Non credo di riuscire a scrivere un post fra stasera e domani -- non so: giornata densa, vedremo. Mi è venuto in mente però che forse faccio prima a confezionare un audio post. Non credo di averlo mai fatto. Provo a registrarlo con l'androide, poi col wireless lo mando in Dropbox, in Dropbox lo raccatto nel computer e poi lo pubblico brutalmente in un post in Wordpress. Vediamo che succede. Giusto per fare così 2-3 considerazioni che comunque ho in mente, partendo da quella sorta di terrore che il caos genera: ogni tanto vengono nei commenti di tante persone: "Ma ce la farò con questo caos? Mi sperdo, sono disorientato." Mi meraviglia sempre come il caos generi così tanto sconcerto nelle persone Il caos è -- non è una cosa negativa, non è distruttivo. Dal caos si genera la vita, la natura lo usa pervasivamente a tanti, forse non so dire, infiniti livelli di organizzazione. Mi viene in mente bellissimo metodo di Edgar Morin, il primo volume, "La natura della natura", mi sono ricordato, ma sono andato a vederlo perché non ero più sicuro ma in effetti c'è un discorso affascinante di come già gli elementi che costituiscono il nostro mondo fisico si generano con un processo di natura assolutamente caotica in quel forno di caos che sono le stelle, la nostra stella, il sole, si producono, si produce il carbonio che poi incidentalmente è l'elemento alla base della materia organica, quindi di tutto ciò che è vita sul nostro pianeta E qui il carbonio -- vediamo se lo ritrovo -- "In astratto la nascita di un atomo di carbonio può derivare soltanto da un caso straordinario ma se essa viene situata nel cuore di quelle fucine in fiamme che sono le stelle, composte in maggioranza di elio, e in quelle temperature di reazione vengono mantenute per un tempo lunghissimo allora si comprende come in questa sede si produca un numero inaudito di collisioni casuali di nuclei di elio e come fra queste collisioni si svolga una minoranza di collisioni che producono il carbonio. Vi è così una probabilità locale e temporale perchè si costituisca nel cuore di una stella l'improbabilissimo nucleo del carbonio." E questo è interessante perché si vede come già nell'universo, la vita, proprio, il germe, il seme iniziale della vita, parta sostanzialmente da un fenomeno che sembra essere di sola distruzione, un -- il più grande fuoco, forno che si conosca genera invece il germe di un ordine mirabile. Fra l'altro questo concetto dell'improbabile, dell'estremamente improbabile, che -- e poi diviene certezza grazie a grandissimi numeri su cui questa improbabilità si esercita, è un meccanismo che si ritrova anche in internet: a volte la gente, le persone parlando si meravigliano: "Ma come -- ma come può essere, faccio un esempio, che tanto software che funziona così bene venga prodotto da gente così pazza che per niente, passa le notate a fare programmi complicatissimi che nemmeno -- talvolta che competono con gli staff di ingegneri agueritissimi delle più grandi multinazionali?" Eh, ma perché noi, nella nostra, noi siamo abituati quando pensiamo alla gente con questa espressione diciamo generale, pensiamo a ciò che in qualche maniera psicologicamente, in qualche maniera, dominiamo: qualche centinaio di persone sono le relazioni normali che concepiamo, ma qualcuno conoscerà tre, due, tre, quattro cinquecento persone ma sono un pò -- è la dimensione se si vuole poi del villaggio, la comunità entro la quale si può pensare di avere relazioni abbastanza stabili, avere la sensazione di conoscere un pochino la comunità. E come funziona? Funziona ed è improbab..., è estremamente improbabile che io nelle mie due, tre, quattrocento conoscenze conosca una persona così capace, così matta, da contribuire significativamente a un software o qualcosa del genere. E il problema -- non il problema, cioè, il trucco sta nel fatto che internet stravolge completamente questa nozione di contatto, di connessione possibile, perché in realtà virtualmente io posso connettermi con miliardi di persone e quindi riesco -- cambia completamente la possibilità che io trovi qualcuno così, per intendersi, così matto. e su questi numeri così enormi, il fatto che le persone anche remote nello - geograficamente, si possono collegare istantaneamente, fa si che si crei massa critica, e per cui una persona su 1000, quando io ho un miliardo di persone, vuol dire un milione di persone, tutte assolutamente matte, che hanno la probabilità di un millesimo di esserci. Ecco, su questo tipo di proporzione conviene un pochino riforgiarsi, diciamo, la mente, la percezione. Ma il caos a noi ci interessa un pochino perché è quello che le persone percepiscono quando entrano in questa sorta di villaggio come l'abbiamo chiamato all'inizio. allora dico due tre parole su come -- tratteggio proprio per sommi capi come si svolge ora questa cosa. Vediamo se -- è come se ci trovassimo tutti in un aula e voi mi aveste forzato con delle domande dirette, probabilmente succederebbe questo: "Ma insomma, ma ci dici ora che cosa diavolo stiamo, dove stiamo andando." qualcuno vedo che comincia a intuire, però certamente ce ne saranno tanti di perplessi. Stiamo parlando di mezzo migliaio di persone, insomma, quindi, allora all'inizio il caos io lo voglio, lo favorisco, voglio che ci sia perché -- e va portato a una certa temperatura: è esattamente come cuocere una pietanza. Perché gli ingredienti si amalgamino, è necessario che si si raggiungano certe condizioni. E sì. fa un po' caldo, vabbé, è scomodo, un po'-- non ci si rigira bene, ma è un prezzo che va pagato. In realtà, ma forse qualcuno di voi se n'è reso conto, ma io per me, che cerco di vedere un po' tutto panoramicamente non è già più caos, io vedo già molte strutture emergere. vedo strutture in germe, ma a volte anche abbastanza definite, cioè persone che cominciano a aggregarsi per una varietà di motivi. Le butto lì così praticamente poi scriverò, cioè, userò molto concretamente questi, questi indizi, diciamo. E, beh, ci sono quelli che spontaneamente si occupano del social bookmarking. Lo useremo: era quel congegno per filtrare le idee i problemi e le soluzioni. a cui avevo accennato nello schizzo del villaggio. Ci sono quelli che per affinità geografica o di appartenenza si stanno organizzando per darsi una mano, per esempio gli insegnanti che lavorano nell'ambito dell'Ente Canossiano in Lombardia: ho saputo che si stanno organizzando. Poi ci sono quelli che si sono organizzati, si stanno organizzando per scrivere una storia collettivamente. Poi ci sono gli appassionati o curiosi intorno, pare perché si sono -- hanno già cominciato a scambiarsi consigli e poi hanno trovato anche un oggetto alternativo. Sarebbe interessante vedere le differenze, cosa si può fare con l'uno o con l'altro eccetera. Ci sono delle -- e io vedo anche se non si sono coagulate nemmeno inizialmente spontaneamente, ma io le vedo, delle affinità potenziali. Per esempio ci son quelli che hanno detto: "Ma a me piacerebbe, ganzo NoBlogs, mi è affine, lo voglio, però ci sono difficoltà e --" oppure: "Bello il, la possibilità di fare il blog da WordPress, ma su una propria piattaforma. Da qualche altra parte in queste quasi 500 persone ci sono quelli che invece le hanno fatte queste cose. Quindi diciamo che qui c'è la possibilità di cortocircuitare portatori di soluzioni e portatori di problemi. Ecco, questo, quello che faremo quindi sarà per ora, quindi sintetizziamo così, sarà strutturato -- in fin dei conti un po' di struttura c'è - allora in due parti, se vogliamo, un po' distinte. Io non amo fare categorie, fasi eccetera, però poi, sotto sotto, qualcosa c'è. Ora una è questa in cui ci troviamo in cui, pur in questo caotico cicaleccio, questo, tutto questo chiacchiericcio, in realtà, piano piano andiamo depositando degli strumenti, andiamo tirando fuori degli strumenti e piano piano le persone ci familiarizzano, proprio sentendosi perplesse ma questo stimola. Il fatto di essere perplesso, di non sapere esattamente come fare, amplifica l'intelligenza: un modo brillante per, per narcotizzare le persone è dare l'apparecchio con le istruzioni. "Leggi le istruzioni e poi usa l'apparecchio." E ma questo -- qui non c'è nessuna crescita, questa è una cosa stupida, cioè non si impara niente non si sviluppa nulla, non... Invece se uno -- si tratta di ritornare la dimensione del bambino che gioca, scopre una cosa che non ha mai visto e siccome il bambino è ancora sano, mentalmente, sa benissimo cosa fare. Ecco: noi dobbiamo ritornare, la fase di disorientamento, serve a fare un clamoroso passo indietro e molto spesso scatta questo meccanismo: le persone, a prescindere assolutamente dall'età anagrafica dopo una fase disorientamento piano piano ripartono come facevano tanti anni fa e cominciano a affrontare la questione con intelligenza. Cioè provano, guardano che succede, guardano che succede, formano una teoria, si - provano a fare un'ipotesi: "la testa non è così (?)", e imparano. Così, cosa succede? Si rafforzano psicologicamente nei confronti del marchingegno, del contesto, eccetera. E si crea una competenza vera, perché le cose imparate così restano e si trasformano progressivamente in padronanza. Progressivamente. A volte io noto l'impazienza: "Ma ora cosa facciamo, ora come fo a fare questo?" No, non è così che si apprende, l'apprendimento ha sempre richiesto tempo. È curioso, devo dire che è curioso che cose che noi diciamo così spesso sono dette ai nostri giovani, quando riguardano noi invece, no allora noi vogliamo tutto subito Non diciamo mai, cioè non pretendiamo per i nostri figli che le cose -- noi diciamo loro "Eh no, ci vuole tempo applicazione e pazienza". Ebbé, benissimo: questo vale anche per noi. Quindi acquisiamo competenze piano piano, cominciamo a usare una manciata, quelli a -- quegli oggetti che io ho piazzato nella metafora del villaggio -- insomma non sto a enumerarli, li andate a rivedere -- sta - alcuni li conoscete già -- stanno, entreranno e ora un altro paio di cose poi saremo in qualche maniera a posto. Non è - io non amo parlar di fasi, perché so benissimo che queste fasi non saranno distinte, perché ci sarà tutta una progressione che, ecco, una certa quantità di persone già faranno delle cose che fanno parte della seconda fase. qualcuno lo sta già facendo, già ora, addirittura. Ma aumenteranno. e piano piano, progressivamente seguiranno una buona parte, non dico tutti, il tutto non esiste mai, ma una buona maggioranza. Che cosa sarà la seconda fase? La seconda fase sarà la vita del villaggio. Ma cos'è questa vita del villaggio? È semplicemente una cosa che ci interessa molto precisamente qui dal punto di vista professionale, professionale vostro: sostanzialmente la condivisione di pratiche didattiche di qualsiasi tipo, che principalmente concernono ovviamente l'uso delle tecnologie ma non necessariamente solo questo, assolutamente. Cioè, verrà sempre più spontaneo aiutarsi, andare a vedere come un certo problema l'ha risolto qualcun'altro. Allora io vorrei che piano piano, cioè credo, spero che si formino delle aggregazioni -- ora la butto, la butto giù così: gli insegnanti di sostegno, gli insegnanti di scienze, quelli della scuola primaria, quelli della scuola secondaria, gli insegnanti di un qualche cosa in una regione, in un'altra, perché vabbé, anche l'appartenenza geografica può caratterizzare, cioè, arricchisce lo scambio fra situazioni diverse ma anche la - il riconoscimento di problemi comuni, per cui queste aggregazioni, utilizzando con una certa agilità, diciamo, gli attrezzi, gli strumenti, gli oggetti, gli artefatti del villaggio che abbiamo, che stiamo conoscendo, saranno in grado di condividere pratiche, problemi e soluzioni. Un qualcosa che quando -- e chiudo con questa annotazione -- che quando si vanno a vedere i famosi risultati PISA, saranno, avranno difetti quello che si vuole, ma insomma un cavolo (?) di informazioni di base la danno evidentemente, se no, l'OECD non ci spenderebbe così tanto perché è un fatto strategico per tutti i paesi oggi, in una società della conoscenza, la scuola. E allora quando si va a vedere i risultati PISA e si domandano - e gli operatori, diciamo così, si domandano: "Ma come mai paesi così diversi come la Finlandia e la Corea del sud risultano essere così eccellenti? Che cosa hanno in comune?" Allora quando si vanno a vedere i rapporti dell'OECD o dell'Istituto McKinsey, credo si chiami, un fatto fondamentale, diciamo due, che emerge, i fatti fondamentali che emergono sono due. Uno è che in primo luogo, la figura dell'insegnante è nobilitata, è resa socialmente rilevante, è premiata, difficile, e però è riconosciuto, e riconosciuto come una figura cruciale, non è da sfortunati ma è un ruolo ambito, quindi è remunerato adeguatamente in confronto a ... onori, ma anche anche ovviamente doveri. E il secondo fatto è il creare rete fra gli insegnanti come forma principale di aggiornamento professionale, cioè l'aggiornamento professionale fondamentale è lo scambio fra persone che lavorano in trincea, non è la lezioncina del super-esperto che viene, dice tre cose, poi si fa il quiz e si va via. Quella è una cosa che non ha valore. Invece è questo: la condivisione delle pratiche, dei problemi e delle soluzioni. Ecco: sostanzialmente, poi, diciamo queste parole sono le minime che si possono dire per cercare di disegnare un pochino che cos'è questa cosa che stiamo cercando di fare insieme. E con questo, speriamo che funzioni questo audio post. Buonanotte a tutti