Return to Video

Quello che mi ha insegnato la sparatoria alla Columbine sul dolore e la dipendenza | Austin Eubanks | TEDxMileHigh

  • 0:12 - 0:16
    Ricordate dove eravate il 12 giugno 2016?
  • 0:17 - 0:21
    Alcuni di voi forse, ma scommetto
    che la maggior parte non lo ricorda.
  • 0:21 - 0:26
    Il 12 giugno 2016 un uomo armato entrò
    nel locale Pulse, uccidendo 46 persone:
  • 0:26 - 0:30
    il più grave massacro nella storia
    degli USA ad opera di un solo uomo armato.
  • 0:31 - 0:33
    Ma torniamo indietro di un decennio,
  • 0:33 - 0:36
    diciamo al 29 agosto 2005.
  • 0:36 - 0:38
    Vi ricordate dove eravate?
  • 0:39 - 0:41
    Alcuni di voi annuiscono.
  • 0:42 - 0:44
    C'era stato l'uragano Katrina.
  • 0:44 - 0:48
    Più di 1.800 morti:
    il più grave disastro naturale
  • 0:48 - 0:50
    che abbia mai colpito
    il continente nord americano.
  • 0:50 - 0:54
    Torniamo indietro di qualche anno ancora,
    per un riconoscimento del 100%.
  • 0:55 - 0:59
    Ricordate dove eravate
    l'11 settembre 2001?
  • 1:01 - 1:03
    Ecco, ora annuite tutti.
  • 1:03 - 1:07
    Gli attacchi dell'11 settembre
    hanno provocato più di 3.000 morti
  • 1:07 - 1:10
    nel peggior attacco terroristico
    nella storia degli USA.
  • 1:10 - 1:13
    Ricordate come vi siete sentiti?
  • 1:14 - 1:15
    Eravate confusi?
  • 1:15 - 1:16
    Impauriti?
  • 1:17 - 1:18
    Vi siete sentiti male?
  • 1:19 - 1:20
    Eravate vulnerabili?
  • 1:21 - 1:25
    Ogni volta che questo succede,
    diventiamo sempre più desensibilizzati.
  • 1:25 - 1:29
    Nei notiziari spesso vediamo i resoconti
    di sparatorie di massa, disastri naturali,
  • 1:29 - 1:31
    che comportano
    enormi perdite di vite umane,
  • 1:31 - 1:33
    attacchi terroristici,
  • 1:33 - 1:36
    poi, però, cambiamo canale
    per guardare cose più allegre.
  • 1:36 - 1:40
    Questa è la società in cui viviamo oggi,
    ma l'impatto di questi eventi traumatici
  • 1:40 - 1:43
    non è meno serio per coloro
    che ne sono direttamente colpiti,
  • 1:43 - 1:46
    e l'impatto del dolore emotivo
    nella nostra società
  • 1:46 - 1:48
    oggi è più problematico che mai.
  • 1:50 - 1:53
    Ricordate dove eravate il 20 aprile 1999?
  • 1:55 - 1:57
    Due studenti entrarono
    nella Columbine High School,
  • 1:57 - 2:00
    armati di fucili a canne mozze,
    armi semiautomatiche
  • 2:00 - 2:01
    ed esplosivi fatti in casa,
  • 2:01 - 2:04
    uccidento 12 studenti e un insegnante.
  • 2:04 - 2:07
    Fu il più terribile massacro scolastico
    nella storia degli USA, all'epoca.
  • 2:08 - 2:10
    Ricordo dove mi trovavo.
  • 2:11 - 2:13
    Ero appena entrato in biblioteca
    con il mio migliore amico
  • 2:13 - 2:16
    per incontrare gli altri
    e andare a pranzo.
  • 2:16 - 2:19
    Poco dopo, un insegnante entrò
    da quella stessa porta,
  • 2:19 - 2:23
    urlando di ripararsi sotto i tavoli
    perché c'era una persona armata.
  • 2:24 - 2:26
    Ricordo come mi sono sentito.
  • 2:26 - 2:28
    Ero confuso.
  • 2:28 - 2:30
    Ero impaurito.
  • 2:30 - 2:32
    Mi sono sentito male.
  • 2:32 - 2:34
    Ero vulnerabile.
  • 2:35 - 2:38
    E alcuni minuti dopo,
    fingevo di essere morto sotto il tavolo,
  • 2:38 - 2:39
    vicino ad una chiazza di sangue.
  • 2:40 - 2:42
    Mi avevano sparato,
  • 2:42 - 2:45
    e il mio migliore amico era stato ucciso
    proprio davanti ai miei occhi
  • 2:45 - 2:48
    mentre eravamo rannicchiati insieme
    aspettavando i soccorsi.
  • 2:48 - 2:50
    Ero a pezzi.
  • 2:51 - 2:53
    Ero sotto shock
  • 2:54 - 2:55
    e provavo dolore.
  • 2:56 - 2:58
    Ma la mia comprensione
    del dolore quel giorno
  • 2:58 - 3:01
    non era affatto come
    quella che ho oggi.
  • 3:02 - 3:05
    Qual è la prima cosa a cui pensate
    quando pensate al dolore?
  • 3:05 - 3:09
    Un braccio rotto? Mal di testa?
    Una caviglia slogata?
  • 3:09 - 3:11
    Forse una ferita da arma da fuoco?
  • 3:11 - 3:14
    Queste erano le cose
    che associavo al dolore,
  • 3:14 - 3:17
    e che corrispondono
    alla definizione medica del dolore:
  • 3:17 - 3:20
    Una sensazione sgradevole
    di entità variabile
  • 3:20 - 3:23
    associata a danni effettivi
    o potenziali dei tessuti,
  • 3:23 - 3:26
    e trasmessa, attraverso
    specifiche fibre nervose, al cervello
  • 3:26 - 3:30
    dove il suo riconoscimento consapevole
    può essere modificato da diversi fattori.
  • 3:30 - 3:33
    Non vi sembra che manchi qualcosa
    in questa definizione?
  • 3:35 - 3:38
    Notate alcun riferimento
    alla componente emotiva del dolore?
  • 3:40 - 3:41
    Neanche io.
  • 3:42 - 3:45
    Nel 1996, l'American Pain Society
    introdusse questa frase:
  • 3:45 - 3:47
    "Il dolore è il quinto segno vitale",
  • 3:47 - 3:49
    cioè quando andate al pronto soccorso,
  • 3:49 - 3:52
    la valutazione iniziale delle vostre
    condizioni si basa su cinque dati:
  • 3:52 - 3:58
    polso, temperatura corporea, pressione,
    frequenza respiratoria e dolore.
  • 3:58 - 4:00
    Ciò è stato causato
    da un movimento culturale,
  • 4:00 - 4:03
    convinto che il dolore
    non venisse sufficientemente curato.
  • 4:03 - 4:06
    I sondaggi sul gradimento dei pazienti
    furono usati per monitorare
  • 4:06 - 4:09
    i risultati e l'efficacia
    delle nuove normative.
  • 4:09 - 4:11
    E quale modo migliore per promuovere
    queste nuove politiche,
  • 4:11 - 4:16
    che legare compenso medico e ospedaliero
    al grado di soddisfazione dei pazienti?
  • 4:16 - 4:19
    Una recente indagine
    del gruppo Physicians Practice
  • 4:19 - 4:22
    ha riportato che tre medici su dieci
    percepiscono bonus
  • 4:22 - 4:24
    sulla base dei sondaggi
    di gradimento dei pazienti,
  • 4:24 - 4:29
    e gli ospedali con più punti sono
    quelli più pagati dalle assicurazioni.
  • 4:29 - 4:33
    Ovviamente, amministratori e medici
    hanno sostenuto questo movimento,
  • 4:33 - 4:37
    con l'obiettivo di azzerare
    il dolore di tutti.
  • 4:37 - 4:39
    Quello era l'obiettivo.
  • 4:39 - 4:41
    Al quale seguì immediatamente
    il problema etico:
  • 4:41 - 4:44
    "Prescrivo dei narcotici al paziente
    per farlo contento,
  • 4:44 - 4:46
    oppure glieli nego, rischiando
    di penalizzare il mio compenso,
  • 4:46 - 4:48
    le entrate dell'ospedale,
  • 4:48 - 4:51
    o peggio, esponendomi a lamentele
    per mancato trattamento del dolore,
  • 4:51 - 4:54
    che potrebbero farmi perdere il lavoro?"
  • 4:55 - 4:58
    Ho esperienza con il dolore.
  • 4:59 - 5:01
    Meno di un'ora dopo
    essere scappato dalla porta sul retro
  • 5:01 - 5:05
    della biblioteca della Columbine,
    sono stato curato con varie sostanze
  • 5:05 - 5:08
    che dovevano sedare e alleviare il dolore.
  • 5:08 - 5:11
    Avevo 17 anni e non avevo mai
    bevuto birra o fumato erba,
  • 5:11 - 5:13
    men che meno qualcosa di più forte.
  • 5:13 - 5:17
    Non sapevo nemmeno
    a cosa servissero quei farmaci.
  • 5:17 - 5:21
    Tutto ciò che sapevo a 17 anni,
    era che delle persone molto qualificate
  • 5:21 - 5:24
    mi avevano prescritto dei farmaci
    per farmi sentire meglio
  • 5:24 - 5:26
    farmaci che funzionavano,
  • 5:27 - 5:30
    solo non nel modo
    per il quale erano stati pensati.
  • 5:30 - 5:34
    Se ricorderete una sola cosa
    di questo dicorso, spero che sia questa:
  • 5:35 - 5:37
    gli oppiacei sono molto più efficaci
  • 5:37 - 5:40
    per alleviare i sintomi
    del dolore emotivo,
  • 5:40 - 5:43
    che per alleviare i sintomi
    del dolore fisico.
  • 5:44 - 5:47
    Ripenso spesso
    al mio dolore di quel giorno,
  • 5:47 - 5:49
    se dovessi classificarlo
    sulla scala del dolore,
  • 5:49 - 5:51
    il dolore fisico sarebbe
    stato un tre o quattro,
  • 5:51 - 5:54
    e quella fu la risposta che diedi
    quando me lo chiesero.
  • 5:54 - 5:57
    Ma il mio dolore emotivo
    era assolutamente un dieci.
  • 5:58 - 6:00
    Soffrivo in modo inimmaginabile.
  • 6:01 - 6:03
    Ma nessuno mi chiese nulla;
  • 6:03 - 6:05
    non se n'è mai parlato.
  • 6:06 - 6:12
    Il dolore fisico acuto finisce presto;
    quello emotivo e complesso, no.
  • 6:12 - 6:14
    Il dolore fisico si è placato
    in pochi giorni,
  • 6:14 - 6:17
    ma il dolore emotivo
    era altrettanto debilitante,
  • 6:17 - 6:20
    rispetto a quello provato quel giorno
    in quel letto d'ospedale,
  • 6:20 - 6:24
    così ho continuato a prendere i farmaci
    che mi avevano prescritto per il dolore.
  • 6:24 - 6:27
    Ne divenni dipendente ancora prima
    di capire cosa stesse succedendo.
  • 6:28 - 6:31
    Un recente studio dell'American
    Society of Addiction Medicine
  • 6:31 - 6:36
    ha riportato che l'86% degli eroinomani
    ha iniziato tramite oppiacei prescritti.
  • 6:38 - 6:43
    Solo nel 2012, più di 259 milioni
    di ricette di oppiacei
  • 6:43 - 6:45
    sono state prescritte negli USA.
  • 6:45 - 6:48
    Abbastanza per dare
    ad ogni americano adulto
  • 6:48 - 6:49
    una confezione di pillole.
  • 6:50 - 6:54
    Ben presto cominciai a cercare farmaci
    per lenire il mio dolore emotivo,
  • 6:54 - 6:55
    e nel giro di pochi mesi,
  • 6:55 - 7:00
    dalle medicine passai ad alcol,
    marijuana e droghe illegali.
  • 7:00 - 7:02
    E come sempre accade
    in caso di dipendenza,
  • 7:02 - 7:04
    durante il decennio successivo,
  • 7:04 - 7:08
    la mia tolleranza aumentò sempre più,
    la mia vita continuò ad essere ingestibile
  • 7:08 - 7:10
    e il dolore emotivo rimase irrisolto.
  • 7:11 - 7:14
    Era come se avessi premuto il tasto pausa
    sul mio sviluppo emotivo.
  • 7:15 - 7:17
    Gestivo il mio dolore
    nell'unica maniera che conoscevo,
  • 7:19 - 7:20
    e non ero solo.
  • 7:22 - 7:26
    Credo che il dolore emotivo sia quello
    che provoca la diffusione di dipendenza.
  • 7:27 - 7:30
    Pensate a qualcuno che conoscete
    che abbia problemi di dipendenza.
  • 7:30 - 7:33
    Scommetto che sareste in grado
    di indicare un elemento
  • 7:33 - 7:36
    di dolore emotivo ignorato
    o non risolto in quella persona.
  • 7:36 - 7:39
    Ora, pensate a un momento in cui
    avete provato un intenso dolore emotivo
  • 7:39 - 7:41
    e a quanto disperatamente
    volevate che finisse.
  • 7:41 - 7:45
    Che avreste fatto se vi avessero offerto
    una scorciatoia per farvi sentire meglio?
  • 7:46 - 7:49
    Immaginate di trovarvi in una valanga
    e di rompervi una gamba.
  • 7:49 - 7:53
    Già la lesione da sola può essere
    un'esperienza piuttosto traumatica,
  • 7:53 - 7:54
    ma è possibile gestirla.
  • 7:54 - 7:56
    Con una terapia del dolore
    a breve termine,
  • 7:56 - 7:58
    molti guarirebbero completamente.
  • 7:58 - 8:01
    Immaginate ora di subire
    quella stessa lesione,
  • 8:01 - 8:04
    solo che questa volta un vostro caro amico
    stava sciando con voi,
  • 8:04 - 8:07
    e non ce l'hanno fatta
    a estrarlo vivo dalla valanga.
  • 8:07 - 8:09
    Per me sembra così ovvio
  • 8:09 - 8:12
    che dovrebbero esserci due diversi
    piani di terapia del dolore
  • 8:12 - 8:16
    per quella che sembra essere
    un'identica lesione fisiologica,
  • 8:16 - 8:18
    solo che non ci sono.
  • 8:18 - 8:22
    Il dolore emotivo è venefico, insinuante,
  • 8:22 - 8:25
    e la società ci ha programmati
    per evitarlo.
  • 8:25 - 8:30
    Ci curiamo con alcol e droghe,
    sesso e pornografia,
  • 8:30 - 8:33
    perfino con la televisione
    e la tecnologia,
  • 8:33 - 8:37
    e, spesso, facciamo queste cose
    senza neanche accorgercene.
  • 8:37 - 8:41
    La nostra società è letteralmente
    caratterizzata da questo dolore.
  • 8:42 - 8:44
    Ogni mese, sempre più persone muoiono
  • 8:44 - 8:48
    perché cercano conforto
    nell'unico modo che conoscono.
  • 8:48 - 8:50
    È il modo in cui sono stati programmati.
  • 8:51 - 8:54
    Tutti soffrono; è inevitabile.
  • 8:54 - 8:57
    Ho un semplice riassunto
    su come siamo arrivati qui.
  • 8:58 - 9:01
    Abbiamo costruito una società
    che è piena di dolore emotivo e traumi.
  • 9:01 - 9:03
    L'abbiamo combinata
    con un sistema sanitario,
  • 9:03 - 9:06
    destinato a curare innanzitutto
    i sintomi fisiologici.
  • 9:06 - 9:09
    Poi, abbiamo messo al comando
    le industrie farmaceutiche,
  • 9:10 - 9:14
    che mirano direttamente al profitto
    con norme facili da manipolare.
  • 9:14 - 9:17
    Ora ci troviamo nel bel mezzo di quella
    che l'ex ministro della Sanità
  • 9:17 - 9:21
    ha definito la peggior crisi
    della sanità pubblica nazionale.
  • 9:21 - 9:22
    Questo due anni fa.
  • 9:22 - 9:26
    Da allora la situazione è peggiorata,
    e l'epidemia della dipendenza di allora,
  • 9:26 - 9:29
    è oggi comunemente chiamata
    pandemia della dipendenza.
  • 9:30 - 9:33
    Ed ecco uno scorcio
    della situazione attule.
  • 9:33 - 9:35
    Il New York Times
    il mese scorso ha riportato
  • 9:35 - 9:40
    che le morti per overdose
    sono aumentate del 19% nel 2016.
  • 9:41 - 9:46
    E i dati preliminari per il 2017 mostrano
    che tale tendenza non può che peggiorare.
  • 9:46 - 9:51
    Abbiamo superato di gran lunga i peggiori
    record di mortalità da armi da fuoco,
  • 9:51 - 9:55
    AIDS e incidenti d'auto.
  • 9:56 - 9:59
    Dati come questi sono sconvolgenti per me.
  • 10:00 - 10:03
    Oggi nella nostra società ci sono persone
    che ancora liquidano tutto questo
  • 10:03 - 10:06
    dicendo che:
    "Sono solo un branco di drogati".
  • 10:06 - 10:08
    Beh, sono qui per dirvi
  • 10:08 - 10:10
    che non è vero.
  • 10:10 - 10:13
    Sono padri, madri,
  • 10:13 - 10:15
    fratelli, sorelle,
  • 10:15 - 10:19
    sono bambini,
    a volte non ancora adolescenti.
  • 10:20 - 10:22
    Sono persone come me e voi,
  • 10:22 - 10:25
    che cercano di lottare
    nell'unico modo che conoscono,
  • 10:25 - 10:30
    e ne muoiono a migliaia, ogni mese,
  • 10:30 - 10:32
    con un tasso in continua crescita.
  • 10:33 - 10:36
    La dipendenza è l'unica malattia
    per la quale in genere aspettiamo
  • 10:36 - 10:40
    che raggiunga il livello più acuto
    prima di provare a curarla.
  • 10:40 - 10:44
    A quel punto, spesso è troppo tardi.
  • 10:45 - 10:47
    Dobbiamo iniziare prima.
  • 10:48 - 10:51
    Dobbiamo intervenire precocemente.
  • 10:51 - 10:54
    Dobbiamo educare i giovani
    con metodi del mondo reale.
  • 10:54 - 10:59
    Dobbiamo smettere di pensare che la gente
    possa essere riabilitata in un mese,
  • 10:59 - 11:03
    e dobbiamo migliorare l'accessibilità
    ai trattamenti a lungo termine.
  • 11:03 - 11:08
    Dobbiamo eliminare il marchio
    associato alla dipendenza
  • 11:08 - 11:13
    e, soprattutto, dobbiamo riformare
    un sistema sanitario in crisi,
  • 11:13 - 11:14
    che sta lentamente accettando
  • 11:14 - 11:18
    di essere il responsabile
    di questa pandemia.
  • 11:18 - 11:20
    (Applausi) (Acclamazioni)
  • 11:21 - 11:24
    Mi ci è voluto più di un decennio
    di dipendenza
  • 11:24 - 11:25
    e molti anni di riabilitazione,
  • 11:25 - 11:29
    prima di imparare la differenza
    tra sentirsi meglio
  • 11:29 - 11:31
    e stare meglio.
  • 11:31 - 11:35
    Perché ho dovuto imparare
    ad abbandonarmi al dolore.
  • 11:35 - 11:39
    Ho dovuto smettere di cercare
    la via più rapida per trovare sollievo.
  • 11:39 - 11:41
    Ho dovuto svolgere
    il lavoro emotivo necessario,
  • 11:41 - 11:44
    indipendentemente da quanto facesse male.
  • 11:44 - 11:47
    Dopo diversi tentativi
    di trattamento a breve termine,
  • 11:47 - 11:50
    ho finalmente trovato la volontà
    di fare quello che serviva,
  • 11:50 - 11:53
    e sono rimasto in un continuum terapeutico
    di 14 mesi consecutivi,
  • 11:53 - 11:55
    per capirlo.
  • 11:56 - 11:59
    Ho dovuto affrontare le fasi del lutto
    che avrei dovuto attraversare
  • 11:59 - 12:02
    a 17 anni, a 29 anni;
  • 12:02 - 12:05
    ma mi sono rifiutato
    di continuare a scappare,
  • 12:05 - 12:07
    e ha funzionato.
  • 12:07 - 12:09
    (Applausi)
  • 12:14 - 12:18
    Fortunatamente per noi, esiste una cosa
    chiamata crescita post-traumatica,
  • 12:18 - 12:21
    ed è quella che vedete qui
    sul palco proprio oggi.
  • 12:21 - 12:23
    La crescita post-traumatica si definisce
  • 12:23 - 12:26
    come un cambiamento psicologico positivo
    che si verifica in una persona,
  • 12:26 - 12:29
    dopo aver vissuto
    un evento traumatico.
  • 12:29 - 12:32
    Ciò implica che, trovando un modo
    per sopportare sofferenze importanti,
  • 12:32 - 12:35
    si può avere uno sviluppo significativo
    del carattere personale
  • 12:35 - 12:39
    ed elevarsi ad un livello
    più alto di funzionamento.
  • 12:39 - 12:44
    Ma raggiungere la crescita post-traumatica
    richiede l'abbandonarsi al dolore.
  • 12:44 - 12:47
    Non si può sfuggire al dolore.
  • 12:47 - 12:49
    Non si può curare.
  • 12:49 - 12:52
    Quindi, adesso ho una sfida per voi.
  • 12:52 - 12:56
    Verificate il livello attuale
    del vostro dolore emotivo.
  • 12:56 - 12:59
    Avete un dolore o un dispiacere
    che non state affrontando?
  • 13:00 - 13:04
    Vi è successo qualcosa di traumatico
    da cui non vi siete ancora ripresi?
  • 13:04 - 13:10
    Se sì, fate un passo avanti
    per affrontare questo dolore.
  • 13:10 - 13:16
    Chiamate un amico, parlatene al terapista,
    o anche solo con un estraneo.
  • 13:17 - 13:22
    Fate un piccolo passo
    per far luce su questa oscurità,
  • 13:23 - 13:26
    perché ho visto cosa può fare l'oscurità.
  • 13:27 - 13:28
    L'ho vista nelle stanze d'ospedale,
  • 13:28 - 13:32
    quando per l'ennesima volta
    le cose non sono andate come previsto.
  • 13:32 - 13:35
    L'ho vista nelle prigioni,
    dove persone nate già dipendenti
  • 13:35 - 13:38
    non hanno mai avuto l'occasione
    di imparare qualcos'altro.
  • 13:39 - 13:41
    L'ho vista ai funerali di bambini,
  • 13:41 - 13:44
    morti prima ancora
    di avere la possibilità di vivere.
  • 13:44 - 13:48
    L'ho vista sotto il tavolo
    della biblioteca della mia scuola.
  • 13:50 - 13:55
    Voglio lasciarvi con qualcosa
    che vorrei aver saputo a 17 anni.
  • 13:56 - 14:01
    Chiunque voi siate,
    qualunque cosa stiate passando,
  • 14:01 - 14:06
    in qualsiasi modo stiate affrontando,
    la sofferenza, tenete presente che
  • 14:06 - 14:11
    per guarirne, dovete sentirla.
  • 14:12 - 14:16
    Non risolveremo la pandemia
    della dipendenza da un giorno all'altro,
  • 14:16 - 14:19
    ma potremo fare progressi
    quando le persone inizieranno a capire
  • 14:19 - 14:21
    la differenza tra dolore fisico
    ed emotivo,
  • 14:21 - 14:25
    e sceglieranno
    di fare qualcosa a riguardo.
  • 14:25 - 14:30
    Durante la riabilitazione diciamo spesso:
    conservi quello che hai dandolo via.
  • 14:30 - 14:34
    Trovate il coraggio
    di abbandonarvial dolore
  • 14:34 - 14:37
    per riuscire così ad aiutare gli altri.
  • 14:37 - 14:39
    Grazie.
  • 14:39 - 14:41
    (Applausi)
Title:
Quello che mi ha insegnato la sparatoria alla Columbine sul dolore e la dipendenza | Austin Eubanks | TEDxMileHigh
Description:

"Meno di un'ora dopo essere scappato dalla porta sul retro della biblioteca della Columbine High School, giacevo in un letto d'ospedale, medicato con una serie di sostanze che avevano l'intento di alleviare il mio dolore", ricorda il sopravvissuto Austin Eubanks.
Fu quello l'inizio di un decennio di dipendenza che ha portato ad una profonda presa di coscienza circa l'attuale epidemia di oppioidi: la gestione del dolore è sia il problema che la soluzione.

L'esperienza traumatica vissuta da adolescente da Austin Eubanks, ferito e sopravvissuto nella sparatoria alla Columbine, ha agito da catalizzatore nel suo doloroso viaggio attraverso la dipendenza. Oggi, dopo anni di disintossicazione, è un oratore riconosciuto a livello nazionale sul recupero dei dipendenti ed è il direttore operativo del Foundry Treatment Center, un programma di trattamento da 30 posti letto a Steamboat Springs, Colorado.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx che utilizza il format della conferenza TED, ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale. Per maggiori informazioni, visita il sito https://www.ted.com/tedx

more » « less
Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
14:59

Italian subtitles

Revisions