo sul serio creare cose complicate.
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    Volevo capire la complessità,
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    la complessità del mondo intorno a noi
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    e soprattutto del regno animale.
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    Il che ci porta ai pipistrelli.
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    I vespertili di Bechstein sono una specie comune di pipistrello europeo.
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    Sono animali molto sociali.
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    Per lo più si appendono,
    o dormono, insieme.
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    E vivono in colonie di maternità,
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    il che significa che ogni primavera
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    le femmine si incontrano
    dopo il letargo invernale
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    e restano insieme per circa sei mesi
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    per crescere i piccoli,
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    e ciascuna di esse ha un chip piccolissimo,
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    il che significa che ogni volta che una di loro
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    entra in una di queste speciali casette per pipistrelli,
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    sappiamo dov'è
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    e cosa più importante
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    sappiamo con chi è.
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    Studio l'associazione
    di nidificazione dei pipistrelli,
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    ed ecco a cosa assomiglia.
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    Durante il giorno, i pipistrelli
    se ne stanno appesi
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    in molto sottogruppi diversi in più casette.
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    Può accadere che un giorno
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    la colonia si divida in due casette,
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    ma un altro giorno
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    potrebbero essere di nuovo tutte insieme,
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    o dividersi in tre o più nidi,
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    e sembra tutto molto casuale, davvero.
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    si chiama dinamica fissione-fusione
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    la proprietà di un gruppo animale
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    di dividersi e riunirsi con regolarità
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    in sottogruppi differenti.
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    Quello che facciamo
    è prendere tutti questi dati
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    dei diversi giorni
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    e metterli assieme
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    per estrarre un modello associativo a lungo termine
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    applicando tecniche di analisi di rete
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    per avere l'immagine completa
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    della struttura sociale della colonia.
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    Ok? Questo è quel che appare.
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    In questa rete, tutti i cerchi
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    sono nodi, pipistrelli individuali,
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    e le linee tra loro
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    sono i vincoli sociali,
    le associazioni tra individui.
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    Viene fuori un'immagine molto interessante.
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    Questa colonia di pipistrelli è organizzata
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    in due comunità differenti
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    non prevedibili
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    a partire dalla dinamica
    di fissione-fusione quotidiana.
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    Le chiamiamo unità sociali criptiche.
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    Cosa ancora più interessante:
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    ogni anno, verso ottobre,
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    la colonia si divide,
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    e i pipistrelli vanno in letargo separatamente,
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    ma anno dopo anno,
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    quando si riuniscono di nuovo in primavera,
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    le comunità sono di nuovo le stesse.
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    Quindi questi pipistrelli ricordano gli amici
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    molto a lungo.
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    Con un cervello grande come una nocciolina,
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    mantengono legami
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    sociali individuali a lungo termine.
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    Non sapevamo che fosse possibile.
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    Sapevamo che i primati
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    e gli elefanti e i delfini sanno farlo,
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    ma paragonati a dei pipistrelli
    hanno cervelli enormi.
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    Quindi com'era possibile
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    per i pipistrelli mantenere questa complessa
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    e stabile struttura sociale
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    con abilità cognitive tanto ridotte?
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    E qui la complessità dà la risposta.
  • 6:45 - 6:47
    Per capire il sistema
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    costruiamo un modello di nidificazione
    al computer
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    basato su semplici regole individuali
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    e simuliamo migliaia e migliaia di giorni
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    nella colonia di pipistrelli virtuali.
  • 6:56 - 6:58
    È un modello matematico,
  • 6:58 - 7:00
    ma non è complicato.
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    Quel che ci ha detto, in soldoni,
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    è che ogni pipistrello riconosce
    qualche altro membro della colonia
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    come amico, e quindi è un po' più propenso
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    ad appendersi nello stesso nido.
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    Semplici regole indivuali.
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    Basta questo a spiegare
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    la complessità sociale di questi pipistrelli.
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    Ma c'è di più.
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    Tra il 2010 e il 2011
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    la colonia perse
    più di due terzi dei suoi membri,
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    probabilmente a causa
    di un inverno molto rigido.
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    La primavera successiva,
    non formò due comunità
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    come ogni anno,
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    perché avrebbe potuto condurre
    l'intera colonia alla morte
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    perché troppo piccola.
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    Invece formò una singola unità sociale coesiva,
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    il che permise alla colonia
    di sopravvivere quella stagione
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    e prosperare di nuovo
    nei due anni successivi.
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    Quel che sappiamo è che i pipistrelli
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    non sono consapevoli
    del comportamento della colonia.
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    Seguono solo delle semplici regole associative,
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    e da questa semplicità
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    emerge la complessità sociale
  • 8:01 - 8:04
    che permette alla colonia di sopportare
  • 8:04 - 8:07
    dei cambiamenti drammatici
    nella struttura della popolazione.
  • 8:07 - 8:09
    E io trovo che sia incredibile.
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    Ora voglio raccontarvi un'altra storia
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    ma per questa dobbiamo spostarci dall'Europa
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    al deserto del Kalahari in Sud Africa.
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    Qui vivono i suricati.
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    Sono certo che li conoscete.
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    Sono creature affascinanti.
  • 8:22 - 8:25
    Vivono in gruppi
    con una struttura gerarchica severissima.
  • 8:25 - 8:26
    C'è una coppia dominante
  • 8:26 - 8:27
    e molti subordinati,
  • 8:27 - 8:29
    alcuni svolgono il ruolo di sentinelle,
  • 8:29 - 8:31
    altri di babysitter,
  • 8:31 - 8:32
    altri istruiscono i cuccioli e così via.
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    Noi mettiamo dei piccolissimi collari GPS
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    a questi animali
  • 8:37 - 8:39
    per studiare come si muovono in gruppo,
  • 8:39 - 8:43
    e in che modo questo è influenzato
    dalla loro struttura sociale.
  • 8:43 - 8:44
    E c'è un esempio molto interessante
  • 8:44 - 8:47
    di movimento collettivo dei suricati.
  • 8:47 - 8:49
    Nel bel mezzo della loro riserva
  • 8:49 - 8:51
    c'è una strada.
  • 8:51 - 8:54
    Sulla strada ci sono le macchine,
    quindi è pericolosa.
  • 8:54 - 8:56
    Ma i suricati devono attraversarla
  • 8:56 - 8:59
    per passare da una fonte di cibo all'altra.
  • 8:59 - 9:03
    Quindi ci siamo chiesti, come lo fanno?
  • 9:03 - 9:05
    Abbiamo scoperto che la femmina dominante
  • 9:05 - 9:08
    di solito è quella che guida il gruppo
    fino alla strada,
  • 9:08 - 9:11
    ma quando è il momento di attraversare la strada,
  • 9:11 - 9:14
    cede il passo ai subordinati,
  • 9:14 - 9:15
    un modo per dire,
  • 9:15 - 9:18
    "Va' avanti, dimmi se è sicuro".
    (Risate)
  • 9:18 - 9:20
    Quel che non sapevo, in realtà,
  • 9:20 - 9:23
    è quali regole di comportamento seguissero i suricati
  • 9:23 - 9:26
    per far avvenire questo cambiamento
    a bordo del gruppo
  • 9:26 - 9:30
    e se bastavano regole semplici a spiegarlo.
  • 9:30 - 9:34
    Così ho costruito un modello
    di suricati artificiali
  • 9:34 - 9:36
    che attraversano una strada artificiale.
  • 9:36 - 9:37
    È un modello semplificato.
  • 9:37 - 9:40
    Spostandosi, i suricati sono come particelle casuali
  • 9:40 - 9:42
    la cui unica regola è quella di allineamento.
  • 9:42 - 9:45
    si muovono insieme e basta.
  • 9:45 - 9:48
    Quando le particelle raggiungono la strada,
  • 9:48 - 9:50
    percepiscono un qualche ostacolo,
  • 9:50 - 9:52
    e ci rimbalzano contro.
  • 9:52 - 9:53
    L'unica differenza
  • 9:53 - 9:55
    tra la femmina dominante, qui in rosso,
  • 9:55 - 9:57
    e gli altri individui,
  • 9:57 - 9:59
    è che per lei l'altezza dell'ostacolo,
  • 9:59 - 10:02
    che è il rischio percepito della strada,
  • 10:02 - 10:04
    è un po' maggiore,
  • 10:04 - 10:05
    e questa piccola differenza
  • 10:05 - 10:07
    nella regola individuale di movimento
  • 10:07 - 10:10
    basta a spiegare quel che osserviamo,
  • 10:10 - 10:12
    ossia che la femmina dominante
  • 10:12 - 10:14
    guida il gruppo fino alla strada
  • 10:14 - 10:15
    e poi cede il passo agli altri
  • 10:15 - 10:18
    e li fa attraversare per primi.
  • 10:18 - 10:22
    George Box, uno statistico inglese,
  • 10:22 - 10:25
    una volta ha scritto:
    "Tutti i modelli sono falsi,
  • 10:25 - 10:27
    ma alcuni modelli sono utili".
  • 10:27 - 10:30
    E in realtà è evidente
    che questo modello è falso,
  • 10:30 - 10:34
    perché nella realtà i suricati
    non sono affatto delle particelle casuali.
  • 10:34 - 10:36
    Ma è anche utile,
  • 10:36 - 10:38
    perché ci dice che l'estrema semplicità
  • 10:38 - 10:42
    nelle regole di movimento
    a livello individuale
  • 10:42 - 10:44
    può dare come risultato
    una grande complessità
  • 10:44 - 10:46
    a livello di gruppo.
  • 10:46 - 10:50
    Quindi ci risiamo,
    questo è semplificare la complessità.
  • 10:50 - 10:52
    Vorrei concludere
  • 10:52 - 10:54
    con quel che significa questo
    per la specie nel suo insieme.
  • 10:54 - 10:56
    Quando la femmina dominante
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    cede il passo a un subordinato,
  • 10:58 - 11:00
    non è un gesto di cortesia.
  • 11:00 - 11:01
    In realtà, la femmina dominante
  • 11:01 - 11:04
    è importantissima per la coesione del gruppo.
  • 11:04 - 11:07
    Se muore sulla strada,
    l'intero gruppo è in pericolo.
  • 11:07 - 11:10
    Quindi questo evitare il rischio
  • 11:10 - 11:12
    è una vecchissima risposta evolutiva.
  • 11:12 - 11:16
    Questi suricati replicano una tattica
    che si è evoluta
  • 11:16 - 11:18
    attraverso migliaiai di generazioni,
  • 11:18 - 11:21
    e l'adattano a un rischio moderno,
  • 11:21 - 11:24
    in questo caso una strada costruita dagli uomini.
  • 11:24 - 11:27
    Adattano regole semplicissime,
  • 11:27 - 11:29
    e il comportamento complesso
    che ne risulta
  • 11:29 - 11:32
    permette loro di sopravvivere all'intrusione umana
  • 11:32 - 11:34
    nel loro habitat naturale.
  • 11:34 - 11:36
    Alla fine,
  • 11:36 - 11:39
    possono essere pipistrelli
    che cambiano la struttua sociale
  • 11:39 - 11:41
    in risposta a un calo della popolazione,
  • 11:41 - 11:43
    o suricati
  • 11:43 - 11:46
    che mostrano un adattamento nuovo
    alla strada umana,
  • 11:46 - 11:48
    o possono essere altre specie.
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    Il mio messaggio qui -- e non è complicato,
  • 11:51 - 11:54
    ma semplice di meraviglia e speranza --
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    il mio messaggio è che gli animali
  • 11:57 - 12:00
    mostrano una straordinaria complessità sociale,
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    e questo permette loro di adattarsi
  • 12:02 - 12:05
    e rispondere ai cambiamenti
    del loro ambiente.
  • 12:05 - 12:08
    In tre parole, nel regno animale,
  • 12:08 - 12:11
    la semplicità porta alla complessità
  • 12:11 - 12:12
    che porta alla sopravvivenza.
  • 12:12 - 12:15
    Grazie.
  • 12:15 - 12:21
    (Applausi)
  • 12:31 - 12:33
    Dania Gerhardt: Grazie tante, Nicolas,
  • 12:33 - 12:36
    per questo inizio grandioso.
    Un po' nervoso?
  • 12:36 - 12:38
    Nicolas Perony: Sto bene, grazie.
  • 12:38 - 12:40
    DG: Ok, fantastico.
    Sono sicura che molti tra il pubblico
  • 12:40 - 12:42
    hanno cercato di fare dei collegamenti
  • 12:42 - 12:44
    tra gli animali di cui stavi parlando --
  • 12:44 - 12:46
    i pipistrelli, i suricati e gli umani.
  • 12:46 - 12:47
    Hai fatto qualche esempio:
  • 12:47 - 12:49
    le femmine sono quelle sociali,
  • 12:49 - 12:50
    le femmine sono quelle dominanti,
  • 12:50 - 12:52
    non so esattamente chi pensa come.
  • 12:52 - 12:55
    Ma possiamo fare questi collegamenti?
  • 12:55 - 12:58
    Sono stereotipi che tu puoi confermare
  • 12:58 - 13:01
    come validi tra specie e specie?
  • 13:01 - 13:03
    NP: Be', posso dire che ci sono
  • 13:03 - 13:05
    anche contro-esempi a questi stereotipi.
  • 13:05 - 13:08
    Per esempio, nei cavallucci marini o nei koala,
  • 13:08 - 13:11
    sono sempre i maschi
    che si prendono cura dei cuccioli.
  • 13:11 - 13:17
    E questo ci insegna che è sempre difficile,
  • 13:17 - 13:18
    e a volte ance un po' pericoloso,
  • 13:18 - 13:21
    fare paralleli tra uomini e animali.
  • 13:21 - 13:23
    Tutto qui.
  • 13:23 - 13:26
    DG: Ok. Grazie ancora
    per il grandioso inizio.
  • 13:26 - 13:28
    Grazie, Nicolas Perony.
    (Applausi)
Title:
Cuccioli! Ora che ho la vostra attenzione, teoria della complessità
Speaker:
Nicolas Perony
Description:

Il comportamento animale non è complicato, ma complesso. Nicolas Perony studia come individui singoli, che siano Scottish terrier, pipistrelli o suricati, seguono semplici regole che, insieme, creano un modello comportamentale più ampio. E come questa complessità nata dalla semplicità può aiutarli ad adattarsi all'emergere di circostanze nuove.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
13:45

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