Il nostro eroe è giunto fino a Scheria. È su quell'isola lontana. Iniziamo ad imparare adesso, mentre si muove dai bordi dell'isola dove incontra Nausicaa e le sue amiche, quando va da lì verso il centro di quella città, vede qualcosa di veramente stupefacente. Questo posto è un po' strano. Non è esattamente come una cittadella normale di cui sentiremo di più quando Odisseo proseguirà le sue avventure, e che, come abbiamo visto, sono rappresentate nei viaggi di Telemaco, quando vede il palazzo di Nestore o il palazzo di Menelao. I feaci vivono in una realtà propria, un po' diversa. Sono un popolo remoto e non interagiscono molto bene con gli altri, ci viene detto. Sono ai confini del mondo, isolati da qualsiasi contatto umano, ci viene detto in calce alla pagina 174, nel Libro VII. C'è tanto cibo lì, I campi sono irrigati da sorgenti. C'è una specie di sistema naturale di irrigazione che sta avvenendo. Brezze gentili facilitano la maturazione in tutte le stagioni perciò i frutteti stupendi, quasi magici, producono sempre frutta. È semplicemente come se il cibo uscisse fuori senza necessità di lavoro per produrlo. Dopo, verso la fine del libro VIII, sentiremo delle loro barche magiche: hanno barche che pilotano se stesse, non hanno piloti sulle loro barche, che sanno per volontà propria dove devono andare. Poi una cosa sulla quale concentraci, per quanto riguarda le stranezze: la cosa più strana di tutte è l'idea che gli dèi parlavano loro faccia a faccia. A pagina 186, il libro VII dice che i feaci hanno la capacità di parlare faccia a faccia con gli dèi. Di solito non si travestono quando vengono a parlare ai feaci. Questo è molto bizzarro: quando gli umani vedono gli dèi direttamente, di solito è un cattivo segno. C'è una storia di Zeus e Semele che conoscerete tutti, di una ragazza mortale che ha una relazione con Zeus lo convince di mostrarsi a lei in tutta la sua gloria e lui dice no, non farmi fare questo e quando lo fa, lei viene incinerata perché Zeus è così stupendamente glorioso. Similmente, sentiremo di altri tipi di storie di disastri capitati ad umani che si sono avvicinati troppo agli dèi, nel seguito del corso. Ricordate anche che, a proposito delle nozze di Peleo e Teti, abbiamo detto che in tempi mitici più antici, persino prima dei miti, in miti allo stadio beta, ci sono storie di interazioni quasi normali tra gli umani e gli dèi. Festeggiavano assieme, mangiavano assieme. È quel che ci viene detto a proposito del matrimonio di Peleo e Teti. In seguito vedremo un episodio molto interessante, narrato nella Teogonia di Esiodo, la storia di Prometeo. E anche in quell'interazione, le cose vanno piuttosto male. Però quanto ai feaci, sembrano avere una relazione faccia a faccia tranquilla con gli dèi. Vivono in questo spazio mitico che è già "mitico" nel senso di mito. È proto-mitico, è beta-mitico, è un aspetto antico delle cose. Quindi hanno questo scambio facile. Però mentre i feaci sono lontani dagli altri, sono marinai stupendi e questa capacità, questa bravura nel navigare, frutta loro quel che essa sempre frutta: un commercio straordinariamente ricco, e ricchezze enormi. Queste ricchezze favolose vengono descritte quando Odisseo si avvicina al palazzo di re Alcinoo. Lui scopre roba stupefacente: una descrizione dettagliata e sontuosa come non ne abbiamo ancora visto. Questa scena, dove la ricchezza del palazzo viene descritta, ci consente di parlare di una delle tecniche narrative omeriche frequenti sulle quali è veramente utile che ci concentriamo per ricavare il più possibile da questa tecnica e mito. Omero usa una tecnica chiamata "composizione ad anelli" e nella composizione ad anelli, una cosa specifica -- qui, etichettata A -- viene articolata nella storia. Poi c'è una lunga digressione -- rappresentata qui con B -- dove parliamo di qualcosa di connesso con quella cosa fisica di solito specifica in cui ci siamo appena imbattuti, poi sapremo che la digressione è finita quando menzioneremo di nuovo A". Così a volte Omero può dire: "Allora "il generale afferrò quella spada, "quella spada che fu trasmessa molte "generazioni fa a suo nonno, e suo nonno... poi fu trasmessa a lui. "Quella è la spada che lui ha afferrato "adesso." Quindi di solito avremo un'articolazione dell'oggetto fisico, avremo una lunga digressione, poi un'altra articolazione dell'oggetto fisico per concludere l'anello. È considerato come un ausilio utilissimo per coloro che rappresentano la poesia oralmente, in modo formulaico: se impari qualcosa a memoria, poi provi a metterlo in moto, poi vuoi fare la tua digressione e poi rammentare a te e al tuo publico che hai concluso la digressione, menziona semplicemente la cosa che avevi menzionato all'inizio: ti avverte che è ora di uscirne. Omero adopera questa tecnica con grande efficacia quando descrive le ricchezze del palazzo di Re Alcinoo. Soffermiamoci a guardare un piccolo passo dal Libro VII, nella traduzione di Fagles. "Adesso, mentre Odisseo si avvicinava "all'illustre casa di Alcinoo, un "torrente di sentimenti in cuore lo fermò "ancora prima di attraversarne la soglia "di bronzo. "Una radianza forte come la luna "o il sole sorgente "invase le alte stanza del generoso "Re Alcinoo. "Pareti ricoperte di bronzo, incoronate da "un fregio smaltato color di lapis lazuli "si estendevano a sinistra e a destra "dal portone esterno fino agli angoli "più remoti del cortile, e porte di oro "massiccio chiudevano il palazzo." Una descrizione molto impressionante di quel in cui Odisseo sta entrando e in effetti, la descrizione continua e molti particolari vengono messi in rilievo. Impariamo che la soglia sulla quale si è fermato è anch'essa fatta di bronzo, gli stipiti e l'architrave sono fatte di argento, le maniglie della porta sono fatte di oro. Ai due lati della porta ci sono statue di cani in oro e argento, fatte dallo stesso Efesto. Sono immortali e non muoiono mi, sono cani di guardia fatti di oro e di argento. Ci sono molti troni nel palazzo. Uno non basta proprio. E ciascuno è ornato e coperto da un bel tessuto qualità straordinariamente raffinata. Poi ci sono statue d'oro di ragazzi che portano fiaccole. Ci sono cinquanta serve indaffarate qua e là, e ci sono stupendi frutteti e vigneti che si stendo su tanti acri che si concimano da sé. Quindi sentiamo questa lunghissima digressione che narra della ricchezza straordinaria del palazzo di Alcinoo, visibile agli occhi di Odisseo. Poi in quel punto, alla fine di quella digressione -- pp. 183 in calce e p.184 nella traduzione di Fagles -- a metà del libro VII: "tali erano i doni, la gloria "dispensati dagli dèi sul regno di Alcinoo. "E Odisseo se ne stava a contemplare tutta "quella ricchezza, un uomo che aveva "sofferto tanto. Quando fu sazio di "stupirsi di tutto questo, attraverò "la soglia velocemente, entrò "nel palazzo." Così, nella composizione ad anelli, abbiamo una A e una B e una A. La A è la nostra soglia e la digressione in B sono i lunghi racconti dettagliati di ricchezza,e di nuovo A, la nostra soglia. Guardate come Omero adopera questo, l'utilità della composizione ad anelli, così caratteristica della tecnica di Omero. Abbiamo Odisseo che entra nel palazzo e lo vediamo in fondo con i suoi occhi. Entra, raggiunge la soglia, poi è semplicemente sopraffatto. E in quel meraviglioso paio di secondi in cui Odisseo ha quell'impressione travolgente della ricchezza del palazzo di Alcinoo, in quel tempo breve, Omero ci narra questa lunghissima descrizione, poi alla fine, ci ricorda che in realtà, ci siamo soltanto soffermati con Odisseo per un attimo sulla soglia, ma quel che abbiamo potuto sentire è questa enorme esplosione nella mente di Odisseo, una percezione profonda di questi potenti elementi emotivi, di questi elementi di percezione di Odisseo. Quindi di fatto, il tempo può espandersi ed esplodere all'interno di questi anelli. Avremo la menzione di una cosa, ci potrà essere un lungo ricordo che torna a noi, a qualcuno, poi una menzione della cosa alla fine. Ovviamente, questo ricordo torna in un attimo, però la sua rappresentazione nella poesia di Omero continua per un profuso lasso di tempo. Così gli anelli consentono ad Omero di dilatare certe scene molto pregnanti per farci soffermare di solito nella testa di qualcuno mentre qualcosa di grandioso si svolge proprio davanti ai nostri occhi. E nella fattispecie, niente sarà proprio così grandioso quanto il palazzo di Alcinoo: è straordinario. Così Odisseo entra in un mondo di ricchezza proprio tremenda.